Sono intervenuti: Firpo.
Tra gli argomenti discussi: Antifascismo, Cultura, Fascismo, Gobetti, Gramsci, Storia.
La registrazione audio ha una durata di 30 minuti.
Rubrica
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La
Prima
Prendeva una veramente
Non solo rivoluzione liberale libretti
Dico bene
Come lo piccole eccezioni onde
Nella ripresa
Da parte degli aumenti di Giulio Einaudi
Della rivista la cultura negli anni pre
Ripresa e che come si sa durò poco per ragioni politiche
Non m'interessa
Alto luminoso scompaiono
Le riviste i militanti
Che importa
Cioè
Noi oggi non possiamo fare
Storia della cultura e letteratura del secolo nostro senza fare storie di riviste
Ma da allora
Boni liste di cui facciamo è storia
Dove si pubblicano autori del contado
Il principale lui non principali riviste scientifiche cosiddette il giornale storico della letteratura italiana
La rivista di Filologia classica la rivista storica italiano la Rivista di Filosofia e così
Santoro inizia cioè andiamo molto meglio negli anni tra gli anni venti e trenta
Titolo Guerre Enzo
Abbiamo questo singolare contrasto
Di un'assenza
Nel campo delle richieste
Della letteratura milita
E anche un'amica sporco diciamo così
Veglie di quelli che rappresentavano altorilievo dalla letteratura medica
Giacomo Debenedetti e se ne va Mario Soldati e se ne va e invece di contro questo
C'è la permanenza a Torino del no organizzazione accademica diciamo così della cultura accademica che si era formata nel tardo ottocento
Buona sera sotto la Mole quinta puntata la puntata di questa sera e dedicata alla cultura delle riviste abbiamo invitato in studio il professor Luigi Firpo eminente storico delle idee
Per perseguire un po'e per sapere che cos'è stata questa cultura
Torinese attraverso le riviste lei ha sentito professore cosa ha detto Carlo Dionisotti Torino ecco la Torino opposto Betty Ann epos gramsciana
Dal punto di vista delle riviste che cos'è e sono riviste dove ancora si può discutere dove c'è un dibattito culturale intellettuale oppure sono riviste come dire un leggermente addormentate in un'atmosfera di accademia
No accusarla di essersi quelli ripiegate nell'accademismo non sarebbe giusto il clima era molto pesante era molto difficile anche l'allontanamento da Torino di alcuni intellettuali antifascisti forse si collega al cultura egemone dell'antifascismo torinese che era diventato appunto quella dell'ordine nuovo quella sostanza che dopo il congresso di Livorno si richiamava il Partito Comunista clandestino emigrato eccetera
Nelle riviste perdura invece l'antica classe chiamiamo l'accademico degli uomini di di alta cultura che però si erano formati tutti della vecchia Italia
L'Italia in cui il compromesso col potere politico era ignorato in cui semmai l'idea liberale era così diventata corrente quasi automatica
Che li accomunava un pochino tutti ma anche presenze
Dir socialismo idealistico erano fortemente presenti penso a Gioele Solari Dionisotti ha nominato la Rivista di Filosofia diretta da solari e da Piero Martinetti che fu sequestrata se ricordo bene del trentadue per un articolo di Martinetti sulla libertà
Libertà trattata in termini puramente filosofici ma che ovviamente diventava un'Apologia anti-regime visto che il regime liberale certo non è fu quindi una resistenza che sarebbe ingiusto chiamare passiva fu una chiusura inattesa di rinascita fu un modo di di isolarsi da un regime oppressivo ignorando lo e cercando di farsi ignorare da questo tradizionale per esempio diceva che all'Accademia delle Scienze la porta era molto stretta ci fu molta opposizione a fare entrare personaggi dotati di benemerenze soltanto di regime anche se poi qualcuno Trocadero qualcuno addirittura c'era già e aderì allora USA mentre a regime come il caso visto che si è nominato il giornale storico della letteratura italiana come il caso del senatore storiaccia pavese
