"35 ore. Meno competitività, meno sviluppo, meno occupazione" manifestazione internazionale organizzata dalla Federmeccanica presso l'Holiday Inn, in Piazza della Minerva 69

Se possibile diamo inizio ai lavori chiedo scusa per il ritardo così la presenza di tanti giornalisti portato che dimostra l'importanza dell'argomento che trattiamo oltre delle pesche delle persone che sono presente questo nostro incontro gentili ospiti Gentili signori e signore la per meccanica voluto insieme alla da Moro che pensi se e Tedesco
Che ringrazio per la loro partecipazione indire questa riunione di imprenditori per manifestare il pensiero della categoria
Su questa preannunciata riduzione dell'orario legale di lavoro a trentacinque ore settimanali con tempi prefissati
Il presidente della Federmeccanica Andrea Pininfarina e deleghe in generale del delle udienze De Michele Gaultier Savignano
Nelle loro relazioni scriveranno il punto di vista dell'impresa che rappresentano e delle rispettive associazioni i nostri colleghi tedeschi che hanno sperimentato attraverso la via contrattuale
La il un'analoga riduzione di orario
Tramite il dato rimane che è un importante esponente dell'associazione di Summertime illustra i risultati di queste
Tentativo che in Germania è stata fatta quindi questo non vuole essere un convegno non è una giornata di studio l'argomento è talmente noto talmente dibattuto è talmente chiaro che non c'è un bisogno di ulteriori studi o di otiti patiti ma una manifestazione di impresa che vorrebbero far presenti la palazzina di questo strumento che anche rispetto al risultato e in particolare rispetto all'obiettivo che politiche i politici hanno detto vorrei di assegnare do quindi subito la parola vigile Pininfarina
A cui seguirà la relazione ditemi cos'ha chiesto a vigna che poi detto prima ci sarà poi spazio per numero di interventi da parte dei partecipanti solo tre voti quelli che si sono iscritti grazie la parola in genetica
Cari colleghi innanzitutto vi ringrazio per la qualificata e numerosa presenza alla manifestazione di quest'oggi
Federmeccanica ha promosso questa manifestazione
Perché una stupidaggine economica non divenga legge dello Stato
L'attribuzione
Della qualificazione di stupidaggine economica alla riduzione dell'orario settimanale di lavoro a trentacinque ore per legge non è come vi sarà noto mia
Ma di un autorevole ministro del governo in carica
Ci siamo riuniti in una piccola sala due passi dai palazzi della politica
E non in uno stadio la periferia della città perché nostro scopo non è quello di mostrare i muscoli
Di offrire a dimostrazione di forza o di compattezza
Riteniamo in tutta coscienza che non ve ne sia bisogno tanto compatta è unanime è stata la reazione del mondo metalmeccanico all'ipotesi di una riduzione per legge dell'orario settimanale di lavoro
Il nostro scopo è quello di far prevalere la ragionevolezza e il buon senso
In una vicenda in cui una miscela letale di ideologia demagogia e cattiva politica sembra aver ipotecato il risultato finale
Del resto nel nostro Paese forse non c'è mai stata una convergenza di opinioni così forte
Come quella che si sta manifestando circa l'insensatezza e la dannosità di una legge
Che riduce l'orario di lavoro a trentacinque ore settimanali indiscriminatamente per tutti e a decorrere da una data certa e invalicabile
Imprenditori e sindacalisti politici della maggioranza e dell'opposizione economisti e commentatori pressoché tutti anche se da diverse angolature con diversi accenti
Sono consapevoli del fatto che la riduzione dell'orario di lavoro stabilita con lo strumento della legge e quindi decisa a prescindere dalle reali condizioni operative delle singole imprese
Lungi dal produrre un solo posto di lavoro in più metterebbe in pericolo molti dei posti di lavoro già esistenti
Eppure la partita che si sta giocando dentro il palazzo della politica rischia di concludersi con un risultato disastroso per il Paese per le imprese e per l'occupazione
Non spetta a noi imprenditori spiegare come una forza politica assolutamente minoritaria riesca a condizionare le decisioni della maggioranza che governa il Paese
E perché questa stessa forza politica che dei lavoratori dovrebbe essere espressione si ponga in rotta di collisione con le organizzazioni sindacali mettendone in discussione comportamenti ruolo
Risposte argomentata e convincente a queste domande sono contenuti nei numerosi ed autorevoli commenti apparse sulla stampa nazionale in quest'ultimo periodo dai quali si è rilevata una sostanziale convergenza di analisi e di giudizi
Da parte nostra però non possiamo non sottolineare come tale rilevata convergenza dia la misura di quanto sia ancora largo il fossato che separa il mondo politico dalla società civile
Un fossato destinata ad ampliarsi sei come rischia di accadere anche gli spazi che ogni moderna democrazia industriale riserva all'autonomia delle parti sociali vengono violentemente occupati dall'intervento dei partiti politici
è infatti una lesione grave al ruolo e all'autonomia delle organizzazioni rappresentative degli interessi che si confrontano nell'ambito del sistema di relazioni industriali
Quelle che si viene a produrre mediante il sequestro di una materia l'orario di lavoro che di quel sistema di relazioni insieme al Salario costituisce l'oggetto fondamentale
L'ha minacciata legge sulla riduzione d'orario rompo un principio che ha caratterizzato la storia delle relazioni industriali di questo mezzo secolo anteponendo alla libera contrattazione tra le parti una decisione politica che oltre tutto è frutto di un compromesso a spese di terzi determinato dallo stato di necessità in cui è venuto a trovarsi governo nello scorso autunno
E cosa ancor più grave è un'invasione di campo che azzera al metodo della concertazione sociale che in questi ultimi anni si è rivelato una risorsa fondamentale preziosa per il nostro Paese
E significativo e preoccupante che prima ancora che la legge veda la luce
Una lacerazione profonda la concertazione sia stata profonda prodotta dalla cancellazione
Di un importante ed equilibrata accordo tra la Confindustria e le confederazioni sindacali che solo e poco che solo poche settimane fa aveva costituito l'oggetto di un avviso comune delle parti sociali
Circa reperimento della direttiva comunitaria sull'orario di lavoro la quale è bene ricordarlo fissa in quarantotto ore medie settimanali comprensive dello straordinario l'orario di lavoro legale
Forse rendendosi conto del vicolo cieco in cui si è cacciato il Governo sta oggi tentando di ricucire lo strappo cercando di recuperare un ruolo alle parti sociali
Il tentativo che è in corso così come risulta dall'ipotesi tecnica che circonda ufficiosamente in queste ore consiste nell'affidare alle parti il compito di contrattare le modalità di adattamento delle singole aziende al nuovo orario di lavoro
Che resta comunque fissata in trentacinque ore a decorrere dal primo gennaio due mila uno
Per dirla con una frase un po'forte ma credo appropriata si lascia alle imprese la libertà di contrattare a quale albero impiccarsi
Noi dobbiamo dire che non è questo ciò che serve ciò che deve essere lasciata alla contrattazione la libera decisione delle parti non è il come ma il sì adottare le trentacinque ore settimanali
Perché il problema ovviamente non è o non è soltanto di metodo di procedure mai fondamentalmente di contenuti
La questione centrale dunque è e resta tale anche alla luce delle citate ipotesi tecnica del governo la riduzione per legge dell'orario di lavoro da quaranta a trentacinque ore settimanali a decorrere dal due mila uno
La questione che non può essere elusa sta nel contenuto precettivo di una legge che se varata produrrebbe danni irreparabili alla capacità competitive delle nostre imprese
E conseguentemente come abbiamo voluto evidenziare nel titolo di questa manifestazione alla loro capacità di creare ricchezza e sviluppo che è la condizione essenziale ed irrinunciabile affinché possa prodursi una crescita dell'occupazione reale e non fittizia
I fatti sono ciò che conta e in economia i numeri sono la misura dei fatti
E solo alla luce di questi che si può effettuare una valutazione ragionata dell'assioma secondo il quale la riduzione dell'orario di lavoro non riduce la competitività dell'impresa e crea nuova occupazione
La domanda dalla quale partire allora la seguente e possibile realizzare una riduzione così massiccia dell'orario di lavoro senza compromettere la competitività dell'impresa e soprattutto è possibile farlo a parità di salario
La risposta non può che muovere dalla semplice constatazione del fatto che una riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario
Comporta un proporzionale incremento del costo del lavoro orario nel settore metalmeccanico solo per effetto della riduzione da quaranta trentacinque ore
L'incremento medio del costo di un ora di lavoro sarebbe mediamente pari al quattordici virgola sei per cento
Ciò in un contesto di mercato in cui la moneta unica da un lato e la pressione competitiva indotta dalla globalizzazione dell'economia dall'altro impongono vincoli assai stringenti
Alla possibilità di recuperare i maggiori costi attraverso l'aumento dei prezzi
Oggi siamo nella situazione in cui specie per alcuni settori situazioni produttive il mercato non solo non accetta incremento dei prezzi ma ne impone riduzioni
I rilevanti in questo senso sono le argomentazioni dei fautori delle trentacinque ore laddove sostengono che il maggior costo del lavoro determinato dalla riduzione d'orario potrà essere compensato dalla crescita della produttività tesa
Dalle soluzioni organizzative che saranno adottate dalle imprese per accrescere l'utilizzo degli impianti e secondo le ipotesi allo studio da una decontribuzione del salario
In termini astratti ciò è possibile ma appunto solamente in termini astratti
