"Diritto a vivere - Diritto a morire" - Forum organizzato da Cittadinanzattiva con il patrocinio della World Federationi of Right to Die Societes - (23 - 24 luglio 2002) - (presso l'Aula Magna dell'Ospedale San Giovanni Calabita Fatebenefratelli - Isola Tiberina n. 39)

Noi vogliamo capire e far capire ai cittadini italiani a che punto sta il dibattito sul tema dell'eutanasia con tutto ciò che questo nome evoca a proposito e a sproposito
Siamo consapevoli che per il mestiere che facciamo
Per il nostro essere cittadini attivi impegnati nella tutela dei diritti
Dobbiamo entrare nel merito di questo dibattito e che prima di assumere una posizione che il nostro movimento ancora non ha sulla materia e necessario conoscerne tutti i contorni e tutte le implicazioni di una cosa comunque siamo Sherif il modo peggiore di affrontare il problema sarebbe quello di fare finta di niente pensando che le questioni si risolvano dicendo che non esistono
Una seconda motivazione più immediata ma non meno sostanziale
E legata un'esperienza concreta
Circa due mesi fa un cittadino affetto da una patologia cronica di tipo degenerativo
Si è rivolta a noi raccontando ECM la sua storia
E comunicandoci la sua decisione di percorrere la strada dell'eutanasia mediante testamento biologico utilizzando le possibilità offerte dalle CSR
Noi gli abbiamo fatto presente e il nostro movimento non si è mai espresso a favore di questo o di altre forme di eutanasia
E liscia chiarito di non aver bisogno di noi per le sue scelte né intendeva convincerci circa la bontà della sua determinazione facilitata anche dalla disponibilità economica personale
Questo cittadino voleva da noi un aiuto per organizzare un convegno questo convegno nel quali tutti potessero parlare e tutti potessero farsi un'opinione sul diritto a vivere e sul diritto a morire
L'assise di questi due giorni è frutto di questo impegno
Le spese sono state interamente sostenute da questa persona e io lo ringrazio a nome di tutto il nostro movimento per averci dato la possibilità di essere qui a dibattere su un tema così importante
In realtà c'ha quasi forzato a farlo con la sua testardaggine e la sua volontà irriducibile oggi siamo contenti d'avergli dato retta
Lo stile e il taglio del convegno
Lo stile del Forum sarà quello della massima apertura ad un confronto internazionale e del massimo rispetto delle diverse opinioni
Noi non dobbiamo convincere nessuno ma vogliamo conoscere e vogliamo capire
Non è un convegno di Esperti anche se sicuramente un convegno con Esperti è un'iniziativa promossa dai cittadini per entrare nel merito di un problema delicato e controverso
In Italia si parla pochissimo di questi temi e se ne parla solamente quando scoppia un caso o quando si raccolgono gli echi di fatti avvenuti in altri Paesi
Si fa una grande confusione di termini
Si parla sproposito di eutanasia confondendo quell'attiva con quella passiva
Pochi sanno che cos'è il testamento biologico
Non è chiara la distinzione tra diritto alla cura e accanimento terapeutico non si conoscono bene le opinioni dei soggetti coinvolti dalle confessioni religiose agli operatori sanitari
Da questo insieme di questioni abbiamo capito che in realtà in questo momento in Italia il sì con il no all'eutanasia è un falso dilemma perché prima sarebbe utile capire di che cosa stiamo parlando
Siamo consapevoli della delicatezza del tema e delle implicazioni che esso si trascina noi garantiremo in questi due giorni il massimo rispetto delle diverse opinioni ferire le Giambrone sempre e comunque l'intento informativo conoscitivo
Prima di passare alla descrizione del programma vorrei rivolgere un ringraziamento particolare ai religiosi del Fatebenefratelli che ci ospitano
Non è stata per loro una scelta facile decidere di ospitare questo forum aprendo le porte a contributi di diverso orientamento hanno dimostrato una grande disponibilità che noi cercheremo di rispettare in ogni momento mantenendo il Forum dei binari che abbiamo scelto
Conoscere capire scegliere decidere dopo aver capito saputo
Il convegno lo abbiamo voluto articolare in quattro sessioni
In ogni sessione tranne questo iniziale è previsto che ci siano due conclusioni ispirata a valutazioni e considerazioni di segno opposto
La prima sessione fornisce una cornice dello stato dell'arte con una lettura magistrale del professor Stefano Rodotà
è una presentazione della situazione dal punto di vista legislativo o giurisprudenziale in alcuni Paesi europei
La seconda sessione verrà introdotta da Cinzia Caporale e proseguita con una lettura magistrale del professor D'Agostino
Presidente dell'Unione giuristi Cattolici Italiani e neo presidente del Comitato nazionale di bioetica con l'illustrazione del punto di vista della Chiesa cattolica
Seguiranno interventi delle altre confessioni religiose
La seconda giornata dei lavori e dedicata alla presentazione del punto di vista delle organizzazioni civiche
Impegnate su questo tema in Italia in Europa al mattino e allo svolgimento di una tavola rotonda conclusiva con i vari attori politici e istituzionali nel pomeriggio
In conclusione cose come vogliamo finire questo convegno io dire con un auspicio
Aprire nel Paese un reale dibattito sul problema innanzitutto tra i cittadini
Ma anche presso le istituzioni evitando di chiudersi rispetto a quanto si sta dicendo e facendo fuori dai confini di questo Paese vi ringrazio per l'attenzione
Adesso cambio ruolo perché devo presiedere questo questa prima sessione io dopo subito la parola
Al professore Rodotà nostro scusate
L'emozione gioca brutti scherzi
Come peraltro avevo già detto all'inizio
Proprio per
Dare anche un senso alla nostra presenza in questa sala ci sarà una relazione introduttiva un saluto introduttivo di Pietro Quattrocchi
Il per per rappresenta qui il comitato di bioetica dell'ospedale San Giovanni dalla vita fa da Fatebenefratelli vale a dire dell'ospedale in cui noi siamo presenti grazie
Grazie presidente
Il mio indirizzo di saluto che concordato
Con le autorità dell'ospedale
A nome del vicepresidente del direttore generale
Porgo il benvenuto
A tutti coloro che partecipano al Forum di queste due giornate
Le circostanze fortuite che coinvolgono i Fatebenefratelli dell'Isola Tiberina nel dibattito in oggetto
Ci impongono un doveroso chiarimento
Nei confronti dei nostri malati che serviamo in questo ospedale
Dal mille cinquecentottantaquattro
E nei confronti della Chiesa cattolica al cui magistero il Fatebenefratelli ordine al religioso ospedaliero ispirano tutto il proprio operato in sanità
Infatti viene riaffermato solennemente nella recente carta d'identità dell'ordine dei Fatebenefratelli pubblicata nel novantanove
Che citazione i nostri centri sanitari e sociali sono opere della chiesa
E pertanto la loro missione di evangelizzare partendo dalla cura integrale
Ai malati e bisognosi
Secondo lo stile di San Giovanni di Dio fondatore dei Fatebenefratelli
Parlare di attenzione integrale precisa il documento implica occuparsi e curare la dimensione spirituale della persona
Come una realtà essenziale organicamente correlata con altre dimensioni dell'essere umano
Biologica psicologica e sociale fine della citazione
Pertanto senza scendere nei dettagli del dibattito che sta per iniziare
Riteniamo nostro preciso dovere in tutte le problematiche etiche riguardanti la vita e la dignità della persona umana
Testimoniare totale e convinta adesione all'enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo secondo
Roma mille novecentonovantacinque la cui dottrina costituisce criterio costante di riferimento per ogni decisione concernente scelte terapeutiche
E strategie assistenziali del nostro ospedale
In questo spirito ribadiamo l'opposizione
Ad ogni azione od omissione che per sua natura è nelle intenzioni procura la morte
Ha lo scopo di eliminare ogni dolore
Riconosciamo l'inaccettabilità morale dell'uccisione deliberata di una persona umana
E consideriamo l'eutanasia
Una grave violazione della legge di Dio
Secondo la dottrina della Chiesa Catto
Nel contempo rifiutiamo
Ogni accanimento terapeutico che impone ai malati degli interventi medici sproporzionati
O troppo gravosi incoraggiano il ricorso attivo incoraggiamo il ricorso attivo alle cure palliative
Questa presa di posizione si giustifica per noi
Non come adesione ad una ideologia
Che si contrappone ad altre
Benzi mi richiamo a tutti di studiosi agli esperti
E a tutte le coscienze pensanti densi come originale punto di vista sulla realtà umana
Fondato sulla nostra fede cristiana che riconosce Dio come autore della vita
E il fondamento della speranza in una vita oltre la morte
Metodologicamente questo punto di vista sposta il problema
Dal piano dei fatti o Daisy desiderio dei sentimenti
Il pascolo della soggettività
Che sono connotati temporalmente risposta sul piano dei valori come criteri condivisi oggettivi di scelte morali universali Inzaghi
In altri termini le posizioni in ordine alla vita e alla morte non sono per noi indifferenti non sono tutte uguali
Perché crediamo nella sacralità della vita e nella dignità della morte umana secondo gli orientamenti dettati
A nome della Chiesa ai professionisti sanitari dal Pontificio consiglio per la salute
Per tutti gli operatori sanitari cattolici nel mille novecentonovantaquattro
Un ultimo punto vorremmo sottolineare
All'attenzione di tutti gli interessati
Come appare dai titoli stessi dei primi annunci sulla stampa di domenica
Riguardo a questo evento e come pre annunzia l'ultima interessante tavola rotonda il dibattito sembra orientarsi verso proposte di una legalizzazione della morte come crudamente recitava il sottotitolo
è nostro preciso intento dichiarato che la legittimazione giuridica dell'eutanasia rappresenta una figura del relativismo etico che non possiamo condividere
Il rapporto tra legge civile mi scuso con il professor D'Agostino il professor Rodotà e sono maestri in questo campo
Il rapporto tra legge civile legge morale di cui vorremmo discutere dovrebbe tenere conto del bene comune di tutta la persona e di tutte le persone attraverso il riconoscimento e la difesa
Dei diritti umani fondamentali la promozione della pace e della pubblica moralità
La democrazia
Invocata spesso in questo genere di dibattiti e da noi considerata un ordinamento e come tale strumento e non fine
La sua moralità dipende dal tipo di relazione che tale ordinamento riesce a stabilire con la legge morale una riflessione in tal senso e esplicitamente invocata nell'enciclica
I Vangeli undici
Nell'augurarle ci che questo forum permetta l'ascolto rispettoso delle reciproche differenze
E vada a vantaggio della promozione dei veri diritti dell'uomo
Vogliamo ricordare a tutti che i Fatebenefratelli
Vecchi di quattro secoli
E presenti nei cinque continenti non hanno mai preteso di insegnare dottrine ma sono sempre stati al servizio dei malati per testimoniare l'amore di Cristo verso i bisognosi
Qualunque valutazione la storia riserverà il Fatebenefratelli dovrà tenerne conto perché sia riconosciuto il valore di una presenza che ha mantenuto intatta la propria identità di opere di Chiesa sempre
Malgrado il mutare delle situazioni legislative
Delle mode culturale dei rivolgimenti politici pagando spesso la sua fedeltà con la vita dei propri figli
Speriamo che queste idee iniziali vengano comprese ricordando che la sede in cui ci troviamo questa è stata per tre secoli una corsia di ospedale che la sede in cui ci troviamo
E da sempre dedicata alla promozione e alla cura della vita dal suo inizio al suo naturale compimento grazie
Ringrazio il tutto Quattrocchi anche per la chiarezza e la forza del suo intervento ed ora la parola secondo indirizzo di saluto a Giovanna detto ancora della World Federation avrai sudanese stare il prezzo
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Tutto quello che ruota
Attorno a questa dalla signora ringrazio per questo
Adesso come detta hanno detto all'inizio dà la parola al professor dotata di una sua lettura magistrale
Sono molto grato per questa opportunità e come dicevo prima chiacchierando per questo obbligo a tornare a riflettere su un tema capitale ineludibili e il primo giugno di quest'anno sulle mondo è uscito un articolo con un titolo lenta nasi e dei passeri
L'eutanasia è superata e questo titolo
Così aggressivo se si vuole può apparire in contraddizione o polemico rispetto a ciò che accade oggi nel mondo dove il tema e indubbiamente il più discusso di prima
Suscita attenzione crescente
Determina atteggiamenti di legislatori dei giudici in realtà leggendo quell'articolo
Il titolo si spiegata con l'accento il biposto sulla crescente importanza attribuita e che deve essere attribuita
Alle cure palliative e con i rischi che una inconsapevolezza dei problemi
Può far correre in una situazione nella quale le spinte soprattutto di ordine economico inducono a comportamenti
è un Tanassi incisi striscianti all'interno di strutture mediche sempre più condizionate
Dall'ossessione produttivistica trasferita dal mondo dell'impresa all'organizzazione della salute
