25 OTT 2001

Affari Esteri: Audizione di Alfredo Mantica sugli sviluppi della situazione in Medio Oriente

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Audizione del sottosegretario di Stato per gli affari esteri Mantica sugli sviluppi della situazione in Medio Oriente.

Registrazione audio di "Affari Esteri: Audizione di Alfredo Mantica sugli sviluppi della situazione in Medio Oriente", registrato giovedì 25 ottobre 2001 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 1 ora.
  • Relazione di Alfredo Mantica, sottosegretario di Stato per gli affari esteri

    Il sottosegretario Mantica dà conto del viaggio del Ministro degli affari esteri in Medio Oriente, appena conclusosi, nel corso del quale è stato confermato il ruolo di primissimo piano che l'Italia intende esercitare nell'ambito delle iniziative diplomatiche sollecitate dall'Unione europea al fine di favorire una ripresa del dialogo fra israeliani e palestinesi. Il Governo italiano, infatti, ha perorato la causa della pace invitando i Paesi interessati a porre termine al ricorso alla violenza, ad effettuare concreti gesti distensivi e a dimostrare un'effettiva disponibilità al dialogo. <br>Il ministro Ruggiero si è peraltro intrattenuto, fra gli altri, anche con il leader palestinese Arafat, che il Governo italiano considera lealmente impegnato nel processo di pace e quindi giudica interlocutore imprescindibile del dialogo, e si è recato in Iran allo scopo di sollecitare quel Paese ad assumere un atteggiamento diverso rispetto al passato nei confronti della crisi mediorientale e quindi ad esercitare un ruolo più attivo.<br>L'esponente del Governo italiano si è inoltre recato, oltre che in Egitto, anche in Siria e nel Libano, in quanto, pur ritenendo che l'epicentro della crisi sia rappresentato dalla questione palestinese, non sottovaluta l'esistenza di altre situazioni di tensione, come quella appunto siro-libanese, che devono essere superate affinché sia reso possibile l'intero processo di pacificazione dell'area.<br>Il viaggio del ministro Ruggiero ha fatto seguito alla visita svolta dal presidente del Consiglio Berlusconi negli Stati Uniti e agli incontri tenuti a Roma dal Governo italiano con alcuni leader politici del Medio Oriente. Al tempo stesso, l'azione diplomatica italiana si è mossa conformemente alla direttrice politica indicata dal Consiglio europeo che ha dato mandato alla Commissione e all'Alto rappresentante per la PESC, Solana, a svolgere un ruolo attivo per la ripresa del dialogo nell'area mediorientale, invitando nel contempo i singoli Paesi membri ad adeguarsi per favorire il conseguimento del medesimo risultato.<br>La delicatezza del compito che il Governo italiano ha assunto come priorità della propria politica estera è inoltre testimoniata dal fatto che, se inizialmente gli attentati terroristici di New York e Washington avevano favorito un'accelerazione del processo di pace già avviato prima dell'11 settembre con la dichiarazione statunitense relativa alla fondatezza dell'aspirazione dei palestinesi ad avere un loro Stato indipendente, il successivo assassinio del ministro israeliano Zeevi ha congelato il processo medesimo irrigidendo le parti in atteggiamenti intransigenti che hanno determinato la ripresa su vasta scala degli scontri a fuoco.<br>Il Sottosegretario evidenzia poi il ruolo, molto più collaborativo che in passato, svolto dalla Russia, la quale, assieme all'Ucraina e alla Moldavia, ha formalmente aderito al documento dell'Unione europea sulle iniziative da assumere per favorire il processo di pace. Dà quindi conto dei piani che diversi soggetti internazionali - dal segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan alle stesse autorità dell'Unione europea - stanno elaborando per consentire la ripresa del dialogo e sottolinea che sono ancora ritenute valide le raccomandazioni contenute nel Piano Mitchell, anche se deve considerarsi superata la scansione temporale degli interventi contemplata dal Piano Tenet.