"Il nuovo obbligo: opportunità, diritti, democrazia" 27° convegno nazionale del Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti (CIDI), nei giorni 26 e 27 novembre 1999 org. dal Cidi presso Hotel Ergife, via Aurelia 617,619 Nota Bene: sono stati registrati solo i lavori della seconda giornata

Allora colleghi proseguiamo nei lavori del nostro convegno che come voi sapete continua anche nel pomeriggio abbiamo voluto questa mattina
Introdurre un elemento in più elementi in più
Temi di riflessione in più qui serviranno anche per i laboratori del pomeriggio introducendo il tema istruzione formazione da obliquo ha diritto
Perché abbiamo voluto questa tavola rotonda alla quale abbiamo invitato a partecipare
Presento i nostri ospiti
Da destra era il dottor Giorgio Allulli
In sostituzione del professor Colasanto presidente dell'Isfol Giorgio Allulli esigenze dell'area delle politiche formative dell'Isfol Istituto per la formazione al lavoro Enrico Panini segretario generale del CGIL scuola
Il ministro Berlinguer che non è nella tavola rotonda ma noi lo ringraziamo per essere fin dall'inizio della mattinata i nostri lavori Domenico Chiesa vice presidente del CIDI diciamo un po'la voce della scuola
Nella scuola operante in questa tavola rotonda Pietro Lucisano assessore alle assessore alla formazione al lavoro della regione Lazio e Andrea Ranieri responsabile per la formazione scuola ricerca della CGIL scuola
Allora
Perché della CGIL scuse
Perché questa tavola rotonda
Perché noi siamo partiti nell'organizzare nel riflettere sui temi che quest'anno questa legge dell'obbligo la legge nove del novantanove pone da un'idea di fondo noi vogliamo riflettere su quello che la scuola deve fare sul quanto la scuola già sta facendo però vogliamo inserire questa riflessione all'interno di un contesto più generale vogliamo far riflettere su
Sul con testo
Sull'orizzonte
E allora ci sembra importante dire che la riforma che si è avviata il processo di riforma che si è avviato
Il significativo processo di riforma che si è avviato e all'interno di una logica che noi vogliamo che andare eroica che è una logica di sistema noi pensiamo che se non si ragiona e non si affronta il tema della riforma come riforma di sistema
Cioè molte delle cose che noi stiamo mettendo in atto sulle quali stiamo lavorando non avranno spazio non avranno respiro
Cosa voglio dire quando dico riforma di sistema
Già ieri abbiamo affrontato in una mattina molto intensa ma direi molto compatta una serie di questioni l'obbligo scolastico nel quadro delle riforme
I contenuti i problemi le prospettive del pronostico scolastico che cosa significa oggi il diritto all'istruzione il senso dell'apprendere
Abbiamo affrontato le questioni che sono aperte sul sul terreno della applicazioni di queste leggi e sulla sperimentazione delle leggi che si sono artigliate
E dicevamo lo diceva Giancarlo Cerini nella sua introduzione il discorso sull'elevamento dell'obbligo
Richiede che si ragioni e richiede un'immediata
Questa anche diciamo l'auspicio che noi facciamo come Citi che si approvi al più presto la riforma dei cicli che parta più le al più presto la riflessione su progetto culturale della nuova scuola perché in questo contesto diciamo le potenzialità l'operatività la capacità che le scuole stanno dimostrando potrà
Come dire
Esprimersi al massimo allora
Però ecco non su che cosa stavamo riflettendo anche ieri
Riformare i cicli la riforma dei cicli che
Come come dire si chiama riordino forse solo per scaramanzia perché in realtà è una riforma una vera riforma
E una riforma dell'intero sistema scolastico però chiede che contestualmente sia di una riforma della formazione professionale per esempio
Perché noi non possiamo continuare a ragionare della formazione professionale come se fosse una stampella del sistema il luogo dove scaricare le sconfitte
La dispersione no la formazione professionale deve essere una Canale importante e significativo
Un'opportunità in più da spendere noi riteniamo dopo l'obbligo insomma perché anche le commistioni non fanno bene né alla scuola nella formazione professionale
Nel rapporto ISFOL dello scorso anno non ho visto l'ultimo si parlava dell'integrazione come di è stato presentato ieri quindi
Si parlava si faceva la metafora della della piazza di Berlino posta Merk Lacks
L'integrazione funziona se i sistemi hanno ognuno dignità forza coerenza e identità soprattutto e allora la riforma della formazione professionale ma ancora la riforma dell'università la riforma e l'avvio già iniziato dei
Molti colleghi sono già impegnati i corsi di formazione e istruzione tecnica superiore
Cioè tutto un sistema che si deve mettere in moto altrimenti corriamo il rischio di creare nuovamente squilibri di creare nuovamente
Come dire gerarchia e non all'interno della scuola ma tra la scuola e gli altri sistemi
Non sappiamo poi chi ampi contro livello delle gerarchie allora questo c'è sembrato una prima questione riforma ma riforma di sistema
E credo che su questo l'impegno del ministero del Governo del ministro siano occorre ti discussione
La seconda questione che comunque si intreccia strettamente a questi temi e questa io credo e più volte ce lo siamo detti nel cd tra colleghi inquietante attività iniziative che facciamo
Un messaggio forte dell'autonomia e la rottura dell'autoreferenzialità
Del sistema scuola
Del rapporto anche all'interno della scuola cioè l'autonomia mette in modo molto mette in discussione delle mentalità delle consuetudini adesso scendendo le scale di questi lunghi corridoi sentivo delle colleghe davanti a me che diceva una cosa che non le saprei riconoscere quindi non le posso citare che dicevano questa autonomia diventerà una rivoluzione copernicana quando entrerà nelle nostre teste
Mi è sembrato una cosa molto bella molto giusta
E quindi questa rottura dell'autoreferenzialità però vuol dire capacità di mettersi in discussione
Vuol dire capacità di ripensare anche alle proprie certezze
Alle proprie consuetudini alle agli automatismi che fanno parte del nostro lavoro che sono parte essenziale del nostro lavoro comunque cioè non è non li sappiamo abbandonare tutti
E allora io credo che riuscire a far funzionare i sistemi
I pezzi del sistema
E riuscire soprattutto a fare in modo che questi pezzi agiscano virtuosamente tra di loro
Presuppone un'altra questione insomma che il Governo dell'intero sistema
E forse mette in discussione anche alcune questioni e pone l'accento accende i riflettori su alcune questioni il ruolo dello Stato nell'istruzione presente nel momento in cui le scuole diventano autonome cioè autonomia vuol dire nel senso etimologico capacità di darsi delle norme lo stiamo parlando di norme di leggi stiamo parlando di tra oggetti di contenuti di proposte eccetera però più le scuole diventano autonome più la scuola diventa un bene nazionale per l'intera collettività e lo nel ruolo dello dello Stato cambia
Il ruolo della direzione del del del sistema diventa un ruolo di indirizzo forte e di controllo e di valutazione
Ecco diciamo questo grosso modo i temi generali che non vorremmo far emergere dalla tavola rotonda però io voglio fare delle domande specifiche a coloro che intervengono e pongo loro alcuni temi che diciamo poi dovrebbero intrecciarsi
Diciamo in un discorso in un discorso generale
Chiedo poi però le domande prima la procedura cioè a ogni
Componente della tavola rotonda di fare un primo intervento di un quarto d'ora poi interverrà il ministro e poi ci sarà un nuovo giro ti sei sette minuti se rispettiamo i tempi credo che
Possiamo possiamo farcela i tempi sono sempre
Il tridente tirannici
Allora a io partirei da Pietro Lucisano
Assessore alle politiche della formazione della rifugio nella perché ha un problema cioè come tutte le Regioni quello della formazione professionale di farla funzionare di dare ma la formazione professionale io penso non voglio togliere diciamo nulla al suo intervento
Ma io penso che noi abbiamo un noto sia dalla parte dell'istruzione sia dalla parte del dell'ente Regione di
Chiarire il rapporto tra istruzione professionale formazione professionale
Per evitare duplicazioni parallelismi
In qualche modo anche detti incrociati
Allora una formazione professionale che riesca a collegarsi al territorio che riesca a individuare le qualifiche
Necessarie ma anche a sollecitare il territorio sul terreno che dei profili professionali io credo che debba essere una scommessa forte del nostro tempo
A da Andrea Ranieri
Vorrei chiedere che chiarisse che affrontasse il tema dell'obbligo ne abbiamo parlato anche ieri c'era nella relazione di Barbieri ripreso dall'intervento di Vittorio Campione il tema dell'obbligo formativo diciott'anni
La legge centoquarantaquattro cosa fare porta per la scuola cosa comporta per le parti sociali cosa comporta per il Governo l'obbligo formativo ai diciott'anni in che maniera si intreccia con quello che ha anche l'obbligo di istruzione
Quali sono le politiche che il Governo le parti sociali stanno mettendo in atto su questo terreno famoso masterplan quale quali finanziamenti quali risorse
A
Giorgio Allulli
Vorrei chiedere appunto in che maniera l'Istituto per la formazione al lavoro
Riesce a ragionare di che cosa di come sta cambiando come stanno cambiando i sistemi come ogni sistema debba in qualche modo
Interagire
Più alcuni casi integrarsi ma alcuni in altri casi interagire e qui abbiamo un tema che io credo molto importante sul quale chiamerei anche intervenire Domenico Chiesa
Nel momento in cui il sapere diventa strumento di accesso al lavoro perché diventa anche strumento di accesso al lavoro ma diventa anche bisogno identitario delle persone
Strumento del consiste
Allora
Dobbiamo ragionare di quale deve essere il sapere della scuola ieri sulla Repubblica non è per perché qui il ministro Berlinguer ha scritto delle belle cose su che cosa significa una cultura della scuola
Che non sia come dice spesso Tullio De Mauro
Quello che si dice con un termine che un poté prezzato di queste una cultura scolastica quando si dice e Tullio De Mauro dice che quando noi diciamo scolastico ha una preparazione scolastica
Invece di pensare che che ha una preparazione scolastica la preparazione che decadere andando a scuola
Vediamo un'accezione negativa ecco ragioniamo di che cosa significa oggi una cultura scolastica che cosa significa
Di come la scuola ecco questo vorrei chiedere anche a Domenico che sta vivendo dall'interno
