Rassegna stampa economica

Buongiorno radio radicale lunedì venticinque maggio mille novecento novantotto stampa e regime supplemento da lunedì pomeriggio dedicato all'economia in particolare Ice supplementi economici dei principali quotidiani italiani che escono appunto il lunedì il CorrierEconomia di oggi apre a tutta pagina sulla questione Bill Gates Microsoft nella tana di Bill il cattivo reportage assi attorno alla sede dalla Microsoft in guerra con l'Antitrust
USA ci occuperemo di Bill Gates e dei suoi guai con l'Antitrust iconici dei suoi guai con l'Antitrust sempre sul Corriere Economia nella prima pagina gli abiti usati idea rottami ammonì e sì paventa che la il meccanismo dell'incentivazione
Attraverso rottamazione possa essere esteso come chiede Marzotto non Piero ma Gaetano anche al settore
Della abbigliamento al settore del tessile Affari e Finanza apre invece con un articolo di Luciano e di Sergio Luciana Salvatore Tropea sui destini dalla FIAT vento fresco su FIAT ovviamente
Si fa a si gioca sul cognome di Paolo Fresco che succederà Romiti come presidente della multinazionale di Torino e nell'articolo si adombra la possibilità di un raccordo della FIAT col neo colosso derivato dalla fusione della Daimler quindi Mercedes-Benz e della Chrysler mentre a fare finanza si occupa della FIAT quindi di Agnelli cioè del editore del Corriere della Sera Il Corriere della Sera nel supplemento CorrierEconomia si occupa di l'ingegner De Benedetti dell'ingegner De Benedetti editore di Repubblica con un articolo perché vedremo ingegnere di carta in cui si in cui si dice che ormai il core business dell'ingegnere di livrea lasciato le telecomunicazioni sempre di più diventa e diventerà l'editoria
Apriamo questa Breve rassegna stampa questo breve supplemento di rassegna stampa occupandoci della Telecom si avvicina una Assemblea quella del mi pare sedici giugno un'Assemblea della Telecom che si preannuncia particolarmente calda
Ha preannunziato la propria partecipazione anche Di Pietro come difensore e paladino dei piccoli azionisti quindi Telecom no così non va pagina nove del Corriere Economia a scrivere è Maria Teresa Cometto disorientati mortificati delusi decisamente arrabbiati variano le tonalità con cui i gestori italiani e stranieri definiscono il posto il proprio sentimento umore verso il primo esperimento di Public Company tricolore Telecom Italia ma il giudizio di base senz'altro negativo tanto più che loro gli italiani soprattutto
Nella madre di tutte le privatizzazioni avevano creduto e erano persino votato l'assemblea del trenta ottobre mille novecentonovantasette tre consiglieri di minoranza che avrebbero dovuto rappresentare la voce dell'azionista di fuso nel modo sia l'amministrazione presso il brutto all'epoca da Guido Rossi beh c'è da dire che qualcuno aveva sollevato dubbi anche nella Assemblea allora della Stet sulla possibilità che questo modello di public company con golden share nocciolo duro avesse successo direi che chi quello diceva e anche noi siamo stati facili profeti di sventura di questa privatizzazione che perde colpi ma mano che passano i giorni da allora sono passati solo sette mesi in termini temporali ma la sostanza è stata ribaltata gran parte
Degli elementi che costituivano lo scenario della privatizzazione
Sono cambiati presidente amministratore delegato e altri due consiglieri con un turbinio di nomine congedi dirigenti di voluto è nata l'ipotesi di alleanza internazionale drasticamente ridimensionati i conti aziendali con un calo del dieci per cento degli utili novantasette era stato previsto un aumento nella stessa misura è il tesoro oro cioè lo Stato italiano è tornato a essere l'azionista di maggioranza relativa vediamo cosa dicono i gestori di fondi e noi prendiamo
Le battute dei gestori di fondi internazionali dei gestori esteri