<br>L'obiettivo minimo che gli Stati e le organizzazioni internazionali impegnate in tal senso si prefiggono di realizzare riguarda la possibilità di un secondo incontro fra Peres e Arafat, dopo che le premesse positive poste dal loro primo incontro sono state neutralizzate dagli atteggiamenti estremistici tornati a prevalere nei due campi, mentre il "cessate il fuoco" concordato in quella sede ha avuto durata eccessivamente breve per poter creare il necessario clima di fiducia. Tutti i soggetti interessati appaiono comunque consapevoli che il conseguimento dei risultati positivi è ottenibile solo ove si svolga un'attività diplomatica convergente con l'azione politica degli Stati Uniti; non a caso, il piano che Kofi Annan sta predisponendo prevede il ricorso all'invio di osservatori americani nel territorio palestinese.<br>Gli appelli rivolti finora alle parti in causa dagli Stati Uniti, dall'Unione europea e dalla Russia in direzione di uno sforzo reciproco per riavviare il processo di pace sono tuttavia caduti nel vuoto, dal momento che il Governo israeliano è stato condizionato da coloro che al suo interno privilegiano soluzioni di forza e dalle pressioni esercitate da una popolazione esasperata nell'ambito della quale sono emerse soprattutto le posizioni estremiste; la stessa prevalenza dei gruppi più violenti, d'altro canto, si è registrata nella galassia delle diverse organizzazioni politiche palestinesi.<br>Il Sottosegretario svolge quindi alcune riflessioni sulle tensioni che si sono venute a creare anche in Paesi lontani dall'area mediorientale quali la Nigeria, l'Indonesia e le Filippine e che dimostrano come i pericoli maggiori provengano ormai - diversamente da quanto accadeva in passato - dalla debolezza più che dalla forza degli Stati, incapaci di reprimere le organizzazioni terroristiche e di sconfiggerne l'azione. In considerazione di ciò, appare particolarmente opportuno garantire il rafforzamento del Governo palestinese, oltre che naturalmente favorire condizioni di vita di maggiore benessere in quei territori, secondo la linea politica prescelta dal Governo italiano ed enunciata dal presidente Berlusconi proprio nell'Aula del Senato. A tale proposito occorrerà associare anche i soggetti privati alle iniziative di investimento nell'area considerata, anche se appare in qualche misura fuorviante l'equiparazione con il "Piano Marshall", che aveva lo scopo di rendere possibile la ricostruzione di Paesi distrutti dalla guerra, mentre nei territori palestinesi si tratta di realizzare ex novo infrastrutture primarie ed essenziali.<br>Osserva inoltre che la Presidenza di turno dell'Unione europea, affidata nei prossimi due anni a tre Paesi mediterranei, quali Spagna, Italia e Grecia, dovrebbe assicurare un forte impegno in favore del processo di pacificazione del Medio Oriente, quale aspetto imprescindibile dell'equilibrio politico dell'intera area mediterranea. In tal senso, occorrerà favorire soluzioni eque e definitive non solo del conflitto fra israeliani e palestinesi, ma di tutte le situazioni di tensione che si sono determinate nel corso del tempo nell'area mediorientale, senza dimenticare le esigenze di stabilità e di pace di un Paese come l'Egitto. <strong>Indice degli interventi</strong><br>L'audizione comincia alle 14h45<br>Presidenza del Presidente <strong>Fiorello Provera</strong><br>La registrazione comincia quando l'audizione è già in corso<br>
    0:00 Durata: 3 min 27 sec
  • Presidente

