28 FEB 2016
rubriche

Conversazione settimanale di Valter Vecellio con Marco Pannella

RUBRICA | di Valter Vecellio - Radio - 17:00 Durata: 1 ora 53 min
A cura di Bretema e Enrica Izzo
Player
Puntata di "Conversazione settimanale di Valter Vecellio con Marco Pannella" di domenica 28 febbraio 2016 , condotta da Valter Vecellio con gli interventi di Marco Pannella (presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Matteo Angioli (membro del Consiglio Generale del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Sergio D'Elia (segretario di Nessuno tocchi Caino, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Valter Vecellio (giornalista e direttore di Notizie Radicali, Radicali Italiani).

Tra gli argomenti discussi: Partito Radicale Nonviolento, Politica, Radicali Italiani.

La registrazione video di questa puntata ha una durata di 1 ora e 53 minuti.

Questa rubrica e' disponibile anche nella sola versione audio.

leggi tutto

riduci

  • Introduzione

    Valter Vecellio

    giornalista e direttore di Notizie Radicali (RADICALI ITALIANI)

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Matteo Angioli

    membro del Consiglio Generale del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Sergio D'Elia

    segretario di Nessuno tocchi Caino (PRNTT)

    La trasmissione si svolge nel salone del Partito radicale. Presenti anche Matteo Angioli e Sergio D'Elia. Un intervento di Papa Francesco e un altro del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla moratoria sulla pena di morte e sulle carceri
    17:00 Durata: 3 min 23 sec
  • Sergio D'Elia, di Nessuno Tocchi Caino: "C'è una nostra agenda interna che faticosamente cerchiamo di rendere esterna. Però intanto il presidente della Repubblica e il leader spirituale della Chiesa cattolica sembra che abbiano ascoltato Radio Radicale, le riunioni che noi facciamo in questa sede ogni giorno, perché le cose di cui noi discutiamo qui dentro hanno un'eco anche ai massimi livelli delle leadership dello Stato italiano e non solo"

    Sergio D'Elia

    segretario di Nessuno tocchi Caino (PRNTT)

    Sergio D'Elia, di Nessuno Tocchi Caino: "C'è una nostra agenda interna che faticosamente cerchiamo di rendere esterna. Però intanto il presidente della Repubblica e il leader spirituale della Chiesa cattolica sembra che abbiano ascoltato Radio Radicale, le riunioni che noi facciamo in questa sede ogni giorno, perché le cose di cui noi discutiamo qui dentro hanno un'eco anche ai massimi livelli delle leadership dello Stato italiano e non solo". "Quello del Papa è l'ultimo intervento di una lunga serie. Già subito dopo la sua elezione a pontefice, ha parlato con degli atti: introducendo il reato di tortura nei codici vaticani, poi abolendo l'ergastolo. Poi è intervenuto col tempo sulla pena di morte: io ricordo un suo discorso nell'ottobre 2013 davanti all'assemblea mondiale dei penalisti cattolici, un discorso sulla giustizia, non solo contro la pena di morte, non solo contro l'ergastolo, ma anche contro l'isolamento nei carceri di massima sicurezza". "L'altro giorno ha usato l'espressione sulla quale noi ci siamo costituiti come associazione, con l'idea di Marco, all'inizio degli anni 90, di una moratoria delle esecuzioni capitali come via – molti dicono 'pragmatica' – ma io dico 'laica' e 'corretta' nel metodo oltre che nel merito". "Papa Francesco di questo l'altro giorno ha parlato, di una moratoria nell'anno santo del Giubileo". La campagna radicale per la moratoria votata all'ONU nel 2006, il motto "spes contra spem". Il congresso di Nessuno Tocchi Caino nel carcere di Opera, e il documentario "Spes contra spem" su quel carcere, in uscita a cura di Ambrogio Crespi. Giovanni Maria Flick, osserva Vecellio, ha cambiato idea sull'ergastolo; oggi si dice contrario a questo istituto
    17:03 Durata: 18 min 55 sec
  • Intervento di Matteo Angioli sulla situazione della campagna per il diritto alla conoscenza e la transizione verso lo Stato di diritto

    Matteo Angioli

    membro del Consiglio Generale del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Matteo Angioli sul suo incontro con l'ambasciatrice del Niger e sulle iniziative del governo di quel paese, specie del suo ministro della Giustizia Marou Amadou, che si sono incrociate con quelle sul diritto alla conoscenza e sulla transizione allo Stato di diritto del Partito radicale. I contatti con l'ambasciatore del Messico e con la rappresentanza del Marocco. "Dobbiamo essere grati al sostegno che ci è venuto lo scorso luglio dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che si sta inverando nel momento in cui chiediamo una partnership alla Farnesina. Questa collaborazione sta andando nella direzione giusta". La riforma della giustizia e la vulgata rassicurante del ministro della Giustizia, Orlando. D'Elia: "Almeno un quarto della popolazione italiana si trova nella situazione di dover attendere giustizia, ed è quindi questione sociale". La sentenza della Corte costituzionale italiana sulla Legge Pinto
    17:22 Durata: 23 min 32 sec
  • Pannella: "Io dico solo che tutte queste cose che noi come anti regime proponiamo allo Stato, per la sua legalità e scelta, a questo punto la battaglia è: dobbiamo consentire a uno Stato, che non ha abbastanza fiducia in se stesso, di fare quanto necessario, di uscire da sospetti di regime o di anti regime. Serve un'assunzione di responsabilità pubblica per dire, come noi vogliamo: è l'ora che adesso si passi allo Stato che difende se stesso"

