Assemblea annuale della Confindustria - (c/o Auditorium dellaTecnica, viale Tupini 65)

Esperienza
In Italia
Autorità
Signore signore
Cari colleghi
Dichiaro aperta la parte pubblica verrà nostra Assemblea
Vi ricordo che nella riunione di ieri
L'Assemblea di Confindustria eletto Antonio Damato nuovo presidente
Prima di cedere il podio al nuovo presidente
Dice degli anche la presidenza di questa Assemblea
Ho deciso di fare un breve saluto
Come sempre succede quando si giunge al termine di un'esperienza pubblica intensa e impegnativa è difficile sfuggire alla tentazione di tracciano il bilancio ripercorrere fra le tappe più significative prima carne le tracce di lasciare in eredità a chi raccoglie il testimone il proprio bagaglio di esperienza
Non lo farà così come non l'ho fatto ieri nell'assemblea privata
Anche perché abbiamo tutti sotto gli occhi l'evoluzione dello scenario di questi ultimi quattro anni e ognuno di noi alla sua personale chiave di lettura per toglierlo ovviamente lo spessore
Abbiamo tutti attraversato Est lo stiamo facendo ancora oggi una fase difficile di transizione complessa che porta l'Europa l'Italia la società e le imprese a confrontarsi con un mondo sempre più in evoluzione che si trasforma a grande velocità
Sicuramente oggi abbiamo davanti a noi una possibilità dire resa economica importante ma dovremmo essere all'altezza per poterla cavalcare
Ed è in dubbio che è stato lo scenario economico a registrare in questi anni devoluzioni maggiori basti pensare alla rivoluzione tecnologica all'avvento dell'euro all'estensione graduale delle privatizzazioni alle modifiche significative delle regole dicono di corporate governance alla rinnovata attenzione al mercato
Non credo sia un caso credo piuttosto che gli imprenditori possano rivendicare di avere sempre e più di altri avuto ben presente l'esigenza di cambiamento del Paese
E di aver operato con coerenza e determinazione e stimolare e soprattutto per la centrale per accelerare e per aiutare a gestire questo processo di trasformazione avremmo voluto e vorremmo farlo insieme a tutte le altre forze di governo della vita pubblica della Società e dell'economia
Talvolta tuttavia abbiamo invece dovuto assumere un ruolo di supplenza alle lacune della politica
Abbiamo dovuto ricordo ricoprire spazi impropri certo non auspicati ma anch'essi hanno contribuito ad accrescere e a dimostrare il nostro patrimonio di trasparenza e di credibilità la nostra forza trainante e la convinzione profonda di dovere investire sul futuro del nostro Paese
Con questo onere con queste responsabilità di imprenditori mettono in moto tutte le mattine le loro aziende
E con questa stessa
Coscienza io personalmente che i piccoli immensi e i grandi imprenditori di questa associazione quattro anni fa hanno scelto come primo rappresentante ho cercato di svolgere il mio mandato consapevole che ogni scelta
Ogni azioni ogni parola avrebbe contribuito a costruire un pezzo di storia del nostro Paese
Il giorno stesso in cui mi sono insediato il primo governo italiano a maggioranza di sinistra riceveva la fiducia in Parlamento confesso che anche per questo la sfida per noi era alta
L'abbiamo affrontata senza timori con compattezza e con determinazione
Abbiamo contrapposto a volte anche con veemenza ai nemici storici del cambiamento che sono trasversalmente presenti in tutto l'arco parlamentare i valori forti della modernizzazione
Credo oggi di poter dire con luci la serenità che la Confindustria che Antonio di Ahmad Amato si appresta a guidare sia sempre più temprata più forte più pronta a correre
Per questo piuttosto che cedere a tentazioni di bilancio di Amarcord mi venne spontaneo utilizzare questo saluto
Da ricordare che se Confindustria si presenta all'ennesimo passaggio di testimoni ancora una volta forte autorevole e credibile
Lo deve soprattutto alla straordinaria Energia allo spirito di servizio alla capacità e alle competenze di tutti i colleghi che hanno lavorato con me a partire dal mio comitato di presidenza dal consiglio direttivo dalla Giunta dalle Commissioni
Ma anche per il lavoro che si è svolto in tutte le associazioni territoriali e di categoria che sono la vera linfa del nostro sistema
A nome di tutti gli associati io sento il dovere di dovere rendere loro il massimo della riconoscenza per i loro generoso impegno
Ma vorrei anche ricordare altri importanti i compagni di viaggio a cominciare dall'interlocutore di governo con i quali molte volte abbiamo polemizzato della politica in generale delle istituzioni del sindacato
A quelli che hanno più di altri compreso che per noi far crescere nostri in paese significa far crescere il Paese
E per questo con noi hanno proficuamente dialogato interagito ecco e cooperato ricordo per esempio il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
E il governatore Fazio che hanno condiviso molti dei nostri valori di fondo
E voglio ringraziare i colleghi delle altre associazioni imprenditoriali insieme ai quali tante ore tanto impegno abbiamo speso per obiettivi comuni
Ringrazio tutti i giornalisti quelli più vicini attenti alla diffusione dei nostri valori delle nostre azioni
Ma anche quelli più critici e dialettici che hanno contribuito a stimolare sì e a spiegarsi ad esaltare e valorizzare al massimo grado la forza delle nostre motivazioni
Un ultimo ringraziamento sebbene più intimo sento però di doverlo fare anche qui pubblicamente
A mia moglie ai miei figli e ai dipendenti tutti della mia piccola azienda ma tenda di mercato che hanno permesso sacrificandosi di farli vivere questa avventura
E a coloro che in questa struttura hanno lavorato con me
Hanno condiviso le mie giornate hanno condiviso i miei umori
Mi hanno consigliato mi hanno contraddetto mi hanno sostenuto e a tutti quelli che ha mi hanno consentito di non arrendermi mai di operare nell'interesse nella difesa degli interessi dell'impresa che sono sempre più gli interessi del paese grazie
Cari amici
La sovranità di questa Assemblea mi impedisce di andare come mia consuetudine abbraccio quindi c'è una corposa relazione che vi leggerò ho cercato di farla meno corpose lungo possibile
Ma prima di procedere
Alla lettura del testo
Io desidero dirvi quanto mi senta onorato questa mattina
Di essere stato letto vostro presidente e di quanto sia lieto di prendere il testimone dalle mani di Giorgio Fossa che è stato un ottimo presidente di Confindustria e che un buon amico un vero amico
E sono anche particolarmente orgoglioso
Ed emozionato di diventare presidente di Confindustria nell'anno in cui cade il novantesimo anniversario della nostra storia
Perché in questi novanta nel nostro Paese avuto delle trasformazioni straordinari è diventato da un paese agricolo una delle grandi moderne democrazie industriali fra le più importanti al mondo
E questa trasformazione importante straordinaria è stata fatta anche con un contributo irrinunciabile fondamentale
Del mondo imprenditoriale che con il suo sacrificio il suo comizio mentre i suoi impegni ha profuso molto nello sviluppo economico ma anche sociale e civile del nostro Paese e Confindustria in questi novanta anni accompagnato questa storia
E ha partecipato attivamente allo sviluppo e alla crescita del nostro Paese
Io sono il noi tutti dobbiamo essere fieri della storia della nostra confederazione
Ed è da questa consapevolezza che deve nascere la responsabilità di guardare al nostro futuro con impegno e con determinazione per continuare ad essere all'altezza della nostra storia ed erano state l'edizione
Confindustria è stato un pezzo importante della mia storia personale della mia vita
E io in questo momento consentitemi non posso non volgere il pensiero a ricordo di mio padre
Che mi ha insegnato e dato l'amore per quello che considero il più bel vestire al mondo quello dell'industriale dell'imprenditore
Ma anche con il quale mi ha insegnato fin dai primi giorni della mia
Del mio ricordo da sempre
Che essere industriale vuol dire non solo avere responsabilità nei riguardi della propria azienda e dei propri dipendenti ma essere anche seriamente impegnati a promuovere il benessere lo sviluppo anticivile del paese nel quale si opera ricordando mio padre io voglio ringraziare lui ringraziare tutti gli imprenditori italiani che con loro sacrificio hanno scritto pagine importanti in questi novanta vitali
Signore autorità
Cari colleghi e amici
Intendo dare inizio al mio mandato chiedendovi di essere partecipi di una grande speranza
Che vorrei condividere con voi e con tutte le componenti attive della società italiana
Con i giovani che aspettano risposte per il loro futuro
La speranza di diventare finalmente un Paese che sa valorizzare le sue enormi potenzialità le sue straordinarie risorse umane la sua capacità di lavoro
Il suo ricco ineguagliabile patrimonio di imprenditorialità
La speranza di aprire una nuova stagione che consenta all'Italia di riprendere velocità sulla via dello sviluppo
Che metta le nostre imprese in condizione di competere da protagoniste sui mercati di tutto il mondo
Che offre ai nostri giovani prospettive affidabili di lavoro di crescita di benessere individuale e collettivo
Io so noi imprenditori sappiamo tutto il Paese deve sapere che questa non è solo una speranza
E una preziosa opportunità che abbiamo a portata di mano e che dobbiamo riuscire a cogliere nei tempi stretti che ci impone il calendario della congiuntura internazionale
Siamo in un momento particolarmente favorevole
L'economia americana continua a marciare a ritmi sostenuti
Le crisi dell'est asiatico e dell'America latina sono state più brevi e meno gravi di quanto si temesse
E oggi quelle economie registrano una vivace ripresa anche l'Europa sta accelerando il passo ovunque la forza innovativa delle tecnologie digitali l'impatto della cosiddetta new economy sta rimescolando tutte le carte tutti gli assetti del mercato mondiale
Si aprono spazi orizzonti inimmaginabili solo pochi anni fa
Il contesto macroeconomico internazionale e dunque molto incoraggiante e anche la vostra no la nostra economia presenta aspetti positivi
L'Italia sembra aver agganciato questo nuovo ciclo espansivo
Ma tutto dipende dalla nostra capacità di renderci conto di convincerci veramente che non c'è più tempo da perdere nell'affrontare i problemi di sistema che danni ormai decenni rendono sempre precaria la situazione italiana
Di fronte all'opportunità di questo momento possiamo scegliere tra due comportamenti
O ci accontentiamo
Dei piccoli miglioramenti che ci regala l'andamento della congiuntura e ci illudiamo che tutti i nostri problemi siano ormai risolti che le cose fatte siano sufficienti e non sia più necessario fare altro
Oppure ci decidiamo a fare quelle riforme strutturali che sono le sole in grado di trasformare una ripresa ciclica in un percorso di sviluppo solido e duraturo
E ci decidiamo a farlo subito adesso nella consapevolezza che queste riforme possono e debbono essere fatte proprio nei momenti favorevoli del ciclo che peraltro non durano in eterno
