"Il Terzo mondo, la fame, i paesi industrializzati, le proposte radicali del passato..." servizio realizzato con materiale d'archivio

Ancora un ulteriore momento di informazione di riflessione realizzato con documenti d'archivio questa volta vi riproporremo due registrazioni dal settembre settantanove
Quando il radicale riuscirono ad imporre il primo dibattito parlamentare sul problema dello sterminio per fame nel mondo argomento ancora di drammatica attualità
E su quale partito radicale condusse una dura iniziativa politica fuori e dentro le istituzioni culminata dopo giorni di giugno appelli di premi Nobel ed inviti alla mobilitazione con il varo di un provvedimento risultato però inadeguato per risolverne
Il tutto che scontiamo dunque quanto dissero durante quel dibattito Emma Bonino
è un parlamentare radicale di quel periodo Aldo Aiello era il diciannove settembre mille novecentosettantanove
Ebbene non c'è mancanza di terra non c'è mancanza di di capacità tecnologica non ci sono mancanza di risorsa
So che cosa manca
Manca probabilmente la volontà politica soprattutto da parte dei Paesi industrializzati
Parleremo poi delle politiche dei Paesi in via di sviluppo che anche lì molto spesso
Sono altrettanto politiche Alfa matrici in sostanza della gente
E politiche favorevole borghesie politiche locali
O ai grandi proprietari terrieri eccetera
Ma la realtà di fondo e che è quello che manca è innanzitutto
La coscienza che questo è un problema che non è più sostenibile
Non è più trascurabile non possiamo più far finta che non ci sia se non fosse altro in termini assolutamente erboristici
Perché io credo che se questo divario nord-sud sembra intensificando io credo che arriveremo certa alle guerre alimentare di cui abbiamo avuto un primo esempio io credo in questo periodo
Nell'invasione Vietnam Corea ma credo soprattutto che i paesi in via di sviluppo
Giustamente cosa che per ora non hanno fatto si organizzeranno sicuramente per difendere a questo punto i loro interessi
E molto spesso devo dire
Che sento spesso
Trattare così come dei ricattatori Paesi dell'OPEC
Come le sette sorelle monopolio del petrolio alzati Prezzi non esiste cioè
Ebbene io credo che
La lettura per esempio della produzione e della distribuzione dell'organizzazione del grano forse antipartito si fa riflettere un po'di più
Cioè il cartello del grande molto più rigida del cartello del petrolio
Intatta e fatto solo da quattro Paesi di cui il Nord America Canada e Stati Uniti hanno insieme l'ottantaquattro per cento dell'esportazione mondiale di grano con l'Australia il il seguono l'Australia e l'Argentina
Ma in realtà posseggono cioè delle armi alimentari
Che ossessiona decidessero appunto di stringere la borsa o di restringere in qualche modo l'esportazione
Le morti per fame
Nel mondo e nei paesi in via di sviluppo sarebbero sicuramente superiori
A qualunque guerra in corso cioè si contrabbanda ma in questo modo
Il potere realtà la dipendenza politica economica dei paesi in via di sviluppo da parte dei Paesi sviluppati e in particolare torneremo poi inseguito su questo problema del grano del commercio del grano e dell'accordo sul grande
Ma che cosa si può fare intanto credo che ci sono due cose in assoluto che non si possono fare
La prima è quella di accettare le cose come stanno
E questa è però la condizione più semplice
è indubbio che il nostro livello di sviluppo
è sostanzialmente basato su questo tasso di mortalità più o meno voluto
Questa è la prima cosa che non si può fare accettare questa cosa come ineluttabile come inevitabile
Come un suo posto il destino perverso
La seconda cosa che non si può fare
E che pur sapendo che la soluzione finale
è una diversa struttura politica economica ed economica non solo dei paesi in via di sviluppo ma anche dei paesi sviluppati
E che quindi si deve arrivare ad una diversa distribuzione alle riforme di fondo eccetera
Usare Podestà concetto di fondo che peraltro giusto come alibi per non intervenire immediatamente cioè quello di dire poi che la soluzione finale
è una diversa ristrutturazione sociale e politica del mondo intero nel nuovo ordine internazionale eccetera siccome quella è la panacea di questa male nel frattempo non si fa assolutamente nulla ecco io credo che questo è l'altro è un alibi apparentemente più serio
Basato su ragione di struttura di analisi serie politiche sociali ma che molto spesso a mio avviso è stato usato semplicemente come alibi per non muoversi per non muovere per nell'introdurre adesso alcune elemento di novità
E d'altra parte se noi guardiamo quali sono stati in realtà anche gli adempì degli impegni italiani
Questo problema è un problema noto da molto tempo la risoluzione ventisei ventisei dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite è diventata in questi giorni così la citano tutti
Ma la citiamo ogni giorno soprattutto perché non l'abbiamo adempiuto a mai perché probabilmente se avessero adempiuta saremmo ora in grado di porci un altro obiettivo
E d'altra parte sarà semplicemente signor ministro una situazione magari solo formale ma a volte la forma ha una sua sostanza
Questa Risoluzione ventisei venti sei quella che impegna lo zero sette del prodotto nazionale lordo di tutti i Paesi per l'aiuto pubblico allo sviluppo
Seppure sostanzialmente è stata sempre accettata dall'Italia mai adempiuta ma insomma sostanzialmente accettata la votata in tutte le soluzioni possibili e immaginabili in tutte le sedi internazionali eccetera eccetera
Informalmente non è mai stata accettata
Cioè formalmente il Governo italiano non ha mai accettato questa risoluzione
Nella sostanza la replica ogni volta
E devo dire che magari potremmo cominciare a confermarla meno perché dal mille novecentosettanta quando l'abbiamo accettata ogni anno che l'abbiamo confermata siamo andati diminuendo l'aiuto allo sviluppo
Già siamo passati per esempio dallo zero dieci di due o tre anni fa lo zero virgola zero sei di oggi
Forse potremmo confermava un po'meno perché ho l'impressione che ogni volta che la confermiamo
Poi ci troviamo la usiamo in realtà per diminuire persino i nostri pur magra aiuti allo sviluppo
E noi prendiamo atto sicuramente completerà di queste raddoppio preannunciato dall'Italia eccetera eccetera
Beni è un piccolo passo ma comunque è un passo d'accordo
Ma questo non ci esime assolutamente dal dire che pur con l'ozono tredici zero quattordici siamo ancora l'ultimo Paese nella lista dopo la Finlandia e dopo la Nigeria
Ora d'accordo i passi venisse poi fossimo stati fermi probabilmente era anche peggio
Ma io ritengo che dico sia stato un passo che tra l'altro ha avuto degli effetti credo diplomatici e politici notevoli in campo internazionale
Ma io credo che dobbiamo fare uno sforzo in più e signor ministro credo che
Proprio perché è da dieci anni non solo non adempiano Marte Plus siamo andati sempre scalando per io credo che sia un pacco raggiungerlo zero trentatré per cento in tre anni
Credo che effettivamente che lo sporco e quando si parla e si dice c'è se noi diciamo e confermiamo
Che il problema è urgente e straordinario
Io credo che non si non ci si può evidentemente fermare a delle situazioni così di principio senza poi tradurre ma dicevo c'è una possibilità per esempio di un altro passo diplomatico importante che è quello dell'accettazione formale di questo tasso dello zero virgola sette e c'è la possibilità di farlo per esempio in questa Assemblea generale delle Nazioni Unite
Facendo evidentemente poi usando questa questa decisione che si prende a livello politico ufficiale usandola poi evidentemente come livello di pressione rispetto a quei Paesi che ancora non hanno accettato per esempio l'Austria per esempio la Svizzera gli stessi Stati Uniti
E io credo che c'è una possibilità immediata di farlo ed è quella dell'assemblea generale degli Stati Uniti
E d'altra parte credo che l'Italia dopo il passo che ha fatta notevole non si possa fermare e tra l'altro ha dimostrato in questo modo
Almeno io credo una volontà di passare da una situazione che è sempre stata mi lasci dire un po'di indifferenza rispetto a questo problema negli ambiti internazionali so che lei mi ha dato una versione diversa l'Italia da sempre guarda con interesse me non risulta molto e poi ci terremo alcuni esempi
Ma credo che per esempio l'Italia normalmente viene allineata nel nelle Nazioni Unite tra i Paesi virgolette reazionari
Devo dire che probabilmente è anche vero ma c'è la possibilità invece invece di unirsi sempre strettamente almeno in questa tematica con l'Inghilterra e la Germania
E c'è la possibilità invece ma già a partire da questa Assemblea nazionale degli Stati Uniti di creare un gruppo di paesi con la Danimarca quel parere con le i Paesi Bassi coi Paesi nordici
Un gruppo c'è più attivo
Un gruppo virgolette progressista
Che cerchi dei rapporti con i Paesi in via di sviluppo anche perché io credo che ne riprendiamo il nostro stesso paese nel prevarrebbe dei benefici
Ma per Trump era il problema del commercio
Del protezionismo
Se ha dei problemi di fondo che ci sono e che non ho
Che non sono state a mio avviso neanche accennati né dal ministro Malfatti né dalla sua esposizione di oggi
Perché in realtà la seconda richiesta che facciamo
E che se questa è la posizione che noi invitiamo il Governo ad assumere all'assemblea delle Nazioni Unite c'è un'altra richiesta che facciamo a livello europeo
Si tratta cioè della rinegoziazione della convenzione degli aiuti alimentari
Questa rinegoziazione di questa convenzione che scaduta e che da cinque e che era di quattro milioni di tonnellate di cereali in sostanza e che da cinque anni i centotrentatré Paesi di quelli che ne fanno parte ne chiedono alla rinegoziazione a dieci milioni di tonnellate
Quando si è arrivati a discutere questa rinegoziazione
Ebbene molti paesi hanno detto d'accordo siamo disponibili ma nel frattempo bisogna che vada a buon fine l'accordo sul grano ora è evidente o comunque non era evidente ma è successo che nella riunione a Ginevra l'accordo sul grano in termini di prezzi Dio e quantità delle riserve dello stoccaggio e di chi doveva pagare i costi del dello stoccaggio
