La lotta al terrorismo internazionale, la Cecenia, la democrazia, l'integralismo islamico, i radicali...

Con la registrazione che riascoltare se tra qualche istante questa volta vi faremo di ascoltare un momento di dibattito sul terrorismo internazionale islamica non questione cecena ruolo delle democrazie di fronte ad atti che continuano a mietere vittime ovunque svolto sino al luglio due mila e tre a Roma con protagonisti il sindaco della Capitale Walter Veltroni
Piero Fassino segretario dei DS Rocco Buttiglione ministro per le Politiche comunitarie
Francesco Rutelli leader della Margherita ed Emma Bonino convegno dalla Thema no ad ogni terrorismo e organizzato dal Comune di Roma in particolare dopo la sollecitazione espressa
Da Adriano Sofri con un articolo pubblicato sul quotidiano la Repubblica ricordato da Veltroni
A mantenere viva l'attenzione sul repressioni volute da Putin
Contro i diritti dal popolo ceceno
La Cecenia e piccola lontana strana e tutti i problemi li si riducono la vita la morte delle persone del diritto della libertà
Non sono parole mie ma della persona che oggi avrebbe più titolo per essere qui insieme a noi e mi auguro davvero che prima o poi più prima che poi possa essere con noi a discutere a far valere la ragione delle sue idee
Anche se probabilmente questa versione in questi tempi sarebbe non a Roma non in Italia ma grosso mi come è stato anni fa a Sarajevo a scrivere a raccontare come ha fatto e continua a fare anche se da un diverso punto di osservazione Adriano Sofri
Abbiamo raccolto il suo invito la sua esortazione e abbiamo organizzato questo incontro
La presenza di Emma Bonino del ministro Buttiglione l'adesione di Gustavo Selva che ora ci ha fatto sapere che non potrà essere presente fisicamente ma insomma aderito al al senso alla Regione di questo incontro di Francesco Rutelli di Piero Fassino
Di persone cioè che fanno parte di diversi schieramenti politici
è una dimostrazione di come i diritti umani le questioni umanitarie non abbiano confini e colore politico
Ed è anche il segno di uno spirito bipartisan
Che io credo sia particolarmente apprezzabile importante in un momento in cui la nostra politica e attraversata da contrasti spesso molto aspra quella di oggi non è ancora la grande manifestazione che è stato a Sofri
Ma sono convinto che possa rappresentare un primo momento importante
E mi auguro davvero che a questo passo ne seguano altri e che si possa arrivare ad una mobilitazione ampia che non potrà che essere mobilitazione dei partiti e dei movimenti
Che serva a dire con chiarezza che quando ad essere in gioco sono appunto la vita e la morte delle persone dei loro diritti fondamentali delle loro libertà
Non possono esserci differenze non può esserci alcuna incertezza o reticenza né pesi e misure diverse a seconda dei casi dei paesi e dei governi coinvolti
La democrazia e la libertà vanno difese e affermate ovunque ovunque diritti e doveri umani sono inviolabili
Qualunque popolo che ogni individuo hai il diritto di vivere in pace e libero vale in Iran come in Cina in Birmania come a Cuba in Kurdistan e in Cecenia
Dopo anni di guerra ignorata prima ancora che dimenticata dalla capitale fino all'ultimo villaggio di montagna la Cecenia un cumulo di macerie in mezzo alle quali avvengono le cose più strazianti che una guerra possa portare con sé
Assassini di massa stupri torture e vere e proprie deportazioni succede nei luoghi talmente lontani da sembrare ci talvolta quasi inesistenti avvolti in un'insopportabile silenzio da parte dell'Occidente
Per troppo tempo a parlare
Sono stati pochi intellettuali passò crea Grossman poche associazioni organizzazioni non governative pochi politici e deputati europei il Partito Radicale transnazionale Emma Bonino e Olivier Dupuis in testa
Ci sono stati i giornalisti che hanno svolto con passione e professionalità il loro lavoro che hanno raccolto informazioni divulgato notizie che hanno di tanto in tanto ha squarciato il silenzio
C'è chi ha pagato la vita con la vita questo impegno come Antonio Russo o chi è stata incarcerata come la giornalista russa Anna Politkovskaja della Novaya Gazeta in gazzetta
Per le sue denunce delle violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito del suo Paese
Ci sono stati anche alcuni magistrati militari russi che hanno avuto il coraggio la moralità sufficienti a perseguire gli abusi più privata anche del coniuge dei militari stessi
Ma è nel complessivo disinteresse che in dieci anni un popolo che contava un milione di persone sparse su un territorio che la dimensione di una media regione italiana è stato decimato si parla di duecento mila morti di più di trecento mila deportati e profughi
E a completare il quadro di una tragedia che per questo si può giustamente definire russo cecena vanno aggiunte le migliaia di soldati russi uccisi specialisti a contratto ma anche ragazzi di leva e ora come un precipizio senza fine le stragi suicide di un terrorismo fanatico integralista che porta uomini e giovani donne imbottita di esplosivo nel teatro Dubrovka di Mosca nel mezzo di un concerto rock a uccidere loro coetanei
Verso il terrorismo gli estremisti ceceni così come verso ogni forma di terrorismo non ci sono possibili giustificazioni o comprensione davvero non ci sono né se ne ma c'è solo la ferma e irrevocabile condanna
E in modo particolare proprio da parte di chi ha a cuore i diritti del popolo ceceno di chi vede benissimo che gli attentati hanno il solo risultato di permettere a chi vuole fare di tutta l'erba un fascio a chi vuole mettere sullo stesso piano Maskhadov e Basayev
Il capo del governo regolamentate eletto nel mio centonovantasette il punto di riferimento dei terroristi islamici
Permette loro di dire vedete con loro non c'è niente da fare e dunque si continua anzi si accentua la repressione militare e si continuano a radere al suolo i villaggi si continuano a fare vittime civili vittime innocenti
E pure prima o poi la guerra deve finire
Oltre al dialogo non esistono altre strade e più cresce lo spazio della trattative della politica più si riduce lo spazio delle armi
Le autorità russe prima o poi dovranno cominciare concretamente a parlare con la parte politica moderata dei ceceni
