"L'azione della Confindustria per il rilancio della competitività" - organizzato dall'Unione Industriale di Torino e dalla Banca Brignone nell'ambito de "I martedì sera" (presso l'Unione Industriale, Centro Congressi, Sala dei Cinquecento)

La nostra questo nostro incontro salutando e ringraziando
Il protagonista cioè il presidente di Confindustria Antonio D'Amato che ovviamente non è estraneo al nostro ambiente alle nostre sale anzi temo che di Torino conosca principalmente questa sala è questa nostra e questa nostra sede vorrei ringraziare anche il vicedirettore della Stampa dottor basta sinché accettato e di essere questa sera il nostro coordinatore del dibattito che avremo con il pubblico e e in particolare la le Russel in particolare il presidente Niger Giubergia per il sostegno che assicura al nostro ciclo dei martedì sera
Io credo che noi imprenditori dobbiamo essere molto riconoscenti ad Antonio D'Amato dagli sforzi che gli ha fatto sta facendo ormai nel suo primo anno di presidenza di Confindustria con molto impegno e con molta passione
Per accrescere nella visibilità e per dare sempre più attività la nostra organizzazione nei confronti del Paese
Questo direi ha avuto un'evidenza particolare con quelle con quell'evento ormai mediatico di due settimane fa delle assise di Parma al centro di quale vi è stato il documento sulla competitività
Del nostro sistema industriale e della nostra economia di cui appunto ci parlerà Antonio D'Amato come hanno rilevato molti osservatori in particolare
Alcuni anche che solitamente sono critici
Significativamente critici verso Confindustria il documento che Confindustria ha presentato all'assise di Parma
Non è tanto e solo un un'accusa di inadempienza mossa la classe politica neanche una semplice lamentazione sullo stato delle cose
E piuttosto rappresenta credo la nostra proposta per una colazione profonda delle basi dello sviluppo economico italiano questo nell'interesse non solo dell'impresa ma diciamo abbiamo l'ambizione di pensare che questo possa essere interesso complessivo dalla società
Lo sviluppo è materia che coinvolge tutti da cui dipende nel nostro futuro di italiani e quindi anche di europei
Personalmente partecipando alle assise di Parma ho potuto constatare come il senso della proposta di Confindustria sia stato compreso ed apprezzato dalle leadership politiche oggi in competizione per la guida del Paese sia dal candidato dell'Ulivo Rutelli sia da quello della Casa delle Libertà Berlusconi
Il nostro tentativo esprime la volontà del mondo industriale di comportarsi agire come con la responsabilità che sentiamo di classe dirigente in confronto in collaborazione con tutte le altre componenti della società
Le organizzazioni imprenditoriali hanno particolare Confindustria ha una tradizione di neutralità nelle scadenze elettorali non per questo rinunciamo ad offrire il nostro contributo di idee
Alla strategia di politica economica che sarà necessaria a governare il nostro Paese
A Parma i leader politici hanno manifestato il loro consenso a molte delle azioni per la competitività proposto da Confindustria
Ci aspettiamo quindi che chiunque vinca le parole di consenso diventino fatti e si traducano in decisioni operative
Stiamo vivendo una campagna dai toni direi esasperati inaspriti addirittura dalle polemiche personali
Le grandi questioni restano di fatto in questo momento e strane al dibattito come fossero in ombra ne cito una sola in particolare
Che la riforma del sistema delle pensioni su cui duro grava credo l'avrete notato tutti un pesante Silenzi eppure questa riforma può liberare risorse per lo sviluppo
E nello stesso tempo ristabilire l'equilibrio delle opportunità fra le generazioni
Ed è tra l'altro anche prevista per il due mila uno quindi voglio dire un argomento di grande attualità che dovrebbe essere in qualche modo al centro del dibattito politico e che invece è accuratamente evita e tempo credo che ogni soggetto collettivo si appropri delle responsabilità che gli competono di pronto di fronte ai problemi dello sviluppo né alle sfide che la gigantesca trasformazione economica e sociale in atto impone ormai di affrontare ogni giorno i quotidiani si soffermano sulle polemiche in corso sul fronte sindacale
Non voglio quindi in questa mia introduzione entrare in questioni tecniche tengo però a dire che ormai non è più rinviabile in alcun modo il compito di ridisegnare reinventare il modello di relazioni industriali un compito che spetta credo in modo particolare alle parti sociali impresa e sindacati
Non è necessario l'avallo di un governo per provare a corde che corrispondano ai mutamenti nel mondo del lavoro e delle imprese
Viceversa c'è il rischio di ricadere in una gestione centralistica sul modello dell'ultima fase della concertazione che da strumento di sviluppo e diventato di fatto un terreno diventi rinnovo quindi non un saluto e un ringraziamento all'amico al presidente Antonio D'Amato e lo invito a prendere la parola grazie
Grazie
Andrea signore e signori buonasera io sono qui per parlarvi di competitività
Ma per parlarvi soprattutto del opportunità che il nostro Paese alla sua portata e della necessità di fare tutti insieme uno sforzo significativo per realizzare obiettivi di maggiore crescita economica di maggiore sviluppo ma anche di maggiore equità e coesione sociale che sono alla nostra portata che rappresentano credo
O un traguardo sul quale le forze non solo politiche ma anche economiche sociali devono fortemente impegnarsi in maniera molto responsabile e costruttiva nel corso dei prossimi mesi i prossimi anni perché la situazione nella quale il nostro Paese si trova oggi nel quadro della competizione internazionale
è una situazione che al tempo stesso presenta grandi luci e diverse ombre grandi rischi ma anche grandissime opportunità
Questo è un pubblico eterogenei che è stato detto
Nel quale sono presenti non solo imprenditori ma anche diversi rappresentanti della società torinese ma chiunque qui questa sera
Decide di spendere una serata per parlare di temi come questi e sicuramente avvertito e consapevole di qual è in questo momento il quadro complessivo nel quale si muove l'economia italiana e l'economia internazionale
Noi siamo usciti da una durissima crisi finanziaria che attraversato tutti gli anni Novanta
All'inizio degli anni Novanta il paese era quasi in una posizione di default finanziario
Perché non aveva voluto e saputo fare quelle riforme strutturali che erano alla nostra portata
Nella seconda metà degli anni ottanta quando altri paesi indebitati
E indeboliti come il nostro seppero affrontare quella congiuntura economica facendo quelle riforme che noi denunciamo di fare e ponendosi in una posizione di leadership e di crescita significativa
Relegando quindi nostro paese in una posizione di crescente debolezza marginalizzazione
La seconda metà degli anni ottanta l'Italia la Gran Bretagna due Paesi molto simili
Entrambi avevano una fortissima presenza di Stato nell'economia entrambi avevano fortissimo tasso di sindacalizzazione entrambi avevo una fortissima crisi del debito pubblico
Entrambi avevano aziende di Stato largamente inefficienti e quasi in condizioni fallimentari anzi in Inghilterra
Era per molti versi ancora peggio del nostro Paese perché tutte queste condizioni di quadro strutturale aggiunge una fortissima crisi della vocazione imprenditoriale che invece una come dire un fenomeno che il nostro Paese per fortuna non ha mai conosciuto né siamo da tempo il Paese che ha più talento e più vocazione imprenditoriale nel mondo per fortuna la vocazione imprenditoriale non è mai venuta meno anche negli anni più difficili la Gran Bretagna la secolare dagli anni Ottanta fece delle riforme fondamentali riforme istituzionali riforme sociali riforme economiche
Che hanno consentito a quel paese di riposizionarsi nel quadro della competizione internazionale la Gran Bretagna scelse di non essere più un Paese manifatturiero scelse di essere un Paese leader nei servizi innanzitutto nei servizi finanziari
Si riposiziona
E facendo in pochi anni quelle riforme nel corso di tutti gli anni Novanta avuto un tasso di crescita straordinario risolvendo al tempo stesso le sue differenze geografiche e socio economiche
Dando a tutto il il sistema Paese
Un tasso di crescita molto sostenute ancora oggi la Gran Bretagna cresce al tre per cento
Il nostro Paese che aveva problemi analoghi e viva pure nella seconda metà degli anni ottanta la possibilità di fare quelle riforme con le riforme non le fece debito pubblico non fu messo sotto controllo le privatizzazioni e le liberalizzazioni non si verificarono
Rise gli ha rinnovato cederanno situazioni di gravissima crisi l'esplosione che nell'ottico lasciamo del debito pubblico fu fronteggiato da una momento significativo anche delle relazioni industriali del Paese che si tradusse in quell'accordo di concertazione che trova in soprattutto Ciampi il massimo momento di presenza di forze di significato e attraverso l'accordo del novantadue e del novantatré c'è stata poi come dire quello CIR cuculi ciclo virtuoso difficile complesso
Molto come dire complicato con il quale la crisi finanziaria del nostro Paese è stata messa sotto controllo e oggi siamo usciti da questo lunghissimo percorso