Poi fallito
è fallita non si è trovato un accordo
E putacaso subito dopo il fallimento della riunione di Ginevra che doveva peraltro stabilire il prezzo del grano a centoventicinque dollari la tonnellata
In prezzo stabile in sostanza c'è stata una riunione in a intagliata dei quattro grandi paesi esportatori quelli che dicevo prima i quali hanno trovato immediatamente un accordo tant'è vero che appena finito l'incontro in Canada il prezzo del grano è cresciuto a centoquaranta centosessanta dollari
E quindi nell'indisponibilità invece di arrivare a definitiva dei preti dell'ammontare delle riserve dello stoccaggio e di chi doveva pagare i costi dello stoccaggio
L'acqua dai Paesi produttori ed esportatori l'hanno immediatamente provato
Hanno aumentato il prezzo del grano diceva centoquaranta centosessanta dollari il che ha costituito per i Paesi in via del DDT de di sviluppo un aggravio nella loro bilancia dei pagamenti di due di milioni di dollari
Ora se questa è la situazione
Io credo che che
Non possiamo a questo punto anche noi continuare ad assumere questa posizione finché non si trova l'accordo sul grano non rinegoziarlo neanche la convenzione d'aiuto alimentare
D'altra parte gli Stati Uniti il Canada
E i Paesi nordici hanno dato il vi sono disponibile a Rino rinegoziare questa convenzione degli aiuti alimentari
Spetta adesso alla comunità alla Comunità europea al Giappone all'Australia all'Argentina
Di arrivare a questa rinegoziazione e all'interno della Comunità europea
Chiaramente chi si oppone a questa rinegoziazione non è Danimarca non i Paesi basta
Si oppone l'Inghilterra l'Italia la Germania
Ecco io credo che l'atteggiamento del governo italiano in questo campo debba cambiare velocemente
Ma debba cambiare non sono in dichiarazione di principio
Ma debba cambiare anche con delle pressioni politiche e diplomatiche per quanto riesce a fare se se diamo ascolto all'intervista del ministro Marcora sul bilancio della comunità europea è anche evidente che riusciamo a fare ben poco come peso politico
Ma per quanto siamo in grado di fare io credo che dobbiamo esercitare quel poco o quel molto di peso politico che abbiamo per portare la comunità europea ad aderire a questa rinegoziazione degli aiuti alimentari
Ma credo che l'altro problema io volevo accennare era il problema del commercio
Del protezionismo e delle barriere tariffarie
Ora quello che è successo in questi anni la politica seguita da tutti anche dall'Italia che non è che c'ha molte iniziative però segue a ruota Chinea
è stata in sostanza questo i paesi in via di sviluppo sono stati usati come sorgente di materie prime a basso costo
Mercati proficui per gli investimenti in particolare gli investimenti privati
E come mercato di esportazione dei nostri manufatti
Ma quando i Paesi in via di sviluppo
Riescono ad avere dei manufatti
Parla per esempio del campo tessile
Normalmente i paesi sviluppati difendono lei loro industrie loro mani fatti con prezzi doganali e tariffe illuminato rigidissimo
E quindi in realtà queste misure protezioniste
Non solo pesano sul consumatore italiano e sul consumatore del Paese sviluppato che evidentemente costretto a pagare i manufatti prodotti nella comunità o in Italia o nei paesi sviluppati che evidentemente costano molto di più
Ma noi non ci rendiamo conto anche che questo è un modo non solo per i consumatori per i cittadini di pagare di più ma è anche un modo per continuare ad affamare sempre di più i paesi del terzo mondo
Dai quali estraiamo materie prime proprio come si è espresso come chi estrae il petrolio noi estraiamo materie prime e invece blocchiamo qualunque possibilità o comunque siamo molto rigidi nel bloccare qualunque possibilità loro di asportazione dei manufatti che riescono ad aprire questo è vero soprattutto nel campo tessile nel campo chimico e nel campo anche siderurgico ormai
Ma la cosa
Che è abbastanza incredibile perché non ci rendiamo conto come noi stessi poi i cittadini italiani siamo vittime di questo sistema
E anche il governo italiano siamo vittime di questo sistema che contribuiamo a tenere in piedi
Leggevo l'altro giorno sul Corriere un'intervista del ministro Marcora
Che parlava appunto della situazione dall'Italia rispetto al Bilancio del parroco della comunità europea
Siamo finalmente in in imparino anche inattivo se vogliamo ma il ministro Marcora giustamente faceva notare che siamo in attivo anche perché abbiamo avuto dalla Comunità europea dei finanziamenti credo che parli di duecentocinquanta
Milioni di unità di conto
Semplicemente per ripagarci
Del mancato del profitto che deriva all'Italia dalla politica protezionista e tariffaria della Comunità europea
Ossia
In realtà noi stessi nel nella nostra regione c'è nella Comunità europea siamo poi usati come in realtà vittima di questo meccanismo che contribuiamo a tenere in piedi e che sono a sua scala mondiale teniamo in piedi rispetto ai Paesi ai paesi in via di sviluppo
Ecco da questo punto di vista e peraltro è abbastanza incredibile persino questo nostro Paese
Zero virgola zero sei gli aiuti pubblici ma uno virgola venticinque di virgolette aiuti privati
E dove gli aiuti privati quando uno li chiama per nome e cognome
E allora magari cominciano a essere banche
Le multinazionali più o meno piccole più o meno grandi insomma non è che poi i quali però evidentemente sono non sempre anzi direi quasi mai degli alimenti degli elementi di aiuto ai Paesi in via di sviluppo sono quasi sempre
Degli elementi di aiuto neanche i paesi sviluppati magari ma degli elementi di aiuto alla singola industria alla singola multinazionale che opera
Ora sicuramente non è il caso di approfondire qui qual è stato il profitto
Delle industrie agroalimentari o comunque il perché del fallimento della ride la rivoluzione verde
Quali sono stati gli effetti disastrosi sul piano economico sociale anche politico della rivoluzione verde
Cioè quando si è pensato che esportando tecnologia pari pari come noi la usiamo nel Monday spinga ospedalizzati
Esportando la sento adattarlo alle condizioni reali dei paesi in via di sviluppo ma esportando la pacchetti imponendo ed era in sostanza magari più o meno in buona fede chiaramente non non voglio approfondire questo aspetto in realtà in molte zone l'effetto è stato diametralmente opposto
E anche qui io credo è stata diametralmente opposta per i Paesi in via di sviluppo accerto è stata particolarmente lucrativa
Per le industrie agroalimentari
Che si sono occupate di portare avanti la rivoluzione verde
E cioè industria degli anticrittogamici dei fertilizzanti della della distribuzione della conversione della conservazione degli elementi e degli alimenti eccetera
E questa non è stata una politica economica punto e basta è stata una scelta politica precisa
Quando c'è certa si sono mosse per prima la Fondazione Rockfeller alla Fondazione Ford ed accorta ma il Governo per esempio degli Stati Uniti
Ha molto aiutato all'espansione di questa rivoluzione verde che ha voluto dire per esempio la crescita
Della concentrazione terriera
Che ha voluto dire molti paesi blocco di qualunque riforma agraria
Perché è evidente che la monocultura o comunque la grande industria anche agricola alimentare ed ha bisogno di molta terra cacciando i piccoli contadini
Ma comunque è imposta per esempio e molti Paesi la monocultura
Evidentemente tutta per l'esportazione
In cui i paesi in via di sviluppo non avevano come non hanno nessuna chiave
Per imporre i prezzi di mercato
Ma basta pensare a condizionare la banca adesso la produzione dall'aiuta
Vediamo favorite si fa per dire nella produzione dall'aiuta
E questi producono aiuta
Peccato che l'aiuta sono adesso sul mercato mondiale non la voglia nessuno perché siamo passati alle fibre sintetiche
E quindi questi sono produttore di juta
Che non riescono ad esportare o che magari asportano anche a ma dei prezzi ormai ridicoli
E quindi non riescono ad avere indietro neanche moneta pregiata con cui comprarsi gli alimenti ma questo è vero per la monocultura dagli arachide nel Senegal
E questo è vero per la soglia in Brasile
Ecco questa è se vogliamo per non parlare così in termini concreti la situazione
Ebbene da questo punto di vista
è vero che io credo che quando si parla di nuovo ordine internazionale
E bisogna essere assolutamente coscienti anteposta se ne parla perché si spera che non venga mai in sostanza perché io credo che se si che lei e la coscienza di questo nuovo ordine internazionale significa per esempio la messa in discussione di molti settori del nostro Paese in termini industriali per intendersi
Ma forse questo è l'unico modo per uscire in realtà da una situazione di stallo che c'è ormai anche nei Paesi sviluppati
Ma anche nel nostro Paese così come gli Stati Uniti si tengono in piedi delle industrie o dei settori che ormai non sarebbero neanche competitive rispetto ai manufatti dei paesi dei paesi in via di sviluppo ed è proprio per questo che non si aprono evidentemente non non ci si apre al commercio con questi Paesi
E noi andiamo avanti nei Paesi sviluppati in una spirale tra protezionismo economia di sussistenza in molti settori i quali molto spesso generano soltanto altro protezionismo l'altra economia di sussistenza
Quando probabilmente a pari livello tecnologico che noi abbiamo
E ciò che la tecnologia chi ha l'Italia il nuovo ecologico che all'Italia saremmo ancora selvaggi il Paese più in grado di avere quella famosa Inter dopo in tecnologia intermedia che è l'unica forse possibile nei paesi in via di sviluppo
Certo quando si è sposata si esporta tecnologia dura
Ad alto costo ad altro spreco energetico ad alto consumo energetico evidentemente si producono prodotti ad alto costo proprio predispone convergere e poi e nei Paesi del Terzo Mondo accerta l'unica strada possibile quella della tecnologia dolce della tecnologia anche rudimentale diffusa
Poi però appaiono meno della tecnologia intermedia
E forse l'Italia è ancora uno dei paesi che può avere uno sbocco in questo settore
