02 SET 2002

Giustizia: Di Pietro e Caselli alla Festa di Rinascita

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 59 min

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E' in parlamento uno dei numerosi conflitti d'interesse, si è detto al convegno di Rinascita sulla giustizia: gli avvocati del premier, adesso eletti, stanno riscrivendo le leggi.

E Di Pietro dice: anche nel centro sinistra c'è chi va contro la giustizia.Torino, 2 Settembre 2002 - Alla Festa dei comunisti italiani si è parlato di giustizia.

Della riforma in atto e del conflitto d'interessi, ma non quello del premier, bensì quello parlamentare.

«C'è un dato oggettivo» - ha detto il magistrato Piero Martello - «questo parlamento è pieno di inquisiti».

Aggiungendo: «e adesso si respira
voglia di rivincita e di regolamento di conti».Tanti conflitti, in molti settori, assicurano gli intervenuti: ma il caso più 'clamoroso', appunto: gli avvocati di Berlusconi disseminati in parlamento: «questi proseguono come legislatori» - ha sostenuto Martello - «il ruolo che prima avevano come difensori».«Che succede» - dice ancora Martello - «quando le loro tesi che difendono i loro assistiti vengono respinte in sede giudiziaria, questi prendono una scorciatoia, e modificano le leggi stesse, direttamente».Erode Berlusconi e Ponzio Pilato dell'inciucioAntonio Di Pietro nel suo intervento ha puntato l'indice contro quella che ha definito, e non solo lui, una corrente trasversale che opera contro la giustizia: «ce la dobbiamo dire tutta» - ha detto l'ex PM di Milano - «ci sono due entità che hanno ucciso la giustizia in questi otto anni: Erode Berlusconi e Ponzio Pilato del governo dei 5 anni e dell'inciucio della Bicamerale».«Ancora oggi nel centro sinistra» - ha proseguito - «ci sono persone che abbiamo condannato per i fatti di tangentopoli, ecco qual è il problema».

E poi: «Il coordinatore organizzativo attuale della Margherita lo abbiamo condannato a due anni con sentenza penale passata in giudicato a Milano».E poi ha enunciato ancora conflitti d'interesse: «Oggi in parlamento ci sono due persone in palese violazione delle norme, il sindaco di Palermo Cammarata e il presidente della regione Molise che non si dimettono dalla loro funzione, semplicemente perché non gli va».Le proposte dell'Italia dei Valori sulla giustiziaPrimo, ha detto Di Pietro, dare alla Giunta per le elezioni la possibilità di valutare le questioni di opportunità ma non le questioni di legittimità, che per Di Pietro deve continuare a decidere la Cassazione.«Se fosse stato così» - ha assicurato Di Pietro - «quando Berlusconi si è candidato sotto una maggioranza di centro sinistra vigeva una legge del 57, di quando io e Silvio avevamo i pantaloni corti, che diceva in modo chiaro e tondo che se c'è un concessionario di servizi pubblici, pure le autostrade non solo le televisioni, se non si dimette sei mesi prima, non si sarebbe mai potuto candidare».«Bè questa norma invece la giunta per le elezioni, anche di centro sinistra, ha fatto finta che si applicasse solo a Galliani e non a Berlusconi».Per Di Pietro è la Corte Costituzionale che deve darle, non il Parlamento.

«Voi sapete che fra i votanti no all'arresto di Previti a votare c'era anche Previti e e la stessa cosa successe per Dell'Utri uguale e a quelli di Potenza, ultimamente, dove hanno votato per il no all'arresto centro destra e centro sinistra insieme».I rapporti col centro-sinistraDi Pietro ha assicurato che per le prossime elezione del 2006 si ricandiderà con lo schieramento di centro-sinistra.

Ma: «mi batterò nel centro sinistra affinché non ci sia una diversità di ideologia ma di programma, se no non andiamo da nessuna parte.

E non bastano i girotondi».Il centro sinistra, ha ammonito ancora il senatore, deve dialogare con l'Italia dei Valori e non lo deve affossare.Caselli, corruzione sistemica...Nel suo intervento Giancarlo Caselli, attuale Procuratore di Torino, ha sostenuto che gli attacchi nei confronti della magistratura e la demolizione di un certo stato di diritto sono iniziati da subito dopo Tangentopoli e nell'ultimo periodo hanno subito un'accelerata.«Tangentopoli ha avuto un merito, tra gli altri» - ha detto l'ex Procuratore di Palermo - «quello di non farci precipitare in una situazione di tipo argentino».

Caselli ha ribadito che a suo avviso la corruzione in Italia è sistemica, perché, se da un lato «fra la politica la giustizia e l'economia ci sono in tutte le democrazie moderne dei contrasti anche forti anche duri», in Italia la situazione è diversa.Qui vi si aggiungono, secondo Caselli: «La collusione fra la mafia e pezzi della politica e affari.

La sistematica aggressione contro i magistrati che si ostinano a considerare la legge uguale per tutti.

E questa aggresione è una conseguenza indiretta degli altri due fattori»....E giustizia di classeCaselli ha criticato quello che viene chiamato il Giusto Processo: «In questo processo le garanzie verso il basso sono alterate.

Se le cose sono così è difficile non pensare e non dire che ci sono due processi.

Uno per i galantuomini, e uno per i poveracci.

Quindi» - ha concluso - «è un tipo di processo classista.

E negli ultimi tempi la questione, iniziata anni fa, oggi ha preso delle direzioni particolari».E poi la constatazione di un altro conflitto d'interessi: «Sul Corriere ho letto che i miei colleghi di Milano fanno una rogatoria e Previti, è suo diritto, si oppone; ma quando c'è una rogatoria per legge il ministro degli esteri fa in modo di sbrigare questa rogatoria.

Ma qui il premier, che è imputato nel processo Previti, fa anche il ministro degli esteri».Secondo Caselli, la riforma della giustizia promossa dalla CDL ha un solo scopo: «Qui della Cassazione non si vuole fare il giudice delle leggi, ma il giudice dei giudici».«Ma la funzione del giudice dei giudici spetta al Csm» - ha spiegato ancora Caselli - «invece questa riforma assegna funzioni tipiche del Csm come le carriere, alla cassazione, prevedendo che questa agisca sotto le direttive del governo, perché le scelte più importanti devono essere fatte mediante persone designate di fiducia dal governo stesso che si trova così a decidere su funzioni che non sono sue».

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