04 DIC 2002

Aprile: Incontro con Cofferati a Modena

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 3 ore 22 min

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Cofferati: Un programma a partire dalla storia e dall'identità della sinistra e aprendosi ai movimenti.Modena 4 Dicembre 2002 - Sergio Cofferati, attuale lavoratore della Pirelli, ex segretario della Cgil, in un lungo comizio tenuto alla festa dell'associazione Aprile.

Temi trattati, la politica interna e internazionale, ma soprattutto le questioni economiche e la crisi della Fiat in Italia.La crisi FiatL'attuale governo, ha detto Cofferati, non ha alcuna idea di come risolvere la crisi.

«La Fiat» - ha detto - «è un caso uno dei più clamorosi, ma considerate che dietro la fiat ci sono
altre grandi aziende, marzotto, la marconi, una parte consistente del settore produttivo in palese difficoltà.

Il fatto è che se l'economia non cresce non mancano solo risorse per creare nuovi posti di lavoro ma anche per mantenere gli esistenti.

E il problema potrebbe riguardare anche il Nord».Qual è il problema della Fiat? «Rispetto agli altri produttori europei» - ha detto - «l'azienda italiana ha prodotti che incontrano di meno il gradimento degli italiani perché presumono che quei prodotti hanno meno qualità e costino troppo.

La Fiat non ha investito in ricerca e innovazione.

E quando si è entrati nella moneta unica la mancanza di qualità ha messo ai margini molte di queste aziende che hanno lucrato vendendo soprattutto all'estero».Il programma per la sinistraSergio Cofferati è tornato sulla sua convinzione: quella che la sinistra deve partire dal programma.

A livello economico deve contare su tre punti: «Una competizione fra le imprese che abbia delle soglie, la soglia del rispetto ambientale, delle politiche di coesione e dei diritti fondamentali della persona, questa è la tripartizione che la sinistra deve indicare».Per Cofferati il programma deve partire dalla storia e dall'identità della sinistra e aprendosi ai movimenti.

«Io credo ai partiti, credo siano importanti e abbiano vita lunga a patto che abbiano la capacità di rinnovare se stessi, e non per coartare l'identità dei movimenti ma per averne un rapporto paritario».L'etica della politicaContestando l'attuale governo e in particolare il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, Cofferati ha detto che in politica l'etica è importante non solo per la credibilità di chi governa, ma per tutti.

«Chi costruisce consenso usando argomenti privi di fondamento» - ha affermato - «e promettendo ciò che sa di non poter mantenere crea le condizioni perché ci sia una caduta di credibilità delle istituzioni e questo è un problema per tutti».Scuola e DevolutionSecondo Cofferati con questa Devolution c'è il rischio di spaccare il paese.

E soprattutto in settore chiave: come la scuola.

«La scuola dei lombardi e la scuola dei piemontesi, che il cielo ci assista!», ha detto, aggiungendo: «Non c'è un riforma della scuola, ma introducono difformità introducendo una scuola dei ricchi e una dei poveri.

Se impoverisco la scuola pubblica avvantaggio la privata.

C'è differenza fra il buono scuola in Lombardia e in Emilia.

In Lombardia il governatore dà il buono alle famiglie più ricche e che mandano i loro figli nelle scuole private».

La soluzione è: Riproporre, perfezionandola, la riforma della scuola che era stata portata avanti dal centro sinistra.I diritti delle personeUn'economia che non si preoccupi più dei diritti dei propri lavoratori, ha sostenuto, (e i riferimenti sono andati all'abolizione dell'art.18 e alle nuove forme di contratti atipici) provoca un abbassamento dei diritti in generale dei cittadini.

A partire dai più poveri, dagli immigrati.

La cui presenza, ha spiegato, se vogliamo manterenere il livello di ricchezza e di occupazione di oggi, è fondamentale.«La mobilità» - ha poi precisato - «vale bene solo per chi può scegliere il lavoro, ma non per l'operaio che da Afragola deve emigrare al nord.

In quel caso c'è solo forzatura al precariato.

E facciamola finita almeno a sinistra di dire che l'offerta che dobbiamo fare è dare ai ragazzi un posto di lavoro pur che sia.

Io trovo questo approccio vergognoso.

Questo realismo, diventa cinismo».Per Cofferati infatti anche la qualità del lavoro offerto è indispensabile.

Anche se, ha aggiunto, non sempre è una battaglia che puo riuscire; ma almeno ci si prova.

Perché «Non si può sempre prendere quello che ti danno, si fa la battaglia si può vincere e si può perdere ma anche quando perdi se la fai lealmente hai il consenso di chi sta con te».

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