O comunque può fare uno sporco da questo punto di vista
E io credo che sia doveroso immediato
Anche perché credo sia l'unico modo possibile
A medio e lungo termine dico operazione reale con i paesi in via di sviluppo per esempio abbiamo firmato la convenzione di Lomé con queste cinquanta Paesi e ne andiamo in realtà molto orgogliosi tutte le volte siccità
Ma forte sulla convenzione di lame bisognerebbe fare alcune riflessioni
Perché molte cose nella convenzione di Lomé a mio modesto avviso
Presentano dagli aspetti pure e semplici di neocolonialismo
Perché in realtà i tre punti sono rimasti tre punti di fondo
Estrazione di materie prime a basso costo
Mercati favorevoli per gli investimenti in particolare quelli privati
Esportazione di manufatti ecco queste tre clausole di fondazione ancora rimaste a cominciare da me e sono abbastanza evidente credo che da questo punto di vista bisognerà quando si farà probabilmente il Bilancio di come ha funzionato questa convenzione di non meno e ci renderemo probabilmente conto che magari per noi ha funzionato ma per i Paesi in via di sviluppo ha funzionato probabilmente molto poco
E siccome non è il caso io credo di aspettare sempre il fallimento delle cose a meno che questa non fosse stata l'intenzione iniziale c'è quello di usare ancora in termini neo colonialisti paesi in via di sviluppo se questa era l'intenzione funzionerà benissimo questo è indubbio
Ma se questa non era l'intenzione io credo che non è il caso come come non l'ha mai di aspettare il fallimento dei progetti che si fanno e credo anzi che è una ribelle visione o comunque la riflessione più immediata magari a breve termine sul funzionamento di questa convenzione
Sia doverosa e si imponga
D'altra parte a livello italiano
E tralascio tutti paralleli tra sterminio fame sfruttamento e corsa agli armamenti credo che altri colleghi del mio gruppo interverranno su questo settore
Ma volevo per un attimo fermarmi sul sulla legge trentotto per intenderci
La quale è stata votata come io non non non metto in dubbio
La filosofia ispiratrice
Fra lodevolissima
Ma certo che qualunque dato di principio in un tema così enorme qualunque filosofia ispiratrice che si concretizza con lo stanziamento di trecento miliardi in cinque anni
Di cui trentacinque miliardi il primo anno e quarantadue miliardi il secondo anno e il principio sarà pure apprezzabile sarà pure lodevolissima ma
è e in realtà l'impossibilità di mettere in pratica alcunché e se lo stanziamento rimane così come e d'altra parte tutti i problemi
Relativi al dipartimento installato io credo che vada vadano assolutamente rivisti per non rischiare di aver creato in realtà in sostanza semplicemente un altro carrozzone più o meno puro burocratico fatto sullo stampino semplicemente riproducendo l'organizzazione del ministero degli Esteri e che non è in grado probabilmente di intervenire con tempestività rispetto ai problemi ai problemi che si pongono
Se questa è la situazione
E pur avendo accennato solo apre di linea i problemi che ci sono sul tappeto ma raccomandando al governo italiano
Per gli interventi che intende prendere a medio lungo termine i temi che ci sono di fondo in particolare la rinegoziazione dell'aiuto alimentare
Un maggior spirito di iniziativa rispetta anche al al politica della Comunità europea
Il problema dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite
L'accettazione formale come data almeno di volontà politica
Del tasso dello zero virgola sette
Se questi sono i punti maggiori finanziamenti
Ribadendo che è semplice raddoppio devo dire va a a nostro avviso e il Governo dovrebbe immagino predisporre gli strumenti per aumentare questo aiuto pubblico allo sviluppo perché in questi termini abbastanza ridicolo
Positivo ma certo insufficiente e non è io credo nessuno di noi nell'ottica di fare delle elemosine perché se è questo che vogliamo fare
Allora va bene tutto
Ma allora vanno bene anche i cinque milioni di dollari al fondo al programma per lo sviluppo che le Nazioni Unite cioè se è in termini di carità che ci muoviamo sicuramente è più che sufficiente ma poiché mi pareva che la volontà politica espressa non solo dal governo
Ma perse nato e credo che sarà e mi auguro che sarà espressa in quest'aula altro e allora io credo che non è il caso di rispettare probabilmente l'errore fatto con la legge trentotto che è quella di aver fatto una grande testa di elefante con dei piedi
Piccoli fra cui grande a Filosofia nuovi principi ispiratori cambia la la linea direttrice dalla politica italiane in tema i di politica internazionale benissimo
Conclusione di fondo si stanziano trentacinque miliardi perché allora evidentemente siamo noi stessi
Credo non solo a truffare noi stessi ma evidentemente apporti nelle condizioni di poi non poter operare
Ma perché molto spesso
Io mi sento dire sì certe ma è un problema di medio e lungo termine se non si risolvono le cause strutturali eccetera non ma è evidente non ne siamo assolutamente convinti
Che anche se che quando raddoppiamo tripli Tiago l'aiuto pubblico allo sviluppo e l'assistenza pubblica a questi Paesi
è evidente che più il governo locale e l'élite locale a una politica equa ridistribuzione
Più il nostro aiuto pubblico allo sviluppo evidentemente sarà efficace
Nella lotta contro la fame e contrada denutrizione questa evidente
Più invece il governo locale è evidentemente sta adottando la politica
Della borghesia dell'élite locale
E non ostacola evidentemente tutte le altre iniziative magari di carattere privato che hanno come risultato alla display disoccupazione o il fatto che i piccoli contadini vengono cacciati dalle loro terre
Più evidentemente anche il nostro aiuto pubblico allo sviluppo avrà risultati meno efficace
Ma questo non può essere un alibi per non intervenire e anzi io credo che rispetta al grande problema
Dal dialogo nord-sud eccetera
Io credo che per uscire da questa situazione di stallo l'unica linea possibile è quello dell'intervento immediata è straordinario che segni l'inizio di una politica diversa
Questo non vuole assolutamente dire che noi noi valutiamo
Positivamente no non sappiamo che il problema di fondo
E evidentemente una diversa politica di distribuzione cioè presa sappiamo bene in questa cosa
Ma certo io credo che anche per iniziare un nuovo tipo di atteggiamento e per iniziare un nuovo tipo di atteggiamento agli altri Paesi industrializzati
L'unica strada forse percorribile
In termini
Di rilievo centrale che abbia un senso che abbia un valore che abbia un peso e quello dell'intervento immediato è straordinaria per svegliare della gente alla vita lei accennava prima quando ha introdotto che i popoli denutriti poi evidentemente sono anche i popoli che hanno meno capacità anche intellettiva queste è noto d'accordo ma a volte a me viene un po'da pensare se non ci convenga che sia non che siano intellettualmente meno capaci
Cioè voglia lo pongo a me stesso prima ancora che alle
Ma forse anzi troviamo in una situazione in realtà
Di comodo
Sì va bene di lasciare così
Ecco questa è una cosa a nostro avviso inaccettabile
Ed altre perché sono proprio i Paesi del Terzo Mondo anche il più progressisti
I quali pur sapendo che la soluzione finale del loro problema è l'autosufficienza alimentare una maggiore produzione pur sapendo questa cosa
Il rifiuto dei termini caritatevole dell'assistente perché spesso hanno coperto dell'operazione di rapina molto più gravi di quanto andassero ad aiutando
D'altra parte eppure sono ancora sono anche questi Paesi del Terzo Mondo che si trovano nella necessità comunque di dover chiedere degli aiuti immediati
Pur sapendo anche loro che in termini così dei bisogni Tione finale non è questa la strada
Ma si trovano nella condizione disperata per non dover assisterà degli stermini che sicuramente comunque si traducono in un depauperamento se non altro di risorse fisiche e intellettuali Dell'Oro qua come della loro gente
Sono ridotte a chiedere dagli aiuti di emergenza
Io credo che quando in Paesi del Terzo Mondo chiedano degli aiuti di emergenza per non veder sparire intere regioni intere loro popolazioni
Noi non possiamo semplicemente rispondere
Che non si può perché ha un'azione caritatevole
Perché ci dobbiamo rendere conto che evidentemente ogni depauperazione in termine di vite umane diventa una depauperazione realtà politica per quel Paese
è una delle risorse evidentemente che vanno perse la risorsa un uomo parlandone in termine cinico se vogliamo
Ma è indubbio che questi Paesi che che siano i miti per cui spesso mi sento dire ho letto sui giornali perché il problema è terzo mondo il problema è che facciano meno figli
Ecco in questa a mio avviso una mistificazione più incredibile che dobbiamo assolutamente controbatte
Il problema non è che imporre ai Paesi del Terzo mondo delle politiche demografiche repressive per cui abbiano meno fitta
Perché il problema è semmai se è quello della riduzione della popolazione Meridiana io credo che dovrebbero cominciare i paesi sviluppati perché in termine di costo ed è di termine di costo di persone e dico il bambino americano costa molto di più in termini energetici per per dirne semplicemente una benone il bambino è pendente
E io credo che se il problema generale quella del Piola ridurre la popolazione che può anche essere va be io credo che abbiamo cominciato i paesi industrializzati appare questa politica Santa cercare di asportarla evita o di parla a a della gente che muore di fame semplicemente per Lerner per le rapine che abbiamo prodotto in tutto che abbiamo volutamente prodotto in quei Paesi per tutti questi anni
E d'altra parte non è anche il problema della mancanza di terra
Per esempio i Paesi Bassi o in Olanda ogni cittadino in realtà allo zero virgola zero sei ettari di terra
No e non non sono mica può non muore nessuno in Olanda ma hanno pochissima terra
I Paesi in molti paesi del terzo mondo pur avendo zero quattro zero cinque ettari per ciascun modello di farle quindi non è un problema di mancanza di però diceva popolazione se non in alcune aree
