Il 4 dicembre 1980 : Senghor annuncia il suo ritiro

Pubblicato il 20 Agosto 2006 da mb

E' il cielo che trema sulla testa dei Senegalesi, il 4 dicembre 1980.

Annunciando nella sua edizione del giorno le dimissioni del Capo dello Stato Léopold Sédar Senghor per il 31 dicembre , ossia ventisette giorni più tardi esattamente, " Le Soleil ", giornale nazionale pro-governativo, sommerge il paese nello smarrimento.

"Il Senegal è vedovo", scrive d'altronde il direttore generale del quotidiano di Dakar nel suo editoriale, come se la partenza del " Poeta - Presidente" avrebbe lasciato il paese orfano.

Fino a metà dicembre eppure, molti non vorranno crederci sperando che il padre dell'indipendenza tornerà sulla sua scelta. Pena persa, " Hélas! " per gli incondizionati dell'autore dei "Hosties noires" ( ostie nere): da tre anni almeno, ha lungamente riflettuto sulla sua decisione. In un lungo intrattenimento pubblicato nel dicembre 2004 nelle colonne di J.A.I., Abdou Diouf (Segretario generale dell'OIF, ndr), il suo successore, racconta come Senghor aveva pianificato le sue dimissioni molti mesi prima.

Le dimissioni di Senghor: breve servizio alla tv francese

Un bel giorno del 1977, mentre i due uomini si trovavano nella casa (Verson, ndr) in Normandia dello Capo di Stato senegalese, questo ultimo introduce allora il suo primo Ministro: " Abdou!, sai da molto tempo che ho fiducia in te e che mi auguro che tu mi succeda. [...] Adesso, ti dico quale é il mio calendario, mi faccio rieleggere [...] alle elezioni del 1978. Dopo, proseguirò fino a novembre 1981. E in quel momento lì, mi dimetterò. [...] " Alla fine dell'anno 1980, la scadenza solo cambiò.

Il " Cantore della negritudine " ha precipitato la data della sua partenza per poterla annunciare nel suo prossimo messaggio alla nazione, nella occasione del nuovo anno.

Del resto, le dicerie che Senghor lasciava filtrare nella stampa internazionale da qualche tempo avrebbero potuto togliere i dubbi agli ultimi recalcitranti. Allorché non aveva reagito, il 21 ottobre precedente, alle prime allegazioni parse nel quotidiano francese " Le Monde " concernente le sue eventuali dimissioni, l'ex-compagno di Georges Pompidou e di Aimé Césaire al liceo " Louis-Le-Grand " confermerà chiaramente l'informazione a Pierre Biarnès, il corrispondente del giornale di Dakar, il 28 novembre.

Se ha avuto il merito di mettere fine all' "attendismo" (all'attesa, ndr) che regnava da diverse settimane nelle amministrazioni, la notizia apre nello stesso tempo, un periodo di incertezza nel seno della vita politica senegalese. Mentre il Partito socialista al potere si ritrova senza padrone, la principale figura della opposizione, " Maitre " Abdoulaye Wade,il leader del Partito democratico senegalese ( PDS ), viene messo all'asta . Ben deciso a sbarrare la strada al Primo ministro Abdou Diouf che deve succedere a Senghor, reclama l'organizzazione immediata di elezioni libere e democratiche... " sotto la sorveglianza dell'esercito ".

Non rimane da meno l'iniziativa presa da colui che era al potere da venti anni a Dakar è una anteprima nella vita politica africana. Su un continente piuttosto abituato a vedere i dirigenti rinunciare al loro incarico sotto la pressione delle armi, la partenza volontaria di Senghor, di oltre due anni prima della fine del suo mandato, fu un gesto simbolico e da esempio in Africa.

I Senegalesi del resto, sono ben coscienti

Il loro poeta-presidente, è deceduto nel "dicembre 2001, ndr, ha " poggiato le fondamenta di una nuova etica del potere ", scrive ancora " il quotidiano nazionale ", ndr, ( Le Soleil ) nella sua edizione del 4 dicembre, sottolineando il passaggio che questo atto viene a completare la democratizzazione del sistema politico nazionale, quattro anni dopo la instaurazione di un multipartitismo limitato nel paese : " Qui si uccide per restare nel posto di comando, lì si truccano le elezioni, altrove si organizzano dei colpi di Stato nel sangue e nelle lacrime, ecco che ci dice, semplicemente , che bisogna saper lasciare il tavolo senza voltarsi. " E lasciare il posto ai giovani.

Accusato da alcuni di lasciare la nave nella tempesta- da alcuni mesi il Senegal conosce gravi difficoltà economiche e finanziarie-, Senghor rassegna le sue dimissioni probabilmente per altre ragioni. A 74 anni, lo scrittore, che sarà ammesso all'Accademia francese nel 1984, aspira a concludere la sua opera, nello stesso tempo a mettere in orbita il suo delfino, piuttosto che lasciarlo indefinitivamente attendere nell'anticamera presidenziale, e vedere " consumato " il giorno che dovrà veramente prendere le "redini" in mano. ( A 74 anni il ritiro dalla vita pubblica di Senghor, ndr )