Non dobbiamo ripetere l'errore già commesso altre volte per esempio nella seconda metà degli anni ottanta quando ci lasciamo sfuggire l'occasione che anche allora si era presentata anche allora il quadro internazionale interno offriva molte opportunità prevalse però l'illusione che bastasse farsi trascinare dei fattori congiunturali senza intervenire sui nodi che comunque rendevano fragile poco competitiva l'economia italiana
E mentre noi in quegli anni stavamo misurare in centimetri la distanza con la Gran Bretagna
Le altre grandi democrazie industriali fra cui proprio la Gran Bretagna iniziavano le profonde riforme che hanno consentito loro di crescere molto più di noi economicamente e socialmente
Abbiamo poi pagato quella illusione con la crisi finanziaria scoppiata nel novantadue con la conseguente necessità di fare ricorso dure politiche di aggiustamento che hanno marginalizzato le imprese italiane e con la l'ulteriore accumulo di ritardi strutturali
E stiamo ancora pagando tutto questo con bassa competitività poca crescita e alta disoccupazione
Quindici anni dopo non possiamo permetterci di ripercorrere la stessa strada
Se anche oggi si continua a dire che tutto ciò che era da fare è già stato fatto e si scatena la gara per presentare i conti all'incasso allora anche quest'occasione andrà perduta e non possiamo facilmente e possiamo facilmente prevedere dove si andrà a finire
Senza decisioni serie tempestive questo momento pur così favorevole rischia di trasformarsi in un intervallo fra due crisi
La prima è quella che abbiamo dovuto affrontare all'inizio degli anni Novanta e che ha bloccato l'economia italiana per tutto il decennio fino ad oggi
La prossima è quella verso la quale andremo ineluttabilmente se lasciamo le cose come stanno
Oggi sta passando di nuovo su un binario più lontano a un ritmo più veloce con un predellino più stretto quel treno che perdemmo quindici anni fa
E questa volta dobbiamo essere capaci di fare uno scatto per saltare su quel treno e dobbiamo farlo tutti
Siamo ben consapevoli delle difficoltà
Una società attraversata da frammentazioni corporativismi crescenti disuguaglianze
Un assetto istituzionale obsoleto
Un quadro politico instabile
Un sistema produttivo con troppe contraddizioni un mondo del lavoro con troppe rigidità e siamo anche consapevoli che in questa fase l'agenda dei partiti oggi più affollata di preoccupazioni elettorali che non di progetti di riforma
Ma noi imprenditori che ci battiamo ogni giorno sulle frontiere della competizione internazionale sappiamo che non c'è tempo da perdere
Troppe riforme avviate nel corso degli anni novanta sono rimaste incompiute e troppe le riforme ancora da avviare
Certo passi in avanti ne abbiamo fatti
Abbiamo battuto l'inflazione abbiamo ridotto il disavanzo pubblico siamo entrati nell'euro abbiamo imboccato la strada delle privatizzazioni abbiamo cominciato a modernizzare il sistema bancario ed il mercato dei capitali
E tutto questo è positivo
Sta di fatto però che ciò che abbiamo realizzato e comunque meno di quanto sono riusciti a realizzare gli altri
E così continuiamo a perdere competitività continuava a crescere meno degli altri a questo non vogliamo e non possiamo rassegnarci
Non vogliamo e non possiamo rassegnarci ad essere il Paese europeo che nelle classifiche delle democrazie industriali figura agli ultimi posti su quasi tutti gli indicatori economici e sociali infrastrutture ricerca scientifica innovazione occupazione formazione equilibri territoriali qualità delle leggi rendimento dalla pubblica amministrazione tempi della giustizia
E poiché non vogliamo rassegnarci intendiamo dare il nostro contributo di idee di azioni concrete alla soluzione della crisi italiana
Lo faremo come sempre a viso aperto nel più rigoroso rispetto dei ruoli istituzionali e delle opinioni altrui
Come Confindustria e come sistema delle imprese sapremo assumerci le nostre responsabilità e fare la nostra parte senza pensare di avere la ricetta per risolvere tutti i problemi senza pretendere di avere sempre ragione
E anzi se del caso pronti a fare autocritica
Ma pretenderemo che si dia ascolto alle ragioni delle imprese così come avviene in tutte le grandi democrazia
Confindustria eh rigorosamente apartitiche e tale voglio che rimanga
Solo così essa può rappresentare gli interessi reali delle imprese quali che siano gli orientamenti politici dei singoli imprenditori ed il colore del Governo
Confindustria non si schiererà mai a favore o contro un Governo con pregiudiziali politiche ma di volta in volta ne valuterà l'azione sulla base dei fatti concreti
Questo però non può significare indifferenza nei riguardi della politica specie quando la politica e bloccata e stenta perfino garantire l'ordinaria amministrazione
Tanto più che non di semplice ordinaria amministrazione ma di radicali riforme hanno bisogno l'impresa le famiglie i cittadini e tutta la società italiana
E oggi noi riteniamo doveroso dire ad alta voce ciò che del resto è evidente
E cioè che il primo compito della politica rimane quello di riformare se stessa
Mi riferisco i meccanismi istituzionali che devono essere innanzitutto in grado di garantire stabilità di governo ed efficienza della pubblica amministrazione
E mi riferisco anche alle forme di raccolte aggregazione del consenso che devono basarsi su un confronto di progetti strategici anziché sull'avviso sulla rincorsa di singoli particolari interessi
Anzitutto da questo da una riforma complessiva del sistema politico istituzionale dipende la possibilità di trasformare quella nostra grande speranza
Quella grande occasione che si profila all'orizzonte del nuovo secolo in una concreta realtà di sviluppo di benessere di giustizia sociale e di progresso civile
L'accelerazione dei processi di globalizzazione e l'irrompere delle nuove tecnologie digitali sono i fattori cruciali che sorreggono l'attuale fase di sviluppo e di aumento di benessere a livello mondiale
Sono al tempo stesso per le nostre imprese grandi sfide e fonti di grandi opportunità
La globalizzazione comporta maggiore creazione di ricchezza riduzione di costi aumento della qualità per i consumatori accresciute possibilità di affacciarsi allo sviluppo per milioni di persone che ne erano escluse
E inoltre avvicinamento alle regole della democrazia di sistemi a lungo dominati da dispotismo i politici e religiosi
Certo la crescente interdipendenza tra le nazioni e tra i sistemi economici crea anche nuovi problemi ambiente protezione del consumatore controllo delle posizioni dominanti a livello globale
E genera il rischio che crisi finanziarie come per esempio quelle che hanno colpito negli ultimi anni i fari speciali il Brasile la Russia si ripercuotono a catena su tutta l'economia mondiale
Ma non è per paura di questi nuovi problemi che possiamo pensare di fermare il processo di globalizzazione
Si pone invece la questione di governarla la questione di chi e come possa farlo con quali poteri e con quali regole
La globalizzazione è un processo ineludibile irreversibile per molti aspetti è già una realtà che sta determinando fondamentali riassetti del potere economico e finanziario mondiale
Per le imprese ciò significa una straordinaria accelerazione della pressione competitiva della velocità con cui debbono adeguarsi al cambiamento
L'introduzione delle nuove tecnologie digitali ci pone sfide analoghe e forse ancora più radicali stiamo attraversando una fase di salto tecnologico paragonabile alle grandi rivoluzioni industriali del passato il telaio la macchina a vapore l'elettricità
Una rivoluzione che non riguarda un unico settore ma pervade l'intera società non c'è quindi contrapposizione tra vecchia e nuova economia la prima si rinnova e trova occasioni di sviluppo grazie alla seconda
La globalizzazione da un lato e le tecnologie digitali dall'altro stanno completamente ridisegnando i rapporti tra produttori e consumatori tutti sono più vicini tutto e più veloce ogni cosa e di migliore qualità e costa meno
Per di più la Nuova Economia offre grandi prospettive per le ali deboli quelle che si trovano più lontane dal circuito dove avviene lo sviluppo
E quindi chiaro che di fronte all'incalzare della globalizzazione della nuova economia giocare in difesa vuol dire condannarsi ad essere marginalizzati
Questo scenario richiede una società più aperta più mobile con una maggiore capacità di investire sulle risorse umane dove l'elemento forte sarà sempre di più la conoscenza
Sono questi i fattori che hanno dato slancio negli Stati Uniti alla nuova economia che hanno reso possibile la più lunga espansione degli ultimi cinquant'anni che hanno consentito di eliminare pressoché totalmente il problema della disoccupazione
Ormai da tempo le previsioni sull'economia americana vengono puntualmente smentite e sistematicamente riviste al rialzo per l'anno in corso siamo ormai al cinque per cento un tasso di crescita che le grandi economie occidentali non conosceva dagli anni sessanta se il nostro Paese fosse cresciuto allo stesso ritmo tenuto dall'economia americana lungo tutto il corso degli anni novanta oggi il nostro reddito nazionale sarebbe del diciannove per cento più elevato
In cifra assoluta il Paese disporrebbe di quasi quattrocento mila miliardi in più ogni anno
Che avrebbero consentito di migliorare il benessere pareggiare il bilancio pubblico ridurre la pressione fiscale dotarsi di quelle infrastrutture che sono essenziali anche per la qualità della convivenza civile
E ci saremo lasciati alle spalle i problemi della disoccupazione e del Mezzogiorno
Ma il confronto può essere fatto anche con altri Paesi più simili a noi per storia e per cultura
Se per esempio degli altri negli anni Novanta fossimo cresciuti e lo stesso ritmo della Spagna o della Gran Bretagna disporremmo oggi di risorse aggiuntive pari a oltre centocinquanta mila miliardi l'anno
Ecco perché la priorità va data al rilancio della competitività che crea lo sviluppo
Ecco perché occorre un salto culturale che ci consenta davvero di diventare protagonisti nel nuovo scenario mondiale
Il problema riguarda in modo particolare il nostro Paese ma in larga misura riguarda anche l'Europa
Un'Europa che per il carico delle sue rigidità economiche delle sue carenze istituzionali non riesce ancora a sviluppare una politica di posizionamento competitivo sui mercati globali
La creazione dell'unità monetaria è stata una svolta fondamentale
Ma il progetto della moneta unica affondava le sue radici e trovava la sua reale ragione di essere oltre che nell'economia in una visione politica dell'Europa come continente unito portatore di valori di pace e di benessere
Sa qui la contraddizione con la quale ci troviamo attualmente a fare i conti una moneta unica che nasce come riflesso di un disegno politico ma poi è costretto a svilupparsi senza il supporto della politica
Di fronte alla debolezza dell'euro e i conseguenti rischi di inflazione oggi l'Europa non ha altri strumenti che quelli della politica monetaria ed è priva di una vera politica economica solo un'Europa politicamente forte potrà essere economicamente credibile perché più competitiva più moderna e più innovativa