Ma io credo che qualunque politica democratica se imposta come infatti la stessa India dimostra
Hanno attuato la politica democratica Ferrea con incentivi a chi appunto o si faceva sterilizzare giacciono da una politica che me ne ricordava alcune altre in senso inverso
Ebbene questa politica pur fatta anche in termini di pubblicità di di opinione pubblica usando tutti gli strumenti possibili compresi i doni soldi eccetera
Non era lo dice il governo indiano non avuto alcuni risultato alcuni Effetto in termini statistici evidentemente decenti
Perché io credo che solamente un elevazione del reddito pro capite e quindi il miglioramento delle condizioni di vita delle persone è un sistema sociale un pochino più garantito
Va be'alla gente il problema dei figli perché evidentemente anche perché non è che loro sono poveri perché fanno figli mai sazio già è l'inverso fanno Fini perché sono poveri
E questa è una situazione evidente per esempio anche nel divario Nord Sud italiano
Ma una cioè lei il
Una condizione che si vede a livello internazionale
Cioè proprio le zone anche nei Paesi sviluppati
Che hanno un reddito procapite inferiore
Parallelamente hanno una natalità superiore poi la mortalità è infantile di nuovo superiore un'altra volta evidentemente
Ma questo bella reddito pro-capite
E della natalità maggiore si può vedere in ogni Paese anche nei Paesi sviluppati
A seconda della differenza di reddito pro-capite magari tra regione e regione
E c'è una statistica pubblicata dal ministero della Sanità che riguarda l'Italia
E che è evidentissima da questo punto di vista e anche portando dei dati successivi negli anni è evidente che ogni aumento del reddito pro capite ha comportato una maggiore evidente
Una maggiore riflessione o non so come si chiama sul problema dei figli ma comunque una riduzione della natalità
Ebbene dicevo siamo al problema dell'emergenza
In questo momento ci sono delle richieste di emergenza in realtà quando uno poi trova questi bollettini si sente un po'agghiacciato perché questo è il bollettino del vuol pur Program programmi di emergenza
E devo tanto incredibile perché nelle ultime pagine nei termini più al semplice possibile ci sono queste richieste
E così boh non fare Bangladesh dice se non arrivano subito tre milioni di dollari già diciotto mila tonnellate già già muoiono per la siccità nei mesi agosto novembre quindi credo che ormai sia un po'tardi due milioni di persone
Che dovranno che devono far fronte a questa carestia incredibile ne saranno colpiti dodici milioni su una popolazione che è di cinquanta milioni cioè come l'Italia
Dodici milioni saranno affetti da questa carestia da agosto a novembre quindi credo che siamo quasi a metà
E se non si interviene pesantemente ma d'urgenza in questo modo la mortalità prevista di due milioni
Uno può andare avanti a leggere il Ciad e le richieste che fa in questo momento oppure andare avanti non so sul Paese Berselli che in questo momento mi pare un disastro particolare
Ma credo che poiché la cosa che mi sembra incredibile e che poi che questi dati
Correlati tra richiesta e morte prevista se non si dà luogo in seguito alla richiesta sono morti in documenti distribuiti eccetera ecco io credo che quello che non è semplicemente possibile fare è quello di non agire
Certo l'Italia da magari l'Italia unilateralmente da sola
Fa questo gesto questo atto
E io credo che questo gesto questo atto che l'Italia può e deve fare
E noi lotteremo perché lo faccia certa a mio avviso può trascinare dietro altri paesi
Altri Paesi che magari in termini di aiuto pubblico allo sviluppo hanno già saldamente superata da zero sette che hanno previsto penso per esempio perché no alla Svezia perché no alla Norvegia
C'è una specie quello che noi proponiamo è realtà e che il governo
Si faccia interprete di questa esigenza politica di agire immediatamente convinta come sono
Che proprio questi atti che sembra no
Unilaterali nel senso dei di poco produttivi
O poco redditizi a mio avviso sono quelli che poi invece sono più redditizi non certo in termini economici
Ma certo in termini reali o di risveglio di coscienza o di un nuovo internazionalismo o di discussione o anche di un'iniezione di fiducia agli stessi Paesi in via di sviluppo
Il quale giustamente signor ministro lei mi racconta
E che così che hanno un po'di diffidenza perché non vogliono continuare ad assumere il ruolo subordinato e gregario che hanno assunto finora essi povera e credo proprio di sì che si siano stufati di assolvere questo ruolo gregario
E comunque subordinato che li stiamo andati a che e gli siamo andati imponendo evidentemente in questi anni ed è evidente
Ma poiché io credo che nessuno o che magari o mi auguro che noi siamo d'accordo che i Paesi in via di sviluppo anche il governo italiano mi auguro si arrivi d'accordo che i Paesi in via di sviluppo non possono più essere tenuti o continuare ad essere tenuti in questa condizione di puri sudditi
Ecco io credo che per esempio l'intervento immediato lo straordinario in uno di questi Paesi possa essere il primo segno che intendiamo ormai trattarli almeno cominciamo vogliamo cominciare a trattarli da partner reali
E non è semplicemente da mercati come mercati da sfruttare
E può anche essere un'iniezione di fiducia rispetto a questi stessi Paesi in via di sviluppo
Può essere cioè io credo per loro un segnale
Che possono contare su cui possono contare per riprendono la loro Poli
La loro politica attiva certo noi
Li abbiamo usati dicevo prima in questo modo ma certo non li vogliamo vista la politica che facciamo a livello di commercio internazionale come concorrenti questo è evidente ci vanno benissimo e in realtà l'aiuto pubblico che noi torniamo che anche i paesi del terzo mondo eri sviluppati tornano ai Paesi in via di sviluppo è
Io ripaga mento in parte e molto molto parziale di quanto siamo andati rapinando di quanto siamo andati estraendo
Non solo i dico ai paesi in via di sviluppo tutti quanti non dico solo quelli diarrea
Filo americana o statunitense dico proprio tutti quanti seppure con strumenti e con metodi diversi ma dico proprio tutti quanti
Ebbene da questo punto di vista non c'è che l'imbarazzo della scelta sui Paesi che vogliamo agire
Ci sono elenchi dettagliati dei paesi che sono nella situazione più disastrata non abbiamo che l'imbarazzo della scelta
E perché no per esempio allora tentare di avere dei rapporti tramite gli organismi multilaterali ma se è un intervento immediato straordinaria magari anche bilaterali coi governi interessati
Io sono normalmente poco propizia ai agli accordi bilaterali
Però credo che sia una via comunque che può essere eseguita e si possono trovare altre garanzie
Ecco io credo che era sia armonica strada percorribile perché solo se faremo questo anche tutti i progetti a medio e lungo termine troveranno l'impulso maggiore
Ecco io mi auguro che riusciremo a in brevissimo tempo ad aver coinvolto anche l'opinione pubblica in questo sforzo che in che vogliamo fare o che intendiamo fare
Per non arrivare a delle soli soluzioni caritatevoli
Ma per arrivare a Bra un'iniziativa che dal punto di vista quantitativo e anche dal poi soprattutto e anche dal punto di vista qualitativo Segni una svolta della nostra politica internazionale e ci dice anche quel prestigio politico che ancora non abbiamo in sede internazionale
Che possa convincere opposta a darci il peso politico necessario per convincere altri paesi a muoversi i in questa strada grazie
La ringrazio
Aerei del diciannove settembre mille novecentosettantanove Emma Bonino alla Camera durante il primo dibattito parlamentare sui problemi legati alla fame alla sottosviluppo
La prossima registrazione invece una sintesi di quanto disse durante dibattito l'ex parlamentare radicale Aldo Aiello
Quindi bisogna cambiare i modelli di sviluppo e questo è un problema che riguarda in primo luogo i paesi occidentali Paesi capitalistici ma dico riguarda in primo luogo anche perché facciamo parte di quest'area e quindi questi sono i problemi nostri ma compagni comunisti non ci facciamo illusioni cioè riguarda anche l'altra area del mondo riguarda anche i Paesi socialisti
C'è un doppio imperialismo oggi nel mondo lo stereotipo degli Stati Uniti d'America imperialisti e affamatori del mondo e dell'Unione Sovietica che difende i deboli all'oppresse gli oppressi non è più valido non solo nel mondo occidentale non è più valido neanche
Nei paesi del terzo mondo e i colleghi comunisti che con me hanno visitato questi Paesi specie i Paesi africani sanno bene quali sono i giudizi e gli atteggiamenti
Di insofferenza che notiamo nei Paesi del Terzo Mondo certo è un imperialismo qualitativamente diverso su questo
Non c'è dubbio però è anche questa una forma di imperialismo che utilizza strumenti non dissimili dai tradizionali strumenti neocoloniale l'aiuto che i sovietici danno i Paesi del Terzo Mondo che spesso è un aiuto in armi per i movimenti di liberazione
è un aiuto che qualche volta viene pagato troppo caro cioè accanto a questo aiuto accanto alla scorta azione di questi aiuti c'è
La esportazioni anche di modelli politici culturali ideologici che hanno pochissimo a che vedere con le tradizioni culturali di questi paesi e con i problemi reali di questi Paesi c'è una rigidità ma in questo tipo di intervento sovietico che fate Unione Sovietica un amico un alleato quanto meno ingombrante per quello che riguarda i rapporti con questi Paesi del Terzo mondo e parlo dei paesi che Unione Sovietica intrattengono rapporti di amicizia
è stato fatto l'esempio qui per esempio del Mozambico
Bene Mozambico e dell'Angola
I quali certamente sono dei paesi che hanno scelto la strada del socialismo
Bene in questi Paesi una insofferenza per il rapporto con l'Unione Sovietica i Paesi comunisti si nota palesemente c'è stato un tentativo il compianto compagno netto con il quale più volte ho avuto il piacere di incontrarmi anche con una delegazione Della Internazionale socialista che visitò due anni fa l'Angola
Mostrò un grande interesse per la diversificazione dei rapporti internazionali per cercare di uscire dall'alternativa drammatica fra le due superpotenze di trovare interlocutori per esempio
