"Cooperazione sviluppo: nuove frontiere per l'impegno italiano"

Resta
Invitarla
Sì
Ricorre pudore
Allora
Un ringraziamento
Alle persone presenti questa sera in particolare alle molte autorità parlamentare
Rappresentanti istituti gemelli delli palmo
Come loro sanno la ragione dell'incontro vista la sera
Era quello di commentare a
Qualche tempo dalla pubblicazione degli atti della seconda conferenza sulla operazione allo sviluppo
Le emergenze i contenuti
Rivisti a qualche distanza e aprendo di un dibattito che aveva
Segnato non soltanto tutto il mondo degli operatori
Della cooperazione ma anche ricordo loro con una certa sorpresa degli stessi organizzatori
Un mondo più vasto che cominciava allora accogliere il rilievo del tema che era stato proposto a Roma alla sensibilità nazionale
Noi avevamo
Predisposto anche per recuperare per espresso desiderio del ministro
Un impedimento che aveva reso impossibile la presenza del ministro Andreotti alla seconda conferenza non avevamo predisposto la conferenza di contro di stasera centrato su l'ascolto del nostro ministro degli esteri il quale avrebbe voluto commentare a distanza e nell'occasione della pubblicazione celebrazione la pubblicazione degli atti l'avvenimento alla quale alludevo poco fa
Purtroppo
Un'idea impedimento nato attivamente all'ultimo momento e di rilevanza inoppugnabile e cioè la convocazione del Consiglio dei ministri
Alle cinque di di stasera ha reso impossibile abbiamo sperato fino all'ultimo che ci potesse essere qualche conciliazione di organizzazione del tempo ma abbiamo avuto notizia che sarà impossibile che l'onorevole Andreotti partecipi stasera a questo nostro incontro
Dico senza alcuna
Ombra che la cosa ci dispiace immagino che dispiaccia a tutti e lo dico anche se a sostituirlo stasera per la disponibilità a sua l'interessamento del ministro abbiamo la persona più qualificato a farlo rintracciato il mandato
Una collaborazione importante in sede di conferenza e cioè l'onorevole Raffaele il sottosegretario agli Esteri
Seriamente puntualmente impegnato su questi temi non soltanto nelle occasioni di riflessione ma anche nelle occasioni di azione
Attraverso l'azione di un tour ma nella sua veste di sottosegretario intorno a questa tematica
Quindi io son sicuro che stasera raccoglieremo le opinioni diciamo del ministro del ministero
Che riassumono le riflessioni a distanza che appunto sono l'oggetto nel breve dibattito ti stasera
Un breve dibattito che tocca a me
Introdurre
Cosa che faccio Volontir ieri ricordando con una una prima osservazione e cioè
Quanto la cooperazione abbia fatto breccia
In questi ultimi anni nella sensibilità della società italiana
E questo dobbiamo dirlo anche se le strade attraverso le quali la sensibilizzazione avvenuta sono state qualche volta scuri nel senso che
Abbiamo dapprima visto evocare la problematica reale del riequilibrio nord-sud poi abbiamo visto la
Evocata alla problematica dell'emergenza e dell'assistenza
Devo dire che in questo nostro Paese che è sempre sensibile alle mozioni sentimentali ma che poi ha una capacità di realismo e di razionalizzazione che va di gran lunga al di là delle apparenze
Si direbbe che le gli stimoli si stanno componendo e che emerge e diventa sempre più profondo la più profonda la consapevolezza della rilevanza di questo tema come un tema sulla quale sul quale il paese si sta misurando in questa sua primavera di presenza
Nella scena internazionale nella quale chiaramente sembriamo vivere direi che dopo tanto tempo è innegabile che da mille segni il Paese sta prendendo una consapevolezza della propria forza del proprio ruolo e comincia a responsabilizzarsi
Nei riguardi dei rapporti con le altre nascono nel concerto delle nazioni sui grandi temi del pianeta
Senza alcun dubbio
A questa esperienza ha contribuito il lavoro
Che
E mi fa piacere dirlo il ministero degli esteri la Farnesina ha fatto in questi ultimi tempi ma direi venendo da lontano perché la fondamentale conclusione della seconda conferenza
Cioè la presa di coscienza che la cooperazione è un link un modo moderno stavo per dire un linguaggio moderno acquisito dalla politica estera di un paese di una potenza media come la nostra dicevo l'acquisizione
Di questa consapevolezza che la politica estera
Di un paese come l'Italia do un può nona vere nel capitolo cooperazione uno strumento interno alla logica di una vera politica estera
Oggi una potenza media come la nostra certamente può fare un lavoro di relazioni diplomatiche ancora compiti rilevanti di mediazione nelle sedi tradizionale del del gioco diplomatico ma non può non affrontare il problema dei rapporti con certe parti del mondo
In termini che forse sono stupisce constatarlo il modo moderno di sostituire altri approcci da quello
Delle missione di Potenza a quello degli impegni colonizzatori
Per un Paese come il nostro sarebbe interessante anche riflettere su certi impegni missionari
Questo dicevo è certamente un merito non da poco del Ministero degli esteri appunto ci fa piacere che stasera ce lo possa ricordare l'espressione politica dello stesso mi piace però qui dare atto come il palmo
Ancora una volta a al Dipartimento i suoi dirigenti della fertilità anche culturale che negli ultimi tempi assunto la collaborazione con la nostra diplomazia
Noi come voi sapete siamo un istituto di studio e di riflessione politica tra le forze politiche forse in un passato ancora recente guardavamo con una certa
Diffidenza forse non è la parola giusta ma diciamo in incertezza la capacità di risposta del diplomazia tradizionali alle tematiche nuove che le forze politiche
Canalizzato anche quelle dell'opposizione cala che analizzavano nel dibattito della politica estera
Ricordiamo tutti l'epoca in cui in fondo i dibattiti culturale copre politici attorno al lavoro della nostra diplomazia si svolgevano delle atmosfere un po'rarefatte di istituti ispirati al professionali ISMU più puro constatiamo con piacere che negli ultimi anni anche questo aspetto di crescita della base democratica del Paese è avvenuto
E io credo che la capacità del ministero e dei suoi dei suoi operatori di recepire la novità dei temi che l'evoluzione del mondo poneva loro
E anche la novità della approccio e dei soggetti che all'interno del Paese chiedevano di essere interessati mi sembra un riconoscimento importante
E questo proprio nel momento in cui il riordino della trentotto e della settantatré obbliga a un giudizio critico non soltanto sulle responsabilità politiche della nostra politica estera ma anche sulle responsabilità per così dire amministrative
Della nostra diplomazia
Credo che anche a distanza in fondo agli atti confermi no che il giudizio deve essere positivo in questo nostro Paese dove molto spesso necessitati autocritiche
Predominano mi pare una considerazione non di poco conto e dei fatti c'è un passaggio c'è una parte del volume sul quale io vorrei richiamare l'attenzione che un novum assoluto
Nella storia dei rapporti fra pubblico opinione e attività amministrativa ed è il rendiconto analitico
Nella sala conferenza poco considerato ma negli atti evidentissimo il rendiconto ancora se vogliamo formale su come i i soldi stanziati erano fino alla data della conferenza stati spesi
E di oggi il locuste operavamo del direttivo il rapporto della commissione esteri della Camera
Del sopralluogo su alcune aree di intervento dalla quale è emerso rappresentanti dell'opposizione della maggioranza
La costatazione che anche osservando tutto ciò sul campo quindi al di là dell'evidenza cartaccia le cose infatti testimoniando che la cooperazione italiana
Rappresenta oggi un punto avanzato dell'esperienza internazionale e ce lo diceva proprio Bonalumi che è stato il presidente di questa Commissione e lo confermava San Lorenzo
Vicepresidente di parte politica ovviamente diversa che e in fondo è stato per la commissione un momento di soddisfazione constatare che riprese