I più perplessi resta dei gestori esteri dò un giudizio assolutamente negativo sulla prima esperienza di corporate governance fatta con Telecom dice Pao o lo Catalfamo rappresentante in Italia del colosso americano Templeton ma la nostra politica è di non intervenire in assemblea o su consiglio d'amministrazione se non ci sono situazioni di vera crisi aziendale la nostra preoccupazione maggiore per la mancanza di trasparenza spiega da Washington Corinna Arnoldi IR RC un istituto che dà consulenze i fondi pensione su come votare alle assemblee delle società partecipate non è chiaro per esempio chi controlla davvero Telecom e la presenza massiccia dello Stato italiano l'azionariato è negativa fonte di continue intrusioni politiche
Già è parente analista dell'istituzione si era Old service e d'accordo lo Stato italiano deve tirarsi indietro al più presto e Alfonso Martin di Global Proxima società statunitense che organizza la raccolta di deleghe per il voto assemblee societarie aggiunge deve finire al più presto anche in regime di monopolio in cui Telecom Italia sta ancora operando il più tranquillo sembra Beale Crist presidente della CalPERS California public implora il segretario nel sistema un fondo per sì ora che gestisce cento miliardi di dollari è ancora presto per guardare i risultati della privatizzazione ci vogliono almeno tre anni ma fra tre anni le sorprese potrebbero essere pesantemente negative per i conti di Telecom se non si chiariscono al più presto le strategie aziendali secondo Dario Trevisan una piccato italiano che dall'assemblea del trenta ottobre che all'assemblea del trenta ottobre novantasette aveva rappresentativo ti di un gruppo di investitori americani pari a circa il quattro per cento il taglio del capitale Telecom dice il peccato d'origine sta nel non aver creato una vera public company aperta al mercato alla scalinata e alla scalabilità e aver preferito invece il nocciolo duro senza poi riuscire davvero ha costituito gli attuali soci forti non hanno competenze per giudicare i progetti industriale del mero accidente in più occupano con percentuali da prefisso telefonico come zero sei il ruolo di veri controllori dell'azienda sempre su questa vicenda Telecom che ricordiamo destinata a crescere di interesse di importanza in vista della prossima Assemblea interviene anche Repubblica Affari e Finanza lo fa con un articolo intitolato il contagio del vecchio Di Stefano
Carli che parte dalla prima pagina e parte dalla prima pagina e dopo aver analizzato alcuni problemi che si pongono in termini di liberalizzazione o meglio di resistenza su una posizione Moni polista da partitelle con ivi comprese la questione del numero ore scrive c'è Stefano Cardi c'è poi un altro vizio tradizionale dei monopoli da cui la nuova Telecom sembra tutt'altro di qualità e quello che consiste nel piegare gli investimenti e le strategie delle società controllate alle esigenze di presidio delle per le posizioni di predominio piuttosto che ad una logica di sviluppo dagli assetti industriali non è né è un caso clamoroso Italtel su cui peraltro Telecom esercita in teoria solamente controllo essendo l'altro cinquanta per cento la sosta dalla Siemens
Italtel sta cercando da più di un anno di ritagliarsi uno spazio di mercato nei nuovi prodotti legati alla pay tv primo tra tutti i decoder ma senza successo ha firmato prima dello Sco dello scorso Natale un accordo con Canal Plus per ottenere la licenza di produzione dei decorato secca ora adottati tutte le più ma quasi sei mesi di distanza non un solo decoder secreti uscito dagli stabilimenti Italtel e tutto perché nel frattempo tele cono stava pensando di cambiare la sua strategia sulla piattaforma unica rompendo la trattativa con Canal