Certamente un incremento del costo del lavoro orario del quindici per cento quale si produrrebbe nel nostro settore potrebbe essere compensato da un incremento della produttività di analoga entità
Ma ammesso e non concesso che tale risultato sia conseguibile nel breve periodo ciò significherebbe che si continuerebbero a produrre i medesimi volumi con la stessa quantità di persone occupate senza bisogno di ricorrere a nuove assunzioni ovvero significherebbe il fallimento dell'obiettivo affidato alla riduzione dell'orario
In questa ipotesi allora l'unico effetto economico consisterebbe nel fatto che le nostre imprese sarebbero costrette a destinare riduzione d'orario quella produttività che i nostri concorrenti saranno in grado di utilizzare per accrescere la competitività dei loro prodotti con le conseguenze negative in termini di reddito e occupazione che non è difficile immaginare altrettanto certamente in via teorica una diversa forma di compensazione potrebbe essere perseguita mediante il prolungamento dell'utilizzazione degli impianti ottenibile con l'introduzione di nuove forme di turnazione
Ciò consentirebbe di ampliare i volumi di produzione e ridurre il ridurre i costi fissi unitari e in particolare il costo unitario del capitale
Perché ciò sia possibile però è necessaria la contemporanea presenza di una serie di condizioni che possono essere sintetizzate nelle seguenti tre mercati instabile e consistente crescita
Alta intensità di capitale dei processi produttivi con possibilità di introdurre turni di lavoro aggiuntivi reperibilità sul mercato del lavoro locale del personale che si renderebbe necessario
Una serie di condizioni queste che certamente non si può affermare essere proprio dell'universo dell'impresa metalmeccanica
La crescita dei mercati è debole e assolutamente instabile i sistemi di lavorazione a turni sono stati introdotti là dove possibile e molti settori di aziende non hanno strutturalmente la possibilità di adottarli
In ampie zone del Paese proprio quelle dove ci si potrebbe attendere una maggiore ricaduta occupazionale e già oggi impossibile reperire manodopera qualificata enormi
Per quanto concerne poi la possibilità di finanziare il costo della riduzione di orario mediante alleggerimenti contributivi
Mi limito a rilevare con quanta difficoltà il Governo si è riuscito a stanziare a tale scopo ottocento miliardi nella Finanziaria novantotto
Laddove se i calcoli di Confindustria sono esatti e finora nessuno li ha smentiti l'onere complessivo di una riduzione dell'ora legale a trentacinque ore si aggirerebbe intorno ai trentatré mila miliardi di lire
E comunque non possiamo non domandarsi So con un livello di pressione fiscale tra i più elevati del mondo sia utile giustificabile addossare alla finanza pubblica il costo della riduzione d'orario
Di fronte a queste argomentazioni di buonsenso prima ancora che di logica economica vengono citati i soliti cinque dieci casi di aziende che le trentacinque ore settimanali o anche meno le hanno già adottate
Ciò dimostrerebbe che la riduzione d'orario e realizzabile è sostenibile
Rispetto a tale rilievo non c'è alcuna difficoltà ad ammettere che in alcune imprese la riduzione dell'orario può essere adottata in un quadro di reciproche convenienze date le specifiche condizioni organizzative di mercato che le caratterizzano questi casi però costituiscono se così si può dire l'eccezione che conferma la regola
E la regola sono la stragrande maggioranza delle imprese che non hanno effettato alcuna riduzione perché non sono in grado di sostenerne l'onere dunque sulla riduzione d'orario non assumiamo una posizione ideologica come quella di chi auspica una legge in materia
Ma vogliamo affermare con forza che sarebbe disastrosa la generalizzazione di una misura che può risultare adatta solo ad un esigue ben caratterizzata minoranza d'impresa
A questo proposito illuminante l'indagine che ha è stata condotta da lei segugi per nostro conto su un campione rappresentativo costituite da circa mille imprese metalmeccaniche associate non alla Federmeccanica distribuite in otto regioni italiane
Secondo le risposte fornite agli intervistatori la riduzione a trentacinque ore dell'orario settimanale di lavoro per legge produrrebbe incrementi di occupazione solo nel sette per cento dei casi mentre invece proprio provocherebbe variazione occupazionale di segno negativo per ben due terzi dell'impresa
Non meraviglia allora che il settantotto per cento delle imprese vale più l'eventuale legge sulle trentacinque ore come molto negativa il diciotto poco abbastanza negativa e solo il due per cento non si riveli preoccupato circa dieci gli esiti della legge medesima
Ma i risultati dell'indagine del resto sono solo un'ulteriore conferma del fatto che è una falsità colossale l'equazione secondo la quale a minore l'orario di lavoro corrisponde maggiore occupazione anche in questo caso occorre guardare ai fatti ai numeri
A dispetto dei fautori del lavorare meno lavorare tutti le statistiche internazionali mostrano con estrema evidenza che i tassi di disoccupazione sono più bassi nei paesi in cui il numero di ore lavorate più alto e viceversa
In Germania Francia Italia meno anche molto meno di mille ottocento ore lavorate annue e disoccupazione intorno al dodici per cento
Negli Stati Uniti e in Giappone circa due mila ore lavorate ogni anno e disoccupazione inferiore al sei per cento
In questi ultimi dieci quindici anni mentre gli Stati Uniti che non hanno praticato alcuna riduzione dell'orario di lavoro hanno portato il tasso di disoccupazione dal dieci al cinque per cento
L'industria metalmeccanica tedesca che attuato la più decisa politica di riduzione degli orari raggiungendo per via contrattuale le trentacinque ore settimanali nell'ottobre novantacinque ha registrato una riduzione secca di circa il sedici per cento degli occupati i dati che ora citato spiegano anche perché Federmeccanica abbia promosso questa manifestazione in collaborazione con gli amici francesi della UILM e con quelli tedeschi della Chiesa mentale
C'è un problema Italia ma c'è anche un problema Europa
Sta arrivando in porto il lungo cammino della costruzione dell'Europa unita e la prossima tappa dell'Euro presumibilmente ne consacra il successo
Però attenzione l'Europa unita non potrà essere non sarà un'area autonoma e autosufficiente un fortino protetto sarà invece una grande entità economica che dovrà essere attrezzata a sostenere la sfida competitiva con altre potenze economiche America e Giappone in primis ma in breve tempo anche con altri grandi Paesi emergenti Cina India America Latina
Se così è l'Europa non può crogiolarsi nella contemplazione nell'autocompiacimento delle proprie diversità che non sempre sono virtù ma deve adeguare le proprie regole alle esigenze che la globalizzazione evidenzia e la riduzione dell'orario di lavoro a trentacinque ore e quanto di più contrastante con queste esigenze di possesso
La Germania proprio nel settore metalmeccanico ha provato a realizzare la settimana lavorativa di trentacinque ore attraverso lo strumento del contratto collettivo cercando anche di temperare negli affetti con misure molto timida e per la verità di flessibilità
Ma credo di poter affermare e non vorrei anticipare giudizi rispetto alla relazione del dottor il bando che di questo ci parlerà che i risultati dell'esperimento tedesco sono stati quanto meno deludenti
Alla riduzione di orario e corrisposta la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro in Germania e la creazione da parte di aziende tedesche di centinaia di migliaia di posti di lavoro in altri Paesi
Quello che è successo in Germania potrebbe avvenire anche in Italia ci sono già spinte e processi di delocalizzazione in atto che potrebbero ricevere dalla legge sulle trentacinque ore un impulso risolutivo
Il nostro Paese a migliaia di aziende vitali che operano sul territorio di confine che non troverebbero grandi ostacoli nel trasferire le proprie produzioni oltre frontiera
Per citare ancora l'indagine condotta per nostro conto dalla i segugi il ventiquattro per cento delle imprese ha dichiarato che la risposta alle trentacinque ore per legge consisterebbe nel trasferimento all'estero in tutto o in parte della propria produzione
Le grandi multinazionali presenti in Italia riconsiderare ebbero certamente le loro scelte di allocazione dei siti produttivi
E in tempi di traduzione in termini operativi di tali scelte potrebbero essere anche assai rapidi non è un mistero che queste aziende in tempi di competizione globale siano sempre più fortemente orientati a effettuare una selezione tra gli stabilimenti nei diversi paesi tagliando quelli con la redditività più bassa
E per quanto concerne ancora le multinazionali
Che oggi possono fare successo dell'economia come dimostra l'esperienza recente di numerosi Paesi europei certamente con le trentacinque ore non incentiva Remo la loro propensione a investire nel Mezzogiorno d'Italia nella loro né quella di nessun altro ovviamente
Area che invece avremmo l'esigenza di far divenire un polo di attrazione degli investimenti affinché ci sia qualche speranza di far crescere a reddito e occupazione
è sufficiente dunque abbandonare l'ideologia e guardare alla realtà dei fatti per comprendere come la riduzione d'orario non produca alcun effetto positivo sull'occupazione anzi metta a rischio quelle esistente
Tanto più quando la si voglia attuare con misura autoritativa e generalizzate che non tengono conto della complessità del sistema produttivo e delle diverse condizioni organizzative di mercato delle imprese
Oggi il nostro Paese e sufficientemente maturo
Per non comprendere quanto demagogiche dannosa sia la posizione di chi pretende di creare lavoro con il non lavoro di chi pensa che alla divisione del lavoro esistente corrisponda la moltiplicazione del reddito prodotto
