17 SET 2002

Affari Costituzionali e Giustizia: Seguito discussione del Ddl Cirami - seduta del 17 settembre 2002

[NON DEFINITO] | - 00:00 Durata: 1 ora 31 min
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Modifiche agli articoli 45, 46, 47, 48 e 49 del codice di procedura penale. .

Registrazione audio di "Affari Costituzionali e Giustizia: Seguito discussione del Ddl Cirami - seduta del 17 settembre 2002", registrato martedì 17 settembre 2002 alle 00:00.

La registrazione audio ha una durata di 1 ora e 31 minuti.
  • Presidente

    Donato Bruno, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti e articoli aggiuntivi al testo in esame.<br> Avverte altresì che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati gli emendamenti Buemi 1.174, 1.175 e 1.177, Leoni 1.191, Bonito 1.204 e 1.205, Siniscalchi 1.13, Leoni 1.287, 1.288, 1.289 e 1.290, Maura Cossutta 1.323 e Russo Spena 1.342. <br>Indice degli interventi<br>La seduta comincia alle 20h00<br>Presidenza del Presidente <strong>Donato Bruno</strong><br>
    0:00 Durata: 1 min 30 sec
  • Gianclaudio Bressa (MARGH-U)

    Gianclaudio Bressa (MARGH-U), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede alla presidenza chiarimenti sull'esigenza, da lui stesso rappresentata al termine della precedente seduta, di richiedere un parere sul provvedimento in esame da parte del Comitato per la legislazione e della Commissione bilancio, nonché una relazione tecnica del Governo.<p>Donato Bruno, presidente, dopo aver informato che la presidenza ha già trasmesso al Comitato per la legislazione la richiesta di acquisire un parere sul testo in esame, assicura che le ulteriori richieste formulate dal deputato Bressa saranno esaminate nell'ambito della prossima riunione dell'ufficio di presidenza delle Commissioni riunite integrato dai rappresentanti dei gruppi.<p>Gianclaudio Bressa (MARGH-U) preannuncia l'intenzione di presentare una pregiudiziale di incostituzionalità con riferimento alla sentenza della Corte costituzionale n. 353 del 1996 sulla sospensione automatica del processo di merito e all'articolo 25 della Costituzione in materia di giudice naturale precostituito per legge. <br>
    0:01 Durata: 3 min 2 sec
  • Francesco Bonito (DS-U)

    Francesco Bonito (DS-U) preannuncia preliminarmente la presentazione di una questione sospensiva, esprimendo perplessità sulla «corsa contro il tempo» nell'approvazione della proposta di legge C. 3102, a suo avviso motivata dallo scopo esplicito di giungere alla definizione del testo prima del pronunciamento della Corte costituzionale.<br>Con riferimento alle notizie diffuse da agenzie di stampa circa l'intenzione dei relatori di esprimere parere negativo su tutti gli emendamenti presentati, manifesta il suo disappunto per il fatto che la maggioranza, oltre a non tenere nella giusta considerazione lo sforzo costruttivo dell'opposizione, non ha ritenuto di presentare neppure una proposta emendativa. Sembra dunque trovare conferma quanto nel corso dell'esame preliminare era stato da più parti denunciato: la proposta di legge Cirami assume le caratteristiche di un testo immodificabile.<br>Come è stato più volte osservato, il testo propone di inserire nell'ordinamento processuale alcune regole che si risolvono in una negazione del processo medesimo, in quanto non ne consentono lo svolgimento. La normativa proposta si configura inoltre come legge-provvedimento, ossia non come regola generale ed astratta ma come atto giuridico destinato a risolvere un caso concreto. <br>Di fronte alla violazione di regole consolidate, l'opposizione di centrosinistra ha ritenuto di presentare quattrocento emendamenti, che offrono un'ampia occasione di riflessione e rispondono ad un filo conduttore rappresentato dalla volontà di ripristinare la disciplina codicistica in materia di rimessione. <br>In particolare, gli emendamenti presentati tendono a reintrodurre una tipizzazione del concetto di legittimo sospetto, nonché la norma che attribuisce al giudice designato la facoltà di valutare quali atti possano essere utilizzati nel processo. Con le modifiche proposte si interviene altresì in materia di prescrizione in ossequio al principio della ragionevole durata del processo, e si prevede la soppressione del comma 6 dell'articolo 1 riguardante l'applicazione della nuova normativa anche ai processi in corso. Al riguardo, osserva che, nel momento in cui la Corte costituzionale ha considerato conformi alla Carta costituzionale talune deroghe al principio processuale del tempus regit actum, tale organo ha ritenuto di specificare che qualora la norma sottoposta al suo esame si configurasse come volta a risolvere casi specifici, ciò renderebbe quella deroga irrimediabilmente incostituzionale. <br>Invita quindi i relatori ad una riflessione particolarmente approfondita sulla norma riguardante la sospensione automatica del processo prima dello svolgimento delle conclusione e della discussione finale, preannunciando sul punto una durissima battaglia parlamentare da parte dell'opposizione. <br>Rilevato che spetta ai relatori il compito di assicurare il rispetto del principio costituzionale e della norma regolamentare in forza dei quali la legge deve essere votata articolo per articolo e comma per comma, esprime disappunto per le modalità di svolgimento dei lavori e per la blindatura del testo, che considera criticabile sotto molteplici aspetti, quali la genericità del principio introdotto, i profili di incostituzionalità e la violazione del principio di leale collaborazione tra i poteri dello Stato. <br>Discussione sul complesso degli emendamenti<br>
    0:04 Durata: 17 min
  • Graziella Mascia (RC)

