10 FEB 2002

Radicali: Conversazione settimanale con Marco Pannella, Noi l'unica alternativa credibile contro il regime

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 2 ore 3 min
Organizzatori: 

Questa registrazione non è ancora stata digitalizzata.
Per le risposte alle domande frequenti puoi leggere le FAQ.

Roma, 10 febbraio 2002 - Le recenti dichiarazioni di Berlusconi sul ruolo della Rai nelle ultime campagne elettorali al centro della consueta conversazione con Marco Pannella, che però si sofferma anche ed ampiamente sulla situazione dei radicali con le firme da raccogliere sulle 25 proposte di legge e con la grave situazione debitoria a cui far fronte.Il ruolo della Rai nelle ultime campagne elettoraliIl Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, ha parlato nei giorni scorsi di Rai "antidemocratica" nelle ultime elezioni, rea di aver portato avanti una "campagna" contro l'allora leader dell'opposizione fatta di "diffamazioni, linciaggi e menzogne", quando ci fu un "attentato alla democrazia" messo in atto appunto "dalla Rai del centrosinistra".

Da Caceres, dove si trovava per un incontro con gli altri premier europei, Berlusconi ha poi promesso che il nuovo Cda farà "informazione obiettiva", senza favorire nessuno.Queste dichiarazioni hanno offerto a Pannella la possibilità di parlare di quello che hanno già denunciato i radicali negli ultimi anni, la mancanza di legalità nell'informazione, che sia radiotelivisiva o stampata, in Italia."Dall'estero il Presidente del Consiglio afferma che la Rai ha interferito in campagna elettorale - ha sottolineato il leader radicale - in modo da provocare un vistoso calo nei voti per la Casa delle Libertà.

L'impostazione di Berlusconi in campo televisivo precedentemente era stata fascista, e la risposta dell'opposizione era stata semplicemente altrettanto fascista.

Questo è un paese profondamente corrotto, che fa dell'annientamento altrui un'arma.

L'annientamento di quello che è scomodo o sgradito diventa oggi un riflesso, l'attentato ai diritti del cittadino ormai viene usato in maniera sistematica"."Sempre più mi vado convincendo - ha poi proseguito Pannella - che Berlusconi non ha nessuna vocazione e nessuna capacità di elevarsi a rango di statista, e soprattutto di statista liberale".Sulle nomine del Cda Rai il leader radicale ha poi aggiunto: "Per la Rai vi sono delle candidature obbligate: gli editori ed i direttori di Radio radicale.

Noi siamo una riserva storica ed umana alla rivoluzione politica, non solo per la Rai, ma anche per la Presidenza della Repubblica, o per la Farnesina".La "corruzione" della magistraturaLa questione dell'assenza di legalità nell'informazione italiana rimanda poi ad una questione ben più ampia, di cui la magistratura italiana ha molta responsabilità."La corruttissima, moralmente, civilmente, politicamente, magistratura italiana - ha infatti detto Pannella - non ha fatto nulla per evitare le intromissioni della Rai.

Noi abbiamo un regime che vive per conservare il potere.

A Roma la Procura della Repubblica sta per interrogare 50000 cittadini per chiedergli se si ricordano di aver messo una firma su qualche lista elettorale.

Loro dovevano accertarsi di questo durante la campagna elettorale, lo sapevano, l'avevamo denunciato più volte.

La Procura di Roma presenta dei riflessi da criminalità organizzata rispetto alle leggi che hanno"."Questo - ha poi aggiunto il leader radicale - è un fatto di alternativa sociale, di alternativa laica, su cui dobbiamo insistere.

Vi è una singolarità radicale che diventa fisiologica, davanti alla realtà del potere, che ci rende oggi l'unica alternativa credibile".La raccolta firme ed i 7 miliardi di debitoPassaggio conclusivo della conversazione obbligatoriamente dedicato alla situazione difficile che i radicale vivono in questi giorni, con la raccolta firme sulle 25 proposte di legge che stenta a decollare, e la necessità di reperire entro 60 giorni 7 miliardi di lire per far fronte alla situazione debitoria del Partito Radicale Transnazionale e di Radicali Italiani."Credo di conoscere bene i limiti di Daniele Capezzone - ha detto Pannella riferendosi alle polemiche nate durante i lavori del Comitato Nazionale di Radicali Italiani - ma proprio conoscendoli ribadisco e confermo che Daniele deve essere considerato parte della storia radicale, e che come tale va trattato"."A me pare indubbio - ha poi proseguito - che se le firme non sono raccolte Daniele dovrà dimettersi.

Siamo quindi a 25 giorni da una scelta politica che mi auguro che Daniele non debba fare.

Vi è in questa raccolta un errore: Daniele non è riuscito a valutare che per raccogliere 50000 firme serve un impegno maggiore che per raccoglierne 500000, proprio per l'annientamento, il nostro annientamento, che tende sempre più all'assoluto"."A questo dobbiamo aggiungere l'inadeguatezza di tutti noi davanti le relazioni di Danilo Quinto sulla situazione economica.

Paradossalmente vi è il rischio di una vita più semplice di componenti del partito che sono divenute più forti del partito stesso, grazie anche alla gestione di Dupuis.

Questa è la situazione di Non c'è Pace senza Giustizia, che è da Nobel soprattutto grazie ad Emma Bonino, e non tanto grazie a se stessa"."Più che mai - ha infine concluso Pannella - è in causa il nostro essere uomini e donne, l'essere umanità di fronte ai problemi del mondo, come i disastri ambientali.

E' sempre più probabile che il nostro annientamento e azzeramento si realizzi, dobbiamo averne la drammatica consapevolezza".

leggi tutto

riduci