Se ad un problema così drammatico e difficile come quello della disoccupazione fosse possibile dare soluzioni tanto facili come quella della riduzione dell'orario allora verrebbe da chiedersi perché fermarsi solo trentacinque ore e non scendere a trenta o a venti
Ma sappiamo che così non è sappiamo che purtroppo non esistono soluzioni facili per problemi difficili
E la strada per la creazione di nuova occupazione soprattutto a favore dei giovani che nel mondo del lavoro non riescono entrare e assai più faticosa lunga e complessa
è una strada realisticamente percorribile e non una chimera quale sarebbe la scorciatoia la scorciatoia della riduzione dell'orario
E percorribile e porta al raggiungimento del risultato come dimostra l'esperienza di importanti nazioni industrializzate europee e no
è una strada fatta di maggiore flessibilità nelle regole del mercato del lavoro di un sistema fiscale e contributivo orientato allo sviluppo di maggiore efficienza soprattutto nel sistema dei servizi a cominciare dalla pubblica amministrazione
Di maggiore produzione reddito e investimenti in sintesi di maggiore competitività questa è la strada da battere con convinzione e pazienza
Un'impresa competitiva cresce creando reddito ed occupazione
Un'impresa non competitiva a vizi dice muore distruggendo reddito ed occupazione una verità elementare dalla quale non si sfugge
è un dato della realtà che non può essere annullato da nessun virtuosismo dialettico e da nessun espediente oratorio
Cari colleghi dicevo all'inizio di questa mia introduzione che abbiamo promosso questa manifestazione affinché ragionevolezza e buonsenso possano prevalere sull'ideologia demagogia
Vogliamo credere che ciò sia possibile che la deriva di alta dall'accordo del quattordici ottobre tra governo e Rifondazione Comunista possa essere interrotta
Che l'intelligenza degli uomini che seggono in Parlamento non possa essere messa sotto sequestro dal ricatto di un'esigua minoranza del Paese
Che il Governo che sta portando l'Italia e l'Europa non possa e non voglia compromettere o addirittura vanificare i notevoli sacrifici compiuti in questi anni dei cittadini italiani per pagare una tangente politica a un partito della sua maggioranza
Se invece dovessimo constatare che così non è
Che la Prima Repubblica con il potere di veto attribuito a sparute minoranze politiche ancora viva che la ragionevolezza il buonsenso non hanno alcuna possibilità di resistere evincere sulla protervia della demagogia
Allora gli sconfitti non saremmo noi imprenditori come persone fisiche ma le imprese italiane che competono sui mercati mondiali che danno lavoro a milioni di persone che producono la ricchezza del Paese
Imprese che vanno aiutati a crescere a essere più competitive ad aumentare la loro capacità di creare ricchezza occupazione vera e produttiva
Imprese che non sopporta avrebbero senza gravissimi danni le conseguenze di una stupidaggine economica quale senza dubbio sarebbe la riduzione dell'orario di lavoro a trentacinque ore grazie
E ora una parola veniva chiesta prima
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Al traguardo che ci siamo conquistati al prezzo di grande sex sacrifici come cittadini e come impresa
Questi sacrifici hanno permesso di raddrizzare i conti dello Stato
Di ripristinare condizioni accettabili di stabilità macroeconomica
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Ma da solo non fa sul gruppo e non pone un argine l'aggravarsi di quel grande italiano trofeo che la disoccupazione
Sviluppo preoccupazione hanno bisogno di un sistema economico competitivo molto più competitivo di quanto non sia oggi hanno bisogno di imprese capaci di imporre i loro prodotti in tutto il mondo facendo leva sulla qualità e sull'innovazione e sul contenimento ecco quindi in un contesto di sempre maggiore liberalizzazione del commercio internazionale non possiamo permetterci ignorare il confronto con l'economia che è un'economia globale con concorrenti sempre più guariti per capacità tecnologica pre preparazione dei lavoratori e per livelli di costo enormemente inferiori
Ecco se vogliamo tenere il loro passo non abbiamo alternativa a quella di indicare il massimo dei nostri sforzi ad innalzare continuamente sistematicamente la competitività delle nostre imprese che la cosa fondamentale ed alla nostra responsabilità fondamentale la nostra responsabilità di imprenditori ora in questa delicata fase di transizione all'integrazione monetaria europea di fronte all'urgenza l'entità di questo sforzo competitivo globale che non tutti i giorni viviamo nella nostra vita di imprenditori la questione delle trentacinque ore viene a porsi in totale controtendenza rispetto nostro cammino di modernizzazione
Le relazioni che abbiamo appena ascoltato così appassionate che queste hanno ribadito questo dato fondamentale l'ha ribadito andato
Così fondamentale che forse vale neanche la pena di Pietro ma lo ribadirò anch'io penso che molti dei miei colleghi lo ribadirà
Dal punto di vista economico dal punto di vista pratico dal punto di vista storico non c'è relazione né teoricamente lirica della rapporto fra te e riduzione dell'orario di lavoro e crescita dell'occupazione
Sappiamo bene che laddove il tasso di disoccupazione sta sotto le due cifre lì sono le ore lavorate suo superiore alla media italiana la media europea come del resto molto superiore e la flessibilità del mercato del lavoro
Stati Uniti mille novecento ore di orario mediano disoccupazione quattro virgola cinque per cento Gran Bretagna orario annuale sopra le mille settecento ore disoccupati circa il sei per cento in Francia in Germania invece abbiamo appena sentito
Che la le cose sono diverse si lavora duecento redime ma disoccupazione rispettivamente oltre dodici oltre e quindi possiamo tranquillamente ribadire ancora una volta che avere un orario ridotto non è servito ad aumentare l'opportunità di lavoro
E quindi dobbiamo stare attenti a un grosso rischio o rischio che non ci possiamo permettere
E quello di riproporre la contrapposizione fra la sfera dell'economia la sfera della politica nel momento in cui i dieci Paesi che più e meglio competono sono anche quelli che presentano una stretta sintonia tra impresa istituzioni dobbiamo impedire che questa questione questa della trentacinque ore diventi un cuneo tra questi due mondi
Perché se così fosse ad essere ulteriormente pregiudicata starebbe la competitività del nostro sistema economico e di qui l'unica vera duratura possibilità di continuare a svilupparsi e a creare posti di lavoro
Deve essere ben chiaro che il fardello da riduzione della dell'orario graverebbe come un macigno per la competitività della nostra economia rendendo molto più difficile di quanto già non sia la nostra permanenza in Europa nostro confronto corretto del mondo
Passato dalle quaranta alle trentacinque ore
Evidentemente creerebbe un aumento del costo del lavoro che vanificherebbe i progressi che abbiamo appena compiuto con fatica con sforzo per avvicinare il nostro tasso d'inflazione a quello medio europeo
Quali sono le conseguenze di ciò in presenza della moneta unica e quindi dell'impossibilità vi ricorre asportazione competitiva
Dovrebbero essere delle vie ci sarà la caduta della domanda estera un aumento di importazione quindi un calo della produzione industriale e quindi ulteriore crescita della disoccupazione o di forme di occupazione i precari regolare che abbiamo sentito essere sviluppate in un Paese come la Germania
E quindi questo non è prospettiva di sviluppo non è prospettiva di maggiore solidarietà
Ecco quindi alla ricerca di una via di uscita da una situazione molto rischioso in cui ci dovremo trovare ci si chiede se non sia possibile compensare i maggiori oneri con i recuperi di produttività
Ecco io credo che bisogna rendersi conto di cosa significhi per di quanta maggiore produttività avremmo bisogno
Perché qui
La produttività questa mitica produttività non serve solo a ridurre a bilanciare maggiori costi derivanti da un'eventuale riduzione d'orario
Si tratta invece inoltre di finanziare gli investimenti indispensabili per lo sviluppo che invece in Italia e in Europa si mantengono su livelli troppo basse rispetto a quanto sarebbe necessario
E quindi rischiano di fare entrare in questi in questi comparti economici d'Italia e d'Europa uscire dalla competitività quindi dobbiamo rilanciare
Investimenti
Si tratta di rettore Mouna rare di questa mentre gli azionisti in un mondo in cui gli investitori sono liberi dimore per i loro risparmi ovunque la ricerca del miglior rendimento e quindi anche qui la necessità di nella capitale per poter avere capitali di rischio per fare gli investimenti per rilanciare l'impresa
Poi evidentemente la compie la produttività serve anche a poter avere di margini sufficienti per incrementare il retributivi legati all'andamento del aziendale legato al merito individuale
E poi la produttività necessario affrontare il il costi della formazione della formazione continua per riadeguare
E capacità le competenze e le conoscenze di chi lavora nelle nostre imprese alla al mondo che si sta evolvendo al mondo che sta cambiando sempre per abitante
Ecco tutto questo fa sì che la produttività dovrebbe cresce nei prossimi tre anni a tassi impensabili all'incirca tre o quattro volte quanto l'economia ha saputo fare negli ultimi sette anni
Un perito molto positivi per la nostra produttività ove questi incrementi di produttività dovere dovessero servire tutto quello che ho detto e in più a compensare la riduzione dell'orario di lavoro
Un'ultima annotazione la soluzione del filato per raggiungere l'obiettivo delle trentacinque ore il rinvio alla contrattazione ma con riserva di intervento legislativo se le parti non troveranno un accordo
Sembra voler scaricare sulle parti sociali raggiungimento di un obiettivo che loro stesse non sono poste
Ecco credo che così facendo realtà si penalizza di quell'autonomia contrattuale che tutto sommato in questi ultimi anni ha dimostrato di funzionare
