I problemi economici dell'Italia: si può parlare di recessione?

Radio radicale continuiamo a parlare della recessione economica tecnicamente forse non in recessione così al lo dicono gli economisti ma sicuramente la congiuntura economica non va assolutamente bene abbiamo i nostri microfoni Giampaolo Galli direttore del Centro studi di Confindustria l'ora dottor Galli punto primo tecnicamente voi economisti dice di te non siamo ancora in recessione però mi pare che le cose non vanno per niente bene per l'economia
è una situazione di sostanzialmente di stagnazione
Le previsioni per il
La il prodotto interno lordo la ricchezza complessiva prodotta dalla nazione nel novantanove sono di incrementi che non potranno più essere l'uno e mezzo previsto dopo una ulteriore debito basso dal governo ma che sta
Probabilmente più vicini all'uno per cento questo vuol dire una crescita veramente molto basso
Questo sconta
Che una qualche
Nella seconda metà della
Che se stiamo ai dati che abbiamo fino ad oggi vediamo in
In una situazione di
Che ore o leggera riduzione allora innanzitutto dottor Galli questo che cosa comporta per i fatidici tre conti pubblici che dovrebbero essere in linea col Patto di stabilità di Maastricht acquatiche abbiamo
So che da un lato la minore crescita dovrebbe
Avere un impatto negativo e normalmente ce l'ha
Però dobbiamo prendere a
E i dati dei primi quattro mesi resi noti dal ministero del Tesoro sono positivi cioè sono in miglioramento rispetto all'anno scorso per cui per ora non si può
Sulla base dei dati che abbiamo che
Alla minore crescita circa stando fuori dal dagli obiettivi per quello che riguarda la finanza pubblica
Tre che non abbiamo grandi margini deve continuare
Per ottemperare
Ai clienti europea una politica il rigore a tra poco e che qui però arriviamo a un punto molto delicato nelle occupazione non sta andando per nulla bene insieme con la stagnazione economica acqua e
Aldo sufficientemente bene
Meglio di quanto non fosse andata in tutti gli anni precedenti
Stanno diffondendo forme di contratti più
Tradizionale contratto a tempo indeterminato si sta un po'sensibilizzando come si suol dire un pochettino più
Danno ricordo do chiunque nel tanto perché questo è oggi consentito a contratti di formazione lavoro contratti a tempo determinato
E questo ha dato luogo ad un incremento di occupazione nell'ordine delle centocinquanta mila unità nel novantotto cosa che invece
Con e contatta corredati degli anni precedenti quando perdevamo occupazione di questo sembra indicare abbastanza chiaramente la via che bisognerebbe seguire per diminuire la disoccupazione e e non c'è dubbio che questo fa una grande differenza
Flessibilità del mercato del lavoro e questo aiuta poi anche perché i nuovi occupati sono poi i persone che sono che possono e dono e quindi questo aiuta poi a mettere in moto tutto il meccanismo della crescita e quindi anch'
E meccanico fiscale quindi potremmo dire che grazie a questa nuova occupazione flessibile in qualche modo sia evitato una diminuzione ancor più radicale del PIL del prodotto in onore del rottame
Non c'è dubbio ecco ma qual è il fattore o i fattori scatenanti di questa crisi insomma perché magari qualcuno dice prima chissà asiatica ora la guerra del Kosovo sono credibili che si tratti che sono questi i fattori scatenanti oppure c'è qualcosa di più grave nella struttura economica per la
Ma guardi
Il calo dell'attività industriale precede la guerra nei Balcani e quindi questo non può
Sicuramente ha avuto un impatto
Però il pro
Quei dopo che ha avuto un impatto su tutta Europa il problema
La un Paese
Che diciamo entra in crisi
Riuscito a conoscere la crescita mente mediamente l'Europa
Il novantotto ricordare un numero che
Tre per cento Italia cresciuta di pelo dell'uno e mezzo per cento quindi ed entriamo in crisi
Tutto il un periodo di crescita che invece verso l'Europa e qui sono i problemi strutturali dell'Italia è un problema di congiuntura e qual è questo fine problemi strutturali nei riguardi sono se mi sono quelli dell'ancora insufficiente flessibilità del mercato del lavoro
