"Maledetti azionisti: un caso politico della storia" il libro scritto da Antonio Carioti dedicato alla storia del Partito d'Azione

Radio radicale parliamo di del Partito d'azione a fornirci nello spunto il pretesto per parlare
Di di questo di questo partito ce l'ho da Antonio Carioti che nel nei mesi scorsi ha fatto uscire tramite Editori Riuniti un libro dal titolo maledetti azionisti che è stato definito forse a torto da molti come una apologia del del dell'azionismo e di un partito che segnò la storia del del nostro Paese per un breve periodo a cavallo tra tra la guerra e il secondo e il secondo dopoguerra noi abbiamo ospite negli studi di radio radicale l'autore del libro Antonio Carioti
E ci vuoi spiegare come nasce l'idea di questo libero e dirci innanzitutto se questo libro è davvero come ha detto qualcuno un'apologia del dell'azionismo oppure questa è una tesi cara data confutare
Guarda la faccenda è abbastanza semplice il libro nasce come reazione alle polemiche anche molto aspre che si sono manifestate sul Partito d'Azione negli ultimi quindici anni da una parte detrattori del Partito d'azione come Augusto Del Noce come Ernesto Galli della Loggia come Giuliano Ferrara che attribuiscono all'eredità di questo partito colpe di tutti i generi
Dall'altra il tentativo di forze che poco hanno a che vedere con l'eredità del Partito d'Azione pensiamo ad esempio ai DS sotto la gestione del Veltroni di rivendicare la l'eredità di questo partito
Io non ho fatto un Apologia del Partito d'Azione la mia tesi è un po'diversa io dico il Partito d'Azione è un'esperienza di portata limitata è durato all'incirca cinque anni dal quaranta due al quarantasette ma già nel quarantasei si era escisso ed era in via di disfacimento
Quindi l'esperienza coincide più o meno con quella della lotta partigiana quindi un momento diciamo in cui la priorità non andava all'elaborazione politica ma la battaglia contro il fascismo e contro innanzi sul questo partito non partito composto c'era una componente di Beraldo è Noukrati Ka che veniva dall'Unione Democratica di Giovanni Amendola con uomini come Ugo la Malfa Luigi Salvatorelli Adolfo Tino
C'erano altri allievi di Croce e di Gentile come Adolfo Omodeo Guido De Ruggiero c'era una componente che proveniva da Giustizia e Libertà di Carlo Rosselli con uomini come Emilio Lussu e Aldo Garosci Vittorio Foa
C'era la componente liberal socialista con
Guido Calogero e Tristano Codignola era insomma un assemblaggio di intellettuali che erano uniti soprattutto dall'intransigenza nella lotta contro il fascismo e contro la monarchia quando questa lotta venne vinta
Queste forze queste componenti del Partito d'Azione finirono per scindersi e presero strade completamente diverse ma decisamente diverso e cioè anche nello scontro diciamo tra il blocco moderato e il Fronte popolare che c'è nell'immediato dopoguerra il diciotto aprile del quarantotto troviamo azionisti da una parte azionisti dalla parte opposta della barricata
Ci sono degli azionisti che hanno scavalcato a sinistra il PC addirittura uomini come Vittorio Foa come Emilio Lussu altri entrarono nel Partito comunista Giorgio Candeloro Paolo Alatri e così via
Poi c'è una componente diciamo socialista di sinistra con uomini come Riccardo Lombardi Francesco De Martino una componente invece più socialdemocratica con i Calamandrei con i Bobbio
Con gli Aldo Garosci una componente liberaldemocratico repubblicana con Ugo la Malfa con Bruno Visentini e così via ora se andiamo a vedere questi uomini che tutti hanno dato un grosso contributo
Alla storia d'Italia vediamo però che lo hanno fatto da barricate opposte sostenendo posizioni completamente diverse
Per cui a cinquant'anni di distanza dire
Che l'azionismo a un fenomeno unitario ha continuato a influire sulla storia d'Italia è molto discutibile secondo me bisogna distinguere tra i vari filoni dell'azionismo voglio fare un esempio che secondo me è facilmente comprensibile
Dagli ascoltatori di radio radicale a proposito di questa eredità dell'azione indubbiamente Partito Radicale erede di una parte dell'azionismo Ernesto Rossi
