Un libro un caso - rubrica realizzata in collaborazione con il Corriere della Sera (supplemento di economia)

Buongiorno a tutti da Benedetto Della Vedova benvenuti a questa puntata di un libro un caso lo ricordo la rubrica
In cui si parla di libri che è la ricaduta radiofonica di una rubrica che potete trovare tutti il lunedì sul Corriere
Economia il libro di cui ci occupiamo oggi è un libro edito dal Mulino si intitola per lo sviluppo un capitalismo senza rendite e conto capitale
Ed è un libro di Renzo Costi e Marcello Messori abbiamo con noi e lo ringrazio per essere intervenuto uno dei due autori Marcello Messori che è professore di economia politica presso l'Università di Roma Tor Vergata
E abbiamo con noi da Bruxelles Antonio Panzeri euro deputato del centrosinistra credo di poter dire dei DS in particolare Antonio Panzeri già dirigente di primo piano della CGIL alla Camera alla canna del lavoro di Milano allora
Il libro ha un bel titolo un capitalismo senza rendite e con capitale è quello di
Tutti
Almeno sia i liberisti scolastici come chi parla ma insomma chi si occupa di economia con un taglio liberale in generale quello che
Auspicano
Di Pro si occupa per una parte importante dei servizi dei mercati finanziari dei rapporti banche impresa e ha poi un'altra parte corposa che il capitolo secondo i servizi fra rendita e liberalizzazione e io vorrei che in questa qualche chiacchierata noi ci soffermassimo soprattutto su questo punto quello della liberalizzazione dèi servizi
In questo capitolo più ampio dalla liberalizzazione servizi naturalmente entra tutta la questione delle liberalizzazioni dei servizi pubblici o di quelli che un tempo si chiamavano
Servizi pubblici servizi di interesse generale insomma poi Panzeri sa che in Europa lo sforzo di trovare definizioni nuove a cose che non sempre sono nuove
è uno sforzo da cui non si desiste ma insomma quel pare per capirci energia gas c'è elettricità gas telefoni trasporti
Acqua
E tre libere professioni un altro punto di forte attualità
Per quanto riguarda la liberalizzazione dei servizi ne avete sentito parlare e quello della direttiva Bolkestein che una direttiva che
Punta nella sua abitazione
Iniziale con una scelta radicalmente liberale punta una liberalizzazione del mercato dei servizi all'interno dell'unione europea
I in qualche modo quando nel referendum anche se un po'impropriamente ma quando nel referendum francese sul Trattato costituzionale è emersa figura
Che per molti è diventato poi uno spettro dell'idraulico polacco
In qualche modo si evocava proprio la direttiva Bolkestein ripeto più o meno propriamente perché si
Evocava la possibilità che in particolare dai nuovi Paesi dell'unione europea quelli dell'est
Dell'Europa dell'est potessero arrivare
Artigiani o comunque anche aziende di servizi molto competitive perché alloro la direttiva voleva concedere la possibilità di operare secondo le regole così del del secondo la regola del paese d'origine cioè secondo le regolamentazioni dei paesi di provenienza salvo che un'azienda che si stalli in Italia per quanto riguarda il mercato del lavoro naturalmente
La direttiva Bolkestein da questo punto di vista era garantista nel senso che obbligava
Al lavoro alle regole del lavoro del paese di attività
Parlo con l'imperfetto perché non si capisce quale sarà il destino dello direttiva Bolkestein poi di questo parleremo sabato scorso c'è stata una riunione una manifesta una grossa manifestazione anche a Roma altre ce ne sono stati a Bruxelles altrove promossa in particolare dal da alcune aree della sinistra
Della sinistra italiana proprio contro questa direttiva con slogan anche piuttosto piuttosto duri ma un vedremo ecco
Io volevo chiedere innanzitutto a Marcello Messori qualche considerazione proprio sullo stato della liberalizzazione dei servizi in Italia
Sul rapporto tra privatizzazioni e liberalizzazioni nei settori principali in cui le privatizzazioni hanno
Inciso telecomunicazioni energia con l'avvertenza che nelle telecomunicazioni si è trattato di una privatizzazione vera nel senso che lo Stato uscito dalla proprietà
Dal controllo delle aziende di telefonia per quanto riguarda l'energia in realtà la privatizzazione vera non c'è stata perché allo stato di fatto controlla ancora AN ed ENI e soprattutto nelle sue articolazioni locali controlla aziende municipalizzate che gestiscono Monopoli altrettanto tre tre con
