La pratica del Buddismo in Occidente

Buona sera agli ascoltatori di radio radicale va ora in onda la trasmissione sul buddismo curata da mamma il caso in studio Roberto Mander
Nella trasmissione di oggi ci occuperemo della un evento internazionale che si è tenuto circa un mese fa in Polonia per l'esattezza vorremmo parlare del decimo ritiro interconfessionale di interreligioso che si è tenuto ad Auschwitz in Polonia
Anche quest'anno la partecipazione è stata numerosa varie decine di partecipanti da moltissimi Paesi del mondo anche da Paesi del asiatici hanno partecipato a questo incontro e appunto aveva una significato particolare perché era per la decimo anno consecutivo che diciamo nella prima metà di novembre
Si svolge questa manifestazione si è svolta a questo incontro
Io vorrei nella trasmissione di oggi far parlare sia
Leggendo alcuni brevi brani Bernie Klaus Mann maestro Zeme che è stato l'ispiratore di questo tipo di incontri e poi una nostro amico italiano Daniele Bellesi che alcuni anni fa partecipo al ritirata oscillasse al ritiro portare testimonianza da oggi e che ha scritto delle pagine molto belle a all'interno del libro guarire le ferite libro pubblicato da Manuela Sadun pagi sicuramente una delle figure più rappresentative del dialogo interreligioso di Firenze
Che ha voluto ospitare la testimonianza di Daniele non come appendice o nota al suo testo ma addirittura inserendolo come ultimo capitolo di questo libro molto interessante appunto dal titolo guarire le ferite ecco qual è il significato del ritiro ad Auschwitz perché ormai da dieci anni ogni anno è ovvio che non è questo l'unico incontro di carattere internazionale interreligioso che si svolge nell'area dell'ex campo di sterminio nazista ma questa c'è particolarmente cara proprio per le sue caratteristiche di stare nel posto di rimanere più giorni consecutivi all'interno dei campi
E portare testimonianza ecco questa è un po'la chiave di lettura del di questo tipo di ritiro che cosa vuol dire portare testimonianza
Io inizierei subito con alcune parole
Del libro del di quanto scrive Daniele Bellesi
Sul
Momento così il ritiro dura cinque giorni e in Polonia spesso il mese di novembre anche molto freddo
Si trascorre la intera giornata questo è un po'il programma tipo del del ritiro si trascorre l'intera giornata dalla dalla dalle prime ore del mattino fino al tramonto fino verso le cinque di pomeriggio all'interno dell'area dei campi
Dove avvengono varie varie cose ci sono momenti di che servizi religiosi secondo le varie tradizioni
Momenti collettivi
Momenti individuali insomma il e la ricca Allen Dario la giornata si articola attraverso varie modalità ovviamente ogni partecipante assolutamente libero poi di seguire il programma che viene proposto pure
Di scegliere di fare quello che sente più vicino ai suoi bisogni in quel particolare momento
Scrive Daniele che partecipo alcuni anni fa appunto al ritiro portare testimonianza da utilizzi scrive iniziavo a non sentirmi più a mio agio
Avevo bisogno di capire capire il motivo di quella sofferenza di quella violenza inaudita che comunque quell'nuovi erano lì a testimoniare
Non mi sentivo più a mio agio insieme al gruppo avevo estremamente bisogno di stare da solo di entrare in contatto con quel tutto che mi circondava i capire chiedere spiegazione del perché di tutto ciò delle mie emozioni così in lotta tra loro
Di fronte a quel filo spinato a quelle torrette la mia mente stava iniziando a vacillare sentivo che dopo tutti quei giorni dovevo capire non so cosa ma dovevo capire qualcosa di estremamente importante per me
Così decisi di non partecipare al momento della meditazione pomeridiana mi incammina i da solo lungo la strada che divide in due la zona delle baracche degli uomini
Un lungo corridoio tra due pareti di filo spinato di cui a malapena vedevo la fine mi stavo in capo Nendo
Volevo che qualcuno rispondesse alle mie innumerevoli domande su come sul perché di quel posto della sua violenza senza alcun senso apparente
Mi ero impuntato che qualcuno forse idee fonti forse alcuni Angioli forse il diavolo in persona si avvicinasse a me e si mettesse a spiegarmi il perché di tutto questo
Durante questo cammino interiore che mi Allan Compagnon lungo il tratto di strada iniziali per la prima volta piangere copiosamente senza riuscire a smettere guardavo su nel cielo sperando che da un momento all'altro si spalanca asse che è una voce decisa mi indicasse la soluzione alle mie sofferenze
Non ero più sicuro di poter reggere alle sensazioni che mi stavano salendo il cuore avevo bisogno di aiuto
Avevo bisogno di qualcuno che mi prendesse tra le sue braccia e mi collassa dicendomi che non era successo niente che era tutto un sogno che seria privo gli occhi mi sarei trovato di nuovo a casa sicuro
