23 GIU 2002

Margherita: Forum dei circoli alla Domus Pacis di Roma (con Rutelli e Realacci)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 46 min

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Ad un anno dalla nascita del movimento politico della Margherita, e all'indomani dei risultati delle ultime elezioni amministrative, i circoli di tutta Italia si sono ritrovati questa mattina alla Domus Pacis di Roma per stilare un bilancio dell'attività.Roma, 23 giugno 2002 - Sono stati due i temi presi in considerazione in questo incontro romano dei circoli della Margherita e che Dario Franceschini ha presentato in apertura: "Una riflessione sul percorso della nostro movimento, su quello organizzativo, soprattutto dopo l'approvazione dello statuto al congresso di Parma, e poi una riflessione sulla convenzione europea.Sul primo argomento Franco Marini, dirigente dell'area organizzativa, sull'onda del lavoro fatto e dei risultati delle elezioni, ha affermato: "Oggi siamo riusciti a fare strutture unitarie senza intervenire con azioni decise solo a Roma.

In ogni regione c'è un circolo, ci sono strutture e responsabilità condivise.

Oggi sapete dove bussare".Dalla specificità ad un'idea solidale d'EuropaPer quel che riguarda l'Unione Europea, gli europarlamentari della Margherita intervenuti non hanno dubbi: da un lato sono stati sottolineati problemi strutturali: "Non può esserci una presidenza europea ogni 5 o 6 mesi con 25 stati membri, perché diventerebbe ingestibile" - ha affermato il responsabile del dipartimento esteri Lapo Pistilli, auspicando ad una specie di ufficio di presidenza con 5 o 6 paesi, "tipo consiglio di sicurezza dell'Onu".

Dall'altro però, l'europarlamentare Giuseppe Procacci ha sostenuto con forza l'idea di un allargamento "non solo ad est, ma a sud, a tutti quei paesi che chiedono di entrare.

Perché questa è stata la forza dell'Ue, dal trattato di Roma in poi, la tendenza ad allargarsi, ad includere"Sistema europeo, omeopatia del mondoErmete Realacci, presidente di Legambiente, ha tenuto a precisare che contro il pensiero unico globale il sistema europeo dovrebbe rappresentare l'alternativa, "l'omeopatia del mondo, puntando non solo al welfare e alla solidarietà, ma anche alle specificità, al rafforzamento della nostra identità culturale, togliendola alle prerogative di destra, e che rappresenta l'unico modo, poi, per aprirsi agli altri"."Pensate a Fortuyn" - ha detto ancora Realacci - "le sue idee appartenevano ad una destra diversa, che difendeva le specificità olandesi, come i diriti civili, come i matrimoni gay, ma si apriva al resto del mondo.

L'italia deve saper fare lo stesso con il suo patrimonio artistico-naturalistico, con i suoi valori di civiltà".La relazione finale di RutelliDiversi i temi toccati dal leader della Margherita, dal rapporto col governo a quello con le altre correnti del centro-sinistra.

Rutelli si è soffermato parecchio sul problema del lavoro: "Non possiamo accettare di avere una crescita più bassa rispetto agli altri paesi importanti dell'Unione" - ha affermato - "ma non possiamo nemmeno giustificare politiche liberiste sfrenate"; poi si è espresso sul welfare: "va bene aumentare l'indennità di disoccupazione, ma chi si occupa dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa, del lavoro parziale, degli interinali?".Rutelli ha affermato inoltre la necessità di "formulare proposte unitarie del centro-sinistra: come quella del nuovo statuto dei nuovi lavori, presentata già in tempi non sospetti, oltre alla richiesta di verifica sui conti pubblici del governo Berlusconi", soprattutto evitando fratture fra i sindacati perché, ha sottolineato: "è solo uniti che si riesce a vincere sui temi importanti".In chiusura ha ringraziato i rappresentanti dei circoli, quelli che ha definito la "biodiversità della Margherita", auspicando che, insieme, siano in grado di muovere quella che ha chiamato "la sfida della partecipazione democratica".

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