16 GEN 2003

Movimenti: Incontro con Cofferati e Sylos Labini a Torino

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 41 min

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Torino, 16 Gennaio 2003 - Incontro nella sala della Consolata del capoluogo piemontese con alcuni esponenti di quelli che vengono considerati i Movimenti.

Presenti, un rappresentante della Fiom, l'economista Paolo Sylos Labini e soprattutto Sergio Cofferati, ex leader della Cgil e oggi esponente di spicco dei Ds.

Temi trattati in particolare la politica internazionale, l'eventualità di un attacco all'Iraq e la necessità di riformare l'economia mondiale basata sulla globalizzazione.Cofferati ha scongiurato quella che ha definito la follia della guerra all'Iraq, perché, ha assicurato, come da
più parti ormai si mormora, questa appare sempre più come soltanto una guerra per il controllo energetico di un luogo geografico del mondo.

Se comunque si arrivasse ad uno scontro, l'ex leader Cgil ha auspicato che l'Italia e l'Europa ne rimangano fuori.

Con una posizione comune e decisa.In tema economico Cofferati ha contestato il governo e le sue politiche, accusandolo di aver previsto una crescita di 2 o 3% in contrasto con l'1,4% di Confindustria.

E di aver risposto con un 'ebbene cambieremo i parametri di calcolo'.

E poi ha contestato l'idea di poter solo 'introdurre dosi massicce di discrezionalità nei comportamenti delle imprese per avere una crescita economica', con il risultato a suo avviso di un 'disastro che sta sotto gli occhi di tutti'.La ricetta alternativa Cofferati la vede nelle decisioni prese dell'UE a Lisbona: «Possiamo diventare un punto di riferimento seguendo la crescita legata alla conoscenza» - ha detto - «Innovazione, ricerca e uso razionale delle risorse umane.

Occorre partire dai saperi.

Esattamente quello che non fanno le imprese italiane, Fiat compresa».

Fiat la cui crisi, per l'esponente Ds, non è legata alla crisi di mercato, ma alla qualità, perché i consumatori non apprezzano il prodotto nel suo rapporto qualità prezzo.

E la cui risoluzione per Cofferati passa attraverso l'investimento in innovazione e risorse che dentro il gruppo ci sono, non allontanando le persone per la loro età anagrafica o per altri motivi.E infine ha parlato della sua apertura ai Movimenti che per lui rappresentano una congiunzione di diversità e richiesta del coinvolgimento e partecipazione che è la base di una nuova politica.

E poi, rispondendo ad una domanda del pubblico, ha detto che tutto questo va fatto non diffidando, come molti nei Movimenti, della crescita economica.«Io non credo» - ha detto - «che la crescita sia sinonimo di guerra anzi sono convinto del contrario, che se i paesi più forti stimolano la crescita dei più deboli si dissolvono le condizioni per i terrorismi (e per le guerre).

Una crescita lunga e duratura nel tempo e nelle aree più bisognose».

E poi una constatazione: «Le tutele e i diritti costano alle economie ma garantiscono il tratto di coesione sociale e civile delle società stesse».

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