L'ho fatta fin troppo lunga e quindi do la parola Marcello Messori grazie ma io credo che si possano sintetizzare lo Stato attuale dei
E pubblica utilità cioè di quei servizi all'impresa e alle famiglie dicendo che l'Italia è un po'rimarca in mezzo al guado e questo ha creato una situazione molto distorta Diego l'attuazione delle rendite
Per capire come si è arrivati alla situazione attuale bisogna fare purtroppo un pochino di storia che io per non tediarvi troppo limiterei agli anni Novanta
Come ormai largamente noto alla a partire dall'inizio degli anni Novanta
L'economia italiana è stata sottoposta a un rapido processo di privatizzazione che almeno in parte ha dato luogo anche a una liberalizzazione in una parte dei servizi
In particolare vi è stato una parziale liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni vietato una parziale di periodizzazione nel settore
Dell'energia in quello del gas vietata poco una legge nazionale
Che ha cercato di di periferia liberalizzare le attività di distribuzione commerciale e vi sono stati come dire
Tenta ivi che non sono poi arrivati fino alla allo stato di leggi approvate per introdurre elementi di liberalizzazione nei cosiddetti servizi pubblici locali
A fronte di questi processi vi sono stati anche processi di privatizzazione che come ci ricordava prima hanno investito
In modo sostanziale alcuni settori come quello delle per le comunicazioni sono stato il più che altro di dismissioni parziali della proprietà statale in altri settori come quello della energia e del gas
Perché l'ho fatto questa breve cronistoria perché io credo che per a vere assai davvero efficienti nei servizi
Accetti efficienti che sono essenziali per la competitività del sistema italiano delle intese sarebbe stato necessario di piante gli anni Novanta pervenire a privatizzazioni in queste settori dei servizi dopo aver attuato un processo di liberalizzazione effettivo dopo aver completato il processo di liberalità a mio avviso viceversa
Questo non è avvenuto queste la tesi condivisa anche dagli autori di questo libro spento cosmetica siamo stati i curatori in realtà gli autori di questo libro sono un numero piuttosto elevato perché questo libro è il frutto dell'attività di ricerca
I PIP discussione che si è svolto nell'ambito dell'attività della Fondazione di Vittorio bene la la la l'opinione condivisa dalla larghissima maggioranza del PD chi applica ha contribuito a questo volume e che
La la difficoltà nel funzionamento di oggi per i servizi il pubblico utilitarie in Italia abbia le sue origini abbia le sue radici proprio in un'insufficiente liberalizzazione
Ciò ha fatto sì che dal monopolio pubblico che caratterizzava larga parte di questi servizi alla fine degli anni ottanta si sia pervenuti oggi a un quasi monopolio privato io devo dire la verità
Ciò che auspica lei una concorrenza nei servizi che consentissero un'offerta efficiente
Alle imprese alle famiglie ma se proprio debbo scegliere una posizione di rendita preferisco crescere lo stato piuttosto che se ne approprino dei privati io credo che come dire la cartina di Sordi intorno al Sole
Che prima ancora di addentrarci in analisi sofisticate conferma quello che sto per dire
Fatah ritrovata nella strategia del tutto legittima a livello individuale anche se molto distorsiva a livello per la collettività italiana cioè a livello sistema economico ossia quella intrapresa da una parte cospicua dei grandi imprenditori in Italia le poche grandi impresa che ancora negli anni all'inizio degli anni Novanta si misuravano con la concorrenza nei mercati internazionali gradualmente hanno abbandonato la loro attività tradizionale quello che noi economisti chiamiamo il loro Corbis sesso per rifugiarsi in queste aree servizio che offrendo una cospicua rendita hanno consentito la tesi come dire
Diminuire il rischio dell'attività imprenditoriale e massimizzare dei guadagni non dà profitto parenti
Gli esempi sono molteplici quello che mi sembra emblematico è quello della famiglia Benetton e acquisendo il monopolio su una parte assai rilevante della rete autostradale
Sta come dire ottenendo rendite che non hanno paragoni nel resto dell'Europa c'erano tra l'altro di questo abbiamo parlato nella
