24 OTT 2002

Informazione: Incontro, 'Liberiamo il Cavallo, salviamo la Rai' (con Fassino, Rutelli e Bertinotti)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 9 min

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Rutelli e Fassino chiedono le dimissioni dei vertici Rai.

Mastella: prima però chiediamo regole di convivenza.

Bertinotti: la Tv di Berlusconi fa schifo, ma quella del centro-sinistra gli ha offerto un bello scivolo.Roma, 24 Ottobre 2002 - Alla sala dell'Auditorium della capitale si sono ritrovati tutti i leader politici del centro-sinistra per una giornata incentrata sulla Rai.

Oggetto: le accuse dell'opposizione contro il centro-destra reo di operare una censura totale del dissenso dall'informazione radio-televisiva, di aver messo in atto processi di epurazione nei confronti di vari
professionisti, e, non ultimo, il monopolio della pubblicità ad appannaggio del presidente del consiglio Silvio Berlusconi.Rutelli e Fassino: dimissioni del vertice RaiInnanzitutto Rutelli ha citato il rapporto di ricerca di Reporter sans Frontier sulla libertà di stampa nel mondo che vede l'Italia al 40esimo posto.

Mentre Fassino ha sostenuto che L'Italia è un paese che sta vivendo una crisi civile, perché chi governa lavora per creare una continua rottura della coesione sociale.

«Nell'atto di Gasparri, ad esempio» - ha detto il leader dei ds riferendosi a parte del disegno di legge presentato dal ministro delle comunicazioni - «verso Rai educational c'è una classe dirigente che non conosce la categoria dell'interessa generale».Entrambe non vedono che una soluzione per risolvere, almeno parzialmente, quella che considerano una grave crisi dell'azienda e la sua conseguente perdita di credibilità: le dimissioni dei vertici.

«Se i risultati sono questi» - ha detto Rutelli - «il vertice della Rai se ne deve andare, perché arreca quotidianamente colpi al servizio pubblico e favorisce ormai spudoratamente la concorrenza».Mastella e Di Pietro, le anime critiche della coalizione«Prima di dimettersi Sacca e Baldassare» - ha detto perentorio il leader del Udeur - «dovrebbero dimettersi i nostri rappresentanti al Cda.

Perché se questa battaglia è prioritaria dobbiamo chiedere regole di convivenza prima che dimissioni di persone.

E quindi» - ha concluso - «risolvere il conflitto di interessi».Di Pietro invece non si è espresso nel merito della questione Rai.

Ha detto che qualsiasi decisione venga presa a maggioranza nell'Ulivo, con cui ha confermato la sua presentazione alle prossime elezioni, la rispetterà.

Però ha bacchettato sul conflitto di interessi: «In Molise» - ha detto l'ex Pm - «abbiamo un presidente della regione del centro destra che è anche parlamentare, ma il sindaco del centro sinistra di Campobasso è anche presidente della provincia, nessuno dei due si dimette, l'uno stampella l'altro.

Iniziamo da qui».Bertinotti: la tv di Berlusconi fa schifo, però...Fausto bertinotti, segretario di Rifondazione Comunista, ha detto che questa battaglia dovrebbe essere fatta per vincere perché non è un lusso.

«La battaglia sull'informazione è fondamentale» - ha affermato - «per poter affrontare come si deve le battaglie contro la guerra e per l'occupazione».

E poi ha detto che il problema principale non è nella parte politica ma è nell'ordinaria quotidianità del sistema radiotelevisivo.

«A volte» - ha detto - «le trasmissioni di politica sono uno specchietto per le allodole e intanto devastano con le fiction!».Subito dopo il segretario di Rifondazione è andato alla carica del centro-sinistra.

«La televisione di Berlusconi fa schifo» - ha affermato - «ma è arrivata qui perché la tv del centro-sinistra gli ha offerto un bello scivolo.

E mi riferisco sia alla cultura che alla selezione».

E poi ha aggiunto: «Se non ci poniamo l'obiettivo della riforma del linguaggio non è possibile fare questa battaglia».Infine, dopo aver ripetuto che occorrono concretamente forme di lotta inedite per affrontare tali sfide, Bertinotti ha avanzato una sua proposta per la nomina dei vertici dell'azienda: «Va bene sostituire questo cda ma se poi il nuovo viene nominato con lo stesso criterio lasciamo stare.

Il cda deve essere fatto da rappresentanti dei lavoratori dell'azienda e da parte degli spettatori».

E poi ha aggiunto: «Certo che ti vogliono portare il cervello all'ammasso ma non solo a favore di Berlusconi, ma a favore di tutti i potenti della globalizzazione di tutto il mondo».Radio 3: soppressa per reato di cultura«Radio 3 è stata soppressa per reato di cultura», ha detto Federico Orlando, moderatore della serata, nel presentare Roberta Carlotto, giornalista di Radio 3 e curatrice della programmazione.

La quale ha denunciato il fatto che Radio 3 è stata trasformata in un'altra cosa.

«Eravamo passati da 1,7 milioni a 2,1 milioni di ascoltatori» - ha detto la Carlotto- «e facevano cultura in modo non precotto o accademico ma questo è stato ucciso.

Tutto adesso non è in diretta, è costruito prima, il conduttore è trasformato in speaker, c'è una playlist.

Non avevamo mai seguito le regole aziendali, non c'era una gerarchia interna, adesso anche quella è tornata».'La favola dell'auditel'Si chiama così il libro di Roberta Gisotti, giornalista di Radio Vaticana, edito per gli Editori Riuniti.

E' un'indagine, presentata durante la serata, che parla dell'organo preposto al controllo dell'audience televisiva.

E in questi giorni al centro di molte polemiche.

«L'Auditel nasce nel 1986» - ha detto la Gisotti - «per un patto fra il servizio pubblico di allora, la Fininvest e l'Upa per spartirsi gli spazi del settore pubblicitario.

Per un clamoroso equivoco che poi si aggrava l'Auditel assume però un ruolo pubblico che gli è improprio.

Quello cioè di rilevatore degli ascolti.

Essendo l'unico paramentro di riferimento della programmazione televisiva esso è andato veicolando stili di vita e tendenze al consumo, con valenza di consenso anche politico».Funziona, ha spiegato, che monitorano 1 famiglia su 10, perché 9 rifiutano.«E questo» - ha detto - «è già un dato inattendibile».

Ti mettono un meter sul televisore, con un pulsante per ogni componente della famiglia, e uno per gli ospiti.

«Le famiglie con quello dovrebbero segnalare ciò che avviene di fronte ai televisori ogni momento.

Anche i cambiamenti.

Se un bambino va a fare pipì, prima di andare dovrebbe segnalarsi al meter».«Basta essere sintonizzati per 31 secondi su una trasmissione» - ha spiegato ancora per sostenere la tesi dell'inattendibilità dei rilevamenti che effettua - «e risulterà che siamo fruitori di quella trasmissione».

E poi ha portato un esempio.

«Italia-Ecuador, ultimi mondiali, l'Auditel dice che di fonte alla partita c'erano circa 19 milioni di telespettatori.

Dal rilevamento sono esclusi luoghi ricreativi, maxi schermi, uffici pubblici e altri.

E quella partita in realtà l'abbiamo vista tutta in posti di lavoro.

A questo punto dobbiamo arguire che molti altri ce ne saranno stati».

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