E ci troviamo di fronte a una condizione in cui possiamo affrontare come dire la prospettiva degli anni che abbiamo davanti a noi con una posizione ambivalente da un lato la possibilità di fare quelle riforme economiche sociali istituzionali che da tempo non abbiamo affrontato e che divengono sempre più gente sempre più importanti
E dall'altro lato invece continuare a rimandarle
E illuderci che finita la crisi finanziaria sono finiti tutti i problemi e non rendendoci conto invece che davanti e noi corriamo il rischio di usciti dalla crisi finanziaria ritrae una vera e propria crisi competitiva
Una crisi che porterebbe il nostro Paese non sono in una posizione di debolezza riguardi nostri competitor europei ma anche sempre più in una posizione di crescente marginalizzazione rispetto agli scambi che sui mercati si stanno verificando in maniera molto intenso e molto forte
Quindi questa è l'alternativa che abbiamo davanti a noi questo il bivio di fronte al quale dobbiamo saper fare delle scelte
Abbiamo nuovamente risorse che ci consentono la serenità di fare delle scelte importanti
E abbiamo sempre di più come dire la necessità di fare queste scelte e di fare queste riforme in tempi brevi perché la scansione del tempo è affidata non già alla volontà o la determinazione della politica nazionale ma sempre di più alle dinamiche e alle tensioni dei mercati internazionali che stanno cambiando ad una velocità straordinarie
E ormai tutti non solo agli operatori economici ma anche i cittadini in quanto consumatori se ne rendono conto perché c'è sempre di più come dire un'integrazione dei mercati un'accentuazione della competizione una spinta sempre più esasperata perché si recuperi come dire non solo capacità di efficienza ma anche sempre più capacità di investimento di innovazione di soffi istigazione
Quindi questa e l'alternativa di fronte alla quale il nostro Paese si trova e abbiamo quindi bisogno con grande consapevolezza una grande determinazione di intraprendere la strada virtuosa intraprendere la strada che ci consente di realizzare quelle formidabili potenzialità che sono parte integrante del patrimonio del nostro Paese differenza di tutti gli altri nostri competitori internazionali ridare dispone di due o tre assetto competitivi molto forti il primo noi abbiamo una formidabile
Quantità di imprenditori e un forte tasso di imprenditorialità l'Italia il Paese che ha il più alto numero di nuove imprese al mondo
Ed è un Paese studiato nel mondo per questa sua caratteristica a riguardo alla conviene versetti le metti gli media di Losanna studiano continuamente il sistema di tale perché non riescono a capire come mai in Italia si fanno tanti imprenditori poi c'è il problema che questi imprenditori che nascono riescono a crescere e abbiamo l'altra contraddizione che rapì gran parte delle imprese italiane nascono e restano piccole difficilmente superano la soglia della media impresa
E quindi di qui l'altro lato della contraddizione italiana che abbiamo un alto tasso di imprenditorialità ma tantissime come dire piccole e medie imprese e pochissime grandi imprese anche la Svizzera più grandi imprese replica
Ma libere del da un grande assett competitivo così come un grande assetto competitivo e la nostra capacità di lavoro
Ed è anche la come dire l'intelligenza la creatività la dinamica che le risorse umane italiane rappresentano e che offrono un potenziale molto forte molto significativo su queste cose ne possiamo costruire su queste cose le possiamo costruire per diventare un Paese che sa crescere che sa fare meglio che far che può fare di più ma abbiamo bisogno di farlo non come dire utilizzando l'ottimismo come dire un po'velleitario che diventa soprattutto argomento di dibattito durante le campagne elettorali
Non lo possiamo fare neanche con la superficialità di chi continua a non affrontare i vecchi nodi strutturali del nostro Paese e lo dobbiamo fare con un con il piano di azione mirato preciso dettagliato che individui gli elementi di debolezza del sistema Paese
Lì verifiche li mette a confronto con gli elementi di forza dei nostri concorrenti con i quali ci misuriamo giorno dopo giorno
E quindi percorra nell'arco di una legislatura quelle riforme e quelle quei miglioramenti attraverso i quali possiamo veramente valorizzare queste nostre potenzialità e conquistare quote di mercato
Questo è il senso del lavoro che Confindustria ha fatto in questi mesi questo il senso dello sforzo che tutto il sistema confederale
Che conta di circa duecentottanta associazioni fra associazioni territoriali come quella di Torino e associazioni di categoria che vanno dalla metalmeccanica alimentare dalla moda alla ma la tecnologia digitale hanno contribuito insieme questo sistema associativo a creare questo documento per la competitività che voi trovate perché avesse la curiosità di vederlo e di sfogliarlo sul sito Confindustria www Confindustria punto it
E si chiama Azioni per la competitività sono centonovanta pagine di proposte puntuali precise con le quali Confindustria entra direttamente nel merito delle questioni che sono oggi secondo me è fondamentale per poter dare al nostro Paese prospettive significative di crescita economica espropriative significative di recupero di Corleone
Questo lo abbiamo fatto soprattutto sviluppando come dire come metodologia di lavoro quel metodo che in un azienda si usa da tempo e che si chiama benchmarking competitivo
E che da diversi anni ormai i paesi che si muovono in una logica sistemica sul mercato e la concorrenza internazionale utilizzano essi stessi
Perché sempre di più come saprete non sono solo le imprese a competere fra di loro ma solo da un lato i sistemi Paese dall'altro lato anche i sottosistemi locali
Sempre di più l'Italia compete com'è ovvio con gli altri Paesi
Come dire a livello internazionale ma sempre di più anche il sottosistema Torino con la regione Piemonte compete con le diverse regioni europee nell'attrazione di investimenti della creazione di vantaggi competitivi
Per gli operatori che non c'è possibile quello del benchmarking competitivo
E un metodo che mette a confronto le dinamiche
Tra i diversi concorrenti
E quindi si propone di misurare non quello che è stato fatto sulla base del progresso storico su se stessi
Ma piuttosto misura quello che giorno dopo giorno noi stiamo realizzando in confronto con i nostri concorrenti
Applicando questo metodo si esce immediatamente fuori dalla polemica che molto spesso ha trovato spazio in questi mesi di lunghissima campagna elettorale se il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto
Se cioè i progressi fatti in questi anni sono progressi significativi o sono piuttosto progressi insufficienti
Sicuramente in questi anni il Paese ha fatto grandi sforzi ha fatto anche i grandi progressi ma comunque mentre noi lavoravamo intensamente
Lei tutti
Impresa e famiglie cittadini professioni soprattutto il Paese lavorare intensamente per affrontarle sui ritardi e le sue contraddizioni
Gli altri Paesi con i quali non ci compete ci confrontiamo hanno accentuato la loro potenzialità competitiva facendo ulteriori riforme facendo ulteriori passi avanti
Quei paesi che avevano fatto nella seconda metà degli anni Ottanta importanti riforme hanno continuato a fare riforme ad aumentare il loro come dire vantaggio competitivo lungo tutto il corso degli anni novanta
E anche adesso recentemente nel corso dell'ultimo anno mentre noi dobbiamo discutere
Di vecchi problemi loro si sono come dire aggressivamente posti nuovamente all'avanguardia e parlo di Gran Bretagna parlo di Francia parlo di Germania cercando di rinnovarsi sul piano delle politiche fiscali sul piano delle politiche infrastrutturali sul piano delle politiche energetiche
Per dare ai loro sistemi economici più vantaggio competitivo più capacità di conquistare quote di
Quindi questo sistema del benchmarking competitivo e un metodo di lavoro che ci consente di valutare dove siamo noi dove sono gli altri
E ci consente soprattutto di renderci conto che la velocità con la quale gli altri si stanno attrezzando per conquistare quote di mercato e la velocità che cresce giorno dopo giorno
E là dove siamo rispetto agli altri
E noi non stiamo bene non stiamo affatto bene perché se è vero che abbiamo dovuto affrontare vecchi problemi grandi crisi
E altresì vero che nell'affrontare questa lunga Tumminello degli anni novanta
Ne siamo usciti fuori più poveri più marginali
E anche più diseguali
Ma soprattutto ne siamo usciti fuori avendo perso quote di mercato e quote di ricchezza a vantaggio dei nostri concorrenti
Però sul piano dell'interscambi internazionali tale perso circa ventitré e ventiquattro punti percentuali nel corso degli ultimi cinque
E perdere quote di mercato è una cosa gravissima perché le quote di mercato nota che si perdono non si riconquistano facilmente
Perché si difendono col sangue con le unghie e con i denti
E il patrimonio più forte che un Paese un sistema economico a sua disposizione
E siamo usciti anche con un fortissimo accentuazione dei nostri squilibri infrastrutturali
L'Italia nel corso della seconda metà degli anni novanta ha toccato
La punta negativa più basso di investimenti pubblici dal mille novecentocinquantotto mai siamo stati una un Paese che per affrontare la crisi finanziaria degli anni novanta non ha fatto più investimenti su se stessi il nostro patrimonio infrastrutturale come dire ne risente grandemente abbiamo quindi un sistema energetico costoso è obsoleto abbiamo un sistema di comunicazioni viarie su gomme su ferro assolutamente inadeguate