Nel socialismo europeo per esempio nei paesi europei nell'Europa dalla comunità per esempio degli interlocutori nuovi e diversi con i quale fosse possibile un dialogo meno pressante meno vincolante
Un dialogo non influenzato dalle strategie di grande potenza la confronta azione planetaria fra le due superpotenza
Quindi è un problema che riguarda gli uni e gli altri e devo dire che la responsabilità dell'Unione Sovietica si fa più pesante nel momento in cui i sovietici ai Paesi dell'Est rifiutano di partecipare alla sforzo collettivo per l'aiuto allo sviluppo con la speciosa argomentazione che siccome il sottosviluppo non è stato causato da loro e che il colonialismo non è attribuibile al loro responsabilità non tocca a loro
Di porvi rimedio devo dire che anche questi éscamotage non sono non sono più vendibili nei Paesi del Terzo mondo e che la protesta esiste ed è sempre più massicce più netta nei confronti di questo tipo di atteggiamento che finisce per scaricare Unione Sovietica da responsabilità che come Paese industrializzato e sviluppato deve invece mantenere di cui deve farsi carico certo c'è un atteggiamento analogo se volete da parte degli Stati Uniti e dei paesi occidentali nel non volere abbandonare
I strumenti internazionali che essendo sotto coro controllo finiscono per essere poi strumenti di pressione politica nei confronti dei Paesi che ricevono
L'aiuto allo sviluppo e da parte l'Unione Sovietica di non volere abbandonare una pratica di aiuto bilaterale quindi di non entrare una logica dell'aiuto multilaterale perché ho il doppio laterale controlla maggiormente poi i Paesi che questo aiuto
Riceve bene c'è come dicevo quindi una insofferenza generale a questo tipo di rapporti subordinati a questo tipo di rapporti che finiscono per pesare poi sulle scelte politiche economiche e culturali dei paesi che le dicevano è un atteggiamento sempre più di proposta di un tipo di dialogo e di un tipo di rapporto diverso fra paesi sviluppati i Paesi in via visti tetto sarebbe comodo per i Paesi sviluppati continuare come nel passato però come dicevo tutto questo non è possibile
Al cinquanta settantotto faceva bene a ricordarlo oggi il compagno forte questo è il vero problema
Dal cinquanta al settantotto c'è stato un deterioramento progressivo e continuo e permanente della ragioni di scambio fra i Paesi sviluppati ai Paesi in via di sviluppo
Stato soltanto una fase di due anni tra il settantadue e il settantaquattro in cui sembrava che questo
Questo processo fosse modificata che si andasse in una direzione opposta cioè che ci fosse una miglioramento della Jolie di schianti ma è stato un periodo brevissimo
Che ha fatto esultare i sostenitori del libero mercato quelli che credevano negli aggiustamenti automatici ma che è subito finito e poi ripreso il trend tradizionale cioè c'è stato un aumento continuo dei manufatti
Che ha superato regolarmente l'aumento delle materie prime quindi questo dato di così di di di deterioramento del delle ragioni di scambio che è la vera questione cioè il punto chiave di quello che che forte chiamava il triangolo interne
Bene
In questa situazione l'atteggiamento finora tenuto dei paesi sviluppati è stato un atteggiamento di non collaborazione se volete un giusto una sorta di fatto non lo segue cioè non c'è stata nessuna apertura in questo senso ma un tentativo di stare sempre più arroccati nella difesa
Dei loro interessi dei loro privilegi dalle strutture sulle quali si è fondato finora il dialogo nord-sud per evitare appunto di concedere questi nuovi modelli queste queste nuove ipotesi di cooperazione e di collaborazione che avrebbero dovuto sostituire il vecchio sistema assistenziale
Bene tutto questo ha indotto alcuni paesi paesi forse più più estremisti se volete ma quelle malattie diventano contagiosa ha indotto alcuni Paesi a ritenere che i Paesi industrializzati sentono solo linguaggio dalla forza e non sentono il linguaggio dalla raggio e questo quasi la crisi energetica del mille novecentosettantatré è sembrata essere una conferma di questo tipo di atteggiamento
E questo tipo di atteggiamento rischia di essere estremamente pericoloso perché se dovesse diffondersi questa opinione se la sfiducia che esiste oggi va ne parlava Emma Bonino questa mattina ma come si fa a letto con potrebbe non esserci questa sfiducia quando è evidente
Che ai Paesi industrializzati dalla maggior mi parte dei casi dicono scopertamente di volere mantenere le cose come stanno e quando dicono invece di volerle cambiare nella sostanza assumono un atteggiamento Gattopardo esco ci vogliono che tutto cambi perché tutto resti come quindi non c'è nessuna possibilità di costruire fiducia su questa base bene questo tipo di sfiducia dei paesi in via di sviluppo si dovesse tradurre poi la consapevolezza e la convinzione che realmente non c'è dialogo possibile che bisogna andare allo scontro e allora saremmo veramente in una situazione estremamente grave e pericoloso
Compagno potare lire la Commissione esteri che si è tenuta qualche giorno fa è che io prima ricordavo diceva che non c'è niente di sconvolgente se c'è questo questo atteggiamento di rivolta da parte dei Paesi in via di sviluppo e che anzi dovremmo non doverci ma compiacerci che c'è una rivolta dei paesi in via di sviluppo nei confronti di chi vuole sfruttare
Questo è è sacrosanto
Però non è questo che io intendo dire quando annuncio questo pericolo ma questo pericolo giardini annunciato prima di me ricordo che ne ha parlato la compagnia ma ciò che in Commissione esteri anche lei mi pare che a lei rispondeva Bottarelli con questa notazione non è questa la questione la questione che il giorno in cui ci fosse realmente
Una convinzione diffusa nei Paesi del Terzo Mondo che non è possibile il dialogo e che l'unica via di salvezza e nello scontro verremo la spaccatura nel mondo a metà fra poveri e ricchi tra città e campagna come diceva qualcuno avremmo una spaccatura del mondo
Estremamente grave ed è una spaccatura che cominciamo a vedere con preoccupazione nei fori internazionali nei quali si discute dei problemi del non allineamento
Fra Bandung a Belgrado e la conferenza dell'Avana c'è una bella differenza molta acqua è passata sotto i ponti c'è un tentativo massiccio
Da parte di alcuni dei paesi in via di sviluppo dopo di fare questa scelta di campo di spaccare il mondo il mondo a metà bene noi crediamo che tutto questo sia un pericolo serio che può mettere a repentaglio la pace e la distensione internazionale
E quindi contro questo bisogna battersi e bisogna fare in modo che a questa logica non si arrivi e bisogna fare in modo che si costruisca quella fiducia che è indispensabile a riaprire il dialogo nord-sud e a dargli contenuti che deve avere lo spazio e il respiro che deve avere io sono persuaso come diceva compagno deliberanti che non esiste alternativa credibile alla distensione quindi dobbiamo ricostruire le basi della distensione in maniera solida e in maniera tale da renderla duratura ma il problema è allora
Di quale tipo di distensione vogliamo costruire
Ecco il nodo uno dei nodi della questione
Se vogliamo costruire o mantenere un tipo di distensione
Che in questi anni ha assicurato alla umanità bianca dei Paesi industrializzati e dei Paesi civilizzati tra virgolette Pace e tranquillità ma che ha contemporaneamente assicurato
Al terzo mondo fame miseria e cinquanta milioni di morti Allan vogliamo mantenere in piedi ancora questo tipo di distensione
Che è basato su quello che si chiama il sistema bipolare una specie di grande negoziato diretto fra le due superpotenze fra Stati Uniti e Unione Sovietica sulla testa di tutti gli altri compresi i protagonisti reali delle varie vicende che via via si presentano le grandi potenze che si arrogano il diritto di decidere di tutte le grandi questioni internazionali da sole
In un dialogo riservato è segreto nelle ovattate cancellerie diplomatiche
Vogliamo continuare a mantenere una distensione
Che si è passata su due regole fondamentali il rigoroso mantenimento dello statu quo e il rispetto dei reciproci ruoli nel rispettive zone di influenza o vogliamo costruire una distensione di tipo diverso
Vogliamo costruire o mantenere una distensione statica
Una distensione che è basata sull'equilibrio del terrore o vogliamo cercare di creare una distensione basata sull'equilibrio del consenso
La distensione che sia capace di modificare alcune cose di modificare per esempio le profonde ingiustizie sulle quali lo status quo è basato di stabilire una dinamica una dinamica che possa modificare questi dati c'è una distensione una distensione multipolare una distensione più elastica la distensione che consenta come dicevo di affrontare alcuni problemi e di non considerare immutabile tutto quello che la storia ci ha consegnato
Perché tutto quello che si cambia poco squilibrare può creare scompensi e può creare sconti e può creare pericoli certo non c'è dubbio che nel momento in cui noi passiamo da una distensione statica una distensione più dinamica la distensione
Capace di modificare le cose noi passiamo da un equilibrio alla quindi creiamo anche costituiamo anche una fase squilibrata attraversiamo una fase squilibrata e pericolosa in questa fase dobbiamo muoverci con prudenza e con cautela per non correre più rischi di quelli che sono strettamente necessari ma è questa e questa la questione che abbiamo davanti e d'altronde quella vecchio tipo di coesistenza basata appunto sull'equilibrio bipolare sull'equilibrio statico è una coesistenza che ormai ha fatto il suo tempo è quella che è stata un po'se volete il punto di forza dalla diplomazia Kissinger go cronico
è oggi vediamo che questa distensione è in crisi vediamo che ci sono punti di crisi un po'dappertutto nel mondo che le due superpotenze non riescono più da sole a dominare la situazione che si muovono
Forze nuove compaiono i protagonisti sulla scena internazionale la Cina l'Europa e il terzo mondo questo terzo mondo
Ecco Puppato nel gruppo dei settantasette che ormai sono più di cento
