"Le ragioni della pace. Contro la guerra in Iraq" - incontro confronto tra il Presidente delle ACLI Bobba e il Presidente dei Ds D'Alema (presso il Teatro Ambra Jovinelli)

Bene buonasera a tutti
Benvenuti
Possiamo credo iniziare io ringrazio innanzitutto
Coloro che saranno i protagonisti di questa serata di questo confronto che sono Luigi Bobba presidente nazionale delle ACLI e Massimo D'Alema presidente risponde dei DS cos'è e qual erano le in quali sono le intenzioni per l'incontro di questa sera non abbiamo voluto chiamare incontro confronto perché abbiamo pensato possa potesse essere utile in queste giornate molto convulse anche drammatiche
Segnate dalle vicende del conflitto in Iraq ma anche caratterizzate
Grandi mobilitazione per la pace evitare a Roma in Italia e nel mondo offrire anche un'occasione di riflessione non solo di o denuncio mobilitazione metti riflessione
Su quanto è avvenuto sa bene dove verrebbe da dire sta avvenendo in questi minuti in queste ore
In Iraq
Per andare insieme alla ricerca innanzitutto dei sviluppando questa riflessione diciamo dei motivi oggettivi e soggettivi che sono dietro l'evolversi drammatica della vicenda internazionale fino a quello del conflitto
E soprattutto tentare di ragionare insieme un po'fuori dagli schemi
Del talk show del confronto sempre di per sé polemico sempre con l'ansia di dover rispondere o di doversi posizionare rispetto a qualcuno che partecipa a una discussione quindi una discussione se possibile visti i temi appunto che abbia queste caratteristiche con due protagonisti di questi giorni di questi temi
Luigi Bobba che come diceva il presidente delle ACLI e lo sottolineo perché le ACLI sono è una di quelle associazioni del movimento pacifista
Perché di e da sempre
C'è un un protagonista del movimento pacifista non solo in quel in fasi nelle quali questo movimento esce da una fase carsica che assume una dimensione di Massafra
Da decenni in un sviluppo del movimento per la pace
A mia memoria per motivi di età posso dire del movimento del del movimento per la pace degli anni ottanta e poi via dicendo quando anche questa questo tema è una brutta parola possiamo passare è passato di moda reati sono sempre invece state
In queste fasi quel parte di quelle avanguardie di movimento per la pace che giorno per giorno
Poi hanno tenuto alta la bandiera di valori di testimonianza ma non solo di testimonianze oggi in una dimensione come questa portano un contributo come parte di un movimento vasto e anche da un punto di vista della straordinaria forza del di quello che è dentro questo movimento il mondo cattolico
Con una ha però appunto Autonomie percorso particolare e Massimo D'Alema che ne solo il presidente dei DS ma è in quanto anche presidente DS per la sua storia Stato mi verrebbe da dire oltre che su tanti temi in particolare su questi temi
Delle questioni internazionale della politica in internazionale uno dei protagonisti del dibattito politico che che che stiamo vivendo anche in queste settimane
Questo quindi è un po'il senso della serata e veniamo subito io do subito la parola interloquendo facendo delle domande avvalermi a bomba su tentando di affrontare i vari temi e non posso non partire
Facendo una domanda Bobba dalla riflessione anzitutto Bobba somma riflessione attualissima
Noi chi viene da casa o dall'ufficio ha avuto modo di vedere guerra cioè nella televisione assistito a queste immagini di Baghdad della statua di Saddam Hussein che viene abbattuta
E anche all'esplodere di una già offensiva ideologica e politica che voi avremo abbiamo già che avremo nelle prossime settimane che risolve tutta la complessità dei temi del conflitto sulla bandiera dell'una battaglia la lotta di liberazione di un popolo contro la tirannide contro non solo facendo opera di gigantesca semplificazione del del tema io però riconosco a questa offensiva questo approccio culturale che io faccio anche un po'la parte diciamo del diavolo l'avvocato dettiamo di questo confronto
Una insidia e anche una ipocrita diciamo
Tendenza sopra a a rimuovere invece tanti argomenti allora partiamo da qui
Non sono coerenti in questa sala ma questa offensiva culturale e politica che cioè cioè e ci sarà dell'inneggiare vittoriosi a una guerra giusta perché di liberazione il movimento per la pace che argomenti a
E quali risposte da a queste argomentazioni
Bobba
Molto buona sera a tutti grazie per questo invito in questa occasione di confronto
I Ray subito tre cose primo se la guerra
Finisce prima possibile se si scongiura no
Il sacrificio di tante altre vite umane tante altre sofferenze io credo che non ci possa essere che maggior desiderio auspicio che questo avvenga il più rapidamente possibile abbiamo detto fin dall'inizio di questo ingiustificato e non legittimo conflitto
Secondo che quando c'è un dittatore in meno o una dittatura in meno credo che qualsiasi persona che abbia a cuore fresche a Mila democrazia non possa che esserne felice
E dunque che non esista più ossia in sostanziale
Disarmo una dittatura feroce come quella di Saddam non può che rallegrarci
Terzo
Penso che in un certo senso i problemi principali cominciano adesso
Nel senso che lire che in qualche modo una rappresentazione di tutta una problematica di quell'area
E bisognerà capire che tipo di risoluzione si daranno al dopo conflitto
L'incontro che c'è stato ieri tra Boucher Blair indicativo appunto di questa situazione problematica
Problematica per tre ragioni
La prima ragione deriva dal fatto dal tipo di soluzione che si darà o che si prefigura o che è stata in gran parte prefigurata
Nel momento in cui si instauri
Un qualche Governo provvisorio
Secondo
Che significato e che effetti produrrà una presenza stabile degli americani in tutta quell'area
E che cosa di quei sommovimenti che si sono percepiti in queste settimane nelle grandi capitali dei Paesi arabi
Che cosa di quella rabbia finora contenuta da altri regimi non certo democratici
Che cosa emergerà che cosa verrà alla luce
E terzo infine
Bisognerà capire che cosa avverrà della presenza del ruolo della soggettività o della mancanza di soggettività politica dell'Unione Europea
Che certamente non può restare spettatore passivo di questa cambiamento che perché poi la guerra cambia sempre le cose non lascia mai le cose come stanno precedentemente
Infine ma forse più un tema dis di sfondo ma anche se non troppo irrilevante
Credo che bisognerà fare i conti anche con che cosa nella mente e nella testa e nel cuore
Di tanti giovani ragazzi che hanno quindici venti venticinque anni dei paesi arabi o comunque di prevalente religione mussulmana
Che cosa questo evento lascia nella loro testa nei loro cuori e che cosa si prepara nei confronti del cosiddetto mondo occidentale dagli americani ma anche degli europei più in generale
E credo che questo tema bisogna porselo anche perché credo che la posizione chiara netta decisa costante del Papa su questo tema nasceva sostanzialmente dal su questa guerra nasceva sostanzialmente da questa da questa preoccupazione
Ecco allora che gli avvenimenti insomma prima tra virgolette di cantare vittoria
Bisognerà capire che cosa si prepara e che cosa ci si attende nelle prossime settimane nei prossimi mesi perché tutta quell'area ribolle di tensioni non certo
Sopra del dalla caduta delle statue del dittatore
In particolare la vicenda della Terra Santa dove continuano quotidianamente
Violenze
Su violenze
Credo richieda un appresa incarico immediata di retta rendendo subito operativo quel piano come ha ricordato recentemente Romano Prodi
