"La crisi politico istituzionale: le risposte dei riformisti e dei riformatori" -il n. 76/77/78 di Quaderni Radicali

Radio radicale ci occupiamo come facciamo ogni due tre mesi della rivista Quaderni radicali
Abbiamo come sempre nel nostro studio direttore Giuseppe Litta e la presentazione del numero che chiude il due mila e due ma che troverete in libreria ancora per un po'
E né un numero triplo settantasei settantasette settantotto e però la cosa che vogliamo segnalare vie che a un formato decisamente diverso un'impaginazione nuova anche più diciamo più semplice e più più spigliata
E contiene una serie di di articoli come sempre interessanti per i temi che riparto che ha diciamo ma
Nella nella stessa area culturale dei radicali della Partito Radicale pure essendo poi avendo poi una sua autonomia di di riviste di pensiero politico
E noi adesso Ripa
Dice vogliamo subito comincia a parlare di questa veste nuove delle riviste che certi e più cileno beh diciamo che e la notizia principale che finalmente quaderni si è dato una prova
La forma di assestamento e di garanzia d'uscita che negli anni scorsi è sempre stata legata ha l'occasione e quanto meno un po'precaria diciamo che adesso quaderni per i prossimi due anni avrà una uscita bimestrale certa che è rintracciabile in molte librerie per quanti sono interessati a verificare la propria cita il luogo di vendita potranno poi fa riferimento al sito w Quaderni radicali punto it dove troveranno appunto l'elenco delle librerie la nuova veste grafica evidentemente corrisponde a questa progettualità certa evidente che noi uscendo adesso con dei numeri bimestrali sicuri possiamo meglio organizzare anche lavoro redazionale anche lavoro di approfondimento su alcuni dei temi di fondo
Diciamo che forse e questo è l'ultimo dettaglio di tipo tecnico questa questo numero della rivista che esce dopo circa nove mesi dieci mesi di sospensione è un numero di transizione
Per la nuova sede che di fatto parte con il numero di fine febbraio e che comunque manterrà questa veste grafica avrà un
Qualche apporto di miglioramento aggiuntive qualche attenzione in più in fase proprio di chiusura del numero ecco questo più o meno il dettaglio
No io partirei allora si procede Accord proprio su questo sull'editoriale di ambigue sul numero perché mi dice fra l'altro una singolare coincidenza
Il tuo editoriale dedicato alla globalizzazione dei diritti
Tema che riguarda proprio il diciamo che il terreno di intervento dei radicali transnazionali per altri versi vista
La l'invadenza mediatica diciamo così del movimento no-global in Italia anche di radicali italiani
Ecco è proprio in questi giorni abbiamo visto sull'Unità il il faccia a faccia diciamo così ma insomma i due articoli giustapposti di Emma Bonino e di Agnoletto proprio su questo tema
Nella globalizzazione dei diritti mi pare che tu lo affronti citando proprio nel dal terzo capoverso quarto capoverso del tuo articolo
Uno scritto di Aldo Ajello che è stato anche deputato di radio radicale nella sua prefazione al rapporto carte poi Aiello è diventato funzionario funzionario delle Nazioni Unite mi pare
E ricordi come nel mille novecentottanta furono i radicali eppure al problema della globalizzazione attraverso la questione dello
Sterminio per fare certo ricordiamo due cose innanzitutto va be'è evidente che non posso che confermare che nella nelle dei due tesi
Proposte dall'Unità la mia
Sostanziale adesione alla tesi espressa Emma Bonino al di là di altre valutazione che possono essere critiche su altri versanti perché evidentemente vie nel suo ragionamento una premessa che fa della sua riflessione non soltanto un'interpretazione Critique Della situazione ma ne dà anche una legittimazione un'autorevolezza proprio operativo e lo ricollego proprio quello che tu richiamavi nelle spire editoriale in realtà non starò qui a ripercorre le tesi di ti sembra di Amartya Sen il premio Nobel il quale per esempio rintuzzare inno globale il fatto che sono i figli prediletti della globalizzazione altrimenti non esisterebbero che di conseguenza i loro atteggiamenti e quanto meno parossistico ne voglio aggiungere il fatto che molti di coloro che sono i i
Del re del movimento no-global molto spesso coincidenti con alcuni interessi finanziari o sconfitti un gioco di equilibrio sul piano dalla finanza internazionale sono poi FIPE diretto dello stato assistenziale dell'assistenzialismo del
Il del del mondo capitalistico io ricordo per esempio e lo riporto anche in questo in questo numero della rivista come il Presidente