    Il presidente osserva come la credibilità del Presidente dell'Autorità nazionale palestinese Arafat quale partner del processo di pace sia condizionata all'accertamento del suo grado di controllo rispetto alle varie ali dell'estremismo palestinese, specialmente per ciò che riguarda le organizzazioni finanziate da Paesi terzi, come la Siria e l'Iran. Domanda inoltre se la pluralità delle iniziative diplomatiche poste in essere dai paesi europei in Medio Oriente e nei Territori non costituisca di per sé un indice della attuale debolezza dell'Unione europea.<br>Sottolinea infine, con riferimento al massiccio impegno finanziario ipotizzato per la ricostruzione nei Territori stessi, come sia indispensabile pianificare gli interventi sulla base di un'accurata ricognizione dei fattori di criticità ivi presenti, ed in particolare l'elevato tasso di natalità e la diffusione della corruzione. <br>Osservazioni e quesiti dei Commissari
    0:03 Durata: 2 min 25 sec
  • Enrico Pianetta (FI)

    Il senatore Pianetta sottolinea preliminarmente come soltanto attraverso il ricorso a massicci finanziamenti internazionali, sulla falsariga dell'esperienza del "Piano Marshall", sia possibile innescare una prospettiva di sviluppo credibile nei Territori, e per tale via prosciugare il serbatoio della miseria e del dissesto sociale che alimenta l'estremismo. A tal fine, il fatto che nel prossimo futuro tre Paesi mediterranei - e cioè la Spagna, l'Italia e la Grecia - siano destinati ad avvicendarsi quasi consecutivamente alla presidenza di turno dell'Unione europea rappresenta una preziosa opportunità per un contributo finalmente incisivo dell'Europa all'affermazione di una prospettiva di pace in Medio Oriente. <br>
    0:05 Durata: 4 min 20 sec
  • Andrea Manzella (DS-U)

    Il senatore Manzella esprime in primo luogo apprezzamento per l'intensa e articolata attività diplomatica posta in essere in queste settimane dai responsabili politici del Ministero degli affari esteri nelle capitali più direttamente coinvolte nella crisi in atto. Tale impegno risponde certamente all'interesse nazionale dell'Italia, ed è al contempo funzionale ad una più incisiva presenza internazionale dell'Europa. Al riguardo, si augura che l'occasione del prossimo avvicenderanno alla Presidenza di turno dell'Unione europea, quasi consecutivamente, di tre paesi dell'area Mediterranea, come l'Italia, la Spagna e la Grecia, sia colta per rafforzare l'impegno dell'Europa sul versante del Medio Oriente.<br>Osserva poi, con riferimento alle ipotesi di allestimento di una forza di interposizione nei Territori che, dopo i fatti dell'11 settembre e i successivi sviluppi bellici, sia probabilmente giunto il momento per una riconsiderazione da parte di Israele del tradizionale diniego opposto ad ogni formula che non contemplasse una partecipazione predominante di unità statunitensi ai contingenti di pace. In proposito, occorre assicurare le condizioni per un tempestivo dispiegamento, ove ciò sia richiesto, di contingenti europei nei Territori, anche nella prospettiva di un'esplicita ricomprensione, fra le cosiddette "missioni di tipo Petersberg", di quelle finalizzate alla lotta contro il terrorismo.<br>Rileva infine come l'esperienza maturata dall'Unione europea e dai suoi Stati membri nel campo delle politiche di riequilibrio territoriale possa risultare molto utile per avviare un processo di sviluppo credibile in Medio Oriente. <br>
    0:10 Durata: 4 min 48 sec
  • Tana De Zulueta (DS-U), relatore

    La senatrice De Zulueta domanda in primo luogo ragguagli circa il percorso di pacificazione per i Territori che, secondo notizie di stampa, sarebbe in corso di predisposizione ad opera del Segretario generale dell'ONU, in particolare per ciò che attiene alla composizione della futura forza di interposizione. <br>
    0:15 Durata: 7 min 48 sec
  • Andrea Rigoni (Mar-DL-U)

    Il senatore Rigoni auspica che il Governo si adoperi per assicurare le condizioni di un salto di qualità negli sforzi di pace, tanto per ciò che attiene alle sue responsabilità dirette che attraverso la partecipazione agli organi comunitari.<br>Sottolinea poi l'opportunità di un chiarimento circa il significato dell'invito alla moderazione rivolto dal Presidente del Consiglio al Capo del Governo israeliano. Si tratta infatti di capire se si intenda in tal modo soltanto richiamare l'opportunità di evitare atteggiamenti di aperta sfida, oppure se il tentativo sia quello, più concretamente, di indurre Israele ad aprirsi alla logica del compromesso. In tale prospettiva, è essenziale inoltre chiarire se il Presidente Arafat sia ancora ritenuto un interlocutore credibile, sul quale fare riferimento per la futura pacificazione, ovvero se si ritenga necessario ricercare altri referenti nella leadership palestinese. <br>
    0:22 Durata: 4 min 15 sec
  • Francesco Martone (Verdi-U)

