"400 giorni al 2000. Risorse necessarie, educazione, formazione e sviluppo per il XXI secolo" nell'ambito di Ecolavoro '98 promossa da Legambiente presso la Fortezza da Basso

Compongono il pane della tavola rotonda se sono arrivate a a salire su questo palco e in particolare l'assessore regionale toscano a formazione lavoro dottor Paolo De Gasperi
Dottor Callieri vicepresidente della Confindustria sei arrivato Raffaele Morese segretario generale aggiunto della CISL la Ermete Realacci che sta rincorrendo là fuori qualcuno che fosse meglio invitare a questa tavola rotonda siamo nel canonico e più che è previsto un ritardo del quarto d'ora quindi un'oretta un'oretta e mezza Itala rotonda e spero anche con possibilità di discussione di domande di riflessioni i più Fignon e da parte della vostra da parte del pubblico
Alle domande
E solo per sedici mente dire che appunto ormai che il tema della formazione è un tema come dire speriamo non più da convegno non più solo da convegno né tanto meno né tanto meno da salotto ecco nelle cose che dicevamo prima che si dicevano prima sia da parte del professor Levy che da parte di Vittorio Cogliati Dezza
Emergevano appelli degli elementi di riflessione che ci dicono che la formazione davvero un fattore strategico Raffaele vieni vieni
E questo però davvero non vuole essere una solita litania una solita banalità
Perché se soltanto diamo uno sguardo ai paesi vicini che ci stanno vicini che stanno vicino all'Italia né ci accorgiamo come questi Paesi
Hanno puntato molto nel loro sistema competitivo sul fattore formazione in Italia siamo anche capaci poi di dare significati diversi a alle parole quindi stiamo molto attenti anche alle parole che utilizziamo io ho sentito parlare per esempio di competenze e posso dire che in Francia esiste per le imprese quello che si chiama il Bilancio
Delle competenze cosa che da noi fa sorridere se ne prendiamo un'impresa anche
Di fama di marchi o come si dice in italiana e chiediamo l'imprenditore lei sa che cos'è il Bilancio di competenze questo imprenditore ci guarda come se fossimo dei marziani così come in altri Paesi in Francia ancora in particolare che può essere per certe problematiche preso come modello esiste un bilancio sociale nelle aziende le imprese fanno un bilancio sociale sulle proprie risorse e sull'impatto sociale che l'impresa nei confronti del territorio così come ovviamente esistono dei bilanci ambientali
E degli otite sociali molto molto estesi e quindi tagli a questo tipo di tematiche estremamente trascurata estremamente trascurate quando si parla di bilancio si parla esclusivamente o quasi di bilancio economico finanziaria in qualche azienda si comincia a parlare di bilancio ambientale quasi da nessuna parte si parla di bilancio delle competenze
E rarissime sono le imprese che parlano di bilancio sociale ora queste sono tematiche che credo diventeranno dis di grande di estrema attualità
In un mondo sempre più i interdipendenti
E tornando alla discorso della formazione credo che in Italia ci siano dei problemi di codice ciò di che cosa intendiamo bene formazione
Ma anche di struttura di sistema
Ecco non è un caso credo che questo governo probabilmente resterà nell'ambiguità su questo tema
Dico probabilmente perché non conosciamo poi con esattezza tutti i risvolti della nuova compagine ministeriale
Però credo che noi siamo uno dei pochi paesi al mondo
Siamo uno dei pochi paesi al mondo ad avere spezzato in tre il tema dell'educazione delle persone e delle competenze
Noi siamo un Paese che ha tre competenze burocraticamente intese che affrontano il tema della formazione dell'istruzione e dell'educazione mentre gli altri Paesi ci hanno insegnato che una unità di logica
E di comando in qualche modo di direzione è uno dei fattori competitivi più forti ne abbiamo l'istruzione che appannaggio del ministero della pubblica istruzione e che si ferma alla maturità
Abbiamo il ministero dell'Università che con l'ultimo Governo Prodi
Era incarnato da un'unica persona anche se restano comunque spesso restavano già allora e probabilmente resteranno due esattamente con un ministro di nuova per l'università diverso da quello della Pubblica Istruzione questo è un gravissimo errore
Dal mio punto di vista e poi abbiamo una terza gamba e quella della formazione in senso stretto formazione professionale che ancora una volta è appannaggio
Di Bassolino che rendono del nuovo ministro del lavoro allora che gli altri Paesi ci hanno insegnato come questi tre elementi vadano tenuti insieme
Spesso attraverso un unico ministro il ministro dell'educazione
Da noi non è possibile e questo è un fattore di sistema che va superato insomma
Non credo che poi si dice si possa dire che i ministri tra di loro si parlano si ascolta in tutti i giorni stabilisco delle cose insieme viva dio magari qualche cosa insieme è stato fatto tra Berlinguer e però e Treu
Nell'ultimo governo Prodi però credo che non sia assolutamente sufficiente
E ancora una volta nel rischiamo di avere un sistema livello generale diviso in tre e per quanto riguarda la formazione professionale che il tema che a me in questo momento sta estremamente a cuore non certamente più degli altri ma quanto gli altri temi noi abbiamo un sistema di formazione professionale
Decentrato ma frammentato queste l'altro rischio che corriamo né in realtà abbiamo venti sistemi di formazione professionale in Italia tante quante sono le regioni e credo che un Paese moderno un paese civile un paese di qualità non possa più permettersi questo tipo di lusso terreno sistema dell'educazione diviso in tre e di avere un sistema di formazione professionale diviso in venti soggetti tanti quanti sono le regioni senza contare che poi a questo tema contribuiscono altri soggetti Lane prese i privati
E l'associazionismo diciamo il privato sociale
I sindacati
E così via ecco credo in sostanza che sia necessario porre al centro probabilmente queste parole così sono sono così poco efficaci insomma però credo che si debba parlare oggi dottor Callieri né testimone di patto per la formazione ecco credo davvero che tra i sindacati le imprese il Governo gli attori sociali oggi si debba parlare di patto per la formazione che significa in sostanza stabilire un programma
Di lavoro fatto di non soltanto di norme di obiettivi ma anche dei valori minimi comuni a tutti questi soggetti i motori aiutare questo Paese a superare
Da un lato queste storture che stanno nell'organizzazione del sistema di educazione ma dall'altro anche un clima e dei valori di fondo che vanno completamente superati mi riferisco in modo particolare prendendo l'intervento anche di Vittorio Cogliati Dezza
Alla cultura che viene offerta alle nuove generazioni
Che è una cultura ancora da società industriali che è una cultura i cui codici sono quelli del lavoro come diritto e non mai del lavoro come progetto
Di un lavoro che qualcuno mi deve dare e mai di un lavoro che io insieme ai miei coetanei debbo costruire
Una cultura del lavoro industriale dipendente che ma integrata quanto meno se non in parte sostituita
Da una cultura del lavoro indipendente del lavoro come impresa del lavoro come anche micro impresa
Perché tutti gli esperti ci dicono che il futuro dell'occupazione sarà molto orientato verso questo tipo di dimensione
Certo fa un po'specie parlare di sistema competitivo e parlare solo di micro impresa ma credo che il tessuto connettivo della micro impresa non sia alternativo né surrogato
Di uno sviluppo della ricerca nel nostro Paese della grande impresa delle grandi dimensioni alle quali spesso spetta il compito di fare una ricerca di base
Stranamente trascurata nel nostro Paese
Ecco per concludere questa questa mia brevissima introduzione tutti pane visti ci sono e li ringrazio credo anche che si debba parlare
Quindi non soltanto di struttura del sistema di formazione
Che non si debba parlare soltanto di contenuti dei sistemi formativi
Che non si deve più parlare soltanto del rapporto tra la grande ricerca e le micro esperienza di territorio penso che bisogna parlare anche di fiducia
Di valori di riferimento di questo Paese e questo lo dico nella fase in cui un nuovo governo sta nascendo
All'insegna spesso almeno questo è quello che noi osservatori o mediatore della comunicazione verifichiamo
Di un governo che fa della politica una sorta di
Iperuranio
Autonomo
Dai bisogni
Che tali dal bisogno di credere che a questa nostra società di una politica che ritorna ad essere più tattica che espressione di grandi valori su cui grandi numeri e
E grandi strati sociali si possono riconoscere e confrontare di una politica vecchia e bizantina che è il contrario del bisogno di fiducia che le persone hanno
E che i soggetti sociali hanno
Nelle scuole questo è un problema estremamente sentito c'è un problema di autostima molto bassa da parte spesso degli insegnanti
Ma c'è anche spesso un problema di autostima molto bassa da parte delle giovani generazioni che vedono un futuro sempre più difficile un futuro sempre più incerto ma uno scarsissimo aiuto da parte dei loro insegnante della scuola
Per costruire insieme un proprio futuro
Dicevo prima che
Il Corriere della Sera insieme a Corriere lavoro da dopodomani pubblica Corriere Scuola ed è un segnale se volete di ottimismo che un grande giornale da è un investimento che un grande giornale sta realizzando tra l'altro simbolicamente tenendo insieme la scuola la formazione e il lavoro perché queste l'asse strategico prossimo venturo del nostro Paese
Ho rubato qualche minuto in modo che ci siamo tutti siamo tutti a posto
Benissimo dare la parola per primo se d'accordo all'assessore alla formazione e lavoro della Regione Toscana Paolo De Gasperi
Ma io vorrei dedicare qualche minuto proporsi
A quello che secondo me
Il problema centrale
Per la preparazione dei sistemi di educazione e di istruzione e di formazione
Per i prossimi gli anni ovviamente non per i prossimi mesi
Un punto che è stato evocato e poi esplicitato
Tutti gli interventi che che sono che stamane ho avuto la possibilità di ascoltare anche nelle ultime parole
Ed è la questione dell'integrazione
La mia convinzione è che se nel nostro Paese
Realizziamo l'integrazione tra i diversi sistemi
Abbiamo buone possibilità di rinnovare fortemente i processi educativi di istruzione e formazione professionale
In misura sufficiente
Se non raggiungiamo questo obiettivo di cui poi parlerò io penso che e molti dei nostri sforzi che comunque andranno avanti saranno deputati all'insuccesso
Almeno nella misura diciamo così che corrisponde ai bisogni
Perché allora noi abbiamo una situazione di questo tipo abbiamo il problema occupazione
Da affrontare in Italia Europa forte in dislivello notevole rispetto ad altre nazioni eccetera
Il problema occupazione chiama in causa due elementi chiamo in causa
La questione della competitività del nostro apparato produttivo e chiama in causa la questione dell'allargamento delle opportunità occupazionali è stato detto prima I nuovi bacini occupazionali
L'una e l'altro la competitività e nuovi bacini occupazionali richiedono nuove professionalità
Molto spesso inesistenti
Io ad esempio ritengo che il campo dei servizi alla persona sarà uno dei campi nei quali avremo o potremo avere una quantità di nuovi posti di lavoro molto ampio
Ma è chiaro che i servizi alla persona diventa richiedono competenze molto raffinata e naturalmente servizi agli anziani servizi ai bambini eccetera eccetera
E poi questi servizi devono essere gestiti in forma imprenditoriale
Avranno a che fare con finanziamenti pubblici ad esempio con buoni servizio che adesso non esiste
Però sì
E offriranno i loro servizi su sul mercato
E allora l'impresa alle cooperative eccetera che nasceranno avranno un bisogno di competenze non solo nel campo specifico
L'assistenza alla persona anziani o ragazzi o bambini che siano ma anche di conduzione dell'impresa dunque anche competenze manageriali sappiamo che questi intreccio di competenze oggi
Mi viene dato soltanto episodicamente laddove si tentano esperienze eccentrici
La questione della competitività e dei nuovi bacini occupazionali
Sì immerge in un contesto di grande dinamismo
Nel senso cioè che l'evoluzione tecnologica bisogni che cambiano eccetera eccetera
Ci portano a dire che pur né in uno sforzo di fare acquisire competenze oggi inesistenti
Il problema non sarà risolto una volta per tutte
Nel senso cioè che anche le nuove competenze figuriamoci quelle vecchie però dovranno subire un processo continuo di aggiornamento
La formazione continua
Lungo tutto l'arco della vita
E questo vale per i settori tradizionali e per i settori innovativi
Vale per l'apparato industriale vale per i nuovi servizi alla persona o nuovi perché occupazionale
Allora questo da questo si deduce è un'altra conseguenza che non c'è solo bisogno di nuove competenze nuove professionalità
Ma che bisogna realizzare un sistema nel quale potenzialmente tutti trovino spazio lungo tutto l'arco della vita per aggiornamenti continui e ripetuti
Allora abbiamo un problema di qualità della formazione ed abbiamo un problema di quantità
Della formazione
Allora ecco dove arresi arrivi da quale punto di vista arrivo alla necessità dell'integrazione esigenze di questo tipo e qualitative e quantitative
Non si risolvono con pezzi di sistema
Perché se questa esigenza la soddisfazione di questa esigenza fosse richiesta ad esempio solo al sistema di formazione professionale
Pur ecco ampliato rispetto ad oggi io penso che sarebbe una pura Utopia avremmo mai le risorse sufficienti per dare soddisfazione a queste esigenze
Allora bisogna che il sistema di formazione professionale acquisisca risorse negli altri sistemi ed abbiamo il primo livello dell'integrazione tra sistema della formazione professionale e sistema dell'istruzione
Dove risorse non solo materiali umane eccetera eccetera naturalmente esistono
Per non dimenticare poiché già oggi nel sistema di istruzione vi è una parte consistente che è deputata all'istruzione professionale
E poi tutto questo chiama in causa un altro elemento dell'integrazione
Perché non c'è niente da fare questo processo di formazione continua di acquisizione di competenze come si può dire non non trova risposta in un modello di sistema di istruzione e di formazione esclusivamente teorico ha a che fare con la pratica a che fare con il lavoro e allora anche l'apparato economico produttivo e di servizi
è un come si può dire un terzo elemento del sistema nel quale le competenze possono essere acquisite anzi giusto spesso che vengano acquisite in un intreccio tra teoria e pratica
Allora ecco la questione dell'integrazione
Ecco la questione dell'integrazione che è una questione molto complessa per dire voglio fare un esempio
C'è una recente decreto che ha rivisitato il contratto di apprendistato
è stato stabilito che chiappe in tutti gli apprendisti dovranno fare centoventi ore all'anno di formazione esterna
Facciamo una semplice moltiplicazione centoventi ore per il numero degli apprendisti che sono decine di migliaia
Esattamente
Soltanto in Toscana a regime quaranta non c'è niente da fare questo è un esigenza banalmente quantitativa il sistema di formazione professionale regionale solo che soltanto esso non da risposta questo non risolve positivamente questo problema
Non c'è niente da fare bisogna acquisire le risorse nel sistema dell'istruzione e nel sistema diciamo così del tessuto economico produttivo e di servizi per quanto può mettere e potrei continuare naturalmente faccio un altro esempio è terreno noi abbiamo nel nostro Paese
Un problema che si chiama analfabetismo di ritorno
Che molto più esteso di quanto non si possa pensare in un sistema dinamico sia per motivi di diciamo così legati alla diciamo così al tessuto economico
Massiah legato anche all'esercizio reale dei diritti di cittadinanza non c'è niente da fare l'educazione degli adulti diventa una necessità per tutti
Misuriamo la quantità di questa necessità la conseguenza è inevitabile
I soli centri di educazione degli adulti previsti dalle recente circolare ministeriale solo è soltanto Dessì non daranno mai una risposta quantitativa acquista esigenze
C'è necessità anche nell'educazione degli adulti di coinvolgere gli altri non c'è niente data
Allora la questione dell'integrazione diventa i fondamentale naturalmente occorre tutta la strumentazione per far funzionare il sistema
Occorre la certificazione delle competenze
Occorre la cocktail per risolvere il problema dei crediti formativi
Occorre risolvere la questione della permeabilità dei passaggi tra il sistema e sistema insomma e così via insomma ora non non affronto dettagliatamente
Io so sullo stato debbo dire ho gradito molto
Il fatto che nella cartellina se è stato inserito il documento di sintesi sulla formazione tecnico professionale superiore tenda
Non solo perché siamo stati protagonisti anche della scrittura
Io ma perché è è un'esperienza insomma forti in sintonia può essere un'esperienza forti in sintonia col concetto di integrazione
Chi realizzerà la formazione tecnico professionale superiore integrata obbligatoriamente di fatto consorzi costituiti da impresa università scuole medie superiori e agenzie formative
è un esperienza che dà in questo senso in Toscana facciamo ad esempio ormai da siamo al terzo anno
Di un altro tipo di integrazione tra diplomi universitari in formazione professionale impresa il tema dell'eccessivo accademismo dei diplomi universitari che qui si risolve con progetti integrati
Dei quali viene utilizzato il sistema dei crediti formativi e così
Quindi è possibile ecco volevo dire questo è possibile fare l'integrazione pur naturalmente con tutta la strumentazione di tutta la strumentazione cioè necessario
Per un progetto di questo tipo di cosa abbiamo bisogno
Abbiamo bisogno naturalmente di un grande integrazione tra le istituzioni
Il dottor Callieri inforcato il siamo spesso visti in tavoli in cui abbiamo discusso di queste cose alla sofferte insieme al Ministero del lavoro sa
Che io sono fortemente regionalista ma non sono regionalista autarchico ed io penso che nel nostro Paese il sistema formazione nazionale è assolutamente necessario
E che questo non solo non è lesivo dell'autonomia regionale ma tale da rafforzare la capacità di governo regionale
E poi noi abbiamo la delega alle Province ad esempio altra questione di integrazione e e così
Però questo non basta
Perché per un progetto così Complesso
Non c'è niente da fare la l'integrazione delle istituzioni pubbliche
Benissimo è la condizione ma non sufficiente occorrono le energie delle forze della società
Per progettare ed anche per realizzare un sistema così flessibile così mutevole così complicata come questo
Occorre che sia la risposta a problemi condivisi dalle istituzione pubbliche dalle forze della società
E allora la questione da un lato della concertazione con le parti sociali
E dall'altro lato della chiamata in causa chiamiamolo così in termini di opportunità anche delle forze della società per la realizzazione di quanto concertato io penso che sia respinto una condizione insomma ineliminabile della realizzazione di questo progetto posso dire che per la Toscana
La creazione del Patto per il lavoro e l'occupazione tra Regione e parti sociali
E l'approvazione di progetti insomma de del tipo di cui ho parlato in quel tavolo nella realizzazione attraversa la messa in campo forte
Delle forze della società sta dando risultati confortanti ecco e dimostra ancora una volta che un progetto di questo tipo si può realizza
Grazie assessore quindi consenso sul tema dell'integrazione esplicito
Che non è credo la riproposizione certamente non nelle sue parole ma credo da parte di nessuno dei proponenti
Un elemento di dirigismo ecco perché dobbiamo coi stare attenti non c'è velleitarie dirigismo in questo c'è un tentativo di ottimizzare no anche le risorse perché i sistemi competitivi richiedono una logica integrata e non un ragionamento come dire apparentemente federalista e democratico ma di fatto assolutamente ininfluente
E non adeguato
Darei la parola Raffaele Morese segretario generale aggiunto della Cisal
Almeno ancora per un po'poco ciò per no è una battuta ovviamente Raffele mi scuserà no per chiedere una cosa anche un po'provocatoria insomma abbiamo qui il sindacato poi abbiamo Callieri per l'impresa eccetera io prima proposto al patto per la formazione poi in Italia magari si fa antropiche patti poi non si mantengono sono evocativi forse più di quanto non diano nella concretezza però c'è un organismo bilaterale no
Ormai in corso sindacati Confindustria che sta dando qualche risultato sta facendo un po'delle analisi di fabbisogno per adesso e speriamo che escano delle cose
Però credo che per quanto riguarda il sindacato Morese
Credo che in sostanza bisogna pensare forse a un passaggio da quello che con una battuta si chiama dal welfare al work cioè in sostanza ne abbiamo tre milioni di disoccupati ufficiali più centinaia di migliaia di giovani che non sanno bene che pesci prendere nella nel nel momento in cui stanno studiando
Ai quali spesso anche il sito internet molto moderno
Del ministero della della dell'università offre come alternative soltanto l'università l'università l'Università l'università
Seconda per vedere il sito del ministero dell'Università per la prescrizione c'è solo un'idea Sitam diversità università la formazione professionale non esiste se ne parla nei convegni ma quando si tratta di fare i siti internet poi la scordiamo ci sono cinquecento mila ragazzi e che entro trenta novembre devono fare una scelta di si propone puramente una certa universitaria e ancora una volta la formazione professionale e la Cenerentola primo elemento secondo lamento la formazione non può essere un ammortizzatore sociale
E cioè in una certa concezione del vecchio welfare assistenziale noi abbiamo visto i corsi l'organizzazione di corsi per mascherare tamponare compensare temporaneamente il fenomeno della disoccupazione in una logica ancora una volta assistenziale e non di inserimento attivo di risorse oggi disoccupate domani occupabili come ecco credo in sostanza che qualche volta anche nel sindacato nel suo complesso prevalga la logica dell'assistenza prevalga cioè una logica che tende a al limite dare un salario al disoccupato dargli un'indennità monetaria
Mascherata anche attraverso il corso piuttosto che inserirlo davvero in una società che cambia e che ha bisogno di nuove competenze quindi il ruolo del sindacato per il rilancio della formazione non deve passare attraverso un cambio radicale della mentalità sindacale da questo punto di vista
Innanzitutto ringrazio la Legambiente Realacci dell'invito
Che io ho raccolto perché l'attenzione di Legambiente alle questioni dalla formazione mi sembra sempre più consistente segno di di grande anche per noi del sindacato di grande importanza perché
E inutile
Quindi in termini di enunciato non ce n'è uno che contro la formazione non ce n'è uno che dice che esso i soldi disponibili per la formazione socio socio fin troppo sufficienti
Tutti quanti sono disponibile a dire a metterlo fra i primi punti dei propri programmi del governo centrale del Governo regionale dei governi
Poi i la realtà è una realtà di faticoso cambiamento
Faticoso anche per il sindacato per le imprese
E faticoso per le imprese passare da un'idea per cui la formazione
Come dire l'input non non è
Non è una cosa collettiva al massimo l'impresa per tantissimi anni ha pensato che la formazione era un problema su della formazione che lei serviva per le sue esigenze al di là delle proprie esigenze rendesse
Nessuno si è fatto mai scrupolo nei POR nelle regioni dove lo sviluppo è altissimo
Dal problema del troppa otto
Se smettevano di studiare non c'è un problema non c'è nessun posto un problema di dire ma non è meglio andarci a cercare uno che che c'è il giardino bisognava lavorare quindi anche i ragazzi che abbandonano la scuola andava bene il sindacato
Sindacato ha fatto molta fatica
Ad assumere fra i propri contenuti della rivendicativa questione formazione
La storia del sindacato una bella storia di riqualificazione del lavoro manuale
Serie A storia di riqualificazione del lavoro manuale
Ma
Nel momento in cui
Ha dovuto dare andare un po'oltre
La capacità di coniugare lavoro e e formazione sopra le centocinquanta ore non è più andato
Abbiamo fatto fatica anche noi e abbiamo lasciato per moltissimi anni
La questione della formazione professionale andare per conto proprio
Lo dico c'è uno che
Come CISL abbiamo un istituto di formazione professionale
In moltissime realtà solo Soddu mondi separati moltissime realtà in altri passaggi degrado col sindacato mai da alcune banche iscritti al sindacato quelli che fanno la formazione lei non ha storia
A CGIL non c'è un centro di formazione professionale
Al lo dico non per lo dico con come in effetti come hai ragione nipote
Di difficoltà a ad assumere la questione dalla formazione comune elemento strategico della iniziativa del sindacato piuttosto che le forme assistenziali questo c'è stato nel passato
Spezzo qualche l'ha già a favore del fatto che ce ne stiamo occupando di più adesso
Con tutte le difficoltà
Che si incontrano
Perché è come cambiare le le ruote a un treno che sta marciando
Ed è un treno affollatissima
Sovraccarico di di cose che si fa fatica a cambiare
Noi dobbiamo pensare
O o si riesce a pensare in grande oppure non si cambia col piccoli aggiustamenti varranno la macchina ci siamo mossi in questi anni
Pensando appunto che la formazione diventava uno dei fattori decisivi di governo del mercato del lavoro
E se noi dovevamo aiutare i lavoratori ad affrontare il proprio futuro Rini con meno angoscia di quanto ne avevano di fronte ai alle prime ristrutturazioni del lavoro questo è ormai tocca ormai
Tutti i settori sia privati che pubblici
La la formazione diventava uno degli strumenti decisivi per poter meglio governare il cambiamento
Io penso che qualche significativo passi in avanti l'abbiamo fatto ma non non è ancora apportata
Almeno per come io lo valuto alla nostra portata la certezza di a vere
Uno obiettivi e strumentazione adeguati a quello che dobbiamo fare
Ovviamente rispetto a un Paese che diviso in due
Non riesco a fare un discorso sulla formazione sganciato dal fatto che il Steel no ha dei problemi che suoi proprio il sunto dei problemi sui propri e non riusciamo quindi dobbiamo innanzitutto tener conto di questo dualismo
Tenendo conto di questo dualismo
Forse possiamo adattare le politiche in maniera differente
La prima considerazione che faccio è questa
Che
La questione lavoro interventi
Forte di come dire di creazione di lavoro ce l'abbiamo sostanzialmente adesso e poi invece al centro data da Roma in su c'abbiamo i problemi di cambiamento del lavoro come ci diceva prima l'assessore
E sono due questioni di difficile come dire non troviamo una soluzione uguale per tutti
Poi finanche nel Mezzogiorno abbiamo dei problemi di qualità del lavoro che non riusciamo insomma siamo alla come dire
Alle nicchie
Resta un problema di formazione in ragione di uno sviluppo allora la prima questione sconoscere i mercati del lavoro che si forma
Anche se ci fosse l'unico a un ministero dell'educazione
Io penso che la Bindi il miglior modo di governare
I problemi di formazione di base formazione professionale fino alla alla fa all'alta formazione e quello di a vere una capacità di lettura a livello di territorio del l'andamento del mercato del lavoro e delle sue previsioni
E di come si possono incrociare domanda e offerta di lavoro
Se noi non ha
Abbiamo a disposizione questa cosa difficilissimo
Pensare di usare bene le risorse che ci sono
Io penso che la legislazione regionale sul decentramento del mercato del lavoro e del collocamento
Deve avvenire come obiettivo quello di creare delle sei di
Permanenti dove impresa il sistema dell'impresa del sindacato le istituzioni locali e il Provveditorato
Si siedono attorno a un tavolo e discutono di ciò che serve per il futuro
Quali sono le qualifiche necessarie che tipo di formazione bisogna fare quali istituti chiudere quali aprire non lo può decidere da Roma il ministero dalla Pubblica istruzione
E nero può decidere da solo un un c'è bisogno di sapere se vale la pena tenere ancora in piedi un istituto magistrale
In quella città in quel mercato del lavoro o sostituirlo con un'altra cosa e questo non glielo può dire nessuno se non l'analisi della situazione di quel mercato del lavoro comunque di una sua visione più ampia e più in generale allora ormai abbiamo queste sedi
Questa capacità di analisi e quindi di conoscenza la costruzione di una banca dati di questo genere non è piccola cosa al nord e in molte province ormai la cosa si sta sta diventando abbastanza consistente ma questo io lo considero un passo decisivo in avanti per meglio governare
Il mercato del lavoro
Per meglio offrire ai le singole persone giovani e meno giovani la possibilità di avere qualche elemento di valutazione sul proprio destino
Nel Mezzogiorno la cosa dipendeva dal tipo di qualità di sviluppo che riusciamo a fare e di come riusciamo a capitalizzare questo benedetto dividendo di Maastricht
Noi rischiamo parecchio
Devi rischiamo di aver fatto una cosa straordinaria
Agganciarci all'Euro e di non saper la sfrutta
L'anno venturo
Non lo dico io lo dice la relazione che accompagna la Finanziaria
Lo stata ha bisogno di ottanta mila miliardi in meno
Di soldi che gli aveva che gli i risparmiatori italiani gli hanno dato agli anni la questa rispetta quest'anno ottanta mila miliardi in meno
Questa il dividendo e la parte diciamo privata del dividendo di Maastricht
Quella che quella che si vede noi non sappiamo che fine fanno questi ottanta all'Italia
Noi rischiamo di tenerci il ventidue per cento di disoccupazione nel Mezzogiorno e ottanta mila miliardi
Vale a dire una finanziaria di quelle toste tosto e tosse tipo Amato come dei veri quelle di di di di tempi che ci vogliamo dimenticare ottanta mila miliardi che finiscono in Europa
Perché i risparmiatori italiani andranno metteranno questi soldi dove li riterranno più conveniente
Possibile che non siamo in grado di orientare non dico ottanta mila miliardi di disponibilità per s'però oggetti che riguardano l'ampliamento d'occupazione Mezzogiorno la qualificazione del lavoro nel Mezzogiorno la formazione il finanziamento dall'apprendistato perché fra le cose che abbiamo avverte adesso lasciata aperta Gorgo al governo proprie ce li ritroviamo col Governo D'Alema e questo perché appunto moltiplicando cinquecento mila per centoventi ore chi paga
E che non c'è
Non questo ci ma ci manca una capacità di saper orientare dividendo di Maastricht e credo che questa il grande sforzo del governo
Prodi non ha fatto deve fare il governo D'Alema perché se no noi rischiamo di perderci
Un vantaggio che avevamo a disposizione
Ritengo anche che
è necessario mettere a disposizione non solo diciamo delle strutture di cooperazione gestire al meglio queste risorse e orientare meglio la l'attività di formazione
Verso i settori dove il dividendo di Maastricht orienta i vantaggi
Credo che è necessario costruire delle condizioni per cui la formazione sia considerato un valore nella nostra società
E quindi fra le priorità con cui si organizza la nostra società
Nell'accordo del novantasei scrivemmo assieme noi libri che fra i vantaggi a disposizione del lavoratore ci doveva essere il sabbatico formati
Lo cito come un piccolo stop and go home ma un piccolo strumento nelle mani del singolo lavoratore perché se lui ha a disposizione questo gli aumentiamo
La sua capacità di decidere del proprio futuro
E se anche a stalla Morando a una catena di montaggio sta lavorando su un computer e lui pensa disse
Che vuole riqualificarsi oggi ci ha grandissime
Difficoltà a poterlo fare
Noi dobbiamo offrire al singolo strumenti che gli consentono di avere periodi anche lunghi
A propria disposizione che gli consentono di migliorare riqualificato la propria attività
Io penso e sono due o tre finanziarie che chiediamo al governo di detassare tutte le spese di formazione che le famiglie
Perché io penso che se una famiglia si compra un computer
Se è una famiglia me combattuto stili Brad chiaramente tutto ciò che può essere legata alla formazione deve essere incentivato
Io sono per detassare tutte le spese dal grembiule alla al libro al computer perché così le famiglie più o meno benestanti al limite se lo coprono mi pongo il problema di quel non benestanti di quelli che fanno fanno fallire qui queste un modo secondo me attraverso i quali la formazione diventa un valore nel Paese e incentiva la voglia
A investire in attività di formazione ovviamente di formazione ben orientato
Ed il fatto che
Abbiamo bisogno di utilizzare bene risorse che saranno ancora per un certo periodo di tempo inadeguate rispetta tutte le domande che verranno dalle regioni dalle impresa dal sindacato
Avente quindi non risorse illimitate
Quindi risorse da utilizzare bene da utilizzare con
Con con grande efficacia io penso che la capacità delle forze sociali
Di costruire assieme alle istituzioni sportelli
Attraverso i quali è possibile creare informazione è utile utilizzando tutti gli strumenti audiovisivi televisione perché per favorire questo io lo considero un modo attraverso il quale noi costruiamo quelle quella produttività sociale
Quei vanta quei valori aggiunti necessari per reggere la competitività internazionale
Le macchine
Prima o poi se le comprano tutte le imprese
Uno può avere un vantaggio o uno che M innova
Fa grossi investimenti in innovazione tecnologica c'avrà un vantaggio relativo rispetta suo concorrente sudamericano e viene ma prima o poi quello se la compra macchine
E quindi passa in vantaggio competitivo della tecnologia
Il vero vantaggio competitivo dalla società così come organizzata e
Ovviamente le grandi infrastrutture ma pure quelle privo poi tutte serbe sanno fare il vero vantaggio è la qualità del lavoro
Questo fa al Sempre ecco ed è e del PIL più difficile da imitare si può compra poco o uno se lo costruisce sono Fabbri la Correa investa in forno a Corea
Del sud non è che
La Corea del Sud a rapidamente omogeneizzate i livelli salariali
Fatto una crescita dei livelli salariali notevole anche grazie al notevolissime fatta dai sindacati ma l'investimento in formazione la Corea del Sud straordinari ed è quello che fa ha fatto crescere in quel Paese l'ha fatto diventare cioè e don non non gli è servito solo all'olio di gomito del lavorare
Investimenti formazione che fa dalla Corea oggi una nazione industrialmente adeguato io credo che questo per noi che abbiamo come dire già un assetto robusto
Questo per noi diventa una grandissima sfida ancora tutta da realizzare e penso che se se l'accogliamo come sfida ce la facciamo se facciamo ordinaria amministrazione per per via
Quindi integrazione ma anche attenzione ai mercati del foro Diversi con diverse esigenze è un richiamo interessante proprio perché le imprese in una quindicina di province del Nord
A me il problema di non trovare immediatamente sul mercato le risorse specializzate di cui hanno bisogno ma anche la legna di Foggia Raffaele la legna di Foggia sia rivolta una grande una grande agenzia di lavoro in affitto francese per avere cento saldatori specializzati estremamente specializzate sui compositi quindi anche la grande impresa nel Sud spesso questo tipo di problema però abbiamo per esempio nel Nord ricordate anche tu fenomeni di di di professionalizzazione precoce che non fanno nemmeno più l'interesse delle stesse imprese abbiamo ragazzi che lasciano quattordici quindici sedici anni lasciano la scuola
Vanno a lavorare ma spesso questi stessi ragazzi servano a un certo tipo di impresa ma non risolvono le esigenze delle impresa di fabbisogni professionali delle imprese che sono dei fabbisogni di manutenzione continua delle competenze e di conoscenze Conti
La cosa che vorrei chiedere al dottor Callieri vicepresidente della Confindustria che si occupa da anni dei temi della scuola della formazione
Sono fondamentalmente due
La prima questione è quella di una formazione all'imprenditorialità
In sostanza c'è nel nostro Paese una diffusa ancora diffidenza nei confronti dell'impresa
Per questo c'è ancora una scarsa cultura di impresa come si dice così come spesso c'è una bassa concezione della cultura professionale io mi ricordo che mio padre che era un tornitore
Aveva l'orgoglio di essere il tornitore perché era suo mestiere espressione di un sapere di una conoscenza che si materializzano in una serie di pezzi
Di prodotto ecco oggi i ragazzi nostri ragazzi molto spesso hanno una conoscenza una cultura Della dimensione professionale molto molto labile diciamo così è molto diverso quindi si tratta di in qualche modo di recuperare insieme all'orgoglio della cultura di mestiere anche una nuova cultura di impresa per cui la formazione deve formare anche dei piccoli imprenditori non soltanto dei fedeli soldatini esecutori di ordini
La prima questione la seconda questione su cui Confindustria si sta battendo da tempo è un sistema di valutazione dell'istruzione
E del sistema di formazione anche qui che cosa bisognerebbe fare meglio e di più grave è un sistema di certezze e di valutazione in modo che qualcuno dica questo va bene questo non va bene stiamo andando nella direzione giusta
Altrimenti questo policentrismo in cui tutti i soggetti voglia mai rivendicare i propri diritti credo che non si faccia né competitività né tanto meno sistema
Io per cominciare vorrei sottolineare alcune contingenze che possono essere in qualche modo emblematiche
Coincidenze
Che avvengono in questi giorni nasce un governo questo governo ha nel suo programma nel suo programma provvisorio quello nuovo ancora quello presentato alle Camere dato nelle fasi rilevante e termina formazione educazione credo che non sia un fatto di stile il precedente governo aveva anche fatto
E alcuni dei protagonisti di quel governo in effetti si sono spesi in modo strenuo per realizzarlo
Questo è un fatto positivo un fatto negativo l'unione personale che aveva messo insieme le competenze di università ricerca scientifica e scuola è stato spezzato e questo come dire è un po'triste perché era sicuramente un passato rispetto a una condizione istituzionale di frammentazione diffusa che sicuramente non gioca poi dirò anche qualche opinione in proposito
Fra due giorni giorni
Il più grande giornale italiano con un dimostrazione rara di sensibilità non mercantile
Oltre al supplemento lavoro fare al supplemento formazione che dice perché
Il mondo dei media
Comincia a fare attenzione seria e non folcloristica ai problemi della scuola e problemi dell'educazione e io mi auguro che altri seguano questo esempio
Perché e noi ne siamo convinti da più di vent'anni da più di vent'anni operiamo in questo senso
L'educazione uno processi strategici per lo sviluppo di un Paese
Sviluppo civile e certamente sviluppo sociale certamente sviluppo economico che poi come dire deve consentire
Il raggiungimento degli altri obiettivi di sviluppo e ne è un po'in qualche modo premesse garanzia
Come qui questi questi questi sintomi ci dicono che siamo in momenti certamente potenzialmente positivi ha insieme presi da tante contraddizioni
E allora cercherei dando risposte alle domande che mi ha posto Passerini di chiarire un poco
Da una parte e quali sono le contraddizioni dall'altra quali sono le possibilità di risolvere
Una prima contraddizione di fondo è che noi guardiamo al futuro con i modelli interpretativi del passato
Questo deriva a mio giudizio da una stasi culturale che non soltanto noi ma il mondo ha passato nel periodo della contrapposizione in cui si lavorava in difesa gli uni contro gli altri e quindi si tendeva equilibri fortemente conservativi
In cui le angosce esistenziali era quelle relative al alla guerra nucleare la fine del mondo
E di conseguenza una serie altri elementi di altri problemi andava decisamente in sotto tono in bassa priorità grazie al cielo la situazione di sbloccò di blocco è finita lo stallo è finita la storia ricomincia attacco anziché finire come qualcuno aveva preconizzato e con la storia
Diciamo la globalizzazione che poi una vecchia condizione del mondo il modo è sempre stato prevalentemente dominato dallo scambio
Certamente ha avuto anche momenti dell'egemonia di qualcuno sua altri ma prevalentemente la logica è stata quella dello scambio scambio non soltanto di beni materiali ma scambio culturale fecondazione contaminazione di culture che hanno creato progresso han creato ricchezza creato creato crescita culturale
E e è cresciuto enormemente la complessità prima c'era il bene il male ognuno mettendosi dalla parte sa però che il male era dall'altra parte gli schemi di interpretazione erano molto semplici adesso qual è il bene qual è il male
Forse non c'è più il bene e il male c'è un un mondo che deve trovare degli equilibri deve trovare un una sua integrazione modi di cooperazione rispetto tra culture diverse scambio
E scambio che non può che essere trattati anche se le condizioni di partenza sono impari per molti
Questa complessità
Viene
Crea sicuramente problemi e crea angoscia la condizione del bene e del male dava altre angosce ma dalla sicurezza sto dalla parte giusta
Ecco adesso dove sto
è tutto molto molto più complicate più complessa
Per in società come la nostra società italiana Società policentrica
Articolata diffusa i problemi di entità sono o rischia di diventare drammatici soprattutto se l'identità non si fonda sul sulla cultura sulle radici
Che ahimè sono assai poco coltivata sono stata se poco coltivate
Nel delle nostre istituzioni educative e nella cultura generale
E che rischiano di deve tradursi in forme comunitarie dirette
Molto autarchiche molto
Rozza
A fette da quello che un grande storico della religione come Maxicono adesso non definiva
La peste comunitaria
La peste comunitaria è quella peste che colpi e distrusse una comunità chiusa
Perché è bastato un bacillo quindi stare chiusi
Non avevano via di fuga era una comunità di ebbrezza regimi sarà preso lo tutti e furono furono distrutti ecco che è un rischio che sicuramente in qualche caso nel nostro paese biancorosso o Coria
Ed in cui torno a dire l'antidoto fondamentale sarebbe il recupero di identità attraverso che cosa attraverso la riscoperta di vocazioni del nostro Paese
Della storia del nostro Paese nostra identità culturali molto composito e molto ricche molto articolate ed una forte accettazione della diversità come ricchezza
Allora il processo educativo se non da queste conferme l'identità non costruisce questa identità armonica equilibrate in cui ciascuno ritrovi l'orgoglio dice di essere identificato dalla comunità e nello stesso tempo la capacità di confrontarsi con la diversità di accettarla
Poche strada si potrà fare in un mondo sempre più complesso in una società complessa già soltanto quella italiana di provincia Potì metropoli o di metropoli che essi in cui ancora la riscoperta delle vocazioni la riscoperta del bello perché bene o male
Nel nostro Paese il bello
è stato non vuol più
Un valore diffuso
Il bello come valore funzionale non il bello come valore come valore insieme
Perché tutta la storia e la nostra economia Estate Protagora questo principio che evidentemente risponde a una interazione e qui vengo su temi che sono certamente a voi cari che in qualche modo hanno a che fare con l'oggetto del vostro seminario
Il bello del nostro paesaggio il bello del nostro ambiente
Avuto una profonda interazione con gli uomini non è spiegabile altrimenti come ci sia una concentrazione bello in termini di valori di patrimonio culturale così elevato nel nostro Paese rispetto ad altri Paesi
Certe giustificato dalla storia e giustificato dalla diffusione di poteri del potere poterono ma erano al potere imperiale il potere dei pontefici il potere dei signori potere banchieri il potere dei mercanti che poi per questa straordinaria rispondenza rispetto al feeling della cultura anche popolare nel bello magnificare al suo potere
E e però tutto ciò ha reso l'Italia prospere Florida fino
A seicento
E se vogliamo andare a vedere come questa vocazione al bello in qualche modo ancora oggi rimane
Una nostre caratteristiche e caratterizza la divisione internazionale del lavoro che viene nel nostro Paese lo vediamo in tutti i prodotti industriali
Il la connotazione funzionale estetica e sono credetemi la stessa cosa perché il bello e funzionalità e la funzionalità e bella
Sono come dire il il il punto di forza di grande forza
Delle nostre delle nostre produzioni
Allora la scuola non c'è dubbio del recuperare il valore educativo del bello il valore educativo
Per rispetto dell'ambiente
E dell'apprezzamento dell'ambiente come fonte
Soltanto di risorse
Che devono
Perpetuarsi e rinnovarsi per reggere azioni future ma come fonte d'ispirazione
Estetica
Non fine a se stessa mettermi in ti apprezzamento funzionale
E il il sistema educativo deve poi da queste radici trarre forte linfa
Come
Complessità abbiam detto una delle cifre fondamentali dell'oggi complessità che crescerà enormemente cresce perché i fenomeni della globalizzazione accrescono la complessità perché la tecnologia accresce
Di qualche ordine di grandezza la complessità di base la tecnologia da potenzialità straordinarie quella legata alla fusione di informazione di comunicazione
E
Il la complessità
Difficile da gestire
In qualche modo in dominanti del in qualche modo innominabile sicuramente non è dominata vile attraverso la costruzione di sistemi
Di influenza che sono
Diciamo orientamento controllo e analisi complessi
Perché un sistema complesso di orientamento e controllo diventa esso stesso ingestibile
E non produttivo di risultati
La complessità può essere affrontata con sistemi semplici
Voi pensate per fare un esempio banale a apparati di tipo professionale di riproduzione del suono
Che sono gestibili soltanto a livello di specializzazione di esperienza molto elevata invece un apparato user friendly perché ha
Due pulsanti con i quali si gestisce una complessità enorme
Allora
Se la complessità del problema e la risposta la complessità partono passano attraverso logiche e sistemi di interfaccia semplice il primo problema che un sistema educativo
E quello di essere integrato e qui valgono tutte le considerazioni che ha fatto l'amico bene speri con cui tante volte ci siamo disperati e due misure ha un nome auguranti tema ci siamo concretamente disperati per cercare di gestire la complessità
Di alcune imprese comuni
Dev'essere integrato e deve basarsi su alcuni principi molto semplice
Molto semplice
Perché altrimenti la complessità non si governa
Il primo e fondamentale principio che la risposta alle esigenze educative
Non si fa programmando l'offerta
Si fa ascoltando la domanda che banale voglio dire una cosa semplicissima gli ingegneri chimici ci hanno messo il fallimento all'industria chimica italiana per capirlo
L'ora costruito dei grandi impianti che erano assolutamente efficienti nel rispondere a un mercato che poi nel frattempo non c'era più
Perché programmano l'offerta lo facciano se il programma
Si deve ascoltare la domanda si deve archi vedere la domanda questa è molto difficile in verità
Per cui non si può fare una valutazione di domanda solo in termini quantitativi va fatta in termini qualitativi Fini
Per poi orientare di conseguenza l'offerta
L'autonomia significa poi questo
Ma un tono mia senza sistemi di regolazione può significare disastri
E allora i sistemi di regolazione anche qui devono essere sistemi abbastanza semplice
Quali
Ma per esempio certifichiamo i processi formativi
Perché se si certifica i processi formativi sia una certa costanza di qualità
Certifichiamo i risultati
L'approccio alla qualità è un approccio che garantisce come dire risposta adeguata alle esigenze
E
Diamo su comunque
A degli organi
Ai diversi livelli capacità e responsabilità di indirizzo e controllo ma non responsabilità di gestione
Se diamo insieme responsabilità di indirizzo di gestione e di controllo creiamo dei disastri
Perché e del tutto incompatibile la funzione di indirizzo e controllo con quella di gestione come e del tutto evidente
E facciamo quindi crescere il sistema educativo e formativo in una differenziazione
Ai diversi livelli in funzione diverse vocazioni del territorio che si stanno riscoprendo con forza che sono il grande
Fattore competitivo che noi concretamente abbiamo
La riscoperta delle vocazioni perché se cioè la vocazione è come dire l'intima rispondenza
Di qualità che sono permeati culture locali
Si sono sedimentate in culture locali e che devono essere riscoperte rilasciate e che sono la base per poter poi fare gli upgrading che sono necessari per sopravvivere e affermarsi la competizione mondiale per fare continuamente innovazione
Quando ci si chiede mi si chiede ma l'industria italiana non è innovativa abbia risposto ma non è vero ma non è vero l'industria italiana è straordinariamente innovativa non è innovativa perché non va sui sedimenti hi-tech
Ma che significa
Non esiste
Un settore avanzato settore arretrato un settore e si son dei settori in cui circola domanda
E in estinzione ci sono dei settori in cui circola domande in espansione e la capacità competitiva e data dalla forza di identificazione
Della funzione Del Bene
Un bene deve rispondere dei bisogni i bisogni cambiano
E allora i beni le risposte devono cambiare la capacità di adattarsi all'evoluzione dei bisogni fattore competitivo fondamentale questo vale per qualsiasi settore
La tecnologia è una componente non è fatto
E questa capacità da noi esiste in modo assolutamente spicca
Perché perché
Per il nostro è un Paese di imprenditori e qui arriva la risposta
Che mi ha sollecitato per prima
Ed è così la quantità di di imprenditori italiani la densità di imprenditori italiani la percentuale imprenditori Teresa dopo l'operazione e la più alta del mondo ben quattro cinque milioni di imprenditori seconda di come li si voglia contare
Imprenditori significa persone che organizzano con capitale risorse
Ivi comprese uomini
E potenzialmente dovranno diventare molti di più perché il sistema di organizzazione a rete
Richiede imprenditorialità diffusa e le stesse logica del rapporto di lavoro evolvono per contenuti imprenditoriale sempre più marcati
Perché in questo panorama di grande
Come dire
Insieme incertezza e
Mutevolezza
Le forme di organizzazioni adattati saranno sempre più spinte quindi le forme di organizzazioni flessibile organizzazione a rete si diffonderanno in maniera straordinaria
Martedì
Gli snodi dell'organizzazione a rete
Sono figure di tipo imprenditoriale prescindendo completamente la loro qualificazione giuridica possono esser lavoratori subordinati possono esser lavoratori autonomi possono essere prese consorzi chiamiamoli come vogliamo posso comunque figure imprenditoriali e sempre di più chi lavora quale che sia la sua condizione giuridica avrà caratteristiche di tipo imprenditoriale nel momento in cui dovrà lavorare per obiettivi
Perché non lavora più per compiti
Perché è un'altra delle conseguenze del sistema flessibile che non si lavora per compiti ma si lavora per obiettivi e una corresponsabilità dei risultati
Ma in una condizione come questa in cui
è richiesta
Una notevole flessibilità in termini di comportamenti adattativi
E qual è la condizione dell'uomo qual è la condizione di chi si riaffaccia sul mercato del lavoro UE sul mercato del lavoro oggi è una condizione misera
Nel nostro Paese perché
Perché per poter essere veramente imprenditori e in particolare imprenditori di se stessi avere la capacità di adattarsi al cambiamento occorre un capitale non è un capitale economico finanziario e capitale di conoscenze e competenze
Soltanto che abbia conoscenze e competenze
Adeguate
E adeguabili perché non è soltanto il problema l'adeguato oggi l'adeguamento in continuo
Al cambiamento
Potrà stare sul mercato o in condizioni onorevoli
Chi è privo di questo capitale
Per ed è privo del potenziale di adeguarvi vita continue sarà peggio
Della forza lavoro marziana
Di cui
All'origine
Del Capitale di Marx
Sarà molto peggio
Perché non avrà come dire non avrà valore
E allora l'attenzione processi educativi e formativi dovrebbe essere il primo problema di ogni Paese
Non soltanto nei programmi ma dei comportamenti concreti
Il il tema è un tema di assoluto rilevante interesse cosa facciamo
Ha detto patti Passerini bisognerebbe fare un patto per la formazione un patto per la formazione c'è già ma dovremo fare qualcosa di più
Dalle attività di individuazione dei fabbisogni qualitativi che stiamo facendo con il sindacato con su scala nazionale in ogni Regione in alcune regioni l'avevamo fatto in anticipo rispetto all'avanzamento di indagine nazionale
Chiamo contributo importante
Io credo che dovremmo fare
Qualche
Come si dice
Passo avanti decisivo qualche sfondamento di barriere decisiva a decidendo di in qualche modo giocare in proprio risorse su questo terreno
Io penso che l'occasione potrà essere prossima perché
Siamo stati invitati eravamo invitati dal precedente Governo ma so che anche l'attuale
Ha desiderio di invitarci al tavolo del patto per lo sviluppo ecco il patto per lo sviluppo per me
Senza
Fra i ministri non è aria fritta non deve essere aria fritta con delle semplici essere un grande patto di investimento su formazione educazione in cui se le parti sociali decidono di giocare in proprio delle risorse
Voglio vedere cosa fanno gli altri
A fronte
L'altra cosa da fare è che giocando a questo ruolo nel rispetto assoluto
Delle altrui responsabilità dell'altro autonomie ma vogliamo andare a snidare un po'
Le come dire condizioni di palude in cui in molte parti del Paese questo problema è tenuto
Perché voglio dire sarà la Regione economicamente più progredita del nostro paese la Lombardia ma se in Lombardia la regione assegni residui
Del del fondo sociale europeo speri lo sa meglio di me Candy
A un tanto a testa a pioggia per cui tale
Contribuzioni residue di un centinaio di milioni Anna trentina quarantina istituti voglio dire ma che in che modo è questo di di di gestire Risorse
Le risorse si gestito per priorità
Se nel sud del Paese
La formazione formazione dei parrucchieri
Veramente veramente siamo siamo fuori dal mondo ecco
E dall'altra parte
Oltre che
Questa come dire quest'investimento diretto ulteriori responsabilità non non mi sfida
Considerazioni ulteriori sulle esigenze di semplificazione
Del del sistema
E della formazione
E
Diciamo del del
Dei contratti atipici che la formazione contengono creme sono proliferati in maniera eccessiva
E
Del revisione TTT illogica e della di flessibilità che poi devo trovare la formazione contrappesi ecco tutte queste cose son cose da fare con una certa
Con una certa urgenza su moltissime di queste cose con il sindacato abbiamo opinioni e obiettivi comuni
E azioni comuni su altre cose siamo ancora distanti sul concetto di flessibilità del suo legame con la formazione e
Sull'esigenza da una parte di semplificare dall'altra ampliare
Di strumenti
Abbiamo qualche distanza almeno con alcune componenti organizzate del sindacato
Io confido e qui c'è colgo anche un segnale di novità
Che l'aver dato una persona come Bassolino responsabilità del ministero del lavoro e nello stesso tempo il dipartimento per il Mezzogiorno
Significhi la possibilità di schierare finalmente alcuni dannosi Problemi mi augurerei poi
Che nessuno dico nessuno regioni Province
Si chiudessero dentro
Pretese di specificità
Se si parte dal riconoscimento
Che il tutto e da costruirsi partendo dalla domanda e quindi partendo dal rispetto delle realtà locali credo che maggiore garanzia non possono esserci nessuno ha dell'età pianificatorie programmatorie sull'offerta ci piacerebbe che anche le regioni non l'avesse non è così
Al pianificatore centrale sostituiamo tanti piccoli costola regionali credo che senta tutti dalla dal dalla tabella nella brace
L'ultimo
Problema che volevo trattare sulla scorta del suggestioni
Che mi ha dato Passerini ahimè deluso dimenticato e quindi chiuso quindi
Grazie
Questo passaggio sul il bello e il ben fatto non potremmo sintetizzando il discorso del ventitré bello utile anche funzionale e ben fatto insomma
Mi mi mi crea lo spunto per dando la parola per l'intervento conclusivo Ermete Realacci per chiedergli una cosa certamente complicata in pochi minuti prima su cui credo cederemo spender tutti si parla molto di qualità
Morese ci ha parlato di qualità del lavoro turca ieri si è parlato di qualità del lavoro qualità dell'impresa
Estetica funzionalità creatività ne abbiamo forse tra i diversi Paesi d'Europa un quasi un DNA imprenditoriale diffuso nelle persone e che viene davvero bloccato da un lato dalle procedure amministrative dall'altro
Da certificazioni competenza dall'altro ancora da un sistema di Venture Capital per dire
Poi può potrà dilettanti insomma no per cui il sistema bancario dà i soldi chi li anelli dalle idee eccetera eccetera che ci sarebbero molte cose da mettere in campo però credo davvero che propensione al rischio all'imprenditorialità e così via sia un valore di questa Italia della qualità
E chiedo Ermete se sinteticamente ci può dire dal punto di vista della Legambiente quale potrebbero essere di quattro cinque punti che compongono una sorta di manifesto per un'Italia di qualità su cui vale la pena spendersi puntate
Ma io credo che ci aiuteranno questi incontri ci ha aiutato anche incontro adesso ci aiuta anche questa
Campionaria a cercare di capire cosa intendiamo uno e per un'Italia di qualità innanzitutto devo dire che come si è sentito discorsi e parte
Le cose che ha detto bene speri molte delle cose che ha detto Callieri a parte po'bisogna entrare nel merito Marie magari ci sarebbero delle differenze su alcune questioni sembrano delle cose che diceva Legambiente
Non sono le cosche distrutto la Confindustria certo Händel come come nel accentuazioni
Perché e qui vengo cerco di rispondere alle alla alle alla domanda di Passerini ma che cosa c'abbiamo in mente nella sostanza e qual è il taglio che abbiamo voluto dare a questa iniziativa e a questo convegno alla nostra attività dei vari settori
Che quando si parla di politiche ambientali in generale e in particolare nel nostro paese non si parla di politiche che possono essere autosufficienti e un po'una distinti no si difende l'ambiente per difendere l'ambiente cosa sacrosanta mo'per difendere la salute dei cittadini ma questo si incrocia
Per l'appunto in particolar modo in Italia con la difesa e la valorizzazione di quanto questo nostro Paese a di unico al mondo
Scusate se procede un po'à sciabolate vista anche l'ora della rivale cosa l'Italia nel mondo è nota per due cose per la mafia
E e questo difficile
Sfruttarlo come fattore competitivo diciamo no
Dobbiamo cercare un pochino dire prima romanzi e poi è nota per un insieme di questioni che costituiscono il retroterra positivo che emana dal nostro Paese in cui le cose che Callieri diceva all'Italia di qualità
Sono e le politiche ambientali sono inscindibilmente collegati per questo insieme di questioni attengono al patrimonio storico culturale una civilizzazione millenaria che ha prodotto socievolezza socialità delle città saper vivere coesione sociale in qualche maniera e anche buoni prodotti buona cucina insomma tanti fattori che fanno sì che l'Italia sia considerato nel mondo un paese gradevole che ha degli elementi positivi questo è vero in parte
è un ragionamento che si può estendere in parte anche al modello europeo rispetto ad altri modelli
Quello vale in parte anche per loro pensate anche a quanto sono differenti gli accentuazioni però questo ci porterebbe lontano di del sulla discussione delle discussioni sulla globalizzazione oggi da quanto erano due anni fa
Due anni fa gli esegeti della globalizzazione gli apologeti di una globalizzazione che è un problema con cui fare i conti per capirci che crede da cercare di governare avrebbero indicato io ho letto una volta una relazione agghiacciante sul futuro prossimo venturo di un simpatico economista della London School of Economics
Che sostanze che descrive un mondo in cui il modello era il Sud-Est asiatico ma non il modello solo economico anche il modello sociale non so come dire di relazioni di perdita di coesione di di frantumazione diciamo sociale e culturale
Oggi nessuno proporrebbe una scenario del genere dopo
La crisi che c'è stata allora se questo è il quadro l'Italia di qualità l'Italia
Che noi vogliamo difendere e anche uno dei fattori competitivi più straordinari che l'Italia Cia
A disposizione in questo condivido e candida detto delle cose che io presidente condivido in maniera totale anche Lino e abbiamo talvolta una bici subalterna della modernità c'è un problema enorme in Italia diciamo di ricerca scientifica di Hi tech eccetera non bisogna abbandonare ovviamente quel terreno ma non si può avere un'idea della modernità che tutta mutuata dagli altri Paesi
Il lavoro lo dico sempre scherzando ma non è che piazza Navona la Gioconda o un formaggio italiano sono meno moderni dell'ultimo computer della Apple
Perché nel rapporto fra materia informazione suggestioni l'ultimo computer Apple compete con questi sfido io a concentrare in queste che innovi sono frutto di una cultura secolare tante di quelle informazioni no da produrrebbe l'effetto allora avvenire anche un'idea di modernità autonoma non so come dire che tende a rivalutare in questo di nuovo da qui son d'accordo con con con gli altri due relatori che che sono presenti verso questo tavolo a rivalutare anche l'identità l'orgoglio di appartenenza che in Italia non può che essere un'identità collegata alle città l'Italia io sono un patriota et de noantri di un po'retorici ma in Italia l'identità nazionale non non può che essere figlia delle città e del territorio non abbiamo mai avuto una tradizione simile a quella di altri Paesi rapporto che c'è fra un marsigliese olio Nese Parigi
è completamente diverso dal rapporto che c'è fra un fiorentino una pure danno un palermitano milanese a Roma sono storie completamente diversi ma lì in queste storie cella RIS la possibilità di scoprire un tessuto comune e un grande fattore di competitività per il nostro Paese
Io so perché viene anche molto impegnato sull'uso dei beni culturali ci sarà un appuntamento molto importante al Lingotto di Torino
Il prossimo mese su questa materia da lì bisogna partire questa è la via che cerchiamo di indicare anche nella nella né in questa campionari queste delle con lavoro perché non abbiamo fatto una mostra delle occupazioni pubbliche in campo ambientale
Abbiamo cercato di suscitare per la prima volta e sono sicuro che faremo di meglio in futuro l'insieme di suggestioni che emanano da quest'idea dell'Italia di qualità questo ha due conseguenze che rapidamente voglio analizzare una sulle caratteristiche del lavoro lo diceva bene bene spedì all'inizio
Se questa è la cosa che ne abbiamo in mente l'idea di lavoro che è collegata a questa competitive a questa nuova competitività è diverso dal lavoro che tradizionalmente si ha in mente e questo ovviamente delle conseguenze molto forti
Sul problema della formazione qui le cose ha detto basta e e sottoscrivo tutte
Ma in particolar modo questo significa che in qualche maniera quasi tutti quelli che dovranno trovare lavoro in futuro dovranno essere imprenditori di se stessi
No non avremo più l'esigenza o avremo in misura sempre più ridotta l'esigenza di una formazione professionale e di figure professionali che in qualche maniera si inseriscono come caselle dentro un quadro di il sistema produttivo che è rigido
No ma avremo l'esigenza da parte di tutti di in qualche maniera inventarsi un po'qualcosa
Questo il lavoro penso culturale straordinario che fa anche il Corriere lavoro che questa questa questo punto lo sottolinea sempre con grande importanza e questo ha conseguenze enormi ha conseguenze nelle politiche sociali ha conseguenze nelle politiche formative nelle politiche sociali qui è condivisibile quello che la villa detto anche prima
Guai a ripetere ancora gli errori che sono stati fatti il nostro Paese anche nel campo occupazionale penso allarga parte dei lavori socialmente utili non tutti chiusa dal palco esperienze positive in lavori socialmente utili
Ma larga parte dei lavori socialmente utili in Italia sono stati dei in questo per esempio Bassolino visto perché che citava ha sempre polemizzato con grande violenza nei confronti delle liste di lotta di Napoli no e aveva ragione perché vista di nota di Napoli anche quando esprimono
Esigenze giuste in realtà sono pezzi di passato clientelare
Cioè tendono a difendere la propria possibilità di rimanere in quella collocazione che ha una collocazione che senza uno a flusso continuo di denaro pubblico che non è verificato in nessun caso dall'utilità di quello che loro realizzano è impossibile mantenersi
E quindi un esperienza non generalizzati
Si può decidere che uno assiste in questa maniera alcune decine di migliaia di persone ma l'ha fatto fare un passo avanti né agli altri né al Paese in generale
Allora tu ha delle conseguenze quindi sul terreno del tipo di lavoro che si va a costruire del tipo di formazione che si va a costruire e in questo l'Italia deve sicuramente capitalizzare questa flessibilità che data dal sistema imprenditoriale che talvolta è stata devastante
Adesso non per se uno anche in Toscana e sosta disastri ma se uno vede dall'aereo il Veneto che pure ha tanti elementi positivi e guarda com'è ridotto il territorio del Veneto capisce che questa è e spazi del paesaggio che questa ammicca Paci da imprenditoriale
Che è una straordinaria ricchezza per esempio adesso perché c'è la ville rispetto ai nostri cugini francesi che sono molto più rigidi
Hanno raggiunto dei grandi obiettivi del rispetto alla strutturazione anche all'high tech in qualche caso ma sono rigidissimi dispetto non so al trevigiano dove abbiamo una partita IVA ogni nove persone però questa capacità imprenditoriale
Ricordo dolce Bonanno di quindi
Conosce queste cose ma questa capacità imprenditoriale non governata diventa un succo gastrico impazzito perché in Veneto a devastato nel suo territorio in misura appena un pochino più civile dal Casertano
No del casertano abbia avuto un abusivismo gestito dalla camorra li abbiamo avuto una cosa diciamo dentro la legalità ma ugualmente devastante quindi è una grande pure ricchezza sebbene ben orientata e in ogni caso il futuro della formazione del lavoro richiede flessibilità e imprenditorialità personale no in questo veramente il sindacato deve cambiare molto
Perché non risorsa straordinaria ma c'è il rischio che tutta questa cosa non riesca a intercettarla cura culla Polo così come oggi è strumentale
E questi e qui finisco richiama anche voi anche la scuola
Qui noi abbiamo sempre seguito una suggestione come politiche della Legambiente come scelte anche operative che Legambiente ha fatto cioè di concepire l'ingresso dell'ambiente nella scuola non come l'aggiunta di un ambito di una materia di un corso odio ma di concederle come un meccanismo diciamo che tendeva a rileggere i percorsi scolastici in rapporto al territorio c'è l'esigenza adesso sto parlando pare non tanto dei percorsi formativi promesso l'approdo della scuola o la scuola
Risponde a una a questa carenza di mandato sociale che anche Vittorio Cogliati citava nella sua relazione
è chiaro che l'alfabetizzazione pura e semplice non è più un mandato sociale sufficiente per l'Aspen mantenere in piedi l'identità degli insegnanti l'orgoglio degli insegnanti
La passione degli studenti o questo mandato sociale viene riletto attraverso l'esigenza di collegare la scuola l'esterno è collegata all'esterno la scuola
Non a caso l'abbiamo come chiave diciamo di Inter traccia di questo una campagna che si chiama lavori in corso che tende diciamo a ridefinire l'esperienza scolastica
Proiettando la fuori dalla scuola cioè non guardando la soltanto attraverso l'ombelico delle stelle dell'istituzione scolastica
E deve capire anche l'inverso
Oppure perdiamo diciamo un'occasione diciamo per utilizzare anche queste politiche per affrontare la diciamo il cambiamento di questo è uno dei dei settori centrali
Del del del per la costruzione del futuro del nostro Paese questo è anche il motivo per cui abbiamo avuto iniziare con questo convegno questa serie di appuntamenti questo è anche il motivo per cui lo dico senza piaggeria
Per chiudere io lavoro veramente grande successo all'iniziativa del Corriere Scuola che Passerini ha portato avanti perché penso che questa iniziativa del Corriere Scuola se saprà produrre nel mondo dello scuola
Quel tipo di cultura che Corriere lavoro nell'ambito di quello che può fare un supplemento un grande quotidiano perché nulla è risolutivo rispetto a questo ragionamento ha prodotto a mio avviso nella non solo come utilità di strumento per coloro che cercano lavoro ma anche come costruzione di una mentalità diversa se Corriere Scuola come penso riuscirà a produrre anche questo questa revisione del mandato sociale della scuola alla luce della costruzione di questi dalle di qualità che hanno tutti sta a cuore credo che sarà un passo avanti utile per tutti
Grazie buona giornata a tutti ovviamente