22 NOV 2001

Finanze: Seguito dell'indagine conoscitiva sui possibili fenomeni di riciclaggio connessi all'imminente circolazione dell'Euro: Audizione del Procuratore Nazionale Antimafia

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 17 min
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Seguito dell'indagine conoscitiva, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, sui possibili fenomeni di riciclaggio connessi all'imminente circolazione dell'Euro nel nostro Paese: audizione di Pier Luigi Vigna.

Procuratore Nazionale Antimafia. .

Registrazione audio di "Finanze: Seguito dell'indagine conoscitiva sui possibili fenomeni di riciclaggio connessi all'imminente circolazione dell'Euro: Audizione del Procuratore Nazionale Antimafia", registrato giovedì 22 novembre 2001 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 1 ora e 17 minuti.
  • Introduzione del Presidente

    Il presidente Riccardo PEDRIZZI ringrazia per la disponibilità il dottor Vigna e riepiloga i termini dell'indagine; egli ricorda poi il contenuto delle audizioni già svolte, che hanno sostanzialmente confermato la opportunità di disporre una procedura informativa sui rischi di riciclaggio connessi all'imminente circolazione dell'euro. <strong>Indice degli interventi</strong><br>L'audizione comincia alle 15h20<br>Presidenza del Presidente <strong>Riccardo Pedrizzi</strong><br>
    0:00 Durata: 1 min 18 sec
  • Relazione di Pier Luigi Vigna, Procuratore Nazionale Antimafia