Abbiamo un indice di infrastrutturazione rispetto alle regioni con le quali ci misuriamo che del tutto come dire inadeguato
Se perdiamo la regione più infrastrutturata d'Europa quella di Amburgo e la confrontiamo con una Regione fra le più infrastrutturate del Mezzogiorno
Quella dell'Abruzzo Amburgo vale cento e l'Abruzzo vale vado a memoria arrotondo i numeri credo ventidue ventitré
E se prendiamo la media delle infrastrutture europee confrontiamo quelle del Centro-Nord perché sono le migliori di cui il Paese dispone
Siamo a un buono a trentacinque quaranta per cento al di sotto della media europea quindi abbiamo un fortissimo
Come dire Delta infrastrutturale che rappresenta ogni giorno che il prodotto lascia ai cancelli dell'azienda un costo fortissimo che come dire rende sempre meno competitivo il nostro prodotto che vendiamo in giro per il mondo
E c'è un altro elemento che significa dire che indicativo della perdita di competitività del nostro Paese ogni anno si investono in Europa dal mondo
Centinaia di migliaia di miliardi nel l'anno due mila sono stati investiti in Europa trecento miliardi di dollari di investimenti esteri dire sono investimenti che imprese fanno al di fuori dei propri confini nazionali
In Paesi terzi in Europa sono arrivati i trecento miliardi di dollari
L'Italia si è confermata per le ce l'hanno di seguito l'ultimo Paese in Europa nell'attrazione di investimenti esteri diretti
Lei ha tre amo circa lo zero tre zero quattro per cento del nostro prodotto interno lordo e terreni investimenti esteri diretti
Ci sono Paesi che attraggono sette otto nove per cento del loro prodotto interno lordo la Gran Bretagna ha tratto l'anno scorso ottanta miliardi di dollari investimenti esteri diretti sono centosessanta mila miliardi
E l'Italia credo che sia a tre miliardi di dollari
E la Gran Bretagna è un Paese assolutamente paragonabile all'Italia in termini di prodotto interno lordo dimensioni geografiche che potenzia
Ora questi sono alcuni elementi che indicano la forte debolezza
Con la quale oggi il nostro Paese si muove sul piano della competizione internazionale perché sono le spie che dimostrano la perdita di mercati
E la poca attrattività degli investimenti esteri come il nostro Paese pur disponendo di un forte ceto imprenditoriale di un forte talento imprenditoriale non riesca davvero a fare quel salto di qualità che è necessario
E che noi siamo convinti come Confindustria è assolutamente alla nostra portata
Vorrei chiarire
A tutti che la visione di Confindustria del Paese non ce n'è molto positiva nel senso che ne siamo convinti che il Paese può fare grande sviluppo un grande salto di qualità nella crescita economica nella crescita occupazionale se però fa con le riforme che devono essere fatte fidarmi
E su queste riforme ci siamo impegnati su questo progetto abbiamo quindi fatto delle proposte concrete le abbiamo fatte utilizzato questo lato del benchmarking l'abbiamo fatto consapevoli di quelli che sono come dire i divari competitivi che abbiamo curato in questo tempo
Abbiamo fatto le proposte concrete perché abbiamo voluto uscire dalla logica che e diventato ormai prevalente nel dibattito di tutti i giorni da troppi mesi a questa parte
Dei veti contrapposti per cui soggetti economici e sociali continua a porre veti piuttosto che non confrontarsi sui progetti e sulle proposte specifiche
O delle critiche è giusto perché etica noi invece ci siamo assunti la responsabilità di fare delle proposte qualora piacere potranno piacere ma solo un'assunzione di responsabilità precise un contributo in Confindustria dal paese
Queste proposte non entro nel dettaglio specifico molte di queste le conoscete riguardano soprattutto quelli che sono i Delta fondamentali i divari fondamentali che rende il nostro Paese meno attrattivo di investimenti della capace di competere
Insite si avvia una politica fiscale che continua a essere gravemente penalizzante per le imprese che competono perché da come si paga quasi il doppio delle tasse sul reddito d'impresa di ogni altro Paese concorrente
A livello internazionale abbiamo forti rigidità del mercato del lavoro la forte carenza infrastrutturale abbiamo forti deficit del sistema formativo e di educazione scolastica universitaria
Abbiamo fortissimi handicap ancora la riforma della pubblica amministrazione anche se dei grandi passi in avanti sono stati fatti abbiamo lì ancora dei forti ritardi accumulare
Abbiamo una struttura del credito dei mercati finanziari ancora insufficiente sulla quale bisogna rafforzare investire insomma ci sono diverse aree sulle quali intervenire abbiamo indicate ventidue queste sono le aree sulle quali gli ho fatto delle proposte puntuale delle proposte precise
Vedo riteniamo che le proposte di Confindustria siano le uniche
O siano le migliori possibili lo riteniamo che sia il meglio del contributo che l'industria italiana può offrire un Paese soprattutto consapevole del fatto che le nostre imprese competono sui mercati internazionali pagano con il fallimento l'insuccesso e abbiamo cercato di portare qui ricette proposte che sono come dire state sperimentate in altri sistemi economici con successo
Quindi lei senza pretese di assoluta come dire
Pizza ostilità abbiamo cercato di come dire proporrà il meglio
Pronti naturalmente a discutere a confrontarci con con sistema politico con le altre parti sociali
Ma siamo convinti
Che chiunque
Vinca le elezioni e
Assume la responsabilità di guidare il Paese in corsa prossima legislatura debba con grande chiarezza dire agli italiani quale Paese intende lasciargli alla fine bisogna dura debba dire con chiarezza all'impresa di quale quadro competitivo queste competeranno alla fine della legislatura
Libero soprattutto impegnarsi su alcuni obiettivi precisi che sono quelli che poi Confindustria propone questa volta sì con in maniera molto fredda molto determinata al sistema della politica perché sono quegli obiettivi che secondo noi qualificano tutta la prossima legislatura è tutta l'azione di governo
Gli obiettivi non sono obiettivi come dire per le imprese
Gli obiettivi sui quali noi misureremo la capacità di nel governo prossimo non sono nella quantità delle tasse della quantità di flessibilità sul mercato del lavoro negli investimenti in infrastrutture perché questi sono secondo voi strumenti con i quali si realizzano questi obiettivi
Ne abbiamo proposto alcuni altri dovranno avere forse anche di meglio ma gli obiettivi sui quali noi pensiamo il paese si debbano impegnare sono precisi sono puntuali e sono obiettivi per il Paese e solo tre in particolare il primo vita lo si deve dare un obiettivo di crescita del tasso di occupazione
Che non è
Come dire la riduzione della disoccupazione e la crescita della quantità di popolazione attiva che lavoro in negli Stati Uniti da abbiamo il settantadue per cento di occupazione cioè il settantadue per cento dalla popolazione che lavora
Popolazione attiva che lavora in Europa abbiamo una media del sessantadue per cento
Il vertice di Lisbona ha impegnato i paesi europei darsi dieci punti in più alla fine dei prossimi dieci anni quindi fra cinque anni presumibilmente il tasso di occupazione Europa sarà del sessantacinque forse sessantasette per cento
In Italia la media del tasso di occupazione oggi del cinquantadue per cento
Di cui il quarantadue per cento nel Mezzogiorno
Pensiamo che chiunque prenda la responsabilità di guidare il Paese debba porsi un obiettivo preciso di dare al Paese un tasso di occupazione di almeno sessantacinque per cento
Perché solo in questo modo che noi affrontiamo non solo i problemi di debolezza del tessuto sociale ed economico ma anche problemi significativi come quello della riforma delle pensioni come quello dello squilibrio che esiste fra invecchiamento della popolazione e come dire
Problema del del sistema previdenziale assistenziale e quant'altro secondo obiettivo fondamentale e quello della riduzione drastica del divario tra Mezzogiorno resto del Paese
Noi oggi abbiamo ancora fra nord e sud in termini di prodotto interno lordo per carità circa quarantatré per cento di differenze
E questo è un tasso di come dire squilibrio regionale inaccettabile in un Paese che voglia essere civile e soprattutto sviluppato come il nostro
E abbiamo un terzo elemento fondamentale un terzo obiettivo fondamentale che quello di una drastica riduzione del tasso di economia sommersa nel nostro Paese
Vitale oggi a un economia sommersa di circa ventotto per cento del prodotto interno lordo secondo diversi centri di ricerca e di centri studi non ultimo quello della stessa Comunità europea
Là dove tutti gli altri Paesi europei in particolare Francia Germania Inghilterra hanno quattordici per cento del loro PIL che sommerso probabilmente c'è una quantità di prodotto interno lordo che e e resta sommerso perché sommerso incomprimibile fa parte come del modo stesso dell'organizzazione del sistema sociale del sistema economico
Ma sta di fatto che nel nostro Paese il sommerso è diventato un modo tra virgolette istituzionalizzato con il quale oggi si organizza i rapporti fra società ed economia cioè il sommerso rappresenta un forte ammortizzatore sociale del Paese