Quel piano già concordato fra l'Unione Europea la Russia negli Stati Uniti piano che è rimasto sulla carta abbandonato
Come se quel tema non fosse dirimente per l'equilibrio di tutta quell'area
D'Alema tornando su questo punto può farti una domanda
Parlando del dell'amministrazione Bush e di questa leadership americana una in un libro uscito alcuni mesi fa riducendo iniziata
Parlando della destra degli Stati Uniti rispetto al fatto che tutti abbiamo assistito un po'inorriditi alla faciloneria
Con la quale l'Amministrazione Bush ha trattato le Nazioni Unite in fondo l'Europa e il tema della diplomazia internazionale
L'annunciata dice una cosa molto a mio giudizio vera e dice non bisogna stupirsi se ne perché agli occhi della nuova Washington il mondo appare come un intreccio di interessi compromessi eredità storiche irrisolvibili
Non più Gina Pane abile con il semplice buonsenso e le vecchie alleanze come quella con i sauditi sono marce e ancora più vecchie controllo ad esempio sono basate su rapporti di cui si è alterato il dare la vera quindi conclude l'Annunziata
La quella democratica cioè combattuta per consenso eredità della seconda guerra mondiale
Somiglia agli occhi di questa Washington più ma una defaticante campagna lobbistica in Congresso che a una iniziativa militare la risposta che Washington da questo stato di cose appunto rivoluzionaria
Ora se dietro
Lo scatenarsi del conflitto c'è anche questo e cioè una strategia di una leadership americana
Che
Pensa a questo
Non credi che questo pensiero non che fa parte di un gruppetto ma dell'amministrazione degli Stati Uniti d'America unite no
A questo possibile esito e a questa campagna che si Nm già stanno facendo non solo di un tentativo ma dal loro punto di vista di un tentativo riuscito
Aggrava il tema della instabilità del pianeta dal punto di vista appunto degli assetti geopolitici anche della ricerca di un nuovo ordine fondato sul multilateralismo comunque su forme più democratiche il Governo
Credo che diciamo tra domanda che fai molto complessa richiedere
Io vorrei partire un attimo anch'io dalle considerazioni su sull'ora presente
Sulle immagini che
In questo momento entrano nelle nostre case chi
Sono le immagini di una guerra che sta finendo
E io penso che il fatto che finalmente dopo
Giorni in cui nelle nostre case sono venute le immagini terribili della guerra distruzioni dei morti
Le immagini di cittadini in festa
Dobbiamo devono essere accolte con gioia
Meno male che questa guerra finisce
Meno male che vi sono tante persone sarà ancora un conflitto il regime iracheno non era un un gruppetto di personaggi un castello di carta era un regime di massa come si diceva una vecchia espressione della cultura europea cioè era fondato su un partito unico che aveva un'aria di infatti sono morte migliaia di persone per arrivare a questo esito ed è possibile che ancora diciamo questo conflitto si trascini in diverse parti di quel Paese
Però non c'è dubbio che quella dittatura
Sia stato una dittatura sanguinaria
E che per la grande maggioranza della popolazione dai curdi agli Sciti la caduta di Saddam sia un evento liberatorio
Questo non era in dubbio cioè non non era in dubbio né
Che gli americani avrebbero vinto la guerra era giusto auspicare che avvenisse al più presto
Lo dico che poi dirò una cosa su di noi
Che cosa
Quale sinistra c'è bisogno per avere un ruolo eccetera in questa situazione
Ed era
Anche prevedibile che alla caduta di Saddam sarebbe stato un evento liberatorio
Naturalmente i grandi problemi anche le ragioni non erano queste le ragioni del no alla guerra nessuno ragionevolmente diciamo si è opposto alla guerra perché riteneva giusto che rimanesse agli Saddam se diciamo comunque nessuna persona ragionevole comunque non noi che siamo qui
E cioè l'esito di questo conflitto non toglie nulla alle ragioni per le quali ci si è opposti a questa guerra
E che sono oggi questi problemi adesso indicherò c'è anche in parte poppa indicato sono tutti di fronte a noi lei sito vero di questa crisi
La sfida vera era la sfida del dopoguerra io mi sono permesso di dirlo qualche giorno fa Milano diciamo un intervento che tutto il passato alle cronache per per le cose che non c'era praticità però io sottolineo le cose che c'erano diciamo l'esito vero che la sfida è quello che quello del dopoguerra cioè
Le stesse ragioni per le quali questa guerra è stata promossa quelle che sono state dichiarate
La distruzione delle armi l'eliminazione delle armi di distruzione di massa ma solo quelle però non hanno ancora trovato e per cui mi pare che questa motivazione sia finita molto sullo sfondo diciamo
Era un pretesto non era una ragione
L'avvio di un processo democratico nel mondo arabo a partire dall'Iraq
Questo un obiettivo nobile
Lo avremmo non lo so
Dipende
Che cosa accadrà Iraq quali
Mi io penso che la via più difficile perché si è perché lì si avvia un processo democratico
è quella del fatto che ci sia un governatore militare americana
Mi pare che questo problema lo ha posto con chiarezza anche Blair non ho capito bene il tipo di compromesso che è stato raggiunto
Nell'incontro di Belfast sicuramente diciamo
Questo problema di fronte al no soltanto un'amministrazione che abbia una copertura delle Nazioni Unite che coinvolga sin dall'inizio una rappresentanza del popolo iracheno delle sue comunità religiose civili
Può dare il segnale dell'apertura di un processo democratico anche perché il problema della democrazia nel mondo islamico non riguarda soltanto l'Iraq ed è evidente che l'effetto conducente rigo della guerra può essere quello di incoraggiare le forze fondamentaliste di indebolire le forze democratiche in altri Paesi
Io sto per andare a fare un viaggio in paesi importante nel mondo islamico in Marocco
è un Paese democratico paese dove si è avviato un processo democratico
Che un Paese dove c'è un pluri partitissima dove c'è un governo diciamo così di centrosinistra maggior partito del Paese il partito socialista il sistema dove ci sono molti partiti dice
Non c'è dubbio che le setto del di questo attacco americano lo dicono loro è un forte rafforzamento del fondamentalismo islamico
Ai confini con l'Iraq c'è l'Iran
Un Paese dove si è avviato un complesso processo democratico di riforme però dove c'è una parte fondamentalista molto forte che preme sul potere ora non c'è dubbio che dal punto di vista degli iraniani
Se in Iraq si installa un governo militare americano questo darà più forza ai fondamentalisti non ai democratici allora innanzitutto è aperto un grande problema cioè quello di come fare avanzare la democrazia nel mondo islamico dopo questa guerra
In secondo luogo è aperto il problema di
Come evitare che l'effetto della guerra sia quello diceva Bova qui il Papa ha giocato un ruolo importante da questo punto di vista perché
La preoccupazione maggiore del Papa è stato quella di evitare che questa guerra assumesse il carattere di un conflitto di civiltà
Di una guerra di religione
Però diciamo noi sappiamo che se vogliamo evitare che questa guerra crei un varco nel rapporto tra mondo islamico e Occidente abbiamo un banco di prova sotto banco di prova in Medioriente
Oggi sono oggi le immagini da Baghdad cancellano quelle da Garzanti
Dove tra ieri e oggi un'altra decina di palestinesi sono stati uccisi dagli israeliani
Senza che ci fosse nessun attentato né cioè la la la repressione pianificata diciamo prosegue
E è accaduto anche un altro episodio che trovo sconcertante drammatico