    Il procuratore Pier Luigi VIGNA osserva in premessa che il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite costituisce un fenomeno estremamente ampio, ma i cui contorni e le cui dimensioni rimangono sostanzialmente sfuggenti e "nascosti". Per quanto riguarda l'ordinamento italiano, il sistema dell'individuazione e segnalazione delle operazioni finanziarie sospette ha prodotto finora una crescita significativa delle segnalazioni pervenute all'Ufficio italiano dei cambi; occorre inoltre registrare un andamento in ascesa anche delle informazioni che, tramite l'Ufficio italiano dei cambi, pervengono successivamente alla Direzione nazionale antimafia. Va rilevato che l'accentramento nell'Ufficio italiano dei cambi dei compiti attinenti alla ricezione delle operazioni sospette ha consentito di superare la condizione di sostanziale polverizzazione, precedentemente verificatasi, che impediva una lettura più ampia del fenomeno del riciclaggio.<br>L'attuale assetto normativo del contrasto al riciclaggio di denaro sporco vede, al centro del flusso informativo proveniente dagli intermediari finanziari, l'Ufficio italiano dei cambi, deputato ad effettuare l'analisi tecnico-finanziaria delle operazioni segnalate e a trasmetterle, così corredate, alla Direzione investigativa antimafia e al Nucleo speciale di polizia valutaria, i quali ne informano il Procuratore nazionale antimafia, ove tali segnalazioni rivelino profili di attinenza alla criminalità organizzata. Presso la Direzione Nazionale Antimafia è istituito un apposito servizio per l'esame della trattazione di tali informative. Una prima considerazione riguarda l'individuazione della eventuale attinenza dell'operazione sospetta alla criminalità organizzata, dovendosi intendere tale operazione come attinente, non già a soggetti che, in base alle informazioni in possesso delle autorità giudiziarie, possono essere fatti risalire ad organizzazioni criminali, ma anche a operatori che compiono operazioni di riciclaggio senza alcuna formale connessione o collegamento con le organizzazioni criminali. Esemplificativamente, il Procuratore cita il caso delle operazioni finanziarie presso istituti di credito compiute da cittadini stranieri, in particolare da cittadini albanesi. Si è ritenuto quindi non sufficiente ad accogliere a priori l'attinenza o meno alla criminalità organizzata il criterio dello screening storico-archivistico volto ad individuare l'esistenza di specifici precedenti investigativo-giudiziari. Atteso quindi l'incremento costante del flusso di informazioni pervenuto alla Direzione nazionale antimafia, il Procuratore osserva che il valore delle stesse non risiede tanto nella quantità, quanto nella qualità delle informazioni ricevute e nella loro effettiva idoneità a disvelare fatti di riciclaggio attinenti alla criminalità organizzata. Per quanto riguarda i soggetti tenuti alle segnalazioni, egli fa presente che la gran parte delle operazioni sospette viene effettuata dagli istituti di credito, mentre invece altri organismi e soggetti quali le Poste, le imprese assicurative o le imprese finanziarie non sembrano dare lo stesso contributo. Nel 1999, il legislatore ha ampliato il novero dei soggetti tenuti al rispetto della normativa antiriciclaggio, poiché, opportunamente, è stata considerata l'ampiezza delle modalità con le quali può essere effettuato il riciclaggio di denaro sporco: in particolare, si è previsto che gli agenti immobiliari, i gestori di case da gioco, i commercianti di beni preziosi, le case d'aste, ed altri soggetti ancora, debbano effettuare le segnalazioni delle operazioni sospette all'Ufficio italiano dei cambi. Egli peraltro rileva che la normativa secondaria, finalizzata a dare piena attuazione a tale disciplina, non è stata ancora emanata. Sempre in tema di soggetti tenuti alle segnalazioni sospette, il Procuratore sottolinea il rilievo della recente deliberazione comunitaria finalizzata ad inserire, tra i soggetti tenuti a segnalare le operazioni sospette, i notai e i professionisti legali indipendenti, quando partecipino ad operazioni di natura finanziaria o societaria, inclusa la consulenza tributaria, per le quali è particolarmente elevato il rischio che i servizi dei predetti professionisti vengano utilizzati a fini di riciclaggio. La direttiva, peraltro, contempera tale indicazione con l'invito a tutelare in vari modi il diritto alla riservatezza delle notizie acquisite dai soggetti in questione.<br>Il principio cardine sul quale si fonda la legislazione finalizzata a contrastare l'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio consiste nel fatto che l'intermediario conosca il cliente o il soggetto che effettua l'operazione, in modo tale da poter comprendere se questa sia o meno conforme alle abitudini o all'attività gestita dal cliente stesso. <br>Per tali ragioni - prosegue il Procuratore - un motivo di particolare preoccupazione sul fronte della tenuta del sistema di controllo, proviene dalla utilizzazione della rete informatica internet per la effettuazione di operazioni finanziarie: come è emerso anche da una recente indagine compiuta dalla Direzione nazionale antimafia, in collaborazione con l'università Bocconi di Milano, la possibilità di effettuare operazioni parcellizzate, in tempi ristrettissimi, e con la sostanziale garanzia dell'anonimato, rappresenta uno strumento di grandissimo vantaggio per i riciclatori, senza che ad oggi esistano efficaci contromisure di carattere normativo. La garanzia dell'anonimato di tali operazioni, infatti, mina alla base il sistema di controllo basato sulla conoscenza del cliente. <br>Il Procuratore illustra poi gli ulteriori compiti della Direzione nazionale antimafia - sostanzialmente di carattere consulenziale e consultivo rispetto alle competenze dell'Ufficio italiano dei cambi -, in merito alla segnalazione di leggi, normative secondarie o applicative che possano presentare profili di utilizzazione, anche indiretta, a fini di riciclaggio. Le autorità inquirenti, inoltre, sono tenute ad informare l'Ufficio italiano dei cambi di ogni circostanza, fatto o situazione utilizzabile per prevenire l'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio. <br>Un elemento di particolare delicatezza e significato per quanto concerne il contrasto del riciclaggio, è rappresentato dalla collaborazione degli organismi competenti nazionali con quelli degli altri Paesi dell'Unione Europea ma, soprattutto, anche con Paesi extracomunitari. In particolare, assumono grande rilievo gli accordi di collaborazione conclusi con gli organismi competenti di Paesi appartenenti all'ex blocco dell'Unione Sovietica, ovvero a Paesi della America latina: tali accordi consentono non solo un interscambio informativo sulla legislazione, ma anche sul modus operandi dei vari gruppi criminali.<br>Passando ad esaminare alcune lacune dell'ordinamento italiano rispetto alla attività di contrasto del riciclaggio, il Procuratore sottolinea il ritardo con il quale è stata istituita l'Anagrafe dei conti e dei depositi, prevista dalla legge n. 413 del 1991: solo dal 2000, infatti, è possibile individuare il collegamento tra un soggetto e i conti correnti bancari ed, eventualmente, incrociare tali informazioni con quelle provenienti dall'Ufficio italiano dei cambi. La collaborazione e la cooperazione tra gli organismi inquirenti e di controllo costituisce in tale settore l'arma vincente, come è stato dimostrato dal monitoraggio delle attività finanziarie e commerciali posta in essere dalla 'ndrangheta in Germania. Naturalmente, la efficacia dell'azione antiriciclaggio dipende anche dalla capacità degli investigatori di collegare gli investimenti, finanziari e reali, all'attività criminosa che ha originato il provento illecito.<br>Per quanto riguarda la specifica problematica dei rischi di riciclaggio connessi con l'imminente circolazione dell'euro, il Procuratore rileva come da alcuni sia stata segnalata la crescita dei prezzi degli immobili, quale spia di una pressione su tale mercato da parte di detentori di grandi risorse finanziarie in lire, impossibilitati a convertire attraverso i canali leciti la valuta nazionale in euro. Su questo specifico aspetto, il Procuratore sottolinea come la legge n. 310 del 1993, che imponeva ai notai di dare notizia ai questori di tutti i trasferimenti di beni immobili e ai segretari comunali di dare notizia della vendita delle licenze commerciali, non abbia prodotto i risultati sperati, poiché è mancata una operazione di raccordo, a livello centrale, di tutte le informazioni raccolte dalle singole questure: la parcellizzazione dell'informazione ne ha sostanzialmente decretato la perdita di significatività. Per quanto riguarda gli strumenti utilizzabili per contrastare il fenomeno del riciclaggio nella particolare congiuntura, il Procuratore sottolinea l'utilità delle operazioni svolte sotto copertura. Riportando analisi svolte in ambito economico, ovvero utilizzate nel rapporto della Unione Europea sulla criminalità organizzata del 1998, egli ritiene plausibile che l'introduzione dell'euro possa realizzare condizioni di particolare favore per il riciclaggio di denaro sporco: in particolare, la scomparsa dell'operazione di cambio valuta tra i Paesi dell'Unione fa perdere la tracciabilità delle operazioni finanziarie con un indebolimento oggettivo dell'attività di controllo. Inoltre, la possibilità di utilizzare banconote di grande taglio potrebbe indurre il riciclatore ad utilizzare l'euro rispetto al dollaro. Altro fattore di rischio è determinato dalla possibilità che l'euro diventi la moneta di più diffusa utilizzazione da parte di chi esercita attività illegali, anche in considerazione delle prospettive di redditività speculative create dal nuovo mercato. La Banca d'Italia, inoltre, ha sottolineato i rischi che nel periodo di conversione la pressione sugli intermediari bancari possa affievolire e allentare i controlli. Dal punto di vista operativo, egli richiama l'attenzione sulla opportunità di introdurre, anche in Italia, la figura dell'esperto in materia di criminalità economica al fianco del magistrato inquirente, come previsto in Francia. <br>Il Procuratore termina il proprio intervento, sottolineando con rammarico la mancata previsione di un rappresentante della Direzione nazionale antimafia tra i componenti del Comitato di sicurezza finanziaria previsto dal decreto-legge 12 ottobre 2001, n. 369, in materia di repressione e contrasto del finanziamento del terrorismo internazionale. Al contempo, sottolinea la mancata previsione di una specifica funzione di coordinamento dell'organismo da lui presieduto per quanto riguarda le indagini in materia di terrorismo internazionale, oggetto di uno specifico provvedimento all'esame del Parlamento. <br>
    0:01 Durata: 44 min 23 sec
  • Giuseppe De Gennaro (FI)

