19 AGO 2001

Radicali: Conversazione settimanale con Marco Pannella, Con l'abolizione dell'articolo 18 non perderebbe nessuno

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Roma, 19 agosto ore 22.00 - Prendendo spunto dalle iniziative degli ultimi giorni della politica italiana e di Radicali Italiani, con particolare attenzione alla manifestazione del 15 agosto in piazza San Pietro a Roma per la libertà di ricerca e di cura, Marco Pannella, nella consueta conversazione settimanale con il direttore di Radio Radicale Massimo Bordin, ha analizzato la settimana politica appena trascorsa, dalle polemiche sull'articolo 18 nate dalle dichiarazioni del governatore della Banca d'Italia Fazio, alla crisi interna del centrodestra, senza dimenticare le polemiche sul dopo Genova, in vista del vertice Nato di Napoli e Fao di Roma.

L'articolo 18 dello statuto dei lavoratoriIn settimana il governatore della Banca d'Italia, Fazio, ha rilevato come sarebbe importante per il nostro paese rivedere il rapporto datore-lavoratore a cominciare dal tanto discusso articolo 18, che prevede l'obbligo del reintegro per chi viene licenziato senza giusta causa.Le polemiche successive e le stesse dichiarazioni di Fazio hanno offerto a Marco Pannella la possibilità di tornare a parlare di quello che era stato uno dei venti referendum proposti dai radicali nel 1999, e che aveva visto l'opposizione di tutte le forze politiche italiane.A cominciare proprio da Fazio, reo di un "colpevole silenzio", e di Confindustria che allora "rifiutò di impegnarsi sul referendum", intimorita dalle promesse di battaglia di Cofferati e della sua Cgil."Quando noi vincemmo sul divorzio - ha proseguito il leader radicale - non perse nessuno, sull'articolo 18 dico la stessa cosa.

Sono sicuro che nella nostra società significherebbe una diversa entità del risarcimento economico, già preferito dai lavoratori, così come è".Questo tema si è evoluto poi in un'analisi più profonda del "regime sindacale-politico italiano, che fa sì che la nostra disoccupazione sia più lunga che in altri paesi, dove la situazione appare diversa", e sul debito di gestione dello Stato, che, per Pannella, continua "ad essere mantenuto allegramente da destra e da sinistra"."Sono dell'avviso - ha poi sottolineato il leader radicale - che se non danno subito il milione di lire ai pensionati che è stato promesso, deve essere motivo di critica verso il governo, perché 700.000 lire al mese di pensione fanno un escluso dalla vita sociale".La soluzione a questi problemi va trovata secondo Pannella "nell'analisi sugli ultimi 70 referendum proposti dai radicali", che "sono la dimostrazione di una capacità di previsione che è condizione di capacità di governo".Il ferragosto radicale "A ferragosto c'è stata la maggiore, rispetto agli ultimi anni, freschezza e letizia dei compagni e delle compagne presenti".

Così Marco Pannella ha voluto commentare l'iniziativa di Radicali Italiani del 15 agosto scorso in piazza San Pietro a Roma, per la libertà di ricerca e di cura, che ha visto una grande partecipazione di militanti radicali, intorno al presidente Luca Coscioni.Pannella però si è chiesto perché in Italia "la scienza ufficiale continui a considerare la manifestazione pubblica cosa non praticabile da parte degli accademici", assenti a ferragosto, nonostante la sottoscrizione delle proposte di Luca Coscioni in campagna elettorale di oltre 500 scienziati.Importante comunque il successo dell'iniziativa e il lavoro di Daniele Capezzone, da poche settimane alla guida di Radicali Italiani.

"Non avevo dubbio - ha sottolineato il leader radicale - che Daniele avrebbe dato vigore al soggetto politico autonomo nell'ambito del Partito Radicale Transnazionale".Spero di tornare da SofriUn riferimento infine alla vicenda di Adriano Sofri.

"Io credo - ha affermato Pannella - che se c'è una persona che meriterebbe la cittadinanza onoraria di Sarajevo, la cittadinanza onoraria in Cecenia, laurea honoris causa nel nostro paese, quello è Adriano, nel modo più assoluto"."Il fatto - ha poi concluso - che questa persona, con la sua storia, tutta la sua storia, sia ancora in carcere, significa che la giustizia non funziona.

Spero di tornare a trovarlo".

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