Preme sempre di più per essere protagonista del suo destino bene questi dati ci portano a modificare il nostro atteggiamento per quello che riguarda questo aspetto che la distensione crea lavorare per la costruzione di un nuovo equilibrio internazionali nuove fibre internazionale in cui i problemi reali che sono rimasti sommersi per molto tempo vengano finalmente affrontati in cui tutti i dati della scena internazionale vengano ripresi
In altre forme ripeto questo è un periodo una fase squilibrata una fase pericolosa che dobbiamo cercare di padroneggiare ma che dobbiamo affrontare mantenendo costantemente l'iniziativa politica non facendoci superare dagli eventi e dai fatti e qui ci vuole amici e colleghi qui ci vuole spirito d'iniziativa ci vuole coraggio ci vuole fantasia e ci vuole principalmente la capacità di operare al di fuori dagli schemi tradizionali che si rivelano sempre
Meno capaci
Di corrispondere alle domande all'esigenza che si presentano sulla scena
Ci vuole coraggio e fantasia nel dialogo estremo est per fare prepari lanciare il discorso del disarmo ci vuole coraggio e fantasia nel dialogo resta aperta per sapere che tipo di ruolo per esempio l'Europa intende giocare rispetto agli Stati Uniti d'America se intende continuare a restare la periferia dalla Comunità atlantica
Se l'intende continuare arrestare in qualche modo un'appendice degli Stati Uniti d'America o se intende giocare un ruolo propria autonoma e questo probabilmente la chiave sulla quale si costruisce non si costruisce l'Europa perché un'Europa che fosse la periferia dalla Comunità atlantica non sarebbe attrattiva per nessuno e su questo tipo d'Europa mai saremmo capaci di mobilitare le forze popolari che sono essenziali per dare al disegno europeo uno suo contenuto concreto e farlo uscire
Dalla fantasie dall'utopia
è questa coraggio e fantasia ci serve
Nel dialogo nord-sud che la vera chiave di volta della situazione internazionale di oggi e che rappresenta la nuova grande priorità sulla quale si deve impegnare l'Europa e l'Italia
Non a caso a Manila il tema centrale è stato il tema della interdipendenza delle dei sistemi politici dei sistemi economici
Fra i Paesi del Terzo Mondo i paesi in via di sviluppo e l'Italia è più interessata di tutti gli altri a questo tipo di politica e deve essere il motore nel dialogo nord-sud così come la Germania di branchi è stato il motore del dialogo Est-Ovest
è essendo essa il motore del dialogo Est-Ovest ha consentito di fare per esempio la Conferenza per la cooperazione e la sicurezza in Europa che senza la politica di risoluzione del problema delle frontiere tedesche mai sarebbe potuto si poteva sarebbe potuta fare bene oggi ci vuole un Paese che si metta alla testa del dialogo nord-sud così come la Germania lo è stato nel dialogo e stava e sta in questo ruolo spetta storicamente e culturalmente geograficamente se volete al nostro paese non è un atteggiamento come dicevo prima arbitrario velleità l'Italia è collocata nel mezzo del Mediterraneo una posizione geografica che fa da ponte
Da un mondo all'altro l'Italia è storicamente un Paese che la cui politica estera ha sempre avuto due anime una proiettata verso il Mediterraneo verso il mondo arabo e l'altra verso il continente europeo sembrava quasi che essa fosse condannata da una parte ad essere la periferia dell'Europa si sceglieva l'anima europea o ad essere invece parte di un mondo il mondo arabo balcanico se avesse scelto di stare nell'area mediterranea bene oggi si creano le condizioni per una saldatura di queste due aree per l'aria del Nord all'aria da sud
E l'Italia che è l'anello di congiunzione di questo salto saldatura deve essere il motore di questo dialogo deve spingere questo dialogo più avanti sarebbe singolare che nel momento in cui tutto questa vicenda avviene nel momento in cui si creano le condizioni per sanare questa dicotomia
Della politica estera italiana Italia tre sette alla finestra a guardare altri che vanno da motore di questo discorso ed è quello che sta accadendo oggi oggi attirare il dialogo nord-sud usano i Paesi scandinavi sono gli olandesi
Mentre noi stiamo lì
Fermi ancorati alle posizioni dei Paesi industrializzati più reperibili è quelle spogli sprazzi di Fantasia quei dati che tutto sommato riescono a farci ancora
Ben figurare qualche volta nelle assise internazionali sono frutto dalla buona volontà di funzionari piuttosto che dall'iniziativa di politici che mi corre l'obbligo di fare una lode espressa a questi funzionari
Che da anni si occupa dei problemi
Della cooperazione dei problemi del dialogo nord-sud che nella totale spesso mancanza di indicazioni politiche
Salvo rare eccezioni avremo modo di parlarne sono andati a fare il loro mestiere il loro lavoro con risultati spesso al di là delle più rosee aspettative
Ma i politici in genere sono rimasti sordi a queste questioni considerando la politica di cooperazione i problemi del dialogo nord-sud come problemi marginali rispetto alle grandi questioni della politica estera
Il governo qui o che ci ha parlato con con compiacimento legittimo della risultati della conferenza di Ottawa del camion
Devo dire che di questo gamme nessuno ne sapeva niente finché a un certo punto un gruppo di Patti radicali ha deciso di dire che voleva andare alla conferenza del campo allora
Alcuni politici esperti di problemi internazionali hanno preso e alla fine hanno cercato di studiare di capire che la sto cambia e telefonate frenetiche sono giunte alla Farnesina o in altri ministeri per informarsi per farsi spiegare di che cosa si tratta
Bene se i radicali non si fossero preoccupati di scoprire il cammino prima degli altri
E se non si fossero preoccupati di dire che sarebbero andati a questa Conferenza l'alimentazione mondiale avrebbero fatto
Un loro intervento avrebbero parlato dalla fama del mondo della campagna che intendevano sviluppare contro la fame nel mondo se tutto questo non fosse accaduto il governo italiano come ha sempre fatto
Si sarebbe fatto rappresentare dall'ambasciatore in loco vorrebbe mandato alla conferenza avrebbe ricevuto un dirigente rapporto e nessuno si sarebbe accorto di nulla
C'è voluta questa fantasia radicale che ha scoperto il camion e allora il governo italiano se ne è preoccupato immediatamente un autorevole competente sottosegretario collega Fracanzani è stato messo alla testa di una robusta delegazione il Governo ha dato presente ottava fatto bella figura ha fatto la sua proposta di aumento dell'aiuto pubblico allo sviluppo ed ha portato trionfalmente a casa questi risultati devo dire che tutto questo a una paternità precisa che noi siamo felici di regalare poi al Governo perché stava tenga ma questa paternità e di chi ha inventato questa iniziativa è la proposto e così a Manila Amani lo abbiamo mandato funzionari dirigenti funzionari capaci come sempre che hanno fatto per bene il loro mestiere ma i politici erano latitanti gli la delegazione era diretta dal ministro pedine il quale giustamente stava evitare a parte la campagna elettorale visto che la conferenza di Manila si è conclusa il tre giugno e quindi eravamo sotto elezioni ammanigliati recitato il solito triste copione ai paesi in via di sviluppo hanno avanzato le loro richieste i paesi sviluppati le hanno respinte e i compromessi sono stati rinviati a sedute successive
Si è discusso come al solito del fondo comune per la stabilizzazione dei prezzi delle materie prime anche lì è un tema che ormai in buona parte superato un buona parte
è stato raggiunto un accordo sulle questioni essenziali ma anche su questo non si riesce a chiudere perché la dorama reale quale è che dietro una stabilizzazione dei prezzi delle materie prime sulle quali l'accordo si può raggiungere c'è una questione politica
Momento in cui si costruisce un fondo si mette in piedi uno strumento che potrebbe gestire poi gli aiuti allo sviluppo in forma automatica e non più con il controllo di qualità
Cioè si crea un fondo al quale i flussi
Di Mezzi finanziaria verrebbero apportati in maniera automatica questo fondo poiché richiesti Rebbe improprio che i Paesi in via di sviluppo autogestire però gli aiuti allo sviluppo e Chillida non avrebbe più il controllo e quindi non potrebbe più avere i vantaggi delle pressioni politiche che da questi aiuti
Vengono fuori quindi sul fondo ovviamente l'accordo
Non si raggiunge non si raggiunge sul Codice di trasferimento delle materie prime sull'aumento degli utili finanziari sulle misure speciali per i Paesi più poveri sulla modifica del sistema monetario non ne parliamo neanche e sull'indebitamento il problema rimane aperto come prima
Beh allora colleghi deputati
Non può destare meraviglia il fatto che in questa logica dopo due decenni di Nazioni Unite per lo sviluppo il divario tra Nord e Sud sia aumentata
Che gli aumenti del prodotto nazionale lordo dei paesi in via di sviluppo
Sono stati quasi assorbiti per intero dall'incremento demografico per cui il recapito individuale non è aumentato pressoché di nulla
Che l'indebitamento dei Paesi in via di sviluppo oggi viaggia sui duecento miliardi di dollari e pregiudica in maniera definitiva che non si trova una soluzione a questo problema con una moratoria di qualche tipo che non può consistere soltanto né i venti miliardi che lodevolmente il Governo italiano ha tuonato ai Paesi più poveri se non si trova una soluzione pregiudica definitivamente in maniera irreversibile le possibilità di sviluppo di questi Paesi
Come abbiamo visto un miliardo di persone vivono al di sotto dei bisogni fondamentali cinquecento milioni di persone circa sono sottodimensionate cinquanta milioni muoiono ogni siamo di fronte a un fallimento complessivo di dimensioni enormi è molto cara e non è il fallimento dei singoli programmi bilaterali o multilaterali è il fallimento di un modello di sviluppo complessivo di un modello di cooperazione di un modello di aiuti complessivo che è quello che ha seguito l'ONU in questi anni
Bene colleghi credo che il frutto più amaro del colonialismo e lo rilevava giustamente nella sua relazione il ministro Sarpi