Russo la prospettiva la piattaforma unica non è ancora del tutto naufragate consiglio amministrazione di Telecom quando avrà trovato un equilibrio più stabile potrà potrebbe anche ripensarci ma intanto interni Italtel è ferma chissà cosa ne pensano i tedeschi e questo è importante sottolinearlo anche perché è una partita quella sulla piattaforma digitale sulla pay tv che Telecom sta giocando in comunione di intenti e di interessi con la RAI per dare vita a un soggetto a una società unica per la gestione della pay tv in particolare quella via satellite in cui tele Telecom Italia metterebbe la tecnologia e le infrastrutture la RAI i contenuti e questo evidentemente a l'arma ante ma è uno degli aspetti dello scenario su cui si muove Telecom tutto questo non è altro che vecchie pragmatica strategie istituzionale di Ernesto Pascale secondo cui il duopolio Telecom non si spezza ma si piega scrive ancora Stefano Carli possibilmente in tempi prossimi all'eternità in tal senso non bisogna stupirsi più di tanto di tanto del ruolo dei consulenti ombra degli uomini della vecchia guardia né della prontezza con cui anche i nuovi vertici privati di Telecom cercando di tenere il rapporto privilegiato che lega l'ex gruppo pubblico ad un uomo potente del governo come sottosegretario della presidenza del Consiglio Enrico Micheli sempre sensibile alle sorti di tutto ciò che costituisce la diaspora dell'IRI sempre sulla questione Telecom a pagina sette di a fare finanza c'è un intervento di Franco si perché era ex direttore centrale della spetta dopo aver brevemente riassunto lei avventuro le disavventure
Della ex stette poi Telecom degli ultimi degli ultimi mesi
Scrive in conclusione del suo pezzo Franco Sircana motivo ulteriore di disorientamento dalla struttura quella del ménage interno è la percezione del divario tra le tranquillizzanti dichiarazioni pubbliche e lo stato effettivo della poi ti di degrado tra l'amministratore delegato e il presidente Guido Rossi quindi siamo a qualche mese fa autunno novantasette persona di grande prestigio che deve misurarsi tra l'altro con il problema di conciliare i propri convincimenti no alla golden share no al nocciolo duro va le azioni di risparmio con i dettati del governo e qui forse aveva ragione Rossi la crisi dell'inverno novantasette dico io ovviamente la crisi dell'inverno novantasette avviata con la dismissione di Rossi e la quindici con le dimissioni di Rossi era quindi già scritta agli inizi dall'anno e coglie governo e maggioranza in condizioni di incertezza e confusione torna comodo dire che teme come ormai a fare di privati anche se c'è chi ricorda che il il consiglio d'amministrazione era stato eletto nell'autunno del novantasei dall'Assemblea di una società privatizzando e non privatizzata è così giunta l'ora del grande capitale privato l'occasione anche di spostare il baricentro decisionale dei palazzi romani agli quote storia Nesi e milanesi all'apparenza così più moderni e seri ma la vicenda di questi ultimi mesi conferma invece l'alto grado di un volo l'azione nei riflessi nei comportamenti tra classe politica e grandi privati a cominciare dalla loro litigiosità con la Giunta da parte del nuovo top management di rozzezza superflue delle altre varie cose di cui sono ricche la cronaca di queste settimane
Intanto scrive sempre Franco Sircana il clima aziendale e se possibile ancor peggiorato le conseguenze possono essere di non poco conto nel mille novecentonovantotto la concorrenza se non erode ancora entrati e margini intaccate dal vivo il mercato davvero strategico delle dive se migliaia di risorse skinhead del settore che in Italia sono patrimonio quasi esclusivo di Telecom per finire una considerazione sul futuro di Telecom un futuro a rischio purtroppo per due motivi a per le caratteristiche della platea se l'aria dall'azienda FIAT ENEL ENI generali e Mediaset e persino RAI così rigorosamente azienda parti ti hanno tutte sicuri referenti azionisti di controllo Telecom Italia è l'unica grande azienda italiana contendibile
Senza azionisti importanti che identifichino in essa il proprio destino economico ma su questo però io credo che il più grave errore l'abbia commesso il governo scegliendo questa forma di privatizza pone in cui si crea una Public Company per avere una società in cui comandano tutti e in cui invece si finisce per