    Graziella Mascia (RC) ritiene che le due pregiudiziali preannunziate confermino le osservazioni più volte espresse nel corso della discussione in merito all'opportunità di sospendere l'esame del provvedimento. In particolare, la ricaduta della normativa sulle vicende processuali di Milano impedisce un serio confronto di merito; sotto tale profilo, esprime rammarico nel dover affrontare una questione tanto rilevante all'interno di una vicenda politica che mette in relazione magistratura e potere legislativo. <br>Gli emendamenti presentati dal suo gruppo sono riconducibili a due ordini di motivazioni. In primo luogo, ritiene che l'istituto della rimessione, alla luce delle vicende passate, dovrebbe essere rivisto in termini maggiormente ristrettivi, in quanto, prescindendo da alcune condizioni oggettivamente determinabili, nella realtà attuale le situazioni di condizionamento locale non dovrebbero essere prese in considerazione, potendosi comunque riprodurre in una qualsiasi altra sede. In secondo luogo, una volta riconosciuto il valore fondamentale della garanzia del giudice naturale precostituito per legge ai sensi dell'articolo 25 della Costituzione, non si può non considerare la normativa vigente maggiormente garantista rispetto al dettato costituzionale, alle sentenze della Corte e alle indicazioni contenute nella legge delega n. 81 del 1987. <br>Illustra quindi il contenuto degli emendamenti presentati volti ad introdurre nuovamente, all'articolo 45, il riferimento alla libertà di determinazione delle persone che partecipano al processo e l'aggettivo «gravi», nonché a sopprimere il riferimento al legittimo sospetto; a prevedere che la richiesta di rimessione sia avanzata anche dalla parte civile costituita in giudizio; a sopprimere la previsione della sospensione obbligatoria prima dello svolgimento delle conclusioni e della discussione finale; a prevedere la sospensione dei termini della prescrizione fino alla prima udienza della prosecuzione del processo e la valutazione degli atti da parte del giudice designato. <br>Esprime infine l'auspicio di una maggiore disponibilità ad approfondire il confronto almeno nella fase dell'esame degli emendamenti. <br>
    0:21 Durata: 12 min 31 sec
  • Pierluigi Mantini (MARGH-U)