Precedente puntata della rubrica un libro un caso commentando il libro di Paolo Madron con Massimo Mucchetti è proprio affrontavamo questa questione dei capitalisti
Italiani che hanno scelto la via
Assolutamente legittima e come dire dal punto di vista economica
Dal punto di vista economico del tutto razionale di trovare spazio nel aree dove maggiori sono le rendite rendite peraltro che sono testimoniate anche dall'andamento in Borsa dei titoli dell'ENEL dell'ENI che Autostrade titoli che hanno avuto performance decisamente superiori a quello della media
Per i destini dentisti italiani ecco e prima di passare a Panzeri volevo chiedere a Messori
Innanzitutto si è proprio sicuro che monopolio per monopolio comunque meglio il monopolio pubblico se invece anche laddove magari ci possa essere un monopolio come sostanziale come nelle autostrade al di là del della teoria dei monopoli naturali
Comunque una gestione privata se avesse come controparte uno stato inteso come decisori politici e come Authority
Come dire
Più energico di quello che si trova in Italia forse sarebbe comunque meglio insomma non ci sarebbe quel conflitto di interessi che invece c'è quando lo Stato
Detiene
In prima persona ed è regola attore e regolato
Nelle situazioni di monopolio dove operano le le Authority quindi il problema è proprio questo o il problema invece non è il funzionamento delle Authority o della politica che dovrebbe in qualche modo introdurre elementi di mercato stimolare il mercato dove
Per ragioni dove non si può aprire il mercato alla concorrenza no io concordo con assolutamente sul con la seconda parte delle delle affermazioni fatte
Era un po'paradossale la mia battuta io credo che non valga neppure la pena approfondire
Se sia meglio un monopolio pubblico come io sarei portato a dire perché almeno la rendita
In linea di principio viene poi distribuita alla collettività un quasi monopolio privato io credo che la vera scommessa debba essere letti erodere
Le sacche di riempita nella produzione di servizi e giustamente si sottolineava che questo può essere fatto in larga misura anche di fronte ai cosiddetti monopoli naturali
Quando parliamo di autostrade quando parliamo di ferrovie naturalmente non pensiamo alla possibilità di creare una concorrenza nel mercato perché questo comporterebbe la costruzione di una molteplicità di reti che sarebbe del tutto pile economico moltiplicare allora il problema vero è che data l'unicità o la quasi unicità di i versi tratti della Rete
Bisogna stimolare la concorrenza cioè bisogna attuare quella che nel gergo degli economisti si chiama una concorrenza per il mercato e questo può essere fatto con una appropriata regolamentazione
Pella dell'attività di servizio per esempio dando attraverso delle gare in concessione per un tempo limitato ancorché non brevissimo Petrachi specifici
Della Rete del servizio come dire
Verificando che questa attività di servizio venga svolta secondo i requisiti definiti nella gara e quindi raggiungendo livelli di efficienza a un prezzo equo da questo punto di vista l'attività di regolamentazione fondamentale questo ci fa anche capire che quando si parla quindi per la distrazione dei mercati dei servizi in realtà non si intende un mercato non regolamentato ma anzi si intende un mercato se possibile ancora più regolamentato rispetto a quello monopolistico ma regolamentati in modo non distorsivo bensì efficiente sotto questo profilo io credo che possiamo aggiungere una piccola considerazione al ragionamento che ho appena svolto perché riguarda la proprietà e il modo ai gestire la ritenesse Ricciardi
Una delle difficoltà maggiori nell'instaurare la concorrenza in questi servizi e che e molto difficile garantire condizioni di utilizzo della Rete uguali per tutti non discriminando i nuovi entranti rispetto all'antico monopolista che norme ente proprietario della Rete
Ecco io credo che per poter garantire un accesso equo a tutti e per consentire alle autorità di regolamentazione si svolgerà appropriatamente il proprio ruolo un passo essenziale sia quello di attribuire la proprietà della rete
A qual
Aumenta un'istituzione
