30 GEN 2002

Istruzione Pubblica: Seguito dibattito su comunicazioni Moratti su esito Stati generali della scuola

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 16 min
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Seguito del dibattito sulle comunicazioni, rese nella seduta del 22 gennaio, dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sugli esiti degli Stati generali della scuola.

Registrazione audio di "Istruzione Pubblica: Seguito dibattito su comunicazioni Moratti su esito Stati generali della scuola", registrato mercoledì 30 gennaio 2002 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 1 ora e 16 minuti.
  • Fulvio Tessitore (DS-U)

    Riprende il dibattito, sospeso nella seduta del 22 gennaio scorso.<br>Il senatore Tessitore manifesta anzitutto la propria delusione per le dichiarazioni del ministro Moratti, tanto nel merito quanto nella sostanza. Esse si sono infatti sostanziate in una dettagliata esposizione sull'architettura formale degli Stati generali, senza offrirne alcuna valutazione critica. Né il Ministro ha chiarito quale idea si sia formata della scuola italiana e dei suoi attori principali (studenti e docenti). <br>La considerazione della difficoltà di riformare la scuola è, invece, affatto scontata, così come la presa d'atto dell'impossibilità di conseguire un consenso generale. Sorge tuttavia spontanea la domanda se tale consenso generale sia effettivamente utile ovvero non sia ad esso preferibile una assunzione diretta di responsabilità.<br>Egli rivolge quindi un duplice invito al Ministro, ad uscire da un lato dai luoghi comuni (come ad esempio la citazione di dati OCSE che, basandosi su rilevazioni meramente quantitative, trascurano elementi qualitativi caratterizzanti) e, dall'altro, da ogni ambivalenza. Ritiene infatti ambigua la posizione del Ministro che dichiara di non voler cancellare la legge n. 30 sui cicli ma si appresta a riformarla radicalmente. Meglio farebbe il Ministro ad assumersi, anche in questo caso, la responsabilità dell'abrogazione, anche se così facendo confermerebbe una presunzione tutta italica di ripartire ogni volta da zero, senza prendere atto dell'esistente.<br>Il metodo riformatore adottato dal centro-sinistra di procedere "a mosaico" consentiva invece un'intersecazione degli interventi tale da prevenire lo sbilanciamento di alcuni settori. Egli invita poi il Ministro a non ricorrere continuamente ad organismi consultivi che di fatto la espropriano della sua responsabilità decisionale. Analogamente, pone l'accento sul rischio di affidare le scelte di sostanza ai pedagogisti, assai più inclini a soffermarsi su questioni di metodo anziché di contenuto.<br>Gli Stati generali sono stati, nell'intenzione del Ministro, un'occasione di ampia consultazione con la società civile. Quest'ultima tuttavia, prosegue l'oratore, rappresenta una sorta di chimera di difficile riscontro. Preferibile è invece il riferimento alla scuola come servizio pubblico e, nella consapevolezza del superamento dello Stato liberale, alle situazioni soggettive ed alla capacità di distinguere fra titolarità dei diritti e loro gestione. Ciò, al fine di restituire centralità alla scuola e alla riflessione sugli indirizzi di merito, in un'ottica di dialogo fra Governo e Parlamento con cui collide tuttavia la scelta del Ministro di procedere con un disegno di legge delega non preceduto da un confronto sufficientemente approfondito. <br>Indice degli interventi<br>Il dibattito inizia alle 15h10<br>Presidenza del Presidente <strong>Franco Asciutti</strong>, indi del Vicepresidente <strong>Francesco Bevilacqua</strong><br>
    0:00 Durata: 18 min 25 sec
  • Vittoria Franco (DS-U)

