12 LUG 2001

Riunite Trasporti ed Affari Esteri: Istituzione Commissione parlamentare d'inchiesta sulla vicenda Telekom Serbia

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 47 min
Player
Commissioni Riunite Trasporti e Affari Esteri: seduta per l'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla vicenda Telekom Serbia.

Registrazione audio di "Riunite Trasporti ed Affari Esteri: Istituzione Commissione parlamentare d'inchiesta sulla vicenda Telekom Serbia", registrato giovedì 12 luglio 2001 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 1 ora e 47 minuti.
  • Bobo Craxi (Misto-NPSI)

    Bobo CRAXI si dichiara favorevole all'istituzione della Commissione d'inchiesta, in quanto è opportuno che questioni di carattere politico vengano analizzate nella sede appropriata, senza cedere, come è avvenuto in passato, alla tentazione di sostituire all'autorevolezza del Parlamento le aule giudiziarie. Quanto alle questioni sollevate in ordine al titolo e alle relazioni sul provvedimento, non ritiene che vi siano stati toni eccessivi: si tratta, in sostanza, di fare chiarezza su due questioni, la prima attinente ad un'importante transazione commerciale, la seconda ai suoi possibili riverberi sulla politica estera del paese. <br>Precisa peraltro che, a suo avviso, non può aprioristicamente giudicarsi in senso negativo il fatto che l'Italia abbia intrattenuto rapporti, anche di carattere economico, con un suo partner storico, anche a causa della vicinanza geografica; né può affermarsi che lo stesso fatto di intrattenere rapporti di carattere economico con un determinato paese renda corresponsabili delle violazioni democratiche ivi perpetrate. Occorre quindi fare chiarezza su una vicenda complessa, che ha aspetti d'interesse politico, naturalmente senza strumentalizzazioni, come dovrebbe avvenire anche su altri aspetti della vita politica italiana: ribadisce pertanto di essere favorevole all'istituzione della Commissione d'inchiesta, che dovrebbe a suo avviso preludere ad altre simili iniziative tese a fare chiarezza su avvenimenti della vita politica italiana. <strong>Indice degli interventi</strong><br>La seduta comincia alle 18h10<br>Presidenza del Presidente <strong>Paolo Romani</strong><br>
    0:00 Durata: 4 min 52 sec
  • Fabrizio Cicchitto (FI)

    Fabrizio CICCHITTO dichiara preliminarmente che non intende svolgere un ruolo da pubblico ministero, anche se alcuni deputati dell'opposizione hanno assunto un atteggiamento da avvocati difensori: vanno peraltro ricordati gli atteggiamenti inquisitori che sono stati tenuti in passato da Commissioni d'inchiesta, nell'ambito delle quali si è inteso a volte svolgere addirittura una sorta di istruttoria giudiziaria. <br>Quanto al titolo del provvedimento, non ritiene che si tratti di questione particolarmente rilevante: a prescindere da esso, l'inchiesta parlamentare dovrà fare emergere tutte le responsabilità connesse alla vicenda della Telekom Serbia. Un'inchiesta parlamentare, infatti, si fonda non su certezze ma su dubbi, anche se fondati. <br>A tale riguardo ritiene che vi siano abbondanti ragioni per istituire la Commissione d'inchiesta ed anche per ipotizzare collegamenti politici in ordine ad un affare economico internazionale di considerevole importanza: egli non è infatti, per così dire, «angelicato» come l'onorevole Craxi, e ritiene che sia possibile che dietro affari di considerevole importanza possano celarsi collegamenti politici. Non si tratta pertanto di istituire alcun tribunale speciale ma di fare chiarezza, senza peraltro ripercorrere i toni inquisitori di inchieste del passato. <br>
    0:04 Durata: 11 min 20 sec
  • Valdo Spini (DS-U), sull'ordine dei lavori

    Valdo SPINI, intervenendo sull'ordine dei lavori, riferisce di informazioni ricevute da presidenti di gruppo dell'opposizione in ordine alle intese intercorse nella sede della Conferenza dei presidenti di gruppo circa l'opportunità di definire nel testo il rapporto tra l'attività della Commissione d'inchiesta e le indagini giudiziarie in corso sulla vicenda. Chiede pertanto al presidente di adire il Presidente della Camera per acquisire ulteriori elementi in merito. <br>
    0:16 Durata: 31 sec
  • Bobo Craxi (Misto-NPSI)

    Bobo CRAXI precisa di non considerarsi «angelicato», come lo ha giudicato il deputato Cicchitto, ma di ritenere che l'affare Telekom Serbia sia potuto servire, più che per la repressione in Kosovo, per riempire le tasche di qualche funzionario delle due società ovvero dell'entourage del ministro Dini. <br>
    0:16 Durata: 29 sec
  • Renzo Lusetti (MARGH-U)