Dunque anche da questi contributi giornalistici viene confermata la necessità di una scomposizione del tema
Che si sottrae ormai alla logica binaria decisi o del no che certamente ne distorce
Le caratteristiche è un tema che voi sapete è stato ricordato ancora un momento fa l'ultimo fatto rilevante è quello dell'approvazione della legge belga la discussione è aperta in molti Paesi il riconoscimento del testamento biologico si estende
Corti alle quali è affidata alla tutela suprema dei diritti intervengono sempre più frequente demente dalla Corte Suprema
Degli Stati Uniti alla corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo ai tribunali nazionali e l'Italia non fa certamente eccezione in questa materia
Morire con dignità o morire venne non sono più slogan che cercano di sostituire una parola eutanasia che gravida anche di inquietudini e quindi non sono delle formule che cercano di rassicurare
Non sono slogan ma morire con dignità il morire bene sono situazioni esistenziali
Sempre più declinate in termini di diritti delle persone dobbiamo chiederci perché tutto questo avvenga e qui
Con i rischi evidenti della semplificazione elencò una serie di fattori che contribuiscono a questo mutamento culturale e a questo nuovo asse della discussione sul tema del morire
Anzitutto non possiamo trascurare le trasformazioni degli atteggiamenti individuali e sociali nei confronti della morte
Incidono sempre più nettamente le innovazioni scientifiche e tecnologiche per ciò che riguarda la cura e la sopravvivenza
Sì rivelano determinanti le modalità della medicalizzazione della salute Bussone brutta espressione lei con undici zero d'azione della medicina
Rileva con forza inedita rispetto al passato la volontà delle persone
Assumono rilevanza determinante come parametro rametti di di di fare riferimento da una parte la dignità della persona che non a caso apre la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e il tema dell'eguaglianza di fronte alla morte
Il tema si scompone
Oggi non è corretto parlare in astratto e in generale di eutanasia perché dobbiamo parlare di cure palliative dobbiamo parlare di accanimento terapeutico di rifiuto di cura di testamenti biologici o direttive anticipate di suicidio assistito o eutanasia volontaria e qui io credo che sia importante fermarci per un momento ci tornerò poi alla fine su queste espressioni eutanasia volontaria perché qui noi vediamo evidente l'uscita dal paradigma obiettivo e autoritario di una buona morte è stabilita da un terzo terapeuta o altro
E uno spostamento netto sulla decisione della persona la legittimità stessa del termine eutanasia e affidata alla qualificazione della sua volontarietà
Così scomposto l'antico tema evidente anche la difficoltà di adoperare
Analiticamente in modo corretto la distinzione che ci ha accompagnato per anni o decenni quella tra eutanasia attiva e passiva
Dobbiamo chiederci se sia corretto ancora parlare di eutanasia e se regga la distinzione è stata introdotta tra lasciar morire e aiutare a morti io credo che per rispondere a queste domande non corrisposte definitive ma per fornire elementi a una discussione
Vadano intrecciati i due criteri analitici che ho enunciato da una parte gli atteggiamenti culturali dall'altra l'articolazione interna del tema e dunque guardare da una parte alla morte anche nel con testo in cui essa si verifica e poi alla morte non più come a un evento ma a un processo l'atteggiamento nei confronti della morte è stato variamente analizzato
E ai mutamenti degli atteggiamenti sociali e culturali si è accompagnata negli ultimi anni anche una variazione consistente dei criteri analitici e delle interpretazione c'è una interpretazione critica della modernità che ha i suoi capiscuola in Geoffrey globale
E in Philippe ARIES ha poi Illy
Boh deviare e altri
Che vede un peggio rammento degli atteggiamenti sociali e dunque un degrado della condizione individuale nella modernità rifiuto sociale della morte
Che la espelle dal discorso dal contesto familiare Lamedica Lizza la trasferisce negli ospedali accentuandone sempre di più gli aspetti di gestione economica
Dunque
Si prende congedo da una tradizione che in epoca pre moderna
C'aveva fatto parlare delle frodi morte come un luogo familiare condiviso con i congiunti o comunque con la propria
Comunità e che dava al tempo stesso consapevolezza e controllo della propria fine
La segregazione nell'ospedale la riduzione a corpo biologico il tabù sociale della morte hanno a a secondo queste interpretazioni
Accompagnato la modernità
Vi è un'interpretazione non voglio dire radicalmente opposta ma fondamentalmente diversa che qui secondo quella che è poi un'analisi che si svolge può essere riferita grande sociologo americano Talcott Parsons che invece ha messo l'accento
Sul aspetti positive nel senso di assistenza di appiana mento se non di eliminazione delle differenze
Da parte della medicina moderna che ha acconsentito tra le altre cose l'allungamento della vita e la diffusione di questo fenomeno in tutti i ceti sociali mettendo l'accento soprattutto sulla necessità di guardare al ruolo positivo dei medici non dimentichiamo gli studi fondamentali di Parsons sulle professioni
Facendone così i tutori della vita soprattutto della vita verso la morte naturale
L'ultima fase più o meno correttamente identificata secondo un parametro non più corsi incombente come qualche anno fa quello della posto modernità li mette al centro invece di nuovo la consapevolezza del morire
Ma non più assistita dalla tradizione
Come nel mondo premoderno
Nel affidata unicamente alla scienza secondo il paradigma della modernità ma di morenti che diventano protagonisti del loro Congedo dal mondo
Ci troviamo dunque
Adoperando ancora una volta una semplificazione che cercherò di dimostrare impropria
Al bivio tra principio di autonomia è principio di beneficenza l'accento sulla persona sulla sua autonomia e sui suoi diritti con una traiettoria che può essere così descritta e che porta alla nascita di un suo nuovo soggetto morale
Artefice
Di questo suo finale destino non più soggetto a un principio di beneficenza incarnato e affidato ad altri
Qual è il tragitto di nuovo
Semplificando assali guardando al paziente o come anche in testi più recenti concreta correttamente si fa codice di deontologia medica cittadino
Perché ormai la questione della gestione della salute ieri un processo continuo
Si passa da una persona
In passato oggetto della decisione del terapeuta assoggetta
Dunque il nuovo spero soggetto morale grazie soprattutto all'inversione dell'onere informativo e delle sue conseguenze
E che riscatta anche l'apparente tautologia dell'espressione consenso informato perché in realtà lo studioso di diritto di diritto civile in particolare quando s'quale io sono di fronte a un'espressione consenso informato dovrebbe dire che il consenso o è informato o non lo è ma con questa formula si è voluto semplicemente dire
Che si è avuta una dislocazione del potere di decisione non più affidato unicamente alle mani del terapeuta ma affidato Allo stesso interessata
Secondo passaggio dunque da paziente a cittadino
Dalle decisioni sulla salute alle decisioni sulla vita dalla sopravvivenza alla dignità questi mi sembrano i passaggi che riassumono in qualche modo sempre attraversa sistematizzazione via per ragioni di tempo
Mi perdonerete mi sembrano i passaggi essenziale fermiamoci un momento sul
Sensi Ale delle SSIS
Può abbia
Sempre più drammatici proprio sul tema che stiamo affrontando
Niente simile a una
Un rossa
E a mio modo di vedere programmatica o qualità sottolineatura delle responsabilità individuali o delle responsabilità familiari nello stesso momento in cui individui e famiglie vengono abbandonate private di servizi sociali
Beh i sostegni necessari sostegni sociali
Necessari nel momento più difficile dell'esistenza lo spesso accento benvenuto
Forte
Testimoniato dalla legge belga ultima dalla discussione che si è svolta e si fa sta svolgendo in Francia
Sulle cure palliative diventa un fatto di rassicurazione di una buona o cattiva coscienza se non è accompagnata da formazione all'interno
Delle strutture universitarie non e da Investimenti adeguati le cure palliative pongono drammaticamente il problema della eguaglianza di fronte alla morte
Per i loro corsisti
Per capacità di coloro i quali devono somministra
Qui si incardina propriamente il principio di beneficenza
E sarebbe sbagliato leggere in alternativa non voglio dire in contrapposizione al principio di autonomia l'autonomia di scelta
è legata proprio all'esistenza di una diffusa consapevolezza del fare venne che è un fare bene che non può essere affidato soltanto al singolo ai suoi congiunti ma deve essere realizzato nel di venire e nel fare sociale emerge dunque con forza il tema dell'eguaglianza di fronte alla morte e i costi sociali ed economici della beneficenza
E dunque il primo paradosso dell'eguaglianza di fronte alla morte quello che è stato poi semplificato schematizzato e posto ad esempio da Dworkin quando ha ha affermato estremizzando volendo forse più scioccare che fornire un vero strumento analitico ha messo in evidenza come la vita del paziente sia più a rischio dalla somministrazione
Incontrollata di antidolorifici come la morfina in dosi massicce
Soprattutto nei confronti dei meno abbienti e dei meno Polo veduti fuori da un quadro di regole piuttosto che da una legislazione severa
E analitica sulla possibilità di decidere della propria mo'
Le cure palliative sono certamente un tema centrale
Ne sì nella dimensione individuale mai buona vita e buona morte sono state così vicine così come ce lo mostra questo strumento particolare
Nella dimensione sociale come in quella della cura del more
Noi siamo di fronte a un grande e non possiamo eludere e che io prima sintetizzava o nel binomio medicalizzazione della salute economici Zazie onere della medicina la noi riceviamo continuamente testimonianze molto più drammatiche
Dall'eutanasia strisciante vista come riduzione dei costi che non dagli abusi inevitabili i d'ogni legislazione delle prime esperienze di suicidio assistito
Sono testimonianze drammatiche affidate alla eloquenza delle
Indagini
Sociologiche
Nelle quali poi sì nasconde
Anche un forte aspetto che io non esito a definire classista
Perché evidentemente coloro i quali sono sottoposti a questo terribile drammatica a forma di riduzione dei costi della salute
Sono i più deboli da tutti i punti di vista economico dal punto di vista culturale dal punto di vista dell'isolamento individuale
Che non è soltanto isolamento dovuto dall'abbandono ma e per esempio dalla difficoltà dei familiari di accedere con continuità alle strutture nelle quali i morenti si trova è un classismo che ricorda quello dei le nostre leggi sul riscontro autoptico quando coloro i quali morivano in ospedale erano automatica mentre passavano automaticamente nella disponibilità e allora perché delle di coloro i quali volevano utilizzare per riscontro autoptico per l'insegnamento universitario
Classismo era clamoroso perché allora in ospedale morivano i poveri gli altri morivano a casa loro
Noi non possiamo trascurare questi passaggi e il rischio del ricordo del ritorno a considerare il corpo e vita soltanto come una merce deperibile
E c'è un momento di scadenza che ne consente l'eliminazione
Ecco perché il problema del contenimento dei costi
Assume una evidenza che noi non possiamo rimuovere
E che cosa diversa dal tema drammatico dell'accanimento terapeutico su quale non mi fermo
Perché è un tema che ha una lunga storia dal famoso discorso degli anni cinquanta di Pio dodicesimo
Ai medici cattolici al riconoscimento pieno che si trova ormai sparso nelle legislazioni nella giurisprudenza nei codici deontologici mi fermo un momento soltanto
Al
Sul codice deontologico italiano dove i due temi dell'accanimento terapeutico e del rifiuto di cura assumano una evidenza molto particolare
Anche il rifiuto di curare ormai entrato con forza nel sistema giuridico
La stessa recente
Decisione della Camera dei Lords costituita in Alta Corte sul caso di Mrs di le ha autorizzato la all'abbandono della ventilazione forzata e dunque l'interruzione della vita di questa persona rappresenta un revirement una modifica di un precedente orientamento Della stessa al tacco
Noi ci troviamo in realtà se esaminiamo il codice deontologico italiano ma lo faccio per una ragione di comodità e di nuovo di semplificazione di fronte ad affermazioni molto impegnative che io leggo rapidamente
Perché sono molto autore vivente il medico deve astenersi dall'ostinazione
Ai trattamenti da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per l'assistito e un miglioramento della qualità della vita
Qui sono importanti molti alle il rapporto tra la Fina il l'intervento e la finalità perseguita e quindi l'introduzione del principio di proporzionalità
La associazione tra la vita e la sua qualità e dunque una messa in discussione del riferimento alla vita come criterio assoluto e non qualificabile e dunque una relativizzazione di questo concetto
Altra disposizione del Codice in ogni caso in presenza di esplicito rifiuto dell'interessato incapace di intendere e di volere