    La senatrice Vittoria Franco manifesta a sua volta il proprio disorientamento nei confronti dell'esposizione del Ministro, che ha illustrato un percorso di metodo ma non ha chiarito i punti qualificanti del disegno di legge che si appresta a varare. In tal senso era stato invece sollecitato il confronto con il Ministro, affinché esponesse le conclusioni di merito che avesse tratto all'esito degli Stati generali.<br>Ella si sofferma poi sulla ricerca di consenso invocata dal ministro Moratti, da cui pure sono state incomprensibilmente tenute fuori proprio le istituzioni democratiche e parlamentari, e che peraltro contrasta visibilmente con il ventilato ricorso alla delega. Quest'ultima si giustifica infatti nel caso in cui appaia preferibile semplificare l'iter parlamentare di un provvedimento complesso su cui esista già un consenso di massima fra le forze politiche quale non si registra invece sulla riforma dei cicli, neanche nell'ambito della maggioranza di Governo.<br>Dopo aver manifestato la propria preoccupazione per i rischi di dequalificazione della scuola pubblica conseguenti ai primi interventi normativi del centro-destra (decreto-legge sull'avvio dell'anno scolastico e legge finanziaria), ella si sofferma infine sui profili di maggiore criticità del nuovo disegno riformatore. Anzitutto, ella critica fortemente l'ipotesi di una professionalizzazione precoce, che contrasta del resto anche con le esigenze delle imprese moderne, alla ricerca più che di abilità professionali specifiche soprattutto di mature capacità di apprendimento. Inoltre, ella prende le distanze da un eventuale anticipo dell'età scolare, sia materna che elementare, per ragioni di carattere non solo psicopedagogico ma anche pratico. Al forte incremento della popolazione scolastica che ne conseguirebbe, occorrerebbe infatti far fronte con un corrispondente incremento delle strutture e degli insegnanti, anziché con i "tagli" derivanti dall'ultima manovra finanziaria.<br>Auspica quindi conclusivamente che, nella sua replica, il Ministro si soffermi prevalentemente sulle questioni di merito emerse nel dibattito. <br>
    0:18 Durata: 8 min 57 sec
  • Gian Pietro Favaro (FI)

    Il senatore Favaro registra invece con soddisfazione la discussione sostanziale in atto, volta ad approfondire i profili di maggiore criticità prima dell'adozione delle scelte di merito. Ritiene poi che gli Stati generali abbiano avuto l'effetto positivo di promuovere un'ampia discussione sui temi della scuola da parte della società civile e degli organi di stampa, che ha consentito il superamento di inveterati pregiudizi.<br>Egli nega poi che il processo riformatore in atto abbia alcun intento polemico nei confronti della vecchia maggioranza. La necessaria abrogazione della legge n. 30 non implica infatti, a suo giudizio, che non si tenga conto dell'ampio lavoro preparatorio che l'aveva preceduta e del fatto che, con essa, il centro-sinistra seppe porsi un obiettivo e conseguirlo a prescindere dalle estenuanti contrattazioni che avevano caratterizzato le precedenti stagioni di riforma.<br>Quanto ai contenuti, egli ritiene indispensabile fissare precisi principi e criteri direttivi per l'esercizio della delega, fra cui la permanenza della scuola primaria e di quella secondaria di primo grado e la creazione di due canali formativi (licei e istruzione e formazione professionale), con l'accortezza di finalizzare anche la formazione professionale all'apprendimento culturale, oltre che manuale. Restano tuttavia alcuni margini di dubbio e incertezza, in particolare sul ruolo delle regioni e sulla migliore collocazione del momento di scelta da parte degli alunni fra i diversi percorsi formativi, su cui auspica un sereno confronto con il Ministro in sede di replica. <br>
    0:27 Durata: 11 min 14 sec
  • Albertina Soliani (Mar-DL-U)

    La senatrice Soliani ricorda che l'opposizione aveva sollecitato un dibattito con il ministro Moratti già alla vigilia degli Stati generali e che esso si svolge invece, nonostante la fattiva disponibilità della Presidenza della Commissione, ad oltre un mese dalla loro conclusione. Ciò testimonia, a suo giudizio, della concezione minimalista che il Ministro ha dell'istituto parlamentare. Né può dirsi che gli Stati generali abbiano rappresentato un'effettiva occasione di ampia consultazione con la società civile, assai più ricca e variegata di quella rappresentata all'assise: la selezione degli interlocutori è stata infatti assai approssimativa ed indirizzata prevalentemente ai mezzi di comunicazione.<br>L'intento riformatore si basa del resto su un presupposto assai debole, su cui si è cercato di coagulare un consenso eccessivamente frettoloso e generico: la volontà di modificare ad ogni costo la legge n. 30. Tale scelta radicale mal si concilia tuttavia con la gradualità in altre sedi proclamata ed impone ora di mettere da parte la ricerca di consenso e corresponsabilizzazione e di procedere con un disegno di legge delega.<br>Ella lamenta poi la vistosa assenza, nell'organizzazione degli Stati generali, di alcuni soggetti di primario rilievo: oltre ai rappresentanti del Parlamento (peraltro anch'essi parte della società civile) e agli studenti, le regioni e gli enti locali che - a seguito della legge n. 59 del 1997 e del nuovo Titolo V della Costituzione - in materia di istruzione sono titolari di poteri al pari dello Stato. Tale grave lacuna è tuttavia coerente con l'assoluta laconicità del Ministro in ordine ai nuovi assetti della scuola conseguenti alla riforma del Titolo V e ai progetti di devoluzione, nonché alla nuova rete di poteri determinatasi nel sistema nazionale di istruzione e formazione.<br>Nell'auspicare che alla fase degli Stati generali, viziata da così evidenti limiti costituzionali e politici, faccia ora seguito una più trasparente fase parlamentare, ella registra tuttavia che la riforma Moratti rischia di essere scarsamente innovativa sul piano ordinamentale, con l'eccezione della ventilata anticipazione dell'età scolare, e di cancellare le intuizioni del centro-sinistra senza tuttavia recare un assetto innovativo. In un'ottica aziendalistica e privatistica, essa determinerà invece una selezione sociale degli studenti (all'atto della scelta fra istruzione e formazione) e ridurrà i docenti ad una dimensione tayloristica e impiegatizia, senza neanche assicurare le risorse necessarie all'intento riformatore. <br>
    0:38 Durata: 20 min 57 sec
  • Mariano Delogu (AN)

