Medio Oriente: il possibile attacco degli USA all'Iraq di Saddam Hussein

Alfredo Mantica sottosegretario agli Esteri esponente di Alleanza Nazionale onorevole Mantica lei come giudica il dibattito che in corso intanto con i dischi e Simoni che troviamo quasi ogni giorno sulle prime pagine dei giornali quotidiani sulla possibilità o meno di un attacco contro l'Iraq
Ma io direi che il dibattito interessi ricorda su due tavoli sopra talmente uno quello americano il resto del mondo in America le dichiarazione del presidente Bush sono chiarissime ritiene strada Mohsen il nemico principale numero uno degli Stati Uniti e
Ha dichiarato che comunque in ogni caso gli Stati Uniti sono impegnati ad abbattere Saddam Hussein facendo ricorso anche all'uso delle Armento mi pare che negli incontri avvenuti ieri con alcuni noti esponenti dell'opposizione irachena non abbia però dato come dire che
Rimini modalità
E tempi dell'operazione
A suo avviso commenta la questione tempo però come organizzare un'offensiva attraverso quali mezzi guarda io faccio politica credo che l'opzione politica
Yael debba sempre essere prevalente che l'opzione militare sia come dire un surrogato dell'azione politica quando l'azione politica fallisce quindi fin quando non c'è o
Una tempo fisso
In cui qualcuno decide di fare la guerra credo che la politica abbia di spazi per agire
E credo che questo debba essere il compito degli europei innanzitutto e degli alleati diciamo che via via si trovano attorno a un'ipotesi di opzione politica che passa certamente dalle risoluzioni dell'ONU e quindi dalle permesso deve essere dato ampio incondizionato agli osservatori dell'ONU per verificare diciamo così la situazione in Iraq in termini di costruzioni di armi batteriologiche o chimiche o addirittura nucleari
Ma che al di là di questo ci debba essere anche una iniziativa politica perché a rischio dalla guerra credo vada in ogni caso evitato tenendo conto tra l'altro che per le cose che si legga però o si dicono non sarebbe come dire una guerra non esistono le guerre pagina voglio dire la guerra dai venti mila metri quadri bombardieri B cinquantadue qui si parla di attacchi Ritter e quindi qui si parla di una guerra ma convenzionale quindi credo che occorra fare di tutto per evitarlo tenendo conto dei riflessi che potrebbe avere devastanti in una
Avevo già molto delicata come quella della peli del corpo del Medioriente ecco punto a questo proposito il rischio di destabilizzazione della regione molto forte anche questo dovrebbe indurre a
Scegliere l'opzione diversa e io credo che la la situazione da
La Regione sia talmente intricata e squilibrato
Che comunque qualche cosa deve essere fatto perché in quella regione si arrivi a una stabilità duratura una pace sostanziali e qualcuno può anche pensare che un effetto Rocco come quello di una guerra può essere in grado di richiamare gli equilibri io credo che quando una via un sasso comincia una valanga una frana che ha poi di Cile prevedere tutti gli effetti indotti
Credo che l'attacco all'Iraq sia difficilmente prevedibile quali sono poi gli equilibri che saltano o che si modificano teniamo conto che anche nei Paesi del Golfo a me che se Adamo Sesia amatissimo però
Evidentemente ognuno tende a difendere l'equilibrio attuale perché tende a difendere la propria realtà quindi tutti gli stati nel Golfo del Medioriente sono seriamente preoccupati perché loro stessi credo non sanno o non riesco ad immaginare quali possono essere le conseguenze non dimentichiamo che nella
Volgiamo così nera variegate composita formazione della cosiddetta opposizione irachena formata da sei raggruppamenti uno rappresenta gli Cicchitto è rappresenta praticamente gli iraniani che sono un nemico storico di Saddam Hussein ma sono anche come dire non mi pare un grande amico alleato degli Stati Uniti dall'altra parte mi pare siano allineati i due partiti curdi
Sì guidati da Talabani e Barzani che sono un problema anche per l'alleato turco quindi mi pare che gli elementi che potrebbero scatenare squilibri complicati siano tutti in nuce teniamo
Dato che proprio ieri il ministro dell'economia turca ha dato le dimissioni lasciando il premier Ecevit turco da solo cioè vuol dire che anche la Turchia conosce un momento di difficoltà della sua stabilità di governo i dubbi ti
Ivi americane incasso si desse vita ad un attacco contro l'Iraq sarebbero oltre la distruzione dell'arsenale di Saddam ma anche una nuova leadership irachena secondo me questo obiettivo perseguibile vi sono alternative alla guida dell'
Ma io questo mi pare molto difficile dirlo nel senso che bisognerebbe conoscere
Esattamente una situazione che si conosce in maniera molto approssimativa diciamo che sono sei le componenti irachene
Riconosciute come tali almeno quelle che sono state convocate a Washington dicevo tre insomma sono due curve una città le altre sono gli ufficiali che hanno come dire lasciato l'esercito iracheno che combattono il dittatore Saddam Hussein quanto siano credibile quanto siano radicate sul territorio per le prime tre si possono fare dei ragionamenti contando gli sci i che contando i curdi gli altri è difficile capire quali influsso possono avere nella regione quindi dire
Quale potrebbe essere una nuova realtà molto difficile teniamo conto che questi sei gruppi sono certamente uniti nel nome