    Renzo LUSETTI nell'esprimere preoccupazione per il fatto che si stia discutendo nel merito delle questioni, rileva l'esigenza di ricondurre il dibattito alle modalità di istituzione della Commissione d'inchiesta, ritenendo inaccettabili le due relazioni svolte, che configurano un atto d'accusa preventivo ed anticipano le conclusioni dell'inchiesta. A nome del suo gruppo, concorda sull'istituzione di una Commissione d'inchiesta che operi con gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria ed accerti tutte le responsabilità relative alla vicenda in questione. Prende atto della disponibilità manifestata dal presidente Selva e da altri esponenti della maggioranza ad eliminare dal titolo del provvedimento il riferimento alle responsabilità dei Governi durante la XIII legislatura, dal momento che in un paese democratico non deve essere lasciato spazio a processi inquisitori su atti politici dei Governi precedenti. Ritiene, inoltre, opportuno evitare qualsiasi riferimento temporale all'inchiesta, ritenendo più opportuno demandare una decisione in merito all'istituenda Commissione. <br>Richiamando l'intervento del deputato Spini, ritiene opportuno che la Commissione d'inchiesta inizi i suoi lavori dopo la deposizione degli atti delle indagini preliminari, attualmente in corso, da parte dell'autorità giudiziaria, sia per non interferire sull'operato della medesima sia per consentire alla Commissione d'inchiesta di disporre di ulteriori elementi di conoscenza. <br>Conclude preannunciando la presentazione di alcuni emendamenti alla proposta di legge in esame. <br>
    0:17 Durata: 6 min 45 sec
  • Vincenzo De Luca (DS-U)

    Vincenzo DE LUCA rileva che la Commissione d'inchiesta potrebbe avere due esiti radicalmente diversi: il primo sarebbe rappresentato da una chiarificazione nel merito della vicenda; il secondo, certamente preoccupante e pericoloso, determinerebbe un danno sul piano dell'immagine internazionale dell'Italia, dei rapporti fra Governo e opposizione, nonché sul piano dei principi di civiltà giuridica. In questa seconda ipotesi, non si fornirebbe un aiuto alla ricerca della verità ma si determinerebbe un incremento della confusione. <br>Richiamando l'intervento del deputato Cicchitto, ribadisce che il rimettere in discussione un principio di civiltà giuridica rappresenterebbe un danno. In proposito, ritiene che anche la sua parte politica, i democratici di sinistra, abbia potuto commettere qualche errore, in quanto non sempre è stato chiaro il punto di equilibrio tra ricerca di verità e giustizia e tutela dei diritti dell'individuo. Osserva poi che quella balcanica è una realtà molto complessa: occorre quindi evitare di banalizzare o semplificare i problemi. Nel rilevare, infatti, come molti esponenti politici abbiano guardato al mondo serbo ed avuto rapporti con esso, invita a non dimenticare che il ministro del tesoro dell'epoca era il Presidente Ciampi. <br>Ritiene, in definitiva, che occorra affrontare il tema con grande equilibrio ed accortezza, evitando un uso politico ed ideologico della vicenda che potrebbe solo arrecare danni al paese. Considera indispensabile andare fino in fondo alla questione, ricercando responsabilità ed individuando eventuali atti di corruzione, senza tuttavia limitare temporalmente l'ambito dell'indagine al periodo 1996-2000. Ritiene inoltre che la Commissione non debba limitarsi a fare chiarezza sulle responsabilità dei Governi, ma debba anche prendere in considerazione l'operato di singoli esponenti politici, funzionari dell'apparato statale, dirigenti della Telecom. <br>Conclude sollecitando il deputato Craxi, del quale peraltro condivide alcune osservazioni, a non esprimere un giudizio compiuto nei confronti del ministro Dini. <br>
    0:23 Durata: 12 min 32 sec
  • Saverio Vertone (Misto-Com)

    Saverio VERTONE considera inaccettabile non solo il titolo della proposta di legge, ma anche il testo, tenendo presente che lo stesso configura l'ipotesi che il potenziale reato sia rappresentato dalla stessa politica estera italiana, con riferimento ad atteggiamenti di tolleranza verso i rapporti tra un'azienda italiana ed un'azienda serba. Ritiene, in particolare, che non si possa precostituire una sentenza ed avviare l'inchiesta solo in un momento successivo. <br>
    0:36 Durata: 3 min 16 sec
  • Laura Cima (Misto-Verdi-U)