Ma in generale queste istituzioni agirono nel senso della chiusura del del rallentamento del dell'esclusione tutelando sì con un alibi tutto sommato facile da sostenere se vogliamo certo non è alla lotta armata l'alibi che la scienza non mi conosce partiti tra scienza si ispira esclusivamente al rigore quindi al merito
Grazie professore vediamo un'intervista Natalino Sapegno proprio sulla rivoluzione liberale
Importanza culturale
Rivoluzione liberale senza tu piglio legata soprattutto ai fattori politici
Altro è chiaro che dall'ambiente ti rinunzia liberale
Nasce anche
Tutto un certo mondo tutto una certa impostazione dei problemi culturali
Caratterizzerà il lavoro di alcune persone insomma
Per esempio una determinata maniera di vedere i fatti storici
Modo particolare di esaminare i fatti letterari ed artistici
Non per nulla dal mondo devozione liberale usciranno appunto a studio sì
E rinnoveranno in qualche modo nel metodo
E
Le forme e i contenuti dello studio nei vari campi insomma
O la rivoluzione liberale vive dal febbraio mille novecentoventinove al novembre mille novecentoventicinque
Altre riviste si intersecano con questa che è senza dubbio la principale esperienza di Gobetti
Un suo coetaneo Giacomo Debenedetti come due ore acustico Gioele Solari prima di prendere una seconda laurea Vittorio cioè fonda e dirige con Mario però Sergio Solmi tra il mille novecentoventidue e il mille novecentoventitré primo tempo si tratta di una rivista letteraria che occupa uno spazio intermedio fra gli impulsi Gobetti anche le tentazioni della restaurazione culturale in letteratura ha come portabandiera la rivista romana la ronda
Il Benedetti
E ora allora proprio al principio della sua attività ma io capii subito che era un giovane ricco di possibilità
Ma l'impressione del più forte me la fece Gobetti
Con
Quella sua passione che aveva che era una passione politica è una passione culturale insieme alla ventenne De Benedetti prevaleva bestione il carattere letterario
Tendono a scomparire le differenze fra la Torino post gramsciana e presto anche posto che Tiana nella Firenze degli ermetici reso lariani
Come dire cioè tra la capitale della cultura vissuta all'insegna della passione civile dell'impegno politico e quelle della letteratura che si estrae dal mondo
Il contrasto tra impegno e disimpegno che si incrocia con quello ben più aspro tra fascismo e antifascismo in questo periodo di assestamento del governo di Mussolini dopo la crisi Matteotti arriva sulle prime pagine dei giornali
Del mille novecentoventicinque la risposta di pugno di Benedetto Croce al Manifesto degli intellettuali fascisti redatto pochi giorni prima dal suo grande amico ormai rivale Giovanni Gentile firmato da illustri esponenti del mondo delle scienze delle lettere delle arti fra i torinesi troviamo Luigi Einaudi Francesco Ruffini Luigi Salvatorelli Erminio ribalta Gaetano De Sanctis Giuseppe levi Mario Carrara Benedetto Morpurgo
Il contro manifesto crociano prima ancora che condannare il fascismo contesta gli intellettuali gentiliana quella che viene giudicata una inammissibile contaminazione di politica e cultura
Quello cioè è il nume ispiratore dell'ultima riviste come Tiana il Baretti
Sorta alla fine del ventiquattro sopravvive per qualche anno alla morte di Gobetti suo fondatore ma a prezzo di un progressivo arroccarsi nella trincea letteraria sia pure non accettando mai l'idea della Rete Natura come bello stile oppure evasione
Professor Filippo in che misura era possibile e giusta questa commistione fra culture politiche
Ma giusta era desiderabile è molto difficile
Il manifesto crociano che ebbe un seguito di nomi solo a Torino quelli menzionati sono fra i massimi esponenti di una cultura e una cultura internazionale non solo della cultura locale
Però in sostanza aderivano all'isolamento aderivano a una ideologia che così analizzata fino al cuore
Presuppone una libertà che si fa da solo che basta lasciarla fare che la libertà è destinata a trionfare