Perché molto spesso il sistema come dire politico istituzionale continua a ritenere anche la stessa cultura comune continua a ritenere che sia meglio essere sommersi piuttosto che non disoccupati con il sommerso sì riduce la tensione
Come dire sociale civile per dare al Paese più lavoro reale più lavoro legale
Ma il sommerso è una piaga enorme per il nostro Paese non solo dal punto di vista della qualità della vita e della legalità ma anche dal punto di vista della competitività e della civiltà
Perché il lavoro sommerso sfruttamento vero dei lavoratori che non hanno nessuna regole nessuna protezione
Quindi a un mercato sopra protetto iper rigido corrisponde al mercato del tutto come dire senza regole e senza il minimo di diritto di cittadinanza per il lavoratore
E concorrenza sleale per le imprese emerse evasione fiscale e contributiva ed è poi l'aria nella quale in molte parti del Paese si intrecciava la vite ma l'economia si devono quindi fenomeni di distorsione della stessa convivenza civile e di indebolimento della stessa struttura di legalità del Paese quindi la riduzione delle del del tasso di economia sommersa e un obiettivo non solo di competitività ma anche di legalità e di civiltà irrinunciabile per il nostro Paese
Giusto per darvi un numero se noi portassimo l'economia sommersa del nostro Paese a livello del Gran Bretagna dell'Inghilterra noi recupereremo trecento e rotti mila miliardi di prodotto interno lordo
E l'attuale livello di pressione fiscale e contributiva del quarantadue quarantatré per cento
Questo equivale a circa centoventi centotrenta mila miliardi di gettito fiscale contributivo in più con il quale lo potremo abbassare tasse sulle famiglie tasse sulle imprese oneri sociali sul costo del lavoro e dare una congrua riduzione lo stock di debito
Quindi ce n'è di che fare che rimette il Paese in condizioni veramente di correre e di lavorare sereni
Ora questi sono gli obiettivi che noi abbiamo proposto al Paese
Su questi obiettivi secondo voi occorre impegnarsi tutti occorre impegnarsi con la responsabilità di chi e e deve essere consapevole
Che se si intraprende la strada virtuosa delle riforme e del come dire il risanamento non solo finanziario ma anche strutturale dell'economia italiana
Il nostro Paese può far lucrare salto di qualità e può davvero creare più benessere e più ricchezza per tutta la nostra cittadinanza
Diversamente se noi non intraprendiamo questa strada delle riforme nostro paese si indebolisce
Si impoverisce sarà difficile difendere questo livello di reddito di benessere che abbiamo faticosamente conquistato in questi cinquant'anni di storia industriale ed economica del Paese
Vorrei chiudere dicendo che l'opzione quindi che Confindustria propone al sistema politico alle forze sociali sindacati e cittadini non è un'opzione di una come dire
Di una competitività che si basi esclusivamente sulla logica di costi bassi su una logica di riduzione di livelli di regole e di trasparenza di mercato e al contrario
Una come dire una politica che metta al centro dell'azione di governo e delle parti sociali
Il rilancio della competitività del sistema Paese perché si possono generare quelle risorse necessarie per aumentare
La quantità di valore che il sistema industriale italiano generato di produrre e riposizionarsi sul piano della concorrenza come dire più ricca più intelligente più più virtuosa
Questo secondo me come dire
Rappresenta un impegno forte
Sul quale dobbiamo muoverci tutti c'è molto da fare anche per lo stesso sistema delle imprese
Nel chiedere al Paese di essere più competitivo nuovi impegnamo le nostre imprese ad essere se stesse non solo più competitive ma anche capaci di investire di più su se stesse sulla loro capacità di crescita
Noi abbiamo al Parma come diceva prima
Andrea Pininfarina preso un impegno forte nei riguardi non solo dire stessi una come dire anche pubblicamente perché riteniamo che si debba dimostrare al Paese una rafforzata capacità dell'impresa italiana non solo a difendersi i mercati che oggi abbiamo ma soprattutto a conquistarne di nuovi a investire di più il
Ricerca formazione innovazione penetrazione di nuovi mercati
Perché
Abbiamo da un lato l'opportunità quando si rimescolano le carte del mazzo sui mercati non gli assetti di potere sui mercati di conquistare nuove quote se siamo più forti più aggressivi più pronte di investire l'abbiamo dall'altro anche la possibilità il rischio di uscire da questi come dire nuove
Ridefinizioni delle posizioni di mercato se non ci giochiamo fino in fondo la carta della nostra competitività aziendale quindi così come il Paese deve impegnarsi nell'essere più forte e più competitivo noi rafforziamo il nostro impegno nel rendere nostri prese ancora più mirate e più come dire concentrate nel nel nel conquistare quote di mercato e soprattutto nel dare un contributo ancor più forte alla crescita economica del Paese una parte importante una martire significative la partita che
Mette in gioco per tutti quanti noi come dire la possibilità di diventare veramente un Paese che sa crescere guidare la crescita in Europa cosa che secondo me
Diventa necessaria nel momento in cui tutto quello che intorno all'Europa oggi segna il passo segna il passo precipitosamente
Abbiamo un mercato internazionale che si indebolisce una grossa crisi che sta come dire complicandosi sempre di più in Giappone un'economia americana che rallenta e che perde fiducia in se stessa
Un'Europa che non riesce ancora prende il testimone dello sviluppo io credo che in questa Europa
Che è essa stessa piena di problemi e di contraddizioni l'Italia può giocare un grandissimo ruolo può prendere d Italia il testimone dello sviluppo
E mettere in moto un processo di crescita forte perché più di tutti gli altri oggi andiamo il profilo giusto per diventare un Paese leader nel modo in cui la competizione si sta disegnando abbiamo bisogno rapidamente di fare i conti con le nostre contraddizioni
E fare queste riforme che sono alla nostra portata e che se ci mettiamo seriamente fare come dire
Le cose che pure potremmo saper fare
Ci daranno la possibilità di fare più occupazione più crescita più sviluppo tutti quanti
Grazie presidente D'Amato sono son davvero contento di avere l'occasione di incontrarvi tra l'altro così numerosi che per l'occasione
Chi nuovo di sentire che opinioni del presidente D'Amato devo dire avevo già trovato molto interessante lo sforzo fatto a Parma di porre al centro del dibattito pubblico un concetto comunque della competitività dell'efficienza del Don
Funzionamento del Paese il sistema Paese un concetto che che in qualche modo non era comune nel dibattito pubblico italiano mentre molto spesso non si sentiva all'estero sono convito che posso essere d'aiuto proprio al dibattito anche politico ma mentre mentre parlava presidente del dell'importanza di di sottolineare l'aspetto competitività anche in Italia mi veniva in mente che c'è forse una qualche analogia tra l'introduzione del concetto nel dibattito italiano e quello che sta succedendo da diciamo due anni anche in Europa anche in Europa si è passati da una fase cui si parlava essenzialmente di convergenza vi ricordate i criteri di convergenza in qualche modo una forma di cooperazione di assimilazione cercare di essere tutti uguali
A una fase in cui introdotto l'euro quello che è importante è sostanzialmente competere uno con l'altro
L'effetto sull'Europa per ora non è stato
Confortante per qualche ragione è sembrato più difficile
Riuscire a realizzare quel processo integrazioni istituzionale quel processo di consenso politico
Come diciamo facciamo due due ipotesi da più ipotesi è come se da competitività in qualche modo pretendesse un suo costo dal punto di vista del consenso
Anche per la costruzione di istituzioni
E questo potrebbe essere un'ipotesi preoccupante una seconda ipotesi invece che di fronte Allen all'urgenza economica della competitività da politiche in qualche modo non abbia gli strumenti non si è ancora adeguata non si è ancora così modo le chiedo quale delle due ipotesi per
Io credo che parola conferita a livello europeo
Se la competitività pregiudica in qualche modo ha un suo costo di consenso
E questo può essere un costo anche per la costruzione comune del Paese orco dell'Europa
Ma qui ne abbiamo una partita su due tavoli ma da un lato va be'ho bisogno del nostro Paese più competitivo perché siamo un Paese che a squilibrio ritardi più forti degli altri
E qui sicuramente la nostra politica e in ritardo è veramente in ritardo tutti ci continuiamo a guardare la fotografia di quelli che abbiamo di quelli che eravamo ieri
Continuiamo costruire a pretendere di costruire il futuro guardandoci indietro il che è importante perché dobbiamo sapere da dove partiamo dobbiamo soprattutto sapere dove vogliamo arrivare dove saranno gli altri
Quindi qui la nostra politica il ritardo perché non alla cultura del confronto competitivo e non alla cultura proprio della il senso del tempo una volta si diceva che il variabile il salario è una variabile indipendente oggi si pensa che il tempo sia una variabile indipendente e non lo è il tempo non è fatto più una variabile indipendente non lo è mai stata ma soprattutto non è questo