    Laura CIMA non condivide i toni della relazione illustrativa che accompagna la proposta di legge in esame, né quelli utilizzati nelle relazioni introduttive, sebbene sia favorevole a fare chiarezza sulla vicenda della Telekom Serbia, nonché, più in generale, sui grandi affari economici che finiscono a volte per sostenere regimi politici non democratici, celando truffe, corruzione e tangenti. La sua parte politica è particolarmente sensibile rispetto a tale esigenza, in quanto simili vicende conducono spesso a sostenere modelli di sviluppo «insostenibile», fondati sulla povertà e le guerre. È dunque favorevole ad un indirizzo generale in base al quale il Parlamento sia chiamato a fare chiarezza su tali realtà. <br>Tuttavia, nella fattispecie, i toni usati nelle relazioni sul provvedimento, in quanto troppo grossolani ed astiosi, rischiano di creare difficoltà per la politica estera italiana in generale. Ritiene quindi che la disponibilità dichiarata dal presidente Selva rispetto all'ipotesi di modificare il titolo del provvedimento non sia sufficiente: egli piuttosto, in quanto primo firmatario della proposta di legge, dovrebbe dichiarare la propria disponibilità a modificare la sua relazione illustrativa, così come i relatori dovrebbero correggere le dichiarazioni svolte in sede di relazione. <br>
    0:39 Durata: 7 min 27 sec
  • Rino Piscitello (D-U)

    Il Presidente osserva che la relazione illustrativa di una proposta di legge non è certamente emendabile. <br>Rino PISCITELLO ritiene che l'intento politico sottostante alla proposta di istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta sull'affare Telekom Serbia risulti evidente, in quanto è l'attuale maggioranza a chiedere un'inchiesta parlamentare sui Governi della passata legislatura. In ogni caso, l'opposizione non è contraria all'accertamento della verità, anche se in questo caso eccessi di parzialità ideologica, nonché qualche tono di eccessiva arroganza, possano indurre a qualche preoccupazione. Infatti, l'obiettivo di una inchiesta parlamentare deve essere l'accertamento della verità, scopo che rischia di essere inficiato dall'atteggiamento che sembra trasparire dal titolo e dalla relazione illustrativa del provvedimento, nonché dalle relazioni che sono state svolte. <br>Sottolinea inoltre l'esigenza di garantire la difesa della dignità delle persone, evitando il rischio del pronunciamento di sentenze prima ancora di avere accertato la verità: al riguardo, osserva che, se un giudice ordinario può essere ricusato, non può esserlo certamente la maggioranza parlamentare. Non basta dunque modificare il titolo della proposta di legge, in quanto il rischio di un giudizio parziale rimarrebbe invariato, comportando un vulnus per l'inchiesta parlamentare.<br>Teme quindi che l'inchiesta possa creare imbarazzi per la politica estera del paese, così come il fatto che un ministro dell'attuale maggioranza abbia in passato esplicitamente dichiarato la propria solidarietà a Milosevic. <br>
    0:47 Durata: 12 min
  • Gustavo Selva (AN)

    Gustavo SELVA, presidente della III Commissione, precisa innanzitutto che l'iniziativa di sollevare il caso Telekom-Serbia è attribuibile non a lui ma al senatore Miglio, che nel corso della precedente legislatura aveva presentato un elevato numero di interrogazioni alle quali il Governo non aveva mai fornito risposta. Ricorda, invece, che la sua iniziativa è successiva ad un articolo apparso sul quotidiano la Repubblica nel febbraio 2001 e che all'inizio di quest'anno ha ritenuto opportuno interrogare il ministro competente e chiedere, in qualità di capogruppo di Alleanza nazionale, in Conferenza dei presidenti di gruppo, che il ministro degli esteri riferisse all'Assemblea. Il ministro degli esteri Dini dichiarò in quella sede che né lui né il sottosegretario per gli affari esteri, Fassino, si erano mai occupati dell'affare Telekom-Serbia: si limitò ad una descrizione dei fatti, senza affrontare la vicenda per la quale era stato chiamato in causa. Questa è la prima circostanza che lo induce ad andare fino in fondo nell'individuazione delle ragioni dell'operazione.<br>Esprime, altresì, il proprio sconcerto per il fatto che l'onorevole Violante abbia contestato la competenza della Commissione affari esteri sul provvedimento in esame quando proprio sotto la sua Presidenza si decise che il ministro competente a rendere l'informativa alla Camera sul caso Telekom Serbia fosse il ministro Dini. Un'altra circostanza che lo induce ad esigere chiarezza è rappresentata da alcuni telegrammi inviati al ministero da diplomatici, su cui il ministro Dini avrebbe dovuto fornire chiarimenti. Pur non avendo nulla di personale nei confronti del ministro Dini e del sottosegretario Fassino, lamenta che quest'ultimo non abbia fornito i necessari chiarimenti ed abbia dichiarato di non essersi mai occupato della questione.<br>Dà quindi lettura di una lettera inviata dall'ambasciatore Bascone al sottosegretario Fassino, nella quale veniva svolta un'analisi, citando opinioni del Governo e delle opposizioni, ed in cui si affermava che dal punto di vista economico l'operazione era in perdita, mentre sotto l'aspetto politico si stavano fornendo aiuti ad un regime che stava crollando. <br>Rileva dunque come non si tratti di un processo generale alla politica estera del paese: occorre invece fare piena luce su un dato politico che si è combinato con un aiuto economico, rivelatosi determinante per consentire a Milosevic di restare al potere. Ribadisce conclusivamente la propria disponibilità a modificare il titolo della proposta di legge nel senso indicato. <br>
    0:59 Durata: 32 min 33 sec
  • Eugenio Duca (DS-U)