Il nostro sistema di contrattazione non è quello riportato dai colleghi tedeschi francesi pur con la sua complessità ha saputo stimolare la capacità del di interrelazione degli attori d'impresa e sindacati
E quindi è necessario che il governo non sovrapponga questo confronto questo libro confronto obiettivi e traguardi fissati che non emergono dal vivo della realtà industriale
E quindi cosa che ospitiamo ospitiamo che l'azione del governo supporto iniziative delle parti sociali supporto iniziative delle parti sociale delle imprese affinché il sistema si industriale possa sviluppare e migliorare la propria competitività e quindi posso entrare con successo un successo tramite in Europa nel mondo e quindi rispondere con il successo che l'unica risposta possibile alla giusta domanda di posti di lavoro che proviene dal parco grazie mi
Grazie cercata nella soprattutto per la partecipazione quest'oggi
Il la parola collega Gianfranco nocive gli presidente ocean
Oggi ci troviamo qui a discutere di un rimedio
Inusuale
La riduzione generalizzata imposta per legge
Dell'orario di lavoro
A un problema reale la disoccupazione
Voglio esprimere alcune considerazioni assumendo due punti di riferimento
L'Europa continentale l'Italia convivono con una disoccupazione elevata
A partire a parte il Regno Unito i maggiori Paesi industrializzati d'Europa hanno tassi di disoccupazione doppi tripli o quadrupli come è già stato ricordato a seconda dei casi rispetto a quelli degli Stati Uniti e del Giappone
La disoccupazione per di più sembra un male endemico
Persiste nel tempo
E in un certo senso strutturale
Nel decennio ottantuno novanta gli occupati sono cresciuti ad un tasso medio annuo del due per cento negli Stati Uniti
Dell'uno virgola due per cento in Giappone
E solo dello zero virgola sei per cento della Comunità europea
Negli anni Novanta i differenziali si sono mantenuti e anzi
Negli ultimi tempi sembrano esserci aggravati
L'Europa continentale sembra un continente senza dinamici dinamicità propulsiva
Da noi inoltre il dualismo fra nord sviluppato
I preoccupato di smarrire il ritmo nella crescita da una parte e dall'altra molte regioni meridionali ancora in forte ritardo di sviluppo e in stato di marcato disagio sociale aggrava la pensione
E i problemi complessivi del nostro Paese
Il guaio più grosso
E che questo problema della disoccupazione continuiamo ad aggredirlo
In Italia e in Europa
Con un armamentario di regole e di interventi che ingabbiano i comportamenti in schemi rigidi e precostituiti ieri servono allo Stato o comunque la schiena del pubblico
Funzioni di gestione e di controllo su pressoché tutti i fenomeni del mercato del lavoro
Questo armamentario è culturalmente antiquato ed è frutto di una impostazione concettuale dirigista io ho determini sta che ignora la complessità dei fenomeni di un'economia che si è fatta globale
L'evoluzione dei bisogni delle propensioni di vita e delle forme di lavoro
Questa cultura astrattamente illuminista
I presuntuosamente razionalista
Predilige il ruolo dello Stato e crede che l'economia e la società si possono ridurre a meccanismi deterministici
Pretende di governare dall'alto la complessità del sociale
Forse capiremmo di più se guardassimo al Regno Unito
Un Paese dove la sinistra laburista
è riuscita a rientrare alla grande sulla scena politica dopo avere avuto il coraggio di attuare una vera e propria rivoluzione culturale
Nella convinzione relativa nella concezione relativa ai rapporti fra Stato ed economia prendendo atto della capacità del mercato
Di fornire diversificate occasioni di lavoro
Se si lasciano spazio all'impresa
Accettando la flessibilità come un'opportunità da cogliere e come un segno di rinnovamento culturale
La riduzione per legge dell'orario di lavoro
E frutto della visione semplicistica e schematica che ho ricordato
Una visione dove l'economia viene vista come un insieme indifferenziato e omogeneo
Dove un'azione dovrebbe necessariamente dar luogo a una reazione uguale il contrario
In realtà
La riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario comporta un aumento del costo del lavoro per unità di prodotto
Che è già stato ben ricordato ed è fonte di potenziali inflazione
Sarà inevitabile per le imprese
Recuperare produttività attraverso il ricorso a tecnologie che risparmiano lavoro
Non v'è alcuna certezza che la riduzione di orario si traduca in un aumento dell'occupazione
è già stato detto da altri meglio di me
Al contrario e certo che aumenterà il disagio dell'impresa perché gli aumenti del costo unitario del prodotto ne renderà ancora meno competitive
Non possiamo nemmeno sperare su una espansione della domanda
Che sarebbe l'unica strada per evitare l'aumento del costo unitario del lavoro
Questo resta infatti costante solo se la produzione aumenta nella stessa proporzione della produttività
La competizione e aspra e per quasi tutti i beni industriali l'offerta supera la domanda
Sperare che quest'ultima cresca è un'illusione
E non possiamo permetterci di vivere nelle illusioni
Non lo possono fare le riprese che correrebbero il rischio concreto di uscire dal mercato
Men che meno lo può fare il ceto di governo che deve invece porsi l'obiettivo fondamentale di mantenere e rafforzare la competitività della nostra industria sui mercati internazionali
Invece una cultura ottocentesca dell'economia
Dei rapporti economici e sociali
Produce mostri giuridici gli abbagli collettivo
Stiamo costruendo rimedi fasulli fondati sull'idea che il lavoro si possa creare per decreto e sostenere con le risorse pubbliche
è il caso dei tanti lavori inutili commissionati dalle amministrative dalle amministrazioni pubbliche alla volatori disoccupati
Lavori eufemisticamente definiti socialmente utili che producono solo abitudine all'assistenzialismo
è il caso anche del lavorare meno per lavorare tutti
Magari incentivando sempre con denaro pubblico le imprese ad assumere senza curarsi di verificare preventivamente la praticabilità dall'intervento e contribuendo a far dilagare la logica degli incentivi diseducativa per
Sarebbe meglio guardare alle esperienze degli altri
Agli effetti insoddisfacenti delle riduzioni d'orario di lavoro
Realizzate in Germania idee ricordate dal dottor va in archivio ma nelle grandi imprese
Tedesche e alle aspre polemiche che stanno infuriano in Francia come abbiamo sentito anche all'interno dello schieramento che sostiene il governo Jospin
Questa vicenda dell'orario è lo specchio di un altro fenomeno tutto italiano che va pubblicamente denunciato
La mediazione ricercata a tutti i costi in ossequio alla massima in passato troppo applicata per cui la politica è sempre l'arte del possibile e talvolta anche dell'imposta
Quando le posizioni sono di fatto inconciliabili
E quando si ha a che fare con un partito portatore di un di ideologiche antistoriche come Rifondazione comunista la mediazione è un pericolosissimo errore
Cercare di mediare a tutti i costi su questi temi significa dare spazio ad una idea nociva alla modernizzazione dell'Italia
Un'idea che pervade le posizioni massimaliste di una sinistra operai sta l'idea che il rapporto fra le parti sociali deve vivere sul conflitto istituzionale
Che gli interessi sono per natura antagonisti
E che la ricerca di soluzioni concertate contrattualmente fra le parti sociali
E per definizione
Una sconfitta per una classe operaia
Che forse esiste solo ormai nei libri e nella testa di una minoranza
Il capriccio di una pseudo riforma elettorale ha reso politicamente importante per gli equilibri di governo
Questa idea perversa
Nega di fatto valore all'autonomia contrattuale
Individuale i collettiva in omaggio ad uno statalismo di fondo che considera i cittadini come eterni minorati la dialettica contrattuale dei gruppi sociali come un sottoprodotto della democrazia
Quando invece ne rappresenta la più sicura garanzia
Questa idea
Astratta e precostituita
Porta
E questo è ancora più grave sul piano concreto a ignorare le reali caratteristiche dei problemi
è stato fatto giustamente notare che il vero problema del mercato del lavoro italiano non è tanto quello di avere troppi disoccupati
Ma di aprire troppo pochi occupati
Nell'economia regolare
Con un livello di scolarizzazione in media più basso di oltre un terzo rispetto ai concorrenti europei
Un basso tasso di occupazione ufficiale
Significa che un numero limitato di produttori su un numero limitato di produttori grava il sostegno di tutto il sistema Paese sia direttamente con le retribuzioni
Sia indirettamente con il fisco e la contribuzione sociale
Mentre una formazione inadeguata del capitale umano significa incapacità di rispondere alle sfide tecnologiche che si fanno sempre più difficile
In questa prospettiva la strada che dobbiamo percorrere
è una sola
Liberalizzare completamente il mercato del lavoro e soprattutto a fare emergere il sommerso
Accompagnando questi interventi al miglioramento dei livelli di formazione del capitale umano
Soltanto così si potrà riequilibrare il Paese
Fare emergere il sommerso significherebbe ridurre in un colpo solo e insieme
Disavanzo debito inflazione l'erosione fiscale
Si ridurrebbe la spesa pubblica oggi necessaria per sostenere le aree deboli del Paese
E si salvaguarderebbe anche il cosiddetto stato sociale perché si avrebbero più risorse da utilizzare dato che aumenterebbero sia la contribuzione sociale che le entrate fiscali
Se questi sono i problemi
Anche le organizzazioni degli imprenditori non possono sottrarsi ad un'azione forte incisiva
Si rimedi proposti sono impraticabili il problema della disoccupazione del reale
è necessaria una risposta seria per essere propositivi strategici e credibili
A ben vedere certe ideologie ormai superate non scompaiono perché alla base c'è un richiamo forse il motivo ma comunque forte
E per alcuni di fascino ad una situazione di tranquillità di benessere di prosperità
E di sostanziale eguaglianza