C'è poi un secondo tavolo su quasi giorno questa partita la competitività che quello sicuramente come dire europeo perché così come l'Italia problemi di posizionamento competitivo facciamo prodotti prevalentemente maturi siamo attaccati dall'alto da chi è il leader di innovazione
E siamo attaccati dal basso da chi è il leader di costo o perché ha costi di sistema più bassi o perché ha costi sociali più bassi perché ha sono paesi in via di sviluppo
E quindi dobbiamo metterci fra quelli che sono in grado di fare più valore più innovazione recuperando strutture di costo
Così come dire ventenne ce la prospettiva più magro e l'Europa l'Europa grandi problemi di stato sociale un po'in quasi tutti i Paesi occidentali
Continentale ha gravi problemi di pressione fiscale a gravi ritardi e la capacità di fare ricerca innovazione a diversi livelli discutibile regionali nessuno programmi come come
E anche in Europa abbiamo un fortissima crisi del funzionamento istituzionale
Abbiamo una burocrazia che in alcuni casi ben peggio di quella nazionale quindi con un problema molto serio di qualità della burocrazia
E abbiamo soprattutto il ceto politico che essendo per tutti i Paesi europei non solo per l'Italia
Nella maggior parte dei casi voi pensionati o quelli che non ha avuto successo nel paese nazionale largamente inadeguato a governare e gestire le complessità oggi del vero come l'Europa e da questo punto di vista un Paese veramente come dire con molti provvede con molte complessità e devo dire che
Oggi c'è una consapevolezza maggiore
Prodi si sta su questo impegnando molto e credo anche positivamente c'è oggi una consapevolezza maggiore della necessità di dare all'Europa un assetto competitivo un posizionamento strategico più forti e c'è anche la necessità di dare all'Europa un ruolo politico e strategico più significativo insomma basti vedere come finalmente il fatto che l'Europa abbia preso dopo la posizione degli Stati Uniti nel rigettare il il protocollo di Kyoto un punto fermo come questo abbia dato subito a livello internazionale un monito molto forte gli Stati Uniti e cioè si erano tutti disabituati Romero fattiva anche sul piano internazionale
E quindi c'è bisogno che questo accada ma anche lì c'è bisogno di una forte focalizzazione sulle questioni della competitività temi questi a lungo discussi ma sui quali dobbiamo come dire fare un grosso sforzo perché abbiamo la responsabilità come come come sistema europeo di prendere il testimone dello sviluppo perché ripeto gli Stati Uniti non saranno in grado di crescere e di trainare la locomotiva della crescita così come hanno fatto nel corso del decennio precedente perché impensabile che non ci sia una fase di rallentamento Tuccillo così forte il Giappone certamente non è alle condizione strutturale
L'Europa è l'unico pezzo del mondo che può e deve mettere in moto una sua autonomia nel nella crescita e nello sviluppo ma per farlo anche qui occorre molto focus su questo tema
Grazie
Siamo siamo spesso confrontati con l'idea del di un modello sociale europeo lei ha fatto un esempio molto interessante citando il caso
Della Gran Bretagna che tanto diverso percorso di sviluppo avuto rispetto rispetto all'Italia
In qualche modo in Europa adesso stiamo vedendo che vari paesi stanno realizzando un vantaggio competitivo su gli altri ma non sono caratterizzati per forza da un unico modello europeo
Ci sono Olanda Spezia perfino la Francia sta vendono dei risultati superiori alle attese
Con un modello che che in qualche modo diverso da quello britannico ognuno ha un suo o sul modello quello che li caratterizza sembra quasi essere la qualità di un concetto un po'astratto che si chiama classe dirigente ammesso che esista
Dobbiamo preoccuparci è proprio questo il problema dell'Italia abbiamo davvero un problema di classe dirigente non all'altezza delle ambizioni del Paese
Sì
Penso proprio di sì
Bazzoli sei
Questo Paese sul quale tutti i componenti eccepiti gettano responsabilità noi per primi
Nel modo più assoluto un fratello diciamo in maniera molto chiara noi cerchiamo di prendere un la nostra responsabilità di ceto dirigente del paese di un pezzo del Cerved getta il Paese riconoscendo naturalmente come doveroso e necessario fare il primato alla politica
E ci mettiamo già abbiamo cercato di prenderci questa responsabilità mettiamoci sul terreno concreto delle proposte però insomma è un fatto che non nel corso degli ultimi anni
E moltissimo nel corso degli ultimi mesi ma sicuramente nel corso degli ultimi anni assistiamo ad un continuo degradare del livello di confronto fra parti sociali e sistema politico
La concertazione ha avuto un suo momento alto forte vero l'unico quando stavamo andando il rischio di fallimento cioè il nostro Paese negli anni all'inizio degli anni Novanta corre il rischio di avere i soldi come dire per andare avanti un rischio di default vere e proprie
Quindi avere la situazione di grandissima crisi lì tutti spaventati ci siamo messi di fronte come dire alla responsabilità delle scelte e obbligati dalla gravità di quella situazione abbiamo cambiato ma non è un paese c'è un una vera classe dirigente un vero ceto dirigente sa anticipare le crisi e sa gestire le opportunità e se a creare opportunità di sviluppo vero
E non è il Paese come dire e non è la classe dirigente responsabile quella che è costretta a fare le scelte solamente quando non ci sono alternative Matiz noi da allora in poi abbiamo continuamente degradato il livello di concertazione vietata sempre più consociative sempre più corporativa
Non abbiamo avuto la capacità di lanciare sui grandi temi strategici sui quali ci dobbiamo confrontare
Ci travolge la situazione in cui abbiamo davanti a noi quelli che Carli e la Confindustria di venticinque anni fa chiamava lacci e lacciuoli e che oggi sono dei veri e propri non discorso ai quali stiamo indicando le prospettive di crescita di sviluppo del Paese
I problemi di venticinque anni fa nella maggior parte dei casi sono ancora i problemi di oggi
E noi non possiamo costruire l'Italia del due mila e Avvenire con le vecchie regole le vecchie norme le vecchie ingessatura le vecchie contraddizioni venticinque questo non è tollerabile questo è soprattutto in gran parte ritardo della nostra classifica
Devo intanto ringraziarvi per la quantità di domande che già stanno arrivando sono tra l'altro tutte le pene interessanti quindi smette di farle io immediatamente
Però in qualche modo gliene faccio una che
Che le ho già fatto il cui ti sposti diciamo in modo diplomatico
La domanda di del dottor Fabio Ramigni Associazione Amici Università di Torino presidente per dare una soluzione i gravi problemi del Paese che dottor Mini pensa che sarà necessario mettere a rischio la cosiddetta concertazione
Quando io penso che la concertazione sia uno strumento e non un un obiettivo fine a se stesso
Io penso che la concertazione se è un modo con il quale responsabilmente le parti sociali il governo si confrontano su come imprimere al Paese più modernizzazione più competitività passi in avanti ieri sulla strada delle riforme uno strumento utile e di significativo
Perché sicuramente fare grandi cambiamenti col consenso e meglio ed è il più rapido che farli come dire con il confronto è con il dissenso
Però non possiamo in molare sull'altare del consenso a tutti i costi le prospettive del paese e non possiamo far diventare la
Concertazione la certificazione corporativa che meglio di quello che si
Perché in questo modo noi cinge siamo ci blocchiamo
Quindi noi pensiamo che si debba distinguere nettamente fra le materie che sono di contrattazione fra le parti sociali quelle che sono invece di concertazione fra parte sociale governo Welfare State riforma delle pensioni
Riforma del mercato del lavoro
Sono in molti casi materie di concertazione piuttosto che la ricontrattazione perché il governo come dire indispensabile protagonista di questo tavolo
Io penso che le parti sociali libero responsabilmente confrontasse precipuo di un Governo che con autonomia con come dire
Determinazione sappia fare il suo ruolo e quindi sappia poi decidere fare riforme necessarie
Non è possibile che le parti sociali metta Romiti e blocchi al governo non è neanche democratico non è giusto non è non è parte di una democrazia di una civiltà come dire moderna accettabile
Non è d'altra parte utile che il governo faccia riforme senza aver ascoltato le parti sociali penso che si debba ritornare ad un confronto vero soprattutto Coccoluto senza amiche senza pregiudiziali una concertazione
Che tasca sotto come dire l'insegna di veti incrociati o di pregiudiziali non da alle parti quella responsabilità quell'autonomia e soprattutto quella confidenza in senso inglese come si usa dire che rende possibile un confronto vero il fino in fondo
Le foglie subito fare una domanda che che che mi piace molto e cioè la richiesta
Il domanda Manda si preoccupa soprattutto nel fatto che i candidati premier che tra poco si confronteranno alle elezioni non diano grande concretezza nei loro programmi proposte economiche
E le viene chiesto quindi se dopo le assise di Parma pensa di attivare qualche iniziativa per far sì che tocca sottoposto le proposte dopo aver raccolto in qualche modo consenso sia da Rutelli se Berlusconi ci si una forma di impegno concreto da parte dei candidati niente un particolare la domanda si rivolge sulla questione delle pensioni sulle quali è calato un silenzio inquietante