Che non lo sia assolutamente coinvolto nella gara per il suo utilizzo nella concorrenza per insulti sì da questo punto di vista la strada maestra che ne individuiamo nel volume e quello di attribuire la proprietà della rete alla Allo stato alla proprietà pubblica anzi paradossalmente ne crediamo che una condizione necessaria per avere una vera liberalizzazione e una regolamentazione non discorsiva sia quella di avere una proprietà pubblica delle aree
Che è un po'ma su quel non lo approfondiamo qua diciamo che per quanto riguarda la Rete di distribuzione dell'energia elettrica
Con chiari e scuri insomma è stato fatto con Terna mentre invece per quanto riguarda le telecomunicazioni la Rete resta di proprietà
Di proprietà di Telecom anche quella dell'ultimo miglio con di accesso su squilibrio sempre c'è un aperto un contenzioso quello del rombante venderlo caduto tra usare il linguaggio europeo ecco passiamo tavole passare ad Antonio Panzeri
E con Antonio Panzeri volevo parlare
Innanzitutto del direttiva Bolkestein che è entrata
Nel mirino e che è stata agitata dai protezionisti di di destra e sinistra in tutta Europa come
Un rischio pesantissimo per le economie dei Paesi costituenti dal dall'Unione europea Francia Germania e Italia
Rischio di una concorrenza sleale qui io noto solo che in realtà poi si parla di social dumping concorrenza sleale cioè si ragiona nei confronti della Polonia dalla Repubblica Ceca dalla Repubblica Slovacca dalla Slovenia
Come si ragiona per la Cina e questo dovrebbe in parte fare fare riflette però agitato per arrivano questi e anche nel mercato dei servizi Cisl sbaraglia no sul sul nostro terreno sul sul sul terreno dei domestico perché hanno Stendhal diverso i costi differenti eccetera eccetera io ho detto lo scritto personalmente ritengo che in realtà
La direttiva Bolkestein sia una sferzata
Di competitività proprio in un settore su cui molto più che sul manifatturiero si gioca la scommessa futura dell'economia
Europea cioè settore dei servizi però insomma sabato scorso lo dico provocatoriamente a Panzeri appunto che un uomo dalla sinistra
C'è stata questa manifestazione c'è una
Interrogazione parlamentare che è stata fatta contro la prospettiva evocata da
Giustamente secondo me dal Ministro La Malfa addirittura di una adozione unilaterale da parte dell'Italia del contenuto dalla direttiva Bolkestein e alcuni senatori tra cui per Cesare Salvi hanno scritto un'interrogazione dicendo che la liberalizzazione dei servizi rappresenta un attacco durissimo e i diritti dei lavoratori attraverso una vera e propria operazione di dumping sociale come
La sua opinione
Personale e poi anche diciamo più complessivamente dell'area politica socialista in Europa sulla direttiva Bolkestein
Sì mia opinione personale che Sinistra Europea tornerebbe in qualche modo evitare dirci di oscillare
Tra un'idea di tanti sociale un'idea di protezionismo dovremmo cercare di trovare una strada che permetta davvero di rendere competitivo i servizi a livello europeo e farlo nel modo più giusto in modo che non produca sostanzialmente una destrutturazione della della coesione sociale perché dobbiamo immaginare che dobbiamo costruirla Europa nel momento in cui liberalizziamo i servizi e non invece fare l'opposto
Costruire una grande area di di libero mercato ma nella sostanza poi non costruire l'Europa sociale Titti qui abbiamo assolutamente l'urgenza detto questo
Io penso che il tema dei servizi ad esempio nel mercato interno di una certa rilevanza sia a livello europeo sia a livello nazionale lo dicono le cifre
Perché io vorrei sottolineare che la direttiva riguarda un settore che rappresenta il cinquanta per cento del servizio di interesse pubblico
Il settanta per cento del prodotto nazionale lordo europeo dunque un settore che può fornire tra l'altro un grande contributo a quella che fu definita
La cosiddetta Strategia di Lisbona
La mia convinzione è che bisogna essere consapevoli che la Società Terme dell'informazione ha messo in moto una nuova dinamica dei servizi riducendo i costi della trasmissione
Chiede l'acquisizione della stessa informazione e accelerando
La velocità di diffusione dell'innovazione oltre le frontiere nazionali e quindi si sono notevolmente ampliate nel mercato interno le potenzialità della domanda e dell'offerta transfrontaliera dei servizi
