18 LUG 2001

Ice: Presentazione Rapporto 2000-2001, "Cresciute del 13% le esportazioni"

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Roma, 18 luglio 2001 - E' stata presentata oggi a Roma, presso la sede dell'ICE, l'Istituto per il Commercio con l'Estero, la terza edizione dell'annuario "Commercio estero ed attività internazionali delle imprese", frutto della collaborazione iniziata nel dicembre del 1998 tra la stessa ICE e ISTAT, nell'ambito del Sistema statistico nazionale.

Oltre ai massimi dirigenti dei due istituti, come il Direttore Generale Ice, Gioacchino Gabbuti, o il presidente Istat, Luigi Biggeri, presenti anche il Ministro per le Attività Produttive, Antonio Marzano, ed il suo vice, Adolfo Urso, al quale è
spettato il compito di chiudere la serata.

Evoluzione del commercio estero nel 2000 Secondo dati preliminari di fonte internazionale, le esportazioni mondiali hanno registrato, nel 2000, un incremento in volume del 13%, con una forte accelerazione rispetto al 1999.

Il notevole deprezzamento dell'euro rispetto al dollaro e la perdita delle ragioni di scambio dei manufatti rispetto alle materie prime hanno determinato una leggera riduzione della quota di mercato dell'Italia che, misurata in valore, è scesa dal 4,1% del 1999 al 3,8%.

Il maggior contributo positivo al saldo complessivo è venuto, per quanto riguarda le aree geografiche, dall'America settentrionale (+26.268 miliardi) e quello più negativo dall'Africa settentrionale (-17.434).

Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Spagna si sono confermati come i primi cinque mercati di sbocco delle esportazioni italiane.

Per quanto riguarda le principali attività economiche, i saldi attivi più ampi si sono riscontrati per le macchine e gli apparecchi meccanici, i prodotti delle industrie tessili e dell'abbigliamento e gli altri prodotti dell'industria manifatturiera.

Eccezionale è risultata la dimensione del saldo negativo dei minerali energetici, più che raddoppiato rispetto a quello dell'anno precedente.

Analizzando la provenienza territoriale delle merci esportate si rileva che nel 2000, il 41,3% ha avuto origine dall'Italia nord-occidentale, il 30,9% dall'Italia nord-orientale, il 16,6% dall'Italia centrale e l'11,1% dal Mezzogiorno.

Rispetto all'anno precedente, la quota di quest'ultima ripartizione è aumentata di un punto percentuale mentre sono diminuite di circa 0,5 punti quella del Nord-ovest e quella del Nord-est.

Le valute negli scambi commerciali con i paesi extra UE Nel 2000, l'incidenza del dollaro come mezzo di pagamento negli scambi commerciali con i paesi extra UE è aumentata rispetto all'anno precedente sia per le esportazioni sia, in misura ancora più significativa, per le importazioni, raggiungendo il 36,6% ed il 58,4% dei rispettivi valori.

Nelle valute dell'UE è stato fatturato nel 2000 il 59,4% delle esportazioni italiane verso i paesi extra europei e il 36,3% delle importazioni provenienti da questi ultimi.

Nel primo semestre del 2001 le operazioni in Euro hanno raggiunto il 27% delle esportazioni verso i paesi extra UE fatturate in valuta comunitaria ed il 40% delle corrispondenti importazioni.

Operatori economici del commercio estero ed imprese esportatrici Sulla base dei dati provvisori disponibili a fine giugno 2001, si può stimare che nel 2000 circa 190mila operatori economici italiani hanno realizzato vendite all'estero.

Una notevole quota di questi operatori si caratterizza per un ammontare di fatturato all'export relativamente mentre il 60% delle esportazioni nazionali è realizzato dal gruppo relativamente ristretto di operatori con un fatturato sui mercati esteri superiore a 25 miliardi.

Sulla base delle informazioni strutturali disponibili al 1998, risultavano attive quasi 169 mila imprese esportatrici, distribuite per il 57,5% nelle attività manifatturiere per il 34,7% nel commercio e per il 7,8% nelle altre attività economiche.

L'incidenza dell'attività sui mercati esteri cresce significativamente all'aumentare della dimensione di impresa.

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