    Il senatore Giuseppe DE GENNARO accoglie la sollecitazione da ultimo avanzata dal Procuratore nazionale antimafia, preannunciando la predisposizione di un emendamento al disegno di legge n. 841, di conversione del decreto-legge 12 ottobre 2001, n. 369, del quale egli è relatore. Esprime inoltre alcune valutazioni sulle funzioni di coordinamento e collaborazione con gli organismi degli altri Paesi. <p>Il procuratore Pier Luigi VIGNA ribadisce la rilevanza dell'attività di cooperazione e collaborazione. <br>Osservazioni e quesiti dei Commissari e singole repliche di Pier Luigi Vigna
    0:45 Durata: 3 min 9 sec
  • Roberto Salerno (AN)

    Il senatore Roberto SALERNO, dopo aver stigmatizzato l'assenza dei parlamentari appartenenti ai Gruppi di opposizione, chiede al Procuratore una valutazione circa gli effetti, in termini di controllo della illegalità economica, di una riforma fiscale finalizzata a semplificare gli adempimenti e ad eliminare i controlli di carattere formale.<p>Il procuratore VIGNA ritiene che il fattore di maggiore debolezza dell'antiriciclaggio è costituito dalla parcellizzazione dell'informazione in possesso degli organismi di controllo. Per quanto riguarda i reati tributari, egli ritiene che di recente sia stato dato maggior valore al carattere sostanziale degli stessi, ma ribadisce la stretta correlazione tra il controllo dell'economia legale e il contrasto dell'attività di riciclaggio. <br>
    0:48 Durata: 7 min 20 sec
  • Filadelfio Guido Basile (FI)