Ma se per recentemente discutendo nuovo libro di Sergio Romano sul Giovanni Gentile è stato detto in modo arguto ma non tanto superficiale
Che Gramsci se fosse stato invitato a firmare uno di questi due manifesti avrebbe firmato quello di Gentile non perché aderisse ovviamente alla taglio fascista ma perché l'ideologia gran c'è l'America e l'impegno dell'intellettuale impegnato nella partecipazione in prima linea deve fare lo si può astrarre
Invece l'intellettuale di di taglio crociano preferisce fare come fece crocette poi naturalmente con opere apparentemente storiografiche o letterarie condusse in realtà una battaglia politica la storia d'Europa
Una storia d'Italia di Croce sono libri storici solo per modo di dire non perché non abbiano un fondamento storico ha perché sono in realtà dei grandi pamphlet politici affermano alcuni principi fuori dei quali non c'è civiltà e quindi non c'è futuro per l'Italia questo modo indiretto che sono le più cauto
Non dimentichiamo però che Croce era in sostanza puntellato suo palazzo napoletano nella sua autonomia economica e del fatto che era senatore del Regno
Cioè c'era pur sempre una copertura stesso in caso di Luigi Einaudi chi non è parlamentare era sicuramente molto più esposte
Vediamo una un un'intervista a Sapegno sulla rivista il Baretti a questo proposito
Pare che è stato quello che poteva essere in quel momento senza quando ormai
C'è una censura che impediva ma aperta manifestazione delle idee politiche e quindi mi pare che la qualche cosa come era stato durante facilmente conciliatori una rivista culturale
Piena di allusioni di accenni in tutte le forme possibili e ai fatti politici quindi era tutt'altro che un ripiegamento era una continuazione
Nei limiti del possibile di quelle che erano le posizioni politiche di riduzione tra i paletti è stata dapprima rivista buttare via
In quegli anni che adesso un'intonazione
Basta transenne europea
Con un interesse vivo a tutti i fenomeni tra cultura europea
In questo senso si è imposta come un modello alle viste Cassano entrato
Pro soluto Firpo quali éscamotage acquari éscamotage deve ricorrere in questi casi
L'intellettuale per far comunque passare un suo messaggio civile il solito metodo criptico allusivo dissimula
E il parlare di un argomento contando però sui rimbalzi e sugli yankee che lo stesso argomento può avere su altre di maggiore pregnanza e attualità politica
è il modo in cui l'intellettuale vive e cerca di continuare a operare sotto l'oppressione e sotto la censura un censura non certo illuminate ma noi abbiamo dei casi non antifascisti ma di intellettuali fascisti
Che fece lo stesso vedo qui selvaggio penso a Longanesi penso allo stesso Gentile che difese centinaia di collaboratori delle cinque di italiana a un certo punto sui centocinquanta collaboratori solo tre o quattro avevano la tessera
Del partito ma pensa addirittura Bottai
Personaggi che dall'interno del fascismo tentarono di elaborare sia pure assolutamente se vogliamo qualche accorgimento velatura tipi di cultura o di fronda o per lo meno alternativa
Qui abbiamo abbiamo il solito così gioco fra fra intellettuali censori
Vediamo invece una un'altra rivista imparare di un'altra rivista che si chiamava il Davide già quel titolo vuol dire che insomma c'è un Gauliga e questo Goria può essere il fascismo la rivista era di Giuseppe Igor generino che era un cattolico donna che era stato amico di Gobetti
Anche amico di Papini e vediamo un attimo in in che cos'era questa rivista
Il Davide
Era uscito
Una lettera è mia
Lettera a Giovanni Papini evince scriveva sul Davide Igino Giordani
Che aveva fatto fino a pochi mesi prima
Pongo un amico
Si chiamava accenti
Una rivista intitolata Parte Guelfa
Naturalmente i ghibellini virgolette
I ghibellini avevano Rizzato le orecchie
E avevano subito consentito un forte odore di antifascismo o perlomeno dia fascismo non si parlava d'altro ma quel parlare d'altro si vedeva che si parlava d'altro non si parlava di una determinata cosa e soprattutto non si adoperava il loro vocabolario e poi hanno cominciato sequestrato