A si presenta con dei biglietti da visita di primo ordine di grande efficienza e di grande efficacia soprattutto laddove il nostro intervento è stato un intervento di aiuto in cui le operazioni della settantatré della trentotto
Si sono malgrado tutte le apparenze sostanzialmente integrante quindi credo che questo sia un aspetto da sottolineare e io ho voluto farlo in questa sede
Perché mi sembra uno dei conventi fattibili a distanza rispetto a quello che era emerso nella cooperazione
Certo noi ci rendiamo perfettamente conto leggendo gli atti si vede che le strutture della cooperazione sono ancora fortemente migliorabile
Voi ricordate che durante il dibattito
Non si erano fatte soltanto delle considerazioni di carattere generale da cui emergevano riflessioni tipo quelle che ho appena accennato ma si erano fatte anche tutta una serie di commenti
Operativi critici operativi credo che la rilettura del testo conferma un'impressione che alcuni di noi avevano avuto nella fase di chiusura della conferenza cioè che la Conferenza aveva un po'abbandonato duttilità del lavoro preparatorio che lei parlò aveva coordinato con la cooperazione di molti Esperti di cui vedo qui divisi diciamo a testimonianza della permanenza dell'impegno non avevamo fatto tutto un lavoro preparatorio analitico in cui erano emersi anche una serie di considerazioni di settore
Durante la conferenza era prevalso invece il dibattito sulla tematica politica
Ebbene io credo che gli atti consentono di ricco sperare quel lavoro preconferma Enza e quindi è un accenno a una riflessione anche su quello soprattutto da parte delle persone impegnate mi sembra interessante
Perché è un modo per consentirci di fritti operare il dibattito di carattere politico che ha avuto i suoi sviluppi con il dibattito di carattere tecnico che anch'esso nel momento in cui modifichiamo la normativa va analizzato criticamente
Noi siamo convinti che
E tutta la tematica dei rapporti tra Paesi sviluppati e resto del mondo che in questo momento è sotto
Io credo e questa è la linea sulla quale proprio in questi giorni di palmo spento ottanta impostando una suo ideale terza fase dopo il tema della decolonizzazione
Dopo il tema del nuovo ordine internazionale economico
Ed è il riequilibrio
In cui la tematica posta dai Paesi cosiddetti in via di sviluppo sottosviluppati come crudamente si chiamavano anni fa
Era stata quella di come diventare uguali e da parte dei Paesi avanzati si era vissuto con qualche Complesso anche se con qualche scetticismo e con qualche cinismo
Lo sforzo avvolti porchetta di un impegno a far sì che questa uguaglianza venisse raggiunta
Oggi la gente riflette invece sul senso della permanente diversità all'interno del mondo di Paesi diversi
E del modo di garantire la pace nella difesa di questa diversità che è la cultura del pluralismo ormai apertamente riconosce spesso essere in sé un valore cioè l'euro centrismo ci aveva portati a credere che niente potesse essere meglio che offrire al mondo di diventare come noi
La realtà ma anche la riflessione ci dicono che questo non solo è velleitario in via sul nel piano del reale
Ma forse anche sbagliato sul piano dell'idea
Questa è una grande lezione di umiltà potenziale per tutti
Per noi che dobbiamo riconoscere che non è soltanto il nostro modello il modello di crescita e di valori
Per loro se così vogliamo dire che sono chiamati a riconoscere che l'aspirazione a un'uniformità hanno messo necessariamente l'aspirazione all'eguaglianza alla giustizia perché ci può essere un'eguaglianza sostanziale nella diversità
Di modi che altrettanto rilevante beh io credo che e su questa linea che saremo chiamati a riflettere io non so se ci sarà una terza conferenza
Nazionale sulla cooperazione certamente non so se questa terza conferenza verrà assegnata per la sua preparazione Alitalia nuove dalle stesse persone anzi auguro loro che così non sia
Però credo che diciamo un ideale scansione di questo terzo periodo ci sarà
Sarà interessante allora vedere se realmente questa terza fase sarà stata una fase diversa ma produttiva dei risultati
Più soddisfacenti di quelli che come mondo avanzato e come Italia possiamo ormai dirlo senza senza esitazioni abbiamo realizzato in questo ultimo decennio corrente
Certamente
Non siamo riusciti a realizzare gli obiettivi che ci si poneva vent'anni fa questo è un dato che dobbiamo prostrata dobbiamo aggiustare
I mezzi certamente e su questi abbiamo riflettuto ma dobbiamo aggiustare
Per quanto riguarda l'uso della cooperazione come strumento di politica estera credo che la consapevolezza sia cresciuta certamente lo sentiremo dalle parole del rappresentante politico
Per quanto riguarda invece la partecipazione a un grande obiettivo planetario
Possiamo notare che i primi segni di riflessione critica ci sono sono venuti anche dall'ultimo congresso del PCUS credo che un un un una cosa da sottolineare e il riconoscimento in una sede così
Così difficile e tradizionalmente così propagandistica della impossibilità anche dei grandi
Di credere nella possibilità di risolvere i problemi del mondo all'interno del problema est-ovest
Però dobbiamo farlo vivere e dibattere anche nel nostro paese perché se è vero che l'ordine mondiale ci sarà solo se riusciremo a farvi partecipare se non tutti almeno la maggioranza dei Paesi è chiaro che l'Italia non può più nascondersi dietro il dito della sua natura di potenza non tra le prime due o tre ma deve riconoscere che ha una responsabilità precisa e che la sua classe dirigente chiamata a riflettere sul contenuto di questa responsabilità e sui modi della sua strumentazione
Grazie a questo punto io darei subito la parola a al sottosegretario Raffaele che assolverà
Compito che era previsto ministro Andreotti dopodiché svilupperemo quei brevi commenti che sono previsti nel nel programma tutti d'Europa grazie tre
Io voglio innanzitutto ringraziare a nome del ministro ringraziare due volte vista questa assenza che dispiace anche il ministro che ha dovuto registrare ringraziare il palmo non solo per aver curato la pubblicazione degli atti della conferenza non solo per aver organizzato la Conferenza stessa ma anche direi per il contributo che il palmo da in maniera costante alla definizione di queste tematiche inerenti alla politica dell'aiuto e dello sviluppo
Da parte mia sarò molto breve e non solo perché ho appreso all'ultimo momento questa necessità di sostituire il ministro ma soprattutto perché come ricorda la presidente Bassetti ho avuto modo di intervenire direttamente alla conferenza degli palmo
E il tempo che è trascorso dalla conferenza ad oggi e di fatti che si sono registrati e quelli che non si sono registrati
Non sono stati certamente tali da farmi cambiare opinione rispetto alle cose che ho detto allora e quindi se volessi fare un intervento organico dovrei largamente ripetermi cosa che non è mai piacevole per chi lo fa né per chi ci ascolta
Quindi mi limito a sottolineare quelli che mi sembrano i punti fondamentali
Emersi dalla conferenza e che si ritrovano negli atti che oggi felicemente trovano loro ufficializzazione tentando anche per quanto riguarda me di fare il punto sulle tendenze che sono emerse devono essere rafforzate a mio avviso rispetto ai nodi che in quella conferenza sono stati affrontati
Va da sé ma non è rituale sostenere che questi atti sono uno strumento importante del resto alla Conferenza stessa molti di noi avevano sottolineato come il carattere di importanza di essa derivasse dal fatto che si collocava in un arco temporale sufficientemente ampio dopo l'inizio di una politica di cooperazione del nostro Paese
E quindi in grado di fare un primo bilancio non più su tesi astratte ma anche su una gran parte di esperienza concreta e dall'altra di collocarsi
All'indomani della prova sono era settantatré e quindi di un dibattito ricordiamo tutti essere stato ampio polemico qualche volta anche aspro