    A giudizio del senatore Filadelfio Guido BASILE, l'ampliamento dell'Unione Europea, soprattutto in relazione ai Paesi appartenenti all'ex blocco dell'Unione Sovietica, pone numerosi e complessi problemi di omogeneizzazione normativa e di collaborazione investigativa soprattutto per il settore del contrasto alla criminalità organizzata.<p>Il procuratore VIGNA condivide pienamente la preoccupazione espressa, ma fa presente che le esigenze di omogeneizzazione per quanto riguarda l'individuazione di alcune fattispecie di reato, sono pressanti anche per quanto riguarda i Paesi appartenenti all'Unione Europea. Inoltre, alcuni strumenti di cooperazione come le rogatorie o la estradizione appaiono antiquati rispetto alle nuove forme della criminalità organizzata internazionale, che andrebbe contrastata, invece, con la costituzione di squadre investigative comuni. <br>
    0:56 Durata: 6 min 14 sec
  • Antonio Gentile (FI)

    Il senatore Claudio GENTILE chiede al Procuratore una valutazione della possibile correlazione tra l'attività di riciclaggio dei proventi illeciti e attività commerciali quali la grande distribuzione, la cui natura sembra favorire in particolar modo la penetrazione e la diffusione della economia criminale.<p>Il procuratore Pier Luigi VIGNA ricorda che, su questo particolare comparto economico, ha dato in passato buoni risultati la collaborazione tra gli organismi investigativi e le verifiche compiute dalla Guardia di finanza per quanto riguarda gli aspetti tributari, e il SECIT. <br>
    1:02 Durata: 3 min 53 sec
  • Maurizio Eufemi (CCD-CDU:BF)

    A giudizio del senatore Maurizio EUFEMI, l'audizione del Procuratore ha mostrato, diversamente dalle audizioni già svolte, crepe e lacune particolarmente allarmanti nella legislazione, nonché significativi deficit nelle strutture preposte alla attività di contrasto del riciclaggio. In particolare, egli ritiene essenziale un preciso intervento per contrastare l'uso illecito della rete internet. Chiede, infine, al Procuratore di indicare il settore di investimenti maggiormente utilizzato dalla criminalità organizzata, nonché di chiarire se le direttive impartite in passato ai reparti speciali delle forze dell'ordine abbiano indebolito l'azione di contrasto della economia illegale. <p>Il dottor VIGNA specifica che in passato la criminalità organizzata italiana ha preferito compiere ingenti investimenti in paesi stranieri, mentre il reinvestimento in Italia è stato contrastato attraverso l'azione di confisca e di sequestro dei beni. Egli sollecita su tale questione l'attenzione della Commissione, al fine di eliminare gli ostacoli burocratici e procedurali che ancora si frappongono ad una effettiva sottrazione alle organizzazioni criminali dei beni ad esse sequestrati. Per quanto riguarda la direttiva dell'allora Ministro dell'interno sui poteri investigativi di alcuni speciali reparti delle forze dell'ordine, egli ritiene che, soprattutto dopo l'intervento della Corte costituzionale, la vigente disciplina consenta ai pubblici ministeri di utilizzare tali reparti per attività investigative. <br>
    1:06 Durata: 6 min 8 sec
  • Presidente

    Il presidente Riccardo PEDRIZZI apprezza la completezza e la esaustività dell'intervento del Procuratore nazionale antimafia, il quale ha confermato la opportunità di sollecitare la emanazione della disciplina applicativa della estensione della normativa antiriciclaggio ad altri soggetti diversi agli intermediari bancari e finanziari. Opportunamente, il Procuratore ha insistito sulla esigenza di coinvolgere pienamente i notai nell'attività di segnalazione delle operazioni sospette nel compimento dei propri compiti certificativi. Da ultimo, condivide la sollecitazione del Procuratore sulla opportunità di istituire esperti in reati finanziari al fianco dei pubblici ministeri.<p>Dichiara, infine, conclusa l'audizione e rinvia il seguito della procedura informativa ad altra seduta.<br>La seduta termina alle 16h40. <br>
    1:12 Durata: 5 min 18 sec