Faceva parte
Del Partito d'azione e nel Partito radicale degli anni Cinquanta vi erano alcuni esponenti che avevano fatto parte appunto del Partito d'Azione tuttora indubbiamente Pannella nel momento in cui fa le battaglie
Contro le intromissioni clericali nella vita pubblica italiana le manifestazioni per il venti settembre in nome della religione della libertà
Si riallaccia legittimamente all'eredità di Ernesto Rossi nel momento in cui il partito radicale fa la battaglia per la riforma americana così come viene chiamata si riallaccia un altro grande azionista Piero Calamandrei che appunto alla Costituente propose un modello di tipo anglosassone con il presidenzialismo
E il federalismo quindi da questo punto di vista nel Partito radicale c'è una componente che era presente nel Partito d'Azione però proprio lo stesso Pannella lo stesso partito radicale è stato invece violentemente polemico con altri a ex azionisti ad esempio il corriamo la durissima polemica di Pannella contro Riccardo Lombardi e Ugo la Malfa due uomini che hanno pesato molto nella storia
E la repubblica italiana che li accusa di essersi fatti in qualche modo garanti della partitocrazia e quindi di aver tradito ispirazione originaria del Partito d'Azione
Oppure pensiamo agli anni dell'emergenza gli anni di piombo della lotta contro il terrorismo da una parte i radicali difendevano le ragioni delle garanzie individuali
E appunto del garantismo di fronte a queste leggi dell'emergenza dall'altra un azionista a ventiquattro carati come Leo Valiani che era stato segretario del Partito d'Azione nell'Alta Italia durante la Resistenza era su posizioni opposte
Era un uomo che si lamentava sempre che la carcerazione preventiva era troppo breve chiedeva sempre di allungarla per tenere terroristi in carcere e così via sul caso muore sul caso d'uso lo scontro tra i radicali da una parte e dall'altra uomini come Valiani o come la Malfa fu violentissima
Questo dimostra che l'eredità del Partito d'Azione è un'eredità plurale diversificata e che considerare l'azionismo un blocco compatto è semplicemente una forzatura che serve per fini polemici
Che vanno rapportati a scopi politici attuali che poco hanno a che vedere sia col Partito d'azione degli anni dal quarantadue al quarantasette e certe volte hanno poco a che vedere anche con l'azione
Degli eredi dell'azionismo degli ex azionisti nel periodo successivo
Ecco il il nel tuo libro tu ricordi che rivolge anche un attacco al modo con cui viene svolta la ricerca storiografica tu ricordi che il modo citando una frase di un'altra persona che il modo in cui i risultati della ricerca storiografica vengono impiegati a volte manipolati per scopi politici soprattutto in Italia
Ricorda sempre più uno degli slogan più efficienti ed efficaci coniati da Giorgio UE chi controlla il passato controlla il futuro che controlla il presente
Controlla il passato questo è quello che hanno fatto le grosse le grosse correnti politiche di massa anche nei confronti del del Partito d'Azione
Ma diciamo che il problema di fondo è questo che se c'è una cosa importante in politica è la legittimazione cioè il fatto che una forza politica sia accettata anche dalle altre come portatrice di un disegno politico legittimo e e quindi in grado di pesare nella vita politica ora per conquistare una legittimazione l'argomento più forte che si può usare quello di dire la storia ci dà ragione
Per dimostrare che la storia ci dà ragione molto spesso le forze politiche
Intervengono sulla storia ne cambiano l'interpretazione e la usano ha proprio a proprio vantaggio ora io
Non credo che si possa accusare di vera e propria manipolazione coloro che hanno polemizzato contro il Partito d'Azione voglio dire uomini come Del Noce come Galli della Loggia sono studiosi molto severi e quindi le loro tesi vanno prese con molta
Attenzione discusse con con pacatezza però indubbiamente io credo che la polemica contro il Partito d'Azione sia servita un po'a coprire determinati