Il medico deve desistere dai conseguenti atti diagnostici o curativo il caso del rifiuto di cure
Ancora il medico se l'assistito non è in grado di esprimere la propria volontà in caso di grave pericolo di vita
Ruolo non tenere conto delle eventuali manifestazioni di volontà precedentemente espresse dallo spesso ancora
In caso di malattia e prognosi sicuramente infauste
E pervenute alla fase terminale il medico può limitare la sua opera all'assistenza morale alla terapia fatta a risparmiare inutile sofferenza in caso di compromissione dello stato di coscienza il medico deve proseguire la terapia di sostegno vitale finché ritenuta ragionevolmente utile di nuovo proporzionalità e relativizzazione
Cento rimane il principio il medico anche su richiesta dell'assistito non deve effettuare nel favorire trattamenti diretti a provocarne la morte
Ma questa affermazione pur significativa non la il fatto
Siamo di fronte alla fine del paradigma ippocratica
Che non condizionata va il dovere del medico all'intervento attivo ma lo obbligava in ogni caso attenere come unico punto di riferimento la vita del paziente e dunque una dislocazione a si verifica una dislocazione del principio di beneficenza verso la morte buona
Vi è poi un secondo paradosso che è stato illustrato bene dalla discussione che si è svolta negli Stati Uniti dopo le decisioni di due corti Circuiti di corte d'appello della corte suprema dove vi erano quella decisione pur negativa
Attenzione poi la vedremo però un momento c'erano due riferimenti una equal dura di Process è un altro relativa all'equal protection lo ora la decisione della Corte Suprema così come la decisione della Corte di Strasburgo sono state indisse negativi ma sono state negative nel senso che hanno attribuito rimandato e riconosciuto la competenza degli Stati
Disciplinare in questa materia a questa matte
Via sottraendo alla quindi alla possibilità di un'amministrazione giudiziaria questo un punto molto importante sul quale tornerò tra un momento in conclusione ma il punto essenziale è messo in evidenza da quella vicenda dalle discussioni che all'anno accompagnata e che non si sono affatto spente
E quella del secondo paradosso dell'eguaglianza di fronte alla morte che si lega alla casualità delle modalità di sopravvive
Se è una persona un sola sfortuna di poter sopravvivere in condizioni drammatiche Maccio avviene senza l'ausilio
Di mezzi tetti meccanici o chimici
La sfortuna
E uso questa espressione volutamente sgradevole la sfortuna risiede nel fatto che non ha rispetto ai parametri attuali legislativi
E parte giudiziaria in quasi tutto il mondo la possibilità di morire con dignità che invece pienamente colui il quale dipendendo da una macchina una particolare terapia chimica può chiederne
La interruzione perché anche il precedente consenso dato a quel trattamento trattando salvi i diritti personalissimi in ogni momento revocabile
Dunque chi ha la fortuna di sopravvivere meccanicamente o chimicamente può Libera mente d'riappropriarsi della morte e decidere di morire con dignità questo pone un problema di eguaglianza molto forte e pone un problema se questa diseguaglianza sia prima ancora che essere contraddittoria rispetto a parametri normativi eticamente accettabile
Basta dire che in un caso come si è detto è la natura che fa il suo corso e nell'altro caso invece è necessario un intervento un anno
Arriviamo qui al tema sono le ultime battute del mio intervento al tema del testamento biologico
Tema
Fuso tema che si è insediato stabilmente ormai nel panorama internazionale dopo che l'articolo nove della convenzione europea
Sulla diritti dell'uomo e della biomedicina la cosiddetta convenzione di Oviedo all'articolo
Nove accorsi stabilito sotto il titolo io cito da una molto approssimativa traduzione ufficiale italiana desideri espressi in precedenza
Al riguardo di un intervento medico
Ora tradurre così non dire per quanto riguarda lasciamo al riguardo di un intervento medico concernente un paziente che al momento dell'intervento non è in grado di esprimere il proprio volere debbo no attenzione devono essere presi in considerazione i desideri Daloui precedentemente Espresso dunque devono esclude la discrezionalità del soggetto che si trova di fronte a questi desideri espressi in precedenza
E siamo di fronte a una base normativa ineludibile perché come voi sapete la Convenzione di Oviedo firmata dall'Italia è stata poi ratificata con la legge ventiquattro marzo del due mila e uno numero centoquarantacinque
è a seguito del fatto che sono state raggiunte è stato raggiunto il numero minimo di ratifiche la convenzione operativa negli Stati che l'hanno ratificata
Ci sono problemi attuativi nel nostro sistema avrete letto delle discussioni suscitate dalla proposta del ministro Sirchia
Di un tesserino che avrebbe valore
Di testamento biologico ma qui siamo semmai sul terreno del
Del
Come attuare i desideri precedentemente avente espressi non sul terreno del sette debbano essere rispettati questi desideri non c'è alcun dubbio che ormai il nostro sistema giuridico è mutato
E che quei desideri debbono come dice la norma essere rispettare naturalmente qui ci troviamo di fronte alla necessità
Di una disciplina procedurale adeguata
Perché modalità di dimostrazione
E quindi di prova di questi e i desideri precedentemente espressi il tesserino altra forma di dichiarazione possibilità sostitutiva da parte di congiunti o di altri soggetti
Intervento dei medesimi congiunti nella procedura finale
Che se ha molte giustificazioni pone come è stato più volte messo in evidenza anche delicatissimi aspetti giuridici ed etici per il rischio e il consenso di un congiunto possa essere determinata non dirò perché mi sembra veramente al limite dell'oscenità dalla volontà di appropriarsi del patrimonio di chi sta per morire ma certamente può essere determinato proprio da quelle condizioni di abbandono sociale
Carenza di servizi insensibilità pubblica che hanno determinato una situazione di esasperazione che spinge i congiunti a dire sì
Quante volte abbiamo nella nostra esperienza comune sentito dire
Este speriamo che muoia è una liberazione per tutti
Io non vorrei ecco per una un proprio coinvolgimento sia pure ben giustificato dei congiunti
Sia presso in considerazione fuori dal contesto però appena ricorda che poi il contesto in cui si muove la legislazione sul suicidio assistito all'eutanasia volontaria perché noi sappiamo che è una legislazione sostanzialmente procedura
L'individuazione di condizioni assai formalizzate
Qualcuno dice al limite al rischio della burocratizzazione per quanto riguarda la dichiarazione di volontà il vaglio professionale
Da parte di uno due tre medici di questa volontà all'eventuale coinvolgimento di altri soggetti quali i congiunti
Dunque siamo di fronte in questa materia più a una scelta procedurale nella quale evidentemente si riflette una scelta di sostanza di straordinaria importanza ma vorrei dire concludendo e se noi guardiamo alle alte le fasi che in passato erano ricomprese tutte
Nella logica eutanasia Ica in senso lato la cura palliativa in quanto può determinare anche in modo radicale l'abbreviazione del Maggi
Tant'è che nella regola dei testamenti biologici che si trova normale si incontrano da il tabaccaio dai giornalai in Paesi come gli Stati Uniti o il Canada c'è scritto
Non voglio l'atteggiamento terapeutico il voglio le cure palliative anche se queste produrranno un'abbreviazione della mia vita
E dunque le cure palliative l'accanimento terapeutico il rifiuto di cura il testamento biologico sono ormai a cui siti socialmente giuridicamente
Alla autonomia e alla decisione dell'interessata
L'area problematica rimasta quella dell'eutanasia volontaria o del sul ciglio assistito
Dove però ci troviamo di fronte e questi sono lì interrogativi che io formulo in questa materia che richiede certamente attenzione massima
Se noi possiamo essere insensibili di fronte al rischio del rifiuto sociale della compassione
Uno Stato non può imporre una morale indifferente alla sofferenza estrema e condannare ad essa i suoi cittadini
Io credo che oggi è stato riconosciuto il principio della disponibilità della vita che altro significa il rifiuto di cura e il testamento biologico
Escluso quindi come si legge nei codici deontologici il principio del dovere assoluto del medico di mantenere in vita tutto si concentra o si riduce al
Problema dell'intervento di un terzo a quali condizioni quando il soggetto
Non può
Ne per le condizioni in cui si trova lo uso alle espressioni crude giusta né suicidarsi né avere la fortuna di dipendere da una macchina o da un farmaco è un tragitto culturale aperto davanti a noi al quale e audit è un dibattito al quale non possiamo sottrarci noi sappiamo già e l'esperienza ce lo dice che l'alternativa non è tanto terrà sì o no al suicidio assistito all'autonomia sia volontari perché lei vince ma l'alternativa tra dibattito pubblico e decisione democratica attraverso i parlamenti e amministrazione giudiziaria di questa vicenda
Lo vediamo in infinite decisione l'abbiamo visto nel caso deciso recentissimamente dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano dove l'assoluzione è stata giocata su una acrobazia giuridica non potendo sì hanno detto i giudici stabilire se nel momento in cui il marito ha staccato il respiratore la persona era già morta come noi non possiamo sottrarci a questo dibattito pubblico che è l'unico tra l'altro che consente di attribuire a tutti società comunità familiare individui la giusta responsabilità è stato scritto giustamente per nella morte moderno Pubblico e privato erano separati
è il primo dominava su un secco
Le emozioni del paziente erano ignorate dagli veniva trasformati in un oggetto in un caso in un luogo di malattia nella morte postmoderna
Pubblico e privato si intersecano e si rimandano il privato invade e frammenta il discorso ecco perché questo discorso deve continuare
Ringrazio veramente il professor Rodotà perché penso che abbia dato anche un senso a questo incontro cioè al fatto che parlare di queste cose significa parlare di problemi individuali di problemi sociali dei problemi politici
Del ruolo della malattia del ruolo della salute del ruolo delle leggi credo che abbia anche fatto capire come è impossibile fare in maniera semplicistica un discorso sull'eutanasia io avrei voluto tanto fare una pausa impossibile perché troppo tardi lui abbia perché credo che ognuno di voi avrebbe gradito sicuramente fare una pausa quindi invece dobbiamo proseguire perché abbiamo degli importanti contributi soprattutto per le informazioni che ci potranno dare e quindi io do la parola per trattare della normativa olandese
A Rabin c'è un pr Jean Pierre segretario generale
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Poi dovrebbe essere più simile a una scienza empirica che una scienza formale dovrebbe scoprire quali siamo le condotte socialmente riconosciuta nulla poi in norme in tema di
Fallito inizia semplicemente inventata o come spesso accade nel settore della bioetica e quindi imposto le regole sarebbero o pregiudizievoli della libertà oppure finirebbero cosa che accade regolarmente col non essere rispetto
In campo bioetico questo pericolo è molto concreto spesso le norme giuridiche corrispondono ad anacronistiche proibizioni di comportamenti che sono comunque praticati dalla gran parte della popolazione
Oppure ove queste norme sono va rispettata rappresenta una violazione dell'autonomia del bene degli individui in terra
Tutto questo fattivamente nero per le norme che riguardano ormai giuridiche che riguardano le decisioni mediche di fine vita come risulta appunto da innumerevoli indagini scientifiche come dicevo prima sono assai più frequenti nella pratica clinica di quanto comunemente si ritenga tra l'altro vorrei a dire non fumo ha fatto una questione tipica del nostro tempo ma sembrano accompagnare queste decisioni l'intera storia del pensiero medica
Il progresso della scienza e le trasformazioni sociali abbiamo ascoltato anche questa mattina hanno quindi solo attribuito e reso più eterogeneo il problema
La complessità di quella che può essere considerata la tematica bioetica per eccellenza davvero lo è richiede un approfondimento che tenga conto della straordinaria articolazione delle virgolette scelte tragiche a cui ciascuno di noi potrebbe essere chiamato uno degli elementi di questa complessità e lo ascolteremo nesso fra Brenna è certamente dovuto alla molteplicità degli ori ancora orientamenti etici o confessionali degli individui orientamenti che influenza hanno non solo le richieste rivolte alla classe medica nelle fasi finali dell'esistenza ma anche l'attitudine dei medici stilisti a soddisfarle o rifiutarla
Da un punto di vista laico liberale che poi è il mio punto di vista i valori di riferimento sono quelli dell'autonomia
E dell'autonomia dominazione delle singole persone che in assenza di danni certi a terzi sarebbe erano autorizzate a gestire in modi e i tempi del morire in piena libertà