    Pierluigi Mantini (MARGH-U), auspica che non rispondano al vero le notizie di stampa che preannunciavano un parere totalmente negativo da parte dei relatori sugli emendamenti presentati, in quanto tra di essi vi sono proposte di buon senso volte a dare soluzione alle tante questioni emerse dal dibattito. Rileva che sui giornali si sono susseguite notizie contraddittorie, che hanno visto alternarsi manifestazioni di apertura ad altre di blindatura - la quale di per se è sospetta, anche se politicamente legittima - nonché dichiarazioni volte alternativamente a negare o ad affermare il valore ad personam di questa legge, per la cui approvazione la maggioranza ha imposto ritmi non consoni a quelli normalmente previsti dal regolamento, più volte violato, anche contro le decisioni assunte dal Presidente della Camera. Quanto al merito del provvedimento, osserva che sulla nozione di legittimo sospetto è stato presentato un ventaglio di proposte emendative che, accogliendo l'introduzione dell'istituto nel codice di procedura penale, ne propongono una migliore esplicitazione della nozione. Tuttavia è sulla sospensione automatica dei processi che sono sorte le maggiori preoccupazioni, piuttosto diffuse a livello istituzionale, ma anche nell'ambito dello stesso centrodestra. A questo proposito l'opposizione ha proposto soluzioni giuridicamente fondate, tese a non prevedere la sospensione automatica dei processi, bensì ad affidare il giudizio al giudice stesso di merito ed alla Cassazione, consentendone nel frattempo la prosecuzione. Sono state offerte soluzioni alternative anche in tema di prescrizione, che può correre fino al primo atto del giudice designato, cioè al momento in cui si instaura il nuovo processo da parte del giudice ad quem. Gli emendamenti concernenti l'utilizzabilità degli atti ruotano intorno al criterio contenuto nella legge delega, cioè al concetto dell'attribuzione al giudice del rinvio del potere di decidere quali atti già compiuti nel procedimento conservino validità dopo la sua rimessione.<br>Dichiara, in conclusione, che il complesso degli emendamenti presentati dall'opposizione è finalizzato a configurare il processo penale non come una sommatoria di garanzie per gli imputati, ma come un insieme di norme capaci di assicurare un equilibrio di garanzie per tutte le parti processuali. Invita infine gli spiriti liberaldemocratici presenti nel centrodestra a non assumere atteggiamenti rinunciatari rispetto alle loro coscienze, ed a considerare le pesanti responsabilità di ordine morale e politico relative al provvedimento Cirami, che sta destando grande sconcerto in buona parte dell'opinione pubblica. <p>Donato Bruno, presidente, rispondendo ai rilievi del deputato Mantini circa presunte violazioni del regolamento, afferma che quest'ultimo è stato rigorosamente applicato in ogni fase della discussione. <p>Pierluigi Mantini (MARGH-U), riferendosi in particolare ai ritmi incalzanti impressi ai lavori parlamentari ed alle discutibili modalità con cui sono state diramate le convocazioni, dichiara che l'interpretazione politica del regolamento non può essere meramente testuale, ma si configura come una necessaria sintesi che implica ponderazione e saggezza. <br>
    0:34 Durata: 20 min 10 sec
  • Giulio Schmidt (FI)

    Giulio Schmidt (FI) osserva che il Parlamento si accinge ad approvare una nuova configurazione dell'istituto della rimessione, che conferisce a quest'ultimo un valore costituzionale anche rispetto all'articolo 111 della Costituzione. <br>Rispetto al principio di terzietà del giudice appare infatti modificata l'impostazione per cui quest'ultimo sia sempre super partes, ponendosi l'accento sul dubbio che in realtà sempre così non sia, soprattutto in una società mediatica in cui il giudice non è certo un mero elaboratore di dati. Si tratta inoltre di colmare un vuoto legislativo non recuperando le convinzioni espresse dal legislatore delegante, bensì conferendo all'istituto della rimessione una doppia copertura costituzionale. Infatti quest'ultimo viene configurato come una deroga all'articolo 25 della Costituzione, nel senso di un bilanciamento al principio del giudice naturale precostituito per legge, come un diritto che la difesa può esercitare quando vi siano situazioni tali da turbare la sicurezza pubblica. In secondo luogo l'istituto appare connesso con il comma 1 dell'articolo 111 della Costituzione, in attuazione del principio di terzietà e di imparzialità in caso di legittimo sospetto che gravi sul giudice di merito. <br>Auspica conclusivamente che si voglia tener presente un'interpretazione moderna dell'istituto, evitando nel contempo l'utilizzo di formule generiche ed indeterminate, al fine di trovare un punto di mediazione politica. <br>
    0:54 Durata: 6 min 12 sec
  • Giuseppe Fanfani (MARGH-U)

    Giuseppe Fanfani (MARGH-U) osserva preliminarmente che la normativa in esame necessita oggettivamente di una rivisitazione di carattere generale. Tuttavia, anche ammettendo - come sostiene la maggioranza - che il novellato articolo 111 della Costituzione abbia creato un vuoto normativo, non è pensabile di colmarlo con un istituto arcaico e vuoto come il legittimo sospetto, che spesso ha consentito abusi. Ammonisce quindi a trarre insegnamento dal passato, evitando che in futuro una norma generica ed elastica possa essere interpretata discrezionalmente, ancorché da un supremo giudice di legittimità, il quale comunque muta in ragione della composizione e degli eventi politici e sociali. Non si tratta pertanto di colmare un vuoto normativo, bensì di definire il concetto di incompatibilità ambientale attraverso norme che non si prestino a facili strumentalizzazioni; certamente la maggioranza ha dalla sua parte la forza dei numeri, ma se la nozione di legittimo sospetto venisse approvata nella formulazione proposta si creerebbe un pericoloso vuoto di comprensione della materia.<br>Oltre alla definizione dell'istituto, rimangono aperte le questioni della disciplina della sospensione, che può essere risolta attraverso il filtro della Cassazione, nonché quella dell'utilizzabilità degli atti, in ordine alla quale taluni emendamenti propongono di prevederne di regola l'utilizzabilità, salvo il diritto delle parti di chiedere la rinnovazione. <br>Precisa inoltre che non è in discussione la retroattività delle norme processuali, bensì che si tratta di stabilire l'applicabilità della normativa ai processi in corso: in proposito osserva che in realtà quest'ultimo è un principio generale di diritto processuale, per cui non vi è alcuna norma processuale che non sia, per sua natura, applicabile a tutti i procedimenti in corso. In ogni caso si può prevedere che la normativa non si applichi ai procedimenti che si trovano già nella fase dibattimentale od in quella finale per evitare rischi di strumentalizzazione, ma deve essere chiaro che ciò rappresenta l'eccezione rispetto alla regola generale che finora ha guidato tutti i processi della Repubblica italiana. <br>Auspica conclusivamente che l'esame degli emendamenti possa avvenire con una sorta di «laicità di pensiero», che potrebbe essere favorita se da parte della maggioranza vi fosse la disponibilità ad allungare i tempi, affinché l'esigenza di correre in aiuto a qualcuno non prevalga su quella di varare una buona legge. <br>
    1:00 Durata: 16 min 4 sec
  • Gian Franco Anedda (AN), relatore per la I Commissione