Si riuscirà a esercitare pressione per avere due proposte chiare su cui poi gli italiani possono pronunciarsi
Io penso che non ci sia solo quella delle pensioni ma c'è anche la questione delle liberalizzazioni ci sono i costi liberalizzazioni delle professioni dei mercati del c'era questo delle privatizzazioni c'erano diverse di questioni sulle quali flessibilità del mercato del lavoro e riforma del mercato del lavoro
Ci sono diverse questioni sulle quali nessuno parla
Perché sono questioni naturalmente impopolari in campagna elettorale
Per quanto riguarda Confindustria noi siamo in attesa di vedere nero su bianco programmi e obiettivi di legislatura da parte dei due schieramenti
E gli obiettivi sono altrettanto importanti degli strumenti perché gli strumenti coi naturalmente risulteranno modificabili in corso di legislatura irragionevole anche delle grandezze macroeconomiche gli obiettivi precedevano rappresentare la rotto sulla quale il governo si deve ci auguriamo francamente che poi la stampa e l'informazione
Sia su questo come dire in grado di spingere il confronto in questo momento ha fatto molto di polemiche di demagogia e di demonizzazione di reciproche su un terreno più pragmatico più come dire netto di verifica dei programmi di come dire delle proposte concrete quello che non è utile in questo momento e la brutta qualità del confronto che si sta come dire realizzarono un confronto che molto spesso sta avendo dei toni di grande inciviltà
Piuttosto che non invece un
Verifica di programmi di progetti reciproci insomma questo non aiuta veramente nessuno
C'è un interessante domanda che in qualche modo parafrasando un modo di dire che usava Oscar Wilde che diceva
I buoni consigli sono meravigliosi soprattutto perché riguardano gli altri si danno agli altri su quello che devono fare gli altri la domanda che le viene rivolta con un qualche dirà il tratteggio un approccio piuttosto diretto e come risponde alle accuse di Cofferati gli industriali italiani responsabili di investire poco nonostante conseguimento di significativi profitti non rispondo alle polemiche di Cofferati perché non ha senso
Perché io credo il Paese ha bisogno di fatti di scelte non ancora
Però sul quantità di investimenti del sistema italiano sulla politica del impresa per fare innovazione va fatto un chiarimento ve lo trovate tutto
In questo www Confindustria punto it lì ci sono i numeri ci sono centinaia di tabelle di numeri di dati
Però vorrei dire due-tre cose molto seri molto molto puntuali perché purtroppo non sono non fanno parte del patrimonio di conoscenza comune
E ci sono cose sulle quali anche noi come Confindustria da poco stiamo lavorando con un confronto come dire a livello internazionale allora ci sono i numeri sono importanti il primo se ne mettiamo a ci mettiamo a comparare la redditività delle imprese italiane rispetto alle imprese inglesi francesi tedeschi americani
Noi abbiamo il trenta per cento in meno di quelle francesi e tedesche cinquanta per cento in meno di redditività di quelle come dire gli anglosassoni
E siamo come dire rispetto alle imprese americane incomparabilmente al di sotto
Gli americani sono i termini profitto tre volte più di quanto non facciano imprese italiane
Questo per due ordini di ragioni
Primo perché noi abbiamo un livello di inefficienza di sistema più alto dal costo dell'energia accosterà logistica secondo perché sul reddito dell'impresa prodotta ne abbiamo mediamente più tasse degli altri
E quindi fatto cento il risultato prima delle tasse noi paghiamo quasi il doppio rispetto agli inglesi e gli americani quindi la capacità di cashflow netto cioè di finanza netta che viene come dire alla fine del conto economico e di gran lunga inferiore
Questo rende debole il sistema che non riesce a fare abbastanza Investimenti in crescita in come dire di sviluppo perché ha meno risorse da investire
Ma rende soprattutto come dire meno attraente l'investimento nel nostro Paese la controprova di questo discorso e che tutti i manifesti l'altro tranne che in Italia
E quindi i capitali poi si muovono secondo una logica se volete brutale ma efficiente della migliore remunerazione dell'investimento
Il fatto che in Italia continua a non venire nessuno ad investire non amica perché ne siamo un Paese brutto dove si mangia male piove sempre la gente inospitale non ha radici culturali ne siamo il miglior paese del mondo
Sotto tutti questi aspetti ma non sotto quello della competitività e del rendimento del capitale investito infatti la gente non viene questa è la controprova del ragionamento per quanto riguarda invece la capacità di investimento il sistema produttivo italiano cioè di quelli che come noi stanno qui a fare il loro mestiere il giorno dopo giorno
Anche qui abbiamo dato abbastanza significativo
Noi abbiamo rispetterò ogni cento lire di di di fatturato una capacità di una necessità di investimenti capitale fisso superiore rispetto ai francesi tedeschi inglesi e gli americani
E quindi abbia un ritorno sugli investimenti più basso rispetto a quelli di tutti gli altri Paesi con i quali noi competiamo cioè la quantità di capitale fisso investita nel vostro Paese e mediamente più alta di quell'immensità negli altri paesi poco
La ragione per la quale questo accade e perché noi abbiamo da circa trent'anni a questa parte una forte Straße Disma strategica del nostro sistema produttivo
Per aggirare le rigidità e gli alti costi del mercato del lavoro ma soprattutto le rigidità del mercato del lavoro più ancora dei costi
Il sistema produttivo italiano ha da trent'anni a questa parte una fortissima quantità di capitale investito in innovazione di processo
E questo rende il nostro sistema al tempo stesso più distratto rispetto all'investimento di innovazione di prodotto
E anche meno efficiente dal punto di vista del rapporto fra utile e capitale investito
Il che e strategicamente una come dire perversione
Pericolosissima perché ne stiamo diventando un Paese che produce sempre più efficientemente prodotti sempre più vecchi
E quindi ci stiamo veramente buttando fuori dal quadro della competizione perché per queste rigidità noi ci stiamo assolutamente come dire marginalizzata se mila pecore un minuto vi vorrei spiegare
Quanto importante rende il mercato del lavoro più flessibile non perché così si governano meglio le fabbriche insomma mi sembra francamente un po'da gente che c'ha l'anello al naso pensare che Confindustria voglia proporre un mercato del lavoro senza regole senza tutela senza come dire rispetto dei lavoratori noi siamo anzi quelli che primi e con molte critiche anche da sinistra hanno affrontato la questione del lavoro sommerso del dare diritto di cittadinanza a lavoratori e a pezzi del Paese che il diritto di cittadinanza non avevano affatto
Ed è la questione del sommerso l'abbiamo fatto un cavallo di battaglia rigidissimo rigorosissimo
Ci poniamo l'obiettivo di rendere il Paese non solo più ricco ma anche più equo e più coeso quindi credo che cerchiamo di darci degli obiettivi come dire che non solo di liberismo sfrenato ma sono piuttosto come dire di una questione sociale più più ragionata perché ci crediamo perché utile per il sistema produttivo per l'impresa perché credo che sia utile per tutti quanti cittadini
Quindi anche Veltroni
Ed è un'altra e che la rigidità del mercato del lavoro non solo ci fa perdere tutte le opportunità della nuova economia dello sviluppo delle cose eccetera
Ma determina questa situazione dista subiscono per cui il nostro Paese continua a fare investimenti di processo piuttosto che non investire t di prodotto allora se voi vedete se voi avete avuto il la possibilità di vedere quando c'è stata la sentenza sulla Microsoft dell'Antitrust americano qualche mese fa per televisione l'immagine la Microsoft
Non avete visto dei giovani brillanti che in un bellissimo campus progettavano al computer del software sofisticato avete visto un astro trasportatore abbastanza sgangherato
Con tante donne piuttosto come dire robuste tu immaginarlo bella presente ispaniche
Povere come dire manodopera come dire veramente cito che metteva una mano prodotti come dire sofisticati in scatole che rappresentava una confezione di questo sofistica disse ho prodotto che era prodotto dalla Microsoft non c'è una fabbrica italiana piccola sgangherate marginale che sia chiavi un livello di automazione così presto
Perché in Italia per aggirare tutte le rigidità del mercato del lavoro abbiamo un fortissimo a livello di innovazione di processo tant'è che l'Italia è leader nel mondo nell'innovazione di processo
Le poste americane sono automatizzate dagli italiani le macchine gli stabilimenti automobilistici del mondo sono automatizzate gli italiani i sistemi di come dire automazione dell'industria del processo di nettare solo nel mondo italiani
Le sigarette nel mondo sono automatizzate degli italiani i detersivi del mondo sono automatizzate gli italiani sono innovazione di processo leader mondiali quella innovazione di prodotto per chi fa processo