Sarebbe bene se seguisse forse il principio sostenuto in un'altra area del mondo martoriata e sofferente da Ytzhak Rabin quello di portare avanti i negoziati come se il terrorismo non ci fosse e di contrastare il terrorismo come se non ci fossero negoziati
La proposta dello stesso Madoff oggi fuori dal paese con la responsabilità di ministro degli esteri della Repubblica cecena contiene dei principi importanti
A cominciare dall'esortazione che conclude il documento consentirà due popoli che stanno perdendo entrambi una guerra vergognosa di vincere insieme in una pace onorevole
Una proposta utile dunque perché indica un possibile cammino verso la pace e la democrazia guardando la comunità internazionale al ruolo che possono e devono svolgere in primo luogo le Nazioni Unite alla responsabilità dell'Unione europea degli Stati Uniti
Perché condanna l'occupazione russa le devastazioni e i crimini che essa provoca
Ma parla anche degli autentici interessi di sicurezza della Russia e dell'angoscia per il rischio che sempre più giovani ceceni cadano nella tentazione del terrorismo e in un coraggio assassino come uscite come lo definisce che li renderebbe uguali agli occupanti
Perché chiede per prima cosa il cessate il fuoco il disarmo delle forze cecene e il ritiro di quelle russe
Questo peraltro non vuol dire che Mosca debba accettare tutte le richieste che vengono fatte i negoziati servono proprio perché le due parti possano difendere loro posizioni anche indipendentisti saranno costretti a fare delle concessioni e a cercare soluzioni di compromesso
Forse il traguardo realmente raggiungibile il modo per vincere davvero insieme una pace onorevole potrà essere quello di un'autonomia la più larga e completa possibile per la Cecenia
Ma prima ancora di sapere quale sarà il punto d'arrivo credo che noi oggi siamo qui con la volontà che a questa iniziativa ne seguano come detto altre più ampia
E per dire che l'importante adesso è che si individui un percorso che ci si siede attorno a un tavolo che le armi tacciono che libertà e diritti umani siano finalmente riconosciuti
Alla base di una composizione può esserci solo la democrazia la partecipazione diretta i cittadini della Repubblica la creazione del loro futuro
La speranza per la quale lavorare insieme
Il sogno per il quale agire concretamente è quello che proprio Sofri indica quando immagina lo cito una svolta cruciale per la dignità e il diritto dei ceceni che le donne i profughi civili in genere non in genere non siano più spettatori o sostenitori o d'ostaggi delle minoranze armate
Ma diventino protagonisti tra riflessione tra lotta non violenta della stessa diplomazia
Padroni di sé contro gli occupati ubriachi e autonomamente contro soccorre dei loro eroici combattenti
Certo è che la Cecenia un altro di quei casi troppi nel mondo a proposito dei quali non potremo un giorno dire che non sapevano
Il nostro silenzio la nostra impotenza potrebbero esserci rinfacciare dalle generazioni dei domani e dei nostri nipoti che già hanno purtroppo un materiale molto ampio se solo concedessimo lo sguardo
Alla spaventosa situazione di povertà che riguarda tanta parte del mondo nel quale viviamo
Siamo già in gravissimo ritardo
Ma siamo anche in tempo per fare qualcosa come italiani e come europei
In primo luogo per quelle popolazioni martoriate ma anche per tutti noi perché come ha scritto André Glucksmann in quella culla perduta dell'umanità se giocate si gioca una parte ignorata dei destini d'Europa
Io concludendo voglio ringraziare Adriano Sofri
Per avere ancora una volta smosso qualche coscienza in più
E lo ringrazio anche per aver definito il Campidoglio una tribuna mirabile per chi non ha voce
Vorrei dirgli che faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità perché si è sempre così
Per contribuire a tenere vive attenzione speranza sulla Cecenia come sul conflitto in Medioriente come suo ogni luogo in ogni momento in cui la pace i diritti dell'uomo sono minacciati o negati
è scritto nella storia ma anche nell'identità più recente di Roma città nella quale è stato firmato l'atto con il quale ha preso l'avvio del Tribunale penale internazionale che in questo momento poco lontano da qui sta discutendo del suo sviluppo e del suo futuro
E questa questa idea di Roma capitale della lotta per la pace
Per i diritti umani della lotta contro la fame la povertà nel mondo
è l'ispirazione alla quale questa città attende intende assolvere ed è la nostra convinzione più profonda che sia il modo con il quale una grande città debba guardare ai problemi e le contraddizioni del tempo che vediamo
Grazie
Dove
Ora la parola a Piero Fassino
Ma desidero naturalmente ringraziato sindaco di Roma
Veltroni per aver voluto accogliere la sollecitazione
Che molte parti Adriano Sofri hanno rivolto un'iniziativa che richiamasse l'attenzione del punto e l'opinione pubblica sulla Cecenia e naturalmente anch'io mi unisco come ringraziamento che appena formulato Walter ad Adriano Sofri che ha voluto anche su questo tema come su molti altri con puntualità richiamare l'attenzione e la sensibilità dei democratici su una questione che turba le coscienze di tanti
Io condivido le considerazioni che sono state espresse nell'articolo che Adriano Sofri è scritto sulla Repubblica di cui ha tratto motivo questa manifestazione così come condivido le considerazioni che adesso ha formulato il sindaco di Roma quindi aggiungerò poche considerazioni
La prima considerazione mi pare queste noi viviamo in tempi di globalizzazione come tutti sappiamo in tempi nei quali la globalizzazione entra sempre di più nella nostra vita basterebbe pensare a come questo termine globalizzazione entrato nel nostro lessico quotidiano come una parola di uso normale soltanto nel mille novecentonovantanove che sono quattro anni fa erano in circolazione ancora dei computer nei quali il settore battelli la parola globalizzazione compariva la righetta rossa che indicava che la parola era sconosciuta un'erronea oggi questo non accadrà e non accade più da nessuna parte ma lo indico faccio questo esempio indicare come nel giro di pochi anni noi abbiamo conosciuto un'accelerazione straordinaria della dimensione globale di ogni fenomeno di ogni problema e noi ormai tutti i giorni ci sentiamo cittadini di un mondo la cui dimensione sempre di più la dimensione globale