E solo così sarà capace di meritarsi una valuta forte e stabile sui mercati internazionali
Occorre all'Europa un salto di qualità per affrontare i formidabili problemi che si pongono sullo scenario internazionali
Dai negoziati commerciali all'immigrazione dall'emergenza ambientale alla grande delicata sfida dell'allargamento dei suoi confini a est e assurdo
Io occorre che l'Italia si dia qua a questo scopo un ruolo attivo superando i tradizionali complessi di inferiorità
Per cui ci accontentiamo di appartenere all'Euro e non ci preoccupiamo invece di promuovere un'Europa in grado di affrontare il confronto concorrenziale con le altre grandi aree dell'economia mondiale
In questa prospettiva maggior ragione dobbiamo saper rispettare i vincoli del Patto di stabilità e dimostrarci un Paese capace di superare le sue vecchie contraddizioni di sciogliere i suoi vecchi nodi per cogliere appieno le nuove opportunità che si aprono all'orizzonte
Per l'Italia il patto di stabilità deve quindi continuare a costituire l'ancora della politica di bilancio
Ma proprio per questo occorre dirsi con franchezza due cose precise
Come abbiamo battuto il deficit pubblico e che cosa significa davvero un deficit zero
Sul primo tema leggiamo insieme i dati ufficiali del ministero del Tesoro negli ultimi tre anni il deficit pubblico è stato ridotto di novantacinque mila miliardi da centotrentacinque mila miliardi del novantasei ai quaranta mila miliardi del novantanove
Siamo stati aiutati dalla riduzione internazionale dei tassi di interesse che ci ha fatto risparmiare circa settantatré mila miliardi di spesa
Nel frattempo però la spesa corrente ha continuato la sua corsa verso l'alto ed è aumentata di novantaquattro mila miliardi mentre la spesa in conto capitale aumentata solo di undici mila miliardi
Ecco la verità
Abbiamo aumentato le tasse di centoventisette mila miliardi non per ridurre il deficit che in larga parte sarebbe stato battuto dalla discesa dei tassi ma per correre dietro la spesa
Solo così abbiamo rispettato i vincoli del Patto di stabilità sta di fatto che abbiamo tappato i buchi del passato riducendo la base della crescita futura e aumentando il peso dello Stato sull'economia
Sulla seconda questione
Deve essere messo in chiaro che il patto di stabilità ci porta ad azzerare il deficit pubblico ma non azzera fatto la responsabilità di politica di bilancio
Al contrario e proprio con un deficit zero che la politica economica e chiamata a confrontarsi
E fin troppo facile irresponsabile promettere da una parte aumenti di spesa e dall'altra tagli d'imposta lasciando poi che le generazioni future debbono misurare misurarsi col deficit col debito scontando la democrazia dell'oggi
Ecco perché occorre chiedersi quale impatto si produce sul sistema economico quando il peso dello Stato sfiora il cinquanta per cento del prodotto interno lordo
E cioè la metà di quanto prodotto ogni anno anche se il totale delle spese esattamente pareggiato dal totale delle entrate e il deficit e zero
Un bilancio pubblico che presenti un perfetto equilibrio tra entrate e spese non è affatto neutrale sul sistema economico
Per avere prospettive di sviluppo e di occupazione dobbiamo porci l'obiettivo di ridurre gradualmente la spesa pubblica e il prelievo fiscale dall'attuale cinquanta per cento del PIL a un target inferiore al quaranta per cento
Azzerare il deficit non significa rendere inutile la politica di bilancio significa invece che la politica vera è quella che interviene seriamente sul livello e sulla composizione della spesa e del prelievo fiscale
E per rimettere in moto lo sviluppo va dunque usata con decisione la leva della pressione fiscale io occorre concentrare le risorse sul motore
Occorre cioè innanzitutto ridurre l'IRPEG e l'IRAP sulle imprese generale così le risorse per ridurre l'Irpef sulle famiglie in quantità consistente in forma permanente senza illudere la gente con spruzzatina di sgravi che disperdono le risorse e non risolvono i problemi di nessuno
Ma per ridurre davvero la pressione fiscale occorre prima intervenire sulla spesa
E tempo di smetterla con quella soporifera illusione che c'ha bloccato dopo essere entrati nell'euro
Non è una congiuntura favorevole piovuto dal cielo che ci può esonerare dal fare quelle riforme che sole possono rendere solida e duratura la ripresa trasformando la in una vera opportunità di sviluppo
Confindustria proposto nei mesi scorsi il tema quello della competitività e un metodo quello del benchmarking continuo attorno ai quali costruire un programma di riforme su cui mobilitare da aggregare le energie e di consensi del Paese
Quel teme quel metodo intendo rilanciarli con tutta la forza di cui saremo capaci
Lo sviluppo economico e produttivo di un Paese fondamentalmente il risultato di due fattori la nascita di nuove imprese e la crescita delle imprese che già esistono
In Italia registriamo l'assurda contraddizione di avere il più elevato tasso di imprenditorialità al mondo e il più basso numero di grandi imprese
Disponiamo di eccellenti leader di nicchia un solido tessuto di piccole e medie imprese distretti industriali apprezzati ovunque
Ma sono troppo pochi giocatori globali e Paesi come l'Olanda e la Svizzera ne hanno più di noi
In Italia si arrivati perfino ideologizzare il modello del piccolo è bello dimenticando che la dimensione non può essere vincolate alle convenienze normative ma deve diventare una libera decisione dell'imprenditore per troppo tempo si è sostenuti che per si è sostenuto che per essere flessibili e competitivi occorresse essere piccoli il successo delle nostre piccole imprese ha fatto radicare questo modo di pensare
Oggi però l'integrazione l'intensità della sfida competitiva stanno ridefinendo l'assetto dei mercati e ciò presenta non solo rischi ma offre anche grandi opportunità purché le imprese sappiano acquisire la dimensione adeguata come imprenditori come Confindustria e come Paese dobbiamo impegnarci con determinazione a favorire la crescita delle nostre imprese io a valorizzare il grande potenziale della nostra imprenditorialità e della capacità del lavoro italiano
Ma il sistema produttivo sarà saprà crescere sarà competitivo se potrà operare all'interno di un sistema politico economico istituzionale altrettanto competitivo
Non basta avere fabbriche efficienti prodotti concorrenziali tecnologie avanzate professionalità forti strategie aggressive
Sì al di fuori dei cancelli dell'azienda le diseconomie esterne impongono un'addizionale di costi che ci porta fuori dal mercato impoverendo così non solo le imprese ma tutto il Paese
Malgrado gli sforzi di riforma degli anni novanta è un dato di fatto che
Uno l'Italia sta perdendo competitività nei confronti degli altri paesi dell'euro secondo il tasso di crescita del prodotto interno lordo è stato nella media degli anni novanta pari a poco più della metà di quello degli altri Paesi
Terzo il surplus commerciale che avevamo accumulato fino al novantacinque si è rapidamente assottigliato
E quarto la nostra capacità di attrarre investimenti diretti esteri si commisura in meno di cinque miliardi di dollari all'anno contro i sessantatré miliardi di dollari del Regno Unito i trentuno dell'Olanda il ventotto della Francia il ventuno del Belgio della Germania
Siamo meno di metà della Spagna che si colloca a undici miliardi di dollari
Questi sono i dati di fatto inoppugnabili ai quali come italiani e come imprenditori non vogliamo rassegnarci
Sul terreno dalla competitività dobbiamo passare da una strategia fondamentalmente difensiva ad una strategia d'attacco dobbiamo opporci al declino competitivo dell'Italia dobbiamo invece puntare a collocarci nel gruppo dei Paesi di testa
La competitività e la frontiera che segna con chiarezza il confine fra chi sta dentro e chi sta fuori dalle dinamiche e dalle accelerazioni dello sviluppo
Una competitività che non è un dato assoluto astratto ma si misura in termini di differenziale con le aree più forti
E non possiamo più accettare la logica perdente di misurare i nostri andamenti di oggi con il nostro passato
Il termine di paragone deve essere ciò che fanno ora e ciò che stanno per fare adesso gli altri sistemi con i quali siamo in concorrenza e soprattutto la velocità con cui lo fanno
La valutazione dei progressi sul fronte della competitività deve assumere lo stesso peso politico istituzionale che ha avuto nel recente passato la valutazione dei progressi sul fronte del risanamento finanziario
Ma la sfida della competitività non riusciremo mai a vincerla se non sapremo realizzare quelle riforme che da troppo tempo rimangono scritte sull'agenda delle cose da fare
Questa legislatura si annunciata come la stagione di rinnovamento e per la verità diverse cose sono state messe in cantiere
Ma per lo più siamo rimasti in mezzo al guado per citare in cure
La pubblica amministrazione il decentramento le privatizzazioni le liberalizzazioni i servizi pubblici locali le pensioni il mercato del lavoro la sanità la scuola il fisco il commercio e le professioni
Senza dire della giustizia civile ed amministrativa oltre che penale che rimane tuttora così lenta e macchinosa da essere diventata un fattore di inciviltà giuridica
Sono tutte riforme progettate alcune iniziate
Ma ci siamo fermati i primi pilastri di un ponte che rimane sospeso nel vuoto
Sull'altra sponda
Cioè quel Paese moderno ed avanzato più prospero e più giusto al quale dobbiamo al più presto arrivare per poter competere nel mondo
All'inizio il costo sociale e politico delle riforme e sempre rilevante
Per questo le mezze riforme non servono a niente
E anzi possono essere più dannose che vanta giusto
Suscitano aspettative che non riescono a soddisfare provocano tensioni che rendono ancora più difficile portarle a termine
E del resto la modernizzazione non è qualcosa che si realizza singhiozzo e tante riforme solo avviate non fanno una modernizzazione avviata fanno una modernizzazione mancata
E per fare le riforme occorrono due presupposti essenziali una ferma determinazione politica e una efficace capacità realizzarle rapidamente prima che i riti corporativi conservatori pare Lizzie non istanze di innovazione
I veti corporativi scattano ogni volta che si toccano pezzi di società
La determinazione politica viene meno ogni volta che si tratta di uscire dai vecchi pregiudizi ideologici e dalle incrostazioni di interessi che esse hanno generato
Prendiamo ad esempio le liberalizzazioni e le privatizzazioni
I processi di liberalizzazioni vanno realizzati rapidamente e completati perché i mercati protetti impongono costi troppo alti al sistema delle imprese e a tutto il sistema Paese
Sulle privatizzazioni abbiamo fatto tanta cassa poco mercato e scarsa liberalizzazione
E sistema evidente correlazione tra la protezione dei mercanti e il potere di veto corporativo e non è un caso che la conflittualità oggi si accentui proprio per le categorie che operano in settori di monopolio o comunque protetti rigidamente regolamentati