Determinate situazioni a giustificare diciamo determinate situazioni che questi intellettuali trovavano insopportabili faccio un esempio Del Noce accusa gli azionisti di essere stati portatori della laicizzazione della secolarizzazione dell'Italia
In sostanza Luís addebita l'azionismo quella che è una debolezza invece del mondo cattolico che di fronte all'irrompere della modernità del consumismo dello sviluppo economico non è in grado di dare una risposta e vede cadere
I suoi dogmi vede cadere in qualche modo il suo modo di interpretare la società per cui appunto una società progredisce si lei Cinzano Ivano il divorzio l'aborto la nuova legge sul diritto di famiglia e così via e Del Noce attribuisce questo all'influenza
E gli intellettuali laicisti soprattutto azionisti al fatto che i cattolici sono stati subalterni a questi intellettuali
Però se noi andiamo a vedere altri paesi d'Europa vediamo che la situazione dal punto di vista della secolarizzazione simile a quello dell'It
Nell'Italia
L'esempio più clamoroso da questo punto di vista la Spagna è un Paese dove fino a alla metà degli anni Settanta governava un regime clericale autoritario dove non c'è stato niente di paragonabile alla al Partito d'Azione all'influenza che alcuni intellettuali azionisti hanno avuto in Italia ma oggi in Spagna la secolarizzazione più avanti che in Italia sta pensare una legge sulla fecondazione assistita tra le più liberali che vi siano pasta pensare a quegli elementi per cui poi no i radicali lodano la Spagna di aggiornare il fatto appunto che c'è una politica più liberale sulla droga il fatto che la pillola abortiva RV quattro otto sei Spagna
E liberamente accettata mentre in Italia ci sono grandi difficoltà ad introdurla quindi si tratta di un processo che c'è stato in tutta Europa e che Del Noce da una visione sua di cattolicesimo tradizionalista cerca di addebitare al Partito d'Azione quando invece si tratta di fenomeni di portata epocale
Ecco io ti faccio ascoltare una delle altre critiche che vengono che vengono e sono state mosse nei confronti del del del della dell'azionismo Ola fornirci questo spunto è un illustre storico cattolico Pietro Scoppola ascoltiamo che cosa
Disse in occasione della presentazione di un libro proprio sul sul Partito d'Azione per quanto riguarda la la fine del periodo della presidenza del Consiglio Parri e della nascita del governo De Gasperi
Ecco non ci può
Quando si fa storia riproporre i documenti i giudizi dell'epoca purtroppo il giudizio occorre prendere
Non si può riproporre oggi il giudizio che gli c'è il rischio di dette nel dalla fine del quarantacinque della crisi del governo pare e del cosiddetto avvento di De Biasi io ricordo un convegno che tenemmo tanti anni fa a Firenze nel settantasei a questo ente paria mi fu dato il compito tutto seduta giovanissimo allora no troppo giovane mi fu dato il compito di una relazione finale sull'avvento di De Gasperi della mia relazione pur decisamente controcorrente
Sulla base dei documenti li avevo potuto consultare da chi lo specchio di De Gasperi io complessi fai da te dell'avvento di De Gasperi come inizio della ricerca vocazione ma viceversa come momento in cui la dei l'ex italiana sia risultava sul terreno degli spazi possibili perché la democrazia italiana sostegno dove mi sono rimasto convinto non poteva linea allora dopo la guerra che come democrazia dei partiti dei grandi partiti popolari dei preparativi di massa come dicevano criticamente gli accendini
Ecco sei d'accordo in qualche modo con le critiche fatte da da Scoppola in questo periodo storico diciamo gli azionisti si sono trovati sia contro un grande partito di massa che fu la Democrazia Cristiana
Che anche contro il il PC sul sull'epurazione ecco questo no è stato in qualche modo non perdonato a agli azionisti mi questa questa critica questa critica feroce per come l'Italia affrontava il il il dopo il dopoguerra e si poneva nei confronti della diciamo dalla sua ricostruzione politica e morale