    Eugenio DUCA, intervenendo sull'ordine dei lavori, ribadisce la sua forte protesta per la conduzione dei lavori delle Commissioni. Intende quindi svolgere alcuni rilievi in ordine all'intervento del deputato Cicchitto. <br>Il Presidente, invita il deputato Duca ad attenersi all'ordine dei lavori, essendo già intervenuto nel merito. <br>Eugenio DUCA, preso atto che il presidente Romani non gli consente di intervenire, dichiara che si allontanerà dall'aula. <br>
    1:31 Durata: 3 min 4 sec
  • Edouard Ballaman (LNP)

    Edouard BALLAMAN, relatore per la III Commissione, con riferimento alle considerazioni espresse dal deputato Duca, rileva che la proposta di legge avrebbe dovuto essere considerata irricevibile dal Presidente della Camera Violante nel corso della XIII legislatura. Precisa inoltre che nel riferimento, contenuto nella relazione, a partiti che vedono implicati alcuni dei loro esponenti non si intende assolutamente conferire una connotazione negativa al termine «implicati». <br>Dichiara di condividere le osservazioni del deputato Craxi e concorda con il deputato Lusetti sul fatto che in qualche fase si sia ecceduto, anche se ciò è dipeso esclusivamente dalla volontà di istituire la Commissione. <br>Non condivide il giudizio di irricevibilità espresso dal deputato Vertone, dal quale attende comunque la presentazione di opportuni emendamenti. <br>Al deputato De Luca fa notare che l'istituzione della Commissione d'inchiesta ha la finalità di ridare credibilità al paese, al quale talune affermazioni della stampa estera hanno procurato un danno. Esprime tuttavia gratitudine al deputato De Luca per aver manifestato la volontà di andare a fondo nella vicenda.<br>Ringrazia il deputato Piscitello per la disponibilità manifestata: se la sua preoccupazione è sincera, si chiede perché questa non sia emersa negli anni in cui egli era membro della Commissione antimafia. Quanto alla modifica del titolo del provvedimento, prende atto della disponibilità dichiarata dal presidente Selva. Auspica, infine, che il testo possa essere migliorato attraverso l'approvazione di emendamenti. <br>
    1:34 Durata: 8 min 42 sec
  • Italo Bocchino (AN)

    Italo BOCCHINO, relatore per la IX Commissione, desidera fornire qualche precisazione in ordine alle obiezioni che sono state sollevate dall'opposizione rispetto alla sua relazione: in particolare, per quanto riguarda l'approfondimento dell'oggetto dell'inchiesta parlamentare, osserva che a suo avviso, proprio al fine di introdurre il dibattito e di sostenere l'esigenza di svolgere un'inchiesta parlamentare, era necessario fare emergere gli elementi che inducono a ritenere che vi siano aspetti oscuri sui quali occorre fare chiarezza, con riferimento sia ad un'operazione economica dai risultati negativi, sia alle responsabilità politiche collegate. <br>Riconosce peraltro l'anomalia di un contesto nel quale l'attuale maggioranza era opposizione nella precedente legislatura ed aveva già chiesto di fare chiarezza sulla vicenda che deve formare l'oggetto dell'inchiesta parlamentare. Ritiene comunque che nella fase di esame degli emendamenti si potrà pervenire al miglioramento del testo. <br>Il Presidente, nessun altro chiedendo di parlare, dichiara concluso l'esame preliminare. Propone quindi di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 18 di lunedì 16 luglio 2001. <p>Le Commissioni concordano.<br> Rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta di martedì 17 luglio 2001. <br>La seduta termina alle 20.10. <br>
    1:43 Durata: 3 min 42 sec