Bene in un mondo che è sempre più globale io credo vada detto con grande forza e chiarezza che non sono più tollerabili relativismo la globalizzazione non sopporta relativismo
Non sopporta relativismo e culturali etnici religiosi o politici
Non sopporta soprattutto che l'Occidente tutto l'Occidente
Continui a fare come ha fatto troppo spesso
E cioè di assumere le differenze differenze etniche culturali religiose in altri continenti in altri poeti paesi come un comodo alibi
E accettando sulla base dei queste differenze violazione di diritti
Che non si accetterebbero mai nei nostri paesi e nelle nostre società
A me ha colpito l'ho detto altre volte lo ridico qui a me ha colpito come due anni fa
Quando all'indomani della terribile tragedia delle Twin Towers a New York
La comunità internazionale ha deciso un intervento contro Bin Laden e il regime talebano che ne era complice in Afghanistan ci sia stata un'appassionata discussione se era giusto o non giusto quell'intervento
Senza che si fosse uno straccio di riflessione autocritica sul fatto che per dieci anni si era sopportato che in Afghanistan venissero negati elementari diritti civili e umani e per di più non solo venisse accettato ma ci si facesse scudo con un falso relativismo culturale
Delle differenze religiose di quel Paese per accettare negazione di diritti inaccettabili perché non sta scritto da nessuna parte che un Paese perché islamico non debba vedere le sue bambine andare a scuola
Eppure noi invocando il fatto che era un Paese islamico accettavamo questa cosa
Lo dico perché questo vale anche per quello che riguarda la Cecenia
Non possiamo batterci per la globalizzazione della moneta degli scambi della produzione
Della tecnologia del del trasferimento delle tecnologie delle comunicazione della circolazione delle persone se non ci battiamo anche parallelamente per la globalizzazione dei diritti della democrazia e della libertà
E non c'è ragione né etnica né culturale né religiosa che posso giustificare la negazione di fondamentali diritti civili umani
Questo mi pare il punto di partenza
Che non è così
Inutile ricordare proprio di fronte alla vicenda cecena
Che tutte le cancellerie internazionali hanno sempre avuto reticenza difficoltà affrontare appunto
Facendosi spesso scudo
Di ragioni che venivano invocate strumentalmente io penso che intanto c'è questo dato
Questo dato da cui partire sempre di più in un mondo che è globale bisogna affermare l'universalità dei diritti
La globalizzazione della democrazia la globalizzazione della libertà
E questo vale in ogni Paese vale anche in Cecenia
Dove al popolo ceceno devono essere riconosciuti gli stessi diritti all'identità
E all'essere padrone del proprio destino come qualsiasi altro popolo
Seconda considerazione
Ci rendiamo tutti conto di come il problema ceceno come problemi di altra nazione di altri popoli
Ci metta di fronte a una particolare complessità
E cioè ha come riconoscere l'identità nazionale senza che necessariamente l'unica forma di riconoscimento dell'identità nazionale sia la la statualità
Per un lungo periodo l'identità nazionale di un popolo si affermava
Attraverso la sua costituzione in stato indipendente questo vale ancora anche oggi pensiamo come l'identità del popolo palestinese passa oggi per l'arrivo la rivendicazione
Dell'essere titolare di una statualità indipendente in Palestina
Ma non necessariamente qualsiasi riconoscimento di identità nazionale passa per la sola forma della statualità indipendente
Questo problema il caso della Cecenia ce lo pone davanti
Io non so se questo numero si è vero ma qualche anno fa un rapporto dell'ONU
Calcolava in sette mila le identità nazionali diciamo che possono esser rivendicate che possono essere riconosciute nel mondo intero e nessuno credo può pensare che il mondo possa essere come dire trasformato in sette mila Stati
Evidente che sempre di più noi siamo di fronte alla necessità di fare i conti con il riconoscimento dell'identità anche in forma diversa da la statualità
Questo è il passaggio delicato della crisi cecena perché come sappiamo
Quello che ha sempre reso difficile la ricerca di una soluzione politica e la inconciliabilità
Di quella parte di popolazione cecena o di classe dirigente cecena che vede il riconoscimento della propria identità soltanto nell'indipendenza e l'autorità russa che invece nega questa possibilità
Ora io non credo che spetti a noi stabilire quale deve essere la soluzione spetta sulla base di un negoziato ai protagonisti quindi io credo che il nostro compito sia sopra tutto quello di richiamare l'attenzione su una guerra atroce interminabile e lavorare perché est dalla dalla guerra si passi ad un tavolo di negoziato politico in cui protagonisti sulla base del consenso
E della trattativa acquisiscano la soluzione praticabile e possibile sapendo che appunto il tema delicato che sottostà alla complessità di questo negoziato è quello che ho appena
Terza questione che mi pare la vicenda cecena ponga c'è un problema di
Trasparenza e di informazione all'opinione pubblica del mondo di quello che accade in sedici giustamente
Veltroni introducendo ha ricordato come tra le tante vittime della guerra cecena ci sono anche gli operatori dell'informazione
E come spesso in Cecenia come in altri conflitti
Gli operatori dell'informazione sono diciamo messi a rischio non soltanto dal fatto che operano in teatri bellici ma che le parti in causa tendono a ridurre se non eliminare qualsiasi possibilità per chi
Deputato per professione e anche per impegno civile a fornire un'informazione all'opinione pubblica mondiale a poterlo fare
Io penso che anche questa è una questione che noi dobbiamo diciamo porre chiedere per esempio che in Cecenia ci sia una libera accessibilità per tutti a partire da coloro che sono operatori dell'informazione perché avere una costante e continua e libera informazione e conoscenza di quello che accade in Cecenia non è soltanto una forma di controllo sociale democratico è anche un modo per diciamo aiutare la ricerca di una soluzione politica e negoziale