    Gian Franco Anedda (AN), relatore per la I Commissione, anche a nome del relatore Bertolini, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate, per considerazioni di carattere generale che trovano spiegazione soprattutto nelle dichiarazioni di molti deputati dell'opposizione che hanno sottolineato la finalità è di mantenere inalterati gli articoli del codice di procedura penale che regolano il meccanismo della rimessione. <br>Ricordato inoltre come l'opposizione abbia più volte sostenuto di voler eliminare il principio di legittimo sospetto, rileva che molti emendamenti sono finalizzati ad abolire la norma transitoria sull'applicazione delle disposizioni ai processi in corso e a ripristinare il testo del codice vigente. <br>Ritiene che l'obiettivo dichiarato di riduzione del danno si traduca, in realtà, in emendamenti ridondanti sia nell'aggettivazione sia nell'uso degli avverbi e che il concetto di eccezionalità, più volte citato, appaia più vago e discrezionale rispetto a quello di legittimo sospetto che richiama almeno cinquant'anni di elaborazione giurisprudenziale e dottrinale. <br>In merito alle questioni pregiudiziali di costituzionalità e sospensive preannunciate da deputati dell'opposizione nella seduta odierna, rinvia infine all'esame del provvedimento in Assemblea. <br>
    1:16 Durata: 7 min 3 sec
  • Marco Boato (Misto-Verdi-U), sull'ordine dei lavori

    Marco Boato (Misto-Verdi-U), intervenendo sull'ordine dei lavori, sottolinea preliminarmente di essere tra i pochi deputati rimasti in aula ad ascoltare il parere delle Commissioni e del Governo sugli emendamenti. Nel rammaricarsi che i relatori abbiano espresso parere contrario su tutte le proposte emendative presentate, ritiene irrituali le motivazioni addotte dal deputato Anedda. <br>Sottolinea che, come firmatario di moltissimi emendamenti presentati, da quasi due settimane evita di fare dichiarazioni agli organi di stampa, privilegiando l'ambito istituzionale di esame del provvedimento. Osserva che l'espressione di un parere contrario motivata con il richiamo a qualche intervista fatta da deputati dell'opposizione agli organi di stampa, appare irrituale, soprattutto se si pensa alle dichiarazioni spesso contraddittorie di autorevoli esponenti della maggioranza apparse sui giornali nel corso degli ultimi mesi. <br>Riguardo ai rilievi formulati in merito alla ridondanza degli avverbi e degli aggettivi contenuti nelle proposte emendative, ricorda che molte di esse sono state desunte dalle massime della Cassazione. Ritiene pertanto che ci si trovi di fronte a valutazioni scorrette.<p>Gian Franco Anedda (AN), relatore per la I Commissione, esprime indignazione per i rilievi del deputato Boato in merito ad una presunta scorrettezza dei relatori nella valutazione degli emendamenti. <p>Marco Boato (Misto-Verdi-U), sottolineato che il relatore Anedda ha sarcasticamente motivato il parere contrario su tutte le proposte emendative, comprese quelle che riproducono integralmente massime della Cassazione ribadisce che non ritiene corretto il metodo usato soprattutto in merito alle motivazioni fornite, che dimostrano la chiusura a qualsiasi confronto parlamentare.<p>Il sottosegretario Jole Santelli, analogamente a quanto avvenuto al Senato, dichiara che il Governo si rimette alle Commissioni su tutte le proposte emendative presentate.<p>Donato Bruno, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta. <p>La seduta termina alle 21h30. <br>
    1:23 Durata: 7 min 32 sec