Una bomba esplosa di fronte ad una scuola palestinesi in Cisgiordania
Solo per un miracolo sono ventotto ragazzi feriti
Non si capisce se è un atto di terrorismo diciamo io penso che in Israele ci sono forze che vogliono impedire qualsiasi processo di pace
Come ci sono tra i palestinesi intendiamo
E il la spirale terrorismo repressione non ha un solo colpevole dice
E penso che l'Occidente dovrebbe dimostrare
Gli americani e l'Europa di sapere oggi ora affrontare con energie a questa situazione
Offrendo ai palestinesi la possibilità di una pace giusta io credo che
Questo sia il tema fondamentale nel rapporto con l'opinione pubblica araba
Il metro di misura da cui giudicheranno se l'Occidente vuole diciamo
Adotta un criterio di giustizia
Oppure se c'è un doppio standard
è una logica neo coloniale
Infine come ripristinare un quadro di legalità internazionale ora non è che io sono sono innamorato della legalità internazionale per ragioni formalistica per ragioni sostanziali
Cioè la teoria americana della guerra preventiva ha prodotto degli affetti e questi effetti sono per esempio una corsa alla proliferazione delle armi nucleari
Questi effetti sono in corso
Nel senso che i Paesi del Terzo Mondo
Ritengono che è venuto meno un quadro di legalità internazionale
Ed essendoci una grande potenza che militarmente diciamo così onnipotente a quale valuta di volta in volta se giusto opportuno invadere un Paese sopprimerla il governo
è evidente che l'unica sicurezza consiste nel dotarsi di armi nucleari perché è più difficile andare a portare la democrazia che i missili atomici diciamo
Foss'altro perché il prezzo diciamo rischia di essere Trezzo difficilmente sostenibile
Queste sono questioni concretissima
Lo dico perché nessuna di queste questioni è risolta diciamo dall'abbattimento della statua di Saddam Hussein che ho fatto positivo importante
Ma ripeto non ci siamo posti la guerra non per difendere la stato di Saddam Hussein ma perché c'erano queste questioni qui
Che
Ritmi facili fanno ritenere che questa guerra fosse un errore da questo punto di vista
E che facevano ritenere che la teoria che per abbattere le dittature si fanno delle guerre è una teoria
Pericolosa
Non perché le dittature non siano una cosa cattiva perché le guerre che sono un prezzo molto alto
Non solo in sé ma anche per gli effetti che producono intorno a sé
Allora
Io ritengo e tuttavia e c'è il problema che tutto cioè è evidente che noi siamo di fronte ad una destra americana che ha una sua strategia questo è un disegno politico un modo di concepire l'ordine del mondo
Anche se ritengo che i prezzi di questa guerra
Guerra cerchio si conclude con un esito positivo la caduta del regime ma i pezzi di questa guerra sono tali da a mio giudizio rendere problematico anche per gli Stati Uniti l'idea di ripetere l'esperienza della guerra preventiva
Anche i prezzi politici
E almeno a giudicare dalle posizioni di Blair non sembra che una strategia di questo tipo
Avrebbe diciamo se domani come è stato detto in questi giorni da Donald Rumsfeld cioè l'Iran la Siria non sembra che ci siano le condizioni minime diciamo perché una strategia di questo tipo possa svilupparsi o la considererei devastante
Però io dico qui c'è un nodo cioè è evidente che
Questo tema questo tema dell'ordine internazionale dopo la fine della guerra fredda di fronte all'esplodere dei mille conflitti di fronte al sorgere del fenomeno del terrorismo questo è un grande tema e il problema vero per la sinistra al di là della sinistra per l'Europa è quale visione alternativa l'Europa in grado di mettere in campo rispetto all'unipolarismo americano cioè in che modo l'Europa è in grado di proporre una visione diversa dell'ordine internazionale perché se l'Europa
Ritenesse semplicemente che il problema del terrorismo internazionale non è un problema di un problema di cui ci si può non occupare dice che il problema dell'espansione della democrazia dei diritti umani è un problema di cui tutto sommato noi possiamo non occuparci diciamo
Cioè
Noi rischiamo che l'Europa si esprima attraverso l'idealismo dei grandi movimenti della pace e attraverso un certo cinismo bottegaio di chi pensa male pensiamo alla nostra sicurezza poi i problemi del mondo si dispiaccia erano gli americani
No
Io ritengo che questo sarebbe disastroso cioè questo è il momento della politica
Della costruzione di una visione alternative oggi oggi oggi se l'Europa di fronte a quello che accade diciamo dicesse va be adesso questo problema degli americani no io che io penso che l'esigenza di ricco ricucire un rapporto con il mondo arabo l'esigenza di aiutare l'Iraq a superare il trauma della guerra su una via democratica
L'esigenza di spingere perché nel Medioriente da una parte e dall'altra si cerchi la pace questo è terreno di iniziativa politica anche nostro
Cioè la fine della guerra riporta in campo la necessità di un'iniziativa politica
Lo dico perché la contrapposizione pure e semplici di due fondamentalismi diciamo il fondamentalismo della destra americana
E un so il fondamentalismo antiamericano che abbiamo visto riemergere diciamo dalle viscere antica della sinistra italiana
Badate che un una contrapposizione di questo tipo significa che loro faranno una serie di guerre e noi faremo una serie di corte però non penso che sia il mondo mondo nel quale auspichiamo a vivere un mondo nel quale diciamo si confrontano le guerre i cortei
Forse tra le guerre e i cortei c'è la necessità di di mettere in campo una iniziativa politica una visione delle relazioni internazionali
Anche una riflessione critica sul perché la sinistra europea per esempio ha dato assai scarso contributo ad un processo di sviluppo democratico nel mondo arabo
E le forze che si sono abbattute lì per la democrazia hanno trovato una modesta sponda perché quella è la vera alternativa alla strategia americana che dice si porta la democrazia anche i nostri interessi con le armi diciamo epoca Marino agli americani chiaro
L'idea che hanno loro della democrazia e non interessi camminano di pari passo c'è poco da fare
Alla fine chi vince ha ragione o comunque anche se ha torto diciamo questo conta poco storicamente ha ragione
Ora io penso che quindi dietro le in mente non c'è quello che accade in queste ore diciamo
Se non è una era un un evento un esito atteso non è che si potesse sale
Ne che l'esito della guerra fosse diverso e anzi questo esito prima veniva meglio era dice né che in Iraq non ci fossero tante persone diciamo festanti per la caduta di Saddam fosse il problema è che però i nodi restano tutti di fronte a noi comprese le ragioni dell'opposizione a questa guerra e si tratta di vedere però quale iniziativa politica cioè come
Do slancio pacifista del grande movimento che è sceso in campo in ogni parte del mondo ora questo movimento no
Contro il quale ci sarà la rivalsa adesso a parte il provincialismo di casa nostra non mi immagino già visto qualche di una mi immagino dei prossimi giorni diciamo dal sono stati lingua dati nei giorni della guerra avrebbe nascosto si rapporta apporto sarà Berlusconi non si vedeva più se ne sentiva anche la mancanza da tornerà come diciamo travestito da Marini no e
Cioè noi siamo stati
Noi che siamo stati rigorosamente non belligeranti quando c'era un prezzo da pagare adesso me l'immagino diciamo col casco è ricoverata con la tuta mimetica dicendo abbiamo vinto la guerra
Benissimo ma
Il problema è questa grande Energia che si è sprigionata e che rimane secondo me è una risorsa straordinaria