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    La situazione dell'opposizione iraniana e le difficoltà che si incontrano nel fare opposizione in Italia. Pannella: "Tutto consentono, tranne una cosa: quella di ufficializzare molte cose che si danno per acquisite. Non è un caso quindi che abbiamo solidarietà dialettiche, che però non si esprimono formalmente… Il riflesso subito di dire: ormai siamo a metà anno dal Congresso di Nessuno Tocchi Caino". Ancora sulla differenza tra Stato e regime. "Non c'è uno che, dinnanzi alle mie difficoltà in questo momento di esprimermi su questa cosettina precisa… Io dico solo che tutte queste cose che noi come anti regime proponiamo allo Stato, per la sua legalità e scelta, a questo punto la battaglia è: dobbiamo consentire a uno Stato, che non ha abbastanza fiducia in se stesso, di fare quanto necessario, di uscire da sospetti di regime o di anti regime. Serve un'assunzione di responsabilità pubblica per dire, come noi vogliamo: è l'ora che adesso si passi allo Stato che difende se stesso". "A livello di presidenti del Consiglio, presidenti della Repubblica, se noi non li incoraggiamo per dire: questo ci impone la Costituzione italiana, ma soprattutto questo ci impone anche il fatto nuovo costituito dalla Costituzione internazionale. Noi quindi dobbiamo subito comprendere che certo l'Italia e anche altri hanno dovuto affrontare pagine tragiche, essendosi dovuti assumere responsabilità d'ordine non liberale ma d'ordine e contro la legalità formalistica". "Nella storia questa cosa si è già verificata, diciamo nei periodi 1943-1946, quando si teneva, da parte dei più corretti, a dire che la posizione d'Italia doveva essere quella di uno Stato che quotidianamente sceglie, formalmente, di porsi il problema di quanto lo Stato non sia invece frutto di una serie di contingenze umane e storiche, e a partire da questo trovare anche i precedenti teorici e storici per i quali noi, nelle condizioni attuali, come Italia dobbiamo rispondere al 'tradimento' tra virgolette… Non diciamo 'tradimento' perché non corrisponde alla consapevolezza del 'tradimento'". "Non è la prima volta che si proponga, come dramma, alla parte teoricamente buona dell'Italia e del suo ceto dirigente, perché l'assennatezza di molti esponenti dell'Italia attuale che sentono probabilmente molte delle cose che noi sentiamo". Urgono, a proposito di legalità, "decisioni vitali per la vita del popolo e dello Stato". "Se per tre o quattro giorni ciò scoppiasse anche al livello dei giuristi internazionali…"
    17:45 Durata: 27 min 14 sec
  • Pannella sull'origine del Partito radicale, tra Ignazio Silone e Palmiro Togliatti.

    Marco Pannella

    presidente del Senato del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Il dibattito nel Partito liberale a proposito del movimento dell'Uomo Qualunque: "Allora noi proponemmo, con Ignazio Silone, di dire: non lottare, dal fronte italiano, contro forze che nel mondo oggi hanno una prevalenza di forza totalitaria e di scelte totalitarie, considerandole come 'minor male', noi allora ci trovammo a dover scegliere tra una componente qualunquista - allora c'era il giornale e basta -, tra quelli che onestamente dicevano 'qui non c'è altro da fare che accettare l'alternativa qualunquista invece di quella sovietica', noi dicemmo invece che l'intransigenza democratica è in queste condizioni la priorità assoluta di comportamenti che dobbiamo proporre noi - si può dire - 'azionisti'". I rapporti tra Palmiro Togliatti e i qualunquisti, con il primo che, secondo il leader radicale "fa parte della storia della non-democrazia, a differenza di Ignazio Silone". Sullo Statuto originario del Partito radicale. "Lì ci trovammo assieme in una sede che ci vedeva quotidianamente, con Arrigo Olivetti, a via di Porta Pinciana", con Silone sotto attacco continuo di Togliatti. Il dibattito lungo un mese tra Pannella e Togliatti negli anni 50: "La cosa che sorprese gente sua è che lui manifestò il dovere dell'attenzione pubblica che doveva esserci nei nostri e miei confronti"
    18:13 Durata: 22 min 33 sec
  • D'Elia sulle elezioni iraniane: "Quelle liste elettorali sono state supervisionate dal Consiglio dei guardiani, sono dunque le liste 'consentite'. Sono perciò elezioni in un contesto di regime che è quello dei mullah, così come in Italia sono elezioni - quali esse siano, referendarie o meno - nel contesto del regime italiano, in cui è negato il principio fondamentale di un processo democratico, cioè che le opzioni siano dibattute in un grande spazio d'informazione"

    Sergio D'Elia

    segretario di Nessuno tocchi Caino (PRNTT)

    D'Elia sulla storia italiana e poi sulle elezioni iraniane: "Quelle liste elettorali sono state supervisionate dal Consiglio dei guardiani, sono dunque le liste 'consentite'. Sono perciò elezioni in un contesto di regime che è quello dei mullah, così come in Italia sono elezioni - quali esse siano, referendarie o meno - nel contesto del regime italiano, in cui è negato il principio fondamentale di un processo democratico, cioè che le opzioni siano dibattute in un grande spazio d'informazione. Quindi per me l'analogia regge". "Oggi l'Assemblea generale dell'Onu è pronta ad approvare questa risoluzione [per la transizione allo Stato di diritto, ndr] tanto quanto era pronta nel 2007, e lo fece, ad approvare la risoluzione sulla moratoria della pena di morte, dopo che per anni si era giocato il campionato del rinvio"
    18:35 Durata: 10 min 54 sec
  • Conclusioni

    Matteo Angioli

    membro del Consiglio Generale del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (PRNTT)

    Le prossime iniziative radicali, tra Roma nella sede del Sioi (attorno al 22-23 marzo) e Ginevra (in aprile)
    18:46 Durata: 6 min 39 sec