Penso che creare quindi condizioni migliori per una libera circolazione dei servizi equivale a dare un impulso effettivo la dinamica reale che un insita nel mercato interno e quindi rafforzare la competitività e la crescita e anche la creazione di occupazione in questa nuova visione dell'economia europea sono sempre di più convinto cioè quello che voglio dire
Che
La competitività delle intrecci e dipendente sempre più in maniera maggiore diciamo così dalla corretta progettazione per la gestione dell'integrazione di servizi nella conduzione delle vendite e quindi per me il problema della liberalizzazione dei servizi è un problema che dobbiamo opporci con forza
Ma fatta questa considerazione che una considerazione
E di diritti e di presa di coscienza della Uche Campo si vuole giocare la partita io mi chiedo sostanzialmente sei la direttiva di cui si sta parlando in Europa la cosiddetta direttiva Bolkestein risponde pienamente a queste esigenze o invece non risponde pienamente ecco io credo che ci sia non del tutto coerente con questa impostazione generale perché produce sia per quanto riguarda il campo di applicazione sia per quanto riguarda la questione del cosiddetto principio del paese d'origine
Io per quanto riguarda un aspetto delicatissimo che l'armonia l'allarme la coerenza tra ciò che questa Europa già fatto dal punto di vista dei trattati dalle norme europee ciò che intende fare con la direttiva stessa che interviene su un campo plurimo mettendo anche grandi contraddizioni giuridiche sostanzialmente ecco mi chiedo se la direttiva corrisponda questa la mia risposta è che non corrisponde assolutamente a dire che andrebbe in parte modificata cosa che stiamo tentando di fare
Sa meglio di me che il cuore della discussione al di là del fatto che tutto è migliorabile figuriamoci la direttiva Bolkestein possono esserci delle incongruenze cita però a al fondo della discussione politica quanto meno c'è un argomento che
Difficilmente può essere affrontato aggirato con i le technicalities nemmeno quelle dell'euroburocrazia cioè né al fondo chi appunto manifestava a Roma
Sabato scorso ma ci sono aree del centro destra che la pensano
Nel modo identico al fondo c'è un discorso di concorrenza cioè questi fanno concorrenza noi partendo da una situazione in cui ci sono salari più bassi tasse più basse regolamentazioni in meno
Opprimenti o meno non meno corpose e quindi noi dobbiamo difendere il nostro modello sociale e la concorrenza rischia invece di far saltare il modello sociale
Questo raggio questo è il ragionamento di fondo che viene fatto e questo io credo però sia un nodo sciogliere cioè la difesa del modello sociale europeo
Lei può e sta in una commissione al Parlamento europeo in cui di questo sì sì
Il modello sociale europeo viene messo avanti ogni tre parole la difesa modello sociale europeo
è più importante di una sana concorrenza
In cui si dà per scontato che livelli differenti di sviluppo di di di maturità dei settori eccetera eccetera danno luogo a vantaggi comparati svantaggi comparati quindi la concorrenza è un elemento di questo modello
Del modello europeo oppure bisogna semplicemente difendere gli stipendi e per tornare agli il al libro le rendite di posizione di aziende che rischierebbero di essere come dire messa alle corde dalla concorrenza di aziende o professionisti più dinamici che vengono da Paesi meno ricchi ma pur sempre ormai paesi europei
Ma guardi
Il mio obiettivo your penso che la battaglia siccome siamo di fronte ad una sfida possiamo definirla in modo non retorico inedita è quella di tentare di far convivere competitività e solidarietà usiamo questo questo termine
Per fare questo non ci sono perché tematiche va tutto costruito in itinere diciamo così perché anche l'affermazione retorica del difendiamo il modello sociale europeo se poi non la si sostanzia e i processi reali mettono in discussione minano continuamente
Questa idea della del modello sociale europeo poi ci troviamo a fare i conti le posso dire una cosa
E molto semplici ad affermare ma complicata da da da da procedere se noi pensiamo che in Europa si possono io credo che è un terreno di discussione
