17 NOV 2001

II Congresso Ds: L'intervento di D'Alema

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 37 min 27 sec
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Pesaro, 17 novembre 2001 - ''Nessuno più di me sarà rispettoso dei compiti, delle competenze e delle prerogative del segretario del partito, oltretutto perché a lui è andata la mia fiducia e credo che abbia le qualità politiche e umane per farlo''.

E', questo, uno dei passaggi che Massimo D'Alema dedica alla leadership dei Ds, nel suo intervento di fronte alla platea del II congresso della Quercia.Il presidente del partito, riferendosi a Piero Fassino, scandisce: ''A ciascuno di noi spetta il dovere di dargli una mano.

Le divisioni a volte mettono in campo energie e passioni.

Le energie e
le passioni tornate in campo in queste settimane se ora le volgiamo verso gli obiettivi comuni che il congresso indicherà possono condurci alla vittoria''.D'Alema ringrazia anche i candidati alla segreteria sconfitti, Giovanni Berlinguer ed Enrico Morando.

''Il modo in cui hanno guidato la battaglia congressuale è stato rispettoso verso le persone, non ha alimentato la logica di contrapposizione personale che abbiamo sentito in alcuni momenti e che, secondo me, è stata dannosa, finendo per enfatizzare oltre il limite questioni che forse avrebbero dovuto essere ridotte alla loro dimensione, compresa quella della nomina o meno di un presidente del partito"."Essendo del tutto chiaro, cari compagni - aggiugne D'Alema - che il nostro statuto, nella realtà delle cose, fa sì che la guida del partito sia quella che è stata votata nelle sezioni''.D'Alema spiega che i Ds ''sono già una grande forza del socialismo europeo.

Il vero problema è che poi non siamo riusciti a costruire una grande forza del socialismo europeo''.

Parla di ''incertezze, ambiguità, errori'', ritenendo che ''oggi Fassino ci propone un progetto forte e chiaro da portare avanti in un cammino che abbia esito positivo, un cammino - risponde a Petruccioli - senza pretese di autosufficenza''.Esorta il segretario di Ds: ''liberiamoci dal provincialismo per il quale ci crediamo l'avanguardia del mondo.

Dobbiamo avere rispetto verso tutte le storie cercando vie di confronto con la società e le nuove generazioni''.''Mettere insieme soltanto noi stessi è un'operazione insufficiente.

E' vero, l'abbiamo tentata - dice D'Alema, riferendosi al progetto della 'cosa 2' - ed è andata male.

Non ho difficoltà a riconoscerlo''.

Quindi sottolinea che nel progetto indicato da Fassino ''possono vivere in modo utile differenze e che sono una ricchezza se si muovono dentro un progetto forte e condiviso.

Altrimenti rischiano di essere un elemento di disgregazione e crisi"."Credo che ne siamo tutti consapevoli e nessuno - afferma - può pensare che si voglia soffocare la dialettica interna la partito.

Ma vorrei dire che anche bloccare questa dialettica nella logica delle contrapposizioni congressuali è un modo per impoverirla''.

Invita, D'Alema, a ''rimetterci a ragionare insieme'', allontanando, ribadisce, quella ''logica della cristallizzazione.

Quando ci si chiude tra i propri ci si eccita a vicenda e tutto diventa più difficile.

Dobbiamo discutere insieme.

Le sedi collettive di questa discussione, quelle statutarie dovranno funzionare con puntualità ed in modo aperto''.

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