Infine termino io penso che un ruolo particolare spetta all'Unione Europea
Noi siamo nel semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea io credo che noi dobbiamo chiedere al Governo italiano nella sua titolarità di presidente di turno di assumere questo dossier come uno dei dossier su cui l'Italia fa valere una iniziativa dell'Unione Europea
Una iniziativa che deve essere volta è finalizzata a favorire l'avvio di un percorso negoziale che di assoluzione politica quella crisi
Ma credo che questo sia assolutamente indispensabile d'altra parte credo che siamo tutti stati testimoni interni nei mesi scorsi più volte della rivendicazione da parte del presidente di consiglio il consiglio di particolare relazioni e rapporti con le autorità di Mosca bene
Se è vero che ci sono queste relazioni così intense così particolare li si usino e l'Italia nella fase in cui al presidente di turno dell'Unione Europea a maggior ragione si attivi perché l'Unione europea abbia un ruolo nella
Diciamo
Dare una
Via d'uscita a questo conflitto così tragico e così trama mi sembrano queste diciamo le principali questioni che la vicenda cecena pone da Franz Di fronte a noi credo che questa iniziativa come ha ricordato Walter debba essere vista non come un fatto episodico ma come lo sforzo per iniziare una mobilitazione di opinione pubblica che deve essere naturalmente più vasta di quella che è rappresentata da questa sala io credo che anche un cammino di dieci mila chilometri comincia con un passo e qui mi pare abbiamo fatto il primo passo giusto grazie
La parola al ministro Rocco Buttiglione
Mi associo anch'io ringraziamento ad Adriano Sofri riflettendo su questo punto mi veniva in mente un articolo apparso tanti anni fa sull'otto a continuo
Dicevo che riflettendo su questo tema io mi veniva in mente un articolo apparso tanti anni fa su Lotta continua era il giorno dopo l'assassinio di Carlo Casalegno a Torino i torinesi ancora lo ricordano e Lotta continua pubblicò un articolo di Andrea Casalegno uno dei leader di Lotta continua e il figlio di Carlo Casalegno
E in questo articolo Andrea diceva
Ho predicato il primato della lotta di classe che la lotta di classe veniva davanti a tutto non avevo mai pensato che potesse però essere messa davanti anche al diritto della vita umana
Quell'articolo è stato per molti della mia generazione un punto di svolta
Che ci ha fatto capire una cosa che ci ha fatto superare spiritualmente la cultura del novecento
La cultura dei grandi ideali totalitari per i quali la nazione o la razza o la classe
Potevano contare più della persona umana concreta
E ci ha fatto capire quello che scriveva tanto tempo prima
Sant'Ireneo di Lione la gloria di Dio e che l'uomo viva
Il che vuol dire che dove gli uomini vengono uccisi la gloria di Dio viene offesa e non c'è modo di affermare la gloria di Dio che passi attraverso la umiliazione della persona umana vivente e la distruzione della vita
Se ci pensate questa è la lezione che la nazione italiana imparato nella terribile seconda guerra mondiale e che si trova riflessa nella nostra costituzione
Ci sono motivi per fare guerre giuste probabilmente ci sono
Italiani saranno sempre riluttanti a fare la guerra anche quella giusta
Si decideranno a farlo solo se proprio non troveranno nessuna altra via alternativa
è una posizione ingenua forse è una posizione ingenua
è una posizione profetica
Forse è una posizione profetica forse un po'l'una è un po'l'altra cosa ed è il compito della politica coniugare ingenuità e profezia
E questo è comunque l'apporto specifico che noi da italiani abbiamo da dare alla elaborazione di un nuovo ordine internazionale il primato della persona umana concreta rispetto a qualunque ideologia e anche l'ideale più alto quanto si afferma contro la persona umana
Diventa idolatria
E si capovolge nel suo contrario
Da cosa nobile bella diventa cosa orribile
Come
Possiamo noi pensare oggi una politica estera europea
Qual è il contributo dell'Italia all'elaborazione di una politica estera europea perché sapete le dottrine di una politica estera si elaborano nell'affronto di casi concreti
E io credo che fino ad ora non siamo stati deboli sulla vicenda cecena perché non esiste una dottrina europea di politica estera
E non esiste una dottrina europea di politica estera perché ci siamo rifiutati di fare fino in fondo i conti con i problemi che stanno davanti a noi
Io vorrei riprendere qui un tema su cui concordo interamente già affermato sia da Walter Veltroni che poi da Piero Fassino
I diritti della persona i diritti dell'uomo
Solo diritti come lo dice benissimo anche la Costituzione italiana delle comunità nelle quali la personalità dell'uomo si espande non possiamo parlare di diritti dell'uomo se non parliamo di diritti della famiglia
Non possiamo parlare di diritti dell'uomo se non parliamo dei diritti della nazione
I diritti dell'uomo si espandono in diritti delle nazioni
Ce lo ricorda tra l'altro Giovanni Paolo secondo in un discorso bellissimo di tanti anni fa l'Università Cattolica di Lublino
Proprio sul tema della sovranità della nazione attraverso la cultura
Ogni nazione a diritto alla propria cultura e al proprio libero sviluppo culturale e il diritto alla lingua e il diritto alla libera espressione della propria tradizione è il diritto alla libera espressione della propria identità in questo ogni nazione deve essere sovrana
Questa sovranità non coincide necessariamente con la sovranità degli Stati
Ci sono delle nazioni le quali occupano un territorio che è più o meno omogeneamente occupato da loro e solo da loro
Noi sappiamo che il grosso modo con grande approssimazione ma grosso modo quello che c'è tra le altre el mar Mediterraneo e Italia ed è abitato dagli italiani e la nostra terra
Ma in altri contesti
Le vicende della storia hanno mescolato il popoli fra di loro in modo tale che non è possibile la costituzione di entità statuali che corrispondano a delle nazioni
Esistono degli ambiti all'interno dei quali diverse nazioni devono imparare a usare il medesimo territorio e il medesimo stato
