18 GIU 2002

Micromega: Manifestazione all' Ambra Jovinelli a sostegno dello sciopero dei magistrati

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Convocata per celebrare il decennale di Mani Pulite, la manifestazione promossa da MicroMega si è trasformata in una manifestazione di solidarietà all'imminente sciopero dei magistratiRoma, 18 giugno 2002 - Enzo Biagi era indisponibile perché malato, in compenso da Giancarlo Caselli a Curzio Maltese a Furio Colombo, molte personalità del mondo politico e giornalistico, oltre che giudiziario, erano presenti all'iniziativa promossa dall'associazione Micromega per affrontare il tema della giustizia a dieci anni da Mani Pulite e alla vigilia dello sciopero dei magistrati che contestano il progetto di riforma del governo Berlusconi.Una giustizia anglosassone?Paolo Flores D'Arcais, direttore della rivista Micromega, nel suo intervento d'apertura, ha fatto notare come non sia affatto conveniente per il Governo Berlusconi, evocare il sistema giuridico americano per giustificare le proprie proposte di riforma della giustizia.A questo proposito ha citato l'ultimo caso della società Arthur Andersen che, invischiata nel caso Enron, si è vista costretta a bruciare in fretta e furia molti documenti che si riferivano al caso e si è vista condannata per ostruzione alla giustizia."Un reato - ha detto D'Arcais - che qui non è neanche previsto".Magistrati e avvocati insiemeMarco Travaglio, moderatore dell'incontro, ha sottolineato come perfino l'avvocato Chiusano, più conosciuto probabilmente per essere il presidente della Juventus, si è detto d'accordo con lo sciopero "perché - ha riferito Travaglio - preoccupato dall'eventualità che si perda quell'indipendenza della magistratura necessaria anche per l'avvocatura".Travaglio, sempre citando Chiusano, ha poi aggiunto: "Se nei fatti inquiniamo alla base la fonte da cui nasce il processo, cioè l'azione penale, e cioè il pm, abbiamo inquinato tutti i gradi successivi, compresa la cassazione".I punti della discordiaPer provare a spiegare quali siano i nodi del contendere è intervenuto Antonio Patrono, ex presidente del CSM, il quale, si è anzitutto soffermato sui criteri di nomina della Cassazione, giudicata come l'istituzione più importante perché ultimo grado del giudizio.Al centro delle critiche di Patrono, la previsione contenuta nella riforma del governo che "il 50% dell'organo giudicante sia costituito da magistrati nominati dall'ANM, ma che abbiano avuto parere favorevole di una commissione esterna i cui membri però sarebbero nominati sulla base di una rosa di candidati indicati dal ministro della giustizia"."L'altra metà della Cassazione - ha proseguito Patrono - sarebbe composta da magistrati più giovani del normale, anche con soli 10 anni di anzianità, che dovrebbero aver vinto un concorso per titoli ed esami fatto dalla Cassazione stessa"."Nel confronto avuto col ministro Castelli - ha aggiunto il magistrato - il loro imbarazzo di fronte a queste proposte si poteva palpare, tanto che subito hanno risposto che si poteva trattare su tutti i punti".Stampa e giustizia legate dallo stesso bavaglio?Nel loro intervento, Furio Colombo e Curzio Maltese si sono soffermati su ciò che viene considerato il pericolo per la libertà d'informazione.

Maltese in particolare ha affermato che il governo Berlusconi "ha conquistato tutti i posti in Rai e a La 7, sta facendo comprare Canal Plus al suo amico Murdoch".

"Fra un pò - ha aggiunto - farà acquistare il Corriere della Sera a Ligresti, e creerà un totale conformismo da far sorridere rispetto a quello che oggi già esiste, con il 90% dei giornalisti nostrani intenti a fare la manutenzione del luogo comune".Standing ovation per Caselli Una vera e propria acclamazione, Giancarlo Caselli, ex capo della procura di Palermo.

Parlando di Tangentopoli, Caselli ha anzitutto messo in risalto come nelle moderne democrazie un certo tasso di corruzione sia sempre presente, ma esso finisce comunque per essere indicativo di altri fenomeni: "Tanto più è elevato questo tasso di corruzione - ha sottolineato - tanto inferiore è lo sviluppo, e questa cosa succede soprattutto nei paesi del terzo mondo, con rapine dei beni pubblici da parte delle classi dirigenti, o a volte come in Argentina dove lo sviluppo è frenato per una corruzione dilagante".Per quanto riguarda l'Italia il giudice Caselli ha voluto anzitutto esaltare l'opera della magistratura.

"Il lavoro fatto agli inizi degli anni '90 contro mafia e corruzione - ha affermato Caselli - ci ha impedito di precipitare negli abissi economici attuali come, appunto, quelli dell'Argentina, o di vederci governati da stati narcotrafficanti come la Bolivia".

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