22 LUG 2001

Radicali: Conversazione settimanale con Marco Pannella: Giuliani non è morto come Giorgiana Masi

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Roma, 22 luglio 2001 - I fatti di Genova, raccontati dal direttore di Radio Radicale, Massimo Bordin (per l'occasione in collegamento telefonico direttamente dal capoluogo ligure) al centro della consueta conversazione settimanale con Marco Pannella che ha offerto la propria analisi, evidenziando i problemi di democrazia e di informazione legati all'evento, alla cronaca, ma soprattutto il contesto politico in cui sono maturate le scene di guerriglia urbana.

Nel corso della conversazione, spazio anche per un ricordo, un omaggio, a Carlo Bo e Indro Montanelli, scomparsi poche ore prima.

Giuliani
non è morto come Giorgiana Masi"Esistano dei limiti anche al cinismo e alla volgarità".

COn queste parole il leader radicale ha rigettato i toni ed il tentativo di strumentalizzare la morte di Carlo Giuliani, il ragazzo deceduto nel pomeriggio di venerdì, e reso poi "martire della causa", da parte dei convocatori della manifestazioni, cui il leader radicale ha rivolto pesanti critiche e ha attribuito pesanti responsabilità.In particolare, Pannella ha decisamente rifiutato le dichiarazioni di Vittorio Agnoletto, che dai microfoni di Radio Radicale, aveva avanzato il paragone tra la morte di Giuliani e quella di Giorgiana Masi, il 12 maggio del '77 a Roma.

"Noi sappiamo come è morto Carlo Giuliani, credo non vi siano dubbi".

Ha detto Marco Pannella, che poi ha proseguito ricordando il contesto in cui è morto il giovane manifestante di Genova: "Ho visto - ha sottolineato Pannella - le immagini di una camionetta dei carabinieri bloccata da tre persone sul tetto, altre che con sbarre sfondavano i lati, dietro qualcuno che tirava bombole o estintori.

All'interno della camionetta due o tre che sanguinavano, in quell'atmosfera".

Tutt'altro fu lo scenario in cui morì la militante radicale il 12 maggio 1977.

"Voglio ricordare - ha rievocato Pannella - che Giorgiana Masi era venuta alla nostra manifestazione nonviolenta, che non vi era stata nessuna risposta né di sassi, né di altro tipo, grazie anche alla scelta che via dei Volsci (sede di Autonomia Operaia, ndr) aveva fatto, di rispettare tatticamente l'esasperazione nonviolenta della manifestazione radicale, nell'anniversario della vittoria del divorzio e per finire di raccogliere le firme sui nostri referendum, che Cossiga voleva impedire".

Dunque, a differenza di Giuliani - ha specificato Pannella - "Giorgiana Masi, mentre tornava a casa è stata raggiunta da una pallottola sparata da non si è mai saputo chi".

Con questa differenza di contesto, Pannella ha quindi nuovamente rivolto le accuse nei confronti di coloro che lo hanno prima convocato alla manifestazione e poi tentano di strumentalizzarne la morte: "Bisognerebbe avere maggiore amore per la verità di Carlo Giuliani.

Questa è un'operazione cinica, sporca.

Il cinismo di chi compie queste cose con naturalezza, francamente, mi fa paura".

Bersaglio delle accuse di Pannella è in particolare Fausto Bertinotti.

Pannella anzitutto ha ricordato le parole del segretario di Prc che nella giornata di sabato aveva annunciato: "Questi vogliono riunirsi in una città, con i suoi palazzi, la sua storia, questo noi non lo permetteremo mai".

Rispetto a questo atteggiamento politico, Pannella si è limitato a dire: "Ascoltate, riflettete su Bertinotti".

L'invito a riflettere sulle dichiarazioni di Bertinotti, si colloca nella più generale sottolineatura dell'informazione "privilegiata", fornita da Radio Radicale, sui fatti e sul contesto di Genova, attività che ha "portato a galla" tutte le "contraddizioni" dei cosiddetti pacifisti.

Il leader radicale, ad esempio, ha sottolineato come Radio Radicale sia stata in grado di mettere in evidenza il fatto che da un lato si tentava "di assecondare, facilitare, istigare la forza pubblica", e dall'altro "si rimproverava la complicità del governo e della polizia nei confronti delle frange estreme, dei cattivi".

Pannella torna così a stigmatizzare i cosiddetti "buoni" del Genoa Social Forum, che "volevano dapprima impedire il G8", poi "interromperlo", e che "hanno ingiunto che tutte le forze dell'ordine fossero ritirate nelle caserme", chiedendo infine "le dimissioni del ministro dell'interno e del capo della polizia".

Il ruolo dei radicali "I radicali sono stati espulsi dal Parlamento - ha sottolineato poi Pannella - a causa del combinato disposto da destra e da sinistra, lontani dalla democrazia politica, assente anche dalle rivendicazioni per i poveri del mondo, da parte dei comunisti del GSF.

E' importante ricordare che, mentre noi lottiamo perché crediamo che la dignità politica sia la prima conquista da fare, altri combattono per le ragioni che ormai ben conosciamo", riferendosi ancora una volta alle posizioni "veterocomuniste" e "veterofasciste" di chi si schiera "contro il capitalismo, che poi è anche liberismo".

Il leader radicale ha voluto rilanciare l'idea di una "Organizzazione mondiale dello stato di diritto e della democrazia", che porti al "passaggio dal diritto internazionale alla giurisdizione internazionale", ricordando così il recente forum organizzato da Radicali Italiani sulla globalizzazione.

Conclusioni dedicate a "Radicali Italiani" ed alla necessità di raccogliere il maggior numero possibile di iscrizioni, nella speranza che "l'evoluzione del mondo, il transnazionale, ci consenta di avere, come generazione politica, quello che hanno avuto i nostri genitori nel '43", anno dello sbarco degli Alleati ad Anzio.

Il ricordo di Carlo Bo e Indro Montanelli "Questo qua (riferendosi al leader radicale, ndr) sa di bucato, anche se poi in fondo, se dovessi scegliere un luogo dove riposare, quando sarà venuto il momento, non mi spiacerebbe che fosse accanto a questo qua".

Citando un passaggio di un articolo di Montanelli, Pannella ha reso omaggio alla memoria del decano dei giornalisti, di "quel rompiballe di Indro".

Senza dimenticare la figura di Carlo Bo, nei confronti del quale resta il rammarico di una "visita mancata", forse "per troppo tempo rinviata".

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