La seconda cosa che emerge immediatamente dando anche una rapida scorsa questi atti è la vastità dell'impegno delle forze politiche delle soggettività politiche culturali sociali imprenditoriali sindacali di volontariato laico cattolico importante non solo per la ricchezza degli atti ma anche perché secondo me testimoniano quella che è forse la realtà più positiva
Della cooperazione italiana e cioè che essa nel corso di questi anni è diventata sempre più non un fatto per pochi addetti ai lavori ma sempre più un fatto sociale un fatto cioè capace di coinvolgere appunto la legge più ampia
E di conseguenza il problema che forse abbiamo oggi non è tanto quello di suscitare un dibattito intorno a questi temi ma quello semmai di andare a forme organizzative legislative che siano realmente in grado di dare uno spazio di azione concreta a queste energie che si affacciano a questa politica di cooperazione e che a volte invece per le carenze o legislativo strutturali non riusciamo a sfruttare e da utilizzare fino fino in fondo
Quali sono le
Di indicazioni precise che a mio avviso escono dalla dagli atti della conferenza beh in primo luogo secondo me la necessità di accrescere questo impegno che non è un'indicazione da poco perché come sapete la tendenza generalizzata in questi anni negli altri paesi è stata quella di diminuire le risorse dedicate alla cooperazione non solo ma noi stessi in Italia di un problema di questo tipo
Perché è noto che l'entrata in vigore la settantatré ha portato solo parzialmente ad un aumento di fondi ma in parte una sottrazione di fondi precedentemente allocati e perché è difficile andare contro appunto delle tendenze che sono abbastanza consolidata
Mentre invece io credo che proprio quella tipo di adesione spontanea che c'è in tutte le forze vive del Paese possa e debba essere il presupposto per una battaglia che sia tale anche da non farci tornare indietro in questa importante eccezione che abbiamo rappresentato nel corso di questi anni quindi valutazione dell'importanza di questo ruolo e necessità di accrescere l'impegno sia quantitativo che qualitativo
La seconda indicazione che mi pare fondamentale quella che del resto veniva ricordata poc'anzi e cioè la consapevolezza ormai generalizzata che la cooperazione è parte integralmente della politica estera del Paese io direi che la politica è diventata deve diventare una politica in senso più generale e più nobile del termine
Certo politica estrema primo luogo certo politica estera di pace
Perché io credo che se molte cose sono discusse e discutibili nell'impatto immediato che la nostra cooperazione ha avuto anche se in questo senso ha fatto piacere anche a me avere la notizia dei risultati
Della indagine per così dire già nostra Commissione esteri in Somalia Etiopia perché questo conferma una cosa che molte volte abbiamo detto che forse spesso pecchiamo di per criticismo che spesso dimentichiamo che esistono anche problemi oggettivi che non sono errori soggettivi
E spesso dimentichiamo che accanto le cose negative che pure esistono esistono molte cose buone
E quindi il fatto che la commissione su insieme abbia verificato questo è importante ecco ma se su questo terreno possono esistere delle discussioni devono esistere per migliorare efficienza dei nostri interventi
Credo non possa e non debba esistere dubbio alcuno che la caratteristica della componente politica di questi interventi è stata una politica di pace
Questo rintracciabili in maniera precisa nelle grandi aree dove la nostra cooperazione
Per esempio in Africa zona che seguì io si espresse
Lo è stato nel Corno d'Africa al di là delle polemiche si possono inventare lo estate lo è in Africa australe laddove sostegno ai Paesi Daniel fronte è un sostegno che tenta anche di creare occasioni di dialogo comunque tenta di mantenere questi Paesi la capacità di reggere un ruolo difficile Noè nel Sahel dove evidentemente il problema della fame sussistono anche problemi di natura politica e lo è in Paesi più grandi cito l'Egitto dove una decisione italiana di continuare aumentare una politica di cooperazione a la motivazione direi anche qui squisitamente politica nel sostegno ad un Paese che svolge un ruolo fondamentale per avviare
Un rafforzare un dialogo in un'area così delicata e importante come quella mediterranea e mediorientale
Anche questa credo emerga senza più possibilità di discussione
Ma direi che c'è una terza indicazione fondamentale chianche era echeggiata in molti interventi nella conferenza e cioè quella di dover ritenere chiuso un dibattito teorico che per anni ha dissanguato le risorse dei re reali o a volte presunte e delle forze che su questo terreno ci sono misurate
E considerarlo chiuso perché alcuni punti sono ormai fermi il problema di una cooperazione che sia indirizzata su un uomo come momento centrale che punti quindi al soddisfacimento dei bisogni essenziali non solo non tanto come fatto umanitario per il cattivo ma come elemento reale di sviluppo in questi Paesi
Il fatto di considerare l'interlocutore con pari dignità e quindi di avviare un dialogo sulle politiche di cooperazione e non un atto unilaterale tutto questo credo che ormai faccia parte sia in qualche modo così santificato nella pubblicazione di questi atti perché registra la convergenza di tutte le forze più importanti e quindi possiamo considerarlo atto politico
Sul quale costruire poi il il futuro
E allora resta resta il problema di fondo e cioè quello di tradurre queste concezioni culturali e politiche ormai consolidata l'esperienza tradurle in fatti operativi affinare gli strumenti modificare le leggi e qui c'è il grande tema della riforma
La riforma non solo tra trentotto la riforma degli strumenti della cooperazione italiana
E quindi che tipo di riforma
Anche qui rapidissime osservazioni io riconfermo quanto dissi in occasione della Conferenza perché credo che l'esperienza di nei successivi abbia dimostrato la validità di questo assunto credo cioè che possiamo arrivare in chiaro sul nodo teorico riguardante il rapporto fra sviluppo ed emergenza nel senso che esperienza consolidata abbia dimostrato che è inscindibile
Il momento dell'intervento di emergenza se con ciò si intende non l'intervento sulla singola calamità
Ma l'intervento sulle cause delle situazioni di maggior sottosviluppo con l'intervento di sviluppo in senso più ampio il che non significa che siano due momenti analoghi significa che ci deve essere un'intima connessione fra questi cui tipi di intervento
Intima connessione che però è il contrario della separazione tra separazione totale e allora questa credo sia un indicazione fondamentale per il tipo di riforma che dobbiamo andare a fare nel senso che io credo che si siano due errori che devono essere evitati nell'affrontare la riforma uno quello di lasciare le cose come sono e quindi di non fare la riforma che sarebbe un errore evidente mente più bravi
Il secondo quello di far finta che niente sia successo
E quindi di riportare il tutto nella trentotto
Lasciando le cose però come solo cioè magari con aggiustamenti marginali ma non approfittando di questa occasione fondamentale che secondo me è quella invece di ridurre ad unità ma sulla base dell'esperienza maturata e delle cose buone e la trentotto la settantatré rispettivamente hanno dato dimostrato e sono molte
Per arrivare a dotare il nostro Paese di uno strumento finalmente in grado di affrontare adeguatamente i problemi dello sviluppo e te l'aiuto allo sviluppo
Questo come può essere fatto
Può essere fatto secondo me se questa correlazione
Fra intervento ordinario o di sviluppo e intervento di emergenza secondo me meglio definito con intervento straordinario straordinario per aree dove si colloca straordinario per procedure per strumenti per impatto
Per tipo di settore d'intervento se questa questo rapporto lo risolviamo in una struttura rinnovata che non sia divisa dal punto di vista concettuale che non sia divisa dal punto di vista della guida politica