    Il senatore Martone domanda in primo luogo quali strumenti di persuasione diplomatica, politica ed economica si intendano attivare da parte dell'Italia per indurre Israele a recedere dalle sue attuali scelte di chiusura e a riprendere il cammino negoziale. Per quanto riguarda le prospettive di ricostruzione e sviluppo, condivide il richiamo del Governo all'esigenza di perseguire una soluzione organica relativamente a tutte le situazioni di crisi in atto nell'area mediorientale. Si tratta peraltro di evitare di ripetere le esperienze negative del passato, quando si è privilegiata la logica dei grandi interventi di infrastrutturazione, spesso rivelatasi funzionale alle esigenze degli apparati militari più che a quelle dello sviluppo socio-economico. Al fine di ancorare il più possibile i futuri interventi alle effettive esigenze della popolazione, potrà risultare utile fare ricorso all'esperienza delle organizzazioni non governative, le quali potranno anche giocare un ruolo positivo per garantire la trasparenza degli interventi. <br>
    0:27 Durata: 5 min 1 sec
  • Oscar Luigi Scalfaro (Misto)

    Il senatore Scalfaro dichiara innanzitutto di concordare pienamente con la prospettiva di sviluppo per il Medio Oriente che il Presidente del Consiglio ha efficacemente compendiato nel richiamo all'esperienza del "Piano Marshall". Si tratta ora di verificare quale accoglienza avrà la proposta nell'ambito dell'Unione europea, e quali garanzie potranno essere fornite circa il corretto ed efficace utilizzo delle risorse che dovranno essere stanziate.<br>Rileva poi come, all'indomani dei tragici fatti dell'11 settembre, l'Europa non abbia saputo che in minima parte articolare una propria presenza sulla scena internazionale, a fronte di una straordinaria intensificazione del dialogo fra gli Stati Uniti, la Russia e la Cina. E' assai desolante che l'Europa non sia riuscita ad affrancarsi dalla passività neanche in presenza di un'emergenza tanto severa. In compenso, può rappresentare un elemento incoraggiante il dinamismo dimostrato dal Ministro degli Esteri, pur considerando che l'incidenza delle importanti iniziative da lui assunte sarebbe stata certamente maggiore se fosse stata possibile una preventiva concertazione a livello europeo. <br>
    0:32 Durata: 8 min
  • Milos Budin (DS-U)

    Il senatore Budin rileva in primo luogo come si assista ormai in Medio Oriente ad un conflitto tra estremismi, piuttosto che tra Stati.<br>Domanda poi se, alla stregua delle consultazioni in atto a livello internazionale, sia considerata ancora valida l'ipotesi affacciatasi in passato a più riprese di ricomprendere Israele e alcuni degli Stati arabi nell'architettura dell'Unione europea. <br>
    0:40 Durata: 3 min 6 sec
  • Replica di Alfredo Mantica