Ma il segmento così piccola per il resto ne siamo un Paese che vi fa prodotti sempre più maturi sempre più vecchi sempre più esposti alla concorrenza di prezzo quindi con sofisticazioni sempre maggiori sul piano dell'innovazione di processo lavoro altro problema non solo l'abbiamo abbastanza soldi da investire per fare prodotti nuovi ma continuando a investire in processi su prodotti vecchi alziamo la soglia di uscita la barriera all'uscita da brutti vecchi perché abbiamo un capitale investito talmente alto per fare quei prodotti che non possiamo saltellare così come il mercato la tecnologia e le opportunità dei consumatori richiederebbero quindi questo ci sta ingessato e questo è il vero problema strategico che nel nostro Paese si affronta recuperando più flessibilità che non vuol dire assenza di regole vuol dire semplicemente mettere uno voglio dire il mercato dell'
Loro in condizioni di essere più dinamico
Più capace di adattarsi alle esigenze e alle modificazioni continua
Più capace di reagire non vogliamo altro che le stesse regole di mercato del lavoro che sono presenti in Paesi come la Gran Bretagna come la Germania come la Francia
Cioè paesi come hanno un livello di civiltà e di dignità e di tutela del lavoratore sicuramente come dire fra i più alti standard europei
Mentre parlava stavo guardando le cifre sulla creazione di posti di lavoro le ultime cifre vedevo che le uniche cifre positive significative sono ristoranti aumenta l'occupazione sette quattro per cento Otello più sei quattro per cento
Trasporti marittimi era il più sette virgola due per cento oltre alla creazione così lavoro nella ai cinema quando presi da guardare information technology e quale tipo di lavoro non sono sempre quelli molto qualificati
C'è uno spostamento prima erano mattonelle adesso sono servizi ma
Bisognerà
Mi chiedo mi chiedo se possa essere sufficiente effettivamente sappiamo gli sappiamo far da mangiare bene turistica
E questo è il destino in qualche modo a cui dobbiamo adattarci
Ma sopra formaggio Feta dispersione nell'avvenire qua una d'Italia sul piano del turismo spesso quote di mercato potete oppure ce l'abbiamo rispetto alla Spagna per esempio
E questi ci hanno massacrato cioè divide l'Italia ha perso significativa mente anche sul piano del turismo posizioni che erano di leadership e dove nel corso degli ultimi anni siamo usciti dal mercato siamo anche il Paese che più ha basso numero di grandi catene alberghiere d'Europa
La controprova che non si fanno investimenti internazionali Italia consiste anche nella assoluta carenza di investimenti di grandi infrastrutture alberghiere turistiche nel nostro Paese
D'altra parte è chiaro che nel mondo e questo è un trend come dire irreversibile
I sistemi industriali rappresentano il motore irrinunciabile la crescita economica ma non sono al tempo stesso per ovvie esigenze come dire di
Di di di evoluzione tecnologica quelli che continuano a creare posti di lavoro diretti creano posti di lavoro indiretti
Per il duplice effetto
Che richiedono come dire servizi che comunque mettono in moto ma che girano intorno al motore industriale
E perché poi nel specializzarsi outsourcer no pezzi della loro produzione in attività che divengono sempre come dire più terzi arricciate ma questo rappresenta una di quelle dinamiche
Che come dire mette in moto opportunità forte e che ha da questo punto di vista come dire bisogno anche qui di un mercato forte dinamico
Flessibile come quello di mercato del lavoro che essa reagire velocemente a come dire stimoli di questo tipo quanto più flessibile il mercato del lavoro tanto meno precarietà noi abbiamo nel mercato del lavoro
Le giro direttamente una domanda del senatore De Benedetti che ci riporta un po'agli argomenti di costruzione del Paese del sistema Paese dice senatore Debenedetti gioco della competitività è a somma positiva quindi è positivo sicuramente
Ma solo se tutti hanno fiducia nel risultato
Questo genera resistenze che chiunque vinca dovrà affrontare non pensa che una riforma che rafforzi l'esecutivo sia un passaggio necessario per risolvere il problema competitività assoluto per
L'aveva bisogno di fare riforme economiche riforma sociale verso riforme istituzionali se non abbiamo un governo fra virgolette forte o di un governo forte voi di solito antidroga attacca perché
Chi sa cosa pensa che di governo che sia in grado di governare governo che abbia una prospettiva stabile di legislatura che sappia assumersi degli impegni riguardi dell'elettorato e dei cittadini
Che sappia riconsegnare i cittadini di un Paese assolvendo gli impegni e che ha preso percorso la campagna elettorale un governo che sappia ascoltare le parti sociali ma che sappia anche decidere perché così si assume le sue responsabilità che se governa bene sarà riconfermata se governa male vacanza
E per far questo coro sicuramente alcune fondamentali riforme istituzionali riforme della legge elettorale riforme del modo in cui viene come dire costituito l'esecutivo revocabilità per esempio dei sinistri
Ci sono maggiori forme ma anche Emily forme importanti che garantiscono il funzionamento dove oggi abbiamo dei ministri che fanno esattamente il contrario di quello che dice il primo ministro e non c'era possibilità di mandarli a casa
E ci sono molto spesso delle lotte all'interno del governo ma era Balestrieri tutti i giorni lo vediamo quotidianamente ed evitiamo anche gli effetti cose che rendono impossibile un ogni sì basta dire che è successo sulla mucca pazza
Già sulla mucca pazza per abbiamo fatto delle cose incredibili mettendo anche a rischio un intero settore che vale centinaia di migliaia di posti di lavoro
Perché c'è una filiera incredibili tronca pazzo dove noi abbiamo al tempo stesso preso posizione assolutamente contrastanti dei vari rappresentanti dell'esecutivo e siamo diventati da questo punto di vista un paese unico in Europa
Per questo dato di fatto insomma
Presidente abbiamo alcune domande che si preoccupano molto del rallentamento l'economia globale
E le chiedono di quale natura sia rallentamento americano siamo in presenza di un fenomeno congiunturale o dei primi segnali di crisi di un modello di sviluppo
Con abbiamo due problemi importanti a livello internazionale il primo e segnato dall'economia giapponese
Che accumulato
Che dal punto di vista politico istituzionale molto simile al nostro Paese
Cioè il sistema politico giapponese un sistema che e caratterizzato da contraddizioni istituzionali da tempo non risolte
E che ha anche accumulato problemi economici e finanziari che sono stati accantonati e non affrontate da questo punto di vista vitale ha fatto voglio dire più e meglio del Giappone sicuramente
Però è un rischio quello da non sottovalutare perché ormai i cioè un come dire un tasso di difficoltà di liquidità nel sistema giapponese forse e comunque anche paese una grande economia ma sicuramente anche gli Stati Uniti sono intensi editi dal livello di difficoltà dell'economia giapponese
E poi c'è il ritardo strutturale cioè il ritardo dell'economia dell'economia americana che ha come dire
A segnato un ciclo di crescita straordinari
Ma che oggi affronta come dire
Da un lato una contrazione della sua crescita perché non era sostenibile
Quel tasso di andamento economico così prolungato infatti il soft landing se ne è discusso per lungo tempo da troppo tempo
E d'altro lato A uno suo bolla speculativa che va a attentamente e ridimensionata che rappresenta come dire un elemento di di difficoltà
Forte insomma l'indice di confidenza dei degli investitori molto basso degli Stati Uniti
Quello dei consumatori e ancora come dire relativamente buono l'economia americana avuto un fortissimo rallentamento che è stato ridimensionato dalla dall'ancora relativamente alto indice di fiducia dei consumatori
Ed essendo per due terzi la dovranno americana domanda di consumo e non Investimenti questa in un certo senso attenuato la battuta d'arresto che l'economia americana avuto certo che le complessiva sono parecchie perché gli Stati Uniti sono stati una formidabile locomotiva di sviluppo e non ci sono oggi alternative a quella locomotiva io penso per quello detto prima la locuzione odio perché credo che sia importante l'Europa su questo una forte responsabilità
Per cercare di affrontare seriamente sui ritardi e per candidarsi a diventare una locomotiva di crescita
Perché solo dall'Europa obbedire o giudizi molto significativo gli Stati Uniti devono smaltire la loro come dire bolla speculativa gradualmente nel tempo se non vogliono come dire avere uno shock molto forte
Ma questo impone loro una grande cautela nel governo come dire dell'economia certe che Bush quando si trova ad affrontare una situazione di questo tipo ha chiamato gli esponenti più importanti della business community
Nessun professore tutti imprenditori questo Consiglio e quindi sta cercando di seguire quella ricetta speriamo che abbiano fatto come dire una buona politica
Che comunque riescono ad affrontare questa questa recessione nel modo più intelligente sì
Devo dire che ricevo tutte domande molto interessanti molto belle mi scuso
Comunque quelle che non riuscirò a fare evadere al presidente in qualche modo collegata modelle americano cioè una domanda chiede
Insomma giunto forse Bilancio si può fare già un bilancio sulla new economy davvero tale o se ne è una nuova economia o si tratta di un mito le regole del gioco chiederà signora Grosso sono le stesse possono cambiare
Credo che le regole del gioco fondamentali siano sempre le stesse