Allora li apri ma mi trovai al termine della strada di fronte a me aveva un cancello chiuso arrugginito e coronato da un filo spinato ma di risposte non è avevo ricevuta ne pone neppure una
Ero deluso a tal punto che l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di mettermi a sedere e continuare a dar sfogo alle mie lacrime
Attraverso questo potevo vedere ciò che mi circonda che mi circondava sassi macerie sparse per terra
Filo spinato arrugginito dagli anni passati un cancello anche su incrostato di ruggine ad indicare un limite ancora oggi invalicabile ma forse non più
Il mio sguardo iniziò a vedere al di là di quelle immagini allora iniziai a smettere pian piano di piangere e cominciai a riflettere sul motivo per cui non avevo ricevuto quelle risposte che tanto avrei voluto sentire
Nessuno poteva realmente rispondere a quelle domande se non i luoghi stessi
E solo attraverso di me lo potevano fare ma dovevo farmi vuoto senza aspettative diventare solamente un essere cosciente del momento presente di fronte a quella vastità di immagini emozioni che a Hochfilzen era lì a testimoniare
Decise allora di tornare indietro ripercorrendo quella stessa via questa volta però volevo essere presente passo dopo passo con la mente lì gli occhi liberi da immagini preordinate
E senza domande a cui dare risposte e allora accadde
Iniziai a vedere e vivi
Vidi il filo spinato vidi le sagome dei comignoli tutti allineati vidi gli alberi che circondavano il campo vidi le macerie delle camere a gas vidi prati verdi che hanno preso il sopravvento vide il cielo limpido e sereno sopra la mia testa
E senti tanta compassione senti compassione senti con raggio senti amore tanto amore sentire la presenza di coloro che di lì sono passati senza andare oltre
Testimoni armi la loro vita alla loro morte
Senti mio cuore allargarsi fino a comprendere tutto questo
E i capi capire a grandezza di quel luogo mi fu chiaro finalmente il significato di Auschwitz Birkenau il perché della sua permanenza anche dopo quello che aveva vissuto e subito
Quei luoghi sono diventati un'entità a sé hanno assunto tutte le anime di coloro che vi sono morti per poter curare le ferite di quelli che oggi e domani ne avessero bisogno al Cis Birkenau è divenuto uno specchio uno specchio per l'anima
E più avanti dice ancora questo da Daniele Daniele Bellese importante riconoscere la sacralità di questi luoghi
Non tanto per la storia che rappresentano ma per la capacità curative vitale che possono oggi rappresentare in un mondo di uomini che sembra non aver capito la lezione che la storia li ha insegnato ecco quindi mi sembra una profonda testimonianza su che sul processo di trasformazione sul processo di quali Gione che appunto i partecipanti al ritiro da uscisse
Seguono percorrono questo processo doloroso fatto di momenti di sconforto di momenti di insofferenza di momenti fortissimi di rabbia perché è una cosa e avere una conoscenza così appresa dai libri di quello che accade in quel posto comodi come in altri posti un altre cose trovarsi proprio lì a camminare
A muovere i propri passi su quel su quella su quel terreno su quei lungo quei binari vicino a quelle macerie
La lo spirito con cui qui nel mille novecentonovantasei venne convocato questo primo incontro era proprio quello di lasciare i partecipanti in qualche modo soli davanti a sé stessi cioè lo far sì che le domande sorgessero nelle interiorità né all'interno dell'animo di ciascuno dei partecipanti che ognuno poi trovasse le proprie risposte
Riuscendo quindi a guardare le proprie parti
Diciamo più più negative
Tutto quella in miriade di manifestazioni diciamo di sapore così negativo di quelle cose che non vorremmo vedere che non vorremmo essere che non vorremmo ci fossero intorno a noi
Ecco la capacità invece di guardare gli a cogliere tutto questo per poterlo poi trascendere
Bernie Klaus Mann nella capitolo finale del suo libro tradotto anche in italiano testimoniare
Parlando di questa esperienza del ritiro o scrive
Nell'arco della mia vita ho fatto moltissimi ritiri ogni valuta ho imparato una lezione particolare
Dal ritiro ad Auschwitz-Birkenau ho imparato questo ciò che abbiamo in comune e la nostra diversità tutti vorremmo avere più cose in comune desideriamo trovare cose che siano comuni a tutti gli esseri umani cose che ci uniscano
Ma dietro tale aspirazione si nasconde il desiderio che la gente sia tutto uguale simile a noi che condivide il nostro modo di pensare ecco la trappola
Quando si concluse il nostro ritiro era diventato un avvenimento che tutti avevamo vissuti vissuto come fossero una persona sola