Siamo in grado di indirizzarla verso una strategia verso una politica della pace per prevenire le guerre ma nello stesso tempo per affrontare quei problemi sicurezza lotta al terrorismo espansione della democrazia
Perché secondo me non si risolvono con la guerra
Però non si risolvono neppure soltanto con le manifestazioni allora io dico questo è il problema che di fronte al no cioè
Finisce la guerra noi dobbiamo essere in prima fila che quelli che dicono deve tornare iniziativa politica per affrontare le grandi questioni che la guerra lascia irrisolte per certi aspetti rischia persino di avere aggravato
Ma noi per primi dobbiamo tornare alla iniziativa politica
Noi per primi
Bene grazie no ma
Partirei da proprio da questa ultima sollecitazione che faceva D'Alema perché quello che ha colpito in queste settimane e che quanto mai le opinioni pubbliche europea oppure l'Europa se si guardava solo l'opinione pubblica era un continente unito o se non altro da alcuni sentimenti
Ma sul sul tema di questo conflitto ma a questa unità dell'opinione pubblica ha corrisposto un'assenza di iniziativa politica invece dell'Europa degli dei governi degli Stati dell'Unione
Cioè cioè la sensazione quasi che alla fine alla crisi di una sovranità statuale
Non corrisponde nulla per i cittadini europei perché ogni volta che poi si va alla stretta finale
Non vogliamo non dobbiamo banalizzare Plant soprattutto nelle crisi internazionali ogni volta che si arriva alla stretta finale questo attore europeo sovranazionale viene meno allora non è forse che a questo punto il modo per andare avanti appunto come diceva D'Alema per il movimento per la pace è davvero provare ad assumere se ce la facciamo a livelli di mobilitazione di massa alcuni temi come la richiesta e la battaglia per una democratizzazione un rafforzamento dei poteri dell'Europa o della riforma delle Nazioni Unite e quindi indirizzare impositivo e lo dico al presidente delle ACLI perché le anche sono tra quella parte del movimento che non ha mai smesso di dire queste e di fare queste battaglie però è abbastanza oggettivo
Forse per un motivo storie o che i movimenti si riconoscono esplodono soprattutto quando diciamo sono pressati da elementi e di identità in negativo contro la guerra allorché di che forse questa sia l'agenda da tenere viva e una battaglia culturale che vale la pena di fare per far sì che questo grande movimento ora non si caratterizzi per alcuni punti politici rivendicazione gli ho citato due cose la democrazia la democratizzazione la costruzione dell'Europa come grande orizzonte Pina
Un ritorni indietro o la deriva che diceva prima D'Alema di un antimilitarismo ideologico che però poi alla fine rischia di diventare minoritario
Sì io credo che questi l'esperienza di questi mesi di queste settimane lascerà delle tracce delle tracce non marginali nella coscienza delle persone nell'opinione pubblica
Nel senso che sì possiamo dirlo con espressione sintetica i preti ci riescono meglio magari Dinoi quella di Mario Luzi ha detto è come se avessimo tutti ha preso una grammatica della pace no essendoci impadroniti
Di questa grammatica siamo in grado oggi di fare un discorso di pace
Qui non solo un anelito è un desiderio ma qualcosa che si è fatto coscienza e proprio perché si è fatto coscienza spinto tutti a mobilitarsi ad esserci a prendere parte anche con piccoli gesti a dire la propria non rinunciare a segnalare che su questa dimensione non c'era nessuna delle lega possibile a qualche altra autorità ma ciascuno voleva riprendersi come cittadino
Tra le mani diciamo questo questione dirimente della pace che era un modo per dire la questione fra la percezione che il mio destino personale è intimamente legato al destino dell'intero pianeta dei popoli del pianeta e che questo legame è diventato non semplicemente diciamo un anelito del cuore ma può diventare un discorso politico
In questo senso il discorso politico richiede appunto che a questo barlume vorrei dire così di coscienza globale che questi movimenti e questa partecipazione non solo in Europa a evidenziato
Questo barlume di coscienza globale non trova in qualche modo una risposta
Dal punto di vista delle istituzioni cioè ci sono istituzioni inadeguate ad affrontare i nuovi problemi globali che abbiamo di fronte
In un certo senso questo è un fatto inedito dalla storia spesso le istituzioni trovano diciamo così anticipano trovano delle soluzioni che poi dopo vengono diciamo veicolate nell'opinione pubblica no quindi ci troviamo in questa contraddizione
Ed è evidente che temi come quelli che anche tu evidenziato il tema della sicurezza
Non è che il tema sicurezza del terrorismo io e siamo gli Stati Uniti
è un tema che ci riguarda l'insicurezza globale è qualche cosa che attiene anche alle nostre alle nostre vite quale ci sono qualche decine di migliaia di persone assoldati organizzate da Al Qaeda è una questione nuova inedita che non possiamo come dire a far finta che non esista
Così come gli altri problemi globali quelli diciamo proprio più evidenti che abbiamo sotto gli occhi di tutti il tema dell'acqua quest'anno e l'hanno delicato a questa questione o il tema della povertà che miete
Altrettante vittime insieme con la fanno molte più fa molto più vittime di quanto non sia di questa guerra
Oppure ancora il tema dei conflitti quelli dimenticati quelli che non hanno diciamo nessuna visibilità in nessuna televisione del mondo perché non ci arriva nessuna telecamera farle vedere non c'è la rincorsa delle telecamere a farla farle vedere no oggi
Giustamente nella nella nel mercoledì nella catechesi del mercoledì il Papa ha ricordato questo nuovo conflitto questa risorgere di conflitto all'interno Repubblica del Congo è uno dei tanti conflitti dimenticati
è un po'paradossale no nel nel nella nella dinamica che era venuta in quel in quell'area c'erano stati si calcola qualcosa come tre milioni di morti
è uno dice ma quei tre milioni di morti non hanno messo in moto tanto quanto hanno messo in moto questi non perché vogliamo fare così una specie di diciamo pessimistica dei morti
Però certo che questo conflitto ci ha messo di fronte ci ha evidenziato proprio questo stato di insicurezza globale che riguarda l'intera
Al mondo in cui viviamo e non perché ogni morto vale quanto un altro perché ogni persona persona e contiene i suoi diritti inviolabili prima di tutto il diritto alla vita ma questo conflitto ci ha messo di fronte proprio a questo Stato nuovo delle cose allora di fronte a questo stato di moda le cose che fare
E ci vorrebbe più Europa
E credo che il processo di due processi in corso quello di allargamento che è un modo di includere una un complesso di di di popoli a lungo
Sottoposti ad EIRE regimi di che di carattere Toro elitaria che queste inclusione avvenga per via democratica per processi in qualche modo che hanno che fare con la libertà degli stessi popoli dalle stesse Nazioni è sicuramente un passaggio ad un allargamento dalla democrazia dell'inclusione dà la possibilità di un vivere sicuro
Così come l'altro processo in corso con la convenzione con qualche anche quei barlume di novità rispetto anche le questioni politiche che sollevare la possibilità di avere finalmente un ministro degli Esteri dell'Unione Europea la possibilità di avere un'agenzia delle risorse militari a livello europeo vorrei dire un esercito europeo
Insomma questa Europa deve contemporaneamente imparare a dire dei no perché l'identità nasce anche da dei nomadi e l'insieme e cominciare anche a dire dei sì
