L'omicidio del regista olandese Theo Van Gogh. Quale governo in Europa delle società multiculturali?

L'assassinio di Theo Van Gogh un noto artista sicuramente anticonformista sicuramente molto chiacchierato a che appunto avvenuta in Olanda per mano di un ma estremista Musulmano
Ci ripropone una serie di interrogativi mai ne parliamo con il professor Khaled Fouad Allam ma anche salutiamo e ringraziamo che proprio oggi su Repubblica ha pubblicato un un suo articolo un suo editoriale
In cui analizza il problema della società multiculturale quale ad esempio quella olandese ha sicuramente professor foie dall'anno Bongiorno controllo
Allora innanzitutto ricordiamo ai nostri ascoltatori che l'Olanda purtroppo non è nuova a ad episodi di questo di questo genere
La cosa che meraviglia è che l'Olanda è una società da sempre è una storica capitale della libertà quanto meno nella nostra Vecchia Europa professore all'anno che cosa sta succedendo
Ma purtroppo dato che una volta poi ci sono stati altri epiteti non rimane che una volta di che due personalità intellettuale io dico sono colpite da da chi ha usufruito di uffici e di una società aperta la società qui diretta molti un multiculturale per tradizione lo sappiamo l'Olanda è stata sempre per terra d'esilio e tridattilo Voltaire Decca Cartesio eccetera pittorico di questo spazio importanti in in Europa all'epoca che in un certo senso era volta incolta
Da una una con occupa intellettuale che impediva di costruire un maggiore spazio di libertà oggi ieri scopriamo attraverso attraverso colorato verso questi crimini che nella nostra società sono sempre più fare fragile e che costretto questa fragilità interviene a livello individuali collettivi correttivo nel senso che l'eterogeneità delle culture
Erano definendo il ritratto socio culturale delle nostre città in Europa
CIPE
In un certo senso di prova
Ho visto un po'di un linguaggio politico in grado di governare ecco questa stessa eterogeneità delle culture il multiculturalismo il dentista diventa Ando un luogo non dove non c'è più veramente uno spazio di convivenza ma un luogo invece dove si moltiplicano quello che io chiamo le frontiere simboliche
E queste frontiere simboliche sono le frontiere correttive perché si iscrivono anche all'interno di uno spaccio e territoriali quartieri urbani via colorati da maggiore eticità qualche cinesi arabi africani eccetera eccetera ma e da un un c'era simboliche individuale da chi invece di all'interno del fisco multiculturale ma War contrastarla perché che trova in in indiretto quelli Kiong con ciò che offre perché fra società multiculturale e questo una comparizione in termini che in termine a livello politico per l'acquisto del multiculturalismo oggi in Europa
Ecco il problema di come affrontare il vivere integrare questo questa eterogeneità di di culture che le oramai le nostre città le nostre nazioni non si è stati hanno praticamente allora interno però il nome del relativismo culturale con il nome dell'accettazione del diverso che tutto ciò che non corrisponde ai nostri ai nostri valori in nome del relativismo culturale sono stati comminati disastri di proporzioni clamorose
Noi volevamo chiedere se il problema è politico quali strumenti dove dobbiamo utilizzare devono utilizzare per per cercare di di non cadere nei due eccessi da una parte il la come dire il rifiuto e quindi il continuare a parlare di guerre e di guerre di religione di guerre di diversità e dall'altra appunto invece in accettazione supina anche di evidenti valori che non ci che non ci appartengono
Diderot un quartiere che dal Patrucco comunque non esistono simmetrie nelle culture e cioè che ci sono le culture come quella nel caso dell'Iran che sono in un certo senso sopra determinate eccezione determination come dicono i concede penso che avevano un forte accento di tipo comunitari vista ecco però d'altra parte mi deve essere consapevole che comunque le culture ci modificano e devono con uomo di efficaci a contatto distacchi agli architetti eterogenei cioè edizione specie di diluizione dell'identità culturale stessa