Il processo dell'autonomia in che modo l'autonomia mette in discussione sapere della scuola in che modo si lavora adesso che questa fase di sperimentazione dell'autonomia lavora sul curricolo più che sulla riorganizzazione il curricolo e anche organizzazione non lo sappiamo bene però mette in discussione quelli che sono i saperi consolidati della scuola
Allora ragioniamo cosa significa oggi una cultura che deve dare gli elementi i fondamenti e cosa in che modo si rapporta con una cultura del lavoro anni fa in un rapporto dell'ISFOL ISFOL diceva
Abbandoniamo lo stereotipo di una cultura disinteressata aggiorniamoci prima di abbandonarlo
A Enrico Panini vorrei chiedere
Il tema del nostro convegno e l'elevamento dell'obbligo
L'elevamento dell'obbligo
Dico una cosa che ieri è stata detta in tutte le forme in tutti i modi nei laboratori eccetera non riguarda solo i trenta mila in più
E una battaglia perché la scuola garantisca opportunità insuccesso non solo a quei trenta mila ma tutti gli altri
La CGIL scuola nel nove nell'ultimo contratto ha affrontato la questione della dispersione ha affrontato la questione delle zone a rischio
A affrontato da sempre insomma al di là del contratto la questione di offrire più opportunità
Di trasformare il bene soluzioni in un diritto su questo che vi chiederei di intervenire allora la parola a Pietro Lucisano
Problema che ha un assessore regionale al lavoro oltre che alla formazione al e al diritto allo studio non sia solo quello di cercare di rimettere in sesto per rendere efficiente il sistema della formazione professionale io credo che il problema è quello di fare in modo che tutta l'offerta formativa del territorio o collabori
A risolvere il problema principale che abbiam di fronte che è quello di creare percorsi di occupazione per i nostri giovani per i nostri meno giovani espulsi
Dal mercato del lavoro
In genere tra i trenta i
Cinquant'anni senza capacità senza una formazione in genere
Analfabeti di ritorno e con esperienze professionali che non hanno contribuito a costruire capacità flessibili per inserirsi nel mercato del lavoro
E il nostro problema è quello di realizzare una regia tra tutte le agenzie che operano nel territorio la scuola la formazione professionale
L'università il sistema di impresa acciocché tutte collaborino per realizzare in modo forte questa finalità
In modo che tutti ci interpretiamo come attori di un percorso di politiche attive
Del lavoro
Di un percorso di costruzione di una cultura del lavoro
Lavoro e cultura qualche volta sono stati considerati
Separati dando alla cultura un suo statuto autonomo o
Ma questo è contro l'esperienza immediata
Di chiunque si provi a riflettere al modo in cui i saperi si sono venute sviluppando l'integrazione necessariamente molto forte e tutto questo sistema deve avere una regia capace di far sviluppare a ciascuno dei degli attori protagonisti di questa vicenda il massimo della capacità di protagonismo
Di fare emergere il massimo della capacità dei propri caratteri
Non omogeneizzando i caratteri ma dando a ciascuno modo di intervenire con le sue capacità e con le sue peculiarità e io al tempo stesso chiedendo a tutti di lavorare con una grande attenzione
Ai bisogni dei giovani e ai bisogni del sistema complessivo o territoriale nel quale si opera
Questo in passato avvenuto poco è il motivo per il quale stiamo affrontando questa grande stagione di riforme una stagione di riforme
Che è in ritardo rispetto ai bisogni dei nostri territori e che Van merito di questo governo avere portato avanti ad aver accelerato
è un po'lo stress che viviamo tutti il fatto di dover subire in un tempo così ristretto tante riforme tutte insieme
Però è vero che tra era tantissimo che aspettavamo una stagione di cambiamento ed è vero che il nostro sistema economico e fondamentalmente cambiato per cui anche la missione che a tutte le agenzie formative
è imposta oggi dei cambiamenti strutturali dell'economia un'economia che non richiede più la formazione di burocrati o di cinghia di trasmissione ma che richiede una formazione diffusa
Di persone con capacità imprenditoriali capaci di affrontare il nuovo di avere senso dell'avventura di avere senso del rischio richiede un cambiamento forte non soltanto organizzativo ma anche di cultura
Di tutte le agenzie
Che operano richiede un cambiamento di cultura dell'università
Molto spesso attenta costruzione di nuovi curricoli soprattutto a partire dalle competenze dei professori o dalla necessità di cattedre
Richiede un percorso di cambiamento del sistema scolastico richiede un per così cambiamento al mondo della formazione professionale
Alle Regioni l'assunzione di un compito nuovo
Debbo dire in merito a fermarsi un attimo perché in questi nostri discorsi spesso ragioniamo della debolezza delle regioni
Per trent'anni qualche volta non bastano a fare un uomo con una schiena dritta
E sono certamente poco per creare un'istituzione in grado di governare un'istituzione
Che atteso
Diciamo tanti anni da quando la Costituzione l'aveva prevista
Perché le le regioni han dovuto aspettare gli anni Settanta pur essendo prevista nella Costituzione per avere una nascita
E poi hanno avuto una nascita faticosa non ben programmata molto spesso più formale che sostanziale
Lo sappiamo noi nell'esperienze scolastica delle nostre autonomia quante volte Autonomie formali e non sostanziali
Non consentono percorsi di crescita adeguati le regioni stanno cercando di crescere hanno ancora difficoltà
Sono state sottoposte in questi anni è uno sforzo di cambiamento considerevole discutevamo
Poco fa fuori ad esempio sul fatto avete attuato non avete attuato il centododici a che punto siete
Certo ci mettete tanto una pesante ragionare che diciamo il nostro Parlamento ha impiegato una cinquantina d'anni realizzare il centododici a noi che ci abbiamo messo sei mesi insieme rimproverato di non avere corso abbastanza e e tuttavia abbiamo una struttura che analoga a quella del Parlamento siamo un organo legislativo certo dobbiam cresce certo abbiamo tantissime debolezza
E in questa c'è quello del sistema della formazione professionale anche lì merita un po'di storia quando negli anni settanta a metà degli anni Settanta alle regioni
Anco mi incerto a funzionare ci furono scaricate tre enti di formazione nazionale un po'di convenzioni mancava completamente un Progetto mancava completamente una visione strategica una cultura della formazione professionale
Poi ci sono stati gli anni della prima una repubblica che nella formazione professionale si è saltata
Quindi la formazione professionale passata agli onori delle cronache per la quantità di Scandale di cattiva gestione di e tuttavia grazie all'Europa negli ultimi anni si è riaffermato un meccanismo importante quello di una formazione professionale che cominciava a programmare l'Europa ci ha imposto la programmazione i primi piani
Con carattere di di sviluppo pluriennale ora con Agenda Duemila tutte le Regioni sono impegnate a fare una programmazione importante perché va dalla dalla formazione professionale alle politiche attive del lavoro con uno sviluppo di sei anni con un'attenzione al territorio
Una cosa di un certo rilievo se pensiamo che si tratta delle prime programmazioni che hanno un occhio al territorio o e che hanno un'attenzione alle dinamiche del mercato del lavoro di cui disponiamo
In questo paese
Certamente non possiamo affrontare l'impegno dell'obbligo formativo senza pensare a un profondo cambiamento comunque del sistema di formazione professionale
Primo cambiamento un cambiamento che ci chiede un ripensamento rispetto ad un modello culturale sul quale tutti gli esperti sembravano condividere l'impianto
Che era quello la formazione professionale si occupi solo del post diploma
La formazione professionale si occupi soltanto di colmare il vuoto che c'è tra istruzione che colma tutti i bisogni e culturali e lavoro
Ci siamo resi conto che non è così che c'è bisogno di una formazione professionale iniziale l'impianto del l'obbligo formativo prevede che dopo l'obbligo scolastico ci sia uno spazio di tre anni che può essere colmato attraversi percorsi dell'apprendistato
Oppure attraverso la formazione professionale iniziale allora quale formazione professionale iniziale
E abbiamo messo a punto da questo
Per rispondere a questa esigenza un progetto di riforma della formazione professionale iniziale con un schema modulare due anni che portano alla qualifica professionale
Con la definizione di un'area delle competenze di base di un'area di competenze professionali e di un'area diciamo di apprendimento sul lavoro l'ultima data da circa duecento ore di stage quattrocento ore di apprendimento di competenze professionali con un taglio formativo non con un taglio di addestramento e trecentocinquanta ore cinquanta di accoglienza secondo un modello che deve vedere all'inizio di un percorso formativo la capacità di leggere le potenzialità degli allievi
E trecento suddivise in competenze linguistiche lingua madre lingua straniera competenze storico o sociali e competenze scientifico tecnologico un impianto
Culturale solido che prevede un modello formativo che ha al centro l'esperienza ma che attraverso la riflessione sull'esperienza non rinuncia a dare risposta ad un bisogno culturale
Profondo
Stiamo sperimentando questo modello hanno aderito a questa sperimentazione che è nata dal basso ormai oltre dodici regioni italiane
Abbiamo una difficoltà a costruire un modello unitario perché il nostro federalismo un federalismo buffo orfano della Bicamerale che doveva definire attraverso il Senato delle Regioni un momento in cui le regioni potessero unitariamente prendere decisioni sulle loro realtà noi abbiamo un federalismo che da a tutti la massima autonomia e non ha nessun momento
Di raccordo strutturalmente definito però c'è una grande buona volontà il sistema degli enti si è attivato in questi anni
Io forse rifletto l'esperienza della mia regione abbiamo imparato a spendere le risorse del fondo sociale europeo
Va fatto un po'di verità su questa storia perché per anni sono usciti articoli sui giornali in cui si diceva che le Regioni non spendevano e qualcuno metteva di dire che i soldi che le Regioni non spendevano non le erano ancora stati dati e che quindi tutti quelli che spendevano erano anticipazioni
Su risorse che ancora non erano venute fa parte un po'dei misteri
Della gestione della cosa pubblica che certamente deve crescere