Passare dall'idea di come diciamo noi in Italia di una Repubblica fondata sul lavoro ad una Repubblica fondata sul consumatore significa modificare il complesso della filiera organizzativa politica sociale che noi abbiamo in testa perché ovviamente è tutto impostato in un certo modo ed è una sfida forte per le grandi organizzazioni di massa per i partiti per i sindacati per le stesse impresa sostanzialmente io penso che in questa fase adottando delle politiche di buonsenso sia indispensabile procedere a tenere insieme le due cose cosa chiedo all'Europa nel momento in cui
Persa
Che sia utile mettere in campo una direttiva che tenti di liberalizzare i servizi a livello europeo chiedo però nello stesso tempo a questa Europa perché non produca semplicemente timori e paura che poi fanno scappare o fanno produrre a comportamenti politici come quelli che abbiamo visto in Francia no alla Costituzione
Di dire nello stesso tempo che però mette in campo delle politiche che sono politiche per produrre le armonizzazioni minime le armonizzazioni sociali necessarie perché io credo che l'obiettivo poi in definitiva non si è semplicemente quello
Di avere una competitività da far West acide verso la competitività regolata e nello stesso tempo anche l'obiettivo europeo di far crescere tutti i Paesi in modo che dalla ricchezza possono ricavare tutti anche dal punto di vista del benessere sociale
Ecco questa parte qui a me pare che oggi manca e l'unica cosa che appare della dell'Europa semplicemente quella del vogliamo comprendere più competitivo il mercato in Europa il mercato interno in Europa mio sforzo
Uno se
Se riuscirà o meno e quello di dire che facciamo tutte e due le discussioni insieme avviando il processo di liberalizzazione e nello stesso tempo però anche il processo di armonizzazione sociale se no davvero ci proveremo in ogni situazione rischiosa
Certo appartenendo da una considerazione che c'è una notevole a simmetria nel senso che l'Europa ha sicuramente un sistema l Europa in particolare quella dei quindici per capirci a un sistema di protezioni pensiamo alla Germania assolutamente corposo formidabile per molti aspetti
Ma non ha certamente un sistema economico liberalizzato e flessibile quindi
Giochiamo pure sui due pedali ma però dobbiamo anche tra la gente che c'è non ritardo clamoroso rispetto ai competitor sono d'accordo tra l'altro aiuterebbe anche la discussione in Italia questo aspetto perché io
Concordo con l'impostazione di Messori da questo punto di vista noi siamo di fronte al fatto che il processo di privatizzazione che sono avvenuti in Italia in realtà hanno trasformato da ciò che era monopolio pubblico monopolio privato c'è un problema anche di ripristinare circuiti di fiducia per cui è possibile mettere in campo politiche di liberalizzazione senza che queste vengano viste in un modo determinato in modo sbagliato e così via ecco quindi può aiutare questa discussione c'è bisogno anche da questo punto di vista di un qualche coraggio in più dalla
Per la delle forze politiche ecco io volevo concludendo ripassare la parola Marcello Messori
Perché ed era lui cosa pensa a partire da tutta la discussione sulla direttiva Bolkestein sul referendum francese
Delle cose che abbiamo appena detto con Panzeri ma io devo dire che mi provò in sintonia con l'analisi che proponeva Pancheri perché mi sembra che rispetto all'attività privata Bolkestein
Si siano intrecciati di tre piani di analisi che forse andrebbero certamente conviventi ma anche tenuti concettualmente il primo Paese
Il problema della concorrenza nei servizi alle impresa vi famiglie
Il secondo e il problema dell'organizzazione dei servizi
Che fanno parte dello stato sociale quindi in primo luogo sanità previdenza di primo pilastro la spesa istruzione dell'obbligo il terzo e
L'organizzazione europea del mercato del lavoro allora mentre come ho cercato di capire prima io sono abbastanza drastico
Sulla esigenza di una liberalizzazione e in un rileggo lamentazione nun distorsiva dei servizi
Che hanno a che fare con il mercato direttamente quindi con i servizi all'impresa alle famiglie
Viceversa
Vorrei usare una parola di cautela rispetto a quei servizi che producono i cosiddetti beni merito l'esempio tipico è quello della sanità
A questo riguardo nel nostro volume noi stiamo molto attenti nel sottolineare che
Riprendiamo essenziale che in questo tipo di servizi
Vi sia un ruolo
Assorbente da parte dello Stato e quindi questi servizi ci siano incardinati in un un welfare anche se però mi scusi se la interrompo voi nel vostro libro sottolineate che il servizio pubblico