Ma che abbia una diversità di procedure d'intervento diverse le une dalle altre
Una diversità per appunto settori nei quali si va a collocare un intervento ma nell'ambito di questa logica unitaria che io credo che questo sia possibile anzi sia la soluzione positiva
Perché è importante mantenere questo discorso intervento straordinario le voglio fare un solo esempio
Per anni noi abbiamo detto che è fondamentale non avere un approccio con questi Paesi basato sulla
Sull'intervento sul sullo sviluppo portato dall'esterno sullo sviluppo concentrato sull'industria ma che è fondamentale e l'autosufficienza alimentare per esempio
Beh io credo che anche i Paesi non sono molti dove attraverso il dialogo politico questa prevalenza è stata assicurata almeno i programmi o anche magari con interventi non si è risolto un secondo problema
Cioè quello di che tipo di sviluppo agricolo
E sappiamo che molto spesso non per colpa della cooperazione del paese che da ma molto spesso anche per il tipo di rapporto che si ha con il governo il rapporto che i governi di Paesi beneficiari hanno con loro realtà
Poi passa allo sviluppo agricolo che uno sviluppo anch'con una volta dipendenza dall'esterno perché puntano meccanizzazione quindi ad una subalternità a regole che si giocano fuori perché coinvolge poco le popolazioni interessate e perché è basato più sulla necessità delle città che pesa in termini politici all'interno di questi regimi e meno sulla necessità invece di chi dire essere attore di uno sviluppo di autosufficienza alimentare
Beh io credo che un concetto correttamente inteso correttamente regolato dell'intervento straordinario potrebbe rappresentare un grosso contributo per far decollare in questi Paesi
Uno sviluppo agricolo invece risponde a questa logica e quindi essere molto più correlabile con interventi di lungo periodo
Cosa che non accade se invece si concepisce l'intervento straordinario come una di duplicazione con strumenti diversi magari più rapidi dell'intervento ordinario
Quindi diversificazione con momenti di unità momento di unità politico momento di unità elaborazione culturale momento di unità il momento tecnico
Al quale va data una soluzione ben preciso uno status che consenta di mettere anche i nostri strumenti anche sotto il profilo della marginalità managerialità
E delle
Conoscenze tecniche in grado di reggere la la sfida
L'ultima cosa che voglio dire è questa
Io credo che solo affrontando la riforma in questo modo e con questo spirito cioè di ricondurre ad unità la nostra politica con queste però precise diversificazioni sia possibile anche alzare il tiro sulla politica di cooperazione che l'altra cosa essenziale lo ricordava prima giustamente Bassetti
Questa consapevolezza a livello internazionale dell'esiguità degli strumenti delle risorse degli approcci finora utilizzati dalla comunità avanzata è una consapevolezza che deve trovare delle risposte non è pensabile che sia semplicemente quello che in gergo teatrale si chiama il tormentone per cui ogni volta che ci si trova
Si ripetono queste cose
Non c'è dubbio che responsabilità delle forze politiche riuscire a dare delle risposte e allora significa che oltre al discorso la riforma intesa come modificazione degli strumenti del ministero degli esteri va affrontato il problema dell'indebitamento va affrontato il problema di strumenti sussidiari
Che non sono la cooperazione in senso stretto ma che pure esistono penso esenti con quello svedese e norvegese
Dove esistono istituti che si occupano presenti in maniera precisa di quella fascia grigia che non è né cooperazione allo sviluppo in senso stretto né business semplice perché i Paesi interlocutori non sono né i Paesi più poveri ne sono i Paesi con cui si possa fare il bis è semplice e quindi strumenti che si che dedichino a questo problema e sciogliendo quel nodo che troppe volte ci troviamo davanti quando facciamo questa commistione nella cooperazione tradizionale penso strumenti che esistono per il sostegno dell'importazione dei paesi in via di sviluppo
Che altro tema molto importante penso ad una nuova disciplina dell'invio dei tecnici italiani non più legati solo dei progetti ma in un rapporto diverso un accordo quadro con i Paesi beneficiari
Penso cioè a tutta una serie di iniziative che vadano lo stesso segno cioè fare sempre di più
Della cooperazione una politica in senso ampio su questo credo che la consapevolezza ci sia ormai come dicevo come emerge da questa conferenza in tutte le forze credo che il problema sia tradurre questa consapevolezza in atti concreti da questo punto di vista è fondamentale per esempio quanto ci andrà a fare prossimamente nella Commissione esteri della Camera dopo il dibattito ormai l'hanno da tempo
Il governo scelto forse sbagliando a suo tempo di non intervenire con un proprio testo ma di lasciare che le forze politiche liberamente si confrontassero credo che adesso arrivato il punto è questo confronto arrivi ha dei momenti precisi e questo credo sia miglioro Bourdieu col quale salutare questi atti della conferenza grazie
Credo qualche posto ancora c'è davanti se qualcuno
Di loro ma perse
E tra l'altro colgo l'occasione per ringraziare l'associazione bancaria italiana che ci ha messo a disposizione un sarà la prestigiosa
Verifichiamo era necessario rispetto alla somma diritta la parola adesso all'onorevole fino a San Lorenzo protagonisti mentre della camorra
Sull'invito c'è scritto nuove frontiere per l'impegno dell'Italia io credo che ci siano parecchie novità
Di cui dobbiamo prendere ha fatto rispetto al momento in cui facemmo la conferenza
Per la cooperazione allo sviluppo
Ci sono novità ingegnere positive ma che modifica un assai quattro che avevamo sotto gli occhi quando abbiamo aperti anche quando abbiamo concluso la conferenza la prima novità
è sicuramente la caduta del dollaro che notifica dallo scenario economico internazionale
Ci sono davvero credo in generale delle conseguenze positive da questo fatto ma non dobbiamo nasconderci che ci sono anche di fenomeni contraddittori per esempio i Paesi arabi che non erano male Marco
Come dire un fattore secondario nella politica di cooperazione saranno probabilmente indotti ha ridurre i loro stanziamenti per la politica di cooperazione
Ci sono fenomeni contraddittori per quanto riguarda i prezzi delle materie prime beh ed esportazioni
Comunque lo scenario è diverso parlammo di rottura storica dell'equilibrio mondiale quando nel settantatré il dollaro il il petrolio
Salì adesso dobbiamo avvertire che la situazione può essere congiunturale mappali momento incide modifica il quadro
Seconda questione nuova almeno per come si pone era questioni debitamente sono del tutto d'accordo con l'osservazione che ha fatto il sottosegretario Raffaelli
Ma anche per le proposte che sono state venute via via avanzando su scala internazionale c'è stata la proposta del presidente Garcia c'è stata la proposta del presidente Castano
C'è stato il piano Becker
Ci sono le proposte in Italia il dibattito che in Italia si è sviluppata una proposta di baffi con le convergenze persino già realizzate si fa alcune forze politiche circa la riduzione del dei debiti verso il alcuni paesi in via di sviluppo come una delle forme per impostare nuove frontiere della cooperazione che vadano al di là del stesse nostre leggi siano inserite in un contesto di politica internazionale
Qui c'è un elemento positivo ancora c'è la prospettiva una conferenza mondiale monetaria che anche soltanto un anno fa era impensate
Non è detto che si farà ma si parla la prospettiva è quella un anno fa nessuno poteva dirmelo avanzata con la proposta di questo genere
Quindi
C'è questo e cioè il fatto che c'è stato l'incontro di Ginevra eh sionismo pensare che l'incontro di Ginevra
Riguarda soltanto la questione dei missili e non apre delle possibilità
