07 FEB 2003

Informazione: Dibattito con Scalfari, Asor Rosa, Umberto Eco, Gad Lerner e Cofferati

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 9 min

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Roma, 7 Febbraio 2003 - Prima uscita pubblica per le iniziative culturali organizzate dalla Fondazione Di Vittorio.

Tema in discussione nella serata di ieri al Teatro Argentina di Roma, l'informazione.

Ospiti fra i più importanti personaggi della scena della comunicazione e del giornalismo.

Eugenio Scalfari, Gad Lerner, Umberto Eco e Sergio Cofferati, moderatore il professor Asor Rosa.Eugenio ScalfariScalfari ha subito posto l'accento sull' 'anomalia' tutta italiana di un presidente del consiglio considerato in posizione di monopolio nell'informazione; non solo delle Tv con Mediaset e con quello
che ha definito il controllo del governo sulla Rai ma anche delle fette più rilevanti della carta stampata con il gruppo Mondadori, e satelliti.Scalfari ha detto che se il mercato, qualsiasi sia, viene lasciato senza regole questo, come nel caso italiano, va verso una condizione di Monopolio.

E poi ha parlato delle ripercussioni sulla qualità dei prodotti informativi in una simile situazione di monopolio: con l'omogeneizzazione che abbassa, o rende meno 'graffianti' i protagonisti e il livello del loro lavoro (e ha citato l'esempio del cambiamento della Trasmissione di Chiambretti da un Cda Rai all'altro e della riuscita dello stesso Benigni in occasione del suo 'Pinocchio', distribuito dalla Medusa, a confronto con 'La Vita è Bella').Gad LernerLerner si è però chiesto se, nel caso della Tv, considerato un mezzo di massa troppo semplificativo che la sinistra non ha mai amato molto, la colpa dell'ascesa di Berlusconi non risieda anche in un atteggiamento snobistico della sinistra stessa.

Per cui la Tv 'era semmai solo da occupare.

E magari stabilire delle alleanze con manager anche non di parte' (e ha citato l'esempio di Saccà che, insieme a Costanzo, era per la sinistra un referente Mediaset nel periodo del suo governo).Umberto EcoL'autore de 'Il Nome della Rosa' ha prima parlato della crisi della rappresentatività nelle democrazie (Usa in testa).

Ricordando che negli Stati Uniti vota meno del 40% degli aventi diritto e in questo non vi sarebbero differenze con i metodi della ex Urss nella scelta dei candidati premier da far votare.

'Lì le maggioranze bulgare, dall'altra parte le minoranze di non so cosa...'.Eco ha però poi spiegato che in mancanza di un'informazione ufficiale che non sia asservita al potere, la via d'uscita potrebbero essere tutti gli altri mezzi di comuicazione oggi a disposizione della gente (da internet ai telefonini alle tv locali private fino al tam tam del passa parola); una vera e propria rete alternativa che potrebbe presentare un'altra faccia delle verità che vengono diffuse.

E a cui, ha detto, la gente fa finta di credere.Sergio CofferatiInfine, nel suo intervento lungo e articolato, Sergio Cofferati, presidente della Fondazione Di Vittorio, ha analizzato i meccanismi attraverso i quali si muove la 'censura' nell'informazione e il sovvertimento dei fatti.

Attraverso magari l'utilizzo strumentale di parole appropriate; l'uso ad esempio della parola 'riformista' attribuita a Berlusconi e Fini nel loro modo di operare, o di un termine come 'sussidiarietà' in quei processi, ha spiegato, in cui si vuole togliere lo Stato di mezzo.La censura poi, ha ricordato, opera in modo silenzioso; nessuno, ha detto, sa niente sul nuovo documento di difesa strategica dell'amministrazione americana dopo l'11 settembre.

Su ciò che realmente è successo in Afghanistan, sul nuovo pacifismo americano, e così via.

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