Non significa gestione pubblica del servizio stesso
Questo questo e vero credo applichiamo soprattutto però ai servizi
E che di cui abbiamo discusso fino ad ora come è noto non facciamo nessuna riflessione esplicita su servizi quali ad esempio la sanità U la scuola dell'obbligo
Però si può rimanerci può in teoria si potrebbe rimanere dentro il modello europeo prepari qualcuno un giorno ci spiegherà qual è il modello europeo quindi di universalità di gratuita anche voi
Anche prevedendo che la gestione non sia tutta pubblica questo è un problema come come Letta molto delicato che va affrontato come dire nel dettaglio io credo destinato per ciascun servizio
Io non credo come dire sì che sia possibile adesso aprire questa riflessione mi permetta ritoccare gli altri gli altri due aspetti
Se per il momento accettiamo che quale che sia la soluzione che diamo alla controllo pubblico dei servizi che producono beni di merito questo pone dei problemi che sono diversi rispetto ai servizi che vanno semplicemente liberalizzati Errico regolamentati e poi
Nell'ambito della direttiva Bolkestein un ulteriore problema che quello evocate attraverso il principio del paese d'origine o se vogliamo sciogliere un po'questo punto concetto per il fatto che debba valere la normativa e l'argomentazione del paese di provenienza e che io credo che sia possibile
Introdurre concorrenza nelle attività di servizio di cui abbiamo discusso prima anche senza l'applicazione di questo principio e mi sembra che l'esigenza di non applicare molto meccanico questo principio interista un fasto banalissimo e cioè che non c'è stata ancora alcuna armonizzazione delle piccole che presiedono il funzionamento del mercato del lavoro nei diversi
Paesi appartenenti all'Unione
Europea in particolare nei Paesi che sono entrati di recente nell'Unione Europea allora a me sembra che il limite maggiore della direttiva purché il tema sia quella di cercare portare Attraverso le giuste esigenze
Di liberalizzare i servizi e di creare con Kohl concorrenza nei servizi alle imprese e alle famiglie
Si cerchi anche di risolvere un problema di
Definizione di un campo ribellato di regole per quanto riguarda il funzionamento del mercato del lavoro e a me hanno sempre insegnato fin da quando ho incominciato a lavorare nel campo dell'economia
Che e molto distorsivo usare un solo strumento per affrontare tutti Chris
Certo ma io
Non voglio avere io l'ultima parola sì insomma
Mi tocca ma
De io resto convinto che poi diciamo poniamo del dei punti agli antipodi discussione poi naturalmente le soluzioni vanno cercate ma io resto convinto invece che il l'evocazione del social dumping evocazione dell'armonizzazione delle regole anche sul mercato del lavoro dell'organo della del armonizzazione sul piano fiscale
Sia una battaglia di retroguardia in Europa e credo che invece ci sarebbero tutti i margini per sfruttare questi differenziali di potenzialità che si crea nuove e poi si eliminano insomma dalle sue solite cose che si dicono l'Italia ha avuto il boom economico sfruttando dei differenziali
Salariali di regolamentazione eccetera quindi credo che i Paesi europei che entrano con questo differenziale
Potrebbero dare una frustata
Una frustata positiva dopodiché è chiaro che si debba tener conto di tante cose di tante compatibilità però stando attenti al fatto che l'Europa ha bisogno di mettere un po'il gioco anche il proprio secondo me almeno il proprio assetto sociale di regolamentazione nel mercato del lavoro eccetera perché se tutta l'Europa diventa d'un colpo Germania occidentale rischiamo di avere un'Europa che visto che ormai tra dimensione dei mercati non è più solo quella continentale rischia di essere
Un pericolo anche quello ma insomma
Dobbiamo chiudere qui la discussione la discussione questa chiacchierata io ringrazio Marcello Messori Callea curatore con Renzo Costi di un libro
Che trovate nelle librerie per il Mulino che si intitola per lo sviluppo un capitalismo senza rendite e con capitale sulla liberalizzazione dei mercati finanziari del nel mercato dei servizi in particolare ma discussione
La riflessione molto più ampia ringrazio Antonio Panzeri euro al corretto della sinistra
Un saluto da Benedetto Della Vedova a risentirci martedì prossimo per la rubrica un libro un caso