Speranze perché noi lavoriamo speranze diventino realtà anche nei rapporti internazionali anche nella cooperazione economica internazionale e Peppe sarebbe certamente riduttivo il nostro atteggiamento lo dobbiamo anzi vedere questo scenario per vedere cosa dobbiamo fare per favorire tutto questo un piccolo fatto se volete
C'è stato un riunioni di uomini d'affari del mondo occidentale per aderisco per per la cooperazione economica nazionale rivolto ad una storia mi ha partecipato un alto esponente del governo sovietico
Sapete quanto poco
Si sia di cooperazione economica internazionale fra i feriti due i due colossi l'atteggiamento dei procedimenti che è sempre stata sono affari vostri dipende dal nostro colonialismo e degli affetti che avete fatto io cioè gli affari miei questo è stato
Ecco anche qui Soncin sono sintomi sono respirare che si aprono dobbiamo radio presente perché possono modificare enormemente quattro per la cooperazione economica internazionale e d'altra parte i problemi della cooperazione economica internazionale hanno tali dimensioni
Che noi dobbiamo avere l'ovocita di pensare che non che che alla Mostra settantatré la nostra trentotto ai nostri tre mila cinquecento miliardi ebbe etico ecco ciò una cosa sono un contributo alla soluzione evidentemente dei problemi dalla cooperazione economica tradizionale dobbiamo sempre avere coscienza che tutto dipende molto di te tutto dipende da la modificazione del quadro anche internazionale che però è il movimento
La terza novità
Questa è già più relativa all'azione dell'Italia abbiamo potuto constatare in questa viaggio che abbiamo fatto da cui siamo reduci con veloci di prima
In Etiopia insomma e il Sudan bilancio ancora da fare di questo viaggio siano corretti dare per scontato quello che deve essere ancora fatto dobbiamo credo convocarlo atrocemente farà una relazione accurata Veterans presenti tutti eccetera eccetera eccetera
Ma io ho potuto constatare questo intanto che il peso della eventuale eliminazione delle guerre locali laddove le facciamo cooperazione avrebbero
Una un impatto straordinario per esaltare anche i singoli atti della nostra cooperazione economica cui
Capite che se per caso questo incontro di Gibuti che naturalmente non ci siamo preoccupati dovunque siamo andati a dare a chiedere se eccetera sarebbe andato avanti delle sue prospettive cioè l'incontro e quindi sto come si appare
Apportasse ai risultati che tutti sperano va be
Oggi l'Etiopia di fronte a dei problemi immani ci hanno fatto vedere tabelle i tredici milioni di persone che hanno sofferto la fame che sono diventati dieci rimangono dieci
I problemi enormi presidiamo dove nel mille novecentottantasei i trasferimenti di popolazione in tutti i tentativi che fanno per dare a questo trasferimento di popolazione in qualsiasi ordine e e anche o le ipotesi allo sviluppo nuovo nelle terre dove queste popolazioni si vengono trasferite va bene ma
Nel frattempo c'è la guerra la Somalia c'è la guerriglia interna e che assorbono gran parte di quello che questo paese potrebbe e dovrebbe fare
Sarà accompagnato lo studio di cooperazione la stessa situazione insomma
Paesi tutti e due fra i più miseri del mondo
Paesi dove se non si riesce nemmeno sapere quanto cinquanta la popolazione ci siamo sentiti dire in varie fasi in varie sedi che erano tre milioni e quattro tre milioni otto quattro milioni due quattro milioni quattro ma chi ha mai contato inumati insomma insomma nessuno c'è mai riuscito sono estrapolazioni sono calcoli sì ma un paese come questo l'ipotesi della pace con l'Etiopia significa stabilità significa la possibilità che la cooperazione abbia capaci di muovere e risorse anche somale da impegnare con quelle
Dell'Italia invece di affidarsi in fondo pressoché totalmente da quello che l'Italia fa e in Sudan dove c'è
Adesso una novità eccezionalmente positiva il ritorno della democrazia la cacciata di Delneri la dinastia dei partiti in quarantotto
Le le le prossime elezioni di aprile maggio ma nello stesso tempo l'America del Sud il Sud Sudan anche non riconosce praticamente il Nord la paralisi dei progetti di cooperazione del fat nel nel Sud Sudan determinato dal fatto che comunicazioni sono sono in canotta e non si chiudono quei progetti che erano in fase avanzata per cui la condizione di stabilità e di pace che si spegnerà siano rafforzate con le elezioni prossime di una riconquistata democrazia
Sono fondamentali addirittura pongono un problema nuovo parroco sta cooperazione il problema del rapporto fra i nostri progetti e non dico la stabilità politica ma
Ma come dire un rapporto corretto con con una situazione politica di un determinato paese
Questo mi ha fatto venire in mente che la nostra politica di cooperazione abbiamo sempre detto che in funzione delle sedi funziona la politica estera dell'Italia
Ma questa funzione deve essere governata assai più particolarmente voglio dire che non solo se noi abbiamo contribuito in modo così determinante all'incontro dieci punti credo che l'incontro di Ginevra
Non avrà trattato discusso dell'Etiopia dalla Somalia ma io penso che smentiscono avrebbe invitato SIAD Barre se Stati Uniti e Unione Sovietica fossero stati verticalmente ostili a questo incontro
Non credo è infatti le domande che abbiamo fatto i ministri degli Esteri questi Paesi ci hanno confermato
Non si può poi nemmeno dire che tutto questo sia un processo indolore perché naturalmente quando la situazione si muove si muove in una direzione che mette tutti di fronte a delle situazioni nuove
Certo è che
Il movimento pone anche a noi i problemi che pone dei problemi
Brutalmente si potrebbe dire abbiamo concentrato in questi Paesi in Etiopia e Somalia e Sudan il Sudan siamo deciso secondo Paese che fornisse
Come dire investimenti di cooperazione primo gli Stati Uniti ma dopo ci siamo noi inglesi sono in coda inglesi in Sudan sono incolta
E tuttavia l'impressione abbiamo ricevuto che la nostra politica estera non sia ancora dunque l'elemento così determinante come può e deve essere
Per influire anche sulla utilizzare la politica di cooperazione i fili di una stabilizzazione la pace là dove la pace cioè lui c'è un dell'Italia nel Corno d'Africa non c'è dubbio oggi abbiamo voluto aggiungere
King e Chiocchetti sommati Sulta Agip
Certamente la cosa
All'estero in questi Paesi i quali tuttavia hanno superato sulle eventuali discrepanze oltre al fatto che l'Italia si presentava come il Paese donatore eviti un Paese donatore che aumentava i suoi stanziamenti per cui la nostra vicenda hanno avuto più o meno un peso tuttavia non c'è il minimo dubbio che lo dobbiamo riguarda un'unica legge ha un'unica legge governata da un unico ministero è un'unica legge che tiene però conto delle novità io sono del tutto d'accordo con quello che ha detto Raffaelli non si può tornare a le cose come stavano e non è vero che la legge settantatré non contenga degli elementi ha degli elementi che devono essere assorbiti in una riforma della trentotto riformarla trentotto non è le mani per Regolamento dall'ottantotto che tuttavia non è mai stato emanato no riformata trentotto deve essere un'autentica riforma e che ci sia bisogno durante la riforma da trentotto seria e l'abbiamo riscontrato saprete anche da da questo viaggio
In tante direzioni sarebbe troppo lungo di diceva di questa sera ma trasparenza
Trasparenza progressivamente conquistata io do qui accanto al dipartimento che il lavoro svolto per rispondere al quesito più volte insistentemente ripetuto sugli esiti della politica di cooperazione almeno tre piste tre paesi adesso gli esiti sono non perché l'abbiamo verificati noi no perché li avete scritti voi ma se dovessimo pensare che tutte le volte che c'è bisogno di sapere dieci bisogna fare quel lavoro
Come dire allucinante che avete dovuto fare per scrivere gli esiti beh no questa roba
Cioè le vostre ambasciate da riformare completamente per renderle adatte a reggere