Che nessuno comandi scrive sempre Sircana a proposito Tay rischi per il futuro Telecom dopo quello di non avere un azionista di riferimento secondo punto b perché l'industria comunicazioni nell'Italia di oggi è all'evidenza il campo elettivo dello scontro di poteri e del composizione degli libri politici ed economici così come negli anni sessanta ottanta è stata la petrolchimica di ENI Montedison sir liquidi chimica e Telecom Italia è ormai diventata l'attore centrale dell'industria della comunica Simone questa la analisi molto interessante utile di Francesco di Franco Sircana sulla situazione attuale i problemi e il futuro immediato di Telecom negli equilibri delicati tra potere economico e potere politico ben grezza proposto di potere economico e potere politico vediamo cosa dicono a cosa dicono a Seattle il quartier generale di Bill Gates ne parla Rocco Cotroneo e dopo aver dato qualche nota di colore sull'abitazione di Bill Gates come si occupa delle azioni della borsa e le azioni chiunque metta piede a Redmond prima o poi ne parla chiede la Microsoft difatti una gioiosa macchina da guerra ed allenare il meccanismo crea tu da Getz prevede che le competizioni in Terna sia Cesa come quella esterna il lavoro diviso in squadre le squadre cercano di superarsi l'un l'altra all'interno del team ognuno deve essere più bravo del collega Davide Viganò l'Italia trentaquattro anni lavora una società da dieci ad esso alla guida di venticinque persone nell'area dei servizi ai grandi clienti spiega che il sistema duro ma stimolante allori come tanti altri Inter quadri intermedi tocca ogni anno fissare l'assegnazione delle mitiche Stocco occhio la possibilità di Acqui reazioni della società a un determinato prezzo per un tempo successivo dico io ai suoi ragazzi non è un bonus qualunque mass spesso più di metà della retribuzione ogni squadra a seconda di come si è comportata diritto un pacco di azioni e queste vengono distribuite all'interno del team
Sempre con criteri rigorosamente meritocratici e poi si dice dell'Effetto importante che la Stock le stock occhi non hanno avuto nel successo del modello Microsoft e anche nella arricchimento di chi in Microsoft lavorava e lavora
Chiude l'articolato Rocco Cotroneo tutta la comunicazione esterna e qui si parla del problema dell'Antitrust tutta la comunicazione esterna dalla Microsoft in questi giorni è dedicata al dio al customer caro cliente non era utile attenzione e il fatto che il per l'impianto difensivo della società si baserà sul caro cliente che Ghezzi non usi le pinze negli affari ma la clava difficile da negare Calamai consorzio Morocco voglio assodato che il Grande Fratello sia alle porte possibile ma che noi facciamo tutto quello che vuole la gente i clienti ci chiedono di aggiungere funzioni i nostri programmi
Virgolettato è un'ottima chiave di difesa lo dimostrano i sondaggi sei pezzi non salgono alla gente poco importa se una società ha il quaranta o il novanta per cento del suo mercato l'Antitrust persino in America la sua patria è un tema popolare fino a un certo punto dice Mark ventenne habitué di spicco ISI il pub di Seattle ritrovo dei nerd Disma lettoni pazzi per i computer del Dance non è simpatico quasi nessuno e spesso i suoi programmi han un mucchio di problemi ma che importa ogni tre mesi pesce qualcosa di più bello più potente e a noi va bene così questi i termini mi pare corretti della guerra al monopolio Bill Gates su questo si interroga anche Alessandro Di Nicola De Nicola nella rubrica la mano visibile Gaines e dilemmi dell'Antitrust riepiloga Alessandro De Nicola il contesto che non politica antitrust non punitiva dalle logiche di mercato dovrebbe avere punto uno è possibile abusare della propria posizione dominante operando in un mercato così detto contiguo a che l'autorità italiana affermato questo principio nei confronti di Telecom accennavamo precedentemente all'espansione di Telecom in joint-venture con RAI per quanto riguarda non solo la multimedialità ma la televisione vera e propria televisione digitale punto due la posizione dominante però non deve essere vista solo in termini di quota di mercato