Federmeccanica e Confindustria
Ciascuna per la parte che le compete
Devono raccogliere questa sfida facendo valere le proprie ragioni concrete di produttori e contrapponendo con coraggio obiettivi di crescita alle astrazioni ideologiche
Dobbiamo costruire una società liberata da quote ideologia ma non priva di valori e gli obiettivi di libertà
E di speranza
Dobbiamo far valere con forza la cultura e i valori dell'individuo e dell'impresa di fronte allo statalismo
Ci vuole meno legge e più contratto
E per ottenerli dobbiamo costruire alleanze con tutte le forze sociali ed economiche
Non parlo di partiti politici
Che abbiano questi stessi obiettivi
Dobbiamo contrapporre con dignità culturale ad una conta concezione dirigista una filosofia sociale che dia fiducia alla responsabilità dei cittadini dei gruppi
Che è il sale e il PPE dalla democrazia
Dobbiamo indicare assetti normativi coerenti con questa filosofia proponendo regole semplici e chiare per costruire una pluralità di possibili rapporti di lavoro
E a realizzare una vera flessibilità controllata
Per primi stanno i pretenderei perseguire una forte azione di qualificazione del capitale umano
E soprattutto la credibilità di fronte al Paese la otterremmo se ci impegniamo in un'azione di proposte e di sensibilizzazione per fare emergere emergere il tanto sommerso che esiste nel Paese
Per rendere visibili quattro milioni di posizioni lavorative stimati oggi irregolari
Combattere così l'evasione fiscale e liberare risorse per interventi di riequilibrio e di sviluppo
Per Confindustria e Federmeccanica è tempo di scelte
La nostra credibilità di fronte al Paese
E funzione diretta del coraggio
Di battersi con pragmatismo contro l'ideologia che la storia e i fatti hanno già condannato
Se non lo faremo saremo perdenti di fronte al Paese
Sia comprende sia come imprenditori sia come organizzazioni imprenditori grazie
Da Franco darei la parola dice Sergio Pininfarina
Che senza entrare legami familiari presidente della Pininfarina past president di Confindustria
Come industria dell'automobile
Esposto alla concorrenza internazionale io
Europea
Di perseguire un livello di competitività che ci consenta di sopravvivere nel mercato globale
Le trentacinque ore costituirebbero un fattore fortemente negativo per la nostra competitività portandoci di conseguenza un risultato opposto a quello per cui dicono di essere concepito
Ridurrebbero invece che aumentare l'occupazione
Sull'argomento però io desidero portare qui oggi
Un contributo che deriva dalla mia esperienza europea
Sia come parlamentare
Sia come rappresentante di associazioni imprenditoriali
Io sono stato parlamentare europeo per due legislature da settantanove ottantotto
E poi dopo la mia elezione a presidente di Confindustria anche vicepresidente dell'Unicef
L'unione delle Confindustrie europee
Delegato dalla Confindustria per la politica europea
Proprio come vice presidente dell'Unicef
Io mi sono battuto per ottenere che la comunità rinunciasse a imporre per legge
Provvedimenti di politica sociale
Ho proposto che queste misure anziché essere emanate dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri dell'Unione
In altre parole anziché essere decise dai politici
Fossero elaborate dai partner sociali organizzati a livello europeo
E trasformate poi dalle istituzioni dell'Unione in impegni comunitari e abbiamo omnes
Io sostenevo che nessuno medio degli imprenditori poteva confrontarsi con i sindacati per raggiungere un accordo senza compromettere la vita dell'impresa
La mia non fu una battaglia faccenda
Ho dovuto vincere resistenze che provenivano dalle altre Confindustria
Che generalmente consideravano affidabili proprio governo proprio Parlamento
La realtà comunitaria tolse però le illusioni
Di fronte ad atteggiamenti oltranzisti in campo sociale del Parlamento europeo
Di fronte a posizioni rigide rigide i numerosi ministri del lavoro nel consiglio della comunità
Ed inoltre alla faziosità di alcuni partiti io ho potuto progressivamente ottenerne il consenso di tutti gli imprenditori europei
Sono stato aiutato anche dal sostegno del presidente della
Che disponeva del via libera del sindacato europeo il quale aveva anche su dovuto superare reticenze a livelli nazionale
Questa nuova concezione voi la trovate ripreso a tale e quale nel Trattato di Maastricht
I capi di Stato e di governo hanno accolto quasi parola per parola l'accordo raggiunto a riguardo tra le milizie la Confederazione sindacale europea
Fu per noi un grande successo
Perché nel trattato venne sancita rinuncia delle istituzioni dell'Unione al ruolo di legislatore
Sui problemi di politica sociale
In materia fu data priorità al negoziato fra imprenditori e sindacati a livello europeo
è un'impostazione che è esattamente l'opposto a quella adottata dal nostro governo nella sua infelice proposta di arrivare per legge alla riduzione generalizzata dell'orario di lavoro
Questa è la ragione
Per la quale la Commissione dell'Unione europea e per essa il commissario la politica sociale si è dichiarata ancora recentemente contraria
Alla decisione del governo francese e a quella preannunciata dal governo italiano di decidere per legge sulle trentacinque ore
Bruxelles insiste
Che il problema dell'orario di lavoro va affrontato e risolto tra le parti sociali perché tra l'altro una soluzione ghigliottina generalizzata allontana anziché avvicinare l'obiettivo della promozione dell'occupazione
Una posizione analoga
Era già stata espressa nel libro bianco di della che allora ricordo era stato approvato da tutti i governi
Incluso ovviamente quello italiano
Pertanto e qui concludo
La proposta governativa sulle trentacinque ore non è coerente anzi è contraria allo spirito europeo al quale il nostro Governo dice di ispirarsi
Diversamente la caso francesi in cui perlomeno essa faceva parte del programma elettorale
Essa è solamente il frutto io la mediazione puramente politico grazie
Grazie per l'intervento mi ha chiesto la parola Ivano Beggio presidente Aprilia
Grazie presidente
Sembra che da questo incontro emerga una cosa
Oggi è importante
Abbiamo la competizione tra impresa la competizione tra sistemi Paese e la convenzione tra blocchi
Abbiamo sentito il collega tedesco al collega francese parlare in modo chiaro su in particolare tedesco
Sul sulla quello che ha portato e tetti cinque ore in Germania ulteriore disoccupazione
Mi chiedo allora perché non se ne faccia tesoro
Mi chiedo perché
Il nostro Paese da inseguire una cosa che già altri paesi vicini hanno sperimentato ed è negativa
Beh io credo che l'incontro di oggi caro Presidente Pininfarina sono grato nel direttivo era direttore di questo incontro sempre di più deve emergere che lo scambio tra colleghi europei
Diventa fondamentale ormai andiamo verso una competizione tra blocchi il blocco americano il blocco europeo il blocco asiatico e nel blocco europeo dobbiamo sempre di più allearci
Quindi questa e la cosa importante se alcuni paesi vicini e amici fanno delle esperienze negative beh io credo che questo sia di monito ai nostri politici perché applicare qualcosa che non porta riciclati che vogliono
Si parla di riduzione d'orario e si parla di nuova occupazione abbiamo sentito che invece disoccupazione o abbiamo di politici che non ne capiscono niente o che non vogliono ascoltare
Io credo che se si porta a questo tipo di esperienza credo che sia un primo campanello per far capire che non è la strada giusta
Poi io vengo da un'area particolarmente effervescente con problemi notevolissimi questa l'Africa del Nord Est
Che si sommano poi parliamo di trentacinque ore ma attenzione ma nessuno sta dicendo che non voi e parlo sistema Italia
Stiamo avendo un momento di quasi il sei per cento all'anno ma ve lo ricordate due anni fa perché si per la prima volta nell'unica volta della nostra storia
L'inflazione era leggermente superiore ai costi che noi eravamo dell'impresa presso l'unica volta nella storia del nostro Paese
E abbiamo visto caratteri cubitali sui giornali telegiornali che oggi settore metalmeccanico più cinque più sei per cento quattro volte l'inflazione
Quindi il nostro sistema paese
Agli amici tedeschi e francesi è in una sezione decisamente più svantaggiata toccato solo questo ma vorrei toccare altri argomenti
Nella nostra Mariano sono specifici abbiamo una viabilità che costa alla nostra Regione tre mila miliardi
E voglio toccare e e non voglio toccare argomenti come rimborso dell'Iva delle nostre aziende quelle che esportano di più viva viveri bocciata dopo un anno siamo alle follie pure
E avanti di questo passo non c'è incentivazione alla impresa c'è disincentivazione non si riesce a capire se questo Paese a piacere del benessere dei suoi cittadini
Oppure no è ancora in è ancora incomprensibile non riusciamo a capire
Esattamente cosa comporre esattamente cosa si vuole
Il il mio pensiero che queste trentacinque ore sono esattamente una ulteriore forte agrario alla penalizzazione delle piccole e piccolissime imprese della nostra aria
Siamo totalmente contrari e posso solo dire che come tu accennavi a settanta chilometri a cento chilometri ci sono Paesi dove dico Padova voterà a pochissimo quindi a a pochi chilometri dove costano ma l'opera dove non si parla di trentacinque ore e tanto meno di altre cose
Che naturalmente all'eterno e stimolo i nostri imprenditori e che già centinaia centinaia di piccoli e piccolissimi prese si sono già spostare e quindi non si parla più di delocalizzazione che è normale che sia perché dove la manodopera costa dieci volte tanto è naturale che in tutto il mondo si vale si parla di delocalizzazione spostando tutto anche la parte pensante non solo la parte produttiva quindi il messaggio che ti do no alle trentacinque ore perché con queste trentacinque e non certamente a per legge quindi questa credo che ormai lande tutti quanti i relatori anche se leggo sui giornali che la concertazione lasciata le parti anche se si pensa di arrivare prima del due mila uno con una già con una concertazione ma flessibilità orario