Il frutto più amaro della colonialismo è il fatto di avere importato nei Paesi del Terzo Mondo modelli di sviluppo non ha niente a che fare con la storia le tradizioni la cultura il modo di vivere i sistemi economici di questi paese questi modelli di sviluppo hanno indotto i paesi del terzo mondo investire spese importanti per operazioni di prestigio per eserciti di prestigio
In spese militari e in una industrializzazione abbastanza dissennata un'industrializzazione della quale noi italiani abbiamo le nostre esperienze dirette per essere stati anche voi protagonisti di analoghe vicende nel nostro Mezzogiorno industrializzazione fatta
Di cattedrali nel deserto e lei termini sono sono precisi
Di industrie concentrati magari ad alto sviluppo tecnologico a bassissimo tasso occupazionale concentrate nei centri urbani mentre la grande quantità della popolazione di questi Paesi popolazione rurale
Ha vissuto nelle campagne sopravvissuta è morta nelle campagne di una agricoltura eufemisticamente definita agricoltura di sussistenza
Bene questo modello va cambiato se vogliamo dare un senso alla nostra politica di cooperazione allo sviluppo questo modello va cambiato con tutte le prudenze le cautele necessarie
Ormai da più parti da agenzie internazionali non governative da gruppi di studio
Si va facendo un'analisi sempre più dettagliata e approfondita su quella che si chiama la filosofia dei BasicNet sui dei bisogni fondamentale che da una priorità alla lotta contro la fame la lotta per la salute
Ma la priorità a un nuovo ordine agricolo alimentare mondiale prima dalla costruzione del nuovo ordine economico mondiale come componente essenziale di questo nuovo ordine economico mondiale
E si tratta di una cambiamento profondo di un cambiamento serio
Non basta che la Terra produca cibo per tutti si è detto qualcuno dei colleghi che autorevolmente sono intervenuti io ci ha detto che questa nostra terra abbastanza risorse per noti a tutti quanti è vero me ne avrà ancora fino al completamento fino a quando saremo circa dieci miliardi e non è molto lontano purtroppo questo traguardo perché dai dati che abbiamo nel Duemila saremo circa sette miliardi sono cifre enormi mani così bella terra pare che possa produrre
Gli strumenti dell'alimentazione
Fino al complemento di dieci miliardi senza danni ecologica
E però è necessario che tutto questo avvenga con una certa logica e con un certo equilibrio se necessario che ogni regione raggiunga un suo equilibrio fra produzione e bisogno
E la ragione sono natura politica e di natura economica
La ragione politica e che senza accrescere la produzione agricola
I Paesi che hanno problemi di fame non avranno mai un vero sviluppo questo perché la dipendenza alimentare troppo stringente per non comportare dei rischi politici
Per ragioni economiche che il trasferimento di derrate da Paesi eccedentaria Paesi deficitari spreca investimenti ed energia ed è molto più economico invece produrre in Marocco
Che la crescita di rendimento nell'agricoltura sviluppata esige una crescita più che proporzionale di investimenti
E che il trasferimento dei prodotti comporta spesso trasferimento di modelli di consumo come abbiamo visto e quindi spinge a consumi costosi ed inutili
Quindi questi dati
Dobbiamo tenere presente nel momento in cui ci poniamo il problema di costruire questo nuovo ordine
Che deve essere prima che ordine economico mondiale un nuovo ordine agroalimentare
E per fare questo bisogna dobbiamo rendercene conto Cembrola politico importante bisogna vincere la diffidenza dei Paesi del Terzo Mondo
Perché è normale che ci sia rispetto a questo atteggiamento dei Paesi industrializzati legittimo sospetto che i Paesi industrializzati vogliono imporre dei modelli di sviluppo riduttivi ai Paesi del Terzo Mondo che vogliono risolve i loro problemi
Agricoli ma non quelli industriali non trasferiva le tecnologie quindi che ci sia una sorta di volontà di non venire incontro a questa esigenza poi di raggiungere livelli di sviluppo pari tra i due contraente
E per fare questo bisogna costruire la fiducia
Bisogna dare la sensazione che si sta lavorando sul serio bisogna dare la sensazione che realmente si stanno accantonando
Cifre mezzi finanziari adeguati per dare questo cambiamento della politica dello sviluppo diviene problema rapidamente degli armamenti di cui si è parlato più volte ne ha parlato molto bene
L'onorevole grati frana degli armamenti che un dato essenziale
Non possiamo permetterci gli sprechi che comportano oggi le spese militari affrontare contemporaneamente una tragedia di queste dimensioni è il problema del riassetto dell'economia mondiale ai fini del rilancio la politica di cooperazione e di sviluppo
Noi abbiamo circa una spesa di cinquecento miliardi di dollari all'anno più di un milione di dollari al minuto per armamenti
è il doppio di quanto si spende nel mondo per la salute più di quanto si spende per l'educazione mentre come abbiamo visto un miliardo di persone vive in condizioni di sottolinea infrazione
Le spese militari sono due terzi del prodotto nazionale lordo di tutti i Paesi del Terzo Mondo
Più di quello che l'America latina il doppio di quella dei Paesi africani è venti volte più di venti volte aiuto complessivo pubblico lo sviluppo dei paesi del da e questa è la spesa diciamo in termini finanziari cioè quello che si spende in danaro ma c'è una spesa anche di altra natura uno spreco di altra natura ed è quello che si chiama lo spreco dei talenti
La metà degli scienziati che si occupa di ricerche fisiche nel mondo per esempio sono impegnati nella ricerca militare
Se tutti questi scienziati questi talenti impegnati in questo tipo di ricerche fossero utilizzati invece per scopi di pace per risolvere il problema dalla fame avremmo in pochissimo tempo la possibilità di risolvere questo problema
Quindi non ci possiamo permettere questo spreco e dobbiamo procedere alla riconversione delle spese militari e al disarmo
E in questo io condivido le affermazioni e le proposte fatte da altri colleghi
E però mi pare che tutti quanti siamo d'accordo nel dire che non possiamo attendere che questo evento si verifichi o che costruiamo le condizioni per il disarmo per la riconversione delle spese militari per affrontare questi problemi abbiamo dei problemi da affrontare subito dobbiamo fare un po'una gradualità in questi interventi sono enormi da affrontare subito
è qui che dobbiamo affrontare subito sono quelli relativi alla quantità degli aiuti perché su questi è possibile fare interventi autonomia unilaterale
Certo non possiamo fare molto quello che può fare l'Italia rispetto all'enormità dalla tragedia e poco stamattina Rubino rilevava ma è un dato lapalissiano è chiaro che non tocca a noi di risolvere questo problema ne siamo in condizioni di fare
Però quello che possiamo fare quel poco che possiamo fare dobbiamo farlo subito dobbiamo farla in maniera non tradizionale non burocratico e dobbiamo farlo in maniera sciocca cioè in maniera che sia esemplare compagno lombardi in commissione esteri
Diceva appunto che l'intervento immediato un intervento straordinario aveva un senso se era un intervento esemplare che servisse come punto di riferimento anche per altri Paesi come si mettesse in moto mobilitarsi l'azione anche gli altri paesi ecco perché noi abbiamo chiesto che in aggiunta a questo contributo ordinario dell'uno per cento di cui zero settanta di aiuto pubblico fosse dato anche un altro uno per cento per un intervento straordinario
Altro che filantropia o astensionismo Company non era questa la questione non è questa la questione del bene che sia chiarita una volta per tutte
Non intendiamo questo aiuto straordinario che righe che chiediamo l'uno per cento vedremo quanto il governo disposto a impegnare chiediamo questo aiuto straordinario come supporto di una politica complessiva seguito lo sviluppo che deve essere quella che ho appena tracciato e che e la politica di cambiamento della filosofia dello sviluppo e di aumento dei mezzi dello sviluppo c'è una politica di cooperazione di partnership tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo
Questa deve travolti dall'intervento straordinario
Un intervento straordinario che Sterpa mobilitare di nuovo l'intervento ordinario che serva a mobilitare di nuovo la coscienza della gente degli e Sperti dell'opinione pubblica dei politici per cambiare questi modelli
Di sviluppo cioè per incidere su quello che il la vera questione che il tipo di cooperazione che andiamo a costruire a costruire il tipo di sviluppo che andiamo
A promuovere dev'essere un intervento che rappresenti un po'un colpo di frusta che metta in moto coscienze assopite che scateni un'azione internazionale altro che che stare lì a tornare indietro e tornare alla filantropia all'astensione alla assistenzialismo
Bene che bisogna che tu questo lato ci mettiamo d'accordo bene che lo capiamo bene perché se non è chiaro che continueremo una sterile polemica fra noi specie fra con i compagni comunisti i quali sentano depositari
Della ricerca che è stata fatta finora una ricerca che abbiamo fatto in comune
E non possiamo fare tutto questo non possiamo cambiare i modelli di sviluppo lo possiamo mettere l'Italia alla testa come motore del dialogo nord-sud se ci limitiamo per esempio a gestire più o meno diligentemente la legge sulla cooperazione la legge numero trentotto di cui tanto si è parlato si è detto che i radicali non c'erano né la legge numero nel mettere in piedi una legge numero trentotto c'è un dibattito lunghissimo dietro questa legge
Se ognuno di noi si porta dietro il suo patrimonio quello che ha fatto quello che fa una presenza c'era io rivendico una titolarità in questa legge
Questa titolarità c'è stata nella qualità di socialista come socialista l'ho fatta e come socialista la difendo
Anche se oggi la dislocazione in un gruppo che volendo prefigurare un disegno unitario a sinistra ospita socialisti corrotti da comunisti come ospita rappresentanti di oltre i partiti ovviamente anche e anche qualche rarità