ma di barriere all'entrata Telecom aveva appunto monopolio legale e quindi era protetta da eventuali concorrenti punto tre il diritto antitrust protegge il consumatore il benessere complessivo non i concorrenti più piccoli un mercato molto e nemmeno con i più grandi dico io pensando alla RAI nella vicenda con Radio Radicale un mercato molto frammentato può rivelarsi inefficiente mentre un oligopolio può essere efficiente a condizione che i pezzi non siano troppo alti l'innovazione tecnologica non venga bloccata e non ci siano ostacoli legali all'entrata di nuove imprese con Microsoft annichilito come Microsoft annichilito IBM e miniaturizzato Apple il contrario può sempre avvenire punto quattro per questo motivo anche nel caso in cui vengono evidenziati dei comportamenti monopolistici il rimedio consiste nell'abbattere le barriere non nello spezzettare le grandi imprese salvifica sì estremi ove sia legge la legge non il mercato ad aver creato il monopolio punto cinque quando si muove il regolatore infine bisogna sempre rispondere a queste due domande quanto costa chi paga in altre parole
Bisogna fare in modo che i rimedi non siano peggiori del male in termini di spese legali influenza sulle quotazioni di Borsa perdita di efficienza incertezza giuridica se l'Antitrust USA saprà approvare la violazione rispettare provare la violazione dettare tutti questi postulati ben vengano le sanzioni a Bill Gates altrimenti bisognerà resiste la tentazione che per intrappolare la balena software d'non si finisca per gettare una rete che peschi soprattutto in poi consumatori quindi qualche puntualizzazione d'obbligo
Sulla vicenda Bill Gates
E antitrust la guerra scoppiata negli Stati Uniti
Sempre di editoria in qualche modo ci occupiamo e andiamo sul Corriere sul Corriere economica sul Corriere Economia a pagina quattro scrive Gianni Gambarotta e si occupa si occupa di De Benedetti dopo aver analizzato le vicissitudini dalle altre partecipazioni
Scrive Gambarotta oggi Cofide CIR le due società capofila del gruppo De Benedetti controllano ancora la Cervus finanziaria francese dalla quale era partito l'attacco è già ebbe e oggi praticamente inattiva la SOGEFI componentistica alcune aziende rimaste dalla vendita sa Sibilla Lhasa che e poco altro totale un fatturato che supera di poco i due mila cento miliardi accanto a questo c'è tutta la parte dall'editoria capofila l'editoriale L'Espresso chi controlla la Repubblica la Finegil quotidiani locali e la radio un settore quest'ultimo Radio Capital credo anche che gli araldi ormai un settore quest'ultimo ritenuto con buone potenziali di crescita in Italia la raccolta pubblicitaria erano fonica a livello più basso d'Europa
Dunque ha sicuramente spazi per salire mettendo insieme tutte queste attività si arriva un fatturato complessivo di circa mille trecentocinquanta miliardi quindi l'editoria pesa già adesso per quasi il quaranta per cento nel gruppo nel gruppo De Benedetti ma è destinata a crescere dopo un primo tentativo di comprare l'Arena di Verona andata a vuoto perché suo proprietario il coraggio Scarparo Luigi Rossi ha chiamato a raccolta un gruppo di amici la Messa scavate cioè contro l'invasore è andata invece a segno l'acquisto del piccolo del Messaggero Veneto due quotidiani ben posizionati nel mitico nord est dove già la Finegil è presente in forze con altre tre testate
Adesso stando ai si dice Debenedetti suo figlio Rodolfo amministratore delegato Cina stanno studiando altre mosse per crescere ancora dei quotidiani locali non hanno rinunciato definitivamente sembra l'Arena intanto si guardano attorno alla ricerca di altre occasioni ai e perché l'ingegnere dopo la sentenza della Cassazione crosta scagionato completamente nell'affaire Banco Ambrosiano una vicenda giudiziaria durata sedici anni ora è alla ricerca di rivincite ed editoria l'unica attività di rilievo nazionale rimasta lì è la miglior base di partenza
Di cui disponga per provarci fino a dove si spingerà si fermerà la carta stampata oppure se e quando la legge Mammì scrive Gambarotta verrà modificata