Il presidente dell'Uganda Mussolini lamentava il fatto che se c'era qualcosa che che non una non era credibile era sicuramente il fatto che che l'Occidente il mondo capitalistico di altra predica una liberalizzazione dei commerci ma gratta loro non ne sono titolari dal perché il richiamo fatto ai trecentocinquanta milioni di dollari all'anno che i Paesi sottosviluppati paesi sviluppati spendono soltanto dei sussidi alle proprie agricolture è una cifra sette volte maggiore l'aiuto ai Paesi del Terzo Mondo loro chiedono di essere messi in condizione di poter intervenire nel mercato e non di essere mantenuti ma il senso del richiamo che tu facevi a a a carattere sostanzialmente quei al rapporto carte alla traduzione che allora fece fece Aiello è legato proprio a quella che fu l'intuizioni ero segretario del partito radicale
Fu fatta la mozione sulla fame nel mondo e qui inutile negarlo la mozione sulla fame nel mondo nacque dall'intuizione di Marco Pannella che in qualche misura ne formulo anche i caratteri strutturali e semanticamente parlo di sterminio per fame per evocare simbolicamente un dramma intimo
Mentre gli stava consumando e calma doveva essere atteso di di verifica e contro il quale bisognava interagire con un'azione immediata sa i tre milioni di di vi subì questo comunque nono ripercorriamo diciamo che però fin da allora il concetto della vita i concetti che riguardano proprio gli equilibri di quello che oggi è il tema centrale della globalizzazione cioè una migliore distribuzione che può essere realizzato soltanto non attraverso la mortificazione dalla globalizzazione ma attraverso una capacità per cui la democrazia
Intervenga nelle realtà marginali e ne comprometta diciamo l'azione anche basata l'Abi che molto spesso dei dei governanti ne ne esprimono e qui e il concetto
è assolutamente chiaro io non conosco al di là di tutte le polemiche nessun altro soggetto che sul piano mondiale abbia proposto simbolicamente i termini della democrazia e dei diritti
In modo tale da poter essere intuiti in tutto il mondo dalla Mongolia al per ovunque che non siano i radicali perché i due temi mondiali quelli della fame né quelli del della della pena di morte quello relativo alla al Tribunale penale internazionale cioè grandi segmenti nella traiettoria dei diritti umani diritti civili sono stati nel mondo fissate da questo tipo di iniziativa questo a conferma del fatto che sono a tuttora convintissimo che tutta l'analisi politica radicale e fortissima è più che mai aderente alla capacità interpretativa degli equilibri attuali del mondo purtroppo che si aprono altre pagine vi sono modelli organizzativi forza intrepida vive che non funzione quindi mortificano questa grande forza intuitiva la globalizzazione di diritti quindi è la conferma che sofferma ha ceduto le impostazioni ideologiche quale sono appunto quelle che vogliono essere espresse dai no global sono e significa letteralmente non prendere atto che oggi vi è una domanda una domanda vastissima Ca'di diritti umani caso mai espressa anche da coloro che vanno a fare la marcia ma che noi a prendere forma politica perché non si vuole cioè soggetto antagonista per eccellenza nel sistema degli equilibri di potere attuale
E naturalmente Agnoletto perché Agnoletto è un soggetto che non potrà mai costui una piattaforma che sia antagonista al sistema di potere reale quindi un soggetto privilegiato verrà coccolato verrà mantenuto
E come tutti quegli antagonismi che sono diciamo in qualche modo eterodiretti da un sistema che continua invece arbitrariamente a fissare una frattura tra democrazia reale e
Un una democrazia fittizie
Su questo voglio dire che sebbene guardare nel merito e tutta la battaglia radicale non ci siamo sempre posti la questione del potere e la battaglia radicale sempre stata fuori dal demagogiche e populistiche quella di fornire gli strumenti in cui il processo del potere non sia circoscritto a pochi ma sia agguato a tante la battaglia referendaria la più simbolica aderente a un concetto istituzionale costituzionale di trasferimento del potere sottratto a poche distribuito
A una più ampia sfera di soggetti che possono decidere evidentemente non decidendo in chiave di subalternità ma in termini di consapevolezza e di conoscenza delle scelte che vanno fatte
Ecco e allora naturalmente così venti minuti non è che possiamo ripercorre tutti i temi della rivista che pure sono molto interessanti un interessante articolo visibile perché almeno sulla giustizia
Un altro di Maurizio Mottola sul sui temi del normalità e della follia molto la un lei dicono studioso ma ecco invece restando su questo aspetto pone toccheremo neutro restano su questo aspetto della globalizzazione del liberismo e quant'altro c'è un interessante articolo di Antonio Marullo