Abbiamo imparato a spendere queste risorse stiamo costruendo sistemi di monitoraggio vi faccio un esempio nell'azionario ormai abbiamo annualmente un controllo degli esiti formativi e della qualità del sistema l'abbiamo realizzata in collaborazione con l'Università di Roma Tre è un controllo esterno
Si attua attraverso telefonate
A casa a persone che sono già fuori dai corsi abbiamo anche un controllo interno ma mi dà risultati così buoni o cominciato a non crederci
In realtà
Viene fuori dal controllo esterno che circa l'ottanta per cento delle persone che frequento i nostri corsi è soddisfatto dell'esperienza anche il controllo interno diceva la stessa cosa ma
Risultava veramente
Troppo benevolo
Kaye quattro ragazzi su dieci trovano lavoro entro sei mesi dopo la fine dei corsi questa è l'esperienza dell'azione
Rinnovato credo si possa fare molto di più ci dà anche qualche altro dato interessante al primo posto tra le motivazioni dei ragazzi che fanno formazione professionale non c'è la ricerca del lavoro
Ma la necessità di approfondimenti culturali la ricerca del lavoro al quarto posto
In mezzo ci sono altre cose che hanno un carattere misto tra maggiore professionalizzazione ma non sono l'evidenza del
Del fuoco sull'euro
La riforma ci chiederà uno sforzo ulteriore anche un cambiamento di mentalità perché finora la nostra formazione soprattutto la nostra formazione del primo livello era diciamo il recupero della dispersione scolastica
Era il maggiore canale di recupero della dispersione scolastica
Quindi noi eravamo abituati ad una formazione aggiuntiva
Noi non sappiamo come faremmo il giorno in cui il venticinquesimo allievo si iscrive ad un corso che ci dice io sono obbligato a star qui perché tradotto il dire poi siete obbligati a fare meno fare perché adesso quando si scriveva il ventunesimo gli diciamo coi fare diciamo come si dice la l'utilizzatore il ventiduesimo faceva uditore ventitreesimo il diciamo passa Stahl tranne non avevamo un sistema come la scuola che arrivato a un certo numero scoppia la classe e le risorse ci sono questo è un problema che dobbiamo risolvere dobbiamo affrontare insieme il discorso dell'apprendistato
Noi come Regioni riteniamo che la quantità di formazione prevista per gli apprendisti
Dallo stato attuale delle leggi non va bene per la fase dell'obbligo score dell'obbligo formativo
Ogni pensiamo che debbano essere fortemente implementata dobbiamo costruire insieme
Un discorso di riforma dei sistemi per l'ingresso nel mondo del lavoro un sistema di orientamento comune che tenga conto di tutte le componenti senza le quali l'orientamento è puramente diciamo a autoreferenziale dobbiamo avere un sistema informatico che ci guidi noi abbiamo già lavorato in questa direzione
In questo in questo sistema che cosa ci aspettiamo dalla scuola che immagini di essere o un elemento forte della Rete dell'offerta formativa dei servizi per l'impiego che si abitui a riflettere su che cosa succede ai propri studenti dopo
Che si abituerà Vito ad avvicinare il mondo dell'impresa per fare stage con gli studenti e per considerare lo stare su un elemento essenziale della propria proposta formativa che non pensi soltanto rimandare dopo il percorso dei cicli la fase di attenzione alle dinamiche del mondo del lavoro siamo interessati alla sperimentazione e la formazione
Superiore integrata ma non crediamo che esaurisca la missione della scuola che si deve svolgere durante il ciclo ordinario
Dell'attività della scuola
Che abbiamo momenti forti di rapporto con il mondo del lavoro e con la formazione professionale in agenda due mila abbiamo molte risorse per cercare di realizzare questo progetto altre ce ne verranno io son convinto dal governo che cercherà di accompagnare la crescita del nostro sistema in Agenda due mila
Il Lazio ha avuto il centoventicinque per cento di risorse in più data la buona gestione di di questo percorso quindi avremo possibilità di costruire insieme
Progetti la scuola dell'autonomia credo che sia il luogo territoriale che può insieme al agli altri soggetti del territorio in una logica di lavoro in Rete e lavori in competizione noi non vorremmo riservare alla scuola risorse speciali
Dovremmo riservare risorse speciali alle esigenze formative del nostro territorio dei nostri giovani e dei nostri adulti vorremmo che la scuola fosse protagonista capace di utilizzarla abbiamo un grande bisogno nella formazione continua un tema che spesso non è considerato con la rilevanza e che per riavere nella programmazione della missione formativa delle nostre agenzie
Ma soprattutto le nostre aziende le nostre piccole aziende hanno bisogno di crescere in cultura e in competenze per essere effettivamente competitive e abbiamo bisogno di punti territoriali capaci di fare questa operazione credo che la scuola abbia da imparare dalle nostre aziende e che le nostre aziende abbiano da imparare
Dalla scuola abbiamo semplicemente il bisogno di stabilire quali sono i nessi raccordi rispettosi
Dell'identità di tutti grazie
Adesso la parola d'Andrea Ranieri credo che esposti dall'assessore Lucisano Somma Lombardo
Sia si occupa di formazione sanitaria
Allora l'obbligo formativo a diciotto anni
Ma io la prima cosa che mi chiedo
Se si può fare
Se ce la faremo se una riforma possibile o se è un'affermazione che unitaria le riforme secondo me sono possibili succedono avvengono quando corrispondono in qualche modo attraente
Al fine di andamento che riguardano le persone
Quando cioè in qualche modo la riforma
Arriva a conclusione di un percorso che ha già cominciato a muovere in modi di comportarsi delle istituzioni ma anche le scelte dei cittadini dei giovani delle famiglie
Allora leggendo i dati Isfol di ieri
Posso dire i dati capisco la presentato ieri sull'andamento della formazione della scolarità nel nostro Paese
Posso dire che è un obiettivo mi sento di poter dire che è un obiettivo possibile conseguibile
Il tasso di passaggio la scuola secondaria superiore sale dal novanta novantuno al novantotto novantanove dall'ottantacinque virgola nove al novantatré virgola quattro
E il tasso di maturità cioè i diplomati sulla media dei Giovanni diciannove vent'anni di diciotto diciannove vent'anni passa dal cinquantuno virgola quattro ASPA oltre il settantaquattro per cento
Cioè cosa vuol dire vuol dire che in questi anni
Insomma anche un po'l'opera nostra se mi permette l'opera di quelli che hanno detto che hanno continuato a dire
Che il livello di formazione distruzione centrale decisivo per lo sviluppo del Paese per la civiltà del Paese ma anche per la sua capacità di stare in un mondo in cui la qualità diventa sempre più importante
Comincia ad avere qualche risultato anche nel modo di funzionare delle istituzioni e nelle propensioni soggettive
Dei giovani ed alle famiglie cioè insomma noi eravamo all'ultimo posto in Europa adesso cominciamo a non essere più gli ultimi ed avvicinarsi a tassi di diplomati sul totale della popolazione che sono europea
V è merito vostro in grandissima parte anche merito nostro c'è una diminuzione forte del tasso di dispersione
Particolarmente accentuata negli ultimi tre anni cioè il messaggio comincia ad arrivare la riforma comincia a portare risultati al di là delle delle delle sue e degli suoi svolgimenti legislativi ma comincia cambiare le predisposizioni delle persone lo stesso modo di funzionare delle istituzioni
Comincia a diventare più interessante anche il tasso di di dispersione dei laurea della del dell'università
Sono già abituati tutti i giorni io lo dico
Faccio su questo tutti i giorni un comizio o solo uno su tre di quelli che si iscrivono all'università si laurea sono adesso un po'di più il quarantuno virgola quattro dei che si scrive al all'università arriva alla laurea
Quindi siam passati dal trenta al quarantuno virgola quattro con una diminuzione secca del tasso di dispersione
Cioè insomma le cose che abbiamo enunciato e in parte cominciato a fare
Il nuovo apprendistato all'obbligo formativo a diciotto anni la riforma dei cicli l'innalzamento dell'obbligo a quindici anni e la laurea triennale la riforma dell'università comincia secondo me a dare dei risultati che sono traducibili eleggibili numeri
E guardate che comincia dà dei risultati persino nella composizione della forza lavoro è un altro dato di grande interesse
Noi nel novantuno solo il trentacinque per cento di chi lavorava aveva il diploma o la laurea nel novantotto
Il quarantotto virgola sette di chi lavora hai il diploma o la laurea
Adesso questo non vuol dire poiché tutti diplomati e laureati facciamo un lavoro corrispondente al loro diploma o laurea però il tasso di conoscenza presente nel mondo del lavoro
E oggi estremamente più alto di quello di dieci anni fa il commesso Robol mente più alto di quello di vent'anni fa
Nel mille novecentottantuno solo il venti per cento dei lavoratori aveva il diploma o la laurea oggi siamo al cinquanta per cento
Vi ricordate
Dibattito con voi due anni fa si parlava del modello dei lavoratori della conoscenza e ancora tre anni fa questa cosa dei lavoratori la conoscenza sembrava ancora una cosa un po'astratta una cosa un po'astratta pensando alle cifre beh
Oggi mi sento di poter dire
Che i lavoratori della conoscenza saranno nuovo fenomeno di massa nel mondo del lavoro per il cambiare delle modalità di produzione delle tecnologie ma anche per il cambiare del livello di conoscenza della gente che va della gente che va a lavorare
Diciamo i senza titolo con licenza alimentare che però nel mille novecentottantuno il quarantotto virgola cinque diventano dirlo quattordici virgola due nel mille novecento novantotto
Vuol dire che va tutto bene no for dire che c'è anche su questo terreno dei discorsi nuovi da affrontare sul trono dalla qualità e vuol dire che diventa ancora più pesante discriminante
L'esclusione derivante dal fallimento scolastico è vero che il tasso di diplomati e sale al settantasei virgola tre ma se andiamo a vedere che a quel ventiquattro per cento che non si riprova ma troviamo che sono tutti figli gli operai di lavoratori di gente
Di quelli che attualmente lavorano senza vere il nemmeno la licenza media o al massimo con la licenza media
Cioè si si si definisce per ragioni familiari e tutte classiste un orizzonte di esclusione dai dai livelli più alti del sapere che ha anche in quest'Italia una connotazione eminentemente sociale di classe guardate che a questo punto a questa esclusione ancora più pesante di prima perché a essere un pezzo senza titolo di studio di cui del del settanta per cento di lavoratori che non l'avevano
