Beautés noires au balafong (Bellezze nere al balafong)

Pubblicato il 20 Agosto 2006 da mb

Of "Black Ladies"

" Se ho cantato, come dovrebbe essere letto qui, la donna nera, è essenzialmente per la sua bellezza plastica, la sua forma - adopero il singolare- e, al di là, per la sua poesia nel senso etimologico della parola: per la ispirazione creatrice che genera in noi, corpo e cuore. Dico corpo e anima". Confida Léopold Sédar Senghor, nella prefazione di un bel album-foto: "Black - Ladies" parso nelle " Edizioni Jaguar".

L'interesse di questo libro risiede nell'associazione strana di un fotografo di moda, Uwe Ommer- che, per definizione, lavora nell'istante, fugace - e di un poeta diventato recentemente "immortale". Ciascuno operando in un senso: magnificare, la donna nera. Questa alleanza- o piuttosto questa lega- dell'oro e del plexiglas, della seta e dei tessuti sintetici, della foto di "gagazine" (da rimbambito) e delle grandi elegie sorprenderà soprattutto i conformisti ma intrigherà gli amatori (appassionati, ndr ) di "cocktail" insoliti. Tuttavia, tutti saranno sensibili, come Senghor, ai " colori, sfumati, delle pelli sotto la luce, e alla grazia, sottile, delle forme lunghe e fini " di questi manichini neri , il più delle volte svestiti, in modo da ben far ammirare la loro " pelle nera" di cui Senghor dice ancora che si caratterizza dalla sua " dolcezza oliata (unta) e vellutata nello stesso tempo " e che " brilla " (risplende) sempre sotto la luce riflettendo la sua sfumatura, le sue sfumature ". E per finire citiamo questo brano dei " Chants d'ombre "

che riassume bene lo spirito di questo album: · Balafong (specie di xilofono)

" Femme nue, femme obscure

huile que ne ride nul souffle,

huile calme aux flancs de l'athlète,

aux flancs des princes du Mali

Gazelle aux attàches célestes,

les perles sont étoiles sur la

nuit de ta peau..."

www.leopoldsenghor.org

Mars- Avril 1987

Il Teatro Nazionale Daniel Sorano di Dakar (Senegal)

Il suono del Balafong

Il BalafongIl Balafong

Il Teatro Nazionale Daniel Sorano di Dakar (Senegal)Emiciclo di tutta una generazione Il teatro nazionale Daniel Sorano è stato inaugurato dal Presidente Léopold Sédar Senghor nel 1962 durante il Festival Africano delle Arti Negre, da quella data, questo teatro di 1200 posti circa, dove interpretano i classici europei e gli autori africani é in continua attività. La sua troupe é composta da 17 comici permanenti. Il suo direttore, Ousmane Diakhaté è anche Professore titolare alla Facoltà di lettere ” Università Cheikh Anta Diop ” di Dakar ( Senegal ).

Senghor !

Nel 2006, si commemora il Poeta-Presidente.

” Senghor ritorna ! All’inizio di marzo, in scena, i ” Comédiens ” (commedianti o attori, ndr) della Compagnia del “THEATRE NATIONAL DANIEL SORANO “ di Dakar lanciavano questa esclamazione, nello spettacolo che avevano creato per l’ occasione.

Léopold Sédar Senghor, nato il 9 ottobre 1906 a “Joal “ (cittadina-senegalese), suscita un dibattito. Nel 1956 , a Parigi, animava il primo Congresso internazionale degli scrittori e artisti neri. Ma fu anche il primo aggregato di grammatica uscito dal continente, il primo Africano membro dell’Accademia francese. Uno dei padri fondatori della ” Francophonie “. E poi, nel momento delle indipendenze, confiderà a De - Gaulle il suo auspicio di ” conservare qualcosa della spartizione coloniale “. Ci risuona in modo ” Buffo ” nel 2006, nell’ ora in cui le ferite si riaprono, in Francia o altrove, a proposito del ruolo della colonizzazione ! Quale possa essere questa cosa ” positiva ” che bisogna conservare ? Questa piccola cosa è la lingua francese. E’ quello che accredita Senghor nella cerchia degli intellettuali francesi.

Ed è a nome di questa ” riconoscenza ” che quest’anno delle manifestazioni si costruiscono, in Francia, con un grande incalzare di colloqui, conferenze e tavole rotonde. Di certo è stato celebrato lo scrittore senegalese al Salone del libro di Parigi, che si svolgeva dal 17 al 22 marzo scorso, e di cui la Francofonia era l’ospite d’onore. ” Se avevamo seguito le sue teorie, non saremmo mai arrivati a quello che si chiama ” choc des civilisations ” ( scontro di civiltà ), ricorda Abdou Diouf, ex- presidente anche lui del Senegal, attuale segretario generale della ” Francophonia ” (OIF)”.