Sull'Argentina e sulla sua situazione economica che non è certo dicemmo smagliante e però dice l'assunto del dell'articolo che tutto quello che è successo in Argentina
Di tutto di tutto è colpa tranne che tutti che hanno colpa tranne che la politica liberista semmai il problema è con tre ecco vogliamo approfondire questo tema perché è un caso un articolo senz'altro
Sente le cui stime turisti direi che sono grato Dan tanto né che collabora stabilmente sia quadriglia di carichi erano nuova Agenzia Radicale che il supplemento della della rivista quotidiano telematico
Via Berra trattato in una chiave un po'meno scontata la vicenda Argentina qual è il l'assunto di fondo che molto spesso ci viene proposto l'Argentina e l'esempio io simbolico del disastro che una accentuata politica liberista può andare a produrre una sotto chiariamo un concetto di fondo
Non tanto per sfatare un o una un'idea sbagliata
Non esiste di fatto uno Stato che pratica politiche liberiste in assoluto lo Stato per sua definizione interviene sempre in chiave di moderatore e divi equilibratore e in questo senso mi ricordo soltanto l'esperienza credo a dire Tura configurabili in pochi mesi del dell'Olanda e che fu appunto un paese tutto iperliberista ma in assoluto o testimone presente la cultura del dello stato sociale di diritto la custodia la cultura dello Stato di beve
Il g costruita in Inghilterra appunto da questo deputato liberale per una cultura con cui lo Stato interveniva per riequilibrare e per accedere a una migliore distribuzione senza con questo mortificare le Autonomie che libero mercato ad andare ad esprime quindi con o senza l'Argentina che viene indicata come l'esempio dalla catastrofe delle politiche neoliberiste giusto il contrario l'Argentina ancora vent'anni fa era uno dei sette Paesi più richiedemmo
Era un paese che aveva una popolazione ridotta territori vastissimi materie prime eccezionali qui adesso non abbiamo il tempo per metterci a decodificare le ragioni di questo di questo approccio ma sicuramente proprio
Il il missaggio di Antonio Marullo ci consente di capire
Nella sostanza delle cose la formazione dei gruppi dirigenti meccanismi delle implicazioni internazionali le dinamiche anche un po'scellerate con cui delle politiche protezionistiche hanno svenduto le potenzialità liberali liberisti dell'argentino l'intesa da massacrata proprio dall'assenza come come quando urla il presidente del Senegal che il suo problema non è quello di avere qualche aiuto me di essere messo in condizione per cui le sue arance i suoi su prodotti di artigianato posso entrare nel mercato e invece viene contrastato dalle politiche iper protezionistiche di un mondo capitalistico fa così vale per l'Argentina dove di fatto è stato impedito ad un'azione di politica liberale di mercato di utilizzare l'immenso patrimonio che era quello appunto delle risorse che esistevano e tutto questo perché perché appunto delle politiche iper protezioni stile degli interessi internazionale avevano finito per impedire questo fino alla catastrofe scusami di fronte alla catastrofe come quella dell'Argentina anche simbolicamente come si può pensare che un Paese che ancora tante ricchezze viva situazioni di fame reale se non dentro un processo di spoliazione dicono che la naturale capacità dell'uomo e cioè quella di essere di fatto uno che si auto che che si auto determina nel produrre certo senso di disfacimento sarà mica il prodotto di un'azione liberista e all'inverso il poi otto di una lenta opera di diciamo desertificazione proprio psicologiche mentale del cittadino di fronte alla capacità di di interagire con le risorse con il benessere che sta intorno al voto e quindi questo anche soltanto per evocare un aspetto etico filosofico Parbat metà nel merito dei processi economici vedere quali sono stati gli interessi che sono stati tutelati la scellerata azione diciamo anche in alcuni casi di politica economica messa in piedi dai governi dai governi che sono stati recentemente al potere in Argentina che hanno dato colpa delle situazioni
Delirante demenziali ma che descrive un fatto molto preciso l'Argentina è sempre stata subalterno ad alcune grandi politiche capitalistiche ma non per che di fatto muovesse un'azione iperliberista ma perché una promesse è chiaro come il contrario l'argentino Della Nova mantenuti in quelle condizioni senza azione politica liberale perché era congeniale alcuni dinamiche ma abbia data bontà anche le politiche diciamo di lettura neoliberista che fanno i radicali non sono mai disgiunte chiaro da quello che