E questo richiede un processo di assimilazione culturale di riconoscimento di riconciliazione
Che difficile da produrre tuttavia essenziale
E il tema che noi vediamo nel Kosovo estrema che ne vediamo nella Bosnia Erzegovina è il tema che noi vediamo anche nella Cecenia nelle regioni circostanti
Dato e nazione talvolta coincidono talvolta no
Dobbiamo immaginare strutture statuari le quali siano capaci di rispettare di far valere la sovranità di nazioni diverso beh l'Italia credo che in questo abbia qualche cosa da insegnare nel mondo
La soluzione che l'Italia ha dato al problema delle sue minoranze di lingua diverso per esempio della minoranza di lingua tedesca in Alto Adige
Una soluzione che dice che è possibile creare le condizioni per cui si abbia una cultura diversa si parli una lingua diversa
E non si sia cittadini di seconda categoria
Questo che un tema che non può non stare al centro ed era nostra politica nei Balcani dove siamo impegnati in uno sforzo difficile di costruzione nazionale e della nostra politica verso la Cecenia
Quando noi affermiamo che i diritti dell'uomo e quindi anche i diritti delle Nazioni vengono in qualche modo
Al primo posto
Il tema che inevitabilmente incontriamo e il tema di chi deve fare valere questi diritti
Una soluzione e il dire che
Noi ci facciamo esecutori dei diritti anche attraverso la forza è un cammino molto pericoloso che io non consiglierei
Non consiglierei perché se mi consentite un altro aforisma latino assieme ti posso incipit bene ordinata Caritas la carità bene ordinata cominciano a se stessi e va per ragioni di prossimità uno stato non può mandare i suoi giovani a combattere ed eventualmente a morire
Migliaia di chilometri lontano da casa dove non sono in gioco suoi evidenti interessi nazionali ci sono rare nelle quali noi possiamo spingere anche il principio dell'intervento umanitario
E aree nelle quali non abbiamo la possibilità di farlo l'Europa deve avere il coraggio di definire quali sono le aree nelle quali si sente primariamente responsabile per il rispetto dei diritti umani e dell'ordine internazionale
E quali sono le aree in cui riconosce che altri hanno una primaria responsabilità perché questo avvenga credo che la Cecenia non sia una realtà in cui esiste questa primaria responsabilità
Cosa saremo allora staremo a guardare indifferenti no
Esiste il modo di manifestare una solidarietà e di esercitare una pressione pur riconoscendo che il diritto primario in quell'area di fare rispettare i diritti umani e l'ordine internazionale non tocca alla unione europea ma tocca per ragioni storiche geografica culturali alla federazione russa
Noi dobbiamo fare della libertà del popolo ceceno e del rispetto dei diritti umani in Cecenia un contenuto della nostra amicizia con il popolo russo
Dobbiamo sardine un contenuto del appoggio che noi diamo hanno evoluzione democratica della Russia
Non ci sarà soluzione del problema ceceno fuori del compimento di un processo rivoluzione democratica che abbracci l'intera federazione
Questo
Deve essere il perno dell'azione del governo italiano nel corso del suo semestre di presidenza
Dobbiamo sollevare questo problema dobbiamo sollevarlo con il governo russo dobbiamo farlo all'interno della volontà di amicizia con il popolo russo e dell'appoggio a un processo di trasformazione democratica della Russia
Su questo percorso noi dobbiamo chiedere la solidarietà di tutta la comunità internazionale
è una cosa che riguarda l'Unione europea ma non riguarda solo l'unione europea riguarda tutti gli altri Paesi in modo particolare Stati Uniti
Occorre che la federazione russa incontri la pressione amichevole ma ferma dei suoi principali interlocutori dai quali dipende e il suo sviluppo economico e il suo sviluppo
Politico e culturale
Io credo che lungo queste linee non cominciamo a vedere tra atteggiarsi quella che può essere una politica dell'unione europea
Responsabile verso i valori e contemporaneamente realistica e consapevole della fatica attraverso la quale di valori devono passare per diventare concretezza nella storia dentro questo ancora io credo che il tema dell'aiuto umanitario della possibilità di portare aiuto umanitario delle garanzie per i portatori di aiuto umanitario sia un tema di grande importanza
Per il fatto in sé stesso dell'aiuto umanitario e perché questo è un primo canale attraverso il quale si allacciano rapporti fra popoli
Che vanno al di là di quello che è possibile fare a livello di rapporti internazionali
Inviterei inoltre a non sottovalutare l'importanza in questo ambito della diplomazia parlamentare io credo che l'Italia nel semestre di presidenza debba prendere un'iniziativa ma credo anche che ci sono cose che i parlamenti
Come espressione della sovranità dei popoli possono stare più direttamente e più liberamente avendo quasi un ruolo di precursori di battistrada che non i governi che inevitabilmente sono soggetti a delle limitazioni molto più forti
Non c'è cammino verso la pace infine che non passi attraverso un processo di conversione dei cuori cioè un perdono da dare e da offrire c'è una riconciliazione da realizzare c'è un passaggio nel cuore della gente da compiere
Noi molte volte pensiamo che l'uomo viva orientato alla possibilità della vita felice nella vita buone e molte volte riduciamo quaestor possibilità di una vita ricca il benessere
Non sempre è così generazioni cresciute nel sangue generazioni che hanno visto gli amici più cari o i parenti uccisi molte volte barbaramente sono generazioni che possono vivere nel culto della vendetta
In cui il cuore è orientato molto più verso la possibilità della vendetta che non verso la possibilità del ritorno alla pace c'è una educazione culturale alla pace da realizzare
Dico questo pensando ad esempio
Quando io penso al corso volo sperano solo il Kosovo che Rugova
La speranza del corso e chi ha fatto della non violenza del perdono del superamento della vendetta
Il perno di una posizione culturale che diventa anche azione politica