E cioè sapere che cosa vuole fare dentro lo scenario globale del pianeta un'Europa ridotta una specie di piccola parrocchie tra dove ci facciamo dove diciamo ci curiamo i nostri piccoli interessi sarebbe una una una una iattura credo una iattura per l'Europa ma anche per il pianeta credo che i popoli la storia ciò che è maturato in in un Paese in una continente come quello europeo che ha subito diciamo i drammi dei conflitti sanguinosi del secolo che si è da da poco chiuso
è indicativo di una possibilità di costruzione appunto di un futuro che non nasca
Dalle bombe o dalla forza
E così come credo che i movimenti per la pace debbono avere assolutamente a a cuore il fatto che le istituzioni internazionali non rimangano quelle che erano nel quarantacinque e nel cinquanta
Perché è chiaro che un Consiglio di Sicurezza l'ha detto perfino Berlusconi un Consiglio di sicurezza con ancora il diritto di veto non si sa più che cosa ha a che fare con la realtà attuale del mondo
Così come è evidente che una una una istituzione internazionale come le Nazioni Unite
Dove il segretario generale non abbia a disposizione Diretta una forza di polizia internazionale in grado di intervenire laddove si manifestino non come dei dei casi evidenti di violazione del diritto internazionale evidente che rischia di Harry restare un'istituzione impotente retorica
O ancora forse ci vorrebbe un nuovo Consiglio di sicurezza ma di carattere economico sociale visto che le insicurezze sono sia dall'atto diciamo così dei conflitti delle violenze ma sono ancor di più gravi e producono morti vittime disastri
Dal punto di vista appunto dicevo prima della fame l'acqua dalla povertà
E lì quanti morti contiamo quotidianamente
Io credo che ci debba essere un interesse primario dei movimenti
Per la pace di coloro che vogliono costruire la pace perché ci siano istituzioni internazionali che sappiano cogliere queste due nuove domande ho sentito qualche settimana fa un esponente del movimento pacifista parlare della Trinità del male riferendosi alla Banca mondiale al fondo
Monetario e al WTO credo che leggere le istituzioni internazionali con un'ottica di questo tipo di tipo fondamentalista non serva a nulla
Serve invece prendere in carico la necessità vorrei dire attraverso la pressione anche sui sui propri governi sulle proprie istituzioni che ci sia un cambiamento urgente rapido della capacità di queste istituzioni di rispondere
Altrimenti ha ragione D'Alema rischiamo di avere da un lato i cortei dall'altro le guerre ma un'incapacità di guardare ad una prospettiva di questo nostro pianeta o che possa essere pacifica
In questo senso io credo che la spinta che è venuta dal Pontefice in questi giorni e anche il fatto che abbia voluto nel discorso del primo gennaio
Sostanzialmente vorrei dire a commentare attualizzare la Pacem in terris quella di cui ricorre il quarantesimo anniversario proprio dopodomani venerdì undici
Era un modo per dire attenzione in quell'enciclica c'erano già le intuizioni fondamentali che riguardano i problemi dell'oggi
Già allora Giovanni ventitreesimo che sembrava papà così un po'bonaccione no indicava uno degli elementi critici la il deficit strutturale
Delle organizzazioni internazionali come capaci di rispondere alle nuove domande che si affacciavano in quel momento di grande cambiamento anche allora
Del pianeta eppure quell'enciclica è un i cicli Kakà aveva dei contenuti straordinariamente controcorrente perché si era appena a era appena stato costruito il muro di Berlino c'era stata la crisi dei missili a Cuba
E sembrava fare un discorso irrealistico utopico emotivo no
Riletta oggi noi comprendiamo invece che era un una grande anticipazione sui temi dell'oggi ahimè le istituzioni internazionali poco sono cambiate
Ed è questo lo scarto che misuriamo fra questa coscienza invece che sta nascendo nelle opinioni pubbliche e grazie a Dio che ci sia questo prendere la parola perché anche questo è un modo di trasformare e di realizzare una democrazia più compiuta vorrei dire una democrazia globale
Ecco allora che rifacendo Cinieri attualizzando quelle stessi intuizioni oggi possiamo
In qualche modo intraprendere un itinerario dove opinione pubblica movimenti e istituzioni e partiti non se voleva ognuno come dire a un ruolo diverso nella vita civile ma sicuramente devono avere questo unico Obiettivo dire un obiettivo quasi irrinunciabile se non si vuole insomma lasciare che perché forse qui ho un'opinione un pizzico diverso da quello che diceva prima D'Alema ma ho l'impressione che l'amministrazione Bush poi sì abbiamo una una strategia politica
Ma che in fondo anche nel modo con cui ha condotto questa guerra a iniziato il condotto questa guerra
Ribelli appunto una una incapacità di vedere un possibile ordine mondiale
è singolare che gli americani che in tutto il secolo scorso non sempre intervenuti a due condizioni cioè che ci fosse un evidente caso su Belli
E che ci fosse un qualche consenso di carattere internazionale legittimato dalle Nazioni te o comunque di altro genere
Abbiano iniziato l'intervento sostanzialmente tutto a loro carico dal punto di vista economico in gran parte anche politico
Iniziando una strategia una inizia prendendo l'iniziativa di uso della forza le cui conseguenze sono ancora tutte come abbiam detto la prima parte da da valutare
Allora credo che anche noi dobbiamo essere interessati perché anche in quel grande paese che è stato una culla della democrazia non prevalga diciamo una linea di nuovo di fondamentalismo religioso anche lì come se la purezza degli ideali della democrazia non avesse poi la mediazione della politica ma quando si assurgono appunto la purezza degli ideali e della e della etica senza alcuna mediazione molto spesso nella storia ce lo insegna si fanno dei disastri
Ecco allora che credo che singolarmente c'è stato uno scambio delle parti no da un lato Bush sembrava il profeta degli ideali democratici
E dall'altro lato il Papa sembra invece luogo del realismo cristiano cioè coloro colui che condannava una guerra non perché volesse sostenere ovviamente quel dittatore ma perché riteneva che i costi e gli affetti conseguenti di quella guerra erano tali e tanti da essere un evento assolutamente da da da diciamo da non intraprendere
Ecco io credo che questo realismo cristiano non è antitetico all'affermazione puntuale decisa dei principi ma se poi manca la capacità di trasformarli devo dire che ha fatto
Se ho ancora un minuto un'Inter una un intervento nello formo culturale del progetto culturale il cardinale Ruini l'altro giorno
Parlando proprio di questo tema
Di come
Ha solo assolutizza
Un'etica della pace
E non si procede su una strada di politica della pace
Si corrono due rischiò di restare semplicemente alla declamazione dei principi
Oppure di in
Sempre golose dove appunto in forza dei principi si giustifica qualsiasi azione di carattere anche dell'uso dalla
Tra movimenti partiti e istituzioni e in quello di costruire un discorso di pace una politica di pace delle regole di pace delle istituzioni di pace
è un discorso molto più difficile che fare la guerra ci vuole più pazienza più coraggio più intelligenza più risorse più tenace ma credo che sia la strada obbligata se vogliamo effettivamente avere un mondo più pacifico
Come si fa però
Nelle parole di Bobba emerge una cosa molto anche bella no
Di essere nettamente contro questa guerra contro le guerre contro questa guerra
E con la forza anche del messaggio del Pontefice con un'esperienza appunto legata al mondo cattolico non essere per questo accusati di essere antiamericani antioccidentali
