Sono intervenuti: Fiorella Kostoris Padoa Schioppa (professore).
Sono stati discussi i seguenti argomenti: Consumi, Economia, Fisco, Lavoro, Oneri Sociali, Prezzi, Produzione, Salario, Tasse.
La registrazione audio ha una durata di 9 minuti.
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professore
Da varie settimane Siviglia e Couto e nel nostro Paese dei necessari provvedimenti per favorire lo sviluppo economico italiano
Da parte confindustriale emerga la richiesta peraltro non nuova e non isolata di diminuire a questo fine il cuneo fiscale
A tale parola chiave e dunque è dedicata questa puntata dell'epico dell'economia
Il cuneo fiscale e approssimativamente uguale al rapporto tra quanto costa un dipendente al datore di lavoro e quanto riceve lo stesso lavoratore una volta detratti dal salario
I contributi sociali e le imposte dirette a suo carico
In termini nominali il cuneo e ottenuto ponendo al numeratore del rapporto il salario e gli oneri sociali pagati dal datore di lavoro
E mettendo al denominatore ancora il salario da cui sono però tolte le imposte dirette e gli oneri sociali a carico del dipendente
Approssimando tale rapporto con una differenza logaritmica risulta che il cuneo fiscale in termini nominali e pari alla somma dell'aliquota delle imposte dirette sui redditi da lavoro
E dell'aliquota dei contributi sociali e riportati sia dal datore di lavoro sia dal lavoratore
In termini reali non nominali ma reali il cuneo fiscale in inglese Tucker Wedge
Si calcola ponendo nella frazione dopo la discussione al numeratore non è malaria nominale ma quello deflazionato per i prezzi alla produzione e rilevanti per il datore di lavoro
Mentre si mette al denominatore quello deflazionato per i prezzi al consumo significativi per misurare il potere d'acquisto dei lavoratori
Poiché i prezzi al consumo
Sono pari ai prezzi alla produzione aumentati delle imposte indirette il rapporto tra i due e approssimativamente uguale all'aliquota delle imposte indirette
Di conseguenza il cuneo fiscale in termini reali e circa uguale alla gomma delle principali aliquote d'imposta
Cioè a quella relativa alle imposte indirette più le altre tre che formano il cuneo misurato in termini nominali di cui ho sopra parlato
Al di là dei tecnicismi si capisce intuitivamente che quanto maggiore e il cuneo fiscale
E quando i tempi aggettivi si intende quello reale tanto più sarebbe possibile abbassare i costi per l'impresa e contemporaneamente alzare i benefici per i lavoratori senza danni
Altro che per l'erario della pubblica amministrazione il che potrebbe addirittura venire senza conseguenze negative per la produzione dei servizi pubblici non vendibili
Nella misura in cui in questo settore pubblico esistettero sacche di disoccupazione Nanni Costa ponti di inefficienza inefficacia non economicità
Più in generale poi che e alle imposte dirette viale indirette i contributi sociali provocano distorsioni nei comportamenti economici degli agenti perché li modificano non intende imposte di tipo fisso capitario o come si dice in inglese non essendo di tipo lampi Santa una contrazione del cuneo fiscale avrebbe presumibilmente l'effetto di ridurre l'area delle distorsioni create dalla presenza pubblica nel sistema economico
Una misura empirica del cuneo fiscale in termini nominali e regolarmente fornita dall'occhio nella sua pubblicazione annuale Taksim quei jeans l'ultima delle quali e del due mila quattro e riporta i dati del due mila tre
Una mia rielaborazione basata su una ricerca dell'Assolombarda consente di verificare che nei principali Paesi extra-europei
Stati Uniti e Giappone il cuneo fiscale nominale non supera il trentuno per cento
Mentre nel Vecchio Continente e lo sci il tra il minimo del ventotto per cento in Irlanda e il massimo del settanta per cento in Belgio
Con il Regno Unito posizionato sul basso livello del trentaquattro per cento
Gli altri tre grandi Stati membri Francia Germania e Italia invece agli alti livelli tra i sessantadue e il settantasette per cento
I paesi più piccoli come Danimarca Olanda Spagna ai livelli intermedi
Fra il quarantatré il cinquanta per cento
Per quanto riguarda l'Italia del cuneo fiscale nominale e del sessanta per cento o del sessantatré per cento al feconda
Che ignori otto includa anche l'IRAP di cui abbiamo discusso in una precedente puntata del secondo semestre del lessico dell'economia
Analizzando invece il cuneo fiscale in termini reali
E necessario tener conto anche delle informazioni provenienti dalla fonte revenue statistics dell'Eurostat pubblicate nel due mila quattro ma relative al due mila due
Dai perché vince l'aliquota media riguardante le imponente indirette cioè sulla produzione e vendita di beni e servizi in primo luogo l'IVA e via Chiese
Si tratta di valori ancora una volta più bassi per gli Stati Uniti e Giappone dove tale aliquota tocca rispettivamente il quattro virgola sei e il cinque virgola due per cento
Mentre nella media europea e per raggiungere il dodici virgola tre per cento sia nell'Unione a quindici sia in quella allargata
Tenendo conto di queste evidenze empiriche sull'aliquota dell'imponente indirette e delle stime già citate sulle altre aliquote tributarie e contributive la mia valutazione comparativa sulla situazione italiana e la seguente
Il nostro cuneo fiscale reale supera il settanta per cento aspettando sul settantuno o sul settantaquattro per cento a seconda che si è voluta o meno l'IRAP
E risulta così non dissimile da quello tedesco
Inferiore a quello francese ma molto maggiore di quello spagnolo olandese danese che tutti si aspettano su sessanta sessantadue per cento
Per non parlare dell'inglese al quarantadue virgola sette per cento o dell'irlandese al trentanove per cento
Il cuneo fiscale italiano e inoltre esattamente il doppio di quello degli Stati Uniti e del Giappone al trentacinque e trentasei per cento
Per concludere mettendo a confronto la dimensione di tale cuneo fiscale reale con la performances economica dei Paesi dell'OCSE
Appare chiaro che esiste come appeso una correlazione negativa fra i due che ha pure abbastanza attenua
Infatti i tre grandi Stati dell'Europa continentale con fra i più elevati Cooney fiscali presentano tassi di crescita del PIL nel due mila tre tra i più bassi d'Europa
Pari almeno dell'uno per cento in Germania al più zero Trenitalia il più penosa in Francia
Mentre l'Irlanda e Regno Unito con Cooney fiscali assai contenuti mostrano tassi di crescita fra i massimi nell'Unione a quindici
Pari rispettivamente al tre virgola sette per cento nella prima al due virgola due per cento nel secondo
Inoltre il minimo tacco Weah gemella OCSE quello degli Stati Uniti e anche l'associato al più alto tasso di crescita in quella zona
Ma la correlazione negativa fra cuneo fiscale e performante economica e tutt'altro che perfetta
Basti pensare che il modestissimo cuneo fiscale giapponese non ha impedito anni di reclusione da cui solo nel due mila tre intollerante sembra uscire mentre l'altissimo cuneo fiscale belga o quello svedese
Piano dolce ma tassi di crescita del prodotto interno lordo sostenuti soprattutto nel secondo dei due Paesi con un'evoluzione del PIL di solito migliore della media europea
Buona settimana tutti da Fiorella Kostoris Padoa Schioppa
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