Noi dobbiamo cercare nel popolo ceceno al popolo russo uomini così dobbiamo favorire illa fermarsi e il diffondersi di questo tipo di cultura abbiamo una responsabilità una responsabilità grande dobbiamo non sottrarci a questa responsabilità dobbiamo saper concepire come responsabilità europea e condurre insieme con noi l'intera Unione Europea all'esercizio di questa responsabilità per costruire una politica estera la quale diamo un senso concreto alla centralità e al primato della persona umana
Grazie la parola Francesco Rutelli
Grazie sindaco la iniziativa di oggi è particolarmente appropriata
Tutti gli interventi quello introduttivo
Del sindaco quello di Piero Fassino col ministro Buttiglione sono stati
Convincenti
Mi consentono di non dire cose già detto che condivido pienamente
E allora ne aggiungo alcune
Prima
Non subisce un desiderio e cioè che le bandiere della pace del sono oggi attese
Non molte
Ma tenacemente in alcuni
Balconi finestre del nostro Paese significhino questo in fondo c'è la ragione per la quale non ci incontriamo oggi al di fuori di una impostazione di parte in un luogo istituzionale
Così significativo e simbolico qual è il Campidoglio
Raccogliendo gli impulsi e quello di Adriano soffriva ricordato anche da parte mia in modo esplicito e appassionato che sono venuti per richiamare
Un impegno
E io credo che possiamo legittimamente dire che chi mantiene tenacemente la una bandiera la pace o la propria finestra deve poter dare come messaggio questo la
Dedizione l'impegno contro le guerre dimenticate
La dedizione l'impegno per una democrazia è una libertà effettiva in Cecenia
E credo che
Lo si possono si debba dire per un ritorno pieno del multilateralismo sulla scena
Della decisione da parte degli stati degli organismi internazionali
Ogni tanto noi indossiamo una maglietta una effigie che ci dice
Oggi siamo tutti
Qualche volta l'abbiamo vista
Per
Gli Stati Uniti verrà dopo l'undici settembre da parte di alcuni per Israele da parte degli altri
Per l'Iran non so se si possa dire che oggi siamo tutti ceceni temo in queste iniziative un rischio cioè che
Finisca un po'come l'otto marzo cioè che un giorno all'anno non ci consideriamo attenti ad una questione piuttosto che coglierne l'implicazione di sistema vi dico la mia opinione sull'implicazione di sistema in aggiunta a quanto è stato ci ha detto io penso che negli ultimi anni uno dei grandi cambiamenti della percezione dei conflitti internazionali risieda nella maturazione di una coscienza del dovere dell'intervento democratico
Allo stesso tempo io parlo anche a nome di quelli che reputano
Che sia un'illusione l'uso della forza
Senza consenso
Come detentore dalla democrazia
Quello che sta accadendo in tante parti del mondo cilindrica la necessità della costruzione di un processo democratico
Per cui laddove un intervento della comunità internazionale e di forze che l'opinione pubblica democratica sa motivare e mobilitare
E legittimo e necessario il punto politico su cui ad esempio i radicali che sono nella sala qui accanto promotori della iniziativa sul Tribunale permanente internazionale sono fatti efficacemente
Promotori
è che occorre una sintesi uno sbocco istituzionale non soltanto politico
Questo è stato certamente il tribunale penale internazionale
Con le sue difficoltà con le difficoltà che conosciamo occorre cioè una sintesi istituzionale come approdo della mobilitazione politica mobilitazione politica e il sale di quello che alcuni hanno chiamato
Un interventismo democratico
Umanitario
E essa deve tuttavia approdare a strumenti istituzionali democratici e questi non sono legati all'illusione che sia la forza lo strumento attraverso il quale la democrazia possa svilupparsi ci vogliono istituzioni e ci vogliono soluzioni condivise
Per questo ritengo che in Cecenia alcune cose siano abbastanza chiare
Non può esistere una soluzione militare
Non può esistere una legittimazione del terrorismo come strumento di Risoluzione o di liberazione
Non è solo una faccenda Interna alla russa
Io penso che se partiamo per ciò che riguarda la Cecenia da queste considerazioni
Ci troviamo a condividere la risoluzione che Parlamento europeo ha adottato il tre luglio scorso poche settimane fa l'ha adottata a larghissima maggioranza sui
I i dati Celio magari li trovo anche
Non so se c'era Walter quel giorno Dio si l'ho votata convintamente votato anche alcuni emendamenti che hanno rafforzato il dispositivo
In senso di preoccupazione per la violazione di diritti umani il testo riduzione ve lo consiglio trovare su internet naturalmente
Assai incisivo
E è stato approvato con trecentocinquantasette voti a favori a favore solo quarantasei contrari e quarantadue astensione dunque la espressione di una posizione molto larga da parte del Parlamento europeo delle forze democratiche
Del continente
Credo che si tratti di una presa d'atto importante della conferma
Di una posizione non rinunciataria
E anche appunto del fatto che non si può definire la questione cecena come una faccenda Interna alla russa
Penso in conclusione che da questi elementi quelli concettuali li ha sviluppati bene adesso ministro Buttiglione
Ed è chiaro che non c'è rispetto quanto ricordava Piero Fassino alcun automatismo che porti al riconoscimento in termini statualità di nazioni e di prospettive di proiezioni di autonomia nazionale
Ecco tuttavia che noi non crediamo che il mondo
Nel quale ci troviamo possa chiudere gli occhi di fronte alla tragedia cecena ai suoi numeri e alle rivelazioni che non debbo ricordarle in questa sede rapporti indipendenti o gli stessi rapporti di autorità legate al governo russo hanno prodotto negli ultimi mesi e danni che chief forniscono un quadro veramente angosciante
Allora se si potesse usare uno slogan forse si potrebbe dire
Che in collaborazione con il governo russo
Con una pressione energica nei confronti del governo russo la comunità internazionale dovrebbe adoperarsi per una Roth ma che riguardi la Cecenia
Ovvero sia per adottare un percorso di for uscita da questa tragedia che non sia affidato al governo russo
Che non sia subordinato ai gesti catastrofici
Di di tipo terroristico
Ma che comporti una più forte e severa assunzione di responsabilità da parte della comunità internazionale
Io penso che se con lo spirito del Campidoglio che il Sindaco Veltroni richiamava aprendo il nostro incontro
Che vorremmo molto