E era pesante sì ma non tantissimo se adesso sei un pezzo di di di sei quelli senza titolo di studi all'interno di un mondo del lavoro i cui livelli di conoscenza crescono beh ma cosa diventa pesantissimo
Guardate che questa cosa poi si ripercorre nella propensione all'educazione permanente
Gli adulti che sono i format che lavorano che hanno percorsi di formazione permanente in Italia sono pochi credo che mi interessa è sapere però che il novanta per cento di quei pochi sono laureati o diplomati
Cioè le stesse riprese e la stessa propensione delle persone a continuare a formarsi durante la vita lavorativa e quindi la capacità di gestire di essere in grado di rispondere al cambiamento dipende dal titolo di studio riparte
Cioè se mi permettete una battuta questo conferma una cosa cioè che la formazione tende spontaneamente andare già a da andare a chi ce l'ha già
Andare i figli di quelli che ce l'avevano ed andare ai lavoratori che sono già che entrano del percorso lavorativo già formati
Questo secondo me il problema fondamentale che abbiamo davanti in questo periodo cioè come evitare che un ingresso nel mondo del lavoro con bassi livelli di sapere di scolarità diventi una discriminante per tutta la vita
E la diventa perché se andiamo a vedere
Chi sono i la lo so colo duro dei disoccupati quelli che a cinquant'anni non trovano lavoro
Beh troviamo che non ci sono laureati o diplomati pochissimi la stragrande maggioranza e gente senza titolo di studio che non è mai stata coinvolta in percorsi formativi durante la sua vita lavorativa
Altro che disoccupazione sono abbiamo attivato per anni di disoccupazione intellettuale la disoccupazione dura oggi dipende dalla mancanza di sapere
Il sapere diventa l'unica cosa sono all'unica la la garanzia di sicurezza fondamentale in un mondo del lavoro in cui i ruoli mestieri cambiano allora l'obbligo formativo a diciott'anni stanche in questa l'oggi
Dire obbligo formativo a diciotto anni dire costruire le condizioni per cui tutti entra in a lavorare con un livello di formazione di qualifica che gli permette di gestire il cambiamento che gli permetta di continuare ad aggiornarsi che gli permetta di non essere vittima di una professionalità povera e unidirezionale delle che sono tante le professionalità povere che i giovani incontrano ma un giovane con un livello di scolarità di formazione alta riesce a passare da lì
Chi ha scarsi livelli di qualificazione di formazione si blocca di per tutta la vita il lavoro scarso diventa una condanna e quando quel lavoro non c'è più è inesorabilmente riti disoccupato anche perché non alle possibilità di cambiare di gestire una trasformazione professionale
E guardate che se mi permettete un discorso un pochino più ampio
Beh e quello che sta succedendo sul terreno del Welfare per cui a cinquantadue anni c'era gente che viene quasi considerate esuberi e che vogliono andare a pensione alla svelta la strategia dei prepensionamenti come unica alternativa disoccupazione dipende in qualche modo anche da questo
Cioè dal fatto che in questo Paese non si è mai costruito un'idea del cambiamento
Ed è la formazione permanente dei lavoratori per cui la perdita di lavoro per le persone a basso livello di istruzione a bassa professionalità de aveva come unica soluzione l'andare in pensione il più presto possibile allora dire obbligo formativo a diciott'anni
è anche dire non più prepensionamenti ma formazione continua per gli adulti e creare costruire a diciott'anni le condizioni
Per un'idea di una vita lavorativa in cui il cambiamento possa essere gestito da persone che ne hanno le possibilità e le capacità conoscitive
Noi abbiamo fatto su questo un'iniziativa come CGIL l'abbiam intitolata
Al la formazione al centro di un nuovo Welfare cioè questa cosa qui dai quindici diciotto anni e anche la premessa per una riforma del Welfare nel senso dell'uguaglianza e della libertà delle persone
Dopo che l'ho presa alta abbassiamo la rapidamente anche in maniera più rapida la cosa fa la scuola cosa fa la formazione professionale cosa fa l'apprendistato in queste allora
La scuola un compito importante decisivo la scuola deve dire ai servizi per l'impiego tutti Giovanni che a quindici anni che hanno fatto l'obbligo formativo a quindici anni
Deve dire quelli che si riscrivono a percorsi scolastici superiori
Deve dire di quelli che non lo fanno se vanno dalla formazione professionale avere dalle famiglie la dichiarazione che comunque vanno va vara andarono la formazione professionale sono impegnati in un percorso di apprendistato
Poi la scuola al compito
Di costruire al meglio da questo punto di vista è decisiva la riforma dei cicli perché guardate obbligo formativa diciott'anni se poi non si fa la svetta la riforma dei cicli che semplifica di indirizzo porta la fine della secondaria superiore a diciott'anni avremo qualche incongruenza
Cioè se vogliamo che dal prossimo anno l'obbligo formativo diventi una realtà credo che il Parlamento dovrà approvare entro quest'anno la riforma dei cicli questo è il primo la prima cosa che ci riguarda come il mondo della scuola la cosa interessante lo dico rispondendo
Alloggi l'anno che ha ragione
è che anche i percorsi fra i quindici e i diciotto anni possono essere percorsi integrati
Cioè c'è la scuola c'è la formazione professionale cioè l'apprendistato
Ma c'è anche la possibilità in questa fascia di costruire percorsi integrati che alla fine è portino al risultato magari a Coppi il diploma e la qualifica professionale oppure che in ciascuno dei due percorsi consenta acconsenta poi la certificazione reciproca delle competenze acquisite
Quindi integrazione attraverso la possibilità di passaggio che è possibile però se in qualche modo si concordano i percorsi o se sono una un pezzo del sistema fino a percorsi integrati veri e propri tra scuola e formazione professionale
La formazione tecnico superiore se entriamo in questa logica non appare quindi un unicum alla fine no ognuno va per conto suo e poi si può si progetta e percorsi integrati
Dopo ma l'integrazione
Può partire da prima e quindi anche nella formazione tecnico superiore al suo coronamento guardate che questo importante se e forse può portare al recupero di vecchie sperimentazioni che sono state un po'spiazzate vedi proprio diverse tali i quali a loro volta su solo oggi spiazzati dalla formazione tecnico superiore dalla laurea breve tre anni
Penso per esempio le professioni paramediche agricoli diplomi universitari
Sono oggi in crisi e forse la costruzione di percorsi integrati dalla scuola secondaria magari coronati da un percorso di formazione tecnica superiore permettono un recupero sensato c'è una cosa che nell'università AN a me non pare
Allo Stato tranne qualche lodevole eccezione sensatissime e produttiva
Seconda cosa la formazione professionale la formazione professionale ha detto Pietro Lucisano formazione professionale deve riformarsi anche in senso qualitativo la sperimentazione che sta avviando la la Regione Lazio secondo me fatto grandemente positivo
Andrà approfondita portata avanti ma secondo me qua cominciano a esserci le idee cioè non dovevano svetta la ragione Alba di parlar male della formazione professionale dobbiamo andare a prendere le formazioni l'esperienza di qualità che ci sono monitorarla diffonderla
Perché il fatto che ci siano esperienze di eccellenza vuol dire che anche dalla formazione professionale si può fare un bel lavoro e parlati integrazione continuando a parlare di un sistema che
Sistemi che sono capaci di parlare di comunicare tra loro apprendistato
Allora è vero che le centoventi ore previste dalla legge sono poche sotto i diciotto il provvedimento sulla formazione dell'obbligo prevede l'aumento dalle centoventi alle duecentoquaranta
è un primo segnale che va gestito bene che andrà gestito bene in maniera positiva secondo me sono poche anche duecentoquaranta
Bisognerà lavorare che siano ancora di più comunque duecentoquaranta ore cominciano a essere un un segnale vero non so se è così come è scritto la porteremo a casa il datore di lavoro sono entusiasti di sta cosa
Ha cominciato addirittura agitarsi non solo per la quindi cervice per duecentoventi ma c'è stata anche agitando perché tra il quindici e diciotto la Commissione europea ha posto normativa un po'più dura e sulla stessa sicurezza e sulle modalità di lavoro dei giovani tra i quindici tra il quindici e di ciò abbiamo problemi coi padroni ma vi inviterei a riflettere su questo concludo che cominciamo ad avere problemi seri quei ragazzi
E su questo vi chiedo ma nanomacchine dal cd la chiedo a tutti
Zavorrate che molti dei ragazzi che vanno all'apprendistato
Sono oggi dieci mila dovrebbero diventare entro il due mila uno trecentocinquanta mila
Beh però navi sperimentazione già fatta l'anno scorso ebbe ci troviamo di fronte a problemi di difficile gestione da un punto di vista educativa educativo ci sono ragazzi che sono andati a lavorare perché la squadra Pratali proprio male
Che vanno a lavorare perché dentro la scuola ho perso la stima di sé e magari sono a lavorare per riconquistarla
Io ho dato a valutare gli Hema Biella del sintesi dall'esperienza fatta ho trovato uno Giovanna le ammende attrice che abbia già un mestiere importante perché state devi dare valore a pezze di grande di grande valore
E che si è licenziato canuta spiegarci che già licenziata piuttosto che tornare a scuola
Raccontando ci quello che è stato per lei l'incubo esperienza scolastica esistono anche queste cose
La dispersione e anche queste cose qui
E allora credo che per l'apprendistato non basti insomma noi faremo una battaglia dura coi datori di lavoro perché si è assicurata la formazione ma una volta assicurata formazione a partita non è finito
C'è bisogno di un lavoro di personalizzazione dell'intervento
Di attenzione alle specificità delle persone di un vero e proprio contratto formativo che spieghi al giovane che cosa quell'esperienza formativa di può dare può essere per il suo lavoro e per la sua vita
Ci vuole una politica dall'accoglienza che cosa ci vuole per tutta la formazione professionale mai decisivo a questo punto il ragazzo che entra in un percorso l'apprendistato ciò dobbiamo sapere noi che cosa sa fare che cosa ha imparato che cosa no
Sapendo che non possiamo accontentarci del giudizio la scuola cui proviene perché il giudizio la scuola cui proviene spesso il giudizio negativo