Beh indubbiamente gli azionisti erano i più intransigenti nel volere un cambiamento radicale rispetto al fascismo è questo furono battuti perché in realtà tutti i grandi partiti di massa sostanzialmente preferirono adottare una logica di continuità nei confronti di molti degli elementi che avevano costituito il regime il regime fascista e quindi gli azionisti si trovarono isolati e vennero sconfitti
Per quanto riguarda però le considerazioni che fa Scoppola sull'avvento di De Gasperi io credo che soltanto una parte degli azionisti si sarebbe ritrovata
A considerare l'avvento di De Gasperi un fatto di pura e semplice restaurazione perché se è vero che è una parte molto consistente diciamo pure maggioritaria degli azionisti si schierò contro il centrismo o direttamente aggregando sì al Fronte popolare dei comunisti e dei socialisti oppure tenendo una posizione diciamo di terza via di equidistanza tra il blocco moderato e il blocco delle sinistre ma comunque sempre molto critico verso De Gasperi
C'è una componente dell'azionismo esattamente quella liberaldemocratica rappresentata soprattutto da Ugo la Malfa che invece si alleò con De Gasperi partecipo all'esperienza centrista diede un contributo notevole ad esempio all'apertura
Verso l'Europa la liberalizzazione degli scambi e fu in pienamente corresponsabile
Della politica centrista di De Gasperi tant'è vero che poi questa parte del Partito d'Azione appoggiò anche la legge maggioritaria del mille novecentocinquantatré contro indubbiamente una maggioranza degli ex azionisti anch'anche di quelli di tendenza
Diciamo socialdemocratica come il paroliere come si parli Garosci i Bobbio che invece si schierò contro la legge elettorale maggioritaria
Questo a dimostrazione ancora una volta che non esiste l'azionismo come fenomeno unitario esistono tanti eredi dell'azionismo
Che secondo me noi dovremmo considerare non come azionisti ma per quello che erano cioè o socialisti o liberali democratici e repubblicani radicali quello che divennero parlarne ancora come azionisti
Era già secondo me anacronistico negli anni Cinquanta oggi francamente non ha nessun senso
Ecco un altro degli aspetti che ci interessava approfondire quello del di come il il mondo la realtà comunista ha trattato la la storia postuma del del Partito d'Azione un altro spunto ce lo fornisce Ezio Mauro in in una dichiarazione di circa un anno fa che radio radicale ha registrato adesso la riproponiamo
L'azzurro che viene accusato di essere traditore della della neutralità liberale perché viene accusato di essere da un lato troppo antifascista torturato troppo poco come Bobbio aveva detto negli anni Cinquanta io sono comunista ma comunista né con loro né contro di loro aveva detto se proprio questa posizione
Ha tirato su Bobbio delle critiche
Il tradimento di un'opposizione liberaldemocratica di tradimento della neutralità liberate dimenticando anche tutta l'opera l'opera culturale con cui proprio incalzato Partito comunista ma non parlo soltanto della polemica contro gli atti ma stanno di questioni su cui in cui assolutamente non si parla più di tanto la polemica con Berlinguer sulla terza via data al mille novecentottantotto quando negli editoriali della stampa giornale laddove l'azionismo trovato molto dispersione anche dopo la morte del Partito d'azione Bobbio molto semplicemente vista Berlinguer nel momento della massima potenza del PC
Poi hanno degli ispettori voce comunismo cielo socialdemocrazia e tutto questo viene naturalmente modificato fino ad arrivare a quella che Bobbio allargando le braccia ha definito una posizione immorale
No a me
Del rifiuto
Il fascismo per l'anticomunismo seduta dice proprio una sorta
Di equidistanza non l'antifascismo
E questo spiega perché le figure superstiti più di spicco naturalmente dell'azionismo sia obbligatorio indossarli negli ultimi anni della loro vita va bene dopo che riporta io non capisco perché in questi anni cultura unitaria non conto più nulla ricevo molti e tecniche dei settanta anni precedenti
Ecco perché come spieghi questi questi attacchi su cui si interrogava Bobbio ecco questa equidistanza quanto alla quanto è costata ai ai agli azionisti che sono sopravvissuti al partito