Alle già asse ministro Buttiglione che io lo auguro sinceramente non polemicamente
Sul semestre italiano di Presidenza europea ecco se questo spirito fosse da oggi il viatico l'avvio l'inizio di un impegno condiviso a partire dal nostro Paese
Penso che si tratterebbe di un risultato molto positivo e comunque credo che non dobbiamo ricordarci
Il diciassette luglio la crisi cecena per poi dire
L'abbiamo fatto
Ci mettiamo una piccola targhetta per dire tra le nostre bene Enza e c'è l'impegno per l'Iran c'è l'impegno per la pace tra Israele palestinesi c'è l'impegno per la democrazia in questo o quel Paese d'America latina penso che noi tutti saremo felici di affidare al sindaco di Roma
Un compito ma nella sua posizione istituzionale non nel suo profilo politico un compito di
Accompagnare proporre da questa città
Un cammino di iniziative anche internazionali perché per la Cecenia noi continuiamo ad occuparci poiché è un caso che riguarda il mondo dunque noi tutti
Vi ringrazio
La parola per l'ultimo intervento Emma Bonino
Grazie mille sino
Anni fa qualche anno fa
L'attuale ministro della sanità
Nel governo Maskhadov che forse è utile ricordare fu eletto democraticamente nel novantasette
Intervenendo da radicale iscritto ad un consiglio generale del partito
Disse molto chiaramente
Se oggi succede in Cecenia quello che succede
Questo ha dovuto non solamente alla repressione russa è dovuta alla complicità per omissione delle democrazie occidentali
E io credo che oggi lo stesso cambia fa distanza di anni peraltro in Italia con Olivia di qui a Bolzano continuando in stanca delle
Come sindaco di Sarajevo per esempio Caselli attrice nel novantatré che girata tra l'Europa instancabile a dire guardate che quello che da noi succede non è solo dovuto
All'azione di Belgrado attualmente di Mosca è reso possibile da una complicità per assenza però missione semmai se proprio va bene ma ne non pare neanche tanto perché
Gli ultimi incontri e visite ufficiali del presidente Putin in Europa
Hanno visto parole espresse di sostegno alla sua politica a cominciare dal Bundestag Kaddish perda per finire recentemente a Londra da Tony Blair
Io credo che questo ce lo dobbiamo dire perché altrimenti
Giriamo nel vuoto
E e dirsi con molta franchezza dirvi che non è un problema di indifferenza un problema di complicità questo si chiama
E se non abbiamo il coraggio di dirci le cose come stanno gireremo intorno per dirci che certo anch'io sono una multilateralismo
Certamente devo pure ammettere però che come oggi il sistema multilaterale a cominciare dall'Europa per finire alla Casa delle Nazioni Unite è totalmente inadeguati
Ad affrontare le sfide negli anni due mila
Lo è persino inadeguato a promuovere democrazia non si sa chi sia non c'è un organismo che questo debba fare
Ho globalizzare i diritti o queste cose
Allora io credo che certa ci sono molte altre guerre dimenticate
Ma non è questa una buona scusa per mettere tutto nello stesso paniere e andare al mare si può sempre andare al mare non non voglio colpevolizzare nessuno come se
Perché si possono fare molte cose
Per esempio
Certamente Putin ha giocato in modo molto furbo forse anche intelligente due carte
L'una l'esclusione dei giornalisti
Dal territorio
L'esclusione le minacce gli arresti ed egli operatori umanitari che normalmente sono i primi ad essere espulsi perché pare che oltre a distribuire un po'd'aiuto c'erano pure gli occhi ogni tanto anche la bocca e quindi dopo un po'parlano
E quando sono espulsi in violazione delle Convenzioni di Ginevra che sono chiarissime sul libero accesso degli aiuti umanitari e dei media subito dopo vengono espulsi i giornalisti
E raccontare una guerra senza immagini nel mondo d'oggi è praticamente impossibile
Non c'è la sia nel ma non c'è neanche la BBC
Non c'è neanche Al Jazeera se per quello e neppure Pedersen cioè nessuno
Chi poco a poco s'azzarda che si chiamasse Antonio Russo si chiami più recentemente la giornalista russa
Viene ho ucciso un minaccia
La seconda Carda che in modo
Furbo e forse anche intelligente Putin ha giocato è il posto nove settembre
Putin è stato il primo a voler legare la lotta cecena a un dato di terrorismo internazionale e badate bene che l'intera comunità internazionale sia ben bevuta questa tesi l'ha fatta propria e l'ha fatta propria anche recentemente quando ha sostenuto che le azioni di resistenza in Iraq arrivano da elementi ceceni senza nessuna prova non si è trovato un ceceno in Iraq però questo è quello che è stato detto che questo è l'alibi che va per la maggiore
Allora sul carro della antiterrorismo che è una battaglia sacrosanta non non il male interpretati
Ma è vero che su quel carro su quella priorità siamo riusciti a dare delle patenti totalmente a critiche
Al presidente Putin piuttosto che a Musharraf a chiunque si dichiarasse antiterrorista
Insomma
Credo che torni
Credo che torni a nostra grande capacità delle democrazie occidentali perché di quelle parlo perché in quelle mi identifico
Di creare i mostri del futuro
In base ad un ma calcolata idea di garantire la stabilità o
Tutti i dittatori che abbiamo creato nutrito
Sono stati tutti per la stabilità per
E poi si sono ribellati giustamente quello che era
Allora io non credo che bisogna però aspettare di riformare l'ordine multilaterale
Per cercare di agire ogni tanto
Ne è forse sono molto d'accordo col ministro Buttiglione quando dice in fondo la Cecenia se ho capito bene non è una priorità politico territoriale dell'Europa io credo è esattamente l'opposto
E dico che nel piccolo ci sono cose che si possono fare che sarebbero di grandissima rilevanza
Simbolica ma neanche tanto ad esempio certo siccome non ci sono giornalisti la stampa esclusa quella francese che ci si impegna poco ne parlo
Però per esempio è appena tornato e ha fatto un rapporto il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti disumani o delle che è un organo del consiglio d'Europa
Che è tornato con un rapporto davvero raccapricciante e io continua a non capire perché a destra o a sinistra in opposizione erano chiusi e non si applicano alle regole del Consiglio d'Europa al quarto richiamo c'è la sospensione della membership al Consiglio d'Europa