E ingiusto ma se ci la diciamo tutta vero un leader un esponente della sinistra
O
Per difendersi da un'accusa come queste più complicato
Quali sono i problemi
Forse non c'è anche un tema di un errore nell'approccio che la sinistra intesa come diciamo mondo largo ha avuto rispetto a questi temi o ci sono solo una campagna denigratoria totalmente infondata
Come facciamo a essere nettamente contro un documento dell'amministrazione americana
Che scrive noi difenderemo la pace combattendo contro i terroristi di Randy noi tuteleremo la pace costruendo giusto relazioni tra le grandi potenze
Noi stenderemo la pace sostenendo le società aperte liberi in ogni continente quindi una impostazione che fa piazza pulita appunto l'Unitre verismo
Del legalità internazionale dell'istituzione internazionale ma non per questo essere confusi
Come diciamo Thule trattato molto nel tuo intervento a Milano
E neanche dare il sospetto all'opinione pubblica che poi non mi interessano più di tanto le accuse di Berlusconi appunto però di essere tacciati come antioccidentali addirittura ci
Ma innanzitutto la critica nei confronti della guerra in Iraq non è venuta soltanto dalla sinistra la gran parte dei governi dell'Europa occidentale si sono messi hanno avuto una posizione critica
Dalla Francia che non è governata dalla sinistra la Germania l'Olanda il Belgio alla Grecia insomma
è stato piuttosto diciamo minoritaria almeno nell'Unione Europea la posizione dei governi che hanno sostenuto queste iniziative
Quindi evidentemente c'è poco da fare qui c'era il nodo che ha diviso il mondo ci dev'
So son difficile considerare Chirac antioccidentale o la maggioranza dell'opinione pubblica dei Paesi europei antiamericana che non lui
Naturalmente
Nella sinistra sono anche riaffiorata deposizione di quel tipo adesso non è che voglio polemizzare abbiamo polemizzato prima diciamo adesso nei confronti di Chia del di sortite infelici che vi sono state che sono più un residuo di una vecchia cultura io ho detto a Milano e ripeto non affronteremo queste sfide con la cultura della guerra fredda con la cultura della scelta di campo
No
Perché nella logica della guerra fredda ed è la scelta di campo questa logica agito sui nei nei due nei due campi cioè gli americani diciamo non hanno esitato a sostenere e persino a favorire l'avvento di dittature
Quando questo era conveniente ai fini della lotta contro l'Unione Sovietica il comunismo
E dall'altra parte diciamo il campo delle forze che erano contro gli americani
Se poi un dittatore era contro gli americani faceva parte del mondo antimperialista non era un dittatore
Ora è evidente che ritornare a quel modo di pensare persino a quel modo di sentire
è un pericolo per la sinistra
Non solo perché sarebbe radicalmente sbagliato ma perché
Sarebbe totalmente improduttivo no
E noi abbiamo visto affiorare qua e là nel nelle settimane che abbiamo alle spalle qualche cosa di questo tipo
In corteo che peraltro non avevano questo spinto segni ma insomma un un un sentimento arcaico no ecco per cui io quando io dico questa sfida la si vince essendo noi parte dell'Occidente non siamo parte della sinistra europea è un pezzo fondamentale dell'Occidente così vince nel nome dei valori migliori della civiltà occidentale lo siamo per la democrazia ateniese
La democrazia non è un'opzione
La democrazia è un valore universale decisa Enrico Berlinguer prima ancora che facessimo parte del socialismo europeo
Il che vuol dire che nessuna scelta di campo giustifica la tolleranza verso la dittatura verso la negazione dei diritti umani e questo deve essere un tema nostro
Cioè e quando accade come è accaduto qualche giorno fa che a Cuba settantadue persone che solo perché la pensano diversamente da chi comando in quel Paese vengono messi in galera condannati ad anni di galera i primi a protestare dobbiamo essere i nuclei
Dobbiamo sentire che lì è stato colpito uno dei valori costitutivi della nostra identità
Io mi domando per esempio noi ecco nel rapporto con il mondo arabo
Non che cosa ha fatto l'Europa o la sinistra europea per incoraggiare le forze democratiche
Per sostenere quelli che si battono per la democrazia
Per c'è un cammino del mondo arabo verso la democrazia io credo di sì
Naturalmente un cammino che non passa né attraverso il fondamentalismo e attraverso la dittatura militare diciamo penso
La sinistra da questo punto di vista avuto i suoi Abate no io mi ricordo per esempio quelli che era un abbagliati dal khomeinisti
No
A me piace Khatami noi khomeinisti voce quelli che cerca di uscire dal fondamentalismo dalla Repubblica islamica diciamo cioè parliamoci chiaro questo è un punto importante sarà perché questa è una scelta di cultura di approccio
Ai problemi del mondo noi siamo quella forza che vuole fare avanzate gli americani dicono le vogliamo allargare il perimetro della democrazia anche con la guerra anche con la guerra unilaterale
Io penso che questo è inaccettabile
E penso che questa visione contenga in sé anche un obiettivo inconfessato ma inaccettabile cioè in qualche modo gli americani vogliono anche fare avanzare un certo modello sviluppo certo modello di società
E io penso che mentre l'Occidente diciamo non non possa pretendere di esportare il suo modello di sviluppo di consumi e anzi lo deve cambiare questo un tema di fortissimo che tocca anche noi perché cambiare un certo modello di di sviluppo di consumi tocca anche le condizioni di vita di una parte del mondo che noi rappresentiamo
Invece la democrazia no il la libertà religiosa rispetto dei diritti umani il la dignità della donna questi sono valori universali
Che si sono formati nella nostra civiltà europea ma che sono valori universali
E allora
Lo dico perché lei questo fondamentalismo americano venivano nel mio non è non è vero che questa è una posizione che viene da lontano
C'è tutta una elaborazione culturale molto
Sono esce in Italia questo libro di Keegan pubblicato da da Mondadori ma è uno dei teorici di questa nuova destra americana non ha nulla a che vedere con la destra pragmatica
Kissinger via
Noi siamo di fronte ad una grande novità
E fra l'altro che gli arabi per esempio hanno sbagliato completamente la loro analisi
Io penso che Arafat non ha firmato
Con quinto perché pensavano gli arabi che un'amministrazione repubblicana sarebbe stata meno condizionabile dalle lobby ebraiche non hanno capito che cosa veniva avanti
Cioè viene avanti una nuova destra americana
Una destra tra virgolette animata da un forti di Alis una forte carica naturalmente l'idealismo poi sorretto dalla più grande potenza militare del mondo fatto perché enorme di pressione di minaccia diciamo una visione espansiva del ruolo americano
Ripeto io considero questa visione non soltanto pericolosa perché rischia diciamo di generare una sorta di guerra infinita
Perché poi dall'altra parte gli americani vinceranno le guerre ma poi c'è il terrorismo scese
E quindi promette stabilità ma rischia di di generare una instabilità di lungo periodo
Ma le ritengo pericolosa anche perché ripeto non vuole soltanto portare la democrazia ma pone anche esportare un certo modello di consumi di di di di immagino che si metteranno a pompare petrolio tuttavia anche perché hanno un tasso di consumo energetico degli Stati Uniti d'America che se non hanno un controllo delle risorse strategiche e non solo
Sono di molto importanti però io ritengo che questa sfida si vince se noi non regrediamo ad una visione primitiva