Ma il caso Bobbio e ovviamente uno dei casi più spinosi e che suscitano più polemiche per il prestigio del personale Maggio e soprattutto per il fatto che è una certa sinistra a corto di riferimenti ideali e culturali
Ha adottato Bobbio come il proprio padre nobile diciamo a questo poi provocato diverse conseguenze
La questione bisogna a diversi aspetti indubbiamente gli azionisti erano uomini di sinistra in particolare uomini come Bobbio erano su posizioni socialiste
Quindi è senz'altro vero che non sono mai stati equidistanti tra il fascismo per il comunismo perché consideravano il Partito comunista un partito di sinistra
Un partito che si batteva per la giustizia sociale però negava le libertà democratiche quindi la polemica di Bobbio con i comunisti è sempre stata una polemica del tipo
Voi dovete accettare libertà democratiche dovete diventare socialdemocratici e quello sostanzialmente la polemica che Bobbio fa conto gli atti negli anni Cinquanta
Un dibattito che riprende con Amendola negli anni sessanta e poi con Berlinguer più avanti negando appunto questa idea della terza via dicendo tra socialdemocrazia
E comunismo non vi può essere una terza via
Ovviamente a coloro per i quali il comunismo e il fascismo sono invece da equiparare entrambi come movimenti totalitari per quattro per queste persone Sempio studiosi come Galli della Loggia la posizione di Bobbio
è una posizione insoddisfacente e criticabile
Io credo che ci sia un fondamento in questa critica che viene mossa Bobbio però ripeto Bobbio è un uomo che agisce all'interno della sinistra da socialista e cerca di aprire un dialogo con i comunisti nel tentativo di convincerli che in Italia non c'è nessuno spazio per un'esperienza di tipo sovietico bisogna puntare su un'esperienza di tipo socialdemocratico
Se non sbaglio persino Pannella negli anni Cinquanta cercò di aprire un dialogo con Togliatti cioè il problema della sinistra italiana è sempre stata quella di questi intellettuali che cercavano di promuove una sinistri tipo occidentale di trovarsi a la Hadid
Trovarsi di fronte un partito comunista che invece è negava il sistema democratico occidentale costoro che comunque si ritenevano di sinistra i socialisti hanno cercato
A volte con successo a volte meno di convincere i comunisti che bisognava abbandonare riferimento al modello sovietico invece adottare quello alla socialdemocrazia europea
è stato una polemica molto lunga un dialogo molto difficile purtroppo e comunisti non si sono dimostrati molto ricettivi e soltanto dopo la caduta del muro di Berlino hanno capito che non potevano continuare a dirsi comunisti e dovevano accettare
Di dire sì socialisti europea
In tutto questo appunto non vedo proprio il fondamento di tante polemiche rivolte contro contro Norberto Bobbio mi sembra una posizione tutto sommato legittima
Per quanto riguarda invece la faccenda sul fatto che i gli avversari attuali dell'azionismo
Si collocano in una sorte di equidistanza tra fascismo e antifascismo vorrei dire una cosa che
La polemica ad esempio di Giuliano Ferrara contro l'azionismo che è una polemica appunto rivolta contro l'antifascismo e contro diciamo l'idea della religione dell'antifascismo Giuliano Ferrara ribadire in fondo l'antifascismo mai un cane morto lo possiamo accantonare
Stranamente però si nutre di una polemica contro gli azionisti invece di origine comunista
Il libro da cui prende spunto la polemica di Giuliano Ferrara libro di Angelo d'Orsi la cultura Torino tra le due guerre e libro di un autore dorsi appunto che è un marxista ortodosso un comunista che continua a dirsi tale tant'è vero che rivolge a gli azionisti di Giustizia e Libertà allora realtà negli anni Trenta aperto azione non esisteva ancora
Ma ai militanti di giustizia e libertà di Torino le stesse accuse che Togliatti rivolgeva Carlo Rosselli
Cioè Angelo d'Orsi dice questi giovani