Il confronto con una politica di cooperazione di tre mila cinquecento miliardi all'anno ma che dovranno diventare quattro mila e cinque mila se vogliamo passare aguzza l'ottantacinque per cento alzano virgola sette cioè la riforma del ministero degli Esteri da fare assieme alla riforma della trentotto cioè voglio dire sono problemi di norme portata che adesso urgono più di prima per per effetto anche delle novità e delle esperienze che ci sono c'è da concepire l'intervento straordinario con quegli elementi culturali innovativi che in qualche coi abbiamo contribuito un po'tutti aveva ragione Pasetti e concludo
Quando parlava di questo Paese che a un certo punto cresce per vie folte misteriosi o forse insomma e se noi dobbiamo avere coscienza che della politica di cooperazione oggi se ne parla di più
Si capisce qualcosa di più siamo ancora molto lontani da quello che si dovrebbe fare l'educazione allo sviluppo per esempio in un capitolo del tutto nuovo da affrontare abbiamo parlato oggi dico diventato una persona che se ne parli dalla scuola
C'è una sensibilità diversa persino nei congressi dei partiti se si guardano le tesi scritte eccetera si trova delle novità in questo in questo campo tutto ciò e nuovo è positivo ma dobbiamo avere ancora coscienza della disparità siderale fra ciò che è necessario peggio che sta crescendo ora questa crescita dobbiamo però trasformarla in una sensibilità popolare
Che può esserci
Ma non c'è ancora noi dobbiamo collega l'apolide di cooperazione anche ad altri soggetti e i sindacati e le autonomie locali la riforma della trentotto dove contenere tutte queste cose
Non pare assumere a parti dello Stato ruoli che non gli competono
Nella politica estera del nostro paese ma semplicemente per utilizzare le risorse grandi che abbiamo per diminuire i costi degli uomini che sono necessarie ad attuare una politica di cooperazione è è portare anche un elemento di maggiore moralità eticità
Perché io non lo so io sarò
Vittima di una di una concezione forse non non corretta dal punto di vista economico ma insomma quando ti incontri con migliaia di bambini o di donne e di uomini di Rieti che fanno la fila per prendere un un pezzo di focaccia con sopra un condimento che gli garantisce e mille seicento calorie che prima non hanno mai conosciuto inviti allineati nutritivi come polli
Che poi non hanno altra possibilità per il momento che quello di sopravvivere
Che pensi agli stipendi dei dei dei degli funzionari dei grandi organismi internazionali
Anche di medici anche editi otto nove dieci undici dodici milioni al mese del tu poi anche pensare che tutto questo sia è indispensabile perché le cose funzionano ma io mi rifiuto di pensare
E io penso che sia possibile che le cose non siano così io penso che
Quello che ci dice l'ambasciatore già quanto di una volta quando ci parlò del quaranta per cento delle spese
Che sono necessarie per per tenere in piedi le grandi organizzazioni internazionali io penso che si dovranno ridurre dal trenta al venti che dobbiamo condurre una battaglia per questo che dobbiamo organizzare le cose in maniera diversa perché la produttività sia superiore e i costi siano inferiori bene tenendo conto che chi va a fare i lavori questi Paesi
Bisogna pagare bisogna parlar bene della non c'è dubbio non si tratta di di di chiedere al al tutti gli uomini petto qualche corsa in questa vicenda fa profondamente modificata ne abbiamo parlato la conferenza parleremo ancora credo che il segno di quella conferenza tra la situazione di oggi sia complessivamente un segno positivo e questo conforta tutti quelli già oggi si occupano di cooperazione speriamo tutti quelli che se ne occuperanno papà
La parola Luciano De Pascalis sempre
Cari amici io giorno
Uno
Che per aver preparato e partecipato
Alla seconda conferenza sulla cooperazione italiano lo sviluppo
Si è dichiarato e si dichiara soddisfatto degli esiti di una conferenza
Che lei palmo ha organizzato assieme per conto del Dipartimento alla cooperazione del ministero degli Esteri e qui presente
Il ministro San Leo
E che è servito
A verificare da un lato la crescita dell'interresse che c'è nel Paese
Verso questo aspetto nuovo della politica internazionale che l'aiuto del Nord industrializzato al terzo e quarto mondo
Che è servita a individuare le direttrici una riforma legislativa tesa a rafforzare gli strumenti di intervento di l'Italia la politica internazionale e di aiuto allo sviluppo
E che è servito anche a fare il punto dell'attività svolta da quel mille novecentosettantanove in cui l'Italia con un salto di qualità sedotto della legge trentotto
Devo dire che la soddisfazione mi è una soddisfazione di tutti coloro i quali hanno partecipato ed erano moltissimi provenienti da ogni parte d'Italia alla seconda conferenza ed è una soddisfazione che richiamerà certamente chi si addentrerà nella lettura del volume degli atti di questa conferenza che è la seconda che Di Palmo organizzato sempre per conto del ministero degli Esteri devo dire che nel corso della conferenza ci è venuta una sola obiezione una sola osservazione critica e c'è la rivolta padre nell'ambito del presidente della Caritas italiana il quale ci ha detto sì fuori noi anzi discutiamo di quello che l'Italia fa per i popoli del terzo e del quarto mondo ma qui mancano gli interlocutori mancano gli interessati sarebbe Meglio sarebbe bene se anche gli interessati cioè i destinatari del nostro intervento fossero presenti
Devo dire che a quell'obiezione ho risposto che noi eravamo stati incaricati di organizzare la Conferenza italiana devo dire però e lo riconfermo che guardi ministro San Leo presente
Dissi forse la prossima e io mi auguro che anche la terza sia affidata all'il palmo possa vedere presenti anche i rappresentanti di quei popoli di quelle nazioni di quegli Stati verso i quali si rivolge l'aiuto italiano lo sviluppo è forse la presenza delle dei rappresentanti del terzo e del quarto mondo servirà a chiave il re l'ente di questo rapporto che deve esserci tra mondo industrializzato
è il mondo in via di sviluppo perché non è vero che i rappresentanti dei popoli dal Terzo del Quarto Mondo si hanno soddisfatti di quanto è stato fatto e di quanto ci proponiamo di fare per cooperare al loro sviluppo larghi settori dal mondo culturale
Dei paesi dell'Africa per esempio vanno sostenendo da mesi
Per una teoria che è quella della del conoscente con Nash io
Dai dai limiti cioè è dal fatto che il terzo e il quarto mondo debba isolarsi astrarsi dalla dinamica mondiale che dominata dal sistema capitalistico e questo non vuol dire autarchica
Ma vuol dire e difendere questa il loro ragionamento
Criteri per le scelte economiche che siano fondate sulla legge dei valori a base nazionale dirà contenuti popolari e che siano indipendenti dai criteri della razionalità economica del sistema capitalistico
è una tesi questa che gira nel mondo culturale lo vediamo la vediamo riaffermate sulle sulle riviste sulle pubblicazioni sui volumi sui sette che forse se avremo una terza conferenza con la presenza anche di rappresentanti del Terzo Mondo potremmo mettere potremmo mettere a confronto perché norme voglia di Parma siamo convinti che il principio base che deve ispirare l'azione del nostro Paese come degli altri paesi è quella della interdipendenza cioè di una concezione che coinvolge tutti ricchi e poveri uno sforzo comune per garantire condizioni di stabilità
Di pace di convivenza pacifica e di cooperazione
Dalla conferenza io la riassumerò brevemente sono venute alcune indicazioni di carattere generale che sono il frutto di un'evoluzione culturale politica importante a cui Illy palmo questo istituto che vive dal mille opera e lavora dal mille novecentosettantotto ha dato un suo contributo altrimenti
Se non l'avessimo dato noi non saremmo ancora qui a battersi perché l'Italia cresca la sua partecipazione nello sforzo di riequilibrare le varie regioni del mondo
Questi principi genera
