03 AGO 2002

Riforme in Turchia: Una conferma delle tesi di Pannella

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In vista dell'ingresso in UE abolita la pena di morte in tempi di pace, legalizzata la possibilità di trasmissioni in curdo, garanzie per la libertà di stampa e di religione 3 agosto 2002 - Il parlamento turco ha approvato stamani un pacchetto di riforme per avvicinare il Paese all'Europa.

Una lunga ed estenuante maratona, durata oltre 15 ore, che ha impegnato l'assemblea legislativa di Ankara su diversi temi: dall'abolizione della pena di morte alla libertà di espressione e di associazione, dalla tutela delle minoranze linguistiche alla revisione dei processi in cui non sono stati
rispettati i dettami della Corte europea per i diritti umani.Il premier turco Bulent Ecevit, che negli ultimi mesi è stato duramente criticato, in questo caso è stato in grado di tenere insieme una coalizione trasversale nonostante le resistenze del Movimento nazionalista (Mhp).La questione curdaLa parte di riforma piu' contestata è stata quella che tirava in ballo la questione curda, dal momento che la Turchia è impegnata da anni nella lotta contro gli indipendentisti curdi del Pkk, attivi nel paese con azioni cruente.L'abolizione della pena di morte in tempo di pace e l'introduzione della possibilità dell'utilizzo della lingua curda nelle scuole provate e negli organi di informazione costituiscono una vera e propria apertura ai diritti della minoranza curda, 20 milioni di persone su di un totale di 70 milioni di cittadini turchi.Contro questi provvedimenti si sono schierati i nazionalisti: ''I nostri martiri non aspettano lodi ma stanno per avere, da questa legge, una sconfitta'', ha affermato Mehmet Gul dell'MHP.Conferma delle tesi di PannellaNonostante l'opposizione nazionalista, però, il Parlamento ha proceduto alle riforme necessarie per l'ingresso in Unione Europea e questa determinazione sembra confermare le tesi di Marco Pannella che proprio sull'atteggiamento della Turchia nei confronti dei curdi aveva soffermato l'attenzione.

 Il leader radicale, infatti, ha più volte attaccato duramente gli atteggiamenti della sinistra, Bertinotti in testa, che concentra la propria attenzione sulla discriminazione nei confronti dei curdi in Turchia, tacendo invece sugli stermini di cui la stessa popolazione è vittima da parte dei regimi sanguinosi di Siria ed Iraq.

Un paese in crescita democraticaLa Turchia, del resto, è uno dei pochi stati di religione islamica in cui hanno prevalso un certo laicismo e filo-occidentalismo, grazie ad un regime che ha saputo consolidare degli elementi di democrazia politica, a differenza del resto del mondo islamico e medio-orientale dominato dalle dittature.

Proprio grazie a quello che Pannella definiva «briciolo di democrazia» che la Turchia è stata in grado di procedere a delle importanti riforme, ad abolire la pena di morte, a garantire maggiori diritti alla minoranza curda, oltre che a tutti gli abitanti del paese.Oggi, dunque, i curdi ottengono diritti in Turchia, mentre continuano ad essere sterminati col gas dal regime dittatoriale di Sadddam Hussein o ad essere uccisi dalla Siria nel silenzio di quanti sono stati pronti a sollevarsi contro la condanna a morte di Ocalan da parte del tribunale turco.Altra tesi radicale: Israele nell'UEL'esempio e le vicende della Turchia rafforzano un'altra battaglia radicale: quella per la pinena adesione di Israele nell'Unione Europea.

Del resto proprio il lembo di terra ebraica è l'altra luogo (l'unico se si considera solo la regione medio-orientale) in cui è possibile individuare elementi consistenti di democrazia, nonostante il regime di guerra permanente contro la guerriglia palestinese che vige da decenni.Proprio l'ingresso nell'Ue costituirebbe il sempre più urgente e necessario rafforzamento di quella che Pannella definisce la "testa di ponte" della democrazia, nel medio-oriente domanitato da dittature o monarchie arabe.

Solo l'affermazione della democrazia Israeliana, infatti potrebbe essere garantire i diritti umani, civili e politici ai palestinesi ed agli arabi.

Proprio come il progresso democratico della Turchia apre ai diritti del popolo curdo.

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