Che cospira erano contro il fascismo e vennero imprigionati realtà e vano una modesta coscienza politica e poi magari se la formarono in carcere così se la prende con i forconi mila con i jeans curdi e così via e nelle stessi anni Togliatti diceva che Carlo Rosselli era un dilettante da poco c'è uno con poca coscienza politica con poca cultura eccetera eccetera
Stranamente questo tipo di polemica tipicamente stalinista viene poi ripresa
Da Giuliano Ferrara che è un anti comuni è un ex comunista diventato anticomunista per polemizzare contro gli azionisti è un fatto curioso ma sintomatico della della situazione per la quale spesso anche gli avversari
Da destra tra virgolette del Partito d'Azione usano poi contro il Partito d'Azione argomenti che erano quelli dei comunisti più stalinisti così una piccola curiosità del dibattito culturale contemporanea
Semplice parlato si parla in questo periodo di giustizia anche di di giustizia dicono i capi chiamo questa intervista cade proprio nel periodo in cui si celebra i dieci anni di di Mani pulite in che termini è stato coinvolto l'azionismo anche in questa in questa fase della della nostra storia e che valutazioni improprie sono state fatte anche sulla storia me tirando in ballo la storia del del dell'azionismo le radici dell'azionista
Beh bisogna vedere questo problema da due lati opposti il primo è quello degli avversari di Mani pulite torniamo a Giuliano Ferrara il quale dice
Gli azionisti con i loro moralismo in qualche modo hanno giustificato gli abusi di Mani pulite certi metodi discutibili della magistratura
Un certo tipo di inchieste che non sono state certo condotte secondo le regole del più rigoroso garantismo
Da questo punto di vista secondo me Ferrara ragione fino a un certo punto perché in realtà gli ex azionisti non sono affatto un blocco compatto da questo punto di vista l'esempio Alessandro Galante Garrone è stato un grande sostenitore di Mani pulite anche di Giancarlo Caselli e della sua azione alla Procura di Palermo
Leo Valiani invece aveva posizioni diverse tant'è vero che fu tra i primi a proporre una amnistia per il reato di finanziamento illecito dei partiti
Norberto Bobbio che viene spesso accusato di essere anche lui uno dei difensori a spada tratta di Mani pulite in realtà lo ha posizioni più sfumate
Io ricordo un suo dialogo con Romano Prodi su MicroMega nel quale Bobbio criticava l'abuso della carcerazione preventiva da parte dei magistrati di Milano perché diceva qui si sta usando
La carcerazione preventiva per costringere gli imputati a parlare a confessare e questo non è un modo di procedere accettabile quindi in realtà il mondo azionista si è diversificato anche nel giudizio su Mani pulite ma quello che Ferrara tende a far dimenticare è che tra i sostenitori di un certo tipo di giustizialismo così lo si chiama diciamo un certo modo di condurre le inchieste sulla corruzione non c'erano solo uomini di sinistra come gli azionisti ma c'era anche la destra
Basta ricordare la posizione dei leghisti leghisti che agitavano il cappio nell'aula di Montecitorio la posizione del movimento sociale cui Alleanza Nazionale ricordiamo i giovani missini che anche loro fecero una sorta di Girotondo intorno a Montecitorio scagliandosi contro il Parlamento degli inquisiti
Ricordiamo un giornalista di destra come Vittorio Feltri che all'epoca dirigeva L'Indipendente facevo una campagna fortissima a favore di Di Pietro del giustizialismo e di Mani pulite
Quindi se ci sono alcuni intellettuali di Are azionista che hanno qualcosa da rimproverarsi c'è una fetta molto larga di coloro che oggi si raccolgono intorno alla Casa delle Libertà che ha altrettanto da rimproverarsi da questo punto di vista guardiamo invece l'atto posto Paolo Flores d'Arcais eh il maggiore sostenitore di Mani pulite
Di di Pietro
E ha cercato di giustificare queste sue posizioni facendo riferimento a uno dei padri nobili dell'azionismo cioè Piero Gobetti questo intellettuale torinese che teorizzò la rivoluzione liberale negli anni diciamo del primo dopoguerra cioè tra appunto il mille novecentodiciannove venti e il mille novecentoventisei che l'anno in cui Gobetti muore
Però è un'interpretazione questa dico perché da Flores d'Arcais molto discutibile perché