Tenterà l'avventura anche dalla tv chi gli è vicino esclude che stia pensando a qualcosa di simile la televisione comporta investimenti colossali e poi in Italia i giochi sono sostanzialmente fatti della tv commerciale c'è un duopolio RAI e media sempre commerciale alla RAI per modo di dire che occupa quasi tutti gli spazi ed è difficile scalzarlo insomma come si dice il settore saturo a meno che bene c'è la possibilità il governo dell'Ulivo che APPA ole si presenta come smantellato le dello Stato padrone o giustiziere dei boiardi dovrà prima o poi occuparsi anche di quella follia aziendale che è alla Rai e qui non possiamo dimenticare visto che sono le ore cruciali le follie aziendali della RAI anche su Radio Parlamento e contro Radio Radicale se prevarrà la ragione è un minimo senso del pudore sarà costretto a portarla sul mercato magari dopo averla smembrata indoor tra appalti come è successo in Francia in quel caso cercherebbe compratori amici o per lo meno con qualche affinità come De Benedetti il quale allora se tutto questo ipotesi si realizzasse potrei richiamare al cuore gli antichi spiriti e buttarsi di nuovo nella mischia quindi De Benedetti tra i candidati a comprarsi i pezzi della RAI questo su questo sul Corriere economia allora avevamo accennato alla rottamazione dei alla rottamazione
Nel settore tessile
Leggiamo corsa leggiamo cosa dice Gaetano Marzotto presa di presidente di turno dell'International Pier Federation associazione mondiale dell'industria dell'abbigliamento l'idea è semplice pensiamo di dare l'abito all'abito usato un valore che potrà poi essere scontato nel prezzo sul prezzo quando si acquista un nuovo capo Marzotto sta studiando assieme ad altri imprenditori
Della moda come metterla in pratica i vestiti smessi non andranno consegnati a negozi e boutique ma pensiamo di fargli raccogliere accenti di beneficenza come la Caritas per esempio anticipa quando il consumatore porterà rottamare una camicia piuttosto che un pantalone usato ricevere in cambio una specie di buono da spendere quando comprerà un vestito nuovo ne siamo pronti a fare nessuno sconto sui listini dice Marzotto chiediamo al governo di fare altrettanto con un contributo fiscale lo ha fatto con le auto con i motorini con i frigoriferi perché è un con la moda un settore che in Italia conta oltre sei trentasei mila cinquecento aziende duecentonovantatré mila detti e che tessile escluso nel mille novecentonovantasette ha raggiunto i cinquantaquattro mila cinquecento miliardi di fatturato
è un saldo commerciale attivo di diciassette mila settantaquattro miliardi tanto più che assenti gli imprenditori la rottamazione delle auto ha penalizzato molto i consumi del tessile abbigliamento non ci sono sto tristi che ma sappiamo che ha avuto un impatto negativo sulle vendite dei capi della fascia medio-bassa mentre non ha toccato i beni di lusso sostiene ad esempio Mario Boselli presidente di Pitti immagine
Quindi rottami amo che lo temiamo si arriverà anche alla rottamazione del jeans e poi forse del calzino questa la strategia industriale del governo italiano chiudiamo ci avviamo alla chiusura di questa rassegna stampa con alcune segnalazioni Repubblica Affari e Finanza oggi non ce ne occupiamo ma continua a occuparsi della telenovela nozze Comit nozze Comit Banca di Roma
Rilancia l'ipotesi di un interessamento di Cesare Romiti alla comporta la holding di partecipazioni di partecipazioni dell'area in are a Mediobanca che vedrebbe eccome prossimo dirigente proprio Romiti in uscita dalla FIAT una segnalazione che mi pare di qualche utilità per la riflessione viene dal mo'dopo a pagina sette scrive Alessandro de Nicola presidente D'Adamo Smith society scrive a proposito del crack indonesiana no degli interventi del Fondo monetario internazionale e delle polemiche riguardo al debito dei paesi in via di sviluppo che si sono levate
Scrive a un certo punto Alessandro Di Nicola