Non è la rivoluzione
E non saranno Edipo ma però c'è ed è una sanzione che sta scritta negli strumenti esistenti
Al di là di inventarsi un nuovo ordine multilaterale di formato su cui siamo tutti molto impegnate rimane il fatto che esistono strumenti adesso attualmente per richiamare con molta forza con molta amicizia se volete ma con molta forza
I responsabili russi all'adempimento delle convenzioni esistenti
Dalla convenzione di Ginevra sul libero accesso
Al Consiglio d'Europa alla sua appartenenza
Questa volta sono atti di ostilità non crede
Io credo proprio perché sono convinta che non c'è una soluzione militare
E perché sono convinta che nostro compito quello
Di mettere in atto un processo che porti ad un negoziato
I cui contenuti saranno evidentemente dal dal dalle due parti decisi ma il problema come arriviamo ad imporre un negoziato
Ma in questa iniziativa meritoria
Walter ha detto giustamente all'inizio facendo molta chiarezza non ha nulla a che vedere ho poco a che vedere con la grande manifestazione chiesta da Adriano su questo se lo dobbiamo essere tanto di
Qui ci siamo divisi forse in passato recente tra filo americani antiamericani e chiedo qui c'è poco da dividersi
Qual è l'ostacolo ad una grande manifestazione che chieder Rispetto semplicemente da parte del presidente Putin delle convenzioni esistenti pensate un po'
Detto le convenzioni esistenti
E qua perché non dobbiamo smetterla di credere a tutta una serie di bugie ad esempio sono anni che il leader russi ci dicono che in fondo in Cecenia una guerra praticamente virtuale che praticamente finita anzi se voglio citare le sue esatte parole dice più una guerra virtuale che una guerra reale dice garante l'inviato speciale di Putin
In Cecenia e disse ma la guerra è praticamente finita senza neanche un senso di ironia sostanzialmente non credo smetterà di credere a queste panzane francamente e anche a richiamare alla proporzionalità dei mezzi
Credo che le convenzioni di Ginevra su questo parlano chiaro ammettendo pure Kenya non so dove in Sicilia in Italia non so dove
Ci fosse da da fare fortissimamente non guerra la mafia forse nessuno gli veniva in mente di radere Palermo solo
O sul terrorismo basco forse se uno non avessero solo Bilbao
Forse un qualche reazione di raccapriccio ci sarebbe
E ammettendo che invece di essere separatisti o moderati alla Maskhadov ci siano oggi infiltrazione che sono il corollario normale corollario ultimo normale di tipo terrorista
Beh radere al suolo Groznyj forse peraltro fatta in anni precedenti prima ancora e ben prima
Di atti terroristici di vario tipo
Però io vorrei chiudere con facendo che veramente dicendo due cose primo io credo che questa grande manifestazione
Debba avere luogo
E le grandi manifestazioni di oggi nel nostro Paese come ovunque nel mondo sono normalmente convocate dei grandi partiti e da coloro che hanno grande capacità di mobilitazione
Conoscono i nomi cognomi e quindi è inutile che li dico io
E sarebbe importante uscire da qui con una data
Stiamo parlando di una grande manifestazione quando
In detta da chi
Altrimenti avremo dibattuto sulle ragioni della Cecenia potremmo andare avanti per altre ore ma dubito facciamo un passo avanti
E la seconda che vorrei veramente vedere all'uscita di di questo dibattito a una impegno realista come io lo amo definire
Io credo che pur nel limite
Che pure è evidente
Delle strumenti multilaterali oggi noi abbiamo almeno la responsabilità di usare quello che c'è
Sono molto affezionata e lo dico perché credo che uno dei prodotti intellettuali recenti
Più
Stimolanti siano stati i risultati della commissione internazionale sugli interventi e la sovranità degli Stati
Quella che è gestita per intenderci presieduta dall'ambasciatore Shannon algerina da Gareth Evans le cui conclusioni depositate ieri dal primo ministro canadese in ambito nazioni unite
Pongono
Limiti chiari all'asta alla sovranità ce l'ho dicendo che la sovranità è un concetto che ci si merita in base al consenso e al benessere che si riesce a produrre al proprio posto
Non basta essere come dire dittatori
Per avere uno Stato sovrano come si dice la sovranità va con la responsabilità
E che sovranità non può essere la sovranità del genocidio la sovranità della morte o la sovranità dello sterminio
Questo è stato uno dei capisaldi dell'intervento di Kofi Annan due anni fa in
Fu molto criticato suscitò grandi polemiche a dire negli anni due mila che cos'è il sovrano che cos'è lo Stato sovrano
è uno che chiude autarchica mente il suo Paese ne fa quello che ritiene
E lo standard di partecipazione di un paese al sistema multilaterale non dovrebbe essere calibrato anche sulle credenziali debbo democratica di questo o quel governo
O basta essere come dire figlio direi quindi retinatura o aver preso il potere con un colpo di Stato indipendentemente da quello che succede al proprio posto questi sono gli elementi di riflessione
Che serve cui servirà più tempo ma intanto
Perché sia serio quello che stiamo facendo come io mi auguro
Ve ne sono convinta
Vorrei che per il popolo ceceno e il popolo russo sono completamente d'accordo perché lo sviluppo democratico dell'intera Russia passa attraverso la gestione del conflitto ceceno
Per gli amici russi per i democratici russi per i democratici ceceni uscisse da questo una cosa piccola una data
Questa è la data in cui ci troveremo insieme in piazza per chiedere semplicemente l'applicazione dell'esistente
Ne fa riferimento l'appello promosso dal ministro degli esteri russo che trovate su tutti i siti a cominciare da www radical parti punto org e molti altri anche avuto l'adesione ieri di come agli occhi credo sia un elemento importante per dire che anche in Russia ci si muove in questo senso io credo che nel pur nel piccolo l'annuncio di una data sarebbe per tutti loro un grande sollievo e anche una road map quello sì di lavoro per quel giorno per quella data grazie
Era una registrazione del diciassette luglio due mila e tre con questo intervento di Emma Bonino pronunciato durante un convegno organizzato dalla comune di Roma ed al tema andò ad ogni forma di terrorismo
Termina qui l'odierno programma realizzato con documenti d'archivio