In tutte queste condizioni non si tratta di scegliere tra una riforma e l'altra
Non esiste una singola leva che consenta di modernizzare un Paese complesso come il nostro
Con il suo carico di vecchi e nuovi problemi dobbiamo guardarci dalle discussioni spesso sterili e semplicistici e sì semplicistiche sulle cosiddette priorità si tratta di realizzare una vera strategia di riforme che Totti l'intero arco delle questioni da risolvere
Per essere realistici però occorre anche capire che ci sono riforme che possono e devono svolge ruolo di volano per realizzare l'intera strategia e queste sono fisco mercato del lavoro e stato sociale
In materia di fisco e tempo di mettere mano con determinazione ha una forte riduzione delle aliquote della pressione complessiva per fare questo occorre avviare davvero quel processo di riduzione della spesa pubblica che era la grande speranza degli anni novanta che era iscritta nei programmi elettorali di tutti i partiti delle leggi finanziarie di tutti i governi ma che non ha avuto luogo
Non possiamo più accettare la logica in base alla quale poi che non si fa nulla sul fronte della spesa allora non si può far nulla sul fronte delle tasse
Dobbiamo rovesciare questa logica il punto di attacco devono essere le riduzioni della pressione fiscale che sono necessarie per rilanciare la competitività delle imprese
La conseguenza deve essere di contrastare e battere il partito meglio in molti partiti della spesa
Riconosciamo che in alcuni aspetti della riforma Visco ed in particolare la ditta anche nella sua versione recentemente potenziata possono comportare una graduale riduzione della pressione sull'impresa
Sì sono incentivati gli investimenti e l'afflusso di mezzi propri ma la pressione fiscale che in realtà va calcolata tenendo conto dell'IRAP rimane ad oltre il cinquanta per cento sui profitti normalmente realizzati nella gestione operativa dell'impresa
E per di più appare oltremodo complessa la valutazione dell'impatto su ciascuna azienda
Le imprese vanno e crescono dove la rendita al netto delle imposte più alta
Ed è un fatto che i nostri partners europei hanno già ridotto la pressione fiscale ho annunciato precisi programmi di riduzione per aumentare il proprio potenziale competitivo dobbiamo farlo anche noi
Per questi
Per questi motivi diciamo che le risorse che si liberalizza hanno si libereranno nel quadro dei vincoli europei che il Paese ha sottoscritto dovranno essere allocate sul versante dello sviluppo
Non si può indulgere alla richiesta di trasformare il cosiddetto dividendo fiscale della ripresa in un mero sostegno dei redditi ossia in un'elargizione utile forse a raccogliere un po'di consenso elettorale inutile certamente a sostenere le prospettive del domani
In una fase come questa che ormai già una fase pre-elettorale e un rischio concreto al quale ci opporremo
Riguardo al mercato del lavoro evidente che per aumentare l'occupazione occorrono due condizioni una crescita forte sostenuta nel tempo una flessibilità con regole chiare certe da non contrattare minuto per minuto
Negli ultimi due anni l'occupazione in Italia è tornata a crescere dopo un decennio di stagnazione o di riduzione complessivamente nel biennio novantotto novantanove si sono creati quattrocentocinquanta mila posti di lavoro malgrado una crescita economica bassissime
L'attuale maggioranza rivendica il merito di questi risultati attribuendo le le misure di flessibilità peraltro modestissime introdotte negli ultimi anni per quanto riguarda il lavoro interinale il part-time e i contratti a termine
C'è del vero in questo
Mi è allora necessario porsi due domande che rivolgiamo in primo luogo al sindacato
Se queste misure che tutti oggi accettano fossero state approvate dieci anni fa come sarebbero state diverse le condizioni di vita e di lavoro individuali e collettive di milioni di italiani di giovani e di donne
è vero
è vero o no che non sarebbero stati costretti alla disoccupazione alla precarietà al lavoro nero e forse perfino all'illegalità
E ancora che cosa succederebbe all'occupazione se davvero si introducesse la flessibilità se bastata qualche modesta misura per creare quasi mezzo milione di occupati in più non è difficile immaginabile immaginare che cosa accadrebbe se effettivamente si allenta Sero quei vincoli per cui l'Italia continua ad essere uno dei paesi più rigidi nella disciplina dei rapporti di lavoro
Qui non si tratta di introdurre né sulla giungla si tratta invece di stabilire regole flessibili che eliminino la giungla del lavoro nero e tutelino effettivamente i lavoratori
Si tratta di introdurre anche nel nostro Paese quelle regole con le quali operano da anni le imprese dei nostri concorrenti europei e qui passa la frontiera tra una vecchia politica protezionista ed una moderna politica di equità sociale
Per sua natura nuove economia cresce con la flessibilità crea nuovi milioni di posti di lavoro e con le vecchie rigidità non c'è nuova economia
Deve essere chiaro che continuare ad opporsi alla cultura e alle regole della flessibilità udire consapevolmente chiudersi rispetto alle formidabili prospettive di sviluppo e di crescita offerte dalle nuove tecnologie
La competitività di un Paese si misura anche in base all'efficienza e all'equità del suo stato sociale
Il riordino la modernizzazione del Welfare State sono questioni improrogabili
Così come oggi in Italia lo stato sociale spreca troppo non tutela chi deve essere protetto causa conflitti grava impropriamente su imprese e lavoratori di oggi e di domani
Occorre ridefinirle radicalmente struttura funzionamento finanziamento
Qui non c'è solo l'interesse specifico delle imprese che sono appesantite da un carico eccessivo di oneri è in gioco l'interesse generale
L'Italia e al tempo stesso uno dei Paesi con il più rapido invecchiamento della popolazione e il più basso tasso di occupazione
In queste condizioni la verità è quella che ci dicono tutti i giorni gli economisti e le organizzazioni internazionali
Rischiamo in un futuro non tanto remoto una vera e propria crisi fiscale dello Stato
L'Italia è cresciuta e abbiamo raggiunto notevoli livelli di benessere ma ogni generazione si sente penalizzata e lo effettivamente i giovani che non trovano lavoro gli anziani che non hanno la sicurezza cui avrebbero diritto le persone in età di lavoro che si vedono sottratta dallo Stato quasi la metà della ricchezza che producono la risultante di queste contraddizioni e che in ogni fase della sua vita il cittadino ha più preoccupazioni che prospettive
Coloro che difendono la situazione attuale
Che negano un confronto sullo Stato sociale pensando che sia solo un problema contabile per le imprese difendono la conservazione di un sistema iniquo e insostenibile
Il sistema di convenienza di convivenza organizzato e gestito dallo Stato comunque sotto il controllo della mano pubblica produce un'apparenza di diritti di tutele e una realtà di esclusione sociale
C'è un'economia che cambia e apre opportunità c'è una società che cresce e chi di accesso a queste opportunità e c'è un vecchio modello di quel far che produce esclusione
Ed è a tutti evidente che occorre destinare le risorse alla costruzione di veri percorsi di accesso
La risposta si chiama Warfare la liberalizzazione degli strumenti per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro soprattutto education e conoscenza
Il livello della conoscenza la possibilità di rinnovarla continuamente e il fattore che decide chi è incluso e chi è escluso e questo vale per le imprese e a maggior ragione vale per le persone
Solo con un fisco meno esoso un mercato del lavoro più flessibile uno stato sociale più moderno e meno costoso potremo affrontare la questione cruciale del lavoro sommerso
Che è particolarmente grave nel Mezzogiorno ma non riguarda affatto solo il Mezzogiorno
La lotta al sommerso la cartina di tornasole della modernizzazione del Paese
Cioè del modello di sviluppo di società e di convivenza civile che si vuole realizzare
E per questo che chiedo la politica alle istituzioni che alle forze sociali di unirsi a noi in una campagna per la legalità
La nostra scelta è chiara l'economia sommersa non è solo sfruttamento dei lavoratori non è solo evasione fiscale e concorrenza sleale per le imprese
E anche l'area nella quale si sviluppa l'intreccio tra malavita e ma l'economia e rappresenta un fattore inaccettabile disgregazione della vita civile
Bisogna smetterla con gli atteggiamenti di colpevole indifferenza o per
Si continua a dire meglio sommerso che disoccupato ma in realtà facendo finta di non vedere si favorisce la crescita delle legalità si indeboliscono la competitività e la civiltà del nostro Paese
Era
Per affrontare seriamente il problema dell'emersione dobbiamo saper distinguere tra il sommerso criminale che va stroncato senza indugi
E il cosiddetto sommerso per necessità cioè quell'economia prevalentemente labour intensive che se dovesse produrre con le attuali regole costi fiscali non riuscirebbe a stare sul mercato
Qui non si tratta di concedere condoni più o meno generosi o deroghe transitorie che non sarebbero comunque sufficienti a convincere chi si è totalmente esentato si è totalmente settato da tasse e contributi
Un'efficace politica di emersione di avere come sbocco costi di produzione e sistemi di regole sostenibili a regime
Analoghi a quelli delle grandi democrazie industriali il termine di confronto non debbono certo essere i paesi in via di sviluppo
L'altra questione cruciale che richiede unità di intenti e discorsi e quella di riequilibrio territoriale ed in particolare del Mezzogiorno
La proposta di Confindustria e nota
Il Sud rappresenta un'aria di straordinaria opportunità di crescita con importanti energie a disposizione e un ceto imprenditoriale che sta dimostrando segni di forte vitalità
Il mezzogiorno e la risorsa nascosta che va valorizzata e utilizzata per consentire al nostro Paese di esprimere tutto il suo potenziale umano ed economico
Dobbiamo aumentare in maniera significativa la capacità di attrazione degli investimenti esteri riposizionando il Sud su un mercato che in Europa vale oltre duecento miliardi di dollari l'anno e sul quale il nostro Paese e da sempre agli ultimi posti
Per far questo occorre sia valorizzare gli assets competitivi di cui disponiamo a cominciare dalle risorse umane sia neutralizzare i che competitivi che tengono lontani gli investimenti
Bisogna affrontare i problemi del controllo del territorio delle infrastrutture materiali e immateriali le questioni del costo della flessibilità del lavoro il peso del fisco sui redditi dell'impresa
Altrimenti l'Italia più forte corre di meno e l'Italia è più debole perde ancora terreno
La politica per il rilancio del Mezzogiorno e dunque la stessa che occorre per il recupero di competitività di tutto il Paese
L'unica distinzione che va fatta e sui tempi