Quindi è un patrimonio che appartiene ormai al gruppo nel suo complesso anche quello che ognuno di noi ha parlato prima che continuerà bene c'è stato un lavoro comune proficuo nel mettere in piedi questa legge io non condivido l'opinione della compagna Castellina nel dire che una cattiva legge è una legge i cui mezzi finanziari sono assolutamente insufficienti ma è una legge che non la sua filosofia generale nella sua impostazione dei principi
La sua proposta di un modello di cooperazione corrisponde alle esigenze ed è il frutto di un lavoro lungo difficile faticoso che si è fatta la commissione tre destinata alla Commissione esteri della Camera la scorsa legislatura in cui ognuno di noi ha portato il suo contributo io personalmente
Rivendico il merito di avere in qualche modo ha portato alcuni emendamenti alla legge come la Camera ce l'aveva mandata al Senato per ridurre almeno questa discrepanza che c'era una testa molto grande un corpo molto piccolo cioè tra le ambizioni
Belle premesse generali e poi gli strumenti che ci sono stati messi dentro una che questa legge dobbiamo riprenderla quanto prima per migliorarlo ancora perché questa legge deve essere uno strumento complessivo della cooperazione coi paesi in via di sviluppo deve consentire di mettere ordine in questa materia che una materia estremamente confusa in cui non si capisce bene quali sono gli aiuti qual è l'ammontare reale di questi aiuti ci sono dei dati assolutamente impressionanti nella relazione annuale che il Governo italiano presenta all'opposto si dice chiaramente si confessa candidamente che l'Italia non è in condizione di dare con esattezza le cifre che l'aiuto allo sviluppo perché il disordine nel Bilancio italiano è tale in questa materia non poter emettere insieme delle cifre che siano credibili e affidabili
Bene questa legge importante questa legge va migliorata questa legge va rifinanziata se va aumentato lo stanziamento questa legge
Deve comportare una ristrutturazione all'interno del ministero degli esteri che le consentiva di costruire degli organi che la facciano funzionare che non possono essere la ripetizione meccanica di una direzione generale che viene a sostituire o viene a a mettersi al posto di questo dipartimento e tale sembrava essere l'orientamento del ministero degli Esteri io ricordo quando fui relatore al Senato
Dal bilancio degli altri ultimo atto della scorsa legislatura fece una notazione su questa questione perché mi trovai davanti un ordine di servizio
Del ministro che proponeva la organizzazione di questo dipartimento nei termini della riproduzione meccanica delle direzioni generali tradizionali bene la logica
Di questa legge era di costruire uno strumento nuovo uno strumento agile uno strumento di intervento che non posso sottoposto ai controlli burocratici tradizionali e perfino che avesse anche con la Corte dei Conti un rapporto meno meno difficile di quello che il rapporto tradizionale all'interno la pubblica amministrazione non è un caso che avremmo delle questioni con le Commissioni competenti chiudono dal Cifarelli
Per approvare questa legge bene bisogna che tutte queste cose non si traducano in concreto non è un caso che per tre anni si è discusso sulla possibilità di fare di affidare la cooperazione allo sviluppo un'agenzia svincolata dall'amministrazione pubblica e che alla fine si è deciso invece di mantenerlo all'interno d'amministrazione pubblica però per evitare che un'agenzia si muovesse in base a criteri a logiche privatistiche però la motivazione che legittimava in qualche misura la proposta dell'agenzia
Era giusta e legittima cioè non si può fare la cooperazione allo sviluppo con organi burocratici appesantiti ed è questa la questione
Generale la questione sulla quale voi oggi
Siamo confrontati per quello che riguarda questa proposta radicale rivoluzionaria di fare una intervento sull'ordine per in piedi un intervento straordinario simbolico emblematico non simbolico in tempo dal vento esemplare volevo dire che un intervento che Foschi sia capace di mobilitare le coscienze di frustare un po'opinione pubblica sopita i politici e tutti gli altri tre un intervento finalizzato a questo obiettivo ma pensate per un momento che cosa potrebbe significare so che è un dato difficile da digerire subito ma rifletteteci un momento
Che cosa potrebbe significare la utilizzazione dire Patria l'esercito disarmati che vanno a fare un'operazione di salvataggio in una zona del terzo mondo in cui a nulla aiuto alimentare immediato diciamo all'invio magari paracadutato di mezzi alimentari di viveri preciso si aggiunge la costruzione di infrastrutture volanti di ponti il genio cioè immaginato un'ipotesi di questo genere è solo un'ipotesi ma immaginate che che elemento rivoluzionario contiene dentro di sé una utilizzazione di questo tipo dire fatti dall'esercito ben più più grossa di quanto è stata questa
Questa operazione salvataggio in Vietnam come valida la Marina Militare cioè l'autorizzazione non è ancora riconversione ma è una riconversione d'uso anche questa l'utilizzazione di di strumenti di morte gli strumenti in genere fortunatamente inutilizzati
Perché utilizzazione invece per ragioni di pace per ragioni di salvataggio di vite umane secondo me sono dati importanti che possono servire a scuotere un po'a uscire dalla logica dei chierici che chiusi nelle stanze io lo sono stato per lungo tempo
Chi è ricco di queste cose chiusi la restante discutono dei problemi de la fama del mondo con cifre asettiche con numerini sommati uno all'altro con proposte di aumento
Della il doppio come una frustata non riescono a smuovere nulla per ricordare io tisana ragione se per dieci anni
Politici pongo tecnici e funzionari molti che hanno discusso di questi problemi hanno poi cercato di parlare di indurre il governo italiano a raggiungere in un tempo breve questa media da io stesso feci un emendamento bocciato al Senato perché nella legge di cooperazione allo sviluppo ci fosse messo questo dato dal raggiungimento dello zero trentadue per cento in due tre anni
E dopo questa iniziativa radicale fuori dalle regole tradizionali fuori dai meccanismi burocratici tradizionali il governo si precipita non solo a mandare sottosegretario Fracanzani
A Ottawa come ho detto prima ma anche ad annunciare che entro tre anni fa uno sforzo per impegnare voterò trentadue per cento ma tra dieci anni compagni comunisti che noi cerchiamo di ottenere questo risultato e non ci riusciamo
E finalmente un'azione mentre addizionale non negli schemi comuni riesce a rompere la logica che ci starà che stava dietro alla noi a Pedrosa guarda al governo il governo si impegna a fare
Questa scelta ci sarà una ragione se questo accade non sarà casuale riflettiamoci un momento se la utilizzazione di questo tipo di strumenti a livello internazionale come strumento di pressione anche l'opinione pubblica internazionale non sia il modo giusto per cercare
Di uscire da questa logica
Di sostanzialmente rinunciataria anche se poi diciamo di volere discutete cosa volevamo studiare più di quello che abbiamo già studiato compagnie mobili stamattina c'ha accusato di Enter festività
Ha detto che si poteva fare con più calma che si poteva approfondire ma cosa volevamo approfondire compagni sono anni che discutiamo di queste cose
Sono anni che per esempio all'interno del palmo
Proprio portata di Bassetti per l'agenzia di cooperazione allo sviluppo abbiamo approfondito questi temi ma che cosa c'era più da approfondire che non da tradurre in azione politica l'iniziativa politica
Le cose che già sappiamo quelli che dobbiamo sapere che quelli che ha non sanno non andranno studiate da perché non si interessa non è questa la questione la questione di vedere come mettiamo in moto dei meccanismi di cui quelli che ci occupiamo conosciamo perfettamente gli strumenti e sappiamo come Stefan quindi l'intervento straordinario che noi chiediamo a questo scopo allo scopo di mobilitare le coscienze allo scopo di mobilita l'opinione pubblica allo scopo di mobilitare
Il potere esecutivo il governo a fare uno sforzo maggiore di quello che si è impegnato a fare che ancora largamente insufficienti
Riteniamo incalzarlo ancora e speriamo che insieme a noi anche le altre forze politiche che credo non la politica di cooperazione che però ed è questa sia la chiave d'Oltralpe è stato un popolo terzo mondo mancavano ancora Chiavari salvezza
Che anche queste forze si schiereranno con Noè combatteranno con noi questa battaglia
Come dicevo prima nel due mila noi saremo sette miliardi di esseri umani su questa terra e il rapporto fra ricchi e poveri e Prata Amati e opulenti sarà modificato mentre oggi che di due terzi e un terzo nel due mila tra di tre quarti e un quarto sarà un qualcosa umanità che potrà vivere in condizioni di benessere e tre quarti che avrà fame e vi assicuro che non c'è nessuna pace nessuna coesistenza nessuna convivenza civile che si potrà costruire su questi dati
Quindi lo slogan di Pannella salviamo il CIE salviamo lì non è uno slogan
Retorico è la fotografia di una situazione drammatica che abbiamo davanti a me
Momento in cui facciamo la lotta per salvare questi diciassette milioni di bambini paesi del terzo mondo non è solo per i bambini Paesi in via di sviluppo che ci battiamo ma anche per i nostri bambini anche per la prima liquidi ai quali dobbiamo lasciare un mondo vivibile e non un mondo in cui si presuppone un'intrinseca e si prepara uno scontro planetario uno scontro biblico
Io credo che una civiltà che sia insensibile a questi dati a questi problemi che non è capace di affrontarli e risolverli concretamente seriamente Simone ma civiltà chiede stimata per i grazie
Grazie
Era il diciannove settembre mille novecentosettantanove
E con questo intervento dell'ex parlamentare radicale Aldo Ajello
Pronunciato durante il primo dibattito parlamentare imposto dai radicali sui temi della fame nel mondo termina qui odierno programma realizzato con documenti d'archivio in precedenza avete riascoltato quanto disse durante quella discussione Emma Bonino