è interessante notare come ad analoghe conclusioni possibile aggiungere pure assumendo un quadro valoriale completamente diverso Vannino quello per esempio di tipo cristiano ortodosso è il caso di uno dei maggiori bioeticisti contemporanei che Tristram Engelhardt
Secondo il quale virgolette il divieto di suicidio di suicidio assistito di urtano Asia non è altro che un tabù un complesso di proibizioni radicate in considerazioni etiche ereditate dal passato
Ma che non ci appaiono più degna di essere presa sul set
La sola guida generale i nostri comportamenti secondo Tristram Engelhardt sarebbe cioè quella che deriva dal consenso delle persone coinvolte
Dunque autonomia libertà e responsabilità
Una posizione evidentemente assai lontana da quelle che spesso si fondano su una latente sfiducia nella capacità di giudizio dei singoli individui
Afferma John Stuart Mill anche la costante abitudine di correggere di completare le nostre opinioni ponendoli a confronto di quelle degli altri lungi dal generale dubbi e risolutezza e e il solo fondamento stabile di una ragionevole fiducia nelle opinioni medesime
Il confronto delle posizioni cercando di individuare scoprire sfidare i pregiudizi nelle assunzioni abituale
Siamo ne siamo certi la ratio di questa sessione di questo pomeriggio
Devo quindi inizia i lavori con la lettura magistrale dice incesto D'Agostino ordinario di filosofia del diritto presidente del comitato nazionale per la bioetica e presidente dei giuristi cattolici italiani
Sono molto contento d'aver avuto quest'invito prendere la parola durante questo convegno perché questo mi consente di esporre Tay sia alle quali sono molto attaccato come credo ciascuno di noi sia particolarmente attaccato alle proprie tesi a porle in Como a confronto con le vostre e a cercare insieme con voi di fare un passo avanti in una riflessione che ovviamente per sua stessa natura e tragica incredibilmente tragica e nei confronti della quale dobbiamo sempre assumere un atteggiamento che che Gordiano di timore e tremore aggiungo anche immediatamente che non intendo parlare né come
Presidente del Comitato di bioetica né come presidente dell'Unione giuristi Cattolici anzi non voglio nemmeno parlare come cattolico
Nel senso che starò attentissimo a non usare alcun argomento teologico religioso e forse nemmeno filosofico metafisico nelle considerazioni che stavo per far peraltro se siete interessati a conoscere il parere del Comitato nazionale di bioetica potete collegarvi in Rete su internet nel sito del Comitato nazionale di bioetica c'è il testo
Di un documento intitolato Problemi della fine della vita umana del novantacinque magari un documento che meriterebbe di essere rivisto rime rimesso in qualche modo a a fuoco in cui si espone il l'unico parere in materia del Comitato nazionale
Dicevo voglio parlare senza mente come giurista e voglio parlare come giurista perché io ritengo che
Lei circa della fine della vita che è il titolo di questa sessione di questa seconda sessione del nostro convegno seconda in si tutto a in un solo principio
L'etica della fine della vita no al diritto
Non è possibile giuridici Zare la fine della vita umana questa è la tesi che vi voglio proporre ogni pretesa di giuridici zonazione della fine della vita umana non è etica
Ma non è che non è etica dogmaticamente di principio
Non è etica perché quando si è cercato
Come in Olanda come in altri Paesi di giuridici Zare attraverso leggi ad hoc
La fine della vita umana si è arrivati a è esiti eticamente e anche socialmente giuridicamente aberranti cercherò di dare qualche esemplificazione di quello che sto dicendo
In altre parole e in un'altra formula
Propriamente il titolo di questo convegno per me che sono giurista è profondamente sbagliato a meno che non lo vogliamo interpretare in senso lato in senso metaforico
Diritto a vivere e diritto a morire
Ebbene propriamente non esiste né un diritto a vivere ne esiste un diritto a morire
Perché in vita e di morte
Non sono pratiche sociali non sono atti su cui il diritto a posso ammettere le sue zampe e qualificarli secondo il suo criterio dicotomica Holley cito illecito
La vita non è mai né lei cita nelle incita e meno che mai è lecita o illecita la morte Dieter morte sono orizzonte
Gli ha stanziato a mente sono un vivace interessano la bracciante di cui parlava Jaspers
Sono situazioni in cui sono in cui noi tutti siamo calati
Quello che il diritto può fare
è dire che sì a un diritto alle cure
E magari alle cure salvavita
O quello che il diritto può dire è che è il lecito uccidere cioè e lecita ogni pratica sociale ogni atto umano che uccida una vite umane
Ma propriamente diritto avvitare il diritto a morire dal mio punto di vista non significano dal punto di vista del giurista prontamente nulla
A meno che naturalmente non vogliamo usare queste espressioni in senso molto lato il movimento per la vita parla del diritto del nascituro alla vita ma significa semplicemente che nessun medico dovrebbe porre in essere pratiche abortive
Quello cioè che per un ha detto del movimento per la vita è il diritto alla vita del nascituro per un giurista si trasforma invece in un divieto alle pratiche abortive ecco capite in che senso porto avanti questo tema
Insisto su questo perché una degli errori che più frequentemente vengono fatti quando si parla di questo tema
E lo stellone si ritrova da tutte le parti per esempio Cinzia Caporale ha citato un momento fa Engelhardt quando dice ha il divieto del il Tribune da condanna del suicido dell'eutanasia sono tabù ancestrali
Oggi invece siamo entrati in una prospettiva diversa quella dominata dal principio dopo Lumia
Ma il principio di autonomia è una cosa sacrosanta ma proprio per questo è da rispettare nella sua specificità etimologico tende epistemologica
Autonomia propriamente significa che le mie azioni di carattere sociale debbono essere rispettate in un sistema di equilibrio come quello giuridico da parte di tutti non possiamo dare la parola autonomia un significato che vada oltre questo
Se io ad esempio faccio rientrare nell'autonomia il diritto al suicidio
Entro in un ginepraio da cui non esco più perché qui gioco sul paradosso spero di farmi capire se io davvero ritenersi di avere un potere sulla mia vita
Perché allora
Per coerenza non dover riconoscere di avere un potere per esempio sul mio organi perché non potrai commercializzare un mio Ordona fini di trapianto sì ho il diritto di uccidermi perché lo devo avere il diritto di vendere un rene
Magari traendo da un buon profitto
Come non a caso qualche bioeticista in modo per me è aberrante ma in modo coerente partendo da questa premessa ha sostenuto per esempio John apertis
Ma di paradossi un paradosso se ho diritto di uccidermi perché non va be non doveva avere il diritto di vendermi come schiavo
La libertà nonostante tutto
E può essere esperita soltanto da chi è vivo se io tolgo la vita poco anche la libertà un bel contratto dividi autoriduzione in schiavitù
I giuristi romani prevedevano questa possibilità
Proprio perché i giuristi romani non avevano il concetto di dignità della persona che abbiamo noi
Oggi siamo tutti me lo auguro abbastanza perplessi di fronte a un eventuali ipotesi di un soggetto che in nome dell'autonomia rivendicato se una assoggettamento stia distico giuridicamente garantito
Badate bene non sto parlando di situazioni di fatto io fattualmente posso anche fa farmi schiavo di un altro obbedirgli in tutto e per tutto regalargli tutto il mio patrimonio dirgli tu sei il mio padrone ma appunto questa è la situazione di fatto
Su quel diritto non può dire nulla esattamente come suicidarsi e da situazione di fatto
Quello che non accetto come giurista è pensare che ognuno di noi abbia il diritto di ridursi schiavitù e che il sistema giuridico debba riconosce di questo diritto
Esattamente come non riesco a tematizzare il suicidio come un diritto che l'ordinamento giuridico debba sancire
Per Dante mentre perché non ci si ed equivoci in quello che sto dicendo non c'è nulla Tizio logico di cattolico queste l'argomento fondamentalmente di Aristotele contro il suicidio
Aristotele diceva sette se io mi uccido Recco Tortona mi alla comunità che a cui appartengo perché io non appartengo a me stesso
Appartengo alla polis all'interno della quale sono nate sono cresciuto
Comunque usiamo tranquillamente diritto a vivere diritto a morire come titolo del convegno oltre tutto un bellissimo titolo e funziona
Non è appunto un titolo giuridicamente calibrato il senso di chi l'intenzione con ogni probabilità di chi ha proposto questo titolo
Era quella di rivendicare l'utilità la necessarietà l'opportunità di una legislazione tutta Danzica sappiamo bene che e gli abbiamo già ascoltati esistono moltissimo movimenti a favore dell'eutanasia
E ritengo ragionevole che siano questi movimenti ad argomentare le loro ragioni l'onere della prova a favore di una legislazione aiuta a Danzica dato che si tratta di una dell'ICI legislazione obiettivamente sconvolgente
Perché in due mila anni di storia del diritto occidentale soltanto la nostra generazione si è trovata di fronte a pretese di questo tipo
L'onere della prova spetta naturalmente fautore dell'eutanasia quindi permette sono contrario ad ogni legislazione eutanasia
Può bastare credo che sia corretto dal punto di vista argomentativo confutare gli argomenti di coloro che sono a favore dell'eutanasia
E qui cominciano le difficoltà
Perché gli argomenti di coloro che sono a favore dell'eutanasia sono parecchi ma so che in genere intricata e confusa
Si mescolano gli uni con gli altri ed è una vera fatica di pagarli appena si critica un argomento e magari uno è convinto da dello criticato efficacemente l'interlocutore se ne viene fuori e dice sì ma non è questo il vero argomento che volevo sostenere un alto e questo rende molte volte dibattiti come questi particolarmente a farlo sì
In questo senso aveva perfettamente ragione a Rodotà questa mattina quando diceva che il nostro tema deve essere scomposto
Non è un tema che possiamo gestire in modo monolitico dobbiamo avere l'enorme pazienza di scomporre in tanti sotto temi e questo metodo vuole seguirlo anch'io anche perché Cerreto ci possa portare a risultati molto utili
Io sono convinto che quando si parla di eutanasia in questo groviglio di tematiche che si intrecciano
Si mescolano molti punti in cui sui quali di fatto non c'è disaccordo
Io credo che per il novanta per cento delle questioni comunemente ritenute Ottana sicché c'è un accordo generalizzato
E quindi vale la pena mettere in evidenza i punti sui quali l'accordo c'è anche per smetterla di parlarne perché se no ogni volta quando si parla di queste cose si rimettono sul tappeto questioni su cui invece l'accordo già consolidato
E guadagnare in voi in questo modo tempo per analizzare i punti su cui invece il disaccordo c'è e non è facile risolverlo
Elenco molto rapidamente i punti su cui a mio avviso l'accordo esiste e sono fondamentalmente quelli di cui ha già parlato Rodotà e anche qualcun altro interventore
Il rifiuto del trattamento medico da parte di un paziente competenti ecco questo credo che sia un punto su cui c'è un assoluto accordo in bioetica ma dato che vi avevo promesso di parlare da giurista direi che questo è proprio uno di quei punti su cui un giurista non può che dire ma è un precetto costituzionale
La Costituzione proibisce ogni pratica medica obbligatoria tranne in quei rari casi previsti dalla legge ma previsti dalla legge per ragioni di sanità pubblica quindi nei casi di epidemie o casi del genere si può immaginare un trattamento medico obbligatorio
Ma che il paziente abbia diritto a rifiutare un trattamento medico è assolutamente fuori questione notate bene che questo non ha nulla a che vedere propriamente col desiderio di suicidio
Io posso benissimo rifiutare un trattamento medico
Per ragioni in un suicida varie per esempio per affidarvi alla natura
Perché voglio che la mia eventuale guarigione dipenda dalle forze della natura e non per e dall'artificio di un medico o per esempio posso rifiutare un trattamento medico per la mia assoluta fiducia della provvidenza divina
Non sempre la provvidenza divina funziona così meccanicamente chiama la musica sa che Manuel De Fraia morì proprio perché rifiutò un trattamento medico ed uno spirito mistico e affidò la sua causa addio e forse Dio
Ho però la scelta migliore facendolo morire anziché facendolo sopravvivere chi può dirlo ma insomma sul rifiuto del trattamento medico non c'è discussione
Naturalmente deve essere un rifiuto che provenga da un paziente competente nel senso tecnico del termine è chiaro che qui si possono aprire questioni molto sottili non è la stessa cosa se è un adulto nel pieno possesso delle sue facoltà mentali a rifiutare il trattamento medico o o eppure o se è un anziano in stato di confusione mentale non è la stessa cosa se un adolescente
Non è la stessa cosa se è una persona in una situazione di contingenza abitare estrema i problemi ci sono ma noi adesso ragioniamo per paradigmi per principi e credo che questo principio lo possiamo ritenere acquisito e condiviso