    Il senatore Delogu sostiene non sia corretto tacciare il Ministro di laconicità sui temi inerenti la riforma scolastica e le procedure che il Governo intende adottare per portarla a termine. Rileva infatti come oggetto del dibattito in corso siano l'andamento degli Stati generali e gli esiti che ne sono scaturiti. Contraddittori appaiono poi i rilievi critici avanzati dall'opposizione quando valuta negativamente l'intenzione di ricorrere a una delega legislativa eccessivamente ampia, così da espropriare il Parlamento della funzione legislativa, e contemporaneamente chiede al Governo una chiara assunzione di responsabilità, contestando nel contempo la ricerca del consenso che si è andata perseguendo proprio attraverso la riunione degli Stati generali.<br>Riservandosi di valutare il progetto di riforma che il Governo sta elaborando, esprime conclusivamente un giudizio positivo sugli Stati generali, che hanno consentito di sviluppare un ampio dibattito, utile ad attirare l'attenzione del Paese sui temi della scuola. <br>
    0:59 Durata: 5 min 50 sec
  • Maria Rosaria Manieri (Misto-SDI)

    La senatrice Manieri ritiene invece che la discussione in atto sia inutile e superata dagli eventi. L'interesse dei parlamentari che avevano richiesto un confronto con il Ministro in Commissione era infatti rivolto a conoscere non tanto il numero e le caratteristiche dei partecipanti agli Stati generali, quanto i temi che in quella sede sono stati concretamente affrontati, nonché gli indirizzi e gli orientamenti prevalenti che ne sono emersi. Su tutto ciò nessuna informazione aggiuntiva è stata invece fornita, oltre a quanto già comunicato dalla stampa o consultabile sul relativo sito Internet. In queste condizioni il dibattito assume connotati virtuali e corre il rischio di avvitarsi su questioni prive di consistenza.<br>Il Governo naturalmente ha il diritto di assumere le proprie decisioni, ma la minoranza politica deve essere messa in condizione di esercitare l'opposizione parlamentare, potendosi esprimere nel merito delle questioni e non dovendo procedere semplicemente a un'astratta contrapposizione.<br>Ella esprime inoltre preoccupazione per l'andamento del processo riformatore, ricordando come il Governo espresso dall'Ulivo fosse riuscito, nel corso della precedente legislatura, a sbloccare finalmente una impasse che durava da decenni e che, prima per ragioni di contrapposizione ideologica e poi per i ritardi connaturati a un clima politico caratterizzato da spirito compromissorio, aveva impedito l'avvio della riforma scolastica. L'allora maggioranza politica è così riuscita a riscattare il ruolo rappresentato dal sistema scolastico nel Paese, sottraendolo ad una visione settoriale e riportandolo nell'ambito delle strategie politiche più complessive.<br>All'attuale Governo spetterebbe ora il compito di sviluppare un ragionamento politico su una questione strategica per il futuro del Paese, indicando i punti critici della riforma approvata dal precedente Esecutivo e intervenendo in senso migliorativo nella fase di attuazione. Al contrario, il Ministro ha dato l'impressione di voler azzerare quanto realizzato finora e di volersi contrapporre all'impostazione della legge n. 30 del 2000, con il rischio di compromettere l'intero processo riformatore. Si dovrebbe invece avere la forza, sia da parte della maggioranza che dell'opposizione, di andare oltre una visione manichea della materia, nel pieno rispetto per il ruolo del Parlamento e della sua minoranza, la quale ha il diritto-dovere di confrontarsi con le proposte governative.<br>In attesa che il Governo formalizzi gli esiti del dibattito svoltosi presso gli Stati generali in un concreto progetto su cui si aprirà il confronto in sede istituzionale, ella auspica infine che si abbandonino le discussioni astratte attorno all'architettura dei cicli e si passi all'esame dei contenuti della riforma e delle risorse effettivamente a disposizione, in modo che l'intero processo riformatore possa essere meglio governato.<br>Il seguito del dibattito è quindi rinviato.<br><br>La seduta termina alle 16h30. <br>
    1:05 Durata: 11 min 16 sec