Ma ma perché molto spesso la cui negatività in giudizio sulla scuola spesso che l'hai messo lo sappia
E allora credo che da questo punto di vista forse dovremmo alla svelta come sul mondo della scuola e come modella della formazione professionale ve lo propongo perché siete fra i più in grado di farlo
Per realizzare una grossa discussione
Sull'apprendistato come grande sfida
Per la pedagogia moderna per la scienza della formazione di oggi cioè con insomma la personalizzazione dell'intervento educativa
Le questioni della qualità se ne vogliamo giocare in quella dimensione egualitaria che vi dicevo prima che oggi imprescindibile trovare l'apprendistato un momento di verifica essenziale che non può essere eluso grazie
Credo che Andrea Ranieri ci abbia invitato a un dibattito che non è appunto un dibattito fuori dalla scuola il tema dell'apprendistato eccetera
Bisognerà poi appunto vigilare stare attente che le aziende non prendano la questione dell'apprendistato come una forma nuova di contratti di formazione lavoro quindi
Invece il tema di come lavorare su questa questione diventa credo molto importante
Giorgio Arrigoni
Nel Rapporto Isfol di quest'anno
Tra le altre osservazioni ce n'era una che cioè i processi reali processi formali per la prima volta hanno sopravanzato i processi reali per quanto riguarda il mondo la formazione cioè mentre per trent'anni se volevamo andare a vedere che cosa si muoveva nel mondo la scuola della formazione qual erano le novità le innovazioni non dovevamo andare a vedere la parte delle norme la parte formale da parte procedure perché quella è rimasta aperta era rimasta per trent'anni praticamente immobile e dovevamo invece andare a vedere che cosa si muoverà sul territorio che quelle andare a vedere tante sperimentazioni quello che si muoveva sulla base dei finanziamenti euro sei queste in passato erano state le sole novità del sistema e il sistema spingeva solamente dal basso
Invece è successo negli ultimi due anni una incredibile accelerazione veniva ricordata anche prima l'incredibile accelerazione della parte normativa da parte regolamentare
Che riguardava il sistema sia scolastico cioè di formazione professionale al punto che questa sopravanzato la stessa realtà territoriale al punto che questo processo è stato così veloce
Che ancora non dappertutto vi è la consapevolezza di quello che è successo di quanto radicale sia stato il cambiamento introdotto dalle norme nostro Paese
L'esempio più clamoroso è più significativo di quanto di affermo è proprio l'obbligo formativo
Che è una norma di cui credo il novantanove per cento della popolazione italiana non ecco consapevole ma non solo che la popolazione italiana in generale ma anche degli stessi addetti ai lavori
Noi come d'ISFOL spesso ci troviamo ogni volta a a discutere a a far presente ai nostri interlocutori
Che sia che operò la scuola la formazione ma nelle stesse amministrazioni dello Stato far presente ai nostri interlocutori che nel maggio del mille novecentonovantanove
Il Parlamento ha approvato una legge che prolunga l'obbligo da quindici anni a diciott'anni permettendo un'attuazione non solo nella scuola ma anche la formazione professionale a tempo pieno e nell'apprendistato
Questo è un provvedimento sicuramente rivoluzionario che ancora non è presente nelle nella consapevolezza nelle nelle coscienze delle persone
In effetti se pensiamo a come è stato realizzato
è di è stato quasi un miracolo
Abbiamo impiegato trent'anni per elevare di un anno l'obbligo scolastico nel giro di quattro metri cinque mesi
Si è riusciti a invece a spostarlo quella di ecco contrario di divieto di ulteriori tre anni probabilmente ministro Point
Ci dirà anche appunto come come è successo concretamente e di questo deve deve essere dato un un grandissimo merito al Governo ma ad anche un grandissimo merito alle parti sociali perché e a che grazie all'accordo di Natale il patto il patto sul lavoro che poi c'è stata data quest'ulteriore spinta diciamo l'azione di governo per cui il provvedimento entrato al collegato alla Finanziaria
E destato approvato diversamente senza colpo ferire
Nella nel maggio del novantanove
E questo ha finalmente da anche al nostro Paese una collocazione diversa in ambito internazionale l'Italia che era sempre stato in fondo nella credo datori a dei paesi per quanto riguarda la durata degli studi finalmente addirittura scatta in testa e si affianca a Paesi come e come la Germania come l'Olanda che hanno previsto proprio i due periodi il periodo di obbligo scolastico fino a quindici anni
E il periodo di obbligo formativo fino a diciott'anni con la possibilità quindi di indirizzarsi anche all'apprendistato alla formazione professionale
Questo è un sicuramente un grandissimo traguardo di di di civiltà e qualcuno potrà pensare che è stato buttato il cuore al di là dello dello Stato allo
E però ha come diceva Andrea Andrea prima questo forse non è neanche tanto vero perché poi se poi andiamo a vedere come evoluzione come sono lutti spontaneamente i processi di scolarizzazione nel nostro Paese
Possiamo verificare che in realtà già alle scelte dei ragazzi delle famiglie si stavano indirizzando verso verso questo tipo di di poterlo questo modello che a tre grandi
Obiettivi positivi il primo è evidente e quello di portare la durata degli studi e della formazione fino al minimo diciott'anni
E da questo punto di vista rispondiamo finalmente a una richiesta indicazione una direttiva che era stata data Giada più di dieci anni dalla Comunità europea
Che richiedeva che tutti i ragazzi dopo il termine del periodo di obbligo scolastico
Facessero un ulteriore Periodo di scuola di formazione che li portasse al conseguimento di un titolo fosse un diploma o una qualifica
E qui c'è da fare attenzione con la diversità di concetti concetto della semplice frequenza il concetto del successo formativo perché realtà la finalità dell'obbligo formativo non è la semplice frequenza purché sia
Della scuola della formazione ma l'obiettivo è il successo formativo raggiunto nella scuola o o nella formazione quindi questo è il primo grande obiettivo che viene posto da questo provvedimento
Il secondo obiettivo riguarda la la qualificazione della formazione professionale iniziare e qui ne parlano sia Lucisano che che Ranieri e questo obiettivo viene perseguito con particolare attenzione anche all'interno della del Regolamento che si sta preparando per l'attuazione di questo e degni di questo provvedimento questo provvedimento in realtà e una grossa scommessa per la formazione iniziale alla quale viene attribuito un ruolo di pari dignità con la scuola per quanto riguarda questo settore è una pari dignità che però va riconosciuta va conquistata sul campo non basta dire formalmente che la formazione equivalente alla scuola bisogna che la formazione necessaria la formazione si qualifichi come tale
E da questo punto di vista l'iniziativa a cui faceva riferimento Lucisano sicuramente molto importante da questo punto di vista da in questa direzione
Terzo aspetto importante
Che finalmente con questa provvedimento viene impostato un sistema tra scuola formazione e e servizi per l'impiego
Mentre fino adesso apriamo tante agenzie che si muovevano dopo i quindici anni in modo in modo disordinato
Nella legge e nel Regolamento che si sta predisponendo c'è finalmente una visione del sistema
Nel suo complesso con i diversi ruoli dei diversi soggetti
La scuola con le sue con i suoi obiettivi la formazione professionale e l'apprendistato e servizi per l'impiego che giocano un ruolo fondamentale di snodo nel garantire passaggi dall'uno all'altro sistema
E nel garantire quell'assegno funzione di orientamento alla formazione al lavoro che rimane ancora uno dei grandi buchi neri del del nostro Paese nel Regolamento e i diversi ruoli sono messi definiti con Cocco con molta chiarezza
Evidente però che non basta scrivere le norme bisognerà poi impegnarsi enormemente per la loro attuazione
Concreta infine
L'ultimo aspetto Obiettivo grande obiettivo della della l'obbligo formativo è l'integrazione è il il raccordo tra tra scuola e formazione quindi passaggi tre sistemi le passerelle riconoscimento di crediti anche in questo caso la la legge Regolamento è la grande occasione
Per definire finalmente che significa passare dalla scuola la formazione professionale
E dalla formazione professionale la scuola come riconoscere i passaggi che tipo di provvedimenti attuare per garantirli per renderli reali erano come qualche cosa che viene scritto solamente sui sui rapporti
E per quanto riguarda la la la la la l'attuazione ovviamente ci sono dei delle questioni da da da risolvere
Una molto forte quella che ricordava Andrea Ranieri quella dell'apprendistato
Apprendistato che sapete dalla novantasette l'apprendistato è richiesta una frequenza minima di attività formative Esterna l'azienda di almeno centoventi ore
Sicuramente all'anno
è sicuramente un limite basso confrontato gli altri paesi che ne prevedono et mediamente trecento quattrocento all'anno
è stato il il punto d'avvio dopo quarant'anni
Che esisteva l'apprendistato nel nostro Paese è uno strumento tra l'altro molto utilizzato dalle aziende abbiamo Italia quattrocento mila apprendisti
Ma tutti disattende vanno a quello che già era scritto nella legge ovvero che l'apprendista dovesse svolgeva attività formative esterne all'azienda
Tutti nel disinteresse generale devo dire purtroppo di tutte di tutte le parti in causa
Questo questo vincolo divenuto tale solo quando è subentrata la minaccia per le aziende di perdere i i contributi che che che dicevano per l'apprendistato che sono anche anche abbastanza ingenti nonostante questo per il momento sono centoventi ore sono basse sicuramente io ritengo per la parte almeno per la parte di apprendistato
E in obbligo formativo bisogna bisogna aumentarle come diceva Andrea questo la la probabilmente la proposta che che che che verrà fatta è una proposta che però dovrà essere discussa colle con le parti sociali
L'aspetto una un aspetto però importante l'apprendistato non riguarda solo la formazione esterna ma riguarda anche tutto l'apprendistato c'è anche quello che si fa in azienda
Perché negli altri Paesi l'apprendistato lo deve dare delle garanzie di qualità anche per quanto riguarda la formazione sul lavoro perché non dobbiamo considerare come formazione solo quell'esterna ma anche quella che viene verso l'impresa allora ecco un altro punto che riguarderà però realtà hanno solo l'obbligo ma tutta la regolamentazione futura dell'apprendistato e come garantire anche la qualità di tutto il percorso formativo