Aldo anche Adolf Hitler mirava la stessa cosa e il suo sistema consisteva nell'eliminare la diversità
Creo centinaia di strutture come Auschwitz-Birkenau per distruggere la diversità e creare un popolo che avesse lo stesso aspetto che pensasse di ressa allo stesso modo
Ma non ci riuscì perché la sola cosa che in definitiva abbiamo in comune e che siamo tutti diversi
Quando accettiamo che ogni cosa è diversa iniziamo a vedere l'unità della vita
Cercare l'unità senza accettare tali differenze può condurci a una ricerca senza fine che non ci porterà da nessuna parte se non ha una grande sofferenza collettiva convivere con la diversità non è facile durante le giornate trascorse insieme molti mi chiedono consigli su come organizzare meglio le cose
Non dovevamo permettere che a Birkenau si recita se il Padre nostro non dovevamo accettare nessuna preghiera islamica non dovevamo tradurre cantici dovevamo meditare di più dovevamo militare di meno dovevamo parlare di più dovevamo parlare di meno
Avevano avevano molte idee su ciò che li avrebbe fatti sentire più a loro agio mai ritiro non voleva far sentire nessuno a suo agio voleva piuttosto testimoniare la nostra diversità e durante quei cinque giorni siamo diventati una persona sola non mai in grado le nostre differenze ma proprio grazie a esse perché le abbiamo riconosciute più onorate
A partire dalla nostra diversità siamo diventati uno quando ci siamo riuniti per la cena del giorno conclusivo quella sensazione era inequivocabile
Tutto ciò era derivato dal testimoniare recitare il nome dei morti raccontare le nostre storie vivere fianco a fianco passare ad Auschwitz cinque giorni interi facendo penetrare in noi
Per facendolo penetrare noi fino al viso fino al midollo
Non bisogna testimoniare conclude Bernie Klaus ma solo ad Auschwitz nel testimoniare lo svolgersi della nostra vita quotidiana senza indietreggiare di fronte a qualsiasi situazione si presenti impariamo ci apriamo a ciocche
In quel processo nasce la guarigione
Ecco uno dei momenti centrali delle ritiro e che tutti partecipare che tutti i partecipanti ricordano sempre con grande emozione e quello della diciamo della lettura dei nomi delle persone che gli sono state uccise
Io riprendo brevemente ancora dalla testimonianza di Daniele Bellesi
Si stava avvicinando scrive un altro momento indimenticabile nel totale silenzio in cui ci immerge in moto risuona una sirena
Quel suono ancora oggi Mele che già dentro il suono della sirena che avevo sentito né i fin quando veniva dato l'allarme dei bombardamenti imminenti tutti noi capimmo che era iniziata la cerimonia
Solo a quel punto coloro che dovevano guidare la meditazione iniziarono ad intonare il mantra che c'era stato consegnato per trasportare sci nella meditazione collettiva essendo questo un campo interreligioso non poteva essere scelto alcun mantra o preghiera legati a una specifica tradizione fu fatta quindi una scelta forte difficile allo stesso tempo
Era stato consegnato a ciascuno la sera prima un foglio su cui hanno riportato una serie di nomi per Lazio per l'esattezza suoni foglio c'erano scritti cento quattro nomi di persone diverse morte in quel campo
E noi fummo chiamati a leggerli comune mantra dovevamo leggerli seguendo ciascuno in modo che riteneva per sé più opportuno fu un momento magico per intensità e per trasporto emotivo
Questi nomi uscivano dalle bocche di ciascuno di noi e prendevano corpo ogni nome un corpo una vita che era che lei era stata spezzata e che noi chiamavamo a testimoniare della nostra presenza in quel luogo per loro e per noi
Nomi che si incrociavano con altri nomi recitati cantati sussurrati
Tutti noi ci siamo lasciati trasportare da loro entrando in contatto con qualcosa che difficilmente posso provare a trascrivere un senso di unione compartecipazioni che ancora oggi avrei difficoltà a descrivere
Ma quella da queste esperienze o anche tratto un forte insegnamento sul concetto sul valore della preghiera ho compreso che non si può imparare applico a pregare ma bisogna attraversare la vita con gli occhi aperti con un cuore comprensivo
Solo così si arriverà alla preghiera
Una preghiera che sarà sono tuo è scaturita dal tuo cuore le parole di per sé non hanno molto significato ma ciò che conta è il cuore che esiste dietro di loro
Sono veramente entrato in contatto con una preghiera nuova meno artificiosa di tante parole
Ecco questo era la descrizione di Daniele Bellesi sul momento diciamo centrale del nel programma delle ritiro portare testimonianza ad Auschwitz quando tutti i partecipanti siedono formando un grande cerchio sulla banchina in cui arrivarono per anni i treni da tutta Europa trasportando