Altrettanto condiviso è il principio della rinuncia della liceità anzi della doverosità della rinuncia ad ogni accanimento terapeutico anche qui non posso che ha di farmi a quello che ha detto Rodotà stamattina
Già Pio dodicesimo in un'epoca in cui nessuno parlava ancora di bioetica aveva ritenuto non doveroso l'accanimento terapeutico
Anche qui naturalmente possono nascere problemi casi distici
Molto complessi ma non stiamo qui a fare casistica ci interessa che da tutte le parti io non ho mai incontrato un bioeticista che sostenga che faccia parte del dovere di ogni medico praticare l'accanimento terapeutico
Quindi non sarei d'accordo con Rodotà io credo che adesso lo citerò tante volte prodotta e mi dispiace che non sia tra noi quando Rodotà aveva detto stamattina è morto il modello ippocratica o non sono molto d'accordo
Perché non è che il modello ippocratica era così ottuso da dire che il medico ad ogni costo
Ciecamente doveva perseguire la vera sopravvivenza additare del paziente
è il bene del paziente che il medico deve perseguire e a volte il bene del paziente è proprio quello di non accanirsi inutilmente sul suo corpo
Ancora siamo tutti d'accordo sulla necessità di potenziare la medicina palliativa e siamo ancora tutti d'accordo che la finalità della panificazione è giustificata anche nei casi in cui la palliazione
Possa aggravare o anticipare la fine del paziente
Anche su questo naturalmente ci possono essere molti problemi casinisti sì ma in linea di principio se la palliazione non è diretta all'uccisione del parassita del malato mai Diretta a dargli sottrargli i dolori della sua malattia per mantenere un minimo di consapevolezza e di coscienza la palliazione e assolutamente giustificata anche quando in linea di principio
Possa avere delle controindicazioni significative dal punto di vista per esempio del della sopravvivenza di tale ritengo che siamo tutti d'accordo nel non poteva accettare sotto alcun profilo eutanasia praticata su soggetti disabili cioè l'eutanasia eugenetica
Anche questo comunque faccia ENPA importante dirlo perché sappiamo che uno dei programmi storici di realizzazione dell'eutanasia quello nazista avuto proprio per l'oggetto soggette handicappati quindi anche da questo punto di vista credo che no all'eutanasia sia generalizzato
Allora
Non resta allora che cosa qual è il punto su cui con ogni probabilità c'è un forte disaccordo e su cui bisogna quindi ancora continuare a discutere e chissà per quanto
Il punto è che riguarda quella che io chiamerei la eutanasia vera e propria l'eutanasia propria
Come definire l'eutanasia propria in un appunto che avevo preso preparandomi a questo incontro ero andato a tirar fuori un articolo esemplare
Di uno studioso olandese e poi fatta che era stato tradotto in italiano sulla rivista bioetica la rivista della Consulta di bioetica di Milano che ha posizioni molto aperturisti che nei confronti dell'eutanasia
Ecco poi per te scriveva questa fu questa frase
Ciò che rende illeggibili le analisi straniere della pratica olandese dell'eutanasia è il modo vado vago e generico in cui essi usano tale termine
Venendo così a classificare come eutanasia pressoché tutti i modi attivi con cui si abbrevia la vita di un paziente continua poi certa bisogna parlare di eutanasia se e solo sei un medico pone termine alla vita di un paziente terminale dietro sua richiesta concordo assolutamente vi è eutanasia se e solo se un medico porre termine alla vita di un paziente terminare dietro sua richiesta
Ora se questa definizione il pregio di essere assolutamente limpida e mi sembra che sia stata anche di presentata questa mattina in uno degli interventi
Prendo però atto che ancora non dice meglio non dice mondo Ulla su come la legge olandese ha poi strutturato
Il sì all'eutanasia che di cui la legge stessa
Che la legge stessa veicola
E allora anche qui ho preso un altro articolo di uno studioso olandese chi mi stima apparso sul primo numero di una nuova rivista di bioetica Janus diretta da Sandro spin Santi
Chi sbaglia a proposito delle giovani prese pone quattro condizioni che poi ho visto essere state ripetute stamattina
La presenza di una richiesta volontaria e persistente di eutanasia da parte del paziente una richiesta volontaria e persistente
La presenza di sofferenze persistenti insopportabili e irreversibili
La consultazione da parte del medico chiamato a praticare l'eutanasia di un collega la disponibilità di cartelle cliniche complete
Allora anche qui ci troviamo di fronte a dei parametri quattro parametri che mi sembrano molto limpidi molto chiari
Il fatto è che questi parametri ripeto molto limpide molto chiari mi sembra che poi vengano utilizzati faccio riferimento alla pratica olandese in modo molto discutibile
Poi il terzo è che citavo prima e il cui articolo è stato scritto nella venne la sua veste di alto funzionario del ministero lande sia dalla sanità
Dopo aver detto e ripetuto che si deve parlare di eutanasia se e solo se un medico porre termine alla vita ad un paziente terminale dietro sua richiesta offre ai suoi lettori tre pagine dopo la sua definizione una statistica sull'incidenza di sui tipi di richieste dirottata sia in Olanda secondo un rapporto ufficiale del governo di quel Paese vedo che questa mattina questi dati sono stati ripresentati aggiornati baci foto torna sopra perché meritano una piccola riflessione
I dati del novanta ai casi di eutanasia totali due mila trecento casi di assistenza al suicidio quattrocento casi in cui si è posto fine alla vita del paziente senza richiesta missile
Dunque su due mila trecento casi di eutanasia in Olanda
Con una legge che i scusate la pedanteria ma mai la pedanteria come in questo caso è necessaria con una legge che chiama eutanasia l'uccisione di un paziente su sua esplicita richiesta abbiamo mille casi mille su due mila trecento in cui si è posto sfida la vita del paziente senza sua esplicita richiesta i dati che sono stati forniti questa mattina
Dal robot John Kjaer mi pare che siano lievemente DiVersi ma mi sembra che rimanga un buon terzo di casi in cui l'uccisione del paziente avvenuta senza sua richiesta
Allora
Saper ritornando accolita realtà da cui ho tratto questi dati Volkert intuisce il problema posto da questi dati capisce che bisogna dare una spiegazione
E ci dice che ci sono situazioni in cui aperte le virgolette tutte le funzioni vitali cominciati irreversibilmente a venire meno ma non c'è alcuna esplicita richiesta da parte del paziente
Il porre fine alla vita in questi casi è inevitabile
Strano aggettivo inevitabile in vista del dolore che accompagna il processo del morire e deve essere accertato come normale pratica professionale
Dire normale pratica professionale incredibile dato che soltanto in Olanda
Questa pratica ritenuta lecita evidentemente l'Olanda ritiene che tutto il resto del mondo sia anormale
Ecco io ritengo espressioni di questo tipo veramente stravaganti per loro un usare aggettivazione più pesante
In ogni modo queste espressioni sono a mio avviso indicative di una grave e inaccettabile manipolazione del linguaggio
Alla quale e su questo voglio Richter richiamare la vostra attenzione alla quale manipolazione del linguaggio non può non seguire una ancora più grave manipolazione delle coscienze
Ricordiamoci sempre che prima si può riporre il linguaggio e poi a ruota inevitabilmente
Sì ma di parole coscienza
Non riesco da giurista a capire come si possa partire da un'affermazione così chiara
Quale quella per cui da un parà sia un omaggio all'autonomia del paziente lo ripeteva anche anche Engelhardt
Per poi scivolare contanti immediatezza nell'affermazione secondo cui esistono situazioni in cui bisogna praticare l'eutanasia su pazienti che non l'hanno richiesta come normale pratica professionale
A questo punto il fautore dell'eutanasia interviene con un argomento accessorio è quello che dicevo prima
Si confondono le acque purtroppo in questi dibattiti l'argomento accessorio lo sappiamo tutti benissimo quale lo capisco perfino io è il riferimento ai casi terribili patetici strazianti
Per i quali è doveroso fare entrare in gioco un profondo senso di umanità
Come si può restare insensibili davanti ai dolori terribili di un malato terminale
Io risponderei che l'unica risposta corretta e quella della medicina palliativa
Ma ammettiamo pure che la medicina palliativa in certi contesti non sia abbastanza sviluppata è il problema del dolore dei pazienti terminali rimanga in tutta la sua asprezza
Si potrebbe dunque dire va bene anche se non c'è la richiesta esplicita del paziente
Ci sono situazioni atroci di dolore e di sofferenza
Ed è giusto applicare estensivamente una legge o Tanassi Ca'pensata solo per dare seguito alla volontà esplicita e consapevole dei malati terminali
Il fatto è che nemmeno in questo modo si risolve la difficoltà
Ritorno all'altro studioso olandese che ho già citato Pines ma egli dall'articolo che è stato tradotto in italiano su Janus il titolo la dolce morte e la misura della sofferenza
Ci sono situazioni scrive chi SMA parlo di chi sbaglia ma questi discorsi sono molto diffusi capite bene ci sono situazioni di scrive in cui il dolore non è fisico mai piuttosto esistenziale
Egli cita due casi avallati dalla magistratura olandese e che quindi fanno giurisprudenza
Il primo avallato dal Consiglio superiore nel novantaquattro il secondo dal tribunale di Harlem
Il primo caso è il seguente
Una signora chiede di essere uccisa
E giustifica la richiesta per le gravi sofferenze generate in lei dal dolore quotidiano provocato dal divorzio dal marito e dalla successiva morte di due figli adulti
è chiarissimo che ci troviamo di fronte ad una situazione che dir tragica a dir poco mai anche chiarissimo che qui di malattie terminali non ce n'è nemmeno l'ombra
E non c'è nemmeno l'ombra di dolori fisici il contesto è chiaro la terribile situazione di solitudine esistenziale di una povera donna che ha perso tragicamente due figli e chi è caduto in depressione per usare un lessico psicologico
Diventa argomento per far definire dal Consiglio superiore o olandese insopportabili le sue sofferenze e a ballare la scelta del parassita
Il secondo caso quello portato davanti al tribunale di Harlem riguarda un medico di famiglia che ha praticato l'eutanasia sul senatore dovrà d'Edvard brokers ma anziano di ottantasei anni primo di malattie organiche
Se non per gli acciacchi ordinariamente presenti l'uomo della sua età ma che trovava insostenibile la sua situazione di vita per le limitazioni imposte dalla vecchiaia
Il tribunale ha accolto l'istanza basata sulla sua forense esistenziali e sullo stato di infelicità del richiedente
Ed ha ritenuto conforme alla legge l'operato dal medico il caso peraltro attualmente giace davanti alla Corte di Appello di azzarda
Notate però l'apertura di orizzonte semantico accanto alle sofferenze esistenziali si introduce lo stato di infelicità
E lo stato di infelicità lo sappiamo bene può avere mille motivazioni di psicologi sanno benissimo
Che un bambino può essere infelice per gli insuccessi scolastici
Un adolescente per gli insuccessi sentimentali un imprenditore per gli insuccessi in Borsa
L'infelicità dove oggettivabili e soprattutto non è verificabile
Se non in modo in modo estrinseco rispetto al soggetto che ne è portatore
Se queste sono le sofferenze che legittimare in Olanda l'applicazione di una legge eutanasia Ica diventa chiaro perché il ministro olandese dalla sanità else borsista non so se lo sia attualmente spero proprio di no
Una delle prova promotrici della normativa olandese sull'eutanasia
Si è dichiarata ampiamente favorevole alla somministrazione di pillole del suicidio a persone molto anziane senza più interesse ad andare avanti nella ditta
La citazione tratta dal Corriere della Sera del quindici aprile due mila e uno
Pillola del suicidio a persone molto anziane senza più interessa ad andare avanti nella ditta naturalmente per rassicurare l'opinione pubblica
La Borsa ha dichiarato che sarebbe necessario che questa facoltà venisse accuratamente definita da un'apposita legge
Ecco il trucco si cerca di coprire un problema etico cioè la solitudine degli anziani con il dettato garantistico di una legge come se l'etica potesse far leva sulla legge
Credo che dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che cosa posso significa in significare invocare affini garantistici una legge dotata di accuratezza in un Paese che accetta da una decina d'anni
Di regali Zare Mentana sia solo su richiesta dei pazienti
Ma poi consente che la legge venga applicata anche a pazienti che non hanno fatto richiesta e che fonda questa legalizzazione come soluzione per atroci sofferenze terminali
E poi analoga la sofferenza esistenziale nella solitudine della vecchiaia il dolore dei malati oncologici
è palese che se verranno messi in vendita in Olanda pillole per il suicidio esse saranno sulle prime riservate agli anziani per soccorrerli nella loro infelicità sedile
Poi si arriverà a riconoscere il diritto di ogni cittadino malato o meno anziano o meno ma in situazioni di infelicità esistenziale di esigere queste pillole per suicidarsi