Se per tale avveniva
Foglio sequestro dalla Prefettura cose e Lancet pertanto travolte fino all'ultima volta che
Che non mi davano a me ritiravano il permesso di pubblicare queste previsto
Prima del Davide col cerino aveva collaborato ad esperienze come Arte e vita di Luciana Gennari Icon Marziano Bernardi e Lorenzo Gigli al contemporaneo rivista che risente un infuso Go perché hanno accanto a Gobetti Luigi Einaudi e l'altro grande intellettuale torinese che non disdegnò né il giornalismo nella rivista di alta divulgazione scientifica
Tale infatti l'intendimento che anima la gloriosa riforma sociale una rivista che per un quarantennio ospita il meglio della cultura economica italiana
Secondo le direttive einaudiani i collaboratori devono esporre gli argomenti in maniera chiara ed accessibile a un pubblico di non specialisti
Rilevando la nel mille novecentotrentatré il figlio Giulio tiene ben presenti tali principi tentando con successo un rilancio della rivista
Ma proprio perché è entrata nell'ambito di una casa editrice in odore di antifascismo la riforma sociale è costretta a cessare le pubblicazioni nel mille novecentotrentacinque l'anno seguente padre e figlio direttore l'uno editore l'altro
Danno vita alla rivista di storia economica che prosegue il lavoro della riforma sociale attraverso una dilatazione degli orizzonti dell'analisi economica egli suo dialogo con la storia e le scienze sociali
Professor Filippo è invece il capitolo Torino le riviste accademiche quali erano e che importanza ebbero
Alcune le ha elencate
L'amico risotti sono riviste diciamo di di primato nel dell'ambiente all'orizzonte culturale italiano questo valeva allora per il giornale storico valeva per la Rivista storica italiana
Non esclusivamente per la verità il rilancio fio perché ci sono sempre state varie scuole filosofiche allora poi la filosofia era punto dominio e organizzazione anche di consenso da parte gentiliana
Comunque rivista certamente molto autorevole quindi seguita
Fu un arroccamento in attesa di tempi migliori io non lo vedo diversamente fu il restare fedeli alla serietà
All'impegno scientifico al rigore in un tempo di faciloneria di retorica di abbandono così agli aspetti più più volgari anche della visione opportunistica del servilismo
In cui le liste poi terrorizzavano succinto sottoveste pseudoscientifiche i connubi più più inverosimili anche più indecorosi
Questo restare fedeli è un fu il modo di sopravvivere della vecchia Italia la vecchia Italia giolittiana che Italia liberale la vecchia Italia Risorgimento per i suoi valori pensiamo a figure come Francesco Ruffini per esempio
Abbiamo una intervista ancora a Carlo Dionisotti sul Giornale storico della letteratura italiana di cui Dionisotti era segretario che un curo anche gli indizi dei primi cinquant'anni possiamo vederlo
Gli open in missione
Che
Il periglioso in cui questo giornale
Ha presentato
Veramente elemento importante della storia dell'alta cultura accademica italiana sia il periodo iniziale
Di RAI ieri
Più ristretto di quello che spesso coperto dal mio il giudice
è libero che con la prima guerra mondiale
Nella importanza del giornale storico
Forse già ve cresciuti decrescente
Anche nel periodo un meno
Il e penso anche oggi
Questo periodico ha mantenuto
Una sua validità
Nel campo degli studi di letteratura italiana
In questo sviluppo belle facoltà di lettere
E della italianistica cosiddetta
Giornali storico ha senza dubbio avuto lunga un importante decisi
Quelli erano anche anni in cui uscì un altro tipo di rivista che erano riviste più fru fru molto più come dire più popolari a grande tiratura
Non vorrei farle vedere un filmato un proprio per ricordare questo tipo di pubblicazione
Non è un inno allo sei
Un balordo no sei bella sei viareggio immuni
Non è ma questo è rendo allora per Villoresi ogni no io mi ha
Non ne hanno uno ogni anno sì il Mesturino Cigolini CID linee ma valori Honda
