27 GIU 2002

Sindacati: Ricordo a Palermo di Giovanni Falcone

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A dieci anni di distanza dall'uccisione del giudice Falcone, della moglie e degli uomini della scorta, i sindacati confederali si sono ritrovati in quel teatro Politeama di Palermo davanti al quale subito dopo la strage di Capaci la società civile si ritrovò per manifestare il proprio sdegnoPalermo, 27 giugno 2002 - L'unità è la stessa, assicurano, la stessa di dieci anni fa, quando i leader sindacali sfilarono alla testa del corteo di protesta contro la strage che tolse di mezzo Giovanni Falcone, magistrato anti-mafia.

"Quella manifestazione" - ha affermato Paolo Mezio, segretario
regionale della Cisl -"rappresentò il punto più alto per la società civile e per lo sforzo di combattere la mafia.

E, non ultimo, risollevò il morale dei magistrati siciliani".Prima così, e ora?"Non c'è un prima e dopo nella battaglia per la legalità e lo sviluppo" - ha dichiarato Aldo Amoretti, segretario regionale della Cgil - "o vanno insieme o non vanno da nessuna parte".

Se la situazione nella lotta alla criminalità è da allora migliorata "ora c'è però un aggravamento della situazione economica siciliana" - ha affermato ancora - "guardate il comparto chimico! Il presidente della regione Cuffaro ha detto che vuole la concertazione ma di fatto non c'è neppure il modo di confrontarsi.

Se la regione avesse deciso di mettere mano al risanamento noi avremmo collaborato, ma lui dov'è?"."Il sistema degli appalti" - ha proseguito Amoretti - "va adeguato, il lavoro nero è da far emergere, ci sono problemi come l'acqua e i rifiuti, il precariato, qui siamo al punto che si suscitano forme di sindacalismo alla Jimmy Hoffa però poi si impediscono a tutti manifestazioni davanti al palazzo del potere per evitare disordini".Cofferati e la storia del sindacato"La lotta per la legalità" - ha affermato il leader della Cgil Sergio Cofferati - "è nelle nostre radici.

Quelle vicende di protesta civile hanno lasciato tracce e sedimenti che hanno consentito anche alla politica e alle istituzioni di ottenere risultati"."Si è battuta una struttura come quella mafiosa" - ha detto Cofferati - "che per troppo tempo si è guardato con timore eccessivo.

Loro, i magistrati, hanno dimostrato che è possibile affrontare anche a viso aperto realtà così crudeli".

E poi ha aggiunto: "Noi, come quei magistrati, noi sindacati confederali, ognuno con la sua autonomia, abbiamo da sempre esercitato la difesa della legalità, per offrire condizioni positive di vita e di lavoro, di difesa dei diritti e delle condizioni materiali, che è uno dei tratti più belli della nostra storia".In conclusione, dopo aver sollecitato anche un percorso di prevenzione del crimine, ha detto che quello che resta da fare è ancora molto e che "bisogna contrastare chi va contro la legalità e il diritto, ognuno con la sua parte, con la sua autonomia purché si faccia con gli strumenti della democrazia e con il coraggio che il sindacato ha sempre avuto".Ultimo nella trinceaAnche Savino Pezzotta, leader della Cisl, ha puntato l'indice sull'attenzione verso un fenomeno, quello mafioso, che "non è solo siciliano ma italiano e con implicazioni internazionali".

E nel ricordare che questa celebrazione di Falcone "non è solo un rito alla memoria", ha concluso affermando che "solo una magistratura indipendente può garantire la legalità per tutti.

Perché la mafia non è imbattibile".In chiusura, intervento di Pietro Grasso, procuratore generale di Palermo, ultimo rimasto in un pool in cui Falcone e Borsellino "erano qualcosa in più di semplici magistrati.

Erano i simboli di una stabile e concreta iniziativa anti-mafia" - ha detto - "ma che erano anche scomodi e ingombranti, e non solo per la mafia ma anche per l'italia degli affaristi e dei corrotti"."La mafia" - ha affermato - "non sarà mai compatibile con lo sviluppo nonostante i capitali che girano, muove e vengono investiti".

E poi ha raccontato un aneddoto che è suonato come un monito: "Durante un interrogatorio una volta un boss mi disse, dottore, se il giovane disoccupato continua a rivolgersi a me invece che a voi, la mafia non finirà mai!".

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