Chi abbia studiato anche se solo minimamente il faro ovvero del suicidio
Sa bene che per uccidersi non è certo indispensabile trovare in libero commercio pillole letali
E sa altrettanto bene che dentro la maggior parte dei suicidi ci sono sì dinamiche terribilmente complesse che non hanno a che fare con la volontà di morire ma paradossalmente con la volontà di vivere
Chi chiede di morire chiede in realtà di essere aiutato a vivere diversamente
A volte ed è sufficiente poter toccare con mano che il suo dolore condiviso da altri per riuscire ad elaborarlo positivamente
è per questo che rigorosa analisi empiriche raccomandano negli ospedali di non isolare i pazienti terminali perché la sola esperienza di una corsia in cui tutti i pazienti soffrono in modo simile
è in grado di attivare in ciascun paziente incredibili capacità di resistenza sia al dolore che alla depressione psichica
Vendere infine in farmacia pillole letali
è un modo subdolo per invitare gli anziani a non gravare
Col peso di tutte le loro necessità sulla famiglia o sull'assistenza pubblica ma su questo già stato attirato tutta ha fatto molte allusioni
Quando ha messo in evidenza i nuovi tragici rapporti che si instaurano
Tra il processo del morire e l'economia sanitaria dei Paesi avanzati
A questo punto qualcuno potrebbe dire tu hai preso in considerazione soltanto situazioni che fattualmente si sono verificate
Ma si sono verificate contro lo spirito di una buona legge un parassita
Se davvero la legge pararsi crea si limitasse a garantire l'autonomia del paziente quando il paziente chiede di essere ucciso
Se questa legislazione non ammettesse eccezioni strizzatine d'occhio o interpretazioni estensive perché dire di no a questa legge sarebbe pur sempre un rispetto dell'autonomia del paziente facciamo firmare al paziente un testamento di vita
E garantiamo che soltanto quello che è stato sottoscritto in un testamento di vita potrà essere praticato dei medici entro questi termini si potrebbe dire si può trovare un accordo
Be effettivamente il discorso ha una sua concretezza e allora vi dico perché non mi trovo d'accordo con questo discorso fermo restando che su questo punto si che bisognerebbe discutere ore ed ore mettendo da parte tutte quelle questioni accessorie ma tragicamente reali come l'uccisione di di pazienti depressi
Di cui ho parlato prima perché non sono d'accordo non sono d'accordo perché non riesco a trovare o a dare consistenza giuridica ai testamenti di vita
Più ci ragiono sopra da giurista più non riesco a capire come giuridicamente si possano configurare questi atti quindi il mio problema
è ben diverso dal problema della gentile signora che mi ha preceduto quando si è domandata sono utili testamenti di vita il mio problema non è se sono utili
Nella prospettiva in cui mi metto e se è possibile giuridici Zarlino dare ad essi cioè autentico valore giuridico e qui le mie difficoltà sono tante perché mettendo da parte il fatto che coro ogni probabilità i testamenti di vita verranno sempre sottoscritti da una minima percentuale di cittadini ma questo è un dato empirico sociologico che poco ci interessa
Diciamo intanto che inevitabilmente un testamento di vita conterrà inevitabili imprecisioni
Su quello che sarà lo stato reale in cui si narra approvare il paziente nel caso sventurato in cui perda ogni competenza
è chiaro che io oggi posso firmare un testamento di vita ma del futuro non so assolutamente nulla e le ipotesi
In cui io mi potrò ridurre a seguito di un incidente o di una patologia sono talmente numerose da articolate che inevitabilmente il testamento di vita sarà tragicamente generico
E questo è un primo grosso problema perché tutto ciò che è generico crea difficoltà per il giurista
A partire dei normali testamenti quelli che hanno per oggetto la trasmissione dei beni
Non è quasi tutte le controverse testamentarie nascono dal fatto che i testamenti sono scritti male cioè stabiliscono in modo eccessivamente generico il meccanismo di trasmissione della proprietà dal de cuius ai suoi eredi
Ma ammettiamo pure che un testamento di vita sia incredibilmente preciso
Ammettiamo pure che io riesca a prevedere in anticipo esattamente la patologia da cui verrò colpito e quindi ci sia un'assoluta univocità al riguardo
Resta il problema
Che per me è veramente grosso del carattere vincolante per il medico del testamento di vita
Perché
Certo s'banalizzo molto l'argomento ma vi prego di essere gentili e di seguirmi io non posso obbligare un medico neanche a prescrivere un antibiotico
Poi è chiaro che in Italia soprattutto il medico ma lo prescrive anche per telefono ma formalmente non ho il potere di dare un ordine al medico per ottenere una prescrizione neanche di un farmaco ad ampia diffusione
Come posso vincolare un medico ad uccidermi
Non riesco ad immaginare un testamento di vita che abbia un carattere obbligate per il medico
è chiaro che poi empiricamente si può trovare un medico che è ben disposto ad uccidere il paziente ma questo appunto era una situazione empirica a me interessa il paradigma giuridico del testamento di vita
Se il testamento di vita non è obbligate per il medico non può avere valore giuridico cioè non da al paziente quella garanzia è quella serenità che dovrebbe essere uno degli elementi costitutivi
Per i quali il un individuo qualunque sottoscrive questi documenti
Ma se è un testamento di vita non può essere vincolante perché nessun medico può essere obbligato dalla legge a uccidere
Resta allora la domanda oltre spavento di vita non vale nulla non ha alcuna significatività oppure serve semplicemente questo in realtà il cuore della faccenda
A mettere in mano al medico un potere sconfinato cioè quando il medico si trova in mano un testamento di vita e ha davanti a sé un paziente in coma Luís sacche a sua discrezione a discrezione di cui medico
Può potrebbe applicare il testamento di vite uccidere il paziente o rifiutarsi di applicare il testamento e Roma ucciderlo
In altre parole attraversi testamenti di vita il potere dei medici si delle si dilata all'infinito
Diventa incomparabile addirittura al potere che avevo dei medici dell'antico Egitto
E questo mi sembra profondamente non etico perché il potere medico va tenuto sotto controllo
Non va dilatato se c'è un principio io credo importante della bioetica e quello per cui da una parte dobbiamo dire grazie ai medici dall'altra parte dobbiamo sempre diffidare di loro sono due facce della stessa medaglia
Qual è l'unico senso ragionevole da dare a un testamento di vita per un giurista
Per me è il seguente il testamento di vita io lo concepisco e in questo senso dito grande importanza come una serie di direttive anticipate di trattamento in una prospettiva in cui dato i dati i progressi della medicina contemporanea
Le possibilità di trattamento medico alternativo si dilatano all'inverosimile è rarissimo oggi il caso in cui per una patologia ci sia un'unica via da percorrere e si sta sempre un ventaglio
Di possibilità di intervento terapeutico
E molte delle quali sono equivalenti oppure tra le quali ci sono diverse ragioni a favore diversa dal Giurì contro se il medico ha in mano una direttiva anticipata di trattamento può avvenire conforto nello scegliere un tipo di approccio terapeutico al paziente piuttosto che un altro tipo
Questo è molto ragionevole
Se per esempio un paziente dicesse che non vuole in nessun caso essere ricoverato in un reparto di terapia intensiva
Io credo che questo potrebbe rientrare in una ragionevole possibilità per il medico di scendere una strada di trattamento piuttosto che un'altra
Però questo rullo nulla a che vedere con una pratica una direttiva di ti prepara Sico non si ordina al medico di uccidere si dice al medico se nella pratica medica esistono diverse possibilità
Diversi protocolli di trattamento io ti do un'indicazione in questo senso
E se il medico ritiene che quell'indicazione sia coerente con lo stato patologico del paziente potrebbe avere il conforto di scegliere quell'indicazione magari ad alto rischio
Sapendo di andare incontro ad una opinione che il paziente aveva precedentemente espresso
Peraltro
E qui concludo o mi avvio rapidissimamente alla conclusione resta comunque il problema e qui non ci dobbiamo nascondere dietro un dito che inevitabilmente resteranno sempre dei casi in cui testamenti biologici non vengono fatti non vengono sottoscritti
A questo punto molti movimenti a favore dell'eutanasia per esempio la Consulta di bioetica di Milano opera un salto logico che per me è assolutamente incomprensibile
Quello di dire se non c'è un testamento biologico nominiamo un tutore per il paziente che decisi da del suo migliore interesse
Come dire se il paziente incompetente il testamento lo facciamo firmare da un'altra persona
Se si può firmare un testamento di vita io darei a questo tutore anche il potere di firmare qualunque tipo di testamento
Non vedo perché chi può decidere della vita e di morte dura e della morte di una persona non possa decidere della gestione del suo patrimonio cioè qui ci volo un principio di coerenza
Se diamo il massimo potere non possiamo negare un potere minimo
Ma dare il massimo potere significa infrangere quella logica tutti solistica garantistica che il diritto successorio ha sempre portato con sé
Perché non ce lo dimentichiamo su questo i fautori dei testamenti di vita non parlano mai i tribunali civili in massima parte sono piene di controverse testamentaria
Il testamento è uno strumento giuridico Splendido ma attiva controversie
Il testamento di vita inevitabilmente attiverà controversia perché è nella logica delle cose umane che decisioni così radicali come la trasmissione del patrimonio o in questo caso la vita o la morte possano suscitare lacerazioni e conflitti
Anche peraltro a fini successori quando un soggetto Moby nuore
Nel momento della morte si determina l'asse successorio se non l'ha fatto il testamento tradizionale capite bene tutto questo che intrico di problemi può suscitare
Rodotà che era assolutamente consapevole
Sottoscritto se ne è venuto fuori con un'osservazione molto bella e che mi ha dato molto da pensare Rodotà stamattina ci ha detto
Non possiamo non pare a ballare un rifiuto sociale della compassione
Come dire se c'è un caso umanamente tragico lasciamo stare testamenti di lasciamo stare formalismi giuridici
C'è un problema che c'è una situazione compassione impone ecco la società non può farsi carico di queste situazioni compassionevoli
Non ha detto di più Rodotà io interpreto questa affermazione
Nel senso che l'UE non dovrebbe essere molto contrario a una interpretazione estensiva della legge di un'eventuale legge un parassita come appunto si è operato in Olanda
Ecco qui il mio dissenso e totale
è totale perché
Perché la la compassione non si può istituzionalizzare
A quanto a qualche centinaio di metri da qui c'è un bellissimo palazzo dove c'è scritto O magnum spietate soccorso
è il Monte di Pietà
Riflettete un momento su questa espressione Monte di Pietà
è un'istituzione nata per dare una risposta sociale ha problemi di compassione
Ci sono individui indebitati che cadono in mano agli strozzini diamo una risposta istituzionale e sociale a questo problema eleggiamo un Monte di Pietà
Intendiamoci socialmente e ognuno di noi può avere le idee che vuole
Sui monti di pietà a nessuno oggi viene in mente di pensare che un Monte di Pietà cioè un'istituzione che fa prestiti su pegno sia un'istituzione compassionevole
è semplicemente un'istituzione di carattere sociale
Che poveri cioè può può rivincere contro chiede di essere valutato in chiave sociale e niente più
In altre parole stiamo molto attenti la compassione non può passare attraverso lo legge
Quando una legge pensa di farsi carico della compassione fa evaporare la compassione nell'altro al posto dalla compassione da burocrazia io come giurista non sono affatto nemico dalla burocrazia al novantotto per cento l'esperienza giuridica esperienza burocratica e so bene che va a burocrazia indispensabile socialmente ma mi darebbe molto fastidio se un burocrate volesse camuffare la sua opera burocratica per un'opera amicale e caritatevole o compasso pericolo i due piani non solo pubblica
Se il problema dell'eutanasia dal ventuno problema rubando radicalmente umano un problema compassionevole io non credo che lo si possa risolvere legalizzato dove pratiche ottava sic il diritto
Diventa qualcosa di perverso prende piede utilizzato per risolvere problemi che sono specificamente Ubaldi grazie
C'è c'è moltissima Francesco D'Agostino come sempre e ci sono interventi sarà così densi largamente ricchi che non so mi sembra vi sono i volti anche il desiderio di un dibattito ce l'avrei anch'io venni in lo estendo a tutti noi pare che sia così quindi pregherei i prossimi relatori udienze puntualissimi nei tempi cosicché al termine con loro ecologista non si non si possa fare
Un dibattito comunque espone alcune domande credo che anche i nostri ospiti stranieri vogliono magari intervenire replicare su alcuni punti specifici