Al termine di quest’anno 2006, che trarre di meglio da questo insegnamento, O^ quanto é necessario nel mondo multiculturale ? ” Arricchirsi delle nostre differenze per convergere verso l’universale “, aveva scritto.

In Francia e nel mondo

. ” Les orphées noirs “, alla Commedia - Francese, lettura dell’Antologia della ” nouvelle poésie nègre et malgache de la langue française “. Parigi, 18 giugno. . Senghor e la Francofonia, al Senato, Parigi maggio 12 maggio. . Un ponte sull’Atlantico; Césaire - Senghor, una pagina di amicizia, Fort-de-France (Martinica), 24 giugno.

Aimé Césaire (Martinica)

E’ nato il 25 giugno 1913 a Basse-Pointe. Ha fatto i suoi studi al liceo Schoelcher a Fort-de-France dove, in classe di filosofia, arriva un nuovo, Léon Gontran-Damas, che diventerà il suo compagno di lotta. Subito diplomato, fugge dalle Antille per andare a Parigi, al liceo Loius-le-Grand, dove ha conosciuto la doppia gioia di ritrovare Damas e di fare la conoscenza di Léopold Sédar Senghor e Ousmane Socé. Nel 1932 tutti si entusiasmano per ” Leggittima - Difesa ” poiché questa rivista degli studenti delle Antille di Parigi, specchio delle loro preoccupazioni, contiene il germe della rinascita culturale dei neri. ” Légitime Défense ” , si sa, ha avuto solo un numero ma, fin dal 1934, Césaire crea con Senghor e Damas la rivista ” l’Etudiant noir “.

Nel 1935, entra a ” l’Ecole Normale Supérieure ” continuando ad essere militante. E’ l’ora della Négritudine- si sa che il creatore di questa parola- e Césaire distrugge le sue prime poesie perché sono inspirate dai classici francesi. Alla vigilia della seconda guerra mondiale , egli torna a Fort-de-France dove insegna le Lettere classiche. E’ qui che avrà luogo il famoso incontro con André Breton, incontro che andrà a rinforzare la tendenza surrealista di Césaire.

Alla liberazione , torna a Parigi come deputato della Martinica. Nel 1956 si dimette dal Partito Comunista e scrive la sua lettera a Maurice Thorez; nello stesso anno, partecipa al 1° Congresso Internazionale degli Scrittori e Artisti neri. E’ a Roma, nel 1959, durante il secondo Congresso, in cui decide di eliminare dalla sua poesia rancore e violenza. Manterrà la parola. Parteciperà al primo colloquio degli scrittori africani, nel 1963, a Dakar, poi al primo Festival delle Arti Negre a Dakar ancora, nell’aprile 1966, dove la sua piece ” La tragédie du roi Christophe “ ( La tragedia del re Christophe, ndr ) conosciuto al teatro ” Sorano ” sarà un successo risonante.

Vive a Fort-de-France dove è deputato-sindaco e milita per la riconoscenza dell’uomo nero delle Antille.

Opere

1939 “Cahier d’un retour au pays natal”, poema pubblicato nella rivista “Volonté”, edito da ” Présence Africaine ” nel 1956. 1946 “Les armes miraculeuses”, poemi, ediz. Gallimard, Parigi

1948 ” Soleil cou coupé “, poemi, ediz. da K. a Parigi.

1949 ” Corps perdu “, poemi, ediz. Fragrance (Parigi). Queste due raccolte

saranno riprese in ” Cadastre “, pubblicato al Seuil, Parigi nel 1961.

1950 ” Discours sur le Colonialisme “, ediz. Réclame, Parigi.

1956 ” Et les chiens se taisaient “, tragedia, P.A., primo “piece” di una trilogia

anticolonialista.

1960 ” Ferrements “, poemi, ediz. del Seuil, Parigi.

1960 ” Toussaint Louverture (La Revoluzione francese e il problema coloniale).

” Club Français du Livre “, Paris, ristampato a Présence Africaine nel 1963.

1963 ” La tragédie du Roi Christophe “, P.A. Parigi.

1966 ” Une saison au Congo “, Seuil, Parigi.

1969 ” Une tempete “, teatro, Seuil, Parigi.

Curiosità

Aimé Césaire nobilitato ?

Numerose università europee hanno proposto il nome dello scrittore “martinicano”, che ha appena festeggiato i suoi 93 anni, non per il premio di letteratura, ma per quello della pace. Una iniziativa sostituita dal sito www.afrikara.com, che ha lanciato il 14 giugno una petizione per sostenere questa candidatura.

Le edizioni “Monde Global” hanno fatto uscire “L’Art nègre” (168 pagine), libro pubblicato in Russia nel 1919 e inaccessibile finora al pubblico di lingua francese. Affrancato dai pregiudizi dell’epoca, Vladimir Markov, l’autore, vi fa prova di una fine conoscenza del soggetto.

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