Se noi ci facciamo carico
In modi diversi delle ragioni giuste di questa strategia come la lotta al terrorismo la lotta al fondamentalismo
L'espansione della democrazia e della difesa dei diritti umani queste ragioni non solo disprezzabile stagioni sono giuste
E il vero problema è che per vincere la sfida contro il terrorismo il fondamentalismo noi abbiamo bisogno di un'alleanza con una grande parte del mondo islamico
Cioè noi la vinceremo dall'esterno quest'anno il terrorismo il terrorismo secondo me non lo si eliminare occupando una nazione e poi un'altra nazione perché è una guerra senza nazione una guerra senza senza bandiere senza divise
No è una sorta di privatizzazione della guerra e terrorismo e allora la sfida è politica e culturale non soltanto militare
Vinceremo quando la grande maggioranza del mondo islamico sarà convinto che il terrorismo è sbagliato
Quando saranno come capitolo di dire ebbe fortuna come frase noi bisogna prosciugare
I giacimenti dell'odio bonificare diciamo le paludi dell'odio se si vuole combattere il terrorismo e questo non lo si fa senza un rapporto con una parte importante del mondo arabo del mondo islamico
Quindi
Io ritengo che
Questo il terreno questo è il terreno della politica credo che la politica comporta anche la riti si Tura di un rapporto unitario a sinistra
In questi giorni mi sono troppo io la mia posizione è stata nettissima contro però mi sono trovato ad essere attaccato anche in forme che vuole dire lasciamo abbastanza amareggiati ma questo passi tanto spalle Sorgo rosso
Per aver eletto
Una cosa che io considero assolutamente banale la decide la politica e cioè che per affrontare questa sfida noi dobbiamo rimettere insieme la sinistra europea che si è divisa
E quindi certamente sono in dissenso con Blair sulla guerra ma quando Blair dice che ci vuole l'ONU che bisogna affrontare la questione del Medioriente io devo dire che sono d'accordo con lui e mi pare che ricucire un rapporto anche con quel pezzo della sinistra che secondo me ha sbagliato sulla guerra
E non è solo in inglese pensiamo a tutti i partiti socialisti dell'Europa centrale e orientale
Che sono al governo ungheresi polacchi
I quali hanno poi delle ragioni anche geopolitiche per io capisco che i polacchi quando c'è una posizione sostenuta dalla Germania dalla Russia loro sostengono quell'altro
Per ragioni dice papocchi
Le ragioni istintuale di prima ancora che politica
Ma allora noi possiamo veramente pensare cioè a un certo punto nella sinistra qualcuno ha pensato che questa guerra fosse come la prima guerra mondiale perché nascesse l'Internazionale e dissi quelli che avevano votato i crediti di guerra est erano dei traditori
Che la sinistra questi riflessi ideologici beh tutto questo è sbagliato
Io ho cercato di dirlo anche nei giorni
Il caso di dirlo anche quando era più scomoda adesso piano piano risulterà chiaro a tutti
E quindi diciamo spero che se uno poi va a discutere si scoprirà diciamo che corre dietro
Si scoprirà che il signor sì spero che se uno va a discutere con Blair non venga considerato un traditore anche perché a quell'incontro al quale sono stato invitato io
Partecipano anche Lou
Ma Schroeder e quindi forse diciamo non a caso che erano contro la guerra quindi forse una sinistra che voglia fare politica
Anziché diciamo pigliare a calci nel sedere se a uno che viene invitato a un incontro di quel genere di considerare che fosse un'opportunità più che una disgrazia se vogliamo tornare ad esercitare un ruolo Disney negli scenari del mondo di stock oggi ecco e non pensare che noi siamo in una situazione in cui non c'è altro spazio che testimoniare io non lo credo perché fra l'altro credo che gli stessi americani
Si troveranno di fronte in fondo lo testimonia il fatto che nel corso di questa guerra gli americani per esempio sul tema della gestione del dopoguerra sono venuti in parte cambiando la loro posizione
Perché a una certa misura si rendono conto che senza altro trovare un accomodamento con l'Europa con il mondo arabo anche per loro il rischio e poi quello cioè vince la guerra questo era scontato problema di vedere se vincono la la partita che si apre dopo e cioè quella di una sistemazione di una stabilizzazione di parlare perché se hanno vinto la guerra ma poi si trovano nella confusione della guerriglia nel terrorismo e
E come aver perso
Quindi da questo punto di vista lo dico perché queste sono scelte dell'oggi ecco qual è la posizione oggi dell'euro dire ce ne infischiamo
O dire va bene fare rimane fermo il dissenso sulla guerra ma oggi sentiamo la responsabilità di evitare il male peggiore
E quindi di gestire questa fase nuova anche assumendosi delle responsabilità per avviare davvero un processo democratico per lo dicevo per mettere le mani finalmente cori Energia e con e quali imitarne la tragedia mediorientale io sento il bisogno di una posizione accisa
E penso che sarebbe sbagliato se l'Europa dicesse agli ameni che hanno avuto fare la guerra si caricano il peso delle conseguenze della guerra perché in questo momento
Questo questa seconda posizione se quella che rischia di spingere verso modi conflitti verso una spirale terrorismo repressione allora
Il punto è qui
E questo davvero secondo me non indebolisce ma rafforza le ragioni per le quali ci siamo opposti a questa cosa
Oggi il problema e mettere in campo una politica della pace so io non ho una travolgente simpatia per il cardinal Ruini mai fatto
Se lo ha detto secondo me ha ragione mai come in questo momento è insufficiente una posizione etica
Che però è e il fondamentale che ci sia ecco io penso che questo emergere di un'area così vasta di opinione pubblica che rifiuta la violenza e la guerra per ragioni di principio
è un freno alla politica che ha un grandissimo valore non solo etico ma politico
Ma la politica non può fermarsi a questa testimonianza e la politica una posizione etica e rifiuto assoluto Della viole perfetto la politica in determinate situazioni circa il meno peggio la politica costruisce dei percorsi degli itinerari
La politica per sua natura e graduali sta tra il mondo felice in cui non ci sarà più la guerra non ci sarà più l'oppressione e il mondo di oggi c'è un cammino da percorrere e lo si percorre passo per passo queste il lavoro nostro ecco è la ragione per cui esistiamo sarò gli altri cerchiamo
Il segnale che noi diciamo senza sappiamo in questo momento dare questo vale anche per il confronto politico in Italia certo adesso noi avremo tutta la strumentalizzazione la la la la la
La propaganda
Ma all'indomani della propaganda
L'Italia si troverà ad essere presidente di turno dell'Unione europea
In una fase così delicata elitaria se vuole avere un ruolo
Dovrà ricucire un rapporto con molti paesi europei cominciare alla Francia Germania che sono piuttosto seccati per il comportamento del governo italiano no e dovrà cercare di avere un rapporto positivo con un mondo arabo che sarà l'interlocutore dopo
Guerra
Il nodo della presidenza italiana sarà lì nel rapporto tra Europa Stati Uniti nel mondo ora io penso che se noi se l'Italia vuole avere un ruolo secondo me se l'opposizione dà una mano
E più facile che possa avere un ruolo perché per molte ragioni l'opposizione essendo stato anche Forza di Governo in questo paese ricordata piuttosto bene diciamo da questi interlocutori a uno suo prestigio internazionale alla possibilità di di concorrere a far sì che non prossimi mesi iniziativa europea in questo caso l'Italia la presidenza di turno possa utilmente sanare almeno in parte le ferite di questo conflitto