Per il Paese bisogna fare presto per il Mezzogiorno bisogna fare prima
Non è concepibile sotto il profilo istituzionale che ancora oggi lo stato italiano stenti ad adempiere alle sue funzioni fondamentali in una parte rilevante del territorio nazionale
Non è accettabile sul piano dell'equità sociale
Che una così larga parte della popolazione italiana debba vivere ai margini del processo di sviluppo e non è razionale sotto il profilo della convenienza economica che con così ingente patrimonio di talenti e di energie rimanga inutilizzato
Autorità
Cari colleghi
Quello che violi strato fin qui è un programma minimo sul quale siamo già in grave ritardo
E allora oggi più che mai si ripropone un interrogativo di fondo perché in questo Paese non si riesce a mettere ma ma non si riesce a mettere in moto effettivi processi di riforma diciamocelo chiaramente
Ogni volta che i governi di questa legislatura come del resto quelli precedenti
Hanno cercato Purdy timidamente di fare passi in avanti su questo percorso si sono trovati di fronte all'opposizione pregiudiziale del mondo sindacale o almeno di sue parti consistenti
Gli altolà della CGIL ai governi Prodi D'Alema e Amato sulla flessibilità sono noti a tutti
E hanno provocato critiche e discussioni all'interno della stessa maggioranza e disarticolato la tradizionale unità del fronte sindacale pronto peraltro a ricompattarsi appena si accenna al tema delle pensioni
Io rispetto per le grandi confederazioni sindacali per i loro leader però loro storia per il loro impegno in difesa di interessi legittimi
Proprio per questo ritengo giusto dire con chiarezza quello che pensiamo
Come si può negare che quella del sindacato sulla il fare sulla flessibilità sia una posizione obiettivamente conservatrice
Mi meraviglio ci meravigliamo che il sindacato preferisca irrigidirsi nella tutela di situazioni già sufficientemente protette anziché preoccuparsi di quelle componenti della società che si trovano veramente in una condizione di debolezza
Mi permetterei di dire che questa è una linea sostanzialmente corporativa non coerente con il ruolo che in altri momenti e su altri temi dal terrorismo all'inflazione le confederazioni sindacali hanno saputo interpretare
Ma riconosco che ogni forza sociale polli oggettivamente scegliere gli interessi che preferisce era rappresentare ciò che invece non è assolutamente accettabile sul piano istituzionale P rima ancora che sul piano politico
E che ai venti i divieti di una parte sociale si arrenda chi ha come suo dovere d'ufficio quello di rappresentare gli interessi generali e governare il Paese
D'altra parte d'altra parte siamo pure consapevoli che la debolezza del governo come istituzione
è una caratteristica strutturale della democrazia italiana un suo vizio storico che non si può correggere cambiando semplicemente la legge elettorale
Mai da più di vent'anni che si trascina in questo Paese la questione delle riforme istituzionali ossia il problema di come appunto rafforzare il governo come rendere più rapidi processi decisionali e come dare efficienza alla pubblica amministrazione
Ed è da quasi dieci anni che un tipo di sistema politico è andato in crisi e non sia riuscito a costruirne un altro abbastanza solido
In molti avevano sperato che la lunga transizione italiana fosse giunto ad un approdo se non sicuro almeno relativamente stabile avevamo sperato che prendesse corpo un sistema effettivamente bipolare
Che cessasse quella pratica di veti incrociati delegittima azioni reciproche di compromessi transitorie continui trasformismi che hanno fatto dell'Italia una democrazia incompiuta e un'economia bloccata
Le vicende di questa legislatura hanno dimostrato che invece purtroppo la questione resta ancora aperta e oggi all'indomani dell'ultimo referendum elettorale dobbiamo ribadire che più che mai urgente dal uscire da questa interminabile transizione realizzando il prima possibile le riforme di sistema dalle quali dipende il funzionamento di tutta la macchina politica ed amministrativa
A coloro che per questo o quel calcolo di convenienza politica sembrano volere ancora una volta procrastinare l'attuale situazione di paralisi
Facciamo notare che senza una riforma complessiva dello Stato non potranno esplicare il loro potenziale innovativo neppure le riforme in senso federalista abbiate ho messo in cantiere durante gli ultimi anni
A proposito di queste riforme senza entrare nel merito mi limito a ricordare che quella categoria catalogata sotto l'etichetta del federalismo e per l'imprenditore una scelta positiva
Se viene attuata in modo da cambiare i rapporti tra chi gestisce il potere politico e chi agisce nella sfera dell'autonomia privata
Si tratta di lasciare più ampi spazi all'iniziativa dei singoli soggetti individuali e collettivi
Di accorciare le distanze tra governanti e governati di rendere più trasparenti le responsabilità dei pubblici amministratori
Stando attenti che tutto non si risolva invece in un'ulteriore complicazione del sistema politico amministrativo consolazione sovrapposizioni di ruoli e moltiplicazioni dei centri di spesa
Le riforme in senso federalista comportano il rafforzamento dello Stato unitario
E vanno realizzate tenendo debitamente conto dei divari territoriali da compensare riequilibrare e non solo e non tanto con trasferimenti monetari quanto soprattutto con un energico intervento sui fattori di ritardo
Per quanto riguarda specificamente il così detto federalismo amministrativo
Che peraltro ancora in gran parte lo stato virtuale va detto che non può comunque esaurire la riforma di quella pubblica amministrazione che per le imprese italiane rappresenta ancora un pesante svantaggio competitivo
La riforma dello Stato e ormai il nodo dei nodi da sciogliere per l'interesse del Paese
Per la credibilità delle istituzioni per dare consistenza alla ripresa economica per consolidare lo sviluppo recuperare equità sociale e assicurare competitività al sistema Italia
E questo è il mandato al quale si sono impegnato già troppe volte i parla in i parlamenti e di governi che si sono succeduti negli ultimi anni adesso bisogna portarlo a compimento
Bisogna uscire dal circolo vizioso per cui la mancanza delle riforme istituzionali rende debole il sistema politico e la debolezza del sistema politico rende impossibili le riforme istituzionali
Il Paese ha bisogno di una politica che sappia riaprire una stagione di progettualità che sappia offrire l'idea di un destino nel quale la società italiana si riconosca
Ed è solo così che la politica può recuperare forza ed autonomia rispetto al condizionamento dei gruppi e degli interessi corporativi
E in questa chiave leggiamo la dicendo di referendum
Noi siamo sempre stati convinti che questioni complesse quali la riforma elettorale quello dello Statuto dei lavoratori vadano risolte con uno strumento ben articolato come può esserlo solo una legge constatata però ripetutamente la impossibilità di trovare una soluzione legislativa abbiamo espresso il nostro consenso alle iniziative referendarie in materia
E tuttavia abbiamo continuato ad auspicare un intervento del Parlamento ci sostavano delle fiducia in questo senso tutti coloro che nella classe politica e nel sindacato ci contestavano l'appoggio referendum
Ora il Parlamento si ritrova davanti alle sue responsabilità
Dovrà affrontare sia la questione della flessibilità che rimane inderogabile sia la questione della legge elettorale che ormai all'ordine del giorno
Ci aspettiamo che alle prossime elezioni i cittadini siano messi in condizione di andare a votare
Sapendo che potranno con i loro coloro col loro voto scegliere loro stessi da chi farsi governare essere sicuri che il governo durerà in carica per tutta la legislatura
E che potranno rimandarlo a casa quando alla fine del suo mandato risultasse inadempiente o comunque inefficiente
Non spetta a noi entrare nel merito delle soluzioni di ingegneria istituzionale né tanto meno le cariche nei nei calcoli di ragioneria politica
Ma abbiamo il diritto anzi il dovere di dire francamente che è giunto il tempo del fare
O maggioranza e opposizione riescono a trovare un accordo sulla riforma elettorale oppure bisognerà andare alle elezioni con l'attuale sistema che pure tutti giudicano inadeguato
E che avrà impedito l'accordo dovrà assumersene tutta la responsabilità
Certo è che non si può protrarre ancora lungo una situazione di incertezza in cui il Governo risulta penalizzato e il Paese rimane ostaggio di un dibattito inconcludente
Interesse generale e andare a votare con nuove regole
Farlo con vecchie regole sarebbe un grave danno ma perdere un altro anno e poi votare con queste stesse regole sarebbe ancora peggio
L'Italia
Non può permettersi di sprecare
Re i prossimi dodici mesi in questa fase della congiuntura internazionale restare fermi significherebbe precipitare indietro
Qualcuno potrebbe obiettare a questo punto che le imprese la Confindustria chiedono e pretendono troppe cose
E a questa eventuale obiezione potremmo rispondere scusate se anche noi vogliamo un Paese normale
Ma lasciamo che rispondono i numeri siamo al trentesimo posto al mondo per la quantità degli investimenti esteri siamo agli ultimi posti in Europa per la competitività
In realtà noi pretendiamo soltanto che la politica sia l'altezza del suo ruolo creando condizioni per cui fare impresa in Italia diventi paragonabile al fare impresa negli altri paesi industrializzati
Il resto tocca alle forze sociali
E noi come imprenditore come Confindustria siamo pronti a fare la nostra parte
Impegnate in una competizione a tutto campo oggi le nostre imprese stanno assorbendo con gravi difficoltà le forti spinte concorrenziali che l'integrazione globale ha accelerato
Ci portiamo sulle spalle il peso di tutte le inefficienze di tutti i costi di sistema
Stiamo difendendo a fatica le nostre quote di mercato ma questo non basta e soprattutto non basta al Paese
Con coraggio e con determinazione dobbiamo fare di più
Dobbiamo investire di più dobbiamo fare più innovazione più ricerca più formazione per valorizzare al meglio le nostre risorse umane dobbiamo non solo saper vendere ma anche saper produrre all'estero consolidando così il nostro tasso di internazionalizzazione
Dobbiamo impegnarci a far crescere le imprese per renderle più forti più dinamiche e più aggressive
Dobbiamo imparare a superare una visione strettamente familiare dell'impresa che è stata certamente un punto di forza e lo è ancora ma non può diventare un limite del capitalismo italiano
E come abbiamo fondati motivi di orgoglio per ciò che abbiamo fatto e facciamo per le nostre aziende così dobbiamo essere consapevoli delle nostre responsabilità rispetto allo sviluppo sociale e civile del Paese
Noi imprenditori abbiamo fiducia
Ma dobbiamo trasmettere questa fiducia al Paese che continua a discutere su come ripartire la ricchezza che c'è e non coglie anzi spreca le occasioni per produrre di nuova
Tocca a noi aprire la strada che porta ad un più diffuso di benessere ad una crescita più vera