Caro questa definizione dell'identità culturale che l'identità culturale va in un certo senso non soltanto monitorato e dopo di visto Socci armava soprattutto accompagnata coda un linguaggio da linguaggio giuridico è il diritto che poi non c'è consenso assolutamente riforme il rapporto la crisi non rapporto fra culturale cultura a e cultura vicenza uno spazio di diritto che definisce e col dei distacchi invalicabile mi sembra evidente che andremo sempre più verso ciò che noi chiamiamo un netti citazione dei rapporti sociali e che queste stesse frontiere e simboli che potranno essere luoghi dove si fabbrica si fabbricano viola violenze e coi dunque video Rivalta il tutto sul sul ruolo con ci può avere il diritto nelle nelle nostre Società è un po'e gli arride anche di un grande studioso canadese del multiculturali vuole che un giurista che che si chiama The l'organico e lì fu tolto il diritto cioè Vidotto ristabilire dei pacchi fra fra gruppi gruppi senza il quale ieri studi ritornare come del cinquecento delle guerre
Ed è Luigi Onori di quelle quelle culturale
Ma lei professore
Può riuscire a anche a constatare il fatto che nelle nostre civiltà multietniche e multiculturali in realtà poi e come se essi venissero a trovare vicini ma difficilmente ad integrarsi realtà che sono poi fra di loro lontanissime lei prima faceva l'esempio di quartieri interamente abitati non so da da cinesi piuttosto che dare di piuttosto che in alcune cene ad esempio capitali europee da comunità turche cioè l'integrazione allora in che cosa si manifesta dov'è che si vede
Da il paradosso del nostra posso accettare che la prossimità ai figli cacce palpabile
Corporeo mentre però c'è una distanza che stacca che sta crescendo perché la senza veramente di un monitoraggio politico e giuridico far sì che la cultura tende a stuzzichini dello spazio politico e c'è una specie di corpo a corpo fra cultura e politica evitino assolutamente rispettare questo rapporto fra cultura e politica del quadro multiculturalità
E linee e ad intervenire elementi che favoriscono maggiormente l'integrazione e l'integrazione un po'avere luogo che attraverso la diffida edifici definizione di un nuovo diritto e dunque di lotta contro le discriminazioni ma anche di un di Vito che si è in un certo senso sinergico che fa capire al gruppo a e al gruppo Ubi che comunque c'è uno spazio di intere cosparso di intese riempito del diritto ci sono delle coliche non si possono fare e non si possono accettare in la società multiculturale perché come dicevo una cosa accettare la musica etnica il couscous sulla letteratura araba africana un'altra cosa speriamo accettare la poligamia oppure l'infibulazione ecco questo
Senta professore ad esempio quello che avviene in Francia
E e in Francia se è una una società che raramente multietnica multiculturale il problema che la Francia attinenti ad agire con delicate noi politiche che sono legati alla sua tradizione settecentesca cioè lì invece c'è il ritorno a una caratterizzazione preda Tafuri integrazione che e chi coltiva un pool sul assimilazione il grave problema e che che certamente le licenze non maglioni mercatismo credo
Questo universalismo di tipo francese Okada troppo arretrato CPP meglio trovare un punto di mediazione copra un universalismo afflato e invece un universalismo che sciare o Pattaro anche gli elementi di riconoscibilità queste stesse differenze ecco però queste differenze non dovevano assolutamente alta in contraddizione con un principio fondamentale che nel recupero pubblica francese il paradigma che quelle delle quali entra che poi difficile dell'idea di cittadini di cittadinanza e tutto felice come corsie dell'eguaglianza in rapporto all'universalismo delle culture ecco come questo universalismo delle culture non può essere non può diventare anche un deperimento ecco deve Norton di di eguaglianza fra licei romani
E di come sempre riferendosi alla Francia lo Stato mantenga la sua nascita in qualsiasi legge comitato nelle città diventa il paradigma sul quale Corriere questa architettura politica
Ringraziamo il professor Cala di Forno all'Ama