Cioè non c'è nuova o o vecchi economia secondo me c'è solamente buona o cattiva economia e allora la bora economie quella che si basa sui risultati che fa i fatti che sa come dire dare ai conti economici una risposta reale e che quindi riesce a remunerare adeguatamente il capitale investito cattiva economia è quella che invece produce aspettative irrealistiche e che poi generano grandi disillusioni grandi contraccolpi
Allora la
Cosiddetta new economy ha rappresentato da un lato una forte come dire rivoluzione tecnologica che ha messo in moto una forte crescita di produttività che alla base anche della grande duratura espansione dell'economia americana
L'altro lato lo ha rappresentato anche un miraggio nel quale sono caduti
Tantissimi i risparmiatori che
Hanno in qualche caso fatto grandi ricchezze in breve tempo ma dall'altro lato con rischio di perdere anche tanti soldi facilmente questo può la contraddizione dietro la quale oggi si muove e come dire il risparmio americano diceva correttamente Warren baffetto che prevista e punita da qualche giorno fa che bisogna comprare titoli azioni di aziende nelle quali si crede il cui prodotto si capisce fino in fondo ora un buffer per uno che ha dimostrato in maniera molto attento e molto intelligente di sapersi fare
Bene i conti di sedi di vestire bene su Capitalia e credo che nella nuova economia cosiddetta per l'economia ci siano tante cose buone ma ci sono anche tante cose che se la gente non capisce farebbe bene a capire bene seicento
Siamo non è alle ultime battute e il signor villani l parte nella domanda chiedendole un po'la sua valutazione sul ruolo del Piemonte rispetto alla situazione europea e quella larga in modo molto interessante dice
Ritiene proposte dei temi trattati
Che ci sia un problema diciamo di coordinamento tra lo Stato che clienti regionali San prospettiva poiché accentuato federalismo verso cui si fa vede anche problemi anche minaccio quindi un'opportunità soprattutto
Innanzitutto il Piemonte
E insomma e più volte non
Territorio un pezzo d'Italia
Di grande importanza perché
Al di là della sua collocazione geografica
Ha una storia economica una tradizione imprenditoriale e industriale straordinaria e a come dire una cultura non so dico cultura del fare subito l'accusa rimanda come si dice una cultura di intrapresa diciamo così
Una cultura di intrapresa molto forte molto significativa
Che è un grande assetto sul quale costruire su quali questi e su questo io credo che
Un grande vantaggio di questo territorio e anche il lavoro che è stato fatto se sta facendo intorno alle Unioni industriali qui a Torino voglio dire si è fatto un grandissimo lavoro in questo senso l'agenzia per l'attrazione degli mi gli esteri gli sforzi che si stanno facendo e che si continueranno a fare come dicevo prima Pininfarina per accentuare la capacità di collegamento infrastrutturale fra il Piemonte e le altre regioni forti d'Europa
Mettono a questo pezzo d'Italia sempre di più al centro di un mercato che come dire vicino ma che richiede anche un come dire una capacità di collegamento maggiore che può far diventare quest'la Regione un'importante baricentro di sviluppo quindi io sono positivo molto positivo rispetto alle prospettive come dire di crescita del Piemonte certo che insomma qualche balletto infrastrutturale fondamentale va fatto che le Alpi rappresenta una bellissima opportunità ma sarà anche la grande barriera e quindi se non si affronta in maniera definitiva questo ghetto di collegamenti il potenziale di di sviluppo del Piemonte non si risolve invece il rapporto fra stato centrale e Regioni mi vede un pochino più preoccupato
Perché qui se sfatta nel Paese una una demagogia incredibile
E non è possibile pensare di fare una riforma importante come quella dello Stato e delle sue articolazioni regionali inseguendo sia colpi di giornale
Facendo le proposte sulle pagine dei giornali questo non si può fare ma è questo quello che è successo con il rischio che questo dibattito di inseguimento continuo dei e e reciproco
Abbia determinato su questa come dire su questo tema del federalismo della devolution una grande confusione c'è un sacco di gente nonché quasi nessuno capisce di che si tratta
Le regioni stanno avendo dei poteri e dei soldi straordinari
Stanno avendo delle deleghe molto importanti
Si stanno dotando di una burocrazia e di quadri di me è leggermente per affrontare queste nuove responsabilità
Molto spesso non risolvendo i loro vecchi problemi e senza che contemporaneamente si smantella i rossi decente lo le burocrazie centrali
Il Belgio ha superato l'Italia in tutte le peggiori classifiche statistiche soprattutto di debito pubblico quando facendo un'operazione di questo tipo ha finito per far aggiungere
Ai costi dello Stato centrale e alle inefficienze dello Stato centrale tutti cose tutte deficienze della devolution regionale
E vero rischio poiché al centralismo nazionale si Sossi sostituisco un centralismo regionale e quindici tra o di fronte a situazioni in cui al danno di oggi aggiungiamo il danno di domani
In realtà una cosa significativa come quella della riorganizzazione dello Stato dovrebbe come dire partire dal engineering scusate la parola ma insomma è proprio quello che ci vuole cioè dal ripensamento
Di tutto il modo in cui l'organizzazione dello Stato funzione del modo in cui le sue articolazioni sul territorio devono essere collegate al centro anche tenendo conto che il nostro non è un paese come gli Stati Uniti e non è neanche un paese come la riga come la Germania il nostro Paese
Più piccolo più denso corre DC culturali come dire più come solide e anche più o univoca e di quelle che non hanno altri paesi che hanno l'azione federale più antica nel tempo dove sicuramente un livello di devolution è necessaria perché quanto più si è vicini al territorio tanto più e meglio se ne capiscono le istanze le potenzialità e si risolvono i problemi
Ma dove bisogna stare fa essere attenti ed evitare di duplicare l'inefficienza del centro eccezioni territorio
Noi un pezzo di come dire di di questo problema lo abbiamo già visto
In maniera molto grave corna esplosione della spesa sanitaria regionale
Dove la riforma dell'IRAP è stata il detonatore che l'ha fatto deflagrare l'IRAP a di fatto spostato il pagamento della sanità regionale della sanità pubblica
Dal cittadino alle imprese per cui si fa un bel dire che si aumenta come dire la spesa sanitaria perché comunque pagano le imprese
I cittadini continua a essere insoddisfatti perché naturalmente non pagarla con una domanda di salita sempre crescente
E nel frattempo non si riforma la sanità quindi potremmo avere una struttura ospedaliera assolutamente inadeguata abbiamo punte di eccellente sanità ma tantissimi punti di pessimo sanità e abbiamo complessivamente la situazione non ha lo standard di cui il Paese ha bisogno
Di questo è il classico esempio di come questa riforma fatta in questo modo sta generando più costi
Più sprechi meno qualità e nella trasparenza questa in un rischio che va verso subito sotto controllo vareremo il dibattito meno di logico meno come dire politicizzato molto più pragmatico questo numero caso di prima organizzazione della macchina dello Stato
Grazie presidente D'Amato io ringrazio moltissimo al pubblico per le belle domande per la partecipazione grazie anche presidente perché riuscita lasciare un retrogusto di ottimismo anche molti bocconi amari che di fluido e purtroppo essendo culti nutrire stasera
E chieda l'ingegner Pininfarina
Ma & credo sia un peccato concludere probabilmente Antonio D'Amato è abituato a quest'ora iniziare ripartiti e non a concludere questa abitudine Subalpina alle ore ventidue e trenta di chiudere il sipario si si toglie il gusto di continuare nel dibattito ma io credo che abbiate potuto tutti apprezzare in questo incontro con il nostro presidente
Quella che direi lo spirito che anima oggi Confindustria
E c'è stato abbondantemente riconosciuto
Dopo il convegno dopo il il grande incontro le assise di Parma e il successivo convegno della piccola industria
Da imminenti editorialisti che tradizionalmente non sono generosi per dirla con un diminutivo una diminuzione con con Confindustria mi riferisco Scalfari su Repubblica o ha parlato sul manifesto che hanno visto nel nostro documento nell'approccio
Del presidente D'Amato una nuova la nuova Confindustria una Confindustria
Vicina a quelle che sono le necessità del nostro Paese che non vuole più scambiare che vuole
In qualche modo scommettere sul futuro del Paese che pone diciamo nell'ottica dello sviluppo del Paese l'impresa come il centro del del dello sviluppo appunto del Paese ecco io credo che questa sera da dalle Brevi scambi che avete proposto sentire ad Antonio D'Amato
Avere un una sensazione di questo entusiasmo vorrei dire anche di questo coraggio in molti casi di rompere con queste logiche di schieramento e di in qualche modo essere presente attivo in particolare sui contenuti io credo che questo sia il punto importante è quello di avere in qualche modo percepito quello che lo spirito costruttivo che anima Confindustria nel cercare di di di muovere il Paese in una logica di sviluppo e non più ripeto in una logica semplicemente di battaglie fra schieramenti e questo anche all'interno di una campagna è difficile come quello che stiamo vivendo credo sia dal merito in particolare al nostro presidente e devo dirlo con l'orgoglio di averlo come nostro rappresentante grazie