Pur nella sua ironica crudeltà la storiella un aforisma raccontato natiche precedenti a proposito della remissione dei debiti la storiella insegna alcune per ita applicabili all'Indonesia come all'Africa uno non si deve incoraggiare l'azzardo morale sei Paesi debitori e soprattutto le banche creditrici si cullano nell'illusione che alla fine qualcuno pagherà i conto
I crediti verranno concessi in modo sempre più sconsiderato due il perdono mai virtuosi e la linea che l'Occidente oggi segue con l'Africa prima bisogna dimostrare che si è intrapreso come nel caso del Lugana da uno sforzo di virtù apertura dei mercati riduzione del deficit pubblico privatizzazioni poi può venire il premio della riduzione del debito tre il peccato di pochi vaso vantaggio di molti l'insicurezza del rimborso e dall'altro lato l'illusione e la salvezza creano incertezza e Alzano alzano i tassi di interesse per tutti buoni e cattivi ovviamente in situazioni complesse nelle quali debitori e creditori sono sì enti pubblici che privati nazionali e internazionali
Non esiste la ricetta magica che applicata meccanicamente porti al paradiso in terra purtuttavia se sostituire Suharto è certamente un passo molto utile moralmente commendevole imporre la disciplina del mercato
Alla finanza internazionale è invece indispensabile questo lo scrive
Alessandro De Nicola ricordiamo presidente dell'Adam Smith Society sul mondo di sul mondo di oggi sempre dal mondo una segnalazione l'editoriale di Guido gentili gli slogan e i fatti nel sistema bancario la mano pubblica non si ritira ed è un pessimo segnale scrive a un certo punto Guido Gentili le nuove fondazioni in tema di cui ci siamo occupati e di cui non smetteremo di occuparci in questo supplemento stampa e regime le nuove fondazioni non scalabile non soggette alle regole di mercato restano però di fatto padrone del campo ci sta occupando di banche ridente nei se transitati dal diritto pubblico a quello privato ma il passaggio è stato solo formale il sistema politico e quello del potere locale continuano a essere il vero azionista di riferimento
Disegno di legge Ciampi all'esame del Senato punta a restituire al mercato la maggioranza delle banche mentre le fondazioni dovrebbero occuparsi di interessi generali dalla società italiana e la battaglia che si è accesa verte sul sistema di incentivi gli incentivi messo a punto per accelerare le privatizzazioni già le privatizzazioni Marcello Messori l'economista che ha coordinato il gruppo di lavoro del PDS sulla finanza e le banche ha già anticipato al mondo lo studio pubblicato dalla rivista stato e mercato che ricostruisce la mappa degli intrecci proprietari dei dieci maggiori gruppi bancari italiani dallo studio emerge che tre dei primi quattro grandi gruppi San Paolo IMI Banca intesa quindi Cariplo Ambroveneto Ina Banco
Napoli biellese BNL sono stretti in una rete di controlli proprietari reciproci che il Montepaschi anche esso impigliato nella rete con la fusione e che con la fusione fra Credito Italiano e Unicredito il controllo proprietario dis sette dei primi otto gruppi bancari destrimane pubbliche attraverso le fondazioni che non assicurano funzioni di indirizzo e controllo caratteristiche onoreficenza azionista di maggioranza o in quelle dello Stato ora Messori si veda parti solo poiché c'è sul modo di questa settimana calcola e teme che anche la Comit e Mediobanca finiscano nella sfera pubblica nel caso in cui la Fondazione Cassa di Roma dive ti principale azionista dal gruppo Comit Banca di Roma e il gruppo Comit Banca di Roma sarebbe automaticamente il principale azionista di Mediobanca
Certo la partita delle privatizzazioni del sistema bancario aperta anzi conclude Guido Gentili direttore de il Mondo
Deve ancora cominciare con questa segnalazione chiudiamo chiudiamo questa o supplemento di stampa e regime la rassegna stampa di Radio radicale di oggi lunedì venticinque maggio
Dedicata ai supplementi economici un saluto e un arrivederci da Benedetto Della Vedova grazie a Piero Scaldaferri per la regia della trasmissione