22 GEN 2003

Attualità e politica: Presentazione libro di Asor Rosa 'La Guerra' (con Yasha Reibman e Cofferati)

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Milano, 22 Gennaio 2003 - Incontro al teatro 'Franco Parenti' di Milano per discutere del libro di Alberto Asor Rosa, 'La Guerra', pubblicato da Einaudi e accusato dalla comunità ebraica di 'pericolosi scivoloni vicini all'anti-semitismo'.

Al dibattito hanno partecipato l'autore e poi Paolo Mieli, giornalista, e Sergio Cofferati.

A questi sono seguiti interventi del pubblico, fra cui quello di Yasha Reibman, portavoce della comunità ebraica milanese.Paolo Mieli - Il giornalista del Corriere della Sera ha affermato di essere schierato totalmente dalla parte di quello che anche Asor Rosa chiama
'L'Impero'.

E, pur concordando con l'autore lì dove afferma che gli ebrei, (la cui cultura d'orgine sarebe più 'oriente') per salvarsi abbiano dovuto diventare 'occidente', e quindi, dopo la Shoah, ottenere lo stato d'Israele, Mieli ha però dichiarato con forza che 'gli ebrei fanno bene a ribellarsi allo sterotipo che loro sono diventati persecutori simili ai nazisti'.

Facendo notare che chi non ha rispettato la risoluzione Onu del '47 che definiva due stati, Israele e Palestina, sono stati gli arabi.Sergio Cofferati - L'ex leader della Cgil ha obiettato ad Asor Rosa il fatto di considerare l'Occidente come un monolite.

Quando invece negli ultimi tempi su questioni come la guerra e la globalizzazione si sono viste articolazioni diverse (e ha citato la posizione di Francia e Germania sulla guerra all'Iraq e il nuovo pacifismo americano).

Il suo è stato un discorso generale, che non ha voluto entrare nel merito della polemica di anti-semitismo mossa al libro.

Si arrivi alla risoluzione dell'Onu del '47, ha sostenuto.

E lo si faccia tramite la politica, ha ribadito in sostanza.Asor Rosa - L'autore si è detto turbato dalle polemiche.

Ha detto che è stato frainteso.

Ha sostenuto che l'attuale cultura Occidentale, quella a cui anche Israele si è assoggettata, è una cultura aggressiva.

Condizionata dall'Imperialismo americano che impone la guerra ormai come una delle forme della politica.

'L'occidente cristiano non sarebbe stato quello che è stato nelle sue punte più alte senza una forte componente culturale ebraica', ha sostenuto Asor Rosa, ma ha auspicato che dentro lo stato d'Israele prevalga invece un ritorno del dominio della cultura ebraica tradizionale, che 'è di pace, di amicizia e di grande fede'.Yasha Reibman - L'esponente radicale ha mosso di nuovo le sue accuse ad Asor Rosa ('l'espressione razza ebraica l'hanno usata per ultimi i nazisti; nel libro ci sarebbe una nuova accusa di deicidio'), seppur affermando di aver accetato le scuse che gli sono state rivolte in una trasmissione di Radio Rai.

Tuttavia, ha avanzato due proposte.

La prima è che Asor Rosa non compia più scivoloni del genere, in un prossimo libro, l'altra, visto che grazie alla comunità ebraica il libro ha aumentato le vendite, 'comprare una pagina di un qualsiasi quotidiano per spiegare gli equivoci sorti dalla lettura del libro'.Ma Asor Rosa non ha abiurato.

Posto che anti-sionista è la peggiore offesa che gli si possa fare, ha detto, 'fra l'elaborazione, il pensiero e il cambiamento delle opinioni passa il cambiamento naturale del tempo della riflessione', ha concluso.

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