11 NOV 2001

Radicali: Conversazione settimanale con Marco Pannella, Laos e riforma americana dell'Italia

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 23 sec
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Roma, 11 novembre 2001 - Documento audio delle consueta conversazione settimanale con Marco Pannella, in collegamento da Bruxelles.

Al centro questa settimana il rientro dei cinque militanti radicali dal Laos e la manifestazione pro Usa di sabato 10 novembre, che ha visto la partecipazione dei militanti radicali attraverso l'allestimento di 100 punti di raccolta firme sulle 25 proposte di legge di iniziativa popolare.

Ma anche i rapporti con la Casa delle Libertà ed il problema dell'informazione in Italia.I 100 tavoli radicali per la riforma americana dello StatoGiornata importante quella di
sabato per i radicali, ricca di soddisfazioni, nella quale i militanti ed i dirigenti hanno "festeggiato" il rientro dei cinque dal Laos con l'allestimento di cento tavoli per la raccolta firme sulle 25 proposte di legge di iniziativa popolare presentate da Radicali Italiani.Un solo "neo" per il leader radicale: la mancata presenza sul palco di Olivier Dupuis, Bruno Mellano, Silvja Manzi, Massimo Lensi e Nicolai Kramov."Sarebbe stata una cosa diversa - ha notato Pannella - se tra i vari Bocelli ci fossero stati i nostri cinque compagni.

Avrebbe assunto un carattere più militante, più impegnato, più degno, più profondo.

Ed il fatto che gli organizzatori non l'abbiano colto, non ci abbiano nemmeno voluto pensare, malgrado noi l'avessimo suggerito, ha il valore di non volere un qualsiasi rapporto politico con noi"."Ad essere precisi - ha proseguito il leader radicale - il massimo che è stato fatto dalla Casa delle Libertà e dallo stesso Foglio, perché fosse assicurata anche la presenza di coloro che vogliono la riforma americana dell'Italia, è stato esprimere l'auspicio che i radicali fossero a piazza del Popolo".Tornando poi all'iniziativa radicale, Pannella ha sottolineato l'importanza del fatto che gli italiani abbiano "visto per la prima volta le bandiere americane in piazza, mentre per 30 anni le hanno viste bruciare", ma anche ricordato come sia necessario "capire come sia possibile farne una premessa ulteriore per una vittoria in tempi politici e non storici".Il dialogo con la Casa delle LibertàSi pone quindi il problema dei rapporti con le forze di governo, che Pannella critica, pur lasciando uno spiraglio per instaurare un dialogo."Io credo di capire - ha detto il leader radicale - perché il riflesso degli stati maggiori del Polo, della Casa delle Libertà, sia univoco da chiunque venga, a livello di vertice.

Perché è indubbio che loro sanno il gradimento fortissimo della base elettorale, ma perfino della base militante della Casa delle Libertà, e quindi, come è accaduto con i comunisti da 40 anni, con la sinistra, il riflesso è che noi non dobbiamo esserci, non dobbiamo esistere"."Comunque - ha proseguito Pannella - per me Berlusconi rappresenta l'obiettivo, uno degli obiettivi principali, del tentativo di dialogo e di compromesso del movimento radicale.

Ma questo vale anche per Rutelli".La strategia di Vespa-Santoro-BiagiInfine il problema dell'informazione negata.

Pannella dopo aver parlato del ruolo di Bruno Vespa e Michele Santoro, si è soffermato a lungo su "Il Fatto" di Enzo Biagi."Biagi - ha detto il leader radicale - è il Ciampi del giornalismo italiano.

Buono, dignitoso, bravo, serio.

Lo è perché usa di una tecnica, e di strumenti, e di un linguaggio, di un rito, massimamente clericale, quasi sacrale.

E' il grande manipolatore"."La strategia - ha sottolineato poi Pannella - è quella di impedire che gli elettori prendano coscienza dell'alternativa politica radicale.

La gente non deve entrare in contatto con la distrazione e l'eversione radicale"."Il regime oligarchico - la conclusione - ha trovato in questi tre luoghi (le trasmissioni di Vespa, Biagi e Santoro, ndr) una garanzia di sopravvivenza".

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