E il minimo che si chiede flessibilità di lavoro non si riesce a capire perché sì faccio in questo Paese perché ci sia questo tabù
Dove i paesi come l'America Giappone dove c'è dove esistano portato milioni di nuovi occupati
Quindi no a trentacinque ore Maio
Dico qualcosa di più cominciamo noi a chiedere non di essere se intere imprime essa cominciamo ad attaccare cominciamo a chiedere chiedere che flessibilità diventi per noi un oggetto imperativo
Perché le trentacinque ore sono impensabili per le piccole e piccolissime prese grazie
Grazie divano grazie per la sollecitazione la parola Luigi De Puppi amministratore delegato da Castro Luxor Zanussi
Presidente signore e signori la mia vuole essere una testimonianza di come una multinazionale e mi riferisco all'Electrolux
Legge gli accadimenti italiani scrutando il nostro Paese con occhi obiettivi anche se sicuramente interessati viste cospicue risorse finanziarie produttive che quivi impegna una ventina di fabbriche quindici mila persone cinque mila miliardi di fatturato
Da questo nostro osservatorio privilegiato la doppia anima di questo governo e di questa maggioranza appare in tutta la sua evidenza
Vediamo la politica strabica che da una parte agisce contro i corporativismo e almeno a parole persegue obiettivi liberisti ICI salvo poi smentirsi con provvedimenti di segno opposto
Il governo sembra ritenere che il commercio debba essere riformato in base ai sani principi del liberalismo mentre l'industria vada ingessata ulteriori aggravi e rigidità che rendono sempre più precaria
La permanenza del sistema produttivo in Italia come abbiamo sentito anche recentemente a fronte dell'attrazione che viene esercitata da altri Paesi e non mi riferisco solo a quelli emergenti
Dove costi flessibilità del lavoro sono più appetibili
Ecco questa contraddizione all'interno del governo ci preoccupa perché nuoce alla razionalità delle analisi delle decisioni in definitiva degli interventi un esempio come si fa a dire che le trentacinque ore creeranno occupazione quando invece esistono prove inconfutabili del contrario in un'esemplificazione che prescinde le dalle differenze il Paese che a Taiwan dove si lavora due mila centocinquanta ore
Il tasso di disoccupazione inferiore al due per cento in Danimarca dove si lavora le ore di lavoro sono mille seicentosettanta la disoccupazione sale al dieci per cento
Come vi dirò più in dettaglio tra poco parlando nella nostra esperienza l'industria italiana ha bisogno di flessibilità e grazie a questa che è l'azionista di maggioranza nostro sito ci giudica con più stima e con meno negatività in quanto il sistema di quanto il sistema Paese meriterebbe
Nonostante tutto i nostri azionisti credono ancora oggi nel nostro Paese sono talmente abituati alle nostre bizzarrie politiche
Ma anche grati per i risultati di efficienza che abbiamo conseguito in questi anni che non ritengono possibile che un Governo dopo tanti sofferti interventi mirati al al risanamento dell'economia italiana vanifichi tutto una legge assurda e inapplicabile
Infatti non si tratta solo della minaccia delle trentacinque ore qual come qualcuno ha detto prima di me ma ci sono altri pesanti handicap che scoraggiano lo sviluppo dell'impresa
La più alta tassazione d'Europa una burocrazia che interessa qualsiasi iniziativa una sempre più pericolosa carenza di infrastrutture e della certezza del diritto
Questo però non vuol dire che siamo abbarbicati all'immutabilità del sistema per noi come come Electrolux le trentacinque ore non sono un tabù mai devastante l'attuale approccio ideologico
Al problema un problema che non può essere considerato in sé ma nel contesto globale di tutti i fattori della produzione la competitività
E sono assurde le modalità con cui si vorrebbe procedere
L'impostazione per legge le formule incentivanti che alterano la concorrenza
Noi in alcuni siti adottiamo già orari addirittura inferiori ma sono situazioni dove la trattativa e l'accordo con il sindacato hanno portato incrementare non a ridurre la competitività
Anche recentissimo accordo per il recupero competitivo del gruppo più dodici per cento in due anni credo non possa essere considerato un esempio di approccio innovativo
E a questi temi nel rispetto di quella che consideriamo la regola cardine della nostra competere diciamo che sono tre punti cardine della flessibilità la manodopera con assunzioni a termine
Negli orari variabili in base alla stagionalità e alla domanda banca ore nel salario costo più leggero per i neo assunti per chi lavora minore
Questa riteniamo sia la strada giusta da seguire con il costruttivo apporto delle organizzazioni sindacali garanti della giusta applicazione delle regole pattuite
E questo credo sia la sola soluzione che consente di migliorare le condizioni di lavoro senza innescare de industrializzazione del Paese l'obbligo delle trentacinque ore non sarebbe infatti una bomba ma un'arma batteriologica un virus che ucciderebbe poco per volta ma giorno per giorno il nostro sistema industriale
Noi non lo vogliamo ci sentiamo pronti e forti per le sfide globali se ce le lasceranno affrontare ad armi pari con gli altri competitor grazie
Grazie querela parola ad Antonio D'Amato membro del consiglio direttivo di Confindustria con la delega per i problemi del Mezzogiorno
Cari colleghi
Le trentacinque ore sono parte integrante del progetto del governo
Per il rilancio dell'occupazione
E il rilancio dell'occupazione l'ha fatta prevalentemente al Sud perché tutto lì che abbiamo i disoccupati
Allora qual è l'opinione degli imprenditori del Sud sulle trentacinque ore
L'opinione del sud non può che essere assolutamente negativa sulle trentacinque ore
E questo non è solo quanto pensano gli industriali del Mezzogiorno questo è quanto pensano anche molti dei lavoratori del Mezzogiorno
E questo è soprattutto quello che nasce dall'esperienza di chi sta cercando devi portare al Sud quel flusso di investimenti che ormai da oltre dieci anni è completamente assente
Nel nostro Paese assistiamo da oltre dieci anni
Ad un primato assolutamente sconcertante
Sul mercato degli investimenti esteri diretti che vale circa duecento duecentocinquanta mila miliardi l'anno la Gran Bretagna da dieci anni ad oggi continua ad essere in testa assorbendo ogni anno dei quaranta cinquanta mila miliardi di investimenti in fabbrica
E l'Italia poteva essere l'ultimo attraendo dai due mila ai tre mila miliardi l'anno l'anno scorso è andata abbastanza bene abbiamo fatto tre mila e cinquecento miliardi
Se vogliamo davvero rilanciare l'occupazione del Sud abbiamo bisogno davvero di a vere uno slancio in avanti molto forte molto intenso nella capace di attrarre investimenti
La proposta di Confindustria è semplice creare un ambiente precettivo con un serio piano di lotta alla criminalità
Recuperare il gap delle infrastrutture
Politica fiscale da mesi vale il doppio delle tasse del resto d'Europa
Flessibilità e costo del lavoro
Il Sud ha perso negli ultimi tre anni
Grande terreno sul piano della competitività del costo del lavoro per fatto l'accordo Pagliarini Van Miert noi abbiamo avuto l'aumento dal venti al trenta per cento persone al fatto che la perdita degli sgravi contributivi
Questo Parlamento questa maggioranza questo governo questo sistema politico questi sindacati non ha mosso un dito sull'aumento di questa entità che il sistema produttivo meridionale ha pagato per intero
Adesso ci troviamo di fronte a una proposta che ripone sulle spalle delle imprese del Paese ulteriori quindici punti di aumento del costo del lavoro quale economia di mercato può reggere un impatto di questa entità e assolutamente improponibile
Allora l'effetto delle trentacinque ore sul paese e sul Sud in buona sostanza non è che uno da un lato rendere ancora più pesante
Il costo per le imprese di mercato che nel Sud sono poche troppo poche per cambiare faccia allo sviluppo del Mezzogiorno
E dall'altro dare un enorme sviluppo all'economia sommersa che la vera grande piaga civile sociale economica e competitiva del nostro Paese
Allora se Bertinotti vuole essere davvero il promotore del sommerso nel Sud fa bene a fare quello che sta facendo e cioè spingere per le trentacinque ore
Allora cerchiamo un attimo di capire qual è lo scenario che ne abbiamo davanti abbiamo iniziato come Confindustria d'incontrare i rappresentanti dei partiti politici regione per regione del Mezzogiorno spiegando loro qual è l'impatto dal punto di vista dell'impresa della riduzione dell'orario di lavoro
Ci siamo trovati di fronte ad un atteggiamento assolutamente sconcertante
Molti dei rappresentanti della maggioranza hanno digerito
Con la sofferenza il ricatto di Bertinotti lo hanno subito ma ormai che c'è non vale la pena secondo loro di mettere a rischio una stabilità di governo perché tutto sommato queste trentacinque ore possono essere una sperimentazione più di tanto l'anno non produrranno
Questo è l'atteggiamento assolutamente preoccupante
E si tratta questo punto dalla dal mio punto di vista di fare emergere con chiarezza qual è il vero costo anche sociale che le trentacinque ore produrranno da qui a breve nel nostro tessuto civile del Paese
Perché se da un lato la stabilità è un grande vantaggio che sicuramente un valore forte da perseguire
Dall'altro il disagio sociale che nel Mezzogiorno sta assumendo toni sempre più drammatici diventa dovrebbero esplosivo il livello di conflittualità sociale che ne cito l'arrivo a fronteggiare sarà ancora più forte
Allora si tratta di rendere chiaro al Paese al sistema politico
Ai rappresentanti della maggioranza che tutto sommato il ricatto che oggi Bertinotti ha imposto al Paese non è tanto nell'interesse dello sviluppo dell'occupazione quanto vale proprio regolamento di conti che Bertinotti sta facendo con Cofferati avendo perso all'interno del sindacato le sue battaglie riproponendo le adesso sulla scena del sistema politico