All'interno all'interno di questo strumento
Un'altra questione grossa che aleggia dietro la regolamentazione dell'obbligo formativo è la la riforma dei cicli
La riforma dei cicli che consente di disegnare
Un sistema che è molto più coerente in termini di passaggi tra i diversi momenti e tre diversi momenti della della scelta perché oggi non ci dimentichiamo abbiamo questa questo questo limite se vogliamo di una riforma tedesche di una di un obbligo di istruzione che termina
Nel tal primo anno di un percorso già iniziato e che dunque costringere i sistemi in qualche modo di adattarsi in funzione dei passaggi però considerando che una scelta è stata già fatta
La riforma dei cicli interviene su questo consente poi dei quindi delle delle scelte e più graduali più modulari avviate
E fino dai negli ultimi due anni della parte di di obbligo scolastico e che poi si vengono a determinare dopo il quindicesimo anno di età
Infine avremo non dobbiamo non possiamo dimenticarlo grossi problemi di attuazione
Ricordava Andrea e i i numeri non sono un problema
è vero
Ormai abbiamo tassi di scolarizzazione molto elevati abbiamo calcolato che la parte di ragazzi fuori dall'obbligo formativo sono duecentocinquanta mila
Che non è un numero elevatissimo in assoluto il problema è chi sono questi duecentocinquanta mila ragazzi
Che veniva ricordato
Che
I ragazzi che vengono selezionati che abbandona la scuola sono ragazzi di un certo tipo
Di una certa distrazione e una certa attrazione attenzione non tanto di carattere sociale in generale Coppi forse devo precisare una cosa che ricordava prima Ranieri
Non tanto di estrazione sociale in generale ma di bassa estrazione culturale cioè quello che pesa
Nell'abbandono scolastico nel successo scolastico
Non è il grado di ricchezza della famiglia abbandonano anche magari figli di commercianti magari anche figli di imprenditori self made man del del del del Nordest e quindi non è la condizione sociale
Ma è il titolo esattamente il titolo di studio del capofamiglia
Questa esso la Condé e della madre il titolo di studio dei genitori
Questa questo livello discriminante
Allora questo è un grosso problema da da risolve interno della scuola perché significa che la scuola fino a un certo punto riesce a superare i condizionamenti culturali attenzione non sociali
Che dice forse non è neanche il compito della scuola no i condizionamenti culturali di partenza
Questo lo vediamo sia per quanto riguarda i percorsi scolastici sia per quanto riguarda i percorsi di apprendimento verificati dai del testo
E quindi è una sicuramente un dato a cui prestare attenzione pure in una situazione in cui la scuola affatto moltissimo perché il e l'elevamento di scolarità che c'è stato in questi ultimi dieci anni notato da pochissimi perché poi non interni di un numerino messo rimase gli stessi perché c'è la calo demografico
Ma nella scuola sono rimasti ragazzi appartenenti a ceti sociali via via hanno aderito alla scuola che chi più
Percentuali ragazzi appartenenti a ceti sociali che prima non non andavano a scuola quindi il questo se il significato sicuramente un enorme lavoro da parte dei docenti
Nell'approcciarsi a questi ragazzi e nella e nello spingere lui a a portare avanti il percorso però come vediamo ancora ci sono dei grossi problemi ed opportuno interi versi
Interrogarsi su questo
Comunque sia allora il problema non è tanto di carattere quantitativo ma di carattere qualitativo perché rimane fuori dei processi questo venti per cento di ragazzi che costituisce per così dire lo zoccolo duro
E la parte dei ragazzi meno motivati alla scuola alla formazione allora qui non si tratta tanto di tenerli a scuola l'informazione in qualche modo si tratta di far riconoscere loro che questo non è una un obbligo ma è un'opportunità in più e lo riconosceranno solo se la scuola la formazione sarà una scuola è una formazione di qualità
E qui sta la la grossa sfida della dell'obbligo formativo
Altro aspetto fondamentale l'attuazione raccordo tra scuola tra scuola e formazione per garantire i passaggi fra due sistemi
I passaggi tra due sistemi oggi sono passaggi casuali molto spesso si abbandona la scuola e poi si cerca qualcuno cerca in qualche modo iscriversi a un corso di formazione molti dall'abbandono completamente occorre invece che passaggi tra scuola e formazione contrario siano passaggi
E morbidi siano passaggi assistiti siano passaggi integrati tra l'uno e l'altro sistema infine l'ultimo aspetto e quello della verifica dei risultati
Farà dire che tutti frequentano la scuola la formazione lo stesso apprendistato serve a poco se questa frequenza non porta a dei risultati reali
Non basta promuovere tutti per dire di aver assolto alla al proprio dovere
è necessario sarebbe opportuno che Totti Ampola andassero sviluppassero il loro percorso ma non solo attraverso la promozione anche conseguendo dei risultati che corrispondono a standard reali bisogna evitare il rischio di garantire una avanzamento purché sia in mancanza comunque del rispetto di certi Standa perché questo sarebbe secondo me e il più grande imbroglio ai danni ai danni dello stesso i ragazzi allora il discorso della verifica dei risultati della valutazione a livello di scuola e a livello di sistema credo è e l'altra grande condizione che bisogna attuare e sviluppare
Per rendere l'obbligo sia scolastico che formativo non qualcosa scritto sulla carta ma un qualcosa che corrisponde a un innalzamento reale dei livelli di di Q culturali di formazione professionale del paese grazie
Dunque in un convegno che tenemmo proprio qui nel novanta e quindi in tempi diciamo non troppo recenti sicché a nanna l'utopia e il Progetto
Da qui dicevamo una cosa forse per capire la scuola per capire meglio il senso del nostro lavoro il senso di quello che facciamo bisogna uscirne bisogna imparare anche a decentrato sì
Ecco adesso torniamo alla scuola allora la parola Domenico Chiesa
Grazie
è molto facile
Questo mio intervento perché c'è una convergenza incredibile tra le cose che vorrei dire le cose che ho sentito ma anche con le cose che ho sentito ieri ed è quindi molto difficile questo intervento
Perché prevede per la scuola un salto di qualità incredibile
Per poter essere effettivamente all'altezza del cambiamento che è stato messo in atto
E che mette in moto anche il senso stesso della scuola
Forse potremmo dire
A Schiavone l'anima della scuola perché questa che viene richiamata ad essere messa in gioco
Ho la prova a fare questa operazione in quindici minuti quindici e quindi chiedo scusa
E io penso che tra mente che riprende molte cose già dette spero di non ripetere solo dire trentatré penso effettivamente che alla scuola stiano arrivando proprio dal cambiamento messo in atto in particolare
Dal riordino dei cicli da un lato ti dà l'elevamento dell'obbligo sia dell'istruzione e della formazione dell'altro ecco vengono messe in in movimento alla scuola vengono consegnate alla scuola nuove e più alte responsabilità
Intanto verso le fasce d'età tra i tra i quindici anni
Io vorrei fare questa distinzione fra questa prima parte della vita
Presso la quale la scuola si rivolge poi con la parte successiva che segnata anche da questo da questo passaggio dal dal diritto dovere la distruzione al diritto dovere
Alla formazione convengo pienamente sul fatto che l'opinione pubblica e troppo poco informata trovo poco sensibile a questa rivoluzione che il salto di qualità che l'obbligo formativo fino diciotto anni che infonde veramente una mette in atto un cambiamento che stravolgente perché forse non sentiamo ancora molto ma anch'io che lavori non professionali l'Istituto professionale sento veramente sulla pelle come c'è da sentire già da quest'anno
Dicevo c'è un primo livello di responsabilità della scuola verso la fascia d'età Trevi tre quindi si è la fascia d'età che il tempo della scuola e qui la nostra responsabilità
In questa fascia d'età la scuola è un elemento insostituibile per tutti i ragazzi per ciascuno
Non lo dico a parole non si vede ma la mia scuola la metto minuscola perché comunque non è la scuola totalizzante la scuola
Unica esclusiva esperienza ma certe è l'esperienza comune più significativa per tutti ragazzotto di bambini tutti ragazzi fino a quindici anni ed è una responsabilità e non enorme da parte nostra nel riuscì a far corrispondere per fare sì che ragazzi di hanno senso a questo rimaneva scuole libere chiamato molto bene
Da Giorgio Allulli prima
Si tratta di garantire un percorso di formazione e di esperienza culturale significativa per ciascuno e non sappiamo cosa significa io che lavoro in un biennio di scuola media superiore o professionale cosa significa riuscire ad intercettare tutti ragazzi arrivati a quel punto della loro formazione che
E vero non è solamente un insieme di successi scolastici è un insieme di successi personali in famiglia tra gli amici di continue delusioni insomma la scuola rischia di essere quell'ultima quell'ultima ciliegina che mette in qualche modo in crisi
L'identità di questo ragazzo
E compito fondamentale io
Di questo dico con con la pelle d'oca ve lo assicuro è compito fondamentale di noi insegnanti della scuola insieme
Riuscire ad attirare il loro affetto prima su di noi prima sulla scuola e poi riuscire a fare sì che questi lo trasferiscono sulla cultura perché l'unico vero modo per uscirne perché se questi riescono a capire che la cultura e la loro Volley e i loro allora chiave per ricostruire l'identità nonostante la loro vita il e l'ambiente in cui vivono e certamente per loro un pezzo e è stato costruito
Ed è una responsabilità io fondo d'accordo pienamente con Carmine Andrea Ranieri riscontro diceva prima è veramente una cosa su cui noi dobbiamo cominciare a riflettere fondamentalmente e chiaro di sono due snodi le sue non entro nel merito perché sarebbe motivo ma lo faremo nei nostri seminando si lavori nei nei vari cd insomma ci sono i due snodi primo
Come garantire la chiusura della scuola di siamo di tipo unico fino a tredici anni qual è livello di individualizzazione come costruire atteggiamento d'orientamento che riesca a fare sì che se la cavi siano in grado di fare questa prima scelta
Che certo una scelta provvisoria una certa l'ha vissuta con molta disillusione non caricata troppo ma che per il ragazzo ha un grande significato e il momento in cui crescono è un salto di vita insomma è un'iniziazione e il passare da bambini a ragazzi a cui si chiede di fare una scelta