Do la parola adesso do Marco Belladelli che è responsabile del servizio di pastorale di questo ospedale che quindi ci ospita compito immagino assai complessa
I
Buonasera a tutti
Prima di tutto credo
Così ritengo importante
Esplicitare il mio stato d'animo con il quale vi offro questo mio contributo
Per usare un'immagine sportiva mi sento un po'come la lepre nelle gare di atletica di mezzofondo c'è sempre
L'atleta che corre avanti per lasciare poi agli atleti di casa i veri campioni
La rincorsa finale quindi anche la vittoria finale ecco io vivo un po'questa situazione anche perché sono stato coinvolto in questo forum ieri pomeriggio ecco senza sapere neanche come NATO i quali erano le prospettive comunque proprio perché tra l'altro gioco in casa sono qui di casa
Vi offro con questo spirito da lettore il mio contributo
Ecco prima di tutto vorrei partire dalla enciclica
E Vangeli un diritto e dovere dovendo esprimere fondamentalmente quello che il punto di vista della Chiesa cattolica su questo tema della eutanasia
E qui parto proprio da questa enciclica e Mangelli un vite scritte pubblicata dal Santo Padre
Nel marzo del mille novecento e novantacinque che io personalmente ritengo l'enciclica più importante e fondamentale di tutto il suo ministero e di tutto il suo pontificato
Dice il Papa al numero cinque di queste in ciclica la presente in ciclica
Vuole essere dunque una riaffermazione precisa e ferma del valore della vita della sua inviolabilità ed insieme un appassionato appello rivolto a tutti a ciascuno il nome di Dio
Rispetta difendi ama esservi la vita ogni vita umana
Solo su questa strada troverai giustizia sviluppo libertà vera pace e felicità
Cosa voglio dire ecco voglio dire che non è soltanto un problema giuridico
Non è soltanto un problema sociale
Non è soltanto un problema culturale non è soltanto un problema che può essere in qualche modo anche di compassione umana ecco quello che stiamo trattando a i le dimensioni del problema del destino dell'umanità
E credo che dobbiamo con questo appello appassionato del Papa ecco io mi muovo in questo orizzonte
Questi problemi mettono in gioco il destino stesso dell'umanità questo credo che sia l'orizzonte nel quale ci muoviamo non si tratta soltanto di risolvere dei casi particolari non è soltanto un problema di compassione con tutto quello che questo umanamente postini ficcare
Ecco la mia attività di di cappellano
In questo ospedale lo affronta quotidianamente quotidianamente io parlo avvicino ascolto conforto Consolo e sostengo persone che affrontano quotidianamente questo problema
Ecco ma proprio per questo mi rendo mi rendo conto che il problema che stiamo trattando alle dimensioni e ha i connotati propri di questa di questi orizzonti che il Papa ci invita a prendere coscienza cioè è in gioco il destino stesso dell'umanità
Fatta questa premessa
Dal punto di vista della Chiesa cattolica
Il criterio fondamentale di giudizio morale per ogni situazione di vita per il cristiano è la persona di Gesù Cristo
E quindi dovendo definire quella che è un'etica della vita umana nella parte finale prendiamo come criterio Gesù Cristo
Allora come ha affrontato Gesù Cristo la sua morte
Ecco Gesù Cristo guarda alla sua morte non come un fatto puramente naturale e biologico
Gesù Cristo guarda alla sua morte non nell'orizzonte
Psicologico del dramma come qualche cosa che è assolutamente ai inconciliabile con la dimensione della nostra esistenza
Gesù Cristo guarda alla propria morte come a un evento storico
Nel quale l'uomo protagonista come protagonista in ogni momento della sua vita della sua esistenza nel PPE nella pienezza della sua autonomia della sua libertà della sua individualità ecco quindi questo è il modo in cui Gesù Cristo guarda la morte c'è un passo del Vangelo di Luca al capitolo nove versetto cinquantuno nel quale si dice che Gesù si diresse decisamente verso Gerusalemme
Ecco con questa frase l'evangelista vuole esprimere che Gerusalemme significava la passione Morte di Gesù Cristo ma non per questo Gesù Cristo si è tirato indietro
Non per questo a è fuggito da questa condizione l'ha affrontata da uomo
In nella piena consapevolezza facendosi carico di tutte quelle che erano le conseguenze che come uomo eccome come missione come vocazione per la sua umanità se vogliamo anche guardarlo solo da questo punto di vista questo avrebbe significato nella sua vita e la sua esistenza e quindi questo diventa il criterio di giudizio il criterio fondamentale con cui ogni cristiano va incontro alla morte
Ecco tutto quello che naturalmente impedisce oggi all'uomo di guardare la morte
Da questo punto di vista non è cristiano non è frutto della cultura cristiana non è frutto dell'insegnamento cristiano e questo credo che sia importante riaffermarlo
Da dove vengono le radici di determinate ragioni sociali determinate ragioni culturali che oggi imboccano l'eutanasia non sono certamente radici evangeliche non sono certamente radici cristiane
Questo culturalmente dobbiamo riaffermarlo con chiarezza e con forza
Perché evidentemente questo credo che sia un equivoco su cui molto spesso naturalmente si gioca e si copre quello che la la invocazione di una giurisdizione a favore in questo senso
Per ora ritornando alla enciclica del Papa al numero trenta tre proprio sempre usando il criterio di Gesù Cristo
Dice il Papa e proprio nella sua morte che Gesù rivela tutta la grandezza il valore della vita in quanto il suo donarsi in croce diventa fonte di vita nuova per tutti gli uomini
Ecco questo che allora la radice è fondamentale
Attraverso la quale l'uomo trova il coraggio la forza di superare la paura della morte e tutti quelli che sono i condizionamenti che il processo del morire l'evento del suo realizzarsi
Costituiscono perché comunque credo che anche gli interventi eutanasia ICI non libere non l'uomo da tutte quelle che sono le angosce esistenziale che accompagnano questo processo
Lo accorciano ma non gliele risparmiano le porta tutte con sé e lei vive comunque anche laddove chiediamo a un medico di darci da Pilato di farci questa iniezione letale
Che cosa significa questo detto in altri termini
Dice sempre il Papa al numero trentatré e nella vita stessa di Gesù
Dall'inizio alla fine che si ritrova questa singolare dialettica tra esperienza della precarietà della vita umana e l'affermazione del suo valore
Ecco allora che cosa realizza Gesù Cristo nel momento della sua morte ecco perché nella sua morte rivela tutta la grandezza del valore della vita proprio questa sua capacità di assumere tutta la precarietà della vita
Ecco di farla propria questa precarietà della vita non di rifiutarla e di rigettarla o di rimuoverla secondo quelli che sono i processi psicologici deleteria e quindi anche in qualche modo letali per l'equilibrio psichico e spirituale dell'uomo
Ecco questo è la prospettiva propria nella quale si pone la visione cristiana nel quale noi affrontiamo la morte cioè questa dialettica questa capacità di in modo dialettico di sintetizzare nella propria vita la dimensione della precarietà e l'affermazione del valore dell'esistenza umana
Allora in gioco quando noi parliamo naturalmente di eutanasia in gioco è proprio questo problema il limite il limite della natura umana il limite dalla nostra condizione
Che diventa un assurdo insopportabile laddove si presenta in tutta le sue dimensioni in tutta la sua potenza in tutta la sua manifestazione proprio quando questo diventa Nunzio sul Mortis
Questo diventa per l'uomo insopportabile la dovendo non c'è una sede laddove non c'è una speranza là dove non c'è naturalmente l'orizzonte di una trascendenza
Allora cosa significa questo limite e ancora mi rifaccio alla percorso offerto ci dal Santo Padre al numero sessantasette di questa in ciclica
La domanda che sgorga dal cuore dell'uomo
Nel confronto supremo con la sofferenza e la morte specialmente quanto è tentato di ripiegarsi nella disperazione quasi di anni intarsi in essa è soprattutto domanda di compagnia
Di solidarietà di sostegno nella prove
Ecco allora in che cosa noi come nella prospettiva cristiana vediamo quello che è la manifestazione di questo limite anche il professore D'Agostino mi pare che accenna sia questo nella domanda di morire
Aiutami a vivere
E allora l'invocazione della morte invocazione di solidarietà invocazioni di compagnia domanda di sostegno nel momento della prova
Allora o noi scegliamo la falsa pietà
Del girare le spalle
E quindi distoglie Arci da quello che la fragilità e la debolezza che mostra l'uomo in questo momento
Oppure accogliamo in tutto le sue dimensioni in tutto il suo valore pregnante in tutto quello che significa questa domanda di solidarietà
Di essere capaci di stare accanto a coloro che vivono questa questa momento di grande debolezza e di grande sofferenza
E per questo allora c'è il rifiuto di quella che è una cultura di morte affermata dal Papa sempre in queste in ciclica
Dice in tale contesto si sono sempre più forte la tentazione dell'eutanasia cioè di impadronirsi della morte procurando la in anticipo e ponendo così fine dolcemente
Alla vita propria e altrui in realtà ciò che potrebbe sembrare logico e umano visto in profondità si presenta assurdo e disumana
Ed è per questo allora che non posso che concludere
Facendo media e facendo nostra quello che l'appello più profondo e più vero che è presente in questa enciclica cioè l'appello ad essere il popolo per la vita
E che in fondo è un appello che vuole raccogliere quello che è il destino di tutta l'umanità a farci carico di questo destino per la vita per la pace per la felicità di tutti gli uomini
Dice sempre il papà al numero ottantaquattro questa vita mortale nonostante i suoi travagli i suoi oscuri misteri le sue sofferenze la sua fatale c.t. caducità un fatto bellissimo
Un prodigio sempre originale commovente un avvenimento degno di essere cantato in gaudio in gloria
E poi aggiunge di più
L'uomo e la sua vita non ci appaiono solo come uno dei Prodigy più alti della creazione all'uomo Dio ha conferito una dignità quasi divina
Ed ecco allora l'affermazione cosa vuol dire essere il popolo della vita
Riconoscere che è la vita stessa che ci conduce a Dio
Più di quanto ne siamo consapevoli noi più di quanto noi lo vogliamo o più di quanto noi possiamo anche ostacolarlo nella nostra vita la nostra esistenza questo credo che sia la paradossale ditta
E questo credo che sia l'invito è l'appello che il Papa ci rivolge nell'accogliere nell'essere il popolo per la vita
Permettete di concludere con una lirica scritta da una paziente terminale che ormai ha già concluso la sua esistenza
E intitolata in chiesa
Sentivo il legno del Banco
Premier mi ruvido le ginocchia
Nel chiaroscuro interrotto dai ceri
La moltitudine d'ombre vagamente onde Giada e mi cullava con un sussurro io sommesso di preghiera
Assieme all'odore di incenso mi giungeva una lieve fragranza di fiori
Il profumo di mia madre
Lei mi era accanto e la sua presenza immobile e silenziosa mi rendeva assicura Serena protetta
Mi abbandonavo in un nulla di pace profondo quasi tornassi in una culla
Il velo nero
Con il ricamo dalle trame sottile legalità valietà mente sulla fronte
Teneva il capo chino
Il raccolto nelle mani giunte
Pregando muoveva piano piano le labbra
E una lacrima le palpita va sul ciglio non di pianto
Ma per una trepida raccomandazione un commosso ringraziamento
Per i figli la casa la vita
Per l'amore e per il dolore
Padre nostro che sei nei cieli
E io credevo in Dio
Perché lei l'ho pregata
Quello che io mi auspico è che in questa madre
La Chiesa ritrovi la sua immagine e anche la sua piena realizzazione grazie
Graziano tanto Marco bella regnerà su darei la parola Paolo Ricca Pastore della Chiesa irlandese
La ringrazio anch'io per essere stato invitato tanto più che presenterò una posizione che sarà minoritaria in questo convegno almeno dal punto di vista religioso perché immagino che come del resto abbiamo appunto appena sentito
Le religioni che si pronunceranno saranno tutte contrarie alla eutanasia invece la vostra chiesa
Non lo è non lo è pareggio di sia all'mente cioè
Pure in venutosi conto dell'immenso difficoltà anche di legiferare
Sulla su questa fase terminale sul sull'eutanasia il problema non è tanto se sia possibile ma che cosa è meglio legiferare o non legifera cioè io capisco benissimo il discorso che è stato fatto tanto professor D'Agostino
Il guaio è che
Con questo con questo discorso non si avanza
Mentre ritengo che i ho Blaine mi reali
Vissuti
E oggi
Presentati diventati oggetto di dibattito pubblico cioè ai problemi dei malati terminali come vengono chiamate anche se l'espressione a me non piace tanto devo dire
è e da questo punto di vista cioè non è dal punto di vista astratto del diritto
O della giurisprudenza che bisogna porsi io credo ma è dal punto di vista molto più concreto
Di chi sta vivendo la sua morte
è questo il punto è questo il problema non se io come giurista posso povere o non porre un problema di diritto alla vita il diritto alla morte perché la vita e la morte sono delle condizioni e non sono d'su questo siamo tutti d'accordo