Ed è per questo che Confindustria nel rappresentare i legittimi interessi delle imprese si impegna al tempo stesso a promuovere un Paese più moderno e più civile
Un mercato con regole più chiare trasparenti e rispettate da tutti una più diffusa legalità una maggiore cultura della responsabilità
Per quanto riguarda i rapporti con le altre forze sociali voglio mettere un punto in chiaro un un chiaro un punto
Noi riteniamo utile importante il metodo del confronto con il sindacato
Crediamo che il conflitto fine a se stesso non serva a niente e a nessuno
Non abbiamo perciò nessuna intenzione di accantonare il metodo della concertazione come tale
Ma occorre intendersi la concertazione non è un obiettivo
E piuttosto uno strumento da utilizzare per uscire per uscire tutti insieme governo e parti sociali ad imprimere al processo di modernizzazione e di recupero di competitività del Paese
Un'incisività e una velocità maggiori di quelle che ciascuno nella propria autonomia riuscirebbe ad imprimere
In ogni caso non potremo accettare una concertazione dove prima ancora di sedersi al tavolo qualcuno ponga pregiudiziali e si siano Elenco di tabù
Così come non avrebbe senso una concertazione che si riducesse ad essere la sede di scambi corporativi anziché il luogo di un confronto sulle grandi scelte da fare nella prospettiva dello sviluppo
In passato diciamo pure in altri tempi ho creduto nella forza innovativa di quello che allora chiamavamo il patto dei produttori
Ci sorreggeva la convinzione che tutte le forze produttive al di là delle distinzioni di ruolo e delle rispettive convenienze
Si potessero riconoscere in una larga piattaforma di interessi comuni dato che tutte quante dovevano misurarsi col mercato le sue dinamiche i suoi imperativi di efficienza e di competitività
Credo tuttora che non fosse nelle condizioni di quei tempi un'idea sbagliata
Credo che contenga tuttora un nucleo di verità
C'è una differenza di fondo fra chi è esposto ai venti della competizione e chi se ne può stare al riparo come Citi burocratici parassitarie clientelari
Ma la novità è che oggi la dinamica del cambiamento e dell'innovazione
Da sempre intrinseca al sistema produttivo assunto una tale portata e una tale velocità da rimettere in discussione non solo i rapporti tra ceti ma l'assetto complessivo della società il suo stesso modo di essere
E tra le forze produttive cioè chi accetta la sfida mettendosi in grado di competere ai nuovi livelli e c'è chi tende a rinchiudersi in un atteggiamento difensivo cercando di proteggersi secondo la vecchia logica e condannandosi così a finire perlomeno emarginata
Si tratta allora di raccogliere insieme non in un blocco sociale ma in un'alleanza di cultura e di comportamenti coloro che nelle varie articolazioni dell'economia e della società
Si rendono conto che la modernizzazione del sistema e del proprio stesso modo di essere e di agire non è una scelta facoltativa ma è un'esigenza che non si può eludere e neppure rinviare
In questo senso riteniamo che oggi sia necessaria un'alleanza per la modernizzazione e su questo tema chiediamo le altre forze sociali di schierarsi apertamente di decidere insomma da che parte vogliono stare
In primo luogo ai sindacati noi diciamo che siamo pronti a confrontarci con quanti tra loro intendono gestire in una reale prospettiva di sviluppo gli interessi che legittimamente rappresentano
Certo l'obiettivo della modernizzazione si raggiunge facilmente se ci lavoriamo tutti insieme
Ma dobbiamo anche uscire dalla logica per cui se non siamo tutti a farlo non lo può fare nessuno
Cari amici
Voi lo sapete noi siamo convinti che il nostro Paese
Pur con tutto il carico dei suoi ritardi delle sue contraddizioni ha in se stesso nel suo corpo vivo risorse ed energie sufficienti per costruire un'Italia più ricca e più giusta più generosa con chi ha bisogno e più promettente per i suoi giovani
Come presidente della Confindustria vi assicuro
Che se verranno messe in condizioni di poter sprigionare tutta la loro forza le imprese italiane sapranno dare un contributo decisivo a realizzare quella grande speranza di sviluppo di progresso che alla nostra portata noi possiamo farlo e dobbiamo farlo
Cari colleghi come sapete e tradizione che il ministro dell'industria tenga un suo intervento nella nostra Assemblea ma il presidente del Consiglio Amato ci rivolgere a un indirizzo di saluto prima del tradizionale intervento del ministro prego presidente
Sì Presidente lo faccio volentieri gravemente è il novantesimo anno della Confindustria è il primo giorno del nuovo presidente
E quindi è giusto bello doveroso rivolgerle i miei auguri e gli auguri del governo lei è sicuramente un uomo motivato può darsi che non tutti condividono le sue motivazioni ma il Paese ha bisogno di persone motivate lei vediamo
Quello che
Il suo punto di partenza non può non essere condiviso poi ciascuno trarrà le sue conseguenze ma questo è vero
Noi non possiamo permetterci di ripetere i cicli del ventennio trascorso cicli di crescita apparente rapidamente seguita dal surriscaldamento della nostra economia
Da perdita di ritmo e perdita di posti di lavoro si possono avere le idee più diverte sul modo di creare posti di lavoro ma su questo modo di distruggerli che noi abbiamo seguito non ci può essere alcun dubbio
Se in Italia la disoccupazione e in Europa la disoccupazione ha raggiunto i livelli che ha raggiunto una larghissima responsabilità
La la fragilità e discontinuità della crescita dell'ultimo ventennio con crescite che durano due anni un anno e mezzo due anni e mezzo
Non c'è il tempo di assorbire disoccupazione che sono il tempo di creare nuova disoccupazione e di qui l'assoluta necessità di rendere stabile la nostra crescita e di renderla duratura ciò vale per l'Italia ciò vale per l'Europa e lei su questo può essere certo che troverà tutto il consenso che necessario così come su quella che lei ha indicato tra le anomalie italiane lo apprezzato perché in genere ciascuno di noi e questa non è una delle nostre abitudini migliori definisce la propria identità definendo in modo un po'paradossale l'identità degli altri
Ne pur lei è sfuggito a questo che è una caratteristica nazionale
Ma tuttavia ha cercato anche di definire la propria identità e di porre in luce i problemi dell'impresa
E vero tra le anomalie italiane molte ne possono essere indicate i costi burocratici costi bis fiscali lo sportello unico che stiamo appena cercando di attivare ma che ancora non è sufficientemente attivato ma di sicuro c'è questa devianza della nostra impresa troppo piccolo
E quindi la necessità di farla crescere e quindi come lei ha detto giustamente era necessità di introdurre nel nostro sistema imprenditoriale quella cultura della trasparenza che la cultura del mercato
Il mercato è trasparente
Impresa che vogliono crescere nel mercato devono abituarsi alla cultura della trasparenza perché è l'assenza di quella cultura che troppo manca nel nostro Paese
Che crea un un elemento che mi sembra assurdo nella nostra economia questo scorrere di fiumi di danaro
Che il mercato finanziario fa passare accanto a molte delle nostre impresa in questo fiume passare le nostre imprese non ne vengono raggiunte
è la trasparenza lì la richiesta del mercato a chi opera nel settore produttivo e lei giustamente ha posto a tutti i suoi colleghi questa esigenza perché è un sistema che diventi interamente flessibile nella sua inchiesta flessibile
è un sistema nel quale in primo luogo il rapporto tra impresa e mercato dei capitali un rapporto che ha la fluidità e la flessibilità necessaria a far sì che chi ha un'idea possa anche trovare i soldi per realizzare e su questo siamo d'accordo
Potrei ricordarle in un secondo che forse noi siamo indietro per molte cose ma ce ne sono alcune su cui viva Dio siamo leggermente più avanti degli altri io non posso dimenticare che la Germania è tuttora davanti alla riforma pensionistica che noi abbiamo fatto nel mille novecentonovantadue ed è ancora davanti alla Germania
Io non posso dimenticare che noi avevamo una grande compagnia pubblica di telecomunicazioni oggi il mercato delle telecomunicazioni italiano molto più mercato di quello di altri Paesi europei
Dove ancora giganteggia erano impresa a proprietà pubblica molto più a volte paralizzate di quanto non accada da noi
Ed è notorio ed ha creato problemi anche in Italia che la liberalizzazione del gas che proprio la settimana scorsa è stata approvata e più avanzata di quanto non lo sia la direttiva europea potrei ricordarle non posso non fare
Ma lei ne è consapevole
Tornando alle parole che non furono dette da un uomo di sinistra ma furono dette da Luigi Einaudi e che più volte io ho ricordato
Che il mercato funziona se in esso accanto all'anima liberale
Che crea quella spinta squilibra anche chi è necessaria per andare verso il futuro c'è sono parole di Luigi Einaudi quell'anima socialista
Che poi può anche non essere tale con quell'aggettivo mai tale nella sostanza che serve a far sì che la necessaria coesione sociale rimanga e che i conflitti non raggiungano un livello da essere poi nocivo per lo stesso sviluppo dell'impresa
L'Italia ha potuto avvalersi utilmente di questo incrocio degli anime ovviamente è importante che entrambe sappiano guardare al futuro
Che entrambe siano convinte che esiste una missione nazionale
Che entrambe riconoscano i cambiamenti che sono intervenuti che entrambe si sappiano adeguare i cambiamenti che sono intervenuti
Ma sono entrambe necessarie
E con entrambe è giusto che si facciano i conti e Luna deve saper fare i conti con l'altra e la politica lei ha ragione deve fare i conti con se stessi
Da presidente del Consiglio posso dire quello che ho già detto che è un compito del Parlamento fare nei prossimi mesi una legge elettorale trovo singolare
Che si rifiuti il Governo in un ruolo di mediatore al quale il Governo non ha mai dichiarato di voler aspirare
Io personalmente poiché in genere amo essere protagonista delle cose non mediatore di cose fatti da altri quando le cose spettano ad altri lo facciano gli altri
Movimentazioni
Come cittadino italiano e come presidente del Consiglio vorrei come lei andare a votare la prossima volta con un sistema di me
Ritengo gravissima la responsabilità di chi avendone la responsabilità Possa nelle prossime settimane opporsi a che questo accada
Da cittadino le dirò
Se mi mettessero nella condizione di votare con il sistema elettorale attuale dico un'eresia ma sono abituato a vedere esige io porte tutto Scandale deviante
Io avrei molta comprensione per i cittadini che si sono astenuti in questo referendum
Caro Presidente
Inizio questo intervento
Ovviamente con gli auguri gli auguri per i suoi quattro anni
Auguri per i suoi quattro anni a cui voglio aggiungere un elemento che mi sta molto a cuore io son convinto che lavoreremo bene insieme ci unisce un riferimento generazionale
Credo che questo riferimento generazionale ci aiuterà e credo che questo riferimento generazionale aiuterà il Paese perché il viso il Paese ha fortemente bisogno di rinnovamento generazionale