Certo una scelta che si fa con la famiglia che si fa una scuola che si fa
Con insieme alle persone con cui si vive ma è veramente un segnale incredibile di cresta per i ragazzi come garantire che siano in grado di arrivare a tredici anni a gestire questa prima scelta e poi soprattutto come garantire che nei due anni successivi
La scuola riesca non tanto rimette in discussione in modo superficiale questa scelta ma consolidarla a farla diventare una risorsa io mi accorati mi ragazzi al quando arrivano in prima hanno una grande risorsa
Che portano con sé e della scelta erogata senso Indirizzo queste materie cancelletto e che li separa dagli altri ragazzi magari ma sui quali non si voltò spendere voglia trovarsi e lievito grafici l'indirizzo sociali griffe meccanici
Loro vogliono gioca su questa cosa tocca la scuola
Sostenere questa scelta garantire che può apposta avere le gambe per camminare eventualmente in tarda eventualmente a cambiare scelte al momento in cui effettivamente trascura si accorgessero se si accorgessero che la scelta era prematura era sbagliata e qui avesse debba essere in qualche modo corretta ed in una corsa responsabilità ma guardate
Nel corteo ieri con con tanti colleghi insomma il biennio effettivamente è nell'occhio del ciclone il punto critico su cui questa questa riforma verrà misurata perché è lì che si a arriva al al Petter Hedlund arrivano al pettine elica la scuola deve dimostrare di essere in grado in qualche modo di dipanare
Questi incontri
C'è un terzo livello di di responsabilità che io ritengo sia fondamentale per la scuola noi come Cirio diciamo sempre che abbiamo persino un modo un po'adesso ossessivo devo dire questo problema
Ed è il fatto che la scuola riesca finalmente insomma passare dalla scuola usiamo con dei termini moderni insomma diciamo diversamente abita ma curiamo i termini che si usano oggi a passare dalla scuola di programmi allo scolo delle competenze
A una scuola che sia in grado di usare le discipline sapere tutto ciò che è patrimonio della nostra cultura per trasformarlo incompetenza e incapacità di muoversi dei ragazzi in quelle in quel bagaglio in quella invisi ancora risorsa
Culturale che darà i ragazzi appunto questa questa per ricchezza per poter passare poi in un atto successivo ad altre fasi della vita
E su questo io vorrei veramente dedicare proprio solo un passaggio di ragionamento perché altrimenti e non non avrebbe senso tutto il mio discorso non rende nemmeno senso il ruolo il ragionamento calcolo può fare l'ho fatto proprio in una battuta richiamando a tante cose che il cd sta dicendo e sta in questo in questi anni lavorando
Bisogna che si impari da un lato a non a a non a non cancellare a non vergognarsi del fatto che noi siamo e coloro che sono chiamati ad usare le conoscenze disciplinari per costruire la cultura di ragazzi
Ma l'aver la consapevolezza che le conoscenze sono uno strumento per costruire delle competenze che la stessa conoscenza danno l'ha vissuta immediatamente come conoscenza attiva come conoscenza che in grado di produrre cambiamento del comportamento intellettuale di ragazzi
Il problema non è quello di dire conoscenze più applicazione delle conoscenze mai la conoscenza stessa che nella scuola deve assumere questa dimensione e all'interno da conoscenza astensione dobbiamo trovare questa valenza diciamo nel costruire
Le competenze nel modificare e l'orientamento cultura di ragazzi faccio solo una battuta immaginatevi il latino senza traduzione
Nessuno se l'immagina perché continuiamo ad accettare che la scuola sia fatta di Scienze senza laboratorio di tecnologia senza laboratori tecnologici espressive senza l'uso della conformità della felicità
è questa la rivoluzione che lo dobbiamo richiamare in ostico ai nostri colleghi su cui dobbiamo anche vincere la battaglia di conservazione di chiusura dove il modello dell'ICI esattamente continua per darci addosso ma e qui secondo me è una sfida molto più grossa molto più chiedo scusa Armando nella contrapposizione molto più significativa che non impostare un concorso di accoglienza con l'accoglienza necessario ma è necessario solo e utile solo quando finita l'accoglienza io da proporre ai ragazzi un percorso conoscitivo che effettivamente le conduca all'esperienza e l'esperienza culturale ecco e qui per me lavora con la chiave è proprio questa proporre ragazzi un percorso di esperienza culturale significativo non è facile non le facce perché questi ragazzi non hanno
Non sono in qualche modo nato i riferimenti culturali che può avere che fu una delle insegnanti va tutto ricostruito non possiamo appesantirli di un continuo richiamo
Tipo per lei porsi insomma non nel senso di di richiamare il fatto che loro continuano a disattendere nostre attese è un percorso lungo un percorso anche
Che secondo me anche di dire devo avere anche anche molta umiltà e anche molta modestia da parte nostra certo l'individualizzazione aperture da tali percorsi sono uno strumento indispensabile
Siccome non la voglio fare lunga
La Sea sospeso questo ricordo perché ritengo che ognuno di voi lo riesca a riempire con con contanti a ragionamenti io richiamo solo questo fatto la scuola penso abbia in questi anni almeno non so da dalla fine degli anni Settanta maturato tante esperienze che possono essere utilizzate rimesso in circolo in questa in questa dimensione
E la la capacità di questo cambiamento di cogliere e di riattivare
Dare senso nuovo insomma a queste esperienze anche un elemento in cui si gioca la possibilità di riuscire a funzionare rimettere in gioco tanti insegnanti nello strumento sono confusi e che però Ando sensato la postilla di capire ciò che qual è il messaggio di fondo
A cui vengono chiamati al cambiamento
Certo c'è un problema di nuove responsabilità della scuola dopo quindici anni qui sono più nuove responsabilità è un modo nuovo di vedersi della scuola perché effettivamente dopo i quindici anni la scuola deve contaminarsi con il resto deve veramente pensare ad altre agenzie formativa alla pari non pensassi l'unica esclusiva Gentile la formazione sì non ho pensare indubbiamente dei percorsi di sola scuola certo ma che non siano estranei alla logica di formare di mettere le basi per la formazione alla alle professioni
Si deve soprattutto pensare percorsi integrati di fronte a me della corsia qua dice Lucisano che quanto diceva Ranieri prima percorsi integrati tra scuola formazione professionale e formazione sul lavoro
Mi sembra una valenza non secondaria questa richiedere che il lavoro tra i quindici e i diciotto anni abbia questo spessore formativo proprio il lavoro insomma la dimensione del lavoro del rispetto del ragazzo che comunque è in sviluppo in crescita che comunque ha bisogno attraverso accordi continua a formarsi e accanto alla porci sia questa fase
E dell'apprendistato del del quindi tende della formazione e meglio ancora delli dell'intreccio con la formazione professionale visto che questa è la grande scommessa
Non solo diciamo delle parti sociali o del lavoro della Polo altro personale ma proprio della scuola insomma
Sulla prevarrebbe riferimento la mia esperienza ma non è facile insomma non farlo io vivo non professionale nel triennio Händel facciamo questo lavoro ne abbiamo la qualifica in terza
Le mie ragazzine ieri erano e nei negli asili nido e nelle case di riposo insomma nello stage che fanno per queste cento ore annuali già in terza insomma ripeteranno in quarta e quinta
Acquisiranno una qualifica professionale accanto al diploma di quinta un percorso integrato esistente con come enorme difficoltà di convivenza
Ma chi altamente che non può non avere un rilancio da dalle
Da da da questo cambiamento che ne ha messo in atto
Faccio solo più una breve osservazione e poi chiudo lasciando l'immaginario insomma le le le possibilità di di lavoro in questa direzione
La scuola delle grosse difficoltà ad incontrare la cultura del lavoro
Io penso che su questo lo dobbiamo riflettere mi fa molto piacere però vedere che effettivamente anche ricostruendo la storia dei nostri convegni un po'diciamo come come inventario delle del del passaggio del tempo insomma mi fa piacere di costatare che sin ce ne andiamo indietro anche solo come a differenza del novantatré
Ricostruiamo da allora a oggi
Ciò che ha voluto questo ribatte troviamo che c'è un salto enorme favorevole insomma indubbiamente anche della capacità da parte del mondo del lavoro della formazione professionale dicono se la scuola e da parte della scuola di riconoscere questo bisogno questa necessità di avere un confronto con il lavoro
C'è difficoltà della scuola atti ad incontrare ad intercettare la cultura del lavoro lo sappiamo benissimo noi abbiamo trasformato la tecnologia in un parlare di teologia perché non siamo in grado di accettare il lavoro per quello che è per quello che come funzione meccanismi con cui viene messo in atto
Dovremmo accettare indubbiamente che lavoro e nella scuola sotto i quindici anni attraverso disciplina
E le discipline che dovrà essere in grado veramente di ricondurre i ragazzi a questa a a a pezzi cultura del lavoro ieri in un gruppo io ero nel gruppo del curricolo e ho sentito un bellissimo intervento che riferiva di una scuola divi di Firenze fatto da Giuseppe bagni in cui si diceva che il loro modo di di fare accoglienza in prima il resto è stato quello di anticipare una serie di attività che normalmente un manufatto in terza
E curiosa questa cosa perché vuol dire era un era un IPSIA era un un percorso di di di di di di professionale per per la per l'artigianato ecco e curiosa questo fatto perché significa come messaggio che non sia anche non si suddivide scolasticamente molte materie tra teoria e pratica dove prima vi è la teoria fatta in modo verbale e poi la pratica come applicazione al teoria
Ma si riconosce che proprio la formazione di questi di questi concetti di queste conoscenze Teoria e pratica certo sono divisibili dal punto di vista teorico ma sono poi intrecciate nella costruzione di ragazzi devono trovare posto insieme
Forse questo percorso può essere quello che può essere vincente per tanti ragazzi nel tenerli a scuole fari
Per conquistare il gusto della scuola
C'è poi un secondo problema su cui c'è difficoltà su questo posso parlare di meno perché ne ha già parlato ampiamente e che parlano prima di me ed è come si inserisce la scuola nel percorso della diciamo della costruzione delle professioni