Vi sono nell'ordine primo una in un invito alla concentrazioni e degli aiuti
Un invito la concentrazione degli aiuti che poi diventa anche un invito al coordinamento dell'azione degli organismi internazionali di singoli Stati e quindi affronta il problema del rapporto per per l'interventi bilaterali gli interventi multilaterali concentrazione degli aiuti
Cioè l'Italia non può pensare da sola con i suoi mezzi di rischi di affrontare e risolvere i problemi dello squilibrio generale di dare una risposta al grande dramma l'altare di farlo tra nord e sud del mondo l'Italia può fare la sua parte ma perché la sua parte sia efficace e con l'indicazione che è venuta dalla conferenza e quello di concentrare gli aiuti
Ma concentrare gli aiuti significa sceglie tra i tanti Paesi bisognosi tanti Paesi bisognosi
Gli ottocento milioni di abitanti del Nord industrializzato contro i miliardi di abitanti del Terzo e Quarto mondo non significa
A fare una scelta e questa scelta non può essere fatta che con criteri politici ed ecco quindi la seconda indicazione generale saltata la conferenza quella di considerare la politica di cooperazione come una componente nella politica il nostro Paese
Un modo nuovo con cui l'Italia si presenta morto
Nella nel mille ottocento le grandi potenze europee si presentavano al mondo con le cannoniere oggi ecco il fatto nuovo è la politica estera italiana a far sì che l'Italia si presenti con i suoi mezzi con le sue energie con i suoi tecnici con le sue risorse per aiutare gli altri popoli a guadagnare
L'impegno di di civile convivenza
Nella terza indicazione scaturita che è conseguente da queste che quindi tutta la strumentazione l'attuale quella
Che si va preparando a quella che ci sarà con la quale l'Italia realizza il suo intervento alla politica di aiuto verso il terzo e quarto mondo deve essere ricondotta all'interno del ministero degli affari esteri
Infine
è venuta dal dibattito dalla seconda Conferenza internazionale un'altra indicazione quella della del dialogo sulle politiche che è una nuova filosofia e la filosofia nuova della politica di aiuto dalla politica internazionale di velluto dialogo sulle politiche
Per qualche cosa alla quale anche noi Galli palmo di abbiamo dato un contributo si tratta di un'evoluzione politico culturale
è una nel nei decenni trascorsi noi siamo passati pur culturalmente da filosofie diverse attraverso filosofie diverse vi è stata prima la filosofia della crescita della crescita quantitativa ed
Lo scorcio lamento con la con la convinzione che ai facendo crescere il reddito dei paesi in via di sviluppo questo poi si sarebbe distribuito nei ceti nelle categorie e nelle classi
Attraverso il meccanismo dello scongelamento
Questo negli anni Cinquanta negli anni Sessanta e Settanta nessuno è subentrata una filosofia diversa quella della distribuzione dall'editore terra soddisfazione dei bisogni elementare dei bisogni di base
Infine ecco
La terza filosofia guerra dentro un dialogo sulle politiche che cosa in che cosa consiste
Fino a ieri il Paese donatore il Paese beneficiario discutevano attorno un singolo progetto che non era in alcun modo correlato con l'ambiente politico economico sociale di quella regione o di quel Paese
Questa soluzione ha lasciato insoddisfatti è la soluzione che ha portato
Lo sappiamo le grandi cattedrali del deserto ai grandi Investimenti alle grandi realizzazioni che spesso non hanno determinato alcun effetto positivo sulla corre sulla condizione socio economica dei Paesi beneficiari
E Colin dialogo delle politiche invece il discorso si rapina il singolo progetto ed è questa
L'accezione con cui ancora oggi mi tagliano i applichiamola l'avrei dialogo sulle politiche il singolo aprì oggetto soprattutto quando si tratta di un po'rigetto pluri settoria reale che punta
Sullo sviluppo sviluppo agricolo è correlato con le condizioni economiche della Regione si tiene conto di quello che il governo locale dovrebbe fare per rendere produttivo l'investimento del singolo progetto ma ci sono altrove accezione di questo termine vi è l'accezione della CEE per esempio la quale soprattutto guardando l'obiettivo della lotta per la fame considera il dialogo tra le politiche Coburn viale fu che riguarda la politica agraria agricola di un determinato Paese caso entra l'accezione che ritroviamo nella nella del trattato lo metta verso
Soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo agricolo viene infine la concezione più generale questa sì pericolosa e che solleva particolari critiche nel Terzo e Quarto mondo
Quella dotata dalla Banca Mondiale
Quella dotata dal Fondo monetario internazionale in cui il dialogo sulle politiche riguarda una concertazione sulla politica economica generale di un singolo Paese
La contraccezione che ha portato il Fondo monetario internazionale imporre
In occasione di disavanzo di bilancio particolari sebbene condizioni
Che costituiscono oggi l'elemento critico della della l'approccio da parte della Banca Mondiale dallo stesso fondo monetario internazionale al debito dei paesi in via di sviluppo
Comunque ecco questa questa nuova concezione essa è venuta fuori dal dibattito assai acceso assai interessante della seconda conferenza
Sulla cooperazione la quale però ha fissato alcuni terre giuridiche sono orientativi ed importanti una politica
Concordata concertata di sviluppo tese nel rapporto tra un Paese come l'Italia dal Nord industrializzato un Paese in via di sviluppo utilizzare quattro strumenti
Anzitutto questo dialogo sulla sulle politiche questo sul rapporto che deve essere concertato
Di ogni singolo progetto Colet condizioni socio economiche di una regia di una zona di una regione per l'intero Paese con la utilizzazione anche dal settore Poli pane preparato nella politica
Gli aiuto come il trasferimento di tecnologia una tecnologia che sia appropriata alle condizioni di sviluppo del Paese beneficiario e questo porta anche apre orizzonti
Per quanto riguarda la ricerca in loco e nei paesi del Paese fornitori di aiuto e infine il rafforzamento delle istituzioni
Poiché è un atto la esperienza di questi decenni ci insegna che è una politica di aiuto che non sia accompagnato da un rafforzamento delle strutture amministrative nel Paese beneficiario destinata e destinata al fallimento
Si tenga conto che
Molte di queste indicazioni si ritrovano nell'alone terza e nella lo mettersi a
Vi è proprio questo invito importante è risuonato anche nell'ambito per la nostra seconda Conferenza sulla cooperazione alla con
Per azione culturale tra la cultura del nord della cultura importante storicamente sulla sostanza dei paesi in via di sviluppo
E e il rispetto dei diritti umani in questa riorganizzazione in questo rafforzamento amministrativo delle istituzioni del Terzo Mondo alla base comunque resta il principio della self Reliance
Con il rispetto della autonomia e della indipendenza dei singoli Paesi
Una una un elemento nuovo che è risuonato e che ritroviamo nella conferenza che ritroviamo anche negli atti
E il riconoscimento e questo è importante perché si tratta di un'istituzione democratica senza della quale lo sviluppo dei Paesi del Terzo Mondo sarebbe inadeguato il riconoscimento dell'importanza del ruolo dei sindacati
Nella crescita socio economica dei Paesi dell'Africa di Paesi dell'Asia
Il riconoscimento dell'importanza dal rapporto fra enti locali
Esperienza di questo tipo in Italia ne abbiamo basta pensare
A Reggio Emilia con i rapporti compendi ma del Mozambico l'importanza di questo rapporto tra la esperienza del
Enti locali italiani così violenti di tradizioni di cultura e di successi anche nella crescita economica delle comunità locali
Con le comunità
Sul banco i cittadini dei Paesi del Terzo Mondo
Infine
La seconda conferenza Peccia segnalato come la società civile sia cresciuta ristretto a questo rapporto con il terzo il quarto mondo
Questo arcipelago in cui sono presenti i Paesi con storie culture crescite diverso
