28 OTT 2001

Radicali: Conversazione settimanale con Marco Pannella, Dal Laos a Roma per la democrazia e l'antiproibizionismo

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 1 min
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Roma, 28 ottobre 2001 - Da quasi quattro giorni non si hanno notizie del segretario del Partito radicale transnazionale, Olivier Dupuis e di altri quattro esponenti radicali, che sono stati arrestati a Vientiane, capitale del Laos, dove avevano manifestato per richiamare l'attenzione del mondo sulla sorte di cinque studenti 'desaparecidos' dal 1999.

Questo il tema che introduce la consueta conversazione della domenica con Marco Pannella, che non si limita però all'analisi dei fatti, suggerisce invece spunti di riflessione sull'intero panorama politico, dal proibizionismo del Governo, agli
sviluppi della crisi internazionale.Cinque militanti radicali scomparsi in LaosLo spunto iniziale è dato dall'arresto dei cinque militanti radicali in Laos, tra i quali il segretario del Prt ed europarlamentare della Lista Bonino, Olivier Dupuis, ed il consigliere della Regione Piemonte, Bruno Mellano, e dei quali non si hanno più notizie da venerdì 26 ottobre.

Pannella si è soffermato sull'assenza di informazione anche in questi casi particolari, sull'attività politica radicale.

Informazione che comporta anche il silenzio dei politici italiani, che "se non sapessero che i radicali ormai non fanno notizia", sarebbero già accorsi in compagnia di "ambasciatori di tutta l'Unione Europea".Sull'iniziativa dei cinque poi Pannella ha notato come nell'attività politica dei radicali vi sia "un 'vizio', antico e gigantesco", quello di occuparsi di "gente che materialmente non può votare in Italia"."L'Organizzazione mondiale delle democrazie - ha proseguito il leader radicale - e la democrazia come diritto storico soggettivo dell'essere umano, rappresentano oggi la vera lotta.

Liberarsi della fame certo, ma poter lottare per liberarsi, divenire soggetto, e quindi soggetto dei diritti storici fondamentali acquisiti".L'antiproibizionismo di Roosevelt e FreedmanLa democrazia per Pannella va difesa seguendo l'esempio americano, quello di Franklin D.

Roosevelt e Milton Freedman, che, seppur diversi, condividevano lo spirito antiproibizionista, da sempre bandiera radicale."C'è un legame tra i cinque che oggi sono in Laos e i nostri processi, quello di Rita e degli altri nostri compagni" ha evidenziato Pannella, mettendo in relazione l'attività transnazionale con le battaglie antiproibizioniste radicali."Se non si dà corpo alla lotta, se non si dà il tempo, sono solo posizioni, e di posizioni stiamo morendo.

Stiamo morendo, nel senso figurato del termine, come schieramento della democrazia" ha detto il leader radicale, soffermandosi sull'importanza di cercare nuove armi per portare avanti le lotte per la democrazia."C'è un intorpidimento del pensiero democratico - ha poi spiegato il leader radicale - un processo di oligarchizzazione del sistema anti-americano, che fa sì che vi sia una scissione fra la grande produzione culturale-scientifica e la capacità della politica di utilizzarla"."Questo lo dico - ha concluso Pannella - agli antiproibizionisti del Manifesto, della sinistra, del Forum, che ogni tanto ci attaccano perché avremmo venduto l'antiproibizionismo ai fascisti, a Berlusconi".Il proibizionismo del GovernoLe recenti dichiarazioni del vicepremier Fini in tema di proibizionismo al Rainbow Meeting di San Patrignano, rafforzate poi dallo stesso Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e dai ministri Moratti, Maroni e Sirchia, al centro della seconda parte della conversazione."Per Fini - ha commentato il leader radicale - nonostante il ripudio politico formale del fascismo, è naturale avere fiducia nelle repressioni.

Altro è Berlusconi, che non è fascista, ma mussoliniano.

Nel senso che non ha idee o idealità, come il vicepremier, ha bensì in buona fede la convinzione che lui riesce, al potere, dal potere e nella politica, a compiere i miracoli equivalenti a Milano 2 e Canale 5, a livello mondiale.

E queste erano le posizioni che rendevano Mussolini, repubblicano o mnarchico, corporativista o democratico"."Il proibizionismo è un atto criminogeno - ha poi proseguito Pannella - In termini di diritto positivo il proibizionismo comporta quel feroce flagello, clericale, di massa e di classe, dell'aborto clandestino.

Dobbiamo combattere questo proibizionismo"."In questo senso - la conclusione del leader radicale - oggi questa destra comincia ad essere pericolosa".

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