Un criterio di giustizia sociale e di distribuzione del benessere che invece sono stati l'epicentro dell'azione relazionerà dica soltanto che evidentemente anche simbolicamente noi rappresentiamo con intensità politiche lo liberi sì ma proprio di fronte invece alle politiche protezionistiche e e diciamo in termini economici anche sostanzialmente legate agli interessi di pochi tranne finanziari che finiscono per governare le situazioni del mondo
Sì mi pare chiaro mi pare interessante in questo articolo sulla jeep sulla GT o comunque si raccomanda ma adesso veniamo ecco abbiamo ancora decine di minuti tutto concedere quindi affrontiamo almeno un aspetto c'è una cosa assai dell'attualità politica e culturale italiano c'è una cosa assai interessante
Tu ricordi Indro Montanelli
Con la conversione conversando con loro un giornalista che è stato a fianco a Montanelli almeno nell'ultima parte del suo percorso
Che Federico Orlando giornalista che poi si è caratterizzato per una milizia politica anche parlamentare
La fronte del centrosinistra insomma l'ultimo Montanelli rilegge rilegge Orlando però alla luce di un di un giudizio che vede Orlando trovare una ciò sorta di linearità nelle discorso di chiarita positiva nella storia di Montanelli era la linearità delle
Come dire dello spettatore che non vuole entrare in campo e che vi è proprio costretto da una situazione determinate con la scesa in campo di Berlusconi
Poi però ogni tetto inserisci una serie di dubbi su questo su questo percorso sulla linearità del percorso di Montanelli e poi alla fine
Della conversazione inserisci un altro articolo quello di Luigi l'intera Hallo un po'un contrappunto che invece spiega
L'altro Montanelli altra l'altra faccia insomma ecco vogliamo parlarne un po'di questa di questa conversazione di questo concerto ma
Perché
Abbiamo scritto il bisogno di rileggere un po'la figura di Montale non perché potesse essere completata in una conversazione casomai con un soggetto che è stato pure amico ma che non comprende tutta la vicenda di Montanelli il Carroccio alle Federico Orlando ma perché che diciamo noi abbiamo assistito in modo dire anche un po'peloso ad una rappresentazione mitologica di Montanelli che all'inverso merita grande rispetto se si vuole anche per la caparbietà la linearità anche la politicità del suo il suo modo di essere giornalista per andrebbe un attimo e Bari consegnata una rilettura critica un po'più puntuale un po'meno agiografica quale quella che stiamo sviluppando l'ho voluto fare vado con Federico Orlando che potrà essere amico è anche stato disponibile a questo ma l'ho voluto fare perché voi Federico Orlando uscito casomai con due libri su Montanelli che a questa lettura agiografica che tentavano di corrisponde ed infatti la prima il primo quesito che pongo in questa è una vera e propria conversazione e proprio sul carattere dell'opportunismo di di li di Montanelli
Voglio money fronde MD opposizioni ricevendo ci faceva bene ma questo è interessante che voglio Pannella negli anni in cui il dialogo con lui era più intenso ma da parte mia
Ci insegnò una profonda differenza tra opportunismo e trasformismo
Direi che io qui mi sono mantenuto lieve per chi avrei voluto affermare una sensibilità dichiara di carattere più squisitamente trasformisti della parte di Montanelli perché già l'opportunismo
Che fa nella Cinti cava per esempio in gambe date era quello che in qualche modo a scriveva sempre del proprio agire al gioco delle opportunità ancorati a certi valori medi vice trasformismo Crispino che caso mai trova in figure come quelle di di di Scalfari della pace azioni simboliche piuttosto intensa è sempre il tradimento dei principi dentro un camuffamento abbastanza Tartu pesco e caotico fino al condizionamento dei diciamo dei filoni culturali con cui si lo spirito critico può sorgere può nascere e in questo senso quindi
Il Montanelli personaggio della dell'agiografia ci infastidiva abbastanza anche se non manca e non è mai mancato a noi il rispetto di Montanelli credo che il Montanelli colpito dalle Brigate Rosse il Montanelli che assunto dei temi nate posizione anche di principio Montanelli dell'eutanasia per dirne una era un Montanelli è una personalità così diciamo complesse
Così piena di contraddizioni così vitale così figlia del nostro tempo e dell'oste del secolo scorso che difficilmente lo si può leggere come hanno fatto