Io dividerò questo breve intervento in due parti una parte sul sistema Italia
Produrre nell'euro settore territori i vincoli il capitale umano
Una seconda parte sulle azioni le liberalizzazioni l'internazionalizzazione gli incentivi il Mezzogiorno l'alta tecnologia la net economy
Il nuovo ministero delle attività produttive
Un milione di miliardi di produzione e circa sei milioni e settecento mila occupati sono questi i numeri dell'industria italiana
La rilevanza di queste cifre impone qui oggi un contributo sintetico concreto i vostri lavori un contributo che si concentrerà sulle cose fatte e su quelle fattibili
Sui vincoli che frenano la nostra competitività ma che possiamo rimuovere
E su quelli per i quali è necessaria una riflessione ulteriore
L'euro ci consegna un nuovo modello di integrazione per costruirlo è indispensabile rafforzare questa nuova architettura sovranazionale basate essenzialmente sui concetti di sussidiarietà e Poli archivia
Per le aziende italiane
L'avvento dell'euro ottenuto sotto la guida del governo Prodi e con i sacrifici dell'intero Paese rappresenta al tempo stesso un impegno è una formidabile rete di protezione
Un impegno perché ci spinge a concludere a ritmi più sostenuti il complesso lavoro di ristrutturazione delle nostre filiere produttive e del nostro sistema competitivo
Ma anche una formidabile rete di protezione perché in fasi cicliche critiche per l'intera Europa occidentale gli effetti economici negativi sono a tutti
Io vorrei ricordare a tutti che se la nostra lira non fosse stata agganciata all'euro in questi ultimi diciotto mesi avrebbe rischiato di essere spazzata via con effetti incalcolabili su tassi di interesse
Debito pubblico rapporti con altre valute e quindi sulle prospettive di sviluppo delle imprese e del Paese
Con il venir meno della sovranità monetaria e con l'effettiva scomparsa del deficit spending le politiche strutturali acquisiscono un profilo completamente nuovo
Uno degli obiettivi principali del sistema Italia dopo l'unione monetaria deve essere quello di costruire un nuovo modello di politica industriale in grado di incrociare settori e fattori in funzione delle differenze territoriale
Settori e territori
Il cammino della politica industria degli anni novanta ci porta oggi a un punto di svolta cui contribuisce anche la fase di ricostruzione istituzionale in atto largamente ispiri ispirata al principio del federalismo
Lo sviluppo produttivo e di conseguenza la politica industriale devono tornare ad essere centrali per una coerente crescita del Paese
Il cantiere aperto del sistema economico italiano ha una certezza
Che la politica industriale non possa prescindere dalla scala locale e che ambedue siano l'anello di congiunzione con i singoli settori industriali
A questo quadro di riferimento non possono sottrarsi agli enti territoriali fortemente responsabilizzati e stimolati da un processo di federalismo che ha visto in questa legislatura un chiaro e coraggioso punto di non ritorno
In Europa la specializzazione e concentrata sulle scale locali
I quindici Paesi membri mostrano strutture produttive omogenee ma strutture regionali eterogenea
Dalle analisi più aggiornate della Commissione europea emerge un'industria frammentata e disomogenea non solo sulle produzioni ma in particolar modo sui livelli di sviluppo in tutta Europa
Per rispondere alle sfide
è necessario quindi intervenire sui vincoli che a livello delle singole regioni europee frenano lo sviluppo senza cadere in una sterile difesa dell'esistente
Negli ultimi anni sono emersi cambiamenti di rilievo che devono spingerci a nuove considerazioni
Si è rafforzato il legame tra il reddito pro capite localizzazione delle imprese
Si è incrementato il divario tra le aree ad elevata industrializzazione d'occupazione e quelle aree caratterizzate dalla arretratezza della struttura produttiva ed elevata disoccupazione i servizi alle imprese il credito sono meglio strutturate localizzati nelle regioni più ricche
In generale si è verificata una concentrazione delle attività manifatturiere avanzate a cui ha corrisposto un'accentuazione delle specializzazioni industriali tradizionali nelle aree più deboli
I vincoli
L'euro ha modificato lo scenario nel quale famiglie e pubblica amministrazione e prese agiscono
Diventa ogni giorno più importante che le amministrazioni pubbliche centrali e locali siamo in grado di assicurare in modo economico servizi infrastrutture adeguate così come è necessario migliorare il sistema di regole che incide sull'organizzazione complessiva dell'attività economica del paese
è essenziale verificare insieme senza visioni precostituite
Quali siano gli interventi concreti in grado di alleggerire i costi di origine pubblica supportate dall'impresa in presenza di forti vincoli di bilancio ereditati questi vincoli sono l'eredità di un sistema Paese che non c'è più
Ma da essi dobbiamo oggi ripartire progettando i pezzi di un pazzo che si chiama competitività del sistema Italia
Dobbiamo allora riflettere sulle ragioni per cui pur avendo un costo del lavoro
Per unità di prodotto fra i più bassi dei Paesi OCSE è un livello di prodotto pro capite fra i più alti e l'Italia solo marginalmente toccata dal flusso d'investimenti esteri diretti e cresce meno degli altri Paesi industrializzati
Presidente la tesi di Confindustria che attribuisce la perdita di competitività al persistere di condizione di inefficienza nel sistema Paese è in larga parte condivisibile
è ben noto del sistema normativo in generale e gli adempimenti della pubblica amministrazione danno ancora origina costi impropri
Le leggi Bassanini stanno introducendo miglioramenti sempre più significativi
Non è però settore pubblico la sola fonte di inefficienza la persistenza di un ampio spread tra tassi attivi e passivi rivela ad esempio i limiti dell'attuale assetto del sistema finanziario
Il fatto poi che la quota di credito interno destinata a finanziare il settore privato sia più bassa della media europea testimonia tutta la nostra inadeguatezza tutto ciò in un Paese con una massa critica di risparmio superiore ai tre milioni di miliardi
Il capitale umano
Il fattore principale per la competitività di un Paese industrializzato va ricordato anche lei Presidente l'accumulazione di capitale umano
Su questo tema è opportuno che con grande coraggio si compia una scommessa comune per concentrare gli sforzi verso una propria una vera e propria cura della mobilità resa possibile dalla formazione continua dei lavoratori
Un lavoratore formato in permanenza è un lavoratore in grado di sfidare la mobilità il mantenimento dei vantaggi competitivi dipende dall'accumulazione di risorse in materiali perché non c'è assetto migliore per un lavoratore della conoscenza
E non c'è patrimonio migliore per le imprese di un insieme di prestatori d'opera costantemente aggiornati e competenti
Entro nella seconda parte la parte sulle azioni
Le liberalizzazioni
La creazione e la liberalizzazione dei mercati assumono un ruolo determinante
Nel corso degli ultimi anni anche in risposta alle sollecitazioni importanti
Che vengono dal processo di integrazione comunitaria
Si è avuta una progressiva riduzione del ruolo dello Stato nell'economia con un processo di privatizzazioni tra i più intensi e per un po'oralmente accorciati dei paesi industrializzati
Le importanti liberalizzazioni finora realizzate
E non solo impostate in Italia prima fra tutte quelle delle telecomunicazioni indicano che la concorrenza conduce rilevante riduzione dei prezzi e cospicui miglioramento della qualità dei servizi
Si tratta di benefici che non rimangono confinati in ambito settoriale ma si diffondono a tutto il sistema economico e rappresenta non l'unico vero strumento non episodico di controllo dell'inflazione
La crescente liberalizzazione globalizzazione dei mercati non deve essere compressa né da interventi pubblici né da comportamenti delle imprese volte sostituire le previsioni normative protezionistiche appena eliminati con restrizioni private
Al fine di evitare che all'ex monopolista pubblico sì sostituisco monopolio privato e non una pluralità
Di operatori indipendenti è necessario procedere ad una identificazione preventiva degli assetti di mercato che meglio consentano i meccanismi concorrenziali di operare effettivamente a beneficio degli utenti il decreto Bersani di recepimento della direttiva comunitaria di liberalizzazione del mercato interno dell'energia elettrica è una grande opportunità oggi dobbiamo accelerarne i tempi di applicazione
è questo il punto principale perché si colgano gli obiettivi di riduzione delle tariffe e miglioramento della qualità del servizio
Sul raggiungimento di questo obiettivo si gioca uno dei principali fattori di competitività del nostro sistema produttivo
Abbassare i costi dell'energia vuol dire crediamo recuperare competitività sui nostri concorrenti europei non si raggiungerà questo obiettivo finché non ci saranno numero plurale di produttori di energia elettrica e per accelerare questo processo il governo nel mese di marzo ha deciso di volerci Zare alla vendita delle centrali ENEL e di abbassare la soglia di idoneità dei clienti
Nel corso dei mesi a finire il compito più delicato da svolgerà accanto a questo sarà indubbiamente quello dell'avvio della Borsa dell'energia elettrica che vogliamo che avvenga entro il prossimo primo gennaio
Venerdì scorso lo ha ricordato il Presidente del Consiglio
Il governo ha varato il provvedimento che liberalizza il settore del gas naturale del nostro Paese abbiamo scelto con forza
La strada della liberalizzazione e della competitività
L'obiettivo è quello di creare uno spazio di operatività concreta per i nuovi entranti ti che porti in tempi brevi ad un miglioramento delle condizioni di offerta e a una riduzione del gatto e i fari che registriamo con la media europea
In primo luogo fino all'entrata in vigore del decreto un ampio gruppo di clienti considerato idoneo e dal primo gennaio due mila e tre tutti i clienti finali diventeranno idonea idonei completando la liberalizzazione di questa parte del settore
Un'analoga misura di liberalizzazione e apertura alla concorrenza è operate nella fase più a monte della filiera del gas in particolare nell'approvvigionamento con i tetti antitrust
Queste misure
Anche in considerazione della prevedibile significativa crescita dei consumi nei prossimi anni consentiranno a nuovi operatori rientra nel settore in Italia e a quelle di minori dimensioni già presenti di omertà e il loro peso nel mercato nazionale
L'internazionalizzazione
Su questo fronte
Occorre proseguire lo sforzo finora dispiegato per favorire una sempre maggiore sinergia tra risorse pubbliche e risorse private come nel programma speciale moda e arredamento che abbiamo lanciato decentemente recentemente negli Stati Uniti
E con sempre maggior raccordo tra attività svolta a livello centrale penso esempio Alice e Unioncamere iniziative prese a livello locale regioni Province e Comuni