Flores d'Arcais dice il valore principale nella visione della rivoluzione liberale di Gobetti e quello della legalità ma non è affatto vero il valore principale per Gobetti e quello del conflitto del libero scontrò delle forze politiche e sociali
Da questo punto di vista non aveva alcun riguardo per la legalità Gobetti era un rivoluzionario cioè lui diceva e positivo che ci siano anche degli scontri fisici
Tra sostenitori di tendenze opposte che comunisti e fascisti ci spari no per le strade perché quaestor e in modo di affermare in Italia una lotta politica a viso aperto basta con i compromessi
Basta con gli inciuci quello che conta è che ci sia una lotta politica a viso aperto anche di tipo rivoluzionari
Lui diceva è vero che la destra doveva essere fortemente legalitaria ma dall'altro punto di vista diceva che la sinistra dovesse nettamente rivoluzionaria ed era contro i riformisti dell'epoca ma c'è un altro punto che se c'è un uomo che un intellettuale che culturalmente e distante anni luce dalla figura di Di Pietro
Che invece è proprio l'espressione del populismo strappai saranno di fronte certo modo così di vedere le cose estremamente Rozzoni e così via eh Gobetti
Gobetti sognava un'Italia europea l'Italia delle sagre l'Italia che semplifica tutto l'Italia che pensava diciamo di rinnovarsi semplicemente attraverso la demonizzazione dei Craxi degli uomini che l'avevano governata fino a dieci minuti fa non sarebbe affatto piaciuta
A Gobetti che mai avrebbe affidato la sua rivoluzione liberale ai magistrati ai gendarmi tanto meno a un personaggio come Di Pietro
Perché io tu torni a parlare di di Pannella più volte nel libro abbiamo fatto un accenno all'inizio quando abbiamo introdotto maledetti azionisti libro che tu hai scritto
C'è anche un'altra contesa che torna sì spesso in ballo anche quando Pannella viene qui a radio radicale che riguarda anche la al diciamo il feretro di Ernesto Rossi ci spia e ci spieghi di che cosa di che cosa si tratta degli ascoltatori di Radio Radicale quali sono le considerazioni che tu fai nel libero
Ma diciamo che forse nel libro in realtà di Pannella parlo solo in questo punto sono stato un po'troppo severo verso Pannella ecco io credo che la rivendicazione da parte di Pannella dell'eredità di Ernesto Rossi
Sia fondata fino a un certo punto nel senso che su alcune cose indubbiamente Ernesto Rossi era in linea con le posizioni che sostiene oggi il partito radicale credo che l'approverebbe
Su certe posizioni in campo economico invece del partito radicale non credo che Ernesto Rossi si troverebbe d'accordo perché ne Stone si era indubbiamente un liberale un liberista
Però era anche un uomo che riteneva necessarie molte situazioni l'intervento dello Stato nell'economia non credo che sarebbe stato a favore ad esempio di una posizione di privatizzazione della sanità che mi sembra quella che oggi sostengono i radicali
Non credo nemmeno che sarebbe stato a favore di una posizione così nettamente contro il sindacato come quella che sostiene oggi il partito radicale perché Ernesto Rossi certo
Era contro il corporativismo sindacale così come era contro certi atteggiamenti degli industriali degli imprenditori che chiamava i padroni del vapore però credo riconoscesse la funzione del sindacato in una società liberaldemocratica in un'economia
Capitalistica
E anche per quanto riguarda l'intervento dello Stato vorrei ricordare che Ernesto Rossi è stato a favore della privatizzazione della e ne della scusa della nazionalizzazione dell'energia elettrica
Un lapsus e quindi secondo me in un certo modo di presentare al mesto Rossi come un liberista
Oltranzista che a volte a Pannella è abbastanza discutibile devo dire però che invece nella battaglia anticlericali e per i diritti civili mi pare che la rivendicazione di Rossi che fa Pannella sia tutto sommato fondata
E anche diciamo contro certe forme di protezionismo economico o di diciamo