Insomma voglio dire che la questione va apposta a mio giudizio a partire dalla esperienza soprattutto di chi appunto
Si trova
Nella situazione
Di un malato che soffre
Senza riuscire a dare un senso alla sua sofferenza io capisco che un cristiano
Che voi siamo aspiranti cristiani ebrei valdesi
Ma voglio dire capisco che un aspirante cristiano un cristiano possa dar senso
Alla morte e alla vita e alla sofferenza eccetera ma il problema non è questo il problema e chi ad esempio non è cristiano
Il problema è di chi non è credente il problema è di chi appunto vive in una società laica eccetera eccetera quindi insomma
Si tratta di cogliere il punto di vista più ampio e più laico possibile a partire dal quale affrontare questo problema
Noi come valdesi non abbiamo non c'è una
Una dichiarazione
Ti tipo anche un'enciclica
Rispetto alla quale che diventi un pochettino la norma la nostra posizione come in generale quella
Un tempo protestantesimo
Riserva in fin dei conti alla coscienza
E alla responsabilità del singolo credente la decisione etica ultimo ci sono quindi degli orientamenti ci sono delle indicazioni e ci sono delle linee che vengono tracciati
E questo è quello che sostanzialmente cercherò di fare in grande brevità tre
Non sono neanche dei principi sono tre oppressioni diciamo così ecco
Che guidano la riflessione delle nostre chiese che è in corso come credono sia in tutte le società compresa l'Olanda
Compresa volando
Che
Novanta sotto certi profili è un esempio di una legislazione in fieri
Non c'è nessun diktat ultimativo in Olanda cioè una riflessione che va avanti da dieci anni circa voglio dire sul piano legislativo e c'è una legislazione che sia già ormai in qualche maniera continuamente
E questo è un esempio secondo me molto positivo
Cioè stiamo anche imparando a trattare dei problemi che non sono mai stati affrontati e quindi dobbiamo avere anche l'umiltà di non ritenere di avere delle risposte finali abbiamo dei suggerimenti degli delle indicazioni iniziali in questa materia
Ecco dei tre punti
All'interno dei quali si colloca
La nostra opposizione è possibilista nei confronti dell'eutanasia sono questi il primo e il carattere fondamentalmente relazionale
Di tutto il problema cioè bisogna vedere anzitutto il rapporto tra il malato e il medico
E poi il rapporto tra il malato e
Il pastore l'amico il parente
Chi accompagna concretamente questo malato durante la sua il suo calvario diciamo così durante la sua via crucis
E io credo che il problema dell'eutanasia non si possa porre
All'infuori di questo quadro relazionale che a questo duplice asse
Ma l'atto medico
In cui al malato non si dicono delle bugie
Insomma è che il nel in cui si riferisce il medico
Ha il coraggio anche Luigi affrontare fino in fondo di dire la verità fino in fondo quella che riesce accogliere
In modo che si crei questo rapporto
Non solo professionale ma anche umano
Tra me tra medico e malato
E poi l'alto rapporto
Il rapporto medico diciamo Pastore del sacerdote rabbino Imam un un amico insomma chiunque
Accompagni
La persona ammalata e soffre niente durante questo cammino ecco e all'interno di questo Tom rapporto relazionale che di questa situazione nazionale che si può porre legittimamente se posso dire così la questione cioè se in maniera sensata la questione dell'eutanasia
Cioè discutendo le
Discutendo parlandone
In questo senso io sono anche abbastanza d'accordo sulla critica al testamento perché il testamento è lontano il pregresso insomma
Si tratta quand'è possibile si capisce proprio di vivere una relazione e all'interno di questa relazione porre il problema eventuale del dell'ottantasei
Cioè la domanda di eutanasia hanno uno non è unilaterale non va vista così come un
Un diktat del malato ma tu mi uccidi non è questo il discorso io
Per favore uccidermi no
E lei va posto di petto in in una relazione anzi in una doppia relazione
E allora lì la domanda può anche essere contestata
Può essere discussa comunque ma discussa comunque
Può essere ritirata
Ma tutto ciò all'interno di questo rapporto di questa discussione dunque
E all'intendiate in questi interno può anche essere abbandonata la richiesta dell'eutanasia ma questo appunto fa parte di quel doppio dialogo col medico e col pastore che è i quadro all'interno del quale il discorso dell'eutanasia secondo me va posto e trattato e del Libardo seconda secondo osservazioni seconda opzione del secondo principio diciamo
E che appunto è un po'il disco il discorso fatto della autonomia
Cioè solo l'essere umano pienamente cosciente
è in grado di decidere se la propria vita sia ancora degna di essere vissuta
Noi naturalmente essendo cercando di essere cristiani e quindi credenti credenti in di io che è un Dio della vita Claudio della risurrezione io mi sono soffermato a lungo su questo
Post
Perché è un poster che si presterebbe a volte meditazioni cristiane Christie's missiva perché questa è la risurrezione
Noi siamo qua
Questa è la porta
Della risurrezione
E ci porta che ci porta al al di là io non non so se questo il tradimento non credo ma comunque è un posto bellissimo su cui si poteva anche riflette del più a lungo quindi noi siamo favorevole alla vita questo mandasse Movimento per la vita ma di più siamo per la vita eterna
Non solo per la vittima
Per l'eternità della vita
Siamo della risurrezione ma non siamo solo il popolo della vite siamo il popolo delle prime obiezioni
Cioè della vita riscattata dalla vita recuperata tirata fuori dal sepolcro Tol tolta alle grinfie della morte questo siamo noi
Questo sia
Dunque non non sulla mettiamo con la morte
No sulla siamo con la moto
Non ci piace la combattiva
Come Gesù
Giustamente lei ha detto come Gesù
Combattuta dall'inizio alla fine noi siamo così
Cerchiamo dicesse sia non siamo cerchiamo
Quindi
Che la vita sia un dono di Dio ma il problema lo sappiamo tutti del resto è stato già detto e ripetuto ma che cosa entità
E noi distinguiamo almeno nel documento della nostra chiesa opposta alla riflessione delle comunità dei distinguiamo tra vita
Dio logica evita biografica
Cioè fallita biologica quella che si chiama la vita fisica le cellule degli organi che funziona
Questa centralina elettrica che ci fa esistere e compagnia bella e poi c'è la vita biografica che alla vita di relazione sostanzialmente
E non solo i denti che certo sono legate senza Lula annuncia l'altra ma non sono identiche e noi ci crediamo che a un certo punto sia possibile in nome il nome
Vorrei quasi dire della vita vivo grafica chiedere
Che una certa vita biologica crediamo che sia possibile crediamo che non sia
Ne un'offesa addio
Ne un'offesa alla vita con la vi maiuscola mille un'offesa alla fede
Ma sia ogni tentativo certamente perdente
Perché l'eutanasia è sempre una sconfitta sia chiaro
Non è mai fallito nessuno canta vittoria
In nove delle otto Alesi
è sempre una sconfitta ma una sconfitta
Come dire
Un po'al guinzaglio tenuta un po'al guinzaglio questa belva
Della morte ecco è tutto lì Point si impiccò
Cioè la parola che ricorre nel rappresentazione di Cittadinanzattiva questa questo tema di umanizzare
Umanizzare la vita
Umanizzato la morte
Umanizzante o tra virgolette tra dieci mila ridicole
Questo è poi sintetico e magari crediamo che sia una cosa plausi
Naturalmente
Terzo Polo
La si dice la
Fitta è dono di Dio
E noi sottoscriviamo
Sotto Sicilia
Ma
Quando io non riconosco più ritratti del tutto
Quando questo dono diventa una specie di dono avvelenato chiamiamolo così
Io credo che rientri nella responsabilità che noi abbiamo
La responsabilità della vita che ci è stata data appunto
Allora se io tipo qualche cosa ti do anche la responsabilità di gestirla
Io credo che rientri nella responsabilità di gestione
Del dono di Dio laddove la vita non è più vita ma appunto una specie di morte che cammino alla dove la vita
Non più vita ma la sua caricatura alla sua
Contraffazione la sua negazione io credo che non sia delittuoso spiritualmente e moralmente
Porre consapevolmente termine adesso
Naturalmente e terminò su codesto
La insomma tutto questo discorso è sul filo del rasoio
E tutta questa discussione sul filo del rasoio
E quindi un camminare sul che finale di una montagna con molti abissi a destra e a sinistra questo è chiaro
E quindi capisco anche che il giurista dico io non mi avventuro a legiferare
Su una Area così
Così attuale appunto dove fosse appunto la legge non può pone un Charles in maniera significativa capisco pure vota può darsi io mi rendo conto che siamo sul crinale
Di un montagna e i rischi ci sono
Il rischio maggiore è quello che viene chiamata la china scivolosa
La china scivolosa mass lì per lì sullo cioè questo apri qui e entro e dove ti porta ecco
Allora certamente di questo bisogna essere consapevoli perché è un rischio reale un alto rischio è quello che io chiamerei una specie di anestesia delle coscienze
Che l'eutanasia può suscitare può provocare perché in fondo
è quasi paradossalmente qui si vive tra i paradossi ogni chiedere alla morte per sfuggire alla morte in qualche maniera
Cioè ci può essere questo desiderio e io di eludere
La morte
Le qui dandola in il Brera insomma facciamola finita i cosi ecco e qui ci può essere effettiva ma effettivamente una sorta di anestesia delle coscienze nel senso che invece l'esperienza della morte fa parte della vita
E allora che oggi ci sia una la diffusa tendenza a illudere
Questo momento che è anche un momento di verità sia pure tragica
Di verità diciamo così all'incontrario
Questo è anche un rischio che deve essere e l'uso e poi l'ultimo è stato menzionato Eugenio Balducci parlava della civiltà omicida nella quale noi siamo immersi
E allora evidentemente un discorso di eutanasia non può ma non vuole secondo me non vuole affatto ma potrebbe essere fra inteso e utilizzato polemicamente negativamente
In funzione di questa civiltà omicida per la quale siamo palesemente immersi
Che la morte il condimento quotidiano della storia nella quale noi ci troviamo e a questa certo non non vogliamo contribuire ma ripeto non credo affatto che
Una legge sull'eutanasia o quello che ne è insomma o quello che potrà essere ci debba ci debba portare lì incubo al contrario secondo me appunto un per una se azione a questa civiltà di morte
Che ci circonda
Che vuole puntare
Alla vita il suo Pietro senso e significato la sua qualità divinità e non morte forte e non di di di vita paterno
Ecco grazie per il vostro
Grazie grazie molto parlo ricca grazie alla parola
Amare la Mario Scialoja direttore per l'Italia della lega musulmana mondiale
Grazie
Mi complimento con il professor D'Agostino per il la sull'introduzione qui all'inizio dalla nostra sessione pomeridiana
Ha detto delle cose che io condivido pienamente condivido quasi tutto quello che lui ha detto soprattutto l'hanno affrontato il tema della legge sull'eutanasia
No Olanda
Dal punto di vista
Non solo giuridico fatto delle cene anche dal punto di vista morale non verso sera mi sembra che stiamo parlando un po'della quello che spesso viene chiamato significa assistito o l'eutanasia
Le decisioni alla fine della vita
L'Islam
Come le altre della regioni e ad esempio la Regione ebraica mi era bene se ne parlerà dopo di me
Non ha un'autorità centrale che posso esprimere pareri o approvare dottrina ufficiale per problematiche del mondo contemporaneo
Che non vengano affrontate direttamente o indirettamente dalle scritture sacre
Per l'Islam ovviamente dal Corano cara parola di Dio rivelata ma profeta Mohammad dall'arcangelo Gabriele
O dalla sonda la somma è l'esempio che Profeta dato che la sua vita eccone cede
Questo è il caso appunto della cosiddetta possibilità di autodeterminazione alla fine della vita
Suicidio assistito oppure dell'interruzione di procedura di mantenimento in vita di pazienti che senza di esse cesserebbero di vivere
Per il decorso naturale dalla loro condizione
Non avendo l'Islam Mona un'autorità dottrinale centrale
Noi non abbiamo nessun documento analogo ma la dichiarazione sull'eutanasia
Emanata dalla Congregazione per la dottrina dalla fede cristiana il cinque maggio mille novecentottanta
E neppure abbiamo un altro documento vaticano molto importante che sopra le direttive per gli operatori sanitari che credo che sia posteriore di qualche anno nel novantatré novantacinque
Tuttavia anche in assenza di di dottrine religiose ufficiali ci si può basare sulla parte sulla dottrina naturalmente su quello che si può desumere dalla dottrina
Sul parere di eminenti studiosi islamici
Su documenti di convegni scientifici
Alcuni citerò brevemente ed infine sulla prassi medica o la legislazione di paesi islamici
Chicca suicidio
Che il Corano insegna che è vietato non soltanto uccidere ma anche uccidersi
Alla prevenzione comprende con certezza anche consenso ad essere uccisi il versetto ventinove della quarto capitolo dalla quarto usura del libro sacro
Dice testualmente Non uccidete voi stessi perché Dio in verità è stato misericordioso con voi con voi oppure più generale sura sei capitolo sei settecentocinquantuno Noto lei per la vita perché Dio la arresa sacra
Oppure terzo usura nel settecentoquarantacinque nessuno può morire sono per volere di