I tavoli di concertazione gli accordi di settore con le associazioni produttive gli accordi di programma con le regioni rappresento altrettanti strumenti destinati alla creazione
Di un sistema Italia in grado di affrontare la competizione dei nostri principali partner concorrenti occidentali
L'attività e le delibere assunte dal CIPE per l'internazionalizzazione delle attività produttive danno una buona prova della coerenza del disegno però sì perseguito dei ministri Fassino e Fantozzi in questa direzione
Proprio in sede CIPE affronteremo alcune questioni cruciale per favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese italiane di attrazione degli investimenti estere in Italia innanzitutto la definizione del quadro di riferimento per lo sportello unico regionale
Una sorta di One stop shop che fornisca a tutti i servizi utili alle imprese che intendano sviluppare un'attività in ambito internazionale dalle agevolazioni Simest all'assicurazione Sace
Strumento strumentale lo sviluppo dell'attività produttiva all'estero e poi il sistema bancario non credo di dire cosa nuova affermando che le nostre banche sono poco presenti all'estero
I primi segnali di un'inversione di tendenza cominciano a manifestarsi ma siamo ancora lontani da risultati raggiunti dai nostri partner europee
Un ultimo aspetto da approfondire in relazione ai processi di internazionalizzazione riguarda i riflessi per l'Italia delle attività del WTO in quella sede troveranno infatti definizione alcune regole
Che possono avere un fortissimo impatto sullo sviluppo del commercio internazionale dei rapporti tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo
La ripresa la conclusione dei negoziati del due del WTO è uno degli interessi nazionali del nostro Paese per la difesa della qualità del nostro made in Italy
Gli incentivi
è nostra responsabilità riuscire ad applicare alle classiche politiche di incentivi tutte le discontinuità della net economy la legge quarantasei un importante strumento di politica dell'innovazione che il ministero dell'industria gestisce per la parte del fondo per l'innovazione tecnologica il regolamento di attuazione della riforma è stato definito dal Ministero ed è già all'attenzione dalla Commissione europea per la notifica in materia di aiuti di Stato si tratta di un'opportunità importante per due obiettivi
Il primo impostare una politica della ricerca industriale per i settori science based nel quale l'Italia rischia l'emarginazione definitiva all'interno della divisione mondiale del lavoro innovativo
Penso in particolare alla ricerca farmaceutica e biotecnologica nella quale alcuni paesi europei hanno lanciato politica di sviluppo che hanno avuto grande stretti in questi settori occorre avere una massa d'urto iniziale significativa e non disperdere le risorse
La legge quattro otto otto
La legge quattro otto otto è diventata in questi anni il più importante meccanismo di agevolazione dell'investimento all'industria manifatturiera estrattiva e dei servizi
L'impegno è quello di migliorare ed affinare l'applicazione della legge rendendo per la prima volta operativa la riforma realizzata lo scorso anno
Abbiamo elaborato il nuovo strumento del pacchetto integrativo di agevolazioni che consentirà di combinare l'intervento della quattro otto otto con altre forme di incentivo
In modo da rispondere in forma integrata e complementare alle esigenze di investimento e ridurre il fenomeno della duplicazione
Prevediamo inoltre pacchetti integrati per l'innovazione con la legge quarantasei e per la formazione con il Fondo sociale europeo per le reti di impresa
All'applicazione sui settori tradizionali della legge quattro otto otto sia giunta per la prima volta nel novantanove con risultati lusinghieri e l'utilizzazione di questo schema di agevolazione al turismo
All'inizio di marzo è stata completata la definizione della disciplina che estende la quattro otto otto al commercio
Che sperimenteremo non primo mando contestuale la nuova gara per le imprese turistiche subito dopo l'estate siamo invece immediatamente pronti per il lancio dell'atteso nuovo bando per il settore manifatturiero estrattivo e dei servizi questi ultimi considerati in maniera estensiva
Per la prima volta inoltre abbiamo previsto di agevolare gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e il settore dell'edilizia il totale delle risorse destinate al bando ammonta a circa sette mila miliardi di lire
Con la formazione del nove giunte regionali se il negoziato con l'Unione europea sulle aree Obiettivo due non ci crederà in tempi rapidi e nostra intenzione partire comunque subito con le aree Obiettivo uno
E veniamo al Mezzogiorno
Nonostante l'esistenza di molteplici problemi strutturali anche il Mezzogiorno è stato interessato dalla lenta ma graduale ripresa economica del Paese
Questa tendenza e colta anche dalle attese degli imprenditori meridionali che esprimono dei giudizi sulle tendenze a breve degli ordini e delle produzioni complessivamente più favorevoli di quelli registrati nelle altre aree del Paese
Il governo attraverso il programma di sviluppo del Mezzogiorno due mila due mila e sei se penetra destinare oltre ottanta mila miliardi di risorse lo sviluppo del Mezzogiorno dedicando a questo fine un ventaglio di strumenti di intervento sul territorio è stata compiuta una scelta netta al trenta per cento dei cittadini italiani andrà il settanta per cento delle risorse complessive dei fondi strutturali europei per l'Italia
Sull'utilizzo dei fondi strutturali nel periodo due mila due mila e sei per la prima volta governo enti territoriali associazione di categoria organizzazioni sindacali hanno lavorato sugli stessi tavoli per programmare insieme lo sviluppo economico dei nostri territori
Il risultato è un nuovo sistema caratterizzato dal maggior responsabilizzazione delle regioni e da premialità resa effettiva attraverso l'istituzione di una riserva di performances del dieci per
Lei dell'obiettivo che deve accomunarci tutti
Due mila e sei obiettivo spendere il cento per cento delle risorse disponibili tutto ciò può non essere sufficiente per il nostro Mezzogiorno se non lo si accompagna un'adeguata politica di internazionalizzazione anzi proprio le opportunità che venga ti esteri costituiscono motivo ulteriore sia di crescita del tessuto imprenditoriale esistente sia di medio mento di nuovi investimenti italiani ed esteri Pera
Mi hanno il tessuto imprenditoriale del il giorno ha manifestato significative capacità di espansione della sua internazionalizzazione in questa direzione o che
Anni fa per assistere le imprese proiettate nei Paesi del bacino e integrale grazie al Segretariato per il Mediterraneo costituito tra il cioè e promosso
Valori
Gramma di eventi come contributo dell'ICE della Fiera d'Oltremare di Napoli della Fiera del Mediterraneo Palermo e della Fiera del levante di Bari
Si tratta di costituire da parte di Simest la Simest sud con un programma di azione specifico per il Mezzogiorno edito il dare gli accordi di programma Min come se regioni per azione di promozione delle specifici specificità territoriale del Mezzogiorno gli ultimi due un e l'alta tecnologia consapevoli che le imprese ad alta tecnologia disinnesca Nola cresce innescano la crescita e trainando gli altri settori dell'economia tutti gli stati europei mantengono con vari da una presenza nelle aziende strategiche con l'avvio obiettivo di migliorare loro competitività industriale e destinano risorse significativa l'attività di ricerca e di sviluppo è nostra intenzione investire in modo molto più incisivo per lo sviluppo tecnologico per colmare il divario con la media europea sia in tema di esportazione di prodotti ad alta tecnologia che le spese di ricerca
In questi ultimi dodici mesi sono accaduti fa atti importanti si è passati infatti da una fase di sostanziale isolamento una dinamica diffusi Toni che portano il nostro sistema industriale al centro dello scacchiere europea i temi più significativi per l'interesse del Paese riguardo alla partecipazione ai futuri gran
è un'autentica mirati a soddisfare esigenze di trasporto e sicurezza collettivo sono forme fermamente convinto che spetta alle istituzioni pubbliche promuove
Innovazione tecnologica che trova in sicure ed efficaci prego
Eventuali italiane e comuni
è uno stimolo importante infine alla net economy il recupero vis
Del nostro Paese può essere ulteriormente accelerato agendo su diverse componenti
Alla luce dell'informazione e della comunicazione sono un driver che può incidere
E lì del sistema economico contribuendo in maniera significativa alla crescita e alla ricchezza dell'Italia l'evoluzione come
Interessa tutti i settori produttivi sia di beni materiali che di servizi
La maggior parte delle attività che si svilupperà
Commercio elettronico e sua subirà un interesse crescente da parte degli operatori delle telecomunicazioni degli imprenditori e delle istituzioni il ministero sta indirizzando la sua azione per stimolare attraverso strumenti finanziari
Delle attività di commercio elettronico da parte delle imprese minori le più svantaggiate sia dal punto di vista culturale
Mi di progettualità e finanziario da questo punto di vista la con
All'OCSE che si terrà
Nel mese di giugno
Tra l'occasione importante per approfondire il tema delle piccole e medie imprese di fronte a globalizzazione e Annette con
Ma anche
Però ancora a mio avviso un anello di congiunzione importante tra net economy industrie più tradizionale alcune stime nostro possesso indi
Under Offerta di tecnici della Rete tra le cinquanta e le sessanta mila unità tra il numero di posti non coperti per mancanza di persone qualificate potrebbe
Grazie sulle cento centoventi mila unità cifre che deve farci riflettere anche sul dibattito in corso in molti Paesi circa la possibilità di far circolare immigrazione qualificata ma anche
Formatosi non ci sono programmi d'insegnamento adeguati perché l'inarrestabile crescita di questo settore
Che il nostro sistema formativo serve al
L'innesto di forza dall'esterno che solo le
Merante nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono in grado di offrire in conclusione
Verso il Ministero delle attività produttive
Quello che io
Presidente il suo primo discorso ma questo di oggi è probabilmente l'ultima occasione in cui all'assemblea annuale di Confindustria interviene un ministro dell'industria dalla prossima legislatura nascerà
Però delle attività produttive in elenco
Aperta in un contesto internazionale sempre più caratterizzato dalla liberalizzazione dei mercati è indispensabile infatti Porter contare su un'adeguata organizzazione delle
Perno centrale è già partito il lavoro per agevolare l'integrazione tra le diverse strutture su questo obiettivo l'impegno sarà intenso e continuativo per quanto stanno in questa non sarà una mezza riforma grazie
Vi ringrazio tutti dichiaro chiusa l'Assemblea e prego i componenti di Giunti ad esser su fra dieci minuti grazie mille