Di una pubblica amministrazione incredibilmente inefficiente sicuramente fra le più inefficienti in Europa
E della
Pressione
Tale su famiglie
Il governo
Da questo punto di vista continua a dire che ha fatto e farà di più maestro
Che continua
Comunque ora perché
Analoga a quella a del mille novecentonovantasei dopo il picchio che c'è stato per raggiungere i parametri di Maastricht nel novanta
Che purtroppo diciamo il
Ma ancora non ritiene credibile una promessa o un impegno alla riduzione nei prossimi anni perché abbiamo un debito pubblico elevato
Do le cose che occorreva appare per quello che riguarda
Rollo della spesa pubblica
Il componenti strutturali teso a cominciare dalla spesa pensionistica per cui una prospettiva che
Cinque dieci anni
Ma non è credibile perché chi invece
è tanto preoccupato di sapere qual è la
Tale norma deve avere un orizzonte per fare un investimento di
Un orizzonte temporale più lungo e come non vi è anche un altro dato e comincia a essere preoccupante cioè che vi è una contrazione dei consumi quindi servirebbe anche una diminuzione del carico fiscale per alimentare i consumi
Ma guardi questa cosa
Molto delicata che chiaramente chiamo poi gli effetti boomerang perché ho rana strutturalmente la finanza pubblica e allora poi ci possono strutturalmente ridurre le
Oppure si dà un effetto di stimolo quest'
No e poi
O l'anno prossimo quindi il problema è intervenire sulle tasse ma bisogna internet per intervenire sulle tasse strutturalmente bisogna intervenire sulla spesa finalmente e questo
Raggio di fondo poi posso
Metterci come dire
Possono e
Misure di stimolo ma teniamo conto che queste
E che quello
Torno dopo ecco questo e quindi che hanno Pedetti
Più sono temporanei di prole il problema di fondo il problema strutturale di fronte bisogna riformare i meccanismi della spesa pubblica in questo modo si possono ridurre per
Strutturalmente il carico fiscale sono le imprese sia sulle famiglie va bene la ringraziamo ringraziamo il dottor Giampaolo Galli direttore del Centro studi di Confindustria pone ascolto come sempre da Radio radicale abbiamo ora i nostri microfoni Guglielmo Epifani segretario generale aggiunto dieci
CL la prima domanda che ti volevo fare ma siamo allora in recessione economica diciamo che siamo in una fase di di stagnazione molto forte i valori per adesso sono tutti nega
Lippi per capire effettivamente se siamo il termine tecnico in una fase di recessione aspettiamo ancora un paio di rilevazioni mensili però non c'è dubbio che siamo in presenza di un orientamento molto forte della crescita
Ai limiti del però ecco ma quali sono le vostre valutazioni valutazione del sindacato sull'origine sui fattori che hanno che scatena non scatenare questa situazione va dunque non è a
Carli anch'io invidio chi ha certezze perché in RAI da questo accorciamento pigri congiunturali sta determinando grandi i grandi difficoltà per la coloro che studiano le prospettive patti solo pensare che accanto a questo a inazione noi abbiamo una crescita dell'aumento dello copertura di pendente per dire come il rapporto tra ciclo economico il ciclo occupazionale molto più complesso di una volta diciamo che sicuramente hanno composto più fattori a far ma complici puramente il fatto che cominciamo a sentire una forte pressione sulla domanda sia di investimenti per i consumi in relazione alla stretta delle politiche di bilancio abbiamo sicuramente è un al quadro di aspettative meno certo per il futuro derivato sia il fatto nuovo dell'Euro moneta unica sia per quanto riguarda la ma la situazione della guerra per cui una parte di impresa aspetta investire siamo in presenza di ritardi parlamentari nell'attuazione di una parte del dei provvedimenti portati a dicembre per cui sono in preda deve fare investimenti aspetta qualche mese perché potrà così e dei vantaggi della super ditta che ancora oggi non sono non sono in vigore e probabilmente l'insieme di queste questioni sta determinando questa particolare forte situazione ma non c'è ovviamente il quadro europeo che è
