26 SET 2001

Scuola: Moratti, ''Più privato per il pubblico''

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Roma, 26 settembre 2001 - ''Più privato per il pubblico''.

E' questa la soluzione proposta dal ministro dell'istruzione Letizia Moratti nel corso del convegno organizzato dal movimento Scuola Libera a Roma.

''Pubblico e privato - ha spiegato il ministro - devono collaborare nella realizzazione di un sistema educativo integrato.

Una visione integrata ed aperta del sistema dell'istruzione risponde ai principi di sussidiarietà votati dal nostro Parlamento''.Secondo il ministro, inoltre, è poi necessario, per affrontare il problema della qualità dell'istruzione e della formazione ''il principio
di competizione che deve ispirare l'intera macchina educativa nel raggiungimento di più elevati livelli di efficienza"."Nessuna scuola - ha proseguito il ministro - è o sarà mai uguale all'altra, ma tutte le scuole, quelle statali e quelle private, possono migliorare sotto lo stimolo della competizione''.I principi di sussidiarietà e di competizione sono quindi, secondo il ministro, necessari per ''progettare una scuola veramente libera, aperta integrata''.

"Un sistema integrato, che - ha sottolineato la Moratti - non porta all'indebolimento della scuola di Stato ma, al contrario, alla sua riqualificazione e all'innalzamento dei suoi livelli di qualità.

Una scuola pubblica forte, efficiente, capace di trovare nuove risorse da destinare agli investimenti''."La sfida - ha spiegato la Moratti - è quella di individuare nuovi modelli di rapporto tra pubblico e privato che superino la contrapposizione ideologica e i timori di una colonizzazione del sistema scolastico pubblico.

Anche se nella scuola reale, i confini tra pubblico e privato sono già stati frantumati, l'autonomia ha dato alle scuole nuovi spazi per avere rapporti con il volontariato, con le imprese, con le realtà del territorio.

La scuola reale è capace di attingere risorse dai fondi europei per ampliare la sua offerta formativa''.La ricetta quindi è ''più privato per il pubblico".

"Se è vero che il sapere è una risorsa - ha proseguito la Moratti - forse la più importante risorsa nel mondo moderno, l'impresa privata deve trovare proficuo e vantaggioso investire nella scuola.

L'esperienza fatta in altri paesi, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, può essere un'utile indicazione.

Perché ciò accada, va preliminarmente affrontato il grande problema delle risorse disponibili e di come queste risorse vengono oggi utilizzate.

Non è infatti facile migliorare una scuola, come non sarebbe facile migliorare un'azienda ove il 95% dei ricavi andasse a coprire i soli costi del lavoro e soltanto il 5% fosse destinato alla copertura delle spese per investimenti.

E' necessario dunque puntare sull'obiettivo di abbassare tale peso all'80% nei prossimi 5 anni liberare risorse per investimenti sulle strutture, sulla formazione dei docenti, sul miglioramento dell'offerta formativa''.L'intenzione è quindi quella di favorire un processo ''di moltiplicazione di istituti scolastici che attraverso strutture societarie, offrano servizi e catturino risorse e, dall'altro individuare e verificare possibili nuove forme di collaborazione tra mondo della scuola e sistema privato."Una possibile strada - ha concluso la Moratti - è quella di aprire una riflessione per discutere modalità e finalità di una collaborazione organica con le ex fondazioni bancarie''.

Ricordando come nella manovra per il 2002 l'istruttoria è stata aperta dal governo all'ipotesi di un impegno delle fondazioni nel finanziamento delle grandi opere o in settori come la sanità ''si potrebbe ora pensare di allargare il quadro degli interventi possibili al campo dell'edilizia scolastica dove sarebbe più agevole ricercare con le fondazioni formule di project financing''.''La maggioranza non ha alcuna intenzione di smantellare la scuola italiana, né ha alcuna intenzione di privatizzarla né di aziendalizzarla''.

Lo ha affermato il presidente della commissione Cultura alla Camera e presidente della fondazione Liberal Francesco Adornato.

L'obiettivo è fare in modo che la scuola diventi questione centrale nella politica di sviluppo.Secondo Adornato, occorre investire sul sapere, creando quindi un sistema ''pubblico integrato'', in cui tutte le risorse- sapere siano usufruibili a tutti.''Quindi una scuola privata nel sistema pubblico''.

Secondo Adornato, infatti, se non interveniamo su scuola e formazione l'Italia rischia di essere in ulteriore ritardo rispetto ad altri Paesi.

Secondo il presidente della commissione occorre ''creare un tavolo comune per discutere sugli strumenti più idonei per consentire questa integrazione"."Gli strumenti - ha spiegato Adornato - sono essenzialmente tre: la convenzione, il credito di imposta e il buono scuola.

Io sono favorevole a quest'ultimo''.Tutti quelli che vogliono andare verso un sistema pubblico integrato, dovrebbero, comunque, sedersi attorno ad un tavolo per confrontare le posizioni senza alcuna preclusione e trovare lo strumento più adatto per metterla in pratica.D'accordo sulla creazione di un tavolo di confronto il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta, che ha sottolineato come ''sulla scuola si gioca il destino dello sviluppo economico e sociale del nostro Paese''."Ma - ha ribadito Pezzotta - se vogliamo realmente innovare occorre che nella finanziaria ci siano i soldi, altrimenti perdiamo tempo a discutere e la scuola rimane quella che è".

"Spero - ha concluso - che nell'incontro di domani Tremonti ci dica quanto realmente è destinato alla scuola''.

Monsignor Zani, direttore dell'Ufficio pastorale dell'educazione della Cei, ha sottolineato la necessità di raggiungere al più presto ''il traguardo della piena parità giuridica ed economica."La legge di parità approvata nella passata legislatura - ha detto - è una tappa di un percorso.

La libertà di scelta è realmente tale solo se non comporta discriminazioni economiche''.Anche Confindustria considera positivamente l'ipotesi di un tavolo, e il direttore Stefano Parisi ha ribadito la necessità di trovare soluzioni ottimali per la creazione di un reale sistema integrato sottolineando comunque la sua preferenza per il buono scuola.

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