Dei deportati che punto li erano venivano fai fatti scendere nella stragrande maggioranza dei casi direttamente avviati alle Camere a gas e quindi in questo o luogo così pieno di orrore il fatto di rimanere fermi due volte al giorno per circa un'ora allora recitando e ascoltando così questo elenco interminabile infinito di persone che gli sono state uccise
Rappresenta come dire un quale lì una qualità particolare nel favorire il processo di apertura del proprio cuore del proprio animo a quella che è la realtà orribile che quel posti ancora sono lì a ricordare
Ma sul
Un altro aspetto importante e appunto quello della guarigione abbiamo sentito prima accennare a questo qua questo concetto a questo cammino più che è un concetto
Vernì Klaus Mann famoso come insegnante ZEN soprattutto per la sua capacità di individuare come dire mezzi nuovi per far smuovere i suoi studenti
Da opinioni preconcetti che si solidificano anche direi anche soprattutto nel campo della della ricerca interiore
Schermi in un'intervista apparsa alcuni anni fa Klaus Mann dice
Ho sempre cambiato le situazione ci sono sempre stati sulle studenti che nutrivano aspettative su come fosse un maestro zen
Se ti sposti dalle loro aspettative si arrabbiano
Poi ci sono quelli che arrivano perché io rappresento quello che vogliono ma poi io cambio e loro si arrabbiano perché non sono rimasto come mi volevano ecco diciamo quindi questo usare strumenti punto il cambiamento della della propria immagine proprio ruolo per e far saltare quelle idee sono edificate
Esperienze come quelle del ritiro ad Auschwitz migra asma le chiama immersioni proprio li immergersi totalmente nella sì nella situazione imparare a portare testimonianza tutto quello che c'è a tutto quello che la situazione sommerge per poter poi intraprendere avvicinarsi al cammino della trasformazione della guarigione
L'intervista questa intervista che di qui leggo ora alcuni stralci del comparsa alcuni anni fa
Era riguardava in particolare la
La scelta che a un certo punto alcuni anni fa Bernie Klaus ma fece di studiare come clown ed introdusse la figura del clown o nel mondo così spesso abbastanza austero dello Zen almeno in quello statunitense
La domanda è dunque distruggere le aspettative fa parte del tuo lavoro dice penso di sì quello che ci vuole non aver aspettative e le aspettative le abbiamo tutti che siano su di noi sugli insegnamenti sugli insegnanti o su qualsiasi altra cosa
Prosegue l'intervista dunque le condizioni musi inusuali che crei che sia un ritiro di strato severa da un senso ha dato giudizi si propongono di mettere le persone in una situazione in cui saranno messe di fronte al primo principio cioè a quello del non conoscere
Esattamente dice plasma e per me questi ritiri sono come Coin esperienziale il più forte dei cova e quello che accade nella tua vita quelle che io chiamo immersione i ritiri di strada severa davo sfizi lavoro con lo Zen Peacemaker Ord sono più trasformati vi di quanto non sia un lavoro formale Colcone qui si riferisce a una pratica tradizionale dello Zen giapponese
Dice parlando appunto delle ritiro ad Auschwitz dice fondamentalmente fondamentalmente che viene esposto ha esposto a una pluralità di voci diverse su diversi aspetti
Io Nendo sopravvissuti o figli di sopravvissuti ai fini di ufficiali delle SS zingari omosessuali gente di diversa estrazione ti trovi ad ascoltare tutte queste voci
E così si accetti di stare con tutto questo perché altrimenti è facile arrivare ascoltare una voce poi corre via e dire Besson tutte stupidaggini per negare l'esperienza ma se resti nella situazione continui ad ascoltare le voci la tua come quella di tutti gli altri penso
Che precipiti in quella che si potrebbe chiamare una crisi ma che io preferisco chiamare un'espansione del nostro concetto di noi stessi
Lasciando andare l'attaccamento alle nostre particolari prospettive allora poi portare testimonianza e farlo senza giudizio
La guarigione sorge naturalmente dei primi due principi forse guarigione non è la parola giusta
L'ho presa dall'ebraico ti con Hollande che tal prodotto alla lettera significa la guarigione del mondo dicono lama e riportare all'interezza i disparati frammenti della nostra vita diventando interi il che può accadere solo attraverso quelli che chiamiamo atti d'amore e dunque tutti gli atti d'amore diventano il terzo principio
E come abbiamo visto il lasciare andare le idee
Preconcette precostituite su come le cose dovrebbero essere il la capacità di stare qui invece con le cose come sono quindi il portare testimonianze poi la possibilità di aprirsi al pronto alla processo della qua Riccione
Terminiamo qui la trasmissione di oggi con un saluto a tutti i nostri ascoltatori grazie