Privatizzazione dei profitti e pubblicizzazione delle perdite che sono proprie degli imprenditori italiani devo dire che un altro che si richiamata Ernesto Rossi in maniera ben più ottusi IVA di Pannella Eugenio Scalfari nel libro lo dico anche
Perché se è vero che Scalfari a suo tempo condusse alcune battaglie assieme a Rossi
Però il modo di fare politica di Scalfari rapportando sia tutti i poteri e tessendo delle trame che l'hanno portato ad essere il capo di una sorta di partito trasversale ecco sono tutte cose lontanissime proprio dallo spirito e dall'azione
Del resto Rossi quindi devo dire forse un po'esagerato nel nel libro messo un po'sullo stesso piano Pannella e Scalfari qui faccio una piccola autocritica perché sei secondo me nessuno dei due può dirsi totalmente erede di Ernesto Rossi però la rivendicazione di Pannella probabilmente più legittima di quella di scale
Un'ultima considerazione abbiamo parlato di del tuo libro maledetti azionisti quali sono state le critiche a cui sei andato incontro scrivendo
Un libro come questo su degli argomenti che magari molti non vorrebbero vedere riportati riportati alla luce ecco che tipo di accoglienza ha avuto questo questo tuo libro a qualche mese dall'uscita
Ma tutto sommato l'accoglienza è stata abbastanza buona recensioni che sono uscite quelle su Repubblica sulla sull'indice sono state abbastanza benevole
C'è stato un po'di polemica con il giornale un articolo così di Marina Valensise della quale mi ha accusato di non tener conto appunto del fatto che in molti casi i gli azionisti sono stati subalterni del PC e mi ha ciò però tutto ha detto che io ho fatto un'apologia dell'azionismo cosa che ripeto non è vero perché la mia tesi è proprio che non si può considerare l'azionismo un fenomeno unitario dopo la fine del Partito d'Azione
Poi è tornata su quella polemica di cui parlavo prima del giustizialismo diciamo con
I Flores d'Arcais gli Scalfari che hanno rivendicato l'azionismo per difendere Mani pulite in realtà io con Flores d'Arcais polemizzato nel libro così come ho polemizzato poco fa
E francamente ritengo infondata l'accusa Bobbio di essere stato un sostenitore di prima linea del giustizialismo secondo me a Bobbio ha tenuto una posizione equilibrata di appoggio fondamentalmente i giudici di Milano ma non certamente su posizioni estremiste ci sono
Personaggi della destra che hanno avuto posizioni ben più becere dal punto di vista del giustizialismo poi sono stato attaccato
Da tempi che è un settimanale che fa riferimento a Comunione e liberazione
Sostanzialmente loro dicono che è la mia interpretazione di Del Noce non ha fondamento e che del Noce accusava gli azionisti di avere le stesse posizioni di essere di avere la stessa radice del fascismo perché sia il fascismo che l'azionismo sarebbero movimenti
Fondati diciamo sul rifiuto della trascendenza
Non ispirati religiosamente che non riconoscono diciamo la presenza di Dio nella storia del mondo però capito questo vale per il fascismo vale per l'azionismo vale per il positivismo vale per il marxismo
Francamente secondo me è un'accusa con scarso fondamento una cosa un po'ridicola alla fine questa annotazione di questo articolo di tempi in cui si diceva che la falsa tolleranza dei laicisti ha prodotto il terrorismo nichilista e la diffusione dell'islamismo radicale francamente il terrorismo di Bin Laden è tutt'altro che nichilista si fonda su valori religiosi molto forti anche se distorti
E che poi si voglia accusare il fatto che in Italia ci sono dei fondamentalisti islamici oche vengono costruite troppe moschee perché questo viene visto come negativo dal da questi cattolici integralisti ecco addebitarlo al Partito d'Azione francamente è una dimostrazione di come veramente a questi poveri azionisti sì sì addebitato tutto il contrario di tutto
Va bene noi ti che ringraziamo per averci chiarito
Tutti questi dubbi sugli addebiti che vengono ossia agli azionisti da chi ringraziamo grazie ad Antonio Carioti lo ricordiamo ancora una volta autore del libro maledetti azionisti edito da da editori riuniti scusate il gioco delle parole grazie per essere stati con noi fin qui e per averci seguita