21 LUG 2002

DS: Incontro con Piero Fassino alla festa nazionale della Sinistra Giovanile di Carpi (Mo)

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Il presidenzialismo di Berlusconi è una via di fuga dalle delusioni del governo, ha detto il leader dei Ds: e poi sul 'Patto per l'Italia' ribadisce, non lo condivido, ma non regalo Cisl e Uil al centro-destra.Carpi (Mo), 21 luglio 2002 - Dalla palco dell'ultima giornata della festa della Sinistra Giovanile Piero Fassino ha ripercorso un anno di governo Berlusconi e ha poi parlato dei prossimi obiettivi del centro-sinistra: ricompattarsi e proporre un programma alternativo; terreno di prova, già la prossima finanziaria.La prima spia, il voto amministrativo di maggio-giugnoFassino è convinto che un anno di governo del centro-destra abbia disatteso molte aspettative degli elettori che avevano creduto nelle promesse di Berlusconi; dall'occupazione, alle riforme sociali ma soprattutto al taglio delle tasse.«Quando si vince in città come Verona, che è il simbolo di quel nord-est che negli ultimi anni è stato un serbatoio di voti per la destra » - ha detto il leader dei DS - «oppure in città come Gorizia che ha una storia difficile per la sinistra, di sofferenze, per lungo periodo proibita, o Monza che è la capitale di quella Brianza che è uno dei luoghi simbolici di quell'Italia delle piccole e medie imprese che ha segnato molto dell'apparato produttivo del nostro paese, significa che qualcosa dall'altra parte non va» - ha assicurato Fassino.Risposte a problemi concreti«In quelle città» - ha detto Fassino - «abbiamo scelto uomini e donne che sono apparsi più credibili di quelli del centro destra.

Che facevano cose e risolvevano questioni concrete».

Ed è proprio sul terreno dei bisogni quotidiani e concreti che il leader dei Ds ha posto l'accento, e da cui, secondo lui, è necessario ripartire per venire incontro alla gente.Banco di prova, ha aggiunto, per verificare la validità del percorso intrapreso, le varie elezioni amministrative, regionali ed europee che si svolgeranno una all'anno nei prossimi tre anni.Il 'Patto per l'Italia' non lo condivido, però...Dopo aver elencato i settori della vita sociale in cui a suo avviso il centro destra avrebbe apportato peggioramenti a discapito dei cittadini, dalla sanità con l'aumento dei ticket introdotti dalle regioni, alla scuola con la riforma Moratti, alla riforma della giustizia, Fassino ha espresso la sua opinione sul 'Patto per l'Italia', firmato dal governo con 35 organizzazioni sindacali.«Io giudico negativamente il patto sul lavoro» - ha affermato - «io sto con la Cgil in questa battaglia contro l'abolizione dell'art.

18 ma non regalo la Cisl e la Uil al centro destra, non regalo la Cna o la Lega delle cooperative al centro destra, voglio essere in grado di riparlare con tutti».«Perché» - ha spiegato - «non c'è un centro sinistra vincente o un Ulivo vincente se i sindacati rimangono spaccati.

Ma per riottenere l'unità» - ha sottolineato - «dobbiamo offrire una piattaforma che riconvinca e ricompatti tutto il fronte».Quali proposte alternativeInnanzitutto la legge finanziaria.

«Lo sforzo che noi dobbiamo fare» - ha spiegato Fassino - «è proporre una piattaforma di politica economica alternativa a quella del centro destra, che metta in gioco risorse per gli investimenti, riforme per l'ammodernamento reale del paese».«Noi domani» - ha aggiunto - «incontreremo tutti e tre i sindacati e proporremo le nostre posizioni con proposte di politica economica, dando in questo modo la dimostrazione che noi lavoriamo per tenere unito il sindacato al contrario del centro destra».E poi l'art.

18.«In parlamento» - ha assicurato - «faremo la battaglia affinché l'accordo di modifica dell'art.

18 che sta sul 'Patto per l'Italia' non venga convertito in legge.

Poi però lavoreremo affinché lo statuto dei diritti dei lavoratori possa essere allargato a tutti quei giovani, quei 7 milioni di giovani che non sono ancora tutelati».Una fuga dalle delusioniFassino ha infine spiegato che negli ultimi tempi, a cominciare dalla sconfitta in molte città al voto amministrativo, il centro-destra ha accumulato diverse delusioni.

E ha ricordato le dimissioni del ministro degli interni Scajola, i richiami della finanza internazionale al ministro del Tesoro Tremonti e in ultimo il fallito tentativo per introdurre la legge per l'immunità permanente ai deputati.«Avvertendo le difficoltà» - ha sostenuto Fassino - «Berlusconi lancia la palla del presidenzialismo, perché comincia a rendersi conto che governare un paese è molto più complicato e difficile che non fare uno spot pubblicitario o delle promesse che non si è in grado di mantenere».«Noi abbiamo si bisogno di riforme istituzionali» - ha detto infine Fassino - «ma lui ha proposto solo un plebiscito per sé.

È un trucco che rivela una difficoltà.

Una via di fuga dalle delusioni».

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