31 LUG 2001

Tlc: L'Italia è ingessata e non tiene il passo dei cambiamenti (Convegno Cirm con Gasparri)

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 18 min

Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.

Roma, 31 luglio 2001 - Il settore delle Tlc italiano non è capace di mettere in atto rapidamente i cambiamenti che si rendono via via necessari per tenere il paese al passo con le realtà più evolute.

E' questa una delle conclusioni del sondaggio sullo scenario attuale e sul futuro delle Tlc che il Cirm ha realizzato intervistando sessanta opinion leaders e utenti potenziali, presentato oggi nel corso di un convegno su "comunicazioni e futuro".Degli scenari della comunicazione hanno parlato tra gli altri il ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri, l'amministratore delegato delle Poste
Corrado Passera, il direttore generale della Rai Claudio Cappon, il presidente di IBM Italia Elio Catania, il direttore di Rai International Massimo Magliaro.Il sondaggio: L'Italia è ingessata e non sta al passo con i cambiamentiDal sondaggio, illustrato dal direttore del Cirm Nicola Piepoli, emerge come lo scenario internazionale delle Tlc è percepito come un settore all'avanguardia e in forte espansione, mentre quello italiano si posiziona su un gradino evolutivo più basso.

Le differenze più evidenti, tuttavia, non riguardano tanto la effettiva dotazione strutturale e tecnologica del nostro paese, né la sua abilità nel cogliere i nuovi bisogni emergenti nel settore, ma piuttosto la capacità di mettere in atto rapidamente i cambiamenti.

L'Italia, quindi, risulta "ingessata", troppo vincolata dalle dinamiche e politiche esistenti, frenata nella crescita dalla lentezza e cavillosità della sua burocrazia.Gasparri, Ecco gli interventi in programmaProtagonista politico del dibattito, è stato il neoministro pre le telecomunicazioni, Maurizio Gasparri che ha esordito ricordando com il digital divide non esista "solo tra i paesi in via di sviluppo" ma anche interno del nostro stesso paese, ed in tal senso ha sottolineato la necessità di attivare politiche per far recuperare terreno alle regioni del sud.

Il ministro ha quindi esposto le linee guida che saranno seguite dal proprio dicastero nel tentativo di sostenere la crescita dell'Information Technology: in primo luogo l'istituzione della tariffa flat per internet, l'accelerazione della liberalizzazione dell'ultimo miglio, la separazione della rete di Telecom Italia, lo sviluppo della banda larga.Serve una nuova legge per l'emittenzaSecondo il neo-ministro per le comunicazioni è necessario dare vita ad una nuova legge per l'emittenza, che "non pensi alle vendette incrociate" e che affronti anche il tema della convergenza multimediale.

Un'iniziativa di legge che dovrebbe prendere il via, secondo il ministro, in ambito parlamentare, anche per evitare di ripetere l'esperienza del disegno di legge 1138 che è rimasto fermo nella scorsa legislatura per tre anni.

"Io non presento alcun ddl - ha aggiunto - non è detto che lo debba fare il governo.

Ci vogliono proposte ad ampio respiro, ci sono i gruppi parlamentari".

Il ministro pensa ad una legge moderna che consenta "ai gruppi editoriali multimediali di crescere", e che nei prossimi cinque anni "la legge si faccia vedendo alla tv del 2010 se non del 2020"."La pubblicità è l'unica cosa obiettiva di Raitre"Non poteva mancare, naturalemente, parlando di telecomunicazioni alla presenza del ministro Gasparri, molti accenni polemici alla situazione Rai.

Chiamato ad esprimere un giudizio sulla previsione, (sancita dalla legge 249 del '97) del passaggio di Rete4 sul satellite e dell'eliminazione della pubblicità da Raitre, il ministro ha detto che i nuovi scenari della televisione digitale supereranno le vecchie logiche.

Ha poi aggiunto che sarebbe meglio lasciare la pubblicità su Raitre piuttosto che sentire chi "spiega ogni sera come si tiene l'ordine pubblico".Gasparri ha anche attaccato duramente Roberto Chionne, componente del collegio dei revisori dei conti della Rai, la cui nomina deriva proprio dal ministero delle comunicazioni.

Gasparri ha pubblicamente rinnovato a Chionne la richiesta di dimissioni, per consentirgli di indicare un nuovo revisore di sua fiducia.

A tal proposito, il ministro ha raccontato di aver incontrato il revisore dei conti al quale ha chiesto di dimettersi per una questione di opportunità.

"Alla presenza di due testimoni - ha rivelato Gasparri - mi ha risposto di essere amico del ministro Cardinale e di avere anche i requisiti".

Questo episodio - ha concluso Gasparri sul punto - è un ulteriore segnale dell'atteggiamento di "arroccamento totale nell'azienda".

leggi tutto

riduci

  • Alan Friedman

    Indice degli interventi
    0:00 Durata: 1 min 7 sec
  • Nicola Piepoli, Presidente Cirm

    0:01 Durata: 18 min 15 sec
  • Claudio Cappon, Direttore Generale Rai

    0:21 Durata: 17 min 3 sec
  • Elio Catania, Presidente IBM Italia

    0:38 Durata: 15 min 51 sec
  • Corrado Passera, Amministratore Delegato PPTT

    0:54 Durata: 18 min 16 sec
  • Tavola rotonda conclusiva con Michele Suria (Direttore Strategico Nodalis), Roberto Vacca (ISIS), Massimo Magliaro (Direttore RAI International), Andrea Ambrogetti (Direttore Relazioni Istituzionali Mediaset) e Enrico Valdani (Direttore I-LAB)

    <br>
    1:20 Durata: 41 min 51 sec
  • Maurizio Gasparri, ministro per le comunicazioni

    2:02 Durata: 26 min 32 sec