Disse
Naturalmente letteratura e anche se non soprattutto quella che lontano dai circoli accademici propongono autori affermati come anni diva Amalia Guglielminetti EPT di
Quest'ultimo negli anni Venti oltre ad essere uno degli scrittori dalle creature più alte e anche un notevole animatore culturale con l'attività delle riviste bilanciate prima fra tutte le grandi firme ti immigrata a Milano nel decennio seguente se la resa ulteriormente nota grazie alla matita di Gino Boccasile
Nata nel mille novecentoventiquattro la rivista che pubblicava esclusivamente autori giudicati di grande successo
Fu affiancata nel mille novecentoventicinque da il dramma
Che è firmato dallo stesso Pitigrilli e poi a lungo da Lucio ridenti si proponeva proprio come la sorella maggiore la pubblicazione esclusivamente di testi nel caso specifico teatrali di autori noti facili e gradevoli
Tra numerosi imitatori del concorrente che proliferano qua e là in seguito al successo dei due periodici va ricordato almeno le istituzioni di Amalia Guglielminetti una delle prime riviste italiane se non la prima in assoluto firmata da una donna
Dalle colonne delle rispettive riviste Amalia e Pitigrilli in passato copie adoro delle cronache letterario mondane si scambiano insulti via via più feroci fino ad arrivare nelle aule giudiziarie
Denunciato dalla poetessa attraverso la contraffazione di lettere autografe per ingiuria al fascismo e al capo del governo
Pitigrilli ne uscirà con un'aureola di oppositore gli gioverà nella successiva sua attività al servizio dell'opera la potente organizzazione poliziesca per la repressione dell'antifascismo
Certo il personaggio Pitigrilli rimane ancora in parte da decifrare
Ed è comprensibile la difesa polemica che ne fa ancora oggi la vedova avvocatessa decana del foro torinese le legge n si costruiscono e la verità rimane
E mio marito era un uomo molto intelligente non lo dico io ma l'hanno detto tutti i lettori della sua epoca e coloro che oggi non si accontentano di dire a Pitigrilli le spie leggendo capiscono appelli intelligente merce sempre più rara al mondo
Ciò che è stato verità in lui è stato resta
Di dire esattamente colonne le cose sono
Non solo Filippo questo tipo di letteratura questa letteratura minore e voi l'avete vattene tenevate conto voglio dire in qualche modo aveva un rapporto con l'altra cultura o no direi proprio di no questi erano periodici parlo delle grandi firme di tipo popolare anche se la collaborazione
Che vedeva a a raccogliere autori di uno a cento taglio che scriveva anche libri romanzi eccetera
Non non era una mia lettura io non ho mai conosciuto Pitigrilli ho visto qualche volta invece Lucio ridenti con la sua eleganza da figurino è quasi caricaturale ne che passeggiava sotto i portici di Torino con il monocolo sono due due mondi sia pure del dramma che con le grandi firme che vi erano del tutto estranei però era significativo alla questa letteratura di evasione questa letteratura che il regime non dico tollerava in questo caso ma in qualche modo anche applaudiva perché la propria città nelle donne di Boccasile rientrava nella difesa della razza nel date figlia la patria no
Era castigata e formosa la la ragazza grande firma eccetera non aveva
Nudità esposte ma aveva certamente molte promesse
E e così questa lettura prefettura che era di pura fantasia avrebbe potuto intrattenere gli italiani distogliendo Rita riflessioni più impegnative ecco mi sembra che invece questo carattere
Anche se poi il confronto certe riviste odierne forse qualitativamente
Tenuto conto dei tempi e dei dei modi Forcella superiore qui c'è per la ricerca di fornire come lettura di evasione una scelta di racconti di buona qualità nei limiti in cui la letteratura italiana contemporanea poteva fornire a me
Grazie parliamo invece di un'altra rivista che uscì per un anno a Torino si chiamava il Selvaggio di Maccari
Quello che conta secondo me anche si stabilì un clima di simpatia Santini quale in quale in quale ambiente nel giovane anche alquanto io ho cominciato a ricevere ciò perché non si occupa perché il giornale che faceva il giornaletto il selvaggio bruttino visto il più stupido
La attirava una certa simpatia io e lì ci sono passati da Romano Bilenchi a dicendo io scegliere poi c'era che era uno
Dal Libano Nucci Mucci mano uno e poi soprattutto quello che io ho sempre Honda il cuore
è Italo Cremona non c'erano discipline o un'ipotesi non c'erano
Non si impegna si ci dica creava diciamo una cosa
Una un comune disagio vale a dire allora la la situazione politica a prima a prima degli interrogativi apriva delle brecce nel nel nella fedeltà dei giovani dei giovani ingenui
E quelli che credevano a certe cose più o meno retorica ma insomma con innocenza accertamento cominciarono cominciano degli sintomi sintomo più importante è che si voleva creare una specie di estremismo una specie di novità ora tutto quello che nuovo e avversario Del Vecchio
Quindi c'era un un desiderio l'invasione
E questo desidera che riuniva un po'tutte
Tendenzialmente fuori dell'orbita del fascismo si pone invece l'altro centro di aggregazione di giovani intellettuali nella Torino dei primi anni Trenta
La rivista la cultura alla morte del suo fondatore Cesare De Lollis avvenute nel mille novecentoventotto
Mi sa era passata nelle mani di Ferdinando Neri titolare della cattedra di letteratura francese nell'ateneo torinese
Quindi di un suo allievo Arrigo Caiulo i quali vado da un comitato direttivo abbastanza composito che specchia la formula della rivista allontanandola un poco dalle secche del dibattito accademico
Più radicale e la successiva trasformazione allorquando fra il mille novecentotrentaquattro nel mille novecentotrentacinque per poco più di un anno redattori e collaboratori vanno assumendo una caratterizzazione squisitamente torinese cupe Tiana
Con una netta prevalenza degli ex allievi del liceo D'Azeglio i docenti quali Zini Cosimo e Monti
Non per caso proprio un da zerbino della covata di Monti Giulio Einaudi figlio di Luigi rilevando la testata della rivista e il suo marchio uno struzzo destinato a diventare celebre ne rilancia le sorti avviando la propria attività di editore
Ecco professor firma ve ne abbiamo parlato anche dalla cultura ma ora parlare di cui sto dell'ambiente del d'Azeglio anche lei era aveva studiato al d'Azeglio agli anni egli era lì Becker rapporto reale col diciamo con un gruppo di Monti mila Inaudi righe un rapporto diciamo inesistente se non attraverso gusto Muti Chebbi
Insegnante sono in prima liceo poi se ne andò in pensione quindici e avremmo poi i supplenti nel secondo anno per pochi mesi Leone Ginzburg Franco Antonicelli è una curiosa supplenti per due mesi ciascuno mi pare
Devo dire che studiamo assai poco Monti commentava meravigliosamente l'Inferno dantesco ma non svolgeva un programma organico e due supplenti poi facevano così cose molto estroso e Manon sistematiche così credo Lupo in terza recuperare con affanno dove in quegli anni ma tutti vivono questa esperienza la differenza di di due o tre anni di età
Scalo abissi incolmabili io non cono di nessuna di queste due sono ancora meglio degli altri non conobbi allora Norberto Bobbio
Non conobbi insomma Massimo Mila tanto meno la differenza di tre classi in una scuola media
Totalmente totalmente e poi intendiamoci furono tre anni quattro anni anche cinque in certi casi anche se è il caso di Bobbio per esempio in cui il regime cammino
Il regime esteso a macchia d'olio il suo controllo sua soffocamento e quindi spazi che erano ancora possibili negli anni appunto venticinque diciamo negli anni trenta novembre prossimo
Finisce così questa appuntato alla quinta di sotto la Monet dedicata alla cultura delle riviste a Torino ringraziamo il professor Luigi Firpo di essere intervenuto grazie buonasera
Niente niente
Comunque comunque comunque comunque comunque
Per per
Laura inondata
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