    Il sottosegretario Mantica rileva, in merito all'osservazione da ultimo formulata dal senatore Scalfaro sul ruolo dell'Europa, come si sia manifestata una debolezza estrema e non univocità della politica estera europea. Per questo riguardo, le forze politiche del Parlamento italiano dovrebbero svolgere una riflessione, circa ad esempio la prospettiva dell'allargamento dell'Unione europea e la sua incidenza, in termini di rafforzamento ovvero indebolimento della medesima politica dell'Unione sullo scenario internazionale. E tuttavia, gli incontri diplomatici dei rappresentanti degli Stati europei non si sono risolti in una semplice fiera della vanità bensì sono stati sovente coordinati in sede comunitaria. Quanto alle osservazioni del senatore Martone, esse si collocano su un piano operativo che non è stato ancora oggetto di definizione. Rimane peraltro assodato che una correlazione tra obiettivi di politica estera e risorse per il loro perseguimento dovrà pur essere un giorno compiutamente sviluppata, anche nella stessa sede parlamentare, onde assicurare alla politica estera strumenti di effettiva azione, disancorandola da manifestazioni meramente verbali. Da questo punto di vista, non vi è a tacere come l'eventuale conduzione di una sorta di "Piano Marshall" per il rilancio della regione palestinese non sia, allo stato, corredata di specifiche risorse finanziarie. In termini politici più complessivi - prosegue il Sottosegretario - deve ribadirsi come il Governo italiano ritenga Arafat interlocutore credibile e prioritario. Tale posizione non implica la negazione di problematiche all'interno dell'autorità palestinese in ordine a rapporti con frange terroristiche, tuttavia gli orientamenti del leader palestinese sono chiari, come confermato dal fatto che egli abbia dichiarato fuorilegge il Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Ad ogni modo, personalità politiche di pari spessore non si profilano all'orizzonte. Per quanto concerne infine l'altra parte del contrastato processo di pace mediorientale, l'invito alla moderazione rivolto al premier Sharon dal Governo italiano mira a ribadire - innanzi alle pressioni di un'ala militare presente nello scacchiere politico israeliano - la primazia del fattore politico ai fini della risoluzione della crisi.<br>Fa indi presente, in merito all'osservazione formulata dal presidente Provera circa l'esigenza di verificare il grado di corruzione presente presso i destinatari di aiuti internazionali, come vi siano situazioni articolate, innanzi alle quali deve operarsi con mezzi diversificati. Peraltro, un certo grado di corruzione parrebbe profilarsi quale endemico, risultando al contempo degna di verifica l'efficacia e trasparenza di tutto il sistema internazionale (incluse le organizzazioni non governative) di distribuzione di aiuti ai Paesi in via di sviluppo. Anche il fattore della natalità deve essere soppesato, quale dato di fatto su cui è difficile agire e che ha fortissime implicazioni. Basti considerare che, alla luce del tasso di incremento demografico presente in alcuni Paesi mediorientali e africani, sarebbe necessario un incremento annuo pari addirittura all'otto per cento del prodotto interno lordo per avere stabilità di reddito pro-capite. Di questi ed altri elementi - tra cui la disponibilità delle risorse idriche, essenziali per lo sviluppo - deve dunque tener conto la prospettiva innanzi evocata di un "Piano Marshall", per la quale l'Italia non rivendica alcuna primogenitura, dovendosi peraltro evidenziare come inedita sia la nettezza con cui il Presidente del Consiglio italiano l'ha affermata. Peraltro, si tratta di riflessione condotta sin qui ancora in termini generali, non già strettamente operativi.<br>Ancora, il riferimento (tratteggiato dai senatori Manzella e de Zulueta) a un'azione da parte europea di monitoraggio, non già interposizione, richiama come l'Unione non abbia elaborato una posizione autonoma circa il problema palestinese, ancor oggi affidando un ruolo primario agli Stati Uniti in ordine alla scansione di tempi e pressioni affinché il processo di pace prosegua il suo corso. Per questo riguardo, il Governo italiano ritiene che una grande opportunità si presenti, ai fini della definizione di una compiuta politica europea, con la Presidenza dell'Unione tenuta nei prossimi tempi, in rapida successione, dai tre Paesi del Mediterraneo, tra cui l'Italia. Si tratta di una chance di notevole rilievo e da sviluppare coerentemente, secondo un'agenda ad oggi peraltro non ancora definita, sì da superare le resistenze e i divari culturali che non di rado affiorano in sede europea nella valutazione di interessi geostrategici. Infine, l'annotazione su quale prezzo importi l'odierna alleanza internazionale contro il terrorismo, in termini di sensibilità per i diritti umani, solleva un problema di valutazione politica generale, su cui vi è pur da serbare una vigile e al contempo realistica attenzione. Può formularsi insieme l'auspicio che proprio la situazione creatasi possa portare in alcuni settori, quale quello irlandese o basco, a una diminuzione delle tensioni e al consolidamento di una soluzione di pace.<br><br>Il Presidente precisa, con riferimento a un suo precedente rilievo, ripreso dal Sottosegretario, circa l'influenza negativa del fenomeno della corruzione sulle prospettive di successo degli interventi di cooperazione internazionale, che non si tratta di subordinare la realizzazione di questi all'affermazione di leadership locali integerrime, ma di porre in essere tutti gli accorgimenti necessari per evitare sprechi e malversazioni. <br>Ringrazia poi il sottosegretario Mantica e dichiara conclusa l'audizione.<br>La seduta termina alle 16h10. <br><br>
    0:43 Durata: 16 min 56 sec