Beh certo molto la modalità all'immagine che ha usato Lucisano noi dobbiamo parlare tra i quindici diciotto anni di percorsi di occupazione
La scuola il liceo l'integrazione sono comunque percorsi di occupazione certo fatto in modo anomalo non fu non immediatamente finalizzati a dire adesso Titti procuro quel posto di lavoro sicuro per cui insomma ecco non è più così
Ma son percorsi che danno al ragazzo questo margine questa competenza e quindi questo bagaglio di di occupa di vita che una Promotor brutta ma molto significativa però e che che quindi conducono ragazzo la fine di questo triennio ad una competenza una capacità sul terreno provvede l'occupazione e che quindi siano utili dal versante individuale del singolo ragazzo ma anche
Si è un po'anche se molto in quanto un segnale per il sistema produttivo
La scuola come si inserisce siccome l'alcol ferisce facendo intanto il proprio lavoro fino a quindici anni facendolo bene facendolo con modalità con cui a cui ha accennato prima
E poi riuscendo effettivamente dopo i quindici anni ad accettare di entrare in rapporto in relazione con una propria specificità che ancora quella delle competenze culturali che sono contemporaneamente alla base della cittadinanza
I puzzle con un potrà mai rinunciare a questo fatto ma sono anche contemporaneamente alla base di qualsiasi professionalità io mi ricordo un vecchio intervento della Confindustria insomma degli anni ottanta ancora
Quando parte Confindustria cominciavano a mettere questa questo in evidenza la scuola le due professioni la flessibilità ha bisogno di un forte zoccolo duro culturale sul quale si costruiscono poi le singole le singole specificità di singole specializzazioni e poi cento ripetono squadre stanche pronta per tutto l'arco della vita a ritornare ad essere un punto di riferimento per tutti
Qui il problema è quello che poneva giustamente Andrea Ranieri a cui voglio riferirmi per chiudere questo intervento
Il fatto è che l'avere cura una cura particolarissima per la formazione culturale fra i tre e i quindici tra i tre e i diciotto anni significa mettere le basi perché una persona sia in grado di continuare ad aver la scuola come riferimento
è una cosa di attenzione particolarissima immagino proprio è una cosa su cui dobbiamo riflettere la formazione permanente successiva acquisisse più senso diventa più sicura quando è una banalità ormai perché ce lo diciamo sempre ma quella che ci da difficoltà poi costruire effettivamente il percorso reale e quella che da ai ragazzi e alle persone agli adulti la capacità
Gli strumenti culturali per capire che cosa significa il valore che può avere e la cultura
Faccio una conclusione proprio e così per per ricucire tutto questo discorso
Tutto questo ha senso direi proprio se non come insegnanti riusciamo francamente da adesso in avanti a renderci conto di quale processo di quale stravolgimento in atto di quale stagione e sta è stata avviata di come questa stagione sia una stagione di passione e di come sia necessario che anche noi prendiamo per mano a questo cambiamento per accompagnarlo sul sesso
Allora grazie a Domenico si è poi un problema e di governo poiché in questi pezzi non non voglio ridotta all'osso Enrico Panini la probabilmente sarà anche l'intervento del ministro
Per affrontare le questioni che Alba in un qualche modo mi affidava nell'introduzione di questa tavola rotonda ma anche devo dire particolarmente stimolato dagli interventi che mi hanno preceduto
Va be'innanzitutto a rimettere come dire in ordine per me rispetto anche la mia esposizione alcuni punti di valore anche alcuni comuni punti di contestualizzazione politica rispetto alla fase e la quali si svolge questo convegno nazionale del CDU e vorrei allora prova a capire che scriviamo obbligo
Nella locandina del Manifesto del programma di questo convegno eleggiamo diritti delle persone vorrei aggiungere subito dopo che scriviamo scolastico ma leggiamo anche democrazia
Nel senso che il sapere il saper fare
In una società dove il problema dell'esclusione e uno dei problemi nuovi con i quali deve fare
Ma c'ha della comunicazione del sapere della conoscenza i conti la nostra democrazia diventa un problema rilevante
Rispetto al dibattito in corso in corso in queste settimane dietro scolastico leggo dietro l'obbligo scolastico anche il ruolo della Repubblica
Rispetto alla formazione delle donne e degli uomini di questo Paese così io declino innalzamento dell'obbligo scolastico
E se mi consentite buona parte delle stesse scelte contrattuali per quanto riguarda un nucleo fondante di istituti particolarmente innovativi sui quali richiamerò per titoli fra un attimo la vostra attenzione a premessa però voi contestualizzare ulteriormente al due affermazioni una richiamata da Alba Sasso e riferita Giancarlo Cerini che non ho potuto ascoltare
Ieri una invece ripresa direttamente dalle cose che diceva Alba Sasso rispetto alla necessità di collegare obbligo scolastico immediatamente ad alcune altri
Fatti più strutturali intuì quali ricomprendere questo innalzamento di un anno dell'obbligo scolastico
E queste costellazioni mi nascono anche dal fatto che preparandomi a questo convegno nel senso che con il quando si ospiti ebbe neanche presentarsi un po'preparati un po'studiati non improvvisati all'ultimo momento quando le tematiche hanno questo tipo di complessità
Mi sono ho riletto alcuni vecchi dati sull'andamento delle raggiungimento dell'obbligo scolastico a quattordici anni nel nostro Paese
Riforma approvata il trentuno dicembre del mille novecentosessantadue e guardate chi ha cominciato a davvero una sua significatività delle cifre e percentuali qualche cosa come quindici anni dopo e e probabilmente nell'esperienza di molti di noi che siamo tutti giovanissimi
Che sicuramente abbiamo conosciuto
Un qualche amico di una qualche amica che a scuola non ha completato il percorso terza media secondamento magari ha fatto la prima media ha rinunciato con il consenso dei propri genitori per andare a fare qualche cos'altro
E allora i valori per contestualizzare che voi richiamati sono i seguenti innanzitutto il tempo cioè la necessità di scandire con obiettivi quantitativi precisi che cosa vuole dire questo innalzamento
E un anno in più dell'obbligo scolastico
Pina il ritrovarci fra se non succede questo un certo numero di anni a dire che registriamo ancora registreremo ancora
Una fascia percentuale più o meno rilevante di bambine e di bambini che sfuggono la seconda i processi e per processi guardati significa riforma
Accetto la battuta di Alba riforma dei cicli scolastici la questione dei saperi
Riflessione che parli presa in mano rapidissimamente
Dopo un'elaborazione per certi aspetti anche importante suggestiva
Di alcuni mesi fa ma che non trova ancora le gambe della visibilità voglio dire per una riflessione che prosegue e che diventa un fatto compiuto che consegno un prodotto la discussione all'approfondimento di una scuola sapiente
E di una scuola operante terza questione questo nodo della formazione professionale
Rispetto la quale intendo oscillare oltre che un po'come dire di disinteresse in alcuni casi un po'di superficialità anche una riconduzione di questo problema o alla spetti da magistratura
Per alcune regioni e per alcune situazioni o alle vicende aspre alle quali è consegnato l'articolo diciassette sul quale pende oggi un pronunciamento della Corte costituzionale
Ebbene a settimane come è noto andremo ad una verifica rispetto al governo la maggioranza io mi auguro questo elemento di contestualizzazione
E da questa verifica esca un bilancio e sta un dato di stabilità e non in un'interruzione traumatica della legislatura a questa verifica
Noi dobbiamo arrivare ai lupi con un'ottica sindacale
In un'ottica sindacale noi dobbiamo arrivare con i cicli atto o farti
Approvati al Senato di questa Repubblica in modo definitivo e care colleghe e cari colleghi però non apprendere come va il mondo leggendo dalle pagine del ripubblica del manifesto dell'unità del Corriere della Sera con un altro giornale
E per non farsi che gli intenti cogliere in un qualche modo perito cessi possono essere condizionati da una fase politica difficile e complessa come tua come come quella che stiamo vivendo dobbiamo darci una voce
Cioè dobbiamo se conveniamo su questo su questa necessità essere non voi anche chi facciamo sentire l'urgenza di questa da di questa scadenza di questa data
Bombardiamo di fax e telegrammi di prese di posizione quindi in un modo pacifico e colorato
Il Parlamento il Governo le diverse sedi che con moto ma facciamo sentire due fatti il primo che il bel Thatcher non fu mai scritto e noi non possiamo consentirci di non scrivere su questo versante la seconda questione che è un dato che conclude in un qualche modo completa una fase di processi riformatori non può vedere un nostro protagonismo anche di chi su un articolo su un comma può avere un dubbio una difficoltà una diversa opinione a me pare come dire l'elemento migliore la scelta migliore
Per essere protagonisti in questa fase bene l'elevamento dell'obbligo per ritornare ai temi di adesso ma le cose che ho appena detto non sfuggono dei temi di adesso stanno dentro come dire all'intenzione di stare in modo visibile
In una fase che alla complessità più di noi ha presente l'elemento dell'obbligo riguarda tutti e riguarda gli oltre trenta mila ragazze
E ragazzi tu primariamente non si scrivevano alla secondaria superiore e guardate riguarda i trenta mila perché ha ragione Domenico detto parole da questo questa credo non solo di grande condivisione intellettuale
Ma come dire di grande portato anche di di etica di responsabilità di passione che sono poi i tratti che devono accompagnare il nostro lavoro la nostra attività perché i trenta mila vanno conquistati
Alla scuola nel senso che dobbiamo essere in grado sul luogo sulle loro famiglie ma guardate anche più complessivamente perché in una società della comunicazione la comunicazione i valori su due fatti che si intreccino più in generale di far sentire che questo vanno e un plusvalore e non è un anno inutile o una nudi Gallera in più perché i casi che cita Andrea Ranieri della ragazza di Biella
Siano rapidamente superati perché dietro quei trenta mila e passare a gas e Agazzi non ci sono solo famiglie molto spesso con un titolo di studio basso
Non del capo famiglia della mamma perché come è noto e la mamma che segue i percorsi scolastici del figlio o della figlia