18 LUG 2002

Riforme: Convegno, Il federalismo nella democrazia italiana (con Marcello Pera e Umberto Bossi)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 34 min

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Bossi propone la sua forma di Stato, un misto fra presidenzialismo-federalismo vicino al modello francese.

Pera auspica la formazione della camera delle regioni.

Bassanini avverte, nella maggioranza spinte contraddittorie: oltre il federalismo e anti-autonomiste.Roma, 18 luglio 2002 - C'è chi dice che abbia candidato Silvio Berlusconi alla presidenza della repubblica per le prossime elezioni del 2006.

Umberto Bossi, nel suo intervento alla sala Maccari del Senato, durante il convegno dal titolo "Il federalismo nella democrazia italiana", ha di fatto sancito il suo passaggio al presidenzialismo,
ma, a sua detta, di stampo francese.«Per il terzo pezzettino della riforma federalista» - ha affermato il leader della Lega - «l'ipotesi più razionale è basata sulla coppia dialettica federalismo-presidenzialismo».

E ha poi aggiunto: «Quest'ultimo è già stato empiricamente anticipato dal presidente del consiglio Berlusconi, con il suo nome stampato e votato direttamente sulla scheda elettorale».

(Ascolta queste dichiarazioni)La destra storica e il Risorgimento«L'istituto del presidenzialismo» - rassicura Bossi - «fa parte della tradizione storica della destra-nazionale.

Nello sviluppo tecnico» - ha poi aggiunto - «si tratta di un tema open, aperto cioè per ogni ipotesi di discusione, la più realistica è di certo quella derivante dal sistema francese».Il leader del carroccio ha criticato la riforma del titolo V della Cosituzione realizzata dal centro sinistra, che ha provocato a suo dire un 'federalismo caotico'.Tuttavia, dopo aver ricordato che la riforma dell'art.

V in senso federalista è in linea con il dettato dell'art.117, comma 8 della Costituzione, lì dove prevede che le regioni possono presentare proposte di leggi e possono organizzarsi per formularle organicamente in forme politiche su cui hanno piena costituzionale autonomia, ha assicurato che, se realizzato, «un cambiamento del genere attuerebbe finalmente il sogno risorgimentale dell'unità d'Italia nella diversità».

(Ascolta queste dichiarazioni)Camera delle regioni, tutti d'accordoL'incontro di oggi, servito per la presentazione degli atti dell'indagine conoscitiva svolta dalla commissione affari costituzionali del senato sugli effetti prodotti nell'ordinamento dalle modificazioni al titolo V, ha visto un tema su cui tutti sono sembrati d'accordo: l'introduzione della camera delle regioni.Infatti sia Enrico La Loggia, ministro per gli Affari Regionali, sia Bassanini ma anche Leonardo Domenici ed Enzo Ghigo ritengono importante che sia realizzi quel 'luogo della mediazione' in cui, come sostenuto da Bassanini, si possa «garantire la partecipazione delle comunità regionali locali e le loro istituzioni alla formazione delle scelte legislative federali che le concernono e alle decisioni sull'allocazione delle risorse e sulla condivisione delle responsabilità per l'equilibrio della finanza pubblica».Inoltre, per Marcello Pera, presidente del Senato, l'accelerazione sui temi del federalismo è necessaria perché «In talune circostanze storiche bisogna avere la lungimiranza di assecondare il cambiamento che può divenire non più governabile».Riforme bipartisanEnrico La Loggia, che si è detto d'accordo sul presidenzialismo, ha auspicato ad un confronto senza contrapposizioni con l'Ulivo.

Ma soprattutto ha sollecitato alla risoluzione dei nodi riguardanti le competenze concorrenti che mettono in contrapposizione stato e regioni.Allo stesso modo, il presidente del Senato Marcello Pera ha avvertito del pericolo dei troppi ricorsi alla Consulta su questioni di conflitti di competenza; pericolo che potrebbe trasformare la Corte, a suo dire, in un organo legiferante o peggio paralizzarlo completamente.Spinte contraddittorie nella maggioranza?Nel suo intervento, Franco Bassanini, senatore DS, ha puntato l'indice contro quelle che, a suo modo di vedere, rappresenterebbero delle spinte contraddittorie presenti nella maggioranza.Da un lato si andrebbe oltre il federalismo: «che cos'è per esempio l'idea dei tre parlamenti» - ha detto Bassanini - «se non lo scivolamente nella forma di una Confederazione di tre stati indipendenti che è cosa diversa dallo stato federale e che metterebbe a rischio quell'unità e indivisibilità della repubblica».

(Ascolta queste dichiarazioni)Dall'altro, per il senatore Ds, ci sarebbe una spinta centralista: «c'è anche una forte tendenza al centralismo statalista» - ha affermato - «negando alle autonomie perfino quello spazio che avevano nel vecchio titolo V, ad esempio» - ha spiegato - «con la legge obiettivo, con cui il governo riserva a se solo l'imput per lo start up dei grandi impianti produttivi, espropriando i comuni del loro potere tradizionale sull'urbanistica».

(Ascolta queste dichiarazioni).

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  • Marcello Pera presidente del Senato

    <strong>Indice degli interventi</strong>
    0:00 Durata: 9 min 28 sec
  • Andrea Pastore presidente Commissione Affari Costituzionali Senato

    0:09 Durata: 13 min 2 sec
  • Franco Bassanini senatore DS

    0:23 Durata: 10 min 57 sec
  • Donato Bruno presidente Commissione Affari Costituzionali Camera

    0:34 Durata: 7 min 27 sec
  • Enzo Ghigo presidente Conferenza dei Presidenti delle Regioni

    0:42 Durata: 12 min 58 sec
  • Lorenzo Ria presidente Unione Province Italiane

    0:55 Durata: 6 min 53 sec
  • Leonardo Domenici presidnete dell'Anci

    1:02 Durata: 9 min 30 sec
  • Umberto Bossi ministro per le Riforme Istituzionali

    1:12 Durata: 8 min 39 sec
  • Enrico La Loggia ministro per gli Affari Regionali

    1:22 Durata: 15 min 19 sec