In cui combattono Saddam Hussein da verificare quanto sono uniti nel dopo Saddam Hussein
A suo avviso quindi anche
Mantenere l'attuale stato sto benone una sorda mossa in comunque sotto la continua pressione internazionale sarebbe anche un
L'alternativa perseguibile io credo che sia un'arteria avvertibile che arriviamo a quello che in fondo mi pare tutti chiedono cioè la verifica e la certezza eventuale o la verifica di una situazione di un'ipotesi diversa se è vero che i regimi era che eh no eh al momento un regime impegnato nella produzione di armi chimiche batteriologiche missili a
Molti testata che possono raggiungere anche i due mila chilometri di distanza e quindi possono colpire tutto in medio Oriente sostanzialmente che questo fosse accertato credo che le pressioni internazionali debbano continuare e forse l'ho già detto e lo ripeto in un caso del genere occorrerebbe a anche offrire una soluzione premiale perché in fondo l'embargo di dieci anni a questa parte non pare che abbia fornito elementi politici innovativi anche forse rafforzato Saddam Hussein io credo che peraltro vada anche tenuto conto questo è anche un invito all'informazione italiana come dire che Saddam Hussein sta usando molto del denaro il forcuta cioè superamento dell'embargo che è stato autorizzato vendiamo petrolio Inca de di alimentari per la popolazione irachena questo mi pare non sia un altro elemento rispettato risulta che molto di questo o il non finisca in food o in medicina per la popolazione ma nell'armamento e che certamente in palazzi presidenziali prestigiosi terzo ramo secco anche questo voglio dire va messo sul tavolo della bilancia perché evidente mente e giusto e doveroso fare uno sforzo per evitare
La crisi di miseria e di fame che c'è nel mondo iracheno
Il popolo iracheno ma il primo che dovrebbe partecipare credo debba essere il governo iracheno
Diciamo dell'
Il ruolo dell'Europa questa sarà anche un banco di prova per una politica comune
Europeo a suo avviso se gli Stati Uniti dovessero procedere unilateralmente anche gli europei come dire si scriverebbe in ordine sparso
Ma fra la speranza di avere una politica etero per ricostruisce nelle occasioni io non credo mai che la politica
Sia definibile a priori nel senso che i figli delineano delle ipotesi lavora per questi c'è un'occasione credo che l'Europa debba elaborare una sua posizione comune abbiamo preso atto di una posizione in legge anche differenziata rispetto alle precedenti molto più riflessiva nel caso dell'Iraq
Blair ha chiesto la risoluzione dell'ONU ad esempio come elemento fondante di un'eventuale possibile attacco iracheno credo che questa sia la posizione di tutta l'Europa io credo che una posizione europea autonoma politica che prevalga su un'opzione solo militare posso avere delle influenze poi gli americani desiderano attaccare questo sarà molto difficile adesso prevedere la reazione degli europei bisogna vedere ripeto dovesse essere un attacco dopo una verifica da parte degli osservatori dell'ONU dopo una risoluzione
Dell'ONU e un'ipotesi invece dovesse venire unilateralmente senza verifiche eventuali soluzioni credo che le risposte potrebbero essere profondamente diverso e a suo avviso l'Italia in questo contesto come potrebbe schierarsi sì con quale grado di coinvolgimento anche posizione io non non immagino non è neanche il mio mestiere la mia delega non sono responsabile difesa e giustamente non spetta a me immaginare quale possa essere lo debba
Essere l'apporto dell'Italia un eventuale situazione di questo genere io credo come tutto dipartimento esteri del governo italiano è impegnato nel trovare e nella lavorare fino in fondo per una ma opzione politica ripeto saranno poi le situazioni che determineranno un eventuale impegno dell'Italia teniamo conto che comunque gli americani sono nostri alleati e con gli ha gli atti c'è un dovere di grande lealtà
Non c'è un dovere di fedeltà a priori quindi voglio dire che noi abbiamo opinioni diventi e ne abbiamo in materia lealmente dobbiamo percorre
La nostra strada senza interferire ovviamente le reazioni dell'alleato ma anche rivendicando una nostra autonomia di giudizio di linea politica un'ultima pressione sottosegretario Mantica Berlusconi ha avuto una colloquio telefonico con Putin
Avente per oggetto proprio il tema del futuro dell'Ira che secondo lei come si può coinvolgere anche la Russia nel quadro internazionale ma io credo che ormai la Russia sia coinvolta nel quadro internazionale schierare
Da su una posizione che tende a mantenere un equilibrio tra nel Paese Russia innanzitutto è nei suoi rapporti forma e certamente rafforzati nei confronti dell'Europa nei confronti della NATO quindi la Russia è diventato un interlocutore credibile anche per noi credo che se la Russia sposarsi la posizione europea con tale dalle notizie che abbiamo anche questa posizione uscirebbe rafforzata non dimentichiamo che la Russia fa parte su un'altra crisi che riguarda l'aria il Medio Oriente di un quartetto insieme l'Unione europea e gli Stati Uniti all'ONU e quindi anche lei fortemente impegnata per tentare di
E lavorare un processo di pace in Medio Oriente e quindi anche nella zona irachena e comunque per avviare un tavolo di negoziato di trattativa ringraziamo il
Il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica esponente di Alleanza nazionale