E questo è è stato il dato di maggiore soddisfazione per tutti noi che abbiamo lavoriamo ci impegnamo delle palme vedere cioè come il Paese la società sia cresciuta rispetto alla consapevolezza dei Nuovi Orizzonti della politica
Internazionale questo tema dell'impatto della politica di cooperazione sulla società civile che interessa giovani e anziani
Enti locali sindacati e partiti organizzazioni imprenditoriali piccole e medie aziende è un dato che sullo stop a sostegno alla politica estera del nostro Paese io qui duro
E citando una isteria un'esperienza di questi giorni che trae origine dal fatto che sono stato uno dei partecipanti alla seconda conferenza
Nazionale sulla cooperazione italiana lo sviluppo nella mia città addio
Lei ecco di questa conferenza lecco che si è diffuso nella società per il ramo infiniti della relazione di dei porti dei rapporti anche personali
La mia città lecco di questa conferenza ha fatto sì che nell'ambito del Provveditorato agli Studi si creasse un Group po'di professori di scuole medie superiori ed i giovani delle scuole medie superiori interessati
A battersi a fare qualche cosa a dare un contributo contro la fame ma non con un aiuto Calit attivo con qualche
Cosa che servisse a modificare le condizioni dei paesi in cui la fame la miseria non si citano sottovoce lezioni infine e hanno dato vita ad un convegno che è stato preparato con delle assemblee nelle classi con delle nostre tiranti con delle conferenze un convegno di due giorni Ico io con sorpresa
Tenendo conto di quante critiche si rivolgono all'indifferenza dei giovani e la loro alla loro distacco dalla politica dalla partecipazione in cui oltre mille duecento giovani di tutte le scuole
Superiore di una provincia che conta cinquecento mila abitanti si sono riuniti dalle nove di mattina alle tredici per di due giornate ad ascoltare un vivacissimo dibattito nel corso del quale han portato le loro esperienze uomini politici sindacalisti appartenenti alle organizzazioni non governative
Con un impegno e con una partecipazione ecco in un desiderio di dare un contributo che culturale che politico ma questi giovani sono l'Italia di domani perché l'Italia possa su
Polvere nel migliore dei modi ai suoi compagni ai suoi doveri verso quella parte del mondo che se vogliamo che ci sia pace sicurezza e stabilità deve crescere ad affiancarsi a noi grazie
Tesoriere
Molto brevemente perché ormai è tardi penso che possiamo essere tutti concordi mail affermare che la seconda conferenza nazionale sulla cooperazione allo sviluppo abbi
Ha costituito una sintesi di fondo di tutti i problemi che la cooperazione sintesi indirizzata soprattutto alle istituzioni alle forze politiche economiche e sociale del nostro Paese
è stato detto che la politica di cooperazione è parte determinante della politica estera italiana
Io direi che qualche cosa di più e cioè e la scelta qualificante della politica estera italiana
Perché nel mondo in cui viviamo
Dove gli spazi per la politica estera sono quasi nulli visto che è un mondo spaccata in due e che l'Europa non è ancora mai riuscita a parlare con una sua voce unica in politica estera
La scelta italiana è una scelta determinante non solo e la scelta più qualificante forse della sua politica
Molto difficile poter avere una visione d'insieme di tutti i problemi che si connettono alla cooperazione e per questo ritengo che la conferenza e la pure la conferenza la cooperazione così poi gli atti che ne sono la testimonianza abbiano dato un contributo molto importante al fine di poter dare quella visione globale che la sola a poter determinare una linea politica
Sulla quale basare delle scelte operative
Nel momento in cui noi discutiamo di questi problemi il concetto stesso di cooperazione allo sviluppo non in Italia ma nel mondo rischia di essere messo in crisi
è stato parlato da San Lorenzo della questione monetaria io credo che sia giusto denunciare l'irresponsabilità con cui sono stati dati critichi a pioggia
Con indiscriminatamente
Provocando così il dramma dell'indebitamento dei Paesi del Terzo Mondo che certo una delle dei nodi più difficili da sciogliere
De Pascalis ha parlato della tentazione autarchica
Sono d'accordo con lui che noi siamo quelli di impedire l'interdipendenza però credo che bisogna denunciare anche un'altra tentazione che insita oggi nella filosofia economica reaganiana
E cioè che la forza propulsiva del libero mercato sia sufficiente a risolvere i problemi dello sviluppo nel Terzo Mondo
E questo non è perché noi sappiamo benissimo che il mercato da solo non può risolvere i problemi soprattutto quando vediamo quanti paesi in via di sviluppo
Fanno una scelta di consumi che poi li priva di qualsiasi proprio disossata al potere investire veramente nello sviluppo
Tornando agli atti della conferenza io vorrei segnalare una cosa che gli atti non hanno potuto registrare
Ed è stata questa incredibile straordinaria partecipazione di pubblico
Dal banco della presidenza avevo modo di osservare i presenti e se è vero che alcuni erano venuti nella speranza di utili contatti ai fini di qualche finanziamento la maggioranza erano giovani e persone che si sentivano veramente coinvolti nel problema del sottosviluppo
Io credo che questa presenza e la dimostrazione della consapevolezza
Della necessità di un impegno morale profondo nell'approccio con i paesi del terzo mondo un approccio che abbia l'umiltà di cui parlava Bassey di riconoscere e di rispettare le culture le tradizioni di ogni popolo
Un approccio che quello di lo me ne ha parlato anche Raffaelli De Pascalis
Che ha alla base dei rapporti con il Terzo Mondo la pari dignità che a mio avviso è una delle grandi conquiste della civiltà umana
Io credo che gli sforzi della nostra politica di cooperazione non possono essere disgiunti dalla concetto di fonto della filosofia di lo me che cioè il poter dare Benessere alle persone umane soddisfare i loro bisogni non solamente come fatto assistenziale ma come premessa dello sviluppo e permettere loro di realizzarsi in pieno con le loro capacità
Io credo che il problema della cooperazione la nostra conferenza la dimostrato perché raro in una città
Poco entusiasta come Roma vedere delle sale affollate per tante ore con gente in piedi trattando appunto di temi che a volte erano anche tecnici
E
Credo che
Questa partecipazione significa anche l'aumento della convinzione
Che non può essere risolta la crisi
Monti economica e politica sociale anche culturale che Travaglio il mondo se non nel quadro di un grande ampio ambizioso progetto di sviluppo
Che comporti nel nord e possibilmente anche nel su tutto
Una contemporanea crescita democratica delle nostre società civili verso nuove prospettive di solidarietà e di partecipazione grazie
La nostra presentazione degli atti è conclusa
La disponibilità del volume che assicurata tutti quelli che ne faranno richiesta credo a quelli che avendo partecipato lo riceveranno io credo che e l'intenzione nostra che era quella di creare un'occasione ulteriore a breve distanza dalla conclusione
Di riflessione su questa tematica si sia in gran parte realizzata io ringrazio ancora onorevole Rampelli per averci assicurato altro tutto nella non sempre che ci fosse posizione surroga vada apprezziamo particolarmente retto la sua disponibilità su questi temi sempre totale come diceva nel testo è anche il l'accortezza di di giudizio se ne apprezziamo moltissimo ringrazio il direttore generale San Leo che qui in rappresentanza dell'atipico rinnovo ringraziamento a chi c'hanno aspettato
Saluto la collega presidente dell'istituto italo africano è auguro a tutti una ulteriore occasione di riflessione nella speranza che di questi argomenti sia presto chiamati a riparlare nelle sedi più opportune in primo luogo quelle politiche intorno alla riforma della legge trentotto e la fusione con quel da sessantatré che sono il tema del dibattito parlamentare in questo momento grazie