Io penso di che non è sbagliato cercare di giocare un ruolo da questo punto di vista
Io devo dire che conoscendo allora siamo molto attenti che conoscendo gli possiamo dire non siamo molto ottimisti sul fatto che se no no no
Sulla interlocuzione con la maggioranza di governo diciamo basta chiudere gli occhi e immaginare Vito e Schifani e pensare e probabilmente
Però adesso questo valore relativo al Brescia mentre invece io ritengo che
Impegnarsi noi per quanto sta in noi e speriamo che il governo faccia e sì per ricostruire un rapporto un dialogo con nel mondo detto ok io per esempio sto un mio programma di di di di incontri di rapporti di di i viaggi anche in alcuni di questi Paesi che considero Paesi chiave dell'evoluzione del mondo islamico dice i e credo che da questo punto di vista ecco la nostra
Noi essendo stati contro questa guerra
Abbiamo forse anche qualche parola in più da dire dice per rapporto con questi Paesi con le classi dirigenti di questo Paese
Io penso che dobbiamo usarla per non per incitare all'odio antioccidentale contrario diciamo per vedere se insieme troviamo una strada per ridurre il danno che è stato produttore per fare in modo che quei valori di democrazia di pace di stabilità che riteniamo sono fondamentali si afferma
Se c'è tempo per fare anche un'altra uno due domande che qualcuno coi interessato bassa che lo segnalare chiaramente anche dal pubblico è possibile
Però vorrei fare una domanda Bobba indicando il convitato di pietra perché si è parlato molto dell'impegno ed è il messaggio del Pontefice D'Alema anche a Milano ha detto una cosa a mio giudizio importante leggiamo in questo messaggio in questo Gotha con il o del Pontefice non solo una grande valenza etica e valoriale ma forse più che in passato anche una grandissima funzione politica ad esempio perché è evitato più di quanto qua magari sarda vendo il realizzarsi di uno scontro di religioni quando arriviamo Rita anche occidentali in questa città arabe e musulmane quindi sicuramente questo davvero
Dal punto di vista etico dall'odio politico questo se non ci vogliamo nascondere è meno vero quando si parla della lo Stato di Israele le della rileggere ebraica del popolo ebraico che vive nelle nostre città
E che rispetto a questo tema nella gran parte la posizione direi quasi cent non offendo nessuno ma non lo faccio così Spiro intransigente invece di difesa spesso delle ragioni degli Stati Uniti allora mi domando primario tu pensi che fino in fondo il movimento per la pace si è posto come obiettivo quello di interloquire anche con queste sensibilità il secondo te
Ora come quel messaggio di pace può suonare a quelle orecchie che esprimono quel bisogno disse di sicurezza rispetto allo Stato di Israele e questo messaggio però diciamo essere percepito con più forza e quindi cosa bisogna fare perché
Questi in questo bipolarismo non scoppi quella guerra di religione che sicuramente il messaggio del Papa mitigato nel rischio tra le guerre di religione tra cattolici e musulmani e via dicendo
Ma sì ma io credo che
Ricordo molto bene le le parole del Pontefice nella gennaio ventiquattro gennaio del due mila due ad Assisi quando convocò tutte le i rappresentanti delle più grandi confessioni religiose
E quell'incontro si concluse con una frase che in qualche modo ne riassumeva il senso ovvero che nessuna guerra e Santa solo la pace Santa credo che a quel principio il Pontefice si è ancorato
In tutte le azioni che ha intrapreso in questa fase nel momento in cui si è determinato questo conflitto
E questa nuova situazione di guerra
Prendendo iniziative di carattere spirituale di preghiera ma evidentemente anche dispiegando tutte le capacità anche diplomatiche della presenza della Chiesa cattolica nel mondo e inviando i suoi a emissari a Boucher a Saddam
Però credo anche che questa funzione diciamo così di carattere politico pur non avendo evidentemente il Papa una un carattere o una specificità di natura politica essendo la sua autorità tipicamente religiosa spirituale e morale
Abbia in qualche modo coperto forse un vuoto dal punto di vista della politica
E questo vuoto in fondo è quello che oggi si percepisce anche nella questione che tu hai posto rispetto allo Stato di Israele
Anche lei siamo in presenza di una Risoluzione dell'ONU che mai è stata applicata qualche sofista dice ma quella è una risoluzione che è più una raccomandazione che non un imperativo ma somma adesso andrà senza voler far sofismi
è chiaro che l'orientamento generale della comunità internazionale e che si arrivasse si determinasse una situazione si disponessero tutti
Le risorse perché si creassero due Stati due popoli che potessero convivere pacificamente e nella sicurezza
Allora io credo che l'interesse primario di una associazione di una realtà di cristiani ma anche di tutti i movimenti per la pace che si metta il più rapidamente possibile
Una data certa nella nascita dello Stato palestinese
Senza questa data certa noi da un lato abbiamo il continuare il perpetrarsi delle violenze anche se magari non ci sono più le televisioni che ce le fanno vedere
E dall'altro lato abbiamo il perpetrarsi o l'allargarsi o alcun soli darsi
Di quelle frange più estreme che tutto fanno per alimentare appunto una situazione che tende a divaricare piuttosto che a trovare una qualche possibile coesistenza pacifica
Quindi io credo che anche con il gesto che il Papa ebbe a fare
Nell'anno giubilare andando al muro del pianto
Questa predicazione o questa presenza del pontefice anche su su questa questione che ha a che fare con lo Stato di Israele con gli ebrei
Abbia diciamo significato quel gesto una vera e propria svolta no e anche un atto punto di umiltà e di perdono e di presa in carico anche della stessi segni della stessa cultura che viene appunto dalla radice della dell'ebraismo indichino una possibilità oggi penso che lo diceva già nel primo intervento D'Alema che questo sia indispensabile e necessario
E che anche tutte le altre questioni problematiche che hanno che fare con la questione mediorientale se non si comincia da queste difficilmente potranno trovare una qualche soluzione pacifica
E in questo credo che molto potrebbe dovrebbe fare l'Europa
Visto il credito di cui era gode vista la possibilità di prendere un'iniziativa politica tra l'altro in un'area che ci è molto vicina
E che potenzialmente nel rapporto con tutta l'area mediterranea c'è l'allargamento è avvenuto in questa fase verso est in prospettiva questa Europa più larga
è un'Europa che anche guarda a sud e per il nostro Paese
Credo che questo sia un interesse vitale anche dal punto di vista della sua prospettiva in questo senso condivido che sia bene che l'opposizione non abbia un atteggiamento disfattista
Diciamo così nella in questo periodo così delicato della presidenza italiana europea
Un'opposizione che si candida a forza di governo prima di tutto mette l'interesse nazionale l'interesse del popolo italiano
E proprio in questo senso io credo costituisce un architrave anche di una politica estrema vorrei dire anche un architrave per usare un'espressione di Massimo D'Alema di quel Paese normale che forse ancora agogna amo e cerchiamo di di costruire
Sono d'accordo concluderei che nel ad uso purtroppo devo da mattatore armeno andiamo se iniziamo conclude abbiamo concluso prima aggiungere nulla
Conclusesi tanta fatica grazie
Allora avremo altre
Su questo argomento grazie ancora a tutti voi
L'invito ad uscire per la scala sulla lì sulla sinistra