Dicevo all'inizio in modo peloso una serie di soggetti che lo hanno massacrato nel tempo accusandolo di essere più dalla DC delle peggiori politiche di buttarli via intellettuale che ci potessero essere in questo Paese
E la conversazione evidentemente passa in riflessione tutti gli aspetti del Montanelli giornalista del Montanelli politico del Montanelli che caso mai ecco se c'è un aspetto che che strano e Montanelli se si vuole grande giornalista ma fallimentari direttore ed editore direttore non nel senso moderno è stato mai un editore materne il più grande e geniale inviato che la storia del giornalismo ed era nato a me ha avuto una capacità di penetrare nelle situazioni di raccontarle se si vuole anche di forze Charle ma con un carattere fascinoso che indubbiamente hanno fatto la sua la sua storia l'idea di e di leggere come vorrebbe Federico Orlando interfonico Orlando il Montanelli attuale come figlio di uno spirito critico del liberalismo che avrebbe preso forma
Significa veramente addentrarci una storia che tutta di di Orlando e non è mi fatti perché innanzitutto bisogna vedere quali sono i filoni liberali di questo Paese bisogna vedere a cosa corrispondeva c'è un certo punto anche una pretenziosi ITA particolare e cioè
Quella di Orlando di attribuire ammonta nell'una funzione di pilotaggio della borghesia liberale di questo Paese che veramente fuori dalla grazia di Dio gli unici momenti di organizzazioni liberale possibile in una struttura
Partitocratica italiana in quella che hanno fatto comunque radicali provando a dare forma a organizzazioni politica ma momenti di lotta politica che potessero avere referenze istituzionali
Ci siamo usciti abbiamo fallito non ce l'abbiamo fatta però la storia ci consente continuiamo merita politica questo senso qui per quanto riguarda i continua io continuo ancora più sì sì lo prevede adesso io facevo no no voglio io voglio dire voglio dire scaligeri quanti insieme continuiamo nel tentativo di dare forma a questo tipo di situazione in fondo se lavoriamo anche sul piano culturale e politico tra direzione proprio per dare conferma quello senza però questo questo poiché tu richiamavi cioè il contratto
Do di rimpallo serve proprio a dire che le tesi di Orlando sono danno vi state rispettate proposte al lettore nel corso della conversazione ma ci siamo riservati poi un contrappunto critico nel quale abbiamo fatte emergere se si vuole però
Sorta di opportunismo un po'trasformisti lo di di Montanelli rispetto al verso delle cose politiche con Montanelli in qualche modo qualche volta finiva per essere quello che era il leader questo sì ma del soccorso al vincitore e in qualche modo è ben presenze di ben presente e diffusa nella cultura e la sensibilità dell'italiano medio questo quello di del soccorsa vincitore naturalmente poi lo stesso italiana che quando la situazione precipita Dramatic mentre la ricerca di uno sbocco e a quel punto più di una coscienza la consapevolezza che fino all'istante prima non non aveva avuto ma questo fa parte lo considereremo in altra occasione sulle ragioni strutturali
Politiche e storiche di questo Paese che non credo possono essere trattate adesso no però
Senza dubbio questa questa conversazione e questa
E questo contrappunto ridente all'oceano interessati Turiee riassunti mettendo insieme tutte e due le cose senza dubbio è forse se posso dire un poco il pezzo forte di queste di queste di questo numero vale davvero varrebbe la pena non foss'altro che per questo c'è naturalmente c'è dell'altro
Va bene allora grazie al menti ma si prima di id quod io volevo soltanto ricordare che questo numero dedica un dossier a Giovanni Grassi sì sì sì sì che stato critico cinematografico del Corriere la sera ma è stato anche un intellettuale laico a tutto tondo e
E naturalmente abbiamo ritenuto di ricordarlo Grazzini è morto poco più di un anno fa attraverso appunto la testimonianza di numerosi suoi amici di criticità Théâtre
Ali di chi dici cinematografiche cioè un percorso che tenta di restituire una figura di un laico a tutto tondo alla memoria collettiva visto che poi anche il giornale per il quale per ventisette anni ha scritto di critica cinematografica il Corriere non è affatto un ricordo particolarmente intenso Curci sul giornale che caso mai poi lo definisce come il Minosse e la critica cinematografica ma che poi l'ha trattata come un topolino in termini di ricordi e dinamo
E per i suoi lettori per vediamo settori dove il modo di di recuperare ci auguriamo ascoltiamo su questo va bene grazie a Giuseppe Ripa il numero dei Quaderni radicali che chiude l'anno due mila e due lo trovate in libreria fino alla fine di febbraio prossimo
Va benissimo grazie