Se questa è la vera chiave del discorso allora li assisteremo anche nei riguardi del rapporto con il sindacato a momenti di tensione forte
E questa vicenda delle trentacinque ore imporrà un peso enorme stato ben detto da tutte le relazioni precedenti a tutto il Paese
Ma verrà pagata per intero e subito proprio dal Mezzogiorno che la parte più debole del sistema quella cioè che vede più di altre essere capaci di attrarre investimenti e rilanciarsi con forza sul mercato internazionale degli investimenti esteri
Allora da tutti i punti di vista dal punto di vista dell'impresa dal punto di vista dei lavoratori dal punto di vista dell'attrazione degli investimenti le trentacinque ore sono veramente quanto di peggio si possa immaginare per l'economia del Mezzogiorno
Si tratta questo punto di riproporre noi come industriali con forza nel Paese il grande tema della competitività del nostro sistema produttivo e soprattutto della ridefinizione di quelle che sono le regole del mercato del lavoro che così come oggi non ci vuole più in grado neanche di competere quando si dice facciamo lo scambio con più flessibilità
Quando si dice facciamo lo scambio con più produttività noi oggi già abbiamo come Paese un gap forte rispetto a quasi tutti i nostri partners europei e ci muoviamo in un Europa che continua a perdere competitività e a produrre sempre più disoccupati
Dobbiamo imparare a fare un benchmarking serio fra quelle che sono le capacità di attrazione di investimenti e di competitività del nostro Paese e dell'Europa che andiamo a costruire e il resto dei paesi con i quali dobbiamo veramente competere
Perché il livello di competitività oggi della nostra Europa il modesto e continuerà a diminuire nel corso dei prossimi anni
Allora è necessaria una forte operazione verità in questo Paese
E necessario anziché muoverci su una linea adesso di difesa di quello che stiamo cercando di difendere dei lanciare con grande incisività una riforma vera del mercato del lavoro ci vuole più flessibilità in entrata in uscita
Ci vuole una riduzione serie del costo del lavoro
Ci vuole una ridefinizione dei carichi impropri che il sistema produttivo Parietti vanno invece pagati dalla fiscalità diffusa ci vuole una capacità insomma di recuperare competitività rispetto ai Paesi ai sistemi che oggi è sempre più domani ci metteranno fuori mercato
Certo si può anche rispondere che tutto sommato gli industriali italiani sono sempre stati molto flessibili e capaci di recuperare spazi di mercato appena si chiudeva la porta e porta un cd
Ma noi abbiamo creato in questo Paese il più grande falso ideologico possibile abbiamo convinto tutti anche molti imprenditori che benessere piccoli perché benessere flessibili perché così cd fungiamo sempre contro questi problemi della competitività ormai l'esposto del porte si stanno chiudendo dappertutto non possiamo riposizionarci sui mercati emergenti perché anche i mercati emergenti stanno dimostrando di essere capaci di competere e di svilupparsi a ritmi e tassi molto sostanziosi
Dobbiamo invece riposizionarci seriamente sui nostri mercati veri acquisendo competitività facendo vere operazioni marchetta per Brescia e conquistando quote di mercato crescenti perché solo così si fanno investimenti e si fa occupazione solo così si rilancia davvero lo sviluppo del Paese
E certamente questa credo sia la grande vera operazione verità che Confindustria deve portare avanti sulla quale dobbiamo impegnarci tutti
Grazie grazie Antonio la parola Umberto Di Capua presidente amministratore delegato ABB
Ho chiesto al presidente Pininfarina di intervenire in quanto ritengo che con il responsabile del gruppo vivi in Italia io possa dare un contributo al dibattito
Se pure prendendo in esame solo alcuni aspetti di natura puramente aziendale voglio infatti tralasciare deliberatamente tutti quegli atti di natura politica ed istituzionale che peraltro sono state analizzate già ampiamente trattati dai vari relatori
La mia responsabilità aziendale mi consente di analizzare il tema delle trentacinque ore con la visione di un gruppo industriale che con i suoi oltre dodici mila dipendenti in Italia è fortemente integrato in questo Paese
Con l'ottico peraltro di un gruppo che è presente in oltre centoquaranta Paesi del mondo e quindi un osservatorio di possibilità di confronto abbastanza rilevante
Premesso che desidero manifestare la mia completa adesione alle argomentazioni finora espresse da Federmeccanica e Confindustria a sostegno della impraticabilità del progetto di riduzione dell'orario di lavoro attraverso un'apposita legge che attribuisca e che ne possa determinare l'entità di trentacinque ore appunto
Ritengo che un'imposizione così rigidamente concepita incurante della eterogeneità delle aree di business
Delle tipologie di azienda delle loro organizzazioni dei loro mercati non possa che costituire un ulteriore ostacolo alla gestione aziendale sia essa operativa che è strategica
Né penso che questo effetto potrebbe essere attutito da eventuali elementi di sperimentazioni che potessero essere introdotti gli investitori stranieri così come il gruppo che rappresento hanno sempre più necessità di acquisire da questo Paese certezze
Che non appesantiscono la situazione attuale già caratterizzata per esempio dolori fiscali e oneri contributivi molto elevati come già è stato messo in evidenza occorre che anche l'Italia sappia esprimere regole chiare con cui misurarsi sul quotidiano e tendenze altrettanto certe che consentano di fare strategie di pianificare in sostanza di prevedere investimenti in una logica industriale svincolata dai condizionamenti di carattere politico
I Paesi nei quali è presente il nostro gruppo offrono per la maggior parte contesti operativi in cui garanzie esistano
E condizionamenti sono assenti
E questo naturalmente non ci aiuta a misurarci nel contesto internazionale in maniera competitiva
Mi riferisco ad esempio a livello di competitività e di redditività che l'azienda di via operanti in Italia sono in grado di esprimere all'interno del sistema vivi mondiale
Oltre ovviamente alla competitività che esse esprimono nei confronti dei concorrenti sia nazionali che internazionali
Competitività di sistema dunque che fa parte del nostro modo di operare e che consente di ottimizzare sia i rapporti cliente fornitore
Sia di creare strategie tecnologiche commerciali nei confronti del mercato
Progetti più o meno sperimentali tendente ad aumentare i costi ed a diminuire la competitività come quello delle trentacinque ore sono una seria minaccia la credibilità del sistema delle aziende vivi in Italia
Ma vi sono anche altri aspetti negativi che questo disegno poiché nel rare
Io mi chiedo infatti su quale base di riferimento si poggi una proposta di riduzione dell'orario di lavoro a trentacinque ore considerando per esempio la fisionomia della forza lavoro
Tale fisionomia cambiata sta cambiando e cambiare ancora di più in avvenire
è cambiato il rapporto tra i così detti blu collasso e i guai Corps
Oggi navi vitali ad esempio abbiamo pur essendo noi la presenza fortemente manifatturiera circa il sessanta per cento di qualcosa e circa il quaranta per cento di blu cobalto
Essendo appunto l'azienda fortemente manifatturiera e cambiata nei contesti dei modi in cui tale forza lavoro organizzata sempre più Things di lavoro e processi
E soprattutto cambiata la le figure professionali che la caratterizzano vedi cosiddetti nove Tuor costo
Non è quindi da considerare antistorica una proposta di riduzione tout-court dell'ora di lavoro che sembra essere pensata per una fabbrica che forse non c'è più per lo meno così tout court la concepiva amo storicamente una fabbrica dove l'orario ordinario quello straordinario avevano un significato diverso da quello che hanno oggi
Il progetto infatti non sembra tener conto della nuova fisionomia delle aziende industriali
Dove lo scandire delle ore e passa in secondo piano
Rispetto a lavorare in gruppo o lavorare per processi ad operare all'interno di network internazionali
Che debba tener conto anche dei fusi orari diversi che debba far conto anche con i tempi più rapidi che il mercato impone in questa nuova realtà aziendale sarebbe impensabili introdurre limiti rigidi permanenza delle persone
Ho la sensazione peraltro che non si è nemmeno desiderato da parte degli stessi operatori insomma
Analogamente utopistica l'idea che ridurre l'orario possa portare più occupazione è stato largamente detto
E invece la flessibilità nella gestione degli organici nelle modalità di impiego del personale che può portare ad una maggiore occupazione ed una maggiore efficienza l'esperienza USA che è stata largamente citata nello ritrova
In sintesi quello che diamo un contesto di paese dove ci consenta ci si consenta di essere più competitivi
In una realtà come l'Italia si è competitivi soprattutto verso l'estero se si è in grado di esprimere tecnologia qualità capacità me negli anni e soprattutto costi competitivi
L'assenza di uno di questi fattori può essere un problema per la sua provenienza dall'azienda sul mercato e per la sua capacità di rispondere ad aspettative agli investitori siano essi nazionali siano essi internazionali
Credo infine che la nostra responsabilità agli operatori economici non posso essere disgiunta dalla responsabilità sociale che essa composta comporta in tal senso doveroso mettere in guardia tutti coloro e anche questo è stato largamente detto stamattina che ritengono che dalla riduzione delle trentacinque ore si possono costruire obiettivi di occupazione di benessere quando invece da questo progetto non potranno che scaturì nel criticità per tutti
Grazie io purtroppo vista loro a vorrei passare ora ci sta ripassare l'intervento conclusivo che quello del nostro presidente di Confindustria Giorgio Fossa
Io ringrazio
Federmeccanica ringrazio il presidente Andrea Pininfarina per aver organizzato l'incontro di oggi perché
Comunque
Domani dopodomani la prossima settimana il tavolo
Ufficiale si aprirà ed è importante per il presidente di Confindustria avere il conforto ancora una volta di quella che è forse la categoria più importanti numericamente per del paese e la categoria numericamente più importante all'interno dell'associazione che rappresento lo ringrazio ancora il presidente Andrea Pininfarina in qualità di associato a Federmeccanica
Nella mia lettera tradizionale di fine anno pubblicata dal Sole ventiquattro Ore
Ho scritto che il mille novecentonovantotto sarà l'anno dell'Europa ma rischia di essere l'anno delle trentacinque ore
Continuo a chiedermi che senso abbia alla vigilia degli esami di ammissione all'Unione monetaria teneva il Paese bloccato a discutere
Forse con la sua parte migliore su scelte decise e scelte soprattutto contrarie alla modernizzazione del Paese che il vero problema che abbiamo davanti perché la flessibilità le infrastrutture tutto quanto rientra tutto nella modernizzazione del Paese
Che poi a sua volta deve giocare un ruolo importante nella modernizzazione dell'Europa perché non dimentichiamoci che l'Europa che è in ritardo come hanno detto molti ribadire con i blocchi oggi forti a livello a livello mondiale
E soprattutto veramente assurdo continuare a perdere tempo attorno ad un vessillo ideologico come le trentacinque ore deviando il problema vero che appunto quello dello sviluppo dedita
Oggi abbiamo avuto la conferma dai nostri colleghi di Francia e Germania che sulle trentacinque ore hanno portato valutazioni analoghe a quelle che noi ripetiamo da molte settimane non poteva d'altronde essere diverso la situazione tutti noi imprenditori europei conosciamo infatti bene le regole ferree della concorrenza nell'era della globalizzazione
Regole che non possono che possono sintetizzarci in una sola parola competitività l'Europa ha un forte deficit di competitività e non certo può permettersi di aggravarlo con provvedimenti che penalizzano ulteriormente le imprese e l'economia
Non dimentichiamoci
L'hanno detto in molti ma il bene ricordarlo più che a noi naturalmente
La stampa lo porterà all'esterno e quei politici troppe volte hanno la memoria corta che nel mille novecentottanta il tasso di disoccupazione Europa Stati Uniti era pressoché lo stesso
Stavate altra il sei e il sette per cento oggi non europee siamo sopra il dieci per cento come meglio l'Aprea dieci undici per cento gli Stati Uniti sono sotto il cinque per cento
Per rilanciare la competitività
L'Europa un'unica strada liberalizzare deregolamentare aumentare la flessibilità vincendo rigidità ideologismi e ipocrisie che negli ultimi decenni ne hanno fortemente freme frenato il cammino
Il governo italiano da parte sua alla ricordato bene rappresentante
Della Zanussi pare sembra aver compreso che la via della liberalizzazione e della deregolamentazione Emilio D eh ineludibile come dimostra la riforma del commercio
Strano che dall'altra parte si contraddica
Portando avanti un provvedimento dirigistico come la riduzione generalizzata dell'orario di lavoro per legge che per di più indebolisce l'economia complessiva del paese
Oggi estremamente importante definire una linea di condotta comune degli imprenditori contro le trentacinque ore
Anche appunto mediante iniziative come quelle di oggi coordinate con i colleghi europei che abbiano come noi l'obiettivo della competitività su questa linea Confindustria continua ad operare continua chiaramente ad operare più in contatto più stretto con la Confindustria francese che e oggi insieme a noi la più a rischio sulla questione delle trentacinque ore
Anche oltretutto con riferimento ai pochi casi sperimentati in Europa
E in particolare in Germania abbiamo avuto la chiara
Dimostrazioni dalle parole del collega questa mattina l'esperienza negativa ha portato a un generale ripensamento purtroppo mi sembra che il sindacato tedesco non sia ancora disponibile a questo ripensamento
Comunque per lo meno in Germania non è generalizzata non è per tutte le imprese purtroppo colpisce i nostri colleghi metalmeccanici tedeschi
Ma
Il Presidente dei metalli dei di imprenditori tedeschi OLAF Henkel
E il presidente dei metalmeccanici tedeschi ci hanno già qualche settimana fa sottolineato quello che nostro collega tedesco stamattina ci ha ricordato che solo negli ultimi due anni la riduzione dell'orario di lavoro ha causato una per i duecento mila posti posti di lavoro
E su questo che bisogna far pressione su questo che bisogna lavorare con i politici perché capiscano su quale strada ci stanno portando su una cosa dobbiamo essere comunque molto chiaro l'Europa non è isolata dal resto del mondo
Troppe volte qualche politico ha detto beh ma si allarga Assimoco a tutta l'Europa probabilmente l'impatto sarebbe meno devastante
Non è così l'Europa non è isolato dal resto del mondo quindi anche se la riduzione dell'orario
Riguardasse tutta l'Europa non si limiterebbe il danno per gli italiani ma si allargherebbe il danno a tutti gli europei
Per aumentare posti di lavoro non ci sono scorciatoie
L'esperienza di Stati Uniti e Gran Bretagna canuta subito sull'operazione qua abbiamo visto tra il quattro e il sei per cento dimostra chiaramente che la flessibilità e non la riduzione di orario a favorire l'occupazione
Qualche giorno fa al momento di assumere la presidenza dell'Unione europea il primo ministro inglese Tony Blair che fino a ieri sembrava il modello di riferimento
Forse troppe volte citato per i nostri governanti e che oggi mi sembra già per loro passato di moda ha detto che l'Europa per creare nuova occupazione deve puntare alla competitività
Pone in una cornice di giustizia sociale
Per essere più competitivi dobbiamo scommettere con decisione sulla flessibilità Elea generalizzazioni per legge delle trentacinque ore né l'esatto contrario
Ci sono sì case d'impresa e dovette specifiche tecniche di produzione e stagionalità produttiva si lavora anche meno degli attuali orari contrattuali ma in questi casi l'orario è frutto di un'organizzazione aziendale che garantisce la competitività mediante il lavoro su più turni con il più intenso utilizzo degli impianti
Autorevoli economisti italiani e stranieri nonché il Fondo monetario internazionale hanno espresso opinioni contrarie alle trentacinque ore per legge dimostrando che non è un rimedio per la disoccupazione
è un'impostazione che nasce dalla fragilità politica e che per evitare una crisi di governo rischia fortemente di mettere in crisi il sistema economico dobbiamo a mio giudizio inoltre avere il coraggio di ammettere senza mezzi termini che così il Paese divento anche ostaggio di una lotta politica per la rappresentanza del mondo del lavoro
Non si può fare utilizzare la politica per fare il sindacato e viceversa
L'intervento sull'orario di lavoro e una precisa comunque scelta del Governo e di tutta la maggioranza parlamentare che lo sostiene
Troppo facile di nascondersi dietro l'alibi di Bertinotti per chi al dovere di opporsi ad una certa negativa per il paese
Una legge che obbligasse le trentacinque ore
Chiude avrebbe subito ogni spazio per la contrattazione e la concertazione i due pilastri che hanno dato un contributo decisivo al risanamento dell'economia italiana a partire dal mille novecentonovantadue
Farebbe saltare l'attuale modello di relazioni industriali basato sull'autonomia delle parti sociali e verrebbe meno la politica dei redditi prevista appunto dall'accordo del luglio novantatré
Al dialogo e alla concertazione si sostituirebbe un modello di stampo dirigista
Il governo deve fare perciò una scelta di campo preliminare e ancora in tempo per decidere se restare nei fatti fedele alla concertazione o se sacrificarla sull'altare degli equilibri politici
Su questo aspetto non sono possibili mediazioni
Se deciderà di procedere sulla strada di una legge imperative generalizzata il governo manderà al macero la concertazione con tutte le conseguenze negative derivanti dalla riapertura di una stazione di conflittualità sociale
Confindustria esaminerà la proposta del governo ma rifiuterà di ratificare decisioni già prese da altri
Ribadisco che esprimeremo la nostra totale contrarietà ad una legge che imponga i tempi e le quantità di riduzione dell'orario
Se il governo vuole avviare una vera trattativa deve prospettare alle parti sociali una sottrazione aperta la discussione nel rispetto del metodo della concertazione
Ebbene fanno le categorie impegnati nei rinnovi contrattuali a non siglare intese senza introdurvi una formula chiara
Che non preveda nel prossimo biennio la possibilità che si sommino ai costi naturali
Del contratto i costi della riduzione Violante non chiediamo niente di più ma non possiamo firmare contratti al buio ne va delle nostre imprese ne va dei nostri lavoratori Nevada il sistema Italia dobbiamo entrare dell'Unione Europea dobbiamo modernizzare l'euro l'Italia dobbiamo creare sviluppo e occupazione
è una vera follia tenere il Paese impegnato a discutere su una questione ripeto ancora una volta anacronistiche sbagliata come quella delle trentacinque ore che già ci ha ricordato Andrea Pininfarina in apertura il un ministro del prestigio di Ciampi ha definito utilizzando neo femminismo una stupidaggine economica
Non è possibile utilizzare il prestigio le capacità di Ciampi solo in alcuni casi o le si utilizzano sempre o non riuscì utilizzano mai grazie
Vorrei ringraziare
Vorrei ringraziare il presidente Fossa per l'intervento ringraziare tutti voi
Ingraziare tutti voi per la partecipazione in particolare scusarmi con tutti i colleghi che avevano chiesto di intervenire e a cui non è stato possibile per ragioni di tempo dare spazio questa mattina ore grazie a mente infine a Federchimica e Federtennis Sile che hanno partecipato anche loro i nostri lavori quest'oggi grazie a tutti