02 DIC 2002

RU486: Convegno, 'Scienze e libertà femminili: diritti, conquiste e responsabilità'

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 58 min
Organizzatori: 

Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.

Viale: Non vi sono argomentazioni sanitarie credibili per opporsi a questo tipo di sperimentazione.

Pollastrini: disposti a fare di s.Anna un caso da difendere, una bandiera, sapendo che all'inizio non saremo in tantissime.Torino, 2 Dicembre 2002 - Il gruppo regionale dei Ds ha organizzato a Torino un convegno dal titolo 'Scienze e libertà femminili: diritti, conquiste e responsabilità'; al centro del dibattito, la sperimentazione della pillola abortiva RU486 all'ospedale S.Anna di Torino, le polemiche suscitate e la responsabilità dei medici preposti a questo tipo di iniziativa.Viale: Non
vi sono argomentazioni sanitarie credibili per opporsiSilvio Viale, ginecolo dell'Ospedale S.Anna e militante radicale, ha detto che non vi sono argomentazioni sanitarie credibili per opporsi a questo tipo di sperimentazione.

E che in molti invece hanno approfittato di questa questione per riaprire strumentalmente il dibattito sulla legge 194, sui cui effetti ha reso noti alcuni dati.«Da quando c'è la 194, 4 milioni di donne hanno abortito e 2 non lo hanno fatto» - ha detto - «oggi il rapporto fra le ragazze che abortiscono e non è di 1 su tre.

Abortiscono donne di qualsiasi fede politica e religiosa».

E ha aggiunto che a Torino le ragazze straniere che abortisono di più sono quelle rumene e nigeriane, insieme alla sudafricane, i cui paesi hanno praticato per anni il proibizionismo anticoncezionale e abortista.Come funziona la RU486Lo ha spiegato il professor Mario Campogrande, direttore del Dipartimento 1 dell'Ospedale s.Anna di Torino, quello deputato alla sperimentazione.

«La pillola richiederà alla donna un impegno in più rispetto all'intervento chirurgico, perché si tratta di assumere dei farmaci in termini ben precisi: un primo farmaco, l'RU486, appunto, poi un'assunzione dopo due giorni del secondo farmaco, un periodo di oservazione di alcune ore in cui si realizza, nel 60, 70% dei casi l'aborto e poi un controllo, con una ventina di giorni di possibili perdite ematiche e dolore fisico che dovrà essere curato con analgesici».Questa descrizione, per il professore, smentirebbe voci critiche per cui con questa pillola si sarebbe corso il rischio di 'banalizzare' un evento traumatico come l'aborto.

Pillola, ha ricordato, il cui nome deriva dalla casa francese che lo ha sperimentato, la Roussel-Uclaf, e dal numero di sperimentazioni fatte per il raggiungimento della sua efficacia.L'aborto nella dottrina cattolicaMaurizio Mori, docente Universitario e direttore della rivista di "Bioetica" ha detto immediatamente che sui temi della bioetica ci sono dei diritti civili e di libertà inalienabili che sono a garanzia dell'individuo e che non sono mediabili.

E che c'è ancora una subalternanità della cultura laica alla cultura cattoilica la cui dimostrazione ultima sarebbe la votazione del Parlamento sulla fecondazione assistita, a destra come a sinistra.E poi ha voluto precisare qual è la reale posizione della Chiesa cattolica su questa questione, quella che dai media viene puntualmente oscurata.

«E' poco noto che la stessa Chiesa Cattolica non afferma che l'embrione è una persona: se leggete con attenzione l'enciclica del 1968 Humanae vitae, al numero 14, si dice che da questi principi concernenti il matrimonio umano e cristiano discende il divieto di ogni controllo della fertilità e di ogni aborto procurato.

L'aborto nella dottrina cattolica è un peccato contro il matrimonio e non contro il cosìdetto diritto alla vita.

E la chiesa cattolica si è sempre astenuta dal prendere posizione circa il momento di inizio alla vita».Pollastrini: s.

Anna, una bandieraBarbara Pollastrini, responsabile delle Donne Ds, in chiusura di dibattito, ha sostenuto che il caso dell'ospedale S'Anna e della sperimentazione che in quel dipartimento 1 si farà della pillola abortiva RU486, è un caso da difendere.

Una bandiera.

Soprattutto per le donne, pur sapendo che «all'inizio non saremo in tantissime».

E poi ha detto che è di nuovo la politica che è costretta a intervenire per difendere i principi fondamentali, soprattutto in materia di diritti e di libertà.«Il rapporto fra scienza libertà e diritti» - ha affermato - «è il test di come la laicità di un paese sia mantenuta e confermata e di come la democrazia di un paese sia sostenuta, e nella modernità di oggi la libertà delle donne è il termometro all'interno di ogni civiltà.

La donna» - ha aggiunto - «non deve avere soltanto libertà e responsabilità autonome ma una vera primazia sulle questioni che la riguardano».

Perché l'oscurantismo, ha concluso, nei secoli ha mostrato il suo volto peggiore soprattutto nelle questioni delle donne.A lei si è aggiunta la voce di Carmelo Palma, consigliere radicale in Piemonte, il quale, spiegando di andare oltre la laicità stessa, ha affermato: «La forza della battaglia sui diritti civili non è sostituire un'ipoteca clericale con un'ipoteca laica, ma rispettare la libertà degli individui, cattolici e non, tutti dotati, grazie alla legge, dell'uguale libertà di tenere comportamenti coerenti con la propria impostazione culturale».

leggi tutto

riduci

  • Maria Grazia Arnaldo - Segreteria Regionale DS

    0:00 Durata: 2 min 19 sec
  • Giuliana Manica - Presidente Gruppo Regionale DS

    0:02 Durata: 9 min 20 sec
  • Elisabetta Galeotti - Docente Universitario di Filosofia Politica

    0:11 Durata: 10 min 44 sec
  • Maurizio Mori Docente universitario, direttore della rivista di 'Bioetica'

    0:22 Durata: 13 min 23 sec
  • Mario Campogrande, direttore del Dipartimento 1 dell'Ospedale S.Anna

    0:35 Durata: 11 min 53 sec
  • Silvio Viale, ginecologo dell'Ospedale S.Anna

    0:47 Durata: 22 min 5 sec
  • Carmelo Palma - Capogruppo Regionale Radicali Italiani

    1:09 Durata: 7 min 16 sec
  • Marisa Suino - Vicepresidente Gruppo Regionale DS

    1:17 Durata: 6 min 28 sec
  • Barbara Pollastrini Responsabile nazionale donne DS

    1:23 Durata: 34 min 33 sec