Sappiamo crescere meno di quanto non cresca ad esempio l'economia americana ecco ma non vi è un fattore strutturale molto pesante ovverosia la forte forte carico fiscale che in qualche modo appesantisce moltissimo lo sviluppo della nostra economia ma
Lo non c'è dubbio mai forte carico fiscale lo frenava anche due anni fa quando invece avevamo qualche tasso di sviluppo più avanzato abbiamo come i Paesi e anche come media dei Paesi europei un carico fiscale che superiore non c'è dubbio
O all'Inghilterra uguale clericale e su questo non c'è dubbio però allora un fatto nuovo ma non è
No non è che unito appunto con la minore doma andate a usare dei la crisi asiatica dei mesi scorsi e con altri fattori di crisi questo fattore strutturale sta diventando molto pericoloso insomma e non c'è dubbio che non l'ha nel momento in cui
Il competizione si gioca a tutto campo non ci sono più barriere soprattutto la mobilità dei capitali d'investimento non c'è dubbio che differenziali i fiscali o di costo molto forti vantaggi uno quell'economia ma quale economia vantaggio soprattutto ci ha quasi economia svantaggio soprattutto e quelle che sono collegate a un competizione basata sui costi e non sulla qualità per cui una parte delle nostre in prede che in tutti questi anni affatto porta soprattutto su costi più bassi oggi si trova più Vantaggiato ecco però tu dici si trovi svantaggio
Ad evidente che vi è anche un altro fattore il fatto che non si può utilizzare più una lira per svalutare dato ecco ma tutto ciò significa che l'impresa devono evidentemente ammodernarsi ma che deve in deve essere più flessibile il mercato del lavoro e che il sistema sociale deve essere molto più o anche se un po'più flessibile e deve essere riformato il sistema del welfare ora
Che tutto questo richieda diciamo un sistema in quanto tale più competitiva e più flessibile non c'è il minimo dubbio ora per quanto riguarda dette diciamo elementi di questa flessibilità abbiamo in campo dedica pareri noi pensiamo ad esempio che una parte di flessibilità legata alla prestazione di lavoro già ci sono le prede ritengono ce ne vuole di più
Per quanto riguarda quel fare il problema mi pare più rilevante no si misura tanto nella per la complessità sociale la quale comicità è più bassa che negli altri paesi impone che mai nel rapporto tra i diversi tipi di finita la vecchia questione tra quanto si spende in pensione e quando si spendevano si spende in altre forme di protezione insomma
Quello che ti vuole chiedeva non è il caso che sarebbe necessario diminuire di diversi punti percentuali infine il peso fiscale per far cioè l'Est necessario diminuire di altrettanti punti percentuali la spesa pubblica l'aspetto adesso oltre a lei dedicato perché noi ora la spesa pubblica fatta
Parte consistente dalla spesa sociale non tutta la spesa pubblica ovviamente la spesa sociale per quanto riguarda la metà Sirchia Bulleri un poco di più per quanto riguarda la spesa sociale noi siamo di tre punti al di otto da medio europeo quindi mi pare complicato comprimere ulteriormente diverso capisco il discorso feci debba continuare a spendere molto in pensioni e meno in altre forme di protezione ma questo diciamo al discorso interno alle a di composizione della spesa non di livello della spinta deriva per la pubblica io credo che si possano ancora vere dei margini di di riduzione ovviamente però non possiamo neanche dimenticare che abbiamo poi dei vincoli di debito e quindi di bilancio che rendono molto più complessa la possibilità sia di
I di abbassare in maniera molto drastica il livello di pressione neanche un cane ecco a tutto questo però visti appunto distrutta la nostra economia se non si non c'è qualche intervento strutturale potrebbe e potrebbe farlo io però prima di arrivare a una parola definitiva su questo vorrei
Non sono convinto che fenomeni come questi che avevamo la
Causa di tutti i nostri problemi benché la componente non la causa diciamo unica bene ti ringraziamo Lega siamo